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Autore: jawaadhugsme    04/04/2013    63 recensioni
“Cosa gli è successo?” domanda in un sussurro.
“E' sopravvissuto in un incidente d'auto. E' solo al mondo ora, i suoi genitori sono morti e non ha parenti: sappiamo le sue informazioni grazie alle informazioni ricavate dalle ricerche basate sulla sua carta d'identità. Non ha parlato nemmeno una volta, troppo scosso dall'incidente.”
Louis annuisce, accarezzando con l'indice il dorso della mano bianca e sospira.
“Ti prego Louis, torna domani.” lo supplica la donna. “A quanto pare hai qualche effetto su di lui e vogliamo che stia bene questo povero ragazzo.” sussurra sconsolata.
“Per quanto tempo rimarrà?” domanda portando gli occhi in quelli della donna.
“Una settimana ancora.” risponde la dottoressa Smith sospirando. “E dopo?” domanda ancora.Silenzio. La donna fissa il ragazzino per poi abbassare lo sguardo.
“E dopo finirà in un orfanotrofio.” risponde con dell'amaro in bocca per poi uscire dalla stanza.
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“Torno domani per lui.” le sorride indossando il cappotto per poi incamminarsi verso le scale.
“Harry, si chiama Harry!” le urla dietro l'infermiera facendolo bloccare in corridoio.
“Harry..”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1. Harry.




Louis Tomlinson è un ragazzo di diciannove anni con mille sogni. Sogna di diventare pediatra, sogna di avere una famiglia in un futuro, sogna di essere amato dagli altri per ciò che è. Si, perché Louis Tomlinson è gay e non è molto apprezzato dalla società se rivela il suo orientamento sessuale. La sua famiglia ha accettato senza problemi la sua dichiarazione fatta all'età di quindici anni mentre stringeva con tutta la forza che aveva la sua maglietta a righe e si mordeva il labbro a sangue. Ma si sa, la società è ignorante; ignorante perché ignora. Ignora ciò che Louis prova quando è innamorato di un ragazzo. Ignora che sia un essere umano. Ignora il fatto che provino gli stessi sentimenti quando si è innamorati. Ignorano, e basta. Louis ama i bambini ed è per questo che fa il pediatra, ma per il momento si limita a studiare e a visitarli negli ospedali sperando di regalare loro un sorriso. “Mi raccomando Louis, ritorna per l'ora di cena.” gli sorride la madre picchiettando l'indice sull'orologio stretto al polso insistendo. Il ragazzo sorride annuendo, per poi salutare la donna con un bacio sulla guancia e uscire di casa. Sospira stringendosi nel cappotto e iniziando a camminare nelle vie deserte della sua piccola città, Doncaster. E' una città tranquilla e gli abitanti sono tutti gentili e disponibili: di certo non è grande come Londra, ma è la città giusta per un come lui. Doncaster ospita un'ospedale per bambini e ragazzi malati che Louis va a fare visita ogni mese pur di strappare un sorriso a chi è meno fortunato di lui. Arrivato davanti all'edificio, l'insegna "The sun" lo accoglie ricordandogli di essere arrivato: sorride e sale quelle poche scale per poi spingere la porta d'ingresso e richiudersela alle spalle. Immediatamente, l'odore di disinfettante e pulito riempe le sue narici e, anche se lo ha sempre odiato, in questo momento crede di amarlo. “Ciao Louis!” sorride una donna dietro al bancone attirando l'attenzione del ragazzo che, alla vista di lei, sorride. “Ciao Amanda! Come stai?” domanda cortesemente raggiungendola e poggiandosi al bancone. “Tutto bene, e tu?” il giovane fa spallucce non riuscendo a trattenere un sorriso. “Sei qui per la solita visita giornaliera?” le sorride la donna e allora Louis annuisce con foga provocandole una risata. “Puoi andare, ormai la strada la sai.” la ringrazia con un sorriso e incomincia a camminare a passo deciso lungo il corridoio per poi salire le scale fino a giungere il terzo piano. Louis può già sentire le voci dei bambini che provocano baccano e le loro risate prima di salire gli ultimi scalini ed inoltrarsi nel corridoio del terzo piano. “Louis!” urla una bambina richiamando l'attenzione degli