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Autore: _GreenEyes__    15/04/2013    1 recensioni
Si dice che i sogni possono diventare realtà, giusto? Bene, il mio sogno si era trasformato nei peggiori dei miei incubi quando incontrai loro, cinque ragazzi che si presentarono ai provini di X Factor da solisti ma furono uniti in una boyband che poi chiamarono “One Direction” con cui condivisi il palcoscenico. L’antipatia fatta a persona. Cinque ragazzi davvero insopportabili, egocentrici, antipatici e tanto altro. E io oggi, 28 dicembre 2012 sono in una saletta della casa discografica con il mio manager a decidere se aprire tutti i loro concerti. Diventare una cantante era il mio sogno fin da quando ero bambina; con la musica sfogo le mie emozioni, le preoccupazioni e quando mi sento sola basta prendere la mia chitarra e addio mondo. In fondo si tratta di cantare, questa è la cosa importante, non devo diventarci amica per forza no? Basterà mantenere nervi saldi e bere tante tazze di camomilla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cinque settimane.. cinque settimane da quando ho lasciato la mia Londra per inseguire ciò che più amo fare: cantare, anche se questo mi è costato giorni in cui ho rischiato di avere un esaurimento nervoso: dover decidere se rimanere a casa e continuare con la mia noiosa vita o partire insieme ai One Direction per un tour mondiale. Ovviamente decisi di lasciare da parte i rancori e partire lo stesso.. ma dai non prendiamoci in giro! Non ci sono diventata amica, sono più le volte in cui vorrei strappargli i capelli uno a uno che quelle in cui vorrei abbracciarli.
Ma grazie a questo tour ho conosciuto Austin e ancora non riesco a realizzare cosa sia successo ieri sera, davvero meraviglioso; al solo pensiero divento rossa in viso ma non posso farmi beccare dai ragazzi, perderei la mia reputazione da stronza, acida e persona priva di sentimenti. Non che mi piaccia questa visione ovviamente, ma meglio fare a frecciatine con loro piuttosto che essere derisa perché arrossisco, mi vergogno e tante altre storie. Stasera replicheranno il concerto a Miami come è stato fatto in molte altre città per permettere a più persone possibile di assistere all’evento e tutto questo viaggiare, non avere un posto fisso per più di quattro giorni è stancante; ora capisco quando tutti all’inizio mi avevano avvertita dicendomi che sarebbe stata dura, che avrei dovuto reggere lo stresso e tutto il resto ma non ci credevo, pensavo lo dicessero per spaventarmi e invece ora devo ricredermi, avevano ragione su tutto. Anche i ragazzi cominciano a esserestressati, i paparazzi sempre alle calcagna, uscire solo con i bodyguard e essere attorniati da un sacco di fan, mangiare con tremila occhi che ti guardano, correre da un posto all’altro per evitare di essere assaliti. Fortunatamente io viaggio ancora nell’anonimato e posso permettermi qualche uscita da sola ma loro no; giusto qualche giorno fa parlavano proprio di questo e Louis ha proposto di creare un travestimento per quando vogliono uscire, una sorta di Hannah Montana al contrario: sembrava un’ ipotesi piuttosto stupida ma ha avuto l’approvazione di tutti i One Direction meno che di Paul quindi niente parrucca e travestimenti.
Questa mattina i ragazzi hanno un’intervista in una radio locale e approfitto della loro assenza per stare in totale tranquillità usufruendo della piscina dell’hotel per rilassarmi: un tuffo per rinfrescarmi e ora sto letteralmente cuocendo sotto al sole ma un po’ d’abbronzatura non fa mai male: ancora mi devo abituare a questo cambiamento di clima, sento alla tv che in Europa fa freddo, nevica in alcune zone e invece qui si sta in pantaloncini e canotta, uno spettacolo. In cinque settimane abbiamo girato tutta la parte bassa degli Stati Uniti, una novità per una come me che non aveva mai messo piedi fuori dall’Inghilterra quindi cerco di assaporarmi ogni singolo momento di tutto.
Avrei preferito passare la mattinata con Austin invece è stato trascinato via dallo zio ma forse è meglio così, ho più tempo per metabolizzare la serata di ieri; ancora non ci siamo visti, non ci siamo parlati e tantomeno sentiti, forse entrambi imbarazzati per fare il primo passo.
