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Autore: Cristal_Lily    15/04/2013    2 recensioni
Confusa. Spaesata. Lei non sapeva cosa fare.
Lei voleva resistere, si sentiva sbagliata per ciò che sentiva. Ma come reprimere quel sentimento che le nasceva quando incontrava quelle gemme tempestose?
Chiuse gli occhi e si abbandonò sul letto, cercando di non pensare più a nulla. Cercando di dimenticare.
Poi un suono, susseguito da un altro, che la vece voltare verso il proprio cellulare.
- Piccola allora, ci vediamo stasera? - si morse il labbro ma non rispose nonostante desiderasse farlo subito. Chiuse quel testo, per aprire l'altro, e un nuovo sospiro uscì da quelle labbra rosee.
- Ci vediamo stasera? Mi manchi -
Amore e amicizia. C'era forse differenza tra quelle due parole.
Nicola o Ginevra.
Amore o amicizia.
Doveva scegliere tra la propria migliore amica o tra la ragazza che le faceva sciogliere il cuore.
Forse semplicemente avrebbe dovuto chiudere il suo cuore e fare come aveva fatto sempre.
Scappare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Pesante. Tutto il suo corpo era come divenuto di marmo, non aveva neppure la forza di girarsi di fianco verso quel calore che l'attirava. 

Stava letteralmente gelando, desiderava accoccolarsi contro quel corpo caldo e piacevole, perdendosi in quel profumo di vaniglia. Ma era troppo stanca. 

La testa le girava, le sembrava di essere alla deriva nonostante si rendesse conto di essere stesa nel proprio letto. 

Lentamente, con l'aiuto delle proprie mani, cercò di mettersi seduta. Gli occhi ancora chiusi, le labbra e la bocca secca, aveva voglia di andare in bagno e bere due litri di acqua. Come minimo. E poi crollare a terra addormentata. Mugugnò piano, cedendo sotto il peso del suo stesso corpo. Le braccia proprio non riuscivano a reggerla. 

Sbuffò senza aprire gli occhi, e quando sentì una mano calda sul proprio viso, Olympia sorrise, come una stupida. 

- Ma guarda come sei ridotta - quel sussurro le sembrò quasi un grido in quel momento. Aggrottò la fronte, prendendo la coperta e avvolgendovisi completamente, schiacciandosi comunque contro il corpo al suo fianco che la cinse e la tenne stretta contro a se. 

- Però, siamo audaci anche con il dopo-sborina eh? Devo farti bere più spesso - a quelle parole la ragazza dai capelli color del cioccolato sgranò quei grandi occhioni verdi, allontanandosi frettolosamente dall'amica che la guardava con un grande sorriso malizioso. Sbattè più volte le palpebre, guardandosi attorno spaesata prima di ricordarsi qualche sprazzo della sera prima. 

Il concerto, la musica...Nicola. L'alcol e poi il ritorno a casa parecchio tragico dato che non riusciva a reggersi sul motorino dell'amica che l'aveva dovuta portare di peso sino a casa.

Avvampò a quei ricordi, scuotendo il capo chiaramente mortificava. 

- Gin...mi spiace così...tanto - balbettò piano, nascondendo il viso sul cucino. Perchè aveva bevuto quel bicchiere? Lei non beveva! Mai! Ma quegli occhi grigi come l'argento liquido l'avevano distratta e senza pensarci due volte aveva bevuto tutto l'alcolico senza neppure battere ciglio. Cosa le era preso??

- Mi chiedo chi sia la persona tanto misteriosa che sia riuscita a farti bere - chiese ridacchiando, guardandola però effettivamente curiosa. 

Lei evitò di guardarla, ripensando alla giovane della sera prima. Era stata molto gentile, e l'aveva invitata ad una serata in cui il suo gruppo preferito suonava. Ci sarebbe andata? Ovviamente, ma non avrebbe bevuto più. Aveva fatto bene a non farlo mai, ora lo capiva perfettamente.

Una carezza delicata, delle dita che carezzavano le ciocche scure e lei sospirò piano mentre voltava il volto verso quello di Ginevra. 

- Tu piuttosto, dove eri sparita? - non era l'unica ad avere qualcosa da raccontare! Ma lei si limitò ad alzare leggermente le spalle, facendo cadere il discorso senza neppure una parola. E poi era lei quella misteriosa? Nel suo caso per lo meno era con una ragazza gentile con cui ovviamente non poteva avere qualche rapporto intimo, ma lei? Magari si era trovato un bel ragazzo. Chissà. 

- Ti vado a prendere un bicchiere d'acqua va che è meglio. E pure un'aspirina. Hai una faccia orribile - la sua risata allegra e cristallina la fece sorridere e guardò l'amica sparire dietro la porta. Come sempre riusciva a farla sorridere. 

