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Autore: jawaadhugsme    14/04/2013    42 recensioni
“Cosa gli è successo?” domanda in un sussurro.
“E' sopravvissuto in un incidente d'auto. E' solo al mondo ora, i suoi genitori sono morti e non ha parenti: sappiamo le sue informazioni grazie alle informazioni ricavate dalle ricerche basate sulla sua carta d'identità. Non ha parlato nemmeno una volta, troppo scosso dall'incidente.”
Louis annuisce, accarezzando con l'indice il dorso della mano bianca e sospira.
“Ti prego Louis, torna domani.” lo supplica la donna. “A quanto pare hai qualche effetto su di lui e vogliamo che stia bene questo povero ragazzo.” sussurra sconsolata.
“Per quanto tempo rimarrà?” domanda portando gli occhi in quelli della donna.
“Una settimana ancora.” risponde la dottoressa Smith sospirando. “E dopo?” domanda ancora.Silenzio. La donna fissa il ragazzino per poi abbassare lo sguardo.
“E dopo finirà in un orfanotrofio.” risponde con dell'amaro in bocca per poi uscire dalla stanza.
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“Torno domani per lui.” le sorride indossando il cappotto per poi incamminarsi verso le scale.
“Harry, si chiama Harry!” le urla dietro l'infermiera facendolo bloccare in corridoio.
“Harry..”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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2. You Are Here.




