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Autore: Hunterwolf    15/04/2013    1 recensioni
in un mondo dove sembra tutto normale, tutto immerso nell'oro e nella lussuria, si combattono guerre invisibili e sconosciute, tenute ai margini del mondo intero. una dimensione dove i guerrieri sono spie e la migliore di queste dovrà fare i conti con la malavita e le congiure degli stati rivali. questa spia è fredda come il ghiaccio, e le sue pistole lo sono ancor più di lui....
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Portuguese D. Ace, Smoker, Tashiji, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Smoker non amava gli Stati del mondo e la loro schifosa concorrenza, non amava occuparsi di spie al di fuori della sua agenzia ; aveva deciso di diventare una spia solo perché era la cosa giusta da fare, il suo dovere personale verso il mondo.
Tuttavia, odiava tutti, e tutto ciò che potesse portarlo verso ad un possibile avversario, non certo perché temeva di essere sconfitto, ma semplicemente perché in tutte le battaglie combattute, in tutte le missioni svolte, non aveva mai trovato una spia alla sua altezza, una che riuscisse a metterlo in difficoltà. Non aveva senso impegnarsi, se il risultato della lotta era più che scontato, la vittoria facile non mai stata attraente per un agente violento come lui.
La pensava così, finché non incontrò quel degno antagonista… un uomo forse uguale identico a lui, il suo alter ego, ma che agiva per fini molto più loschi.
In quel momento, era incazzato come non mai, aveva abbandonato la sua postazione ed era andato altrove, e anche se Ace continuava a chiamarlo, aveva buttato l’auricolare e l’aveva schiacciato con le suole dei suoi stivali ; percorreva i corridoi del palazzo come solo una macabra ombra carica di morte poteva fare. Tashigi aveva provato a seguirlo, ma non conosceva la struttura dell’edificio e finì col perdersi.
-Ace, non trovo Smoker !!! Non c’è un modo per rintracciarlo ??- gli chiese sfinita per la ricerca, appoggiandosi nella penombra si una parete isolata.
<< Si !! Il suo accendino è dotato di un sistema di comunicazione, e quindi di rintraccio, ma conoscendolo, sono sicuro che l’avrà spento… >> rispose sconsolato, neanche lui poteva fare qualcosa.
-Ma perché si è così arrabbiato ??-
<< Ho fatto qualche ricerca, e sembra che quella sigla appartenga ad un’altra agenzia di spionaggio, quella che ci da più filo da torcere. La Baroque Workes. >>
La ragazza si tirò subito su, e si rimise a correre. Era proprio una scema, eppure riconoscere i propri nemici era una delle prime cose che si imparava, per una spia era fondamentale.
-Ace, ceca di rintracciarlo comunque !! Guidami tu !!-
<< Hai tuoi ordini, bellezza !! >>
Il ragazzo si scrocchiò le dita e il collo, e come un grande pianista, sulla tastiera del suo strumento, pigiò i tasti del computer e si infiltrò nel sistema personale dell’agente 00Smoker, però trovando una password per attivare le comunicazioni.
Si stravaccò sulla sedia girevole, seduto della parte dello schienale, e la fece girare, nel tentativo di trovare una possibile combinazione.
-Quale parola potrebbe mettere uno come lui ??- si chiese ad altra voce, ma non servì a molto : lui e Smoker lavoravano insieme da tre anni e le poche volte che aveva parlato di cose normali, l’albino l’aveva trattato con freddezza, quasi come la sua vita provata fosse un tabù, quindi non aveva la più pallida idea delle sue abitudine e dei suoi pensieri. Non sapeva assolutamente dove sbattere la testa.
Intanto la ragazza continuava a cercarlo, ma si imbatté in un gruppo di guardie e dovette battere la corda, arrampicandosi per una scala sconosciuta.  Si ritrovò in un corridoio buio e infestato da telecamere di sorveglianza, doveva essere entrata in una zona proibita, forse quella dei ministri e del presidente.
“Accidenti… e adesso…” pensò all’inizio, ma poi si accorse che le telecamere non si muovevano e le solite lucette rosse erano spente.
“Il sistema… deve essere… ancora rotto… in questa… zona…” ma i suoi pensieri vennero interrotti dal suono dei passi degli agenti di polizia, che probabilmente si erano accorti di lei, e percorse di corsa tutto il corridoio, scontrandosi violentemente contro il petto muscoloso di un uomo ; caddero entrambi a terra e Tashigi perse gli occhiali
-Ma guarda dove vai, ragazzina !!!- le urlò quello, massaggiandosi l’addome con la mano destra, ma lei non rispose, era troppo occupata  a cercare le sue lenti ; l’uomo la riconobbe subito e la sua rabbia si sbollì subito, mentre guardava intenerito quella scena.
-Dove sono i miei occhiali ?? Senza quelli non vedo niente !!- disse preoccupata, credendo che non li avrebbe trovati mai più !!