Tornò sdraiata a pancia insù, il braccio che le copriva gli occhi dato che si sentiva estremamente sensibile alla luce che permeava dalla tenda leggermente schiusa. Era ancora stanchissima e aveva voglia di tornare a dormire, ma aveva come l'impressione che non ci sarebbe mai riuscita: girava tutto, troppo. E quasi le veniva da ridere se pensava che soffriva il mal di mare.

Silenzio. Un piacevole silenzio aleggiava attorno a se ma poi, un suono breve lo ruppe, facendola scattare, ritrovandosi così seduta sul letto, confusa. Si guardò freneticamente attorno e quando individuò la fonte del rumore, si sporse a prendere il cellulare che era stato posato probabilmente dall'amica sulla sua scrivania. 

- Heilà, sono Nicola ti ricordi? Volevo farti avere il mio numero, così possiamo sentirci per la prossima settimana. Spero che tu abbia dormito bene ;) - sorrise per qualche istante mentre osservava quel messaggio, affrettandosi subito dopo a salvare il numero di telefono della ragazza. 

Lei era veramente bellissima, perfetta. Snella, alta, lunghi capelli corvini che le arrivavano sino all'alto fondoschiena e occhi come l'argento. Non che l'avesse guardata così bene, o per lo meno, non lo aveva fatto con secondi fini, però ovviamente era molto più bella di lei. Poco ma sicuro. 

- Certo che mi ricordo, grazie, me lo sono salvata. Io bene apparte un lieve cerchio alla testa, tu? - inviò il messaggio e poi posò il telefono sul letto, guardando l'amica non appena entrò con un grande bicchiere d'acqua, un'aspirina e dei cracker. Tornò a sedersi sul proprio letto e le passò tutto, intimandole di mangiare affinchè stesse meglio. Ed effettivamente si sentiva meglio dopo aver messo qualcosa sotto i denti. 

- Meglio vero? - Olympia sorrise ed annuì, riprendendo il cellulare, sorridendo quando notò il messaggio di Nicola. Non sapeva perchè ma era felice di leggere i suoi messaggi, forse perchè sapeva di aver trovato qualcuno a cui sembrava interessare la stessa band che lei tanto amava. E non era un impresa tanto semplice!

- Ohhhh, che sorrisino! Chi è?? - prima di potersene rendere conto, Ginevra le rubò il cellulare dalle mani, scappando pure dalla sua presa, saltellando per la stanza divertita mentre leggeva a voce alta il messaggio.

- Mittente. Nicola. "Mi spiace, forse effettivamente ho ordinato qualcosa di forte, la prossima settimana giuro che ti offrirò qualcosa di più leggero. Io ho dormito divinamente." E questo Nicola chi è?? Con chi mi tradisci la prossima settimana signorinella? - la voce dell'amica era giocosa, divertita, e lei avvampò di colpo. Aveva completamente frainteso. Ed effettivamente poteva capirla, Nicola era un nome prettamente maschile. Ma sicuramente quella bellissima ragazza aveva ben poco di maschile. Si morse il labbro, leggermente, incerta sul da farsi.

- Non è come sembra. E' solamente un uscita tra amici - non voleva dirle che quel "appuntamento" era con una ragazza. Perchè? Be, sapeva perfettamente che Ginevra aveva sempre tantissimi ragazzi ai suoi piedi, per una volta avrebbe voluto farle credere che pure lei poteva avere un bel ragazzo al seguito anche se non era veramente così. Non che le interessasse veramente uscire con qualche ragazzo, ma era deprimente quando gli altri le chiedevano per quale motivo in quei anni in cui si era trasferita non aveva mai trovato un ragazzo. Suonava strano stando alle loro parole. Ma semplicemente lei viveva bene così, perchè semplicemente non poteva starsene in pace?

- Certo, ora si chiama così eh?? Bisogna festeggiare! Questa sera vieni al bar che ti offro qualcosa! - le fece l'occhiolino e le gettò il cellulare tra le mani, facendole scoprire che aveva già risposto. Ma...no!

- E' stato bellissimo ieri sera <3 mi piacerebbe così tanto rivederti sai?  - sbiancò quando lesse quel messaggio, boccheggiando di fronte all'espressione soddisfatta di Ginevra che fece finta di nulla. 

Oh maledizione. 

E lei ora che faceva?? Guardò il cellulare, completamente paralizzata prima di abbandonarlo sul suo letto e buttarsi sulla sua migliore amica, cercando di atterrarla. Inutilmente ovviamente dato che lei praticava atletica. Con un balzo felino era già dall'altra parte della stanza mentre lei era caduta a terra, il sedere sollevato e il viso schiacciato contro il pavimento. 

- Appena ti prendo vedrai che ti faccio! - sbottò arrabbiata, che figuraccia che le aveva fatto fare la sua "migliore" amica! Chissà cosa avrebbe pensato Nicola! Voleva nascondersi. Forse doveva chiederle subito scusa....

Si, era la cosa migliore. 