altri che subito, all'udire il nome del ragazzo, si voltano e gli corrono incontro. “Piccole pesti, vi sono mancato?” domanda ridendo spettinando i capelli di qualche bambino. “Vieni Louis, andiamo a giocare!” lo richiama il piccolo Leonard prendendolo per mano e strattonarlo, portandolo nell'area giochi. Col sorriso sulle labbra, inizia a giocare con i bambini e anche i ragazzini che sono li: hanno tutti tra i quattro e i tredici anni e ognuno vuole giocare con Louis a modo suo. Il ragazzo sorride, cercando di accontentare tutti e ridono e scherzano tutti insieme, portando sollievo al cuore di Louis e quello dei bambini. “Sai che tra due giorni esco Louis? Il dottore ha detto che sono quasi guarito del tutto dalla mia bronchite!” sorride Michael. Il diretto interessato sorride e scompiglia i capelli neri del piccolo. “Finalmente! Sono così felice!” I bambini si fermano e osservano qualcosa dietro le spalle del ragazzo: subito, Louis si volta incuriosito:
un ragazzo dagli occhi verdi fissa la scena e, quando incontra gli occhi azzurri di Louis, arrossisce leggermente. Verde nell'azzurro, azzurro nel verde. Boccheggiando si volta e a passo svelto, sparisce dalla visuale di Louis e dei bambini rifugiandosi nella sua stanza. “E' tutto matto...” sussurra la bambina continuando a pettinare la sua bambola. “In che senso?” domanda Louis spostando lo sguardo su di lei non capendo. “Vedi, non esce mai, urla la notte e le infermiere corrono sempre da lui” spiega Michael facendo spallucce. D'un tratto, un urlo fa raggelare il sangue di Louis: si alza e immediatamente segue le infermiere che lo conducono in una stanza. Sul lettino, il ragazzo di prima urla tappandosi le orecchie dimenandosi mentre le lacrime scorrono sul viso. “Hey, hey.” sussurra Louis avanzando per poi prendergli la mano e il ragazzo spalanca gli occhi tenuti serrati fino a poco prima e si calma incontrando i suoi. “Va tutto bene, stai tranquillo.” sussurra accarezzandogli il dorso della mano. Il ragazzo annuisce e sospira, tornando a sdraiarsi sul lettino chiudendo gli occhi. “Interessante..” sussurra la dottoressa Smith affiancandolo. “Cosa?” domanda Louis non capendo. “Non si è mai calmato o almeno, non senza i sonniferi e tranquillanti. E' la prima volta che succede.” spiega sussurrando per non svegliare il ragazzo che pare stia dormendo. “Cosa gli è successo?” domanda in un sussurro. “E' sopravvissuto in un incidente d'auto. E' solo al mondo ora, i suoi genitori sono morti e non ha parenti: sappiamo le sue informazioni grazie alle informazioni ricavate dalle ricerche basate sulla sua carta d'identità. Non ha parlato nemmeno una volta, troppo scosso dall'incidente.” Louis annuisce, accarezzando con l'indice il dorso della mano bianca e sospira. “Ti prego Louis, torna domani.” lo supplica la donna. “A quanto pare hai qualche effetto su di lui e vogliamo che stia bene questo povero ragazzo.” sussurra sconsolata. “Per quanto tempo rimarrà?” domanda portando gli occhi in quelli della donna. “Una settimana ancora.” risponde la dottoressa Smith sospirando. “E dopo?” domanda ancora.Silenzio. La donna fissa il ragazzino per poi abbassare lo sguardo. “E dopo finirà in un orfanotrofio.” risponde con dell'amaro in bocca per poi uscire dalla stanza. Louis posa lo sguardo sul ragazzo e sorride teneramente accarezzandogli i capelli ricci per poi cercare di sfilare la sua mano ancora stretta nella sua ma il ragazzino spalanca gli occhi impaurito iniziando ad agitarsi. “Hey, Hey, tranquillo! Devo solo andare a casa, ma torno domani.” sorride per rassicurarlo. “Lo giuro.” aggiunge poi non vedendolo convinto e il ragazzo annuisce tornando a chiudere gli occhi. Cercando di non fare rumore, Louis si richiude la porta alle spalle andando incontro alla dottoressa Smith. “Torno domani per lui.” le sorride indossando il cappotto per poi incamminarsi verso le scale. “Harry, si chiama Harry!” le urla dietro l'infermiera facendolo bloccare in corridoio. “Harry..”
   
 
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