Erano caduto poco distanti dai due, e ci pensò lui a prenderli ; non riusciva a vedere bene l’uomo, le immagini erano sfocate e distorte, ma intuita che era molto belle, con i capelli chiarissimi, anzi argentei.
-Cerchi questi…- sussurrò dolcemente avvicinandosi al livello dei suoi occhi blu e mettendogli le lenti sul naso… solo in quel momento Tashigi si accorse che quel uomo era Smoker… era vicino, troppo vicino a lei, talmente vicino che ne sentiva il fiato, caldo e dolciastro, come la sua marca preferita di sigari.
-Posso sapere che ci fai qui ?- chiese semplicemente avvicinandosi ancor più al suo volto, quasi sfiorando le labbra della ragazza.
Anche se aveva di nuovo i suoi occhiali, vedeva ancora tutto distorto, si sentiva stordita, ma quando le parole di Smoker raggiunsero le sue orecchie, la rabbia prese il suo cuore e riprese lucidità.
-Piuttosto, che ci fai tu qui ?? Insomma, te ne sei andato di punto in bianco, senza dare spiegazioni, senza dire nulla !! Ti sembra forse il modo di comportarsi ??-
Davanti a quella sgridata, la prima vera in tutta la sua vita, l’agente rimase di stucco, con gli occhi spalancati e sconcertati.
-Io… ero preoccupata… per te… non avevo idea… di dive fossi andato… e non sapevo… dove cercarti…- continuò a spezzoni e con voce tremante, teneva gli occhi bassi, ma quando li alzò notò quelli dell’uomo, la guardava in modo strana, come se la volesse ringraziarla ; lui era rimasto immobile, seduto per terra affianco a lei, allo stesso livello, anche se distanti.
-E’ la prima volta che qualcuno si preoccupa veramente per me…- aveva preso la mano di Tashigi, l’aveva fatto spontaneamente, senza pensarci, e senza accorgersene, cominciò a sentire la rabbia che evaporava dal suo corpo possente e si avvicinò di più a lei, che lo guardava con tenerezza.
Intorno il silenzio più assoluto, come se si fossero isolati dal mondo intero, ma il rumore delle guardie che salivano le scale li riportò alla realtà, facendo risvegliare la rabbia ancestrale di Smoker.
“Che scocciatura… quei soldati…” pensò infuriato, si rialzò e corse per il resto del corridoio, portandosi dietro Tashigi, tenendola ancora per mano.
-Io, non sono abituato a scusarmi !!- disse voltandosi.
-Tranquillo, accetto le tue “non-scuse”, che poi sono scuse !!- rispose lei stringendolo di più. Si fermarono davanti ad una porta di legno nero e con una chiusura ad allarme, si misero l’uno di fronte all’altro, mentre riprendevano fiato.
-Conosci la Baroque Workes ? Sono sicuro che qui c’è uno dei suoi sicari…- disse l’agente, mentre cercava un sigaro nella tasca interna del giubbotto di pelle. Lei si tolse gli occhiali, asciugandosi alcune gocce di sudore sulla fronte, e si slacciò i bottoni della giacca nera.
-Si, ma sono veramente una novellina, se non sono neanche riuscita a riconoscerla della sigla… scusa.-
Accese l’accendino, ma la fiamma blu e rosso sangue cambiò improvvisamente direzione quando la ragazza disse quelle parole ; Smoker si trovò costretto ad avvicinarsi verso la fiammella, aspirò una grossa boccata di fumo e prese dolcemente il volto di Tashigi con la mano sinistra.
-Tu puoi chiamarti “novellina”, ma io non posso… non lo capisco questo tuo ragionamento, come questa storia delle scuse senza senso. Perché ??-
Aveva un senso del dovere che oltrepassava la sua giovane età, era severa con se stessa, come se quella non fosse la sua prima missione, e questo colpì moltissimo l’albino, lo colpì molto il suo visino sconsolato, tanto che gli venne quasi voglia di consolarla.
Intanto, Ace si scervellava sul codice d’accesso di 00Smoker : era davanti a quel computer da un pezzo, aveva persino consultato la cartella personale dell’agente sul sito segreto dell’agenzia, ma nulla, tutte le parole che aveva messo erano state rifiutate.
-Che cazzo !! Eppure, sono sempre stato sicuro di sconoscerlo quel maledetto fumoso !!- si disse in preda alla disperazione ; continuava a girarsi sulla sedia, sempre con il mento appoggiato sullo schienale, aveva fatto tanti di quei giri, gli era venuta la nausea.
-Insomma !! Pensa come Smoker, pensa come Smoker, pensa come Smoker… se io fossi lui, metterei una parola con un certo significato…- ipotizzò cadendo a terra con le vertigini, ma ancora lucido.
-Metterei un evento importante, una data da ricordare, oppure…- in quel momento, un lampo di genio passo per l’anticamera del suo cervello e di fece strada in tutta la sua materia grigia. Era troppo ovvio, era talmente ovvio da essere impossibile.