Si alzò lentamente, ma prima di rendersene conto Ginevra teneva nuovamente il suo cellulare in mano, lo sguardo acceso, chiaramente curioso. No, no, no! Non poteva essere già arrivata la risposta!

- "Anche a me sai?" Ohoh, questo qui è cotto a puntino! Vediamo, possiamo dargli appuntamento questa sera no? Così lo posso conoscere. "Ti va questa sera? Conosci il Moonlight bar? Perchè io..." - non lasciò finire Ginevra di parlare che cercò di agguantarla di nuovo, lei che rideva mentre Olympia avvampava sempre più. Non riusciva a stare al suo passo, tra il poco sport e il post sbornia non aveva dei riflessi molto svegli. E infatti la sua ex migliore amica era riuscita ad inviare tutto il messaggio. Con un bel po' di difficoltà, ma c'era riuscita. 

Ora la mora guardava il cellulare che aveva ripreso con la forza con espressione vuota, alla ricerca di un modo per rimediare. 

- Oh suvvia! Non sarai arrabbiata! Ti sto aiutando! - aiutando proprio per nulla. Quella era una ragazza! Oh, che imbarazzo!! Sicuramente l'avrebbe scambiata per..be, si, non voleva. Lei non ere proprio interessata all'amore o a qualche stupida storia. Lei stava benissimo così! 

La vibrazione sulla sua mano la fece scattare e rimase...be, un po' ci rimase male. Effettivamente le sarebbe piaciuto incontrare Nicola quella sera, voleva parlare un po' della loro band, ma a quanto pareva era impegnata. 

- Scusami piccola, ma questa sera ho un impegno. Ma mi rifarò ;) - guardò malissimo Ginevra che la guardò curiosa, ma lei bloccò la tastiera e mise via il cellulare prima di incrociare le braccia sul petto.

- Non può. Tu non toccherai mai più il mio cellulare - borbottò infastidita, ma Ginevra non si  lasciò scoraggiare. 

- Sarà per la prossima volta

 

 

Una leggera vibrazione fece riaprire gli occhi alla ragazza dagli occhi d'argento, osservando il cellulare all'ultima moda che aveva tenuto in mano da quando aveva mandato quel primo messaggio. 

Ed un ghigno si dipinse sulle labbra di Nicola non appena lesse l'ultimo messaggio mandato dalla ragazzina dagli occhi verdi. 

- Si, tranquilla, non ti preoccupare - c'era rimasta male la piccina? Da quello che capiva, si. Oh, ma lei non sapeva che, in realtà, lei sarebbe andata in quel bar. Poco ma sicuro. Ma le piaceva sorprendere le persone, soprattutto quelle che voleva conquistare. L'avrebbe stregata, se la sarebbe portata a letto e poi sarebbe sparita nel nulla. Senza voltarsi indietro.  Come faceva sempre, soprattutto con le ragazze più difficili, proprio come quell'Olympia che l'aveva attirata la sera prima. 

Certo, non si aspettava tutto quel calore nei messaggi, quello sicuramente l'aveva sorpresa, ma le semplificava il compito probabilmente. 

- E dai, molla quel cellulare Nico! Sono stanca, voglio dormire - la voce impastata della gemella riportò la mora alla realtà, puntando così lo sguardo sulla figura che dormiva nel suo stesso letto. Lei ed Alex condividevano quel grande materasso ogni notte. Il loro era un rapporto speciale, fraterno, e poi avere un corpo caldo accanto al proprio era magnifico. Non aveva mai dormito con nessun'altro. Lei faceva sesso e poi se ne andava tra le braccia della sorella. Come Alex faceva a sua volta con le sue o i suoi amanti. 

- Scusami sorellina. Torniamo a dormire - le sussurrò all'orecchio prima di carezzarle il fianco coperto solo da quella camicia da notte nera in seta. La sorella si voltò e la guardò, annuendo piano, osservandola nel buio della loro sontuosa camera. Allungò la mano e gliela posò sulla guancia, delicatamente, richiudendo quegli opali chiari così da poter tornare veramente a dormire. 

- Spero almeno che questa "chiacchieratina" abbia portato i suoi frutti - sussurrò piano la compagna, facendo annuire Nicola che ancora ghignava soddisfatta. Già si immaginava il viso sorpreso  della ragazzina quando l'avrebbe vista entrare  nel bar nella sua magnificenza. Ne sarebbe rimasta folgorata, poco ma sicuro. 

- Certo. Come sempre. Buonanotte cherie - sussurrò prima di chiudere gli occhi, ma non si addormentò. Nonostante la stanchezza e il desiderio di riposare, la sua mente lavorata a tutto spiato. Studiava, elaborava strategie, impaziente quasi di arrivare a quella sera. Si sarebbe divertita un mondo.


 

- Sisi, lo so che ti si spezza il cuore, ma devo andare! - scoppiò a ridere mentre guardava l'espressione della più piccola che ancora aveva il broncio per ciò che aveva fatto. Lei aveva voluto solamente aiutarla, però Olympia non ne sembrava molto felice. Ma non le aveva detto il motivo. Forse semplicemente era molto riservata, e su quel punto Ginevra lo sapeva bene. 