“Louis, dove stai andando?” domanda la madre notando il figlio alle prese con i bottoni del cappotto. Il moro alza lo sguardo e osserva la madre che si asciuga le mani con lo straccio da cucina. “Vado all'ospedale.” le sorride afferrando le chiavi della macchina. Johannah alza un sopracciglio. “Come mai? Ci sei andato ieri! Di solito vai sempre una volta a settimana.” domanda curiosa. Louis alza le spalle sorridendole e andandole incontro, per poi baciarle la fronte. “Ci vediamo dopo.” dice prima di uscire di casa e percorrere il vialetto di casa, diretto alla macchina. Non sa il perchè lo sta facendo, forse per le parole dette dalla dottoressa Smith il pomeriggio precedente. Ancora gli rimbombano in testa: hai qualche effetto su di lui, dopo finirà in orfanotrofio. O forse perchè quando ha incontrato gli occhi verdi di quel ragazzo ha capito che aveva bisogno di lui come quando lo ha preso per mano spaventato mentre se ne stava andando. Eppure c'è qualcosa che lo spinge a guidare verso l'ospedale e a tornare da quel ragazzo anche se non sa il motivo esatto. Quando intravede l'insegna "the sun", Louis si guarda attorno cercando un parcheggio che trova quasi subito anche non molto distante dall'entrata principale. Spegne la macchina e prende le chiavi uscendoci per poi chiudere lo sportello e mettere la sicura: il vento gli scompiglia i capelli e si stringe nel cappotto sentendo freddo. Sospira e a passo spedito percorre il marciapiede per poi salire i soliti gradini che lo conducono alla porta d'entrata che spinge con decisione sentendo, ancora una volta, l'odore di disinfettante tipico degli ospedali. “Louis! Come mai qui anche oggi?” domanda Amanda da dietro il bancone guardandolo sorpreso. Il ragazzo sorride e si gratta la nuca imbarazzato. “Vengo a trovare un amico.” spiega. La segretaria annuisce e fa cenno col capo che può salire. Il moro ringrazia con un sorriso e sale le scale a due a due correndo, fino a trovarsi al corridoio che lo conduce al solito reparto. Dopo aver preso un bel respiro profondo, sorride camminando e salutando le infermiere e i bambini che viene sempre a trovare. “Louis! Come mai qui?” domanda Michael aggrappandosi alla sua gamba mentre gli altri bambini lo circondano sorridendogli felici di rivederlo. “Sono venuto a trovare un amico, e voi piccole pesti? Come state?” dopo che i bambini gli rispondono in coro con un bene, cerca tra le dottoresse la signora Smith. Quando la scorge, sorride e sventola la mano in segno di saluto. “Dottoressa Smith!” la richiama e la donna sorride vedendolo, scusandosi con le colleghe per poi raggiungerlo. “Louis! Sei venuto! Ormai non ci speravo più!” ammette sconsolata forzando un sorriso. “Vieni caro, andiamo.” sorride prendendolo per mano e tirandolo fuori dalla cerchia dei bambini che lo guardano interrogativi così, per tranquillizzarli, fa loro un sorriso. “Come sta?” domanda una volta voltato guardandola di profilo.“E' ancora shoccato: non parla con nessuno, non mangia, ha sempre lo sguardo perso nel vuoto.” sospira sconsolata. Louis deglutisce e, finalmente, giungono davanti alla stanza riservata appositamente per lui: indeciso sul da farsi, osserva la porta e guarda insistente il numero diciassette scritto sulla targhetta appesa ad essa. “Entra, forza.” lo incita la dottoressa stringendogli la spalla sorridendogli. Il moro annuisce e osserva la dottoressa camminare lungo il corridoio, diretta in un'altra stanza. Titubante, poggia la mano sulla maniglia e l'abbassa aprendo poi la porta il più silenziosamente possibile guardando all'interno della stanza: il ragazzo ha gli occhi verso la finestra e sono lucidi mentre le braccia stringono le gambe al proprio petto per confortarsi. “Hey.” sussurra piano facendo si che il ragazzo lo sentisse e, quando sente il suo sussurro, si volta verso la porta: quando vede che è Louis, lascia andare le gambe che si stendono mentre le mani raggiungono gli occhi per asciugare il residuo delle lacrime. “Posso entrare?” continua Louis sorridendo leggermente e facendo segno col capo alludendo alla sedia affianco al lettino. Il riccio annuisce con foga e, senza paura, il più grande varca la porta richiudendosela alle spalle, per poi sedersi sulla sedia. Silenzio.