Dopodomani conoscerò le misteriose ragazze di Liam e Louis, Amy e Lauren di cui non so praticamente nulla a parte qualche foto vista su internet.
“Ecco a lei signorina” interrompe i miei pensieri un cameriere che mi porge il succo di frutta richiesto che ringrazio sorridendolo; mi giro sulla schiena facendo prendere un po’ di colore alla pancia sorseggiando il succo di frutta all’ananas, il mio preferito.
“Questa si che è vita” esordisce Simon dal lettino accanto al mio.
“Quasi quasi mi ci trasferisco!” esulto guardandomi attorno, sembra un paradiso nel vero senso della parola: una grande piscina, sdraio e lettini in torno ad essa e tutta la struttura è circondata da alte palme. Ho provato ad andare in spiaggia per fare un bagno dell’oceano e ammirare i bagnini da dietro gli occhiali da sole ma l’oceano aveva onde più alte della tour Eiffel quindi abbiamo optato per una tranquilla piscina.
“Mi vai a prendere da bere?” chiede Simon senza nemmeno voltarsi, rimanendo impassibile sotto la luce del sole.
“Ho scritto serva in fronte? Alzati e vattelo a prendere.. o chiama un cameriere” decreto senza peli sulla lingua: va bene essere buoni e cari ma non fessi.
“Dai! Se chiamo un cameriere faccio prima a morire disidratato.. sono vecchio, porta rispetto!” esclama porgendomi i soldi e sbuffando mi alzo dal lettino infilando i pantaloncini. Afferro la banconota e mi dirigo al bancone del bar sperando non ci sia tanta gente: ordino il drink al cocco, ovviamente alcolico, richiesto da Simon e aspetto un paio di minuti.
“Non sarà un po’ troppo pesante per te a quest’ora del mattino?” mi chiede il barista dandomi le spalle mentre armeggia con gli alcolici. Ma tu dimmi questo, per chi mi ha preso? Per una poppante durante il periodo dello svezzamento? Alzo un sopracciglio da dietro l’occhiale da sole pronta a ribattere ma quando si volta verso di me tutta la mia arroganza prende un volo di sola andata per il Burundi. Possibile che la Florida sforni gente esageratamente figa? Capisco i bagnini che devono mostrare il fisico e quindi hanno l’abbonamento alla palestra locale, ma anche i barman no! Biondo, due occhi azzurro ghiaccio, pettorali scolpiti..
“Non è per me” sussurro ma a quanto pare è riuscito a sentirmi visto la sua alzata di spalle. Vanessa Heller, smettila di fare pensieri sul barman, Austin l’hai lasciato nell’anticamera del cervello?
“Posso offrirti qualcosa?” chiede riportandomi alla realtà ma dico di no con la testa, pagando e sparendo per la mia strada. Benissimo, dai pensieri strambi sei passata a una suora di clausura. Torno da Simon poggiando il drink sul tavolino riaccomodandomi sul mio lettino.
“E il resto?” chiede allungando il braccio verso di me alludendo ai tre dollari di resto.
“Pensavi andassi gratis? Mancia tesoro mio” affermo stupendolo.
“Non finirai mai di stupirmi” borbotta tra sé.
“Con Austin come va?” chiede più curioso di un cavallo. Possibile che tutti si interessano alla mia vita sentimentale quando vorrei rimanere nell’anonimato?
Non faccio in tempo a rispondergli perché sento squillare il suo cellulare e si alza per andare a rispondere in un luogo più appartato dove gente curiosa non possa sentire: santo telefono e tu che hai chiamato!
Sto quasi per addormentarmi sul lettino quando sento il mio corpo sollevarsi dal lettino: apro gli occhi impaurita e trovo la faccia di Harry a pochi centimetri da me che sogghigna beffardo. Una sua mano è sulla mia schiena e l’altra sotto alle ginocchia e si avvia pericoloso verso la piscina dove ci sono già gli altri, tra cui Austin; giuro che si mi butta in acqua è la volta buona che i One Direction rimarranno in quattro. Lo sento prendere la rincorsa incitato dai suoi compagni di band e comincio a dargli pugni sulla schiena senza nessun effetto.
“Harry Edward Styles, se non mi metti subito giù io..” non riesco a finire la frase in quanto mi trovo scaraventata dentro la piscina dando una perfetta culata all’acqua.
“Volevi ti buttasi giù!” lo sento ridacchiare una volta tornata su.