- Si, certo. Ciao - borbottò la mora facendole nascere un lieve sorriso sulle labbra. Si sporse, lentamente, così da carezzarle con dolcezza quei crini scuri prima di tornare dritta e ghignare. 

- Daaai, non fare la bambina. Volevo solo aiutarti Oly, ci vediamo stasera. Ti aspetto! - le ricordò, quella sera dovevano veramente festeggiare. Non poteva saltare un'altra serata al lavoro, ma le avrebbe offerto qualcosa al bar e avrebbero chiacchierato un pochino. Ovviamente lei sarebbe rimasta anche tutto il pomeriggio li con lei ma, per ovvi motivi, era stata costretta a tornare a casa. Il suo turno iniziava presto e lei doveva assolutamente prepararsi e si, riposarsi un pochino.

Per quanto potesse essere felice che la sua migliore amica avesse finalmente un appuntamento, non riusciva ad essere completamente sicura. 

Mai in quei quattro anni aveva visto Olympia ridotta in quello stato. Pallida, le occhiaie sotto gli occhi e le labbra secche. La sera prima quasi non riusciva a stare in piedi e..no, non le piaceva. In quello stato sicuramente non avrebbe mai capito se ciò che faceva fosse intenzionale o meno, forse le doveva fare un discorsetto sull'alcol. Ma aveva come l'impressione che la ragazza mai più avrebbe toccato con le labbra qualche sostanza alcolica. Ed era meglio. Ginevra la vedeva ancora come una bambina da proteggere, non voleva che le accadesse nulla, non voleva che nessuno si approfittasse di lei. Non lo avrebbe mai permesso.

Era molto protettiva nei suoi confronti. La vedeva quasi come la sua sorellina. 

Una volta fuori prese il motorino e si avviò verso la propria casa. I genitori non c'erano, al contrario di quelli di Olympia i suoi erano sempre assenti. Ma a lei non mancavano. Lei si arrangiava perfettamente. 

Salì nella propria camera e, senza quasi neppure appoggiare la borsa, si spogliò, buttandosi sotto il getto caldo della doccia. L'acqua scorreva sul suo corpo ritmicamente, sciogliendole i muscoli e rinvigorendola. Eppure, non era persa nelle sue fantasie, lei continuava a rimuginare sulla sua migliore amica. Doveva scoprire qualcosa di più sul ragazzo con cui stava uscendo. Non poteva rischiare che le spezzassero il cuore, non lo avrebbe permesso. Nella sua vita, Olympia, era la sua anestesia personale. Quando era con lei stava bene, non pensava a tutti i suoi problemi. E vederla soffrire l'avrebbe fatta soffrire a sua volta. 

 

 

Dieci di sera. Finalmente la notte era calata, e finalmente la modella era uscita di casa, pronta per vedere la sua preda. Si era informata sul luogo in cui doveva andare, non era molto lontano da casa e non ci era mai andata. E una volta dentro, ne capiva il motivo.

Il locale era completamente avvolto nel buio. Le luci della pista erano le uniche che rischiaravano quello squallore. I divanetti in pelle erano rovinati, e la disposizione non era delle migliori. Non era un locale d'alta classe, non era nei suoi standard. Non era sicuramente uno dei bar migliori che avesse mai visto, ma non era quello che le interessava. 

Nicola era andata li per un solo ed unico motivo. 

Alex era rimasta a casa. O forse era andata in un altro locale, non ne aveva idea. Per il momento, non le importava. Alla ragazza interessava solamente che la gemella fosse di ritorno per andare a dormire assieme. Per il resto poteva fare tutto ciò che desiderava. 

Non appena fu entrata nel locale, tutti si voltarono per guardarla. Gli alti tacchi slanciavano la propria figura perfettamente fasciata in un vestito rosso fuoco. Quella sera voleva fare colpo, voleva che la ragazzina bramasse il proprio corpo, voleva che la desiderasse. Doveva soffrire, ma sarebbe stata una dolce e delicata agonia che, alla fine, l'avrebbe direttamente portata tra le proprie braccia. 

Con un ampio ghigno sulle labbra, avanzò tra quella folla di spettatori che le si avvicinavano, che ci provavano. Tutti l'avevano riconosciuta, ovviamente: era famosa, solo la sua bambina sembrava non aver capito esattamente chi fosse. 

Arrivata vicino al bar la riconobbe subito tra quella piccola folla che attorniava il bancone alla ricerca di alcol. Leggermente piegata su se stessa, la ragazza aveva il gomito posato sul bancone nero mentre guardava una bionda al di là del banco. La sua amica? Probabile. Pure lei era molto bella ma non era il suo obbiettivo. Magari dopo Olympia, sarebbe stato il turno dell'altra. 