Per diversi minuti i due ragazzi si guardano in silenzio: Louis guarda dolcemente il più piccolo che stringe le lenzuola tra le mani e ha le guance rosse, essendo arrossito dallo sguardo del maggiore. “Ti chiami Harry, giusto?” domanda il moro schiarendosi la gola e sistemandosi meglio sulla sedia. Il diretto interessato annuisce timidamente sforzando un sorriso. “Quanti anni hai?” fa un'altra domanda Louis. Harry mostra dieci dita ben aperte sulle mani seguite da altre sei. “Sedici anni?” domanda ancora una volta Louis e il più piccolo annuisce. “Io invece mi chiamo Louis e ho diciannove anni. Di dove sei?” si presenta per poi formulare una nuova domanda. Harry abbassa lo sguardo: non vuole parlare, non ha voglia di parlare soprattutto dopo quello che è successo, così gli indica un cumulo di fogli sul suo comodino proprio accanto al più grande. Stranito dal comportamento del riccio, Louis afferra i fogli da lui indicati per poi portarseli alle gambe e iniziare a sfogliarli: la prima scheda dice Harry ha sedici anni ed è di Holmes Chapel, molto lontano da Doncaster e subito si domanda cosa ci facesse qui. “Quindi sei di Holmes Chapel..” farfuglia continuando a sfogliare i fogli. Nelle pagine che seguono, ci sono delle foto dei genitori di Harry e di una ragazzina, sua sorella da quanto dicono le carte. Louis non riesce a non pensare quanto sia carino Harry da piccolo e non riesce a non notare la somiglianza dei propri occhi a quelli della madre di lui. Forse è per questo che Harry non voleva che se ne andasse, i suoi occhi gli ricordano quelli della madre... Il più grande sorride e chiude il fascicolo riposandolo sul comodino sostituendolo con il vassoio pieno di cibo ancora non toccato. “Sai Harry, dovresti mangiare.” gli sorride posandolo sul letto. Il più piccolo scuote energicamente il capo incrociando successivamente le mani al petto e facendo labbruccio: Louis non può che sorridere intenerito e scompigliargli i capelli. “Dai, mangiamo insieme! Non puoi dirmi di no.” sorride ancora di più alzandosi dalla sedia e sedendosi al suo fianco portandosi poi il vassoio sulle gambe. “Cosa vuoi mangiare? C'è una mela anche se io odio le mele, c'è un bel muffin che ti consiglio siccome sono davvero buoni! Decidi tu, c'è una vasta scelta.” dice portando poi lo sguardo su di Harry che stava guardando il profilo del moro incantato. Harry è sicuro di non aver mai visto ragazzo più bello in vita sua: nessuno era mai stato gentile così gentile con lui, soprattutto uno sconosciuto. Così dopo aver avuto i suggerimenti di Louis, Harry prende il muffin che gli è stato consigliato e lo porta alla bocca addentandolo goloso: eccome se aveva fame... “Buono vero? Quando uscirai dall'ospedale ti porterò nella panetteria di mio zio: fa dei muffin buonissimi! Sono i più buoni di Doncaster!” dice entusiasta. Harry annuisce e sorride a trentadue denti ma, sapendo che quando uscirà dall'ospedale sarà in un orfanotrofio, il sorriso si spegne e lo stomaco si chiude impedendogli di addentare ancora quel dolce delizioso. “Oh...” sussurra Louis ricordandosi dell'orfanotrofio e capendo lo sguardo di Harry. “Ti prometto che non finirai in un orfanotrofio Harry, fosse l'ultima cosa che faccio.” sussurra Louis prendendogli le mani e accarezzandone il dorso. Il più piccolo sorride amaramente guardando le loro mani. Improvvisamente, la porta si apre e un'infermiera chiede scusa con lo sguardo per averli interrotti. “Il tempo delle visite è finito Louis, devi andare.” sorride amaramente la donna. Louis annuisce sospirando e lasciando le mani del più piccolo e si alza dal letto: prendere il cappotto e lo rindossa, per poi camminare verso la porta. Improvvisamente si sente tirato da dietro ed infatti Harry stringe tra le mani il cappotto implorandolo di rimanere. Il maggiore sorride amaramente e gli accarezza una guancia guardandolo intenerito. “Torno domani, te lo prometto.” sussurra per poi lasciargli un bacio sulla fronte. “E mi raccomando, mangia.” dice prima di uscire dalla stanza. “Com'è andata?” domanda subito la dottoressa Smith. “Tutto bene. Ha anche mangiato un po' e gli ho promesso che domani tornerò.” le sorride abbottonandosi il cappotto. La dottoressa Smith sorride e annuisce. “Allora a domani Louis.”


Louis lo ha promesso: Harry non sarebbe finito in un orfanotrofio. Ed è proprio per quello che sta guidando come un pazzo tra le strade di Doncaster diretto a casa per parlare con la madre della sua proposta.

 

















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How does it feel? Pretend it's ok.
My eyes deceive me, but it's still the same.
Pretend it's ok.


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Ciao a tutti, rieccomi!
Finalmente sono qui col secondo capitolo :)
In questa fanfictin, come si è capito, l'età è diversa da come è nella realtà:
Harry ha sedici anni mentre Louis ne ha diciannove.
Diciamo che siamo tornati indietro nel tempo :)
Insomma, di Harry si sa ben poco, ma siamo ai primi capitoli, è comprensibile!
Ora la domanda è questa: Johannah accetterà la proposta di Louis?
E soprattutto, qual'è?
Avete idee? :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia vi interessi, sono agitata essendo la mia prima ff larry cc
Fatemelo sapere con una recensione con più di dieci parole,
Elisa.


Se volete essere avvisati su twitter quando aggiorno, basta scrivermi il nick nella recensione :)
e se volete contattarmi:
jawaadhugsme

   
 
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