-Il nome del suo nemico giurato…- si alzò subito e raddrizzò la sedia, si sedette e cominciò a schiacciare la tastiera.
Altrove, le guardie in nero del palazzo aveva raggiunto i due agenti e gli avevano puntato addosso le armi, ignari di chi fossero.
-Mani in alto !! Voi non siete addetti del corpo di guardia !!- urlò uno di loro con un fucile in mano ; Smoker rimase impassibile, voltando solo gli occhi, fissandolo con la coda degli occhi.
-Anche tu, mocciosa !! Mani in alto, subito !!- ordinò un altro con la pistola nella mano destra. Tashigi continuava a guardare l’albino e, per la prima volta, colse nel colore grigio acciaio dei suoi occhi, una sfumatura cupa, severa, violenta, assetata di sangue… che gli mise a dosso una certa paura.
Ci furono diversi spari, ma nessuno dei presenti nel corridoio aveva premuto il grilletto delle loro armi, anche i due agenti non avevano fatto nulla. I rumori erano venuti dall’altra parte della porta nera e da un altro corridoio ; tutte le guardie si distrarono e la maggior parte di loro abbandonò la postazione per andare a controllare.
Rimasero in quattro a puntare le armi sugli agenti in nero, e Smoker ne approfittò per prendere Tashigi tra le braccia e prenderle le sue pistole dalla schiena, lei fece lo stesso e li mise sotto fuoco incrociato.
L’albino era più alto di lei, e fu costretta a mettersi sulla punta dei piedi, solo per appoggiare il mento sulla spalla ferma dell’agente.
-Allora, stronzetti… toglietevi dalle palle, se non volete una pallottola lì dove non batte il sole…- sibilò Smoker con una voce che sembrava più uno stridio, metallo sul metallo.
I quattro, al suono di quelle parole, tremarono ed indietreggiarono, ma uno di loro riprese coraggio e si scagliò contro i due.
-Non credere di farci paura !!!- disse, ma Tashigi si voltò di scatto e la guardia si ritrovò con una desert puntata al livello del petto. Non si tirò indietro, era troppo tardi. Lei sparò, senza esitazione e lo colpì sull’addome, facendolo cadere al suolo, finito, con sangue che zampillava e che macchiò la camicia bianca dell’uomo.
Solo silenzio, poi i due dalla parte di Smoker, presi dalla rabbia, corsero verso di lui, ma l’agente albino fece roteare le pistole e le puntò all’indietro, col caricatore rivolto verso l’alto ; schiacciò il grilletto, senza neanche prendere la mira, e li prese in piena fronte… l’odore del sangue li avvolgeva, mentre l’ultimo dei quattro cadde a terra, riversando lacrime nella pozza di sangue del suo collega.
Smoker si avvicinò a lui e si inginocchiò, rimanendo sulla punta dei piedi, per non sporcarsi i pantaloni, e lo fissò come solo lui sapeva fare, furia e intimidazione mescolati assieme.
-Sei rimasto solo tu.- disse spegnendo il sigaro sul pavimento bagnato di liquido rosso e viscoso.
-Ti prego... non uccidermi…- lo supplicò con voce spezzata, quindi l’agente lo prese per la cravatta nera e lo fece rialzare.
-Tu apri questa porta, e forse ci penso.-
La guardi disattivò il sistema d’allarme della porta e l’aprì.
-Fatto, adesso poss…- cercò di dire, ma Tashigi l’aveva colpito con il manico della desert e lo tramortì.
-Mi hai anticipato. Complimenti.-
-Grazie !!-
Entrarono subito, e videro un uomo di spalle davanti ad una scrivania, era vestito di bianco, in contrasto con i capelli neri tirati all’indietro ; allacciata alla coscia sinistra aveva una custodia per due pistole, due desert dorate.
-Ci rincontriamo…- disse Smoker, riprendendosi le sue pistole e stringendone i manici con rabbia.
Ace alla fine aveva digitato il codice corretto e aveva aperto un contatto con il suo collega.
<< Smoker !! Mi senti ?? >> disse, ma lui non rispose ; l’uomo di voltò lentamente, e mostrò il volto oscuro, diviso da una cicatrice laterale, gli occhi gialli e freddi come quelli di un coccodrillo.
-00Smoker… è passato tanto tempo. Ti sono mancato ??- chiese divertito, mettendosi una mano sulla cravatta bianca, su una camicia rosso sangue.
Doveva essere più vecchi rispetto all’albino, forse di una decida d’anni, ma il loro fisico era presso che identico, scolpito dal tempo e dalla brutalità dei loro addestramenti.
<< Smoker… di chi è quella voce ?? >> continuò a chiedere Ace, ma niente, nemmeno una parola, mentre sul monito era rimasta il codice segreto dell’agente. Il nome del suo nemico. Crocodile.  
  
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