Comunque, nel frattempo, la modella continuava a guardare quelle spalle sottili, quel corpo coperto da una semplice canottiera e un paio di pantaloni scuri. Completamente differente dal giorno prima, ma ugualmente invitante. 

Si leccò le labbra, istintivamente, e tirò fuori il cellulare. 

- Perchè non ti volti? - non appena inviò il messaggio, si accorse subito quando Olympia lo ricevette. 

Era scattata, tornando con la schiena dritta, le dita che avevano iniziato a frugare tra le tasche. E quando aveva letto, si era voltata verso di se e aveva sgranato quei grandi occhioni verdi che si ritrovava, alzando con chiaro imbarazzo la mano. 

Solo allora la bruna si avvicinò, il passo suadente, lo sguardo della ragazzina che lambiva le curve del proprio corpo. E, allo stesso  modo, pure la bionda si era accorta di lei. E da quello che poteva notare, era interessata. Peccato che lei avesse già altro per la testa. 

- Hei piccola, felice di vederti - la ragazza scattò in piedi, rendendosi conto solamente una volta che fu di fronte a se che non aveva idea di cosa fare. Lei sorrise e, galantemente, le prese la mano, così da baciarle il dorso esattamente come la sera prima, indugiando per qualche istante su quella pelle morbida e delicata prima di lasciargliela andare.

- Avevi detto che eri impegnata...- sussurrò piano e lei scoppiò a ridere, annuendo. 

- Volevo farti una sorpresa, e ci sono riuscita - continuò a ridere e, con nonchalance, si avvicinò al bancone e guardò negli occhi la biondina che la scrutava ora con maggiore attenzione. 

- Un gin lemon grazie. Tu vuoi qualcosa Olympia? - chiese voltandosi verso la moretta che però scosse il capo, spostando lo sguardo da se all'amica che la guardava seriamente. Non le aveva parlato di se? Be, in parte allora era un bene. 

La bionda non rispose e in tutta velocità preparò ciò che aveva richiesto mentre lei continuava a guardare il bocciolo di rosa che aveva al suo fianco. Non era truccata come la sera prima, i capelli le ricadevano sulle spalle in modo meno elaborato, eppure non perdeva la sua bellezza. Forse anche perchè, con quella canottierina, lei aveva maggiore visuale di quei seni torniti e gonfi. E si, li avrebbe assaporati più che volentieri. 

- Io, ecco, non sapevo che saresti venuta - sembrava in chiaro imbarazzo, continuava a carezzare i propri vestiti delicatamente, mordicchiandosi il labbro e facendole salire il desiderio di fermarla e farlo direttamente lei. Quelle labbra dovevano sapere di buono. 

- Ecco qui, sei un amica di Olympia? -  la voce altrui era fredda ma lei quasi neppure la guardò. Era troppo intenta a perdersi in quel visetto tanto dolce e rosso per l'imbarazzo. Adorabile. Perfetto. 

- Ginevra, piacere - una mano le bloccò il contatto visivo con quello della ragazza e, spazientita, si voltò verso la barista che ovviamente non sembrava molto felice della propria presenza. Ma che le interessava? Lei non era proprio nessuno.

- Nicola - si limitò a dire, stringendole delicatamente la mano prima di tornare a guardare la mora che, con gli occhi sgranati, ora guardava l'amica. 

- Sei tu Nicola?? - la voce sorpresa della ragazza le fece intuire che Olympia le aveva già parlato di lei. Dunque non lo aveva tenuto come segreto! Peccato. Le sorrise gioviale, tanto per non innervosirla troppo, e continuò a guardare la sua piccola ninfa. 

- Credevo fosse un ragazzo, non una ragazza Oly. Ecco perchè eri arrabbiata per quei messaggi! - osservò la piccoletta avvampare sempre di più, ascoltando attentamente ora le parole altrui nonostante lo sguardo rivolto altrove. I messaggi? Intendeva quelli che si erano scambiate quella mattina? 

- Ecco, posso spiegarti Gin - iniziò, ma la bionda la bloccò con un gesto della mano, brusco e che lasciò interdetta la piccoletta. 

- Forse è meglio che ti lasci alla tua amichetta. Ho del lavoro da fare - lei sorrise soddisfatta, e con un cenno del capo salutò la ragazza che si allontanò con una certa premura, lasciandola finalmente sola con Olympia che, dopo lunghi minuti finalmente tornò a guardarla. 

- Come va? Mi fa piacere rivederti. Ti va se ci spostiamo? - chiese titubante, lasciando fuggire per qualche istante le sue gemme dalle proprie prima di tornare ad incatenarle assieme.

- Ma certo piccola. Vieni - le prese la mano e la fece alzare, conducendola tra la gente che si accalcava per poter bere qualcosina. Poi si lasciò condurre, seguendola da dietro mentre la portava ad un piccolo tavolino attorniato da qualche divanetto affinchè ci si potesse sedere. 