“Io ti faccio fuori!” urlo nuotando verso di lui ma Liam e Niall mi tengono ferma dalle braccia: ok Zayn e Louis possono anche pensare a una carriera da solisti o formare un duetto accompagnati da fisarmonica e flauto.
“Austin, perché non vai a salvare la donzella in pericolo?” lo incita Louis. Rettifico, Zayn si dedicherà a una carriera da solista.
“Louis perché non ti fai fuori da solo?” sbotto liberandomi da Liam e Niall raggiungendo il bordo piscina e appoggiandomi con la schiena.
“Poi come faresti senza di me?” chiede sbattendo più volte gli occhi.
“Creperei di gioia guarda!” esulto facendo ridere tutti. Momento: siamo in piscina, quindi costume, quindi.. Vanessa basta! I ragazzi cominciano a scherzare tra loro infastidendo la povera gente che vuole prendere il sole e Austin si avvicina velocemente a me. Sto diventando rossa come un peperoncino e non perché sono stata esposta per troppe ore al sole.
“Ciao” mormora a pochi centimetri dalla mia faccia cercando la mia mano con la sua nell’acqua.
“Ciao” rispondo in preda al panico. Avanti Nessie, devi solo parlare con il ragazzo che ti piace, che hai baciato ieri sera mica devi scalare l’Everest.
“Un giorno mi dovrai spiegare perché li odi così tanto, sono fantastici” esclama beccandosi una mia occhiataccia. No, anche lui è passato dalla parte del nemico!
“Lo capirai quando sarò davanti a un giudice implorando l’innocenza e dicendo di aver agito solo per legittima difesa” ammetto facendolo ridere. Come mi mancava la sua dolce voce.
“Sei troppo prevenuta, lascia stare tutto quello che è successo a X Factor e..”
“Forse tu non hai mai provato l’ebbrezza di trovare uno sconosciuto nel tuo letto completamente nudo, o non sei rimasto a digiuno perché qualcuno ha finito tutte le provviste, o non hai mai provato ad avere capelli viola perché qualche pirla ha messo del colorante nello shampoo, o evidentemente non ti sei mai ritrovato con vestiti rimpiccioliti perché qualcuno ha deciso di giocare alla bella lavanderina, o..”
sbotto in prenda al nervosismo ricordando ogni singolo incubo vissuto due anni fa.
“Frena frena frena!” esclama lui “forse saranno un po’ giocherelloni ma sono dei bravi ragazzi” ammette voltandosi verso di loro, impegnati in qualche stupido gioco.
“Forse quando dormono” ribadisco sicura della mia affermazione. Non proferisce parola incapace di farmi cambiare idea su loro cinque, mi hanno turbata a tal punto da essermi legata al dito ogni singola azione e promettendomi di fargliela pagare un giorno; bhè quel momento pare sia arrivato visto che ci dovrò trascorrere mesi e sarà meglio farmi venire in mente qualcosa.
“Chi era al telefono?” chiedo a Simon una volta che ci ha raggiunti; spalanca gli occhi e si morde l’interno guancia, azioni che ripete quando vuole deviare un discorso o è troppo nervoso.
“Nessuno” afferma, come volevasi dimostrare. Annuisco e non chiedo spiegazioni, so che non mi direbbe nulla e cambierebbe subito argomento. Si tuffa in piscina raggiungendo i ragazzi e un sorriso illumina il suo volto; con Simon è così, ci siamo l’uno per l’altra ma ci sono certe cose che amiamo tenerle per noi e sappiamo quando è il momento di tacere e lasciare all’altro la propria privacy. Austin raggiunge i suoi nuovi amici lasciandomi sola come un cane a bordo piscina e decido di tornare al mio caro lettino per completare l’abbronzatura: Grace è sulla sdraio accanto e sta parlando al cellulare e sembra triste; dopo qualche minuto chiude la chiamata e la sento sospirare più volte.
“Tutto bene?” le chiedo visto che dai suoi occhi traspare una tristezza infinita. Prima di rispondere tira un lungo sospiro e chiude gli occhi prima di riaprirli: “Mia mamma è caduta e si è rotta spalla e femore” mormora appena.
“Mi dispiace, come sta ora?”
“Dovrà essere operata e devo tornare a Londra: sono figlia unica e i miei sono separati quindi non può fare affidamento su nessuno”
spiega con poche parola.
“Non preoccuparti per noi