Si accomodarono, entrambe, e Nicola cercò di farsi il più vicino possibile alla mora dato che ne voleva sentire il calore. 

- Non avevi detto alla tua amica che ero una ragazza? Come mai?? - chiese divertita ma interessata allo stesso tempo. 

- Be, lei non me lo ha chiesto. Io ho lasciato correre. Scusami per i messaggi di questa mattina, è che lei credeva che avessi trovato un..ragazzo interessato a me - avvampò di colpo, cosa che fece ghignare la più grande che si fece vicina, sporgendosi verso di lei mentre le dita andavano ad afferrare una di quelle ciocche ondulate. Se la rigirò sul dito, lo sguardo leggermente spaesato della più piccola che, ciò nonostante, non si sottrasse da tale vicinanza. 

- Tranquilla, mica mi hai detto chissà cosa - sussurrò suadente a pochi centimetri dalle sue labbra prima di tornare al suo posto. La sua tattica era semplice. Si avvicinava, la faceva sciogliere per qualche istante e poi riportava le distanze tra loro. L'avrebbe confusa, spaesata. 

- Emm, ok. Comunque se lo avessi saputo mi sarei messa altro. Tu ecco..cioè, il tuo vestito ti sta molto bene - balbettava, e il suo sguardo fuggiva dal proprio continuamente, andandosi a posare quasi ovunque, tranne sui propri occhi che, al contrario, cercavano un contatto diretto con i gemelli. 

Fu costretta ad allungare il braccio, così da prenderle dolcemente il mento tra le dita, girandole il viso dolcemente cosicchè da poter guardare ancora quelle giade profonde. 

- Sei bellissima. E poi non è importante come sei vestita. Che dici se andiamo a ballare? - aveva ragione, lei mai avrebbe guardato i suoi vestiti. Al contrario lei cercava di guardare quanta più pelle scoperta la ragazza esibiva ai suoi occhi bramosi. Era quello che alla mora interessava maggiormente. I vestiti poteva pure levarseli, ne sarebbe stata più felice. 

Alla sua proposta, lei avvampò ancora, titubante. 

- N-noi due? Non mi sembra molto...- la zittì con una risata e si alzò, tendendole la mano. 

- Ma che pensi! Mica solo le coppiette ballano assieme! - disse indicandole un gruppetto di ragazze che ballavano tra loro. Lei non avrebbe danzato in quel modo ma..be, l'importante era trascinarla sulla pista. 

Le si illuminò lo sguardo quando alla fine Olympia annuì, stringendole la mano delicatamente ed alzandosi, permettendole così di trascinarla in pista.


 

Quella Nicola non le piaceva. 

Se solo avesse saputo che fosse stata una ragazza lei non le avrebbe mandato certi messaggi. Perchè Olympia glielo aveva tenuto nascosto? Perchè non le aveva detto che quella Nicola non era un lui? 

No, non le potevano piacere le ragazze. Non ce la vedeva proprio. Non le sembrava proprio il tipo anche se, effettivamente, non l'aveva mai vista con nessun ragazzo. Ma neppure con qualche ragazza, e i suoi sguardi non erano mai lascivi, dunque non aveva idea chi le interessasse veramente. Non che ciò avrebbe cambiato qualcosa, ma non poteva lasciarla di certo tra le grinfie della modella. 

Ginevra l'aveva riconosciuta subito, se la ricordava perfettamente dalla sera prima. L'aveva adocchiata, lo ammetteva, ma data la fila aveva preferito lasciar stare. Non immaginava proprio che la stessa prendesse di mira la sua dolce Olympia. Lei era una ragazza dolce e un po' timida, non era di certo abituata a ricevere tante attenzioni. Lei non ci aveva mai pensato, non aveva mai creduto che potesse desiderare...altro dalla vita. Sembrava felice. 

Eppure ora che la guardava meglio, ignorando tranquillamente i clienti che cercavano di attirare la propria attenzione, sembrava veramente...cosa? Felice? No, era in imbarazzo eppure non si sottraeva dal tocco altrui. Non abbandonava mai quelle iridi grigie, sembrava ammaliata e completamente persa mentre seguiva ogni movimento della più grande. 

Ma Ginevra non poteva permettere a quella ragazza di rovinarle la sua migliore amica. Oly era una ragazza pura, e anche se dubitava che sarebbe mai andata con una ragazza, nel caso fosse accaduto ne sarebbe uscita distrutta. Quello era il presentimento che aveva.

- Ti muovi? Puoi rimorchiare qualche ragazza dopo, ora aiutami - sbottò la collega che la prese per la maglietta, attirando così la sua attenzione. Lei sbuffò e si concesse un'ultima occhiata alla propria amica prima di prendere un bicchiere. 

- Sembrerà strano ma questa sera non sono proprio in vena - no, quella sera voleva solamente stare con Olympia. 


 

Olympia si sentiva impacciata. E la sua autostima, in quel momento, si stava abbassando vertiginosamente mentre guardava Nicola ballarle attorno.

Fasciata in quel completo rosso, lei era bellissima. Oggettivamente parlando ovviamente. Invidiava quelle curve perfette, quel corpo privo completamente di grasso. E tutti la guardavano, ovviamente. Chi non l'avrebbe guardata? Pure lei si sentiva affascinata da quei movimenti lenti, sinuosi, che la incantavano per...

No.Tutta quella situazione era assurda. 

Pure la mora cercava di ballare, peccato che i suoi sforzi fossero vani, le sembrava di essere rigida come un manico di scopa. E la cosa faceva ridere la nuova amica che, girandole attorno, le si portò dietro. 

La ragazza provò a voltare il capo, ma si ritrovò stretta in una delicata presa: un braccio pallido e chiaro le avvolgeva la vita mentre sentiva due seni premersi contro la propria schiena, la più grande che ora si strusciava, lentamente, su di lei. 

- Ti insegno come si fa - sussurrò suadente l'altra, facendola morire d'imbarazzo. Ok, quello si che era per prima cosa equivoco, e per seconda cosa tremendamente imbarazzante. 

- Non serve..- sussurrò, ma l'altra non sembrava intenzionata a volerla lasciare andare. 

Socchiuse gli occhi, e quando sentì una mano carezzarle il fianco, un brivido le corse lungo il corpo, accendendo una brama che da tanto era riuscita a tenere sopita nel proprio petto. 

- Devi essere meno rigida Olympia. Senti? Lasciati andare e abbandonati contro di me - Nicola la faceva sembrare tanto facile, ma la realtà dei fatti era che Olympia non voleva abbandonarsi contro di lei. Non se la sentiva. Eppure quella carezza, lentamente, la stava facendo sciogliere e, in poco tempo, si ritrovò con il capo all'indietro, posato sulla spalla della più alta mentre cercava di andare al suo stesso ritmo. Le loro cosce si sfioravano, quasi si lambivano tra loro, le loro dita intrecciate tra loro. Ballavano in sincrono: come se fossero state un'unica cosa. 

Ma ben presto Olympia si svegliò da quel sogno, da quell'allucinazione. Ben presto la ragazza sgranò gli occhi e fuggì da quel calore, facendo un passo in avanti affinchè i loro corpi non fossero più vicini. 

Si voltò di scatto e guardò quelle due gemme grigie. Se lo era immaginato tutto vero? Nicola stava solamente cercando di insegnarle a ballare come una vera donna, ma lei..si era sentita strana. 

- Non credo che faccia per me. E in realtà..ecco, sono un po' stanca. Forse è meglio che mi faccia venire a prendere - sussurrò rossa in viso, lo sguardo puntato verso il basso. Una lieve carezza sul suo mento e poi si ritrovò nuovamente incatenata in quelle due tempeste chiaramente divertite che la osservavano, che sembravano penetrare lo scudo che tanto tempo prima si era eretta tutt'attorno a se. 

- Ti accompagno io. Ho la macchina qui fuori - disse suadente, e prima che potesse protestare o dire qualsiasi altra cosa, la zittì. - E niente storie, prendi la giacca che andiamo - lei ubbidì, annuendo e voltandosi, avvicinandosi al bar ove Ginevra la stava guardando con un'espressione chiaramente arrabbiata. Sapeva che avrebbero dovuto risolvere, non le avrebbe mai perdonato di averle mentito. 

- Nicola mi riporta a casa, sono stanca. Domani ci vediamo, vero? - la sua migliore amica scoccò un occhiataccia alla compagna prima di tornare a guardarla negli occhi, le braccia incrociate. 

- Stai attenta con quella. E si, dobbiamo parlare io e te. Buonanotte, dimmi quando sei arrivata - sbottò voltandosi, chiaramente offesa. L'aveva proprio combinata grossa eh? Era un vero e proprio impiastro! Ma lo era sempre stata. 

Con un leggero senso di amarezza, prese il cappotto e tornò dalla nuova amica che le cinse le spalle mentre la conduceva verso l'esterno, gentile come era stata il giorno prima. Quella ragazza, oltre ad essere bellissima, era pure gentile. Nonostante si conoscessero da poco lei sembrava tenerci un pochino. O per lo meno quella era l'impressione. 

- Grazie - disse semplicemente quando le aprì la portiera di una lussuosissima berlina nera che, in realtà, l'aveva lasciata leggermente sorpresa. 

La ragazza non andò ad accomodarsi al posto del guidatore, al contrario si sedette al suo fianco, facendo un cenno all'autista di partire.

- Non hai la patente? - si guardò attorno, accarezzando la pelle morbida del sedile, osservando solo con la coda dell'occhio la mora che scosse il capo. 

- Io ce l'ho ma spesso preferisco farmi portare in giro, sai, non voglio fare incidenti - quella logica funzionava perfettamente. Meglio lasciare una festa con un guidatore che non aveva toccato un goccio d'alcol piuttosto che rischiare la vita. Anche se ancora non si spiegava il motivo della limousine. Forse le sfuggiva qualcosa? 

- Quindi giri sempre con..l'autista? - chiese titubante, non voleva chiederle se era ricca. Sarebbe stato scortese. 

- Si, è il mio agente che ci tiene. - la guardò perplessa, agente? Ok, forse qualcosa proprio non le quadrava. E poi, una spia le si accese nel cervello. Per la prima volta la guardò con occhi diversi, puntando lo sguardo sul suo corpo perfetto, sul vestito che le fasciava perfettamente il corpo, i capelli curati e la pelle brillante. L'aveva già vista, e prima della serata al locale, la sera prima. 

- Oh ma..Non ti avevo riconosciuta... - sussurrò piano ad un tratto, colmando il silenzio che era calato tra loro. Una modella! Come aveva fatto a non accorgersene?? Era proprio un caso disperato! 

- Tranquilla, anzi, è piacevole non essere ammorbata sempre con le stesse domande - Nicola se ne fregava in realtà di cosa pensassero gli altri, meno parole, più fisicità. Era quello che lei mirava sempre e comunque. 

Con mosse ben calcolate la modella aveva allungato la mano, e ora teneva le dita della ragazzina tra le proprie. Lei sembrava in imbarazzo, esattamente come poco prima all'interno del locale. 

- Sai, so leggere la mano, vediamo la tua che dice - un sorrisetto divertito si dipinse su quelle labbra rosse e carnose, i loro sguardi incatenati assieme prima che la più grande abbassasse il capo per poter guardare il suo palmo liscio e iniziare a tracciare con l'indice una linea invisibile, seguendo quella poco marcata del proprio palmo. 

- Questa è la linea della vita. E' lunga anche se un po' frastagliata. Sei una persona indecisa vero? - gli occhi della più grande tornarono a guardare i propri e lei avvampò, ritrovandosi ad annuire piano. Spesso si trovava in difficoltà e non sapeva cosa fare, ma alla fine sceglieva sempre la strada giusta. Lo sapeva. Tutte le scelte che aveva compiuto nella sua vita erano state difficili, ma giuste. Ne era felice. 

- Il lavoro. Troverai un lavoro particolare, creativo. Oh, ed ecco qui la linea dell'amore - lei trasalì, irrigidendosi leggermente. L'amore. Lei non era per quel sentimento, lei preferiva tenersi alla larga. Non voleva nessuno al suo fianco. - Era proprio questa che mi interessava. E'..particolare - disse suadente cosa che la fece sgranare gli occhi. Particolare? Cosa vi trovava di speciale?

Le due ragazze ora si guardavano dritto negli occhi, attentamente, lunghi brividi che correvano lungo il corpo della più piccola per il tocco della ventiseienne. 

- P-perchè? - un lieve sussurro, il cuore in gola mentre l'altra si avvicinava piano, quelle belle labbra incurvate in un sorriso. 

- Stai per conoscere qualcuno che ti sconvolgerà la vita. O forse l'hai già conosciuto - sussurrò talmente vicino al proprio viso che lei si ritrovò con qualche problema alla respirazione. Cosa stava succedendo? 

Si sentiva completamente assuefatta, completamente catturata in quegli occhi brillanti e che le piacevano. Erano di una sfumatura talmente strana e si, era una cosa che rendeva la modella ancor più particolare. 

- Signorina Nicola siamo arrivati - quella voce la fece riscuotere e, vedendo gli occhi dell'autista lei si schiacciò contro la parete opposta, rendendosi conto di ciò che stava per fare. O forse no. Nicola di certo non poteva desiderare baciarla, era una cosa sbagliata. 

- D-Devo andare. Grazie per tutto - Nicola guardò la piccolina scappare via, dentro in casa, probabilmente agitata. Già se la immaginava dentro ad un grande letto mentre non riusciva a dormire per colpa di ciò che aveva. 

- La prossima volta vedi di farmi un segno e di non aprire bocca. Vai - disse scocciata e l'uomo annuì, partendo. 

Odiava essere interrotta, ma almeno aveva capito che la mora era facile da incantare. Presto l'avrebbe avuta, e poi sarebbe passata avanti. Come faceva sempre. 


 

* * *
 

Salve U_U scusatemi per l'immenso ritardo ma..tra scuola, tesi e ora tirocinio riesco a scrivere poco ç___ç perdono!!
Be, che dire? I personaggi erano già delineati dalla prima storia, qui semplicemente le tre finalmente hanno a che fare. Nicola che desidera Olympia, e Ginevra che non vuole vedere la modella al fianco della sua migliore amica. Gelosia, in parte. Ma non solo U_U
Spero che vi piaccia questo capitolo, come sempre mi piacerebbe sapere come ne pensate, così da potermi migliorare U_U
Dunque...alla prossima :D - spero di far presto >.< - ciaaaaooo :*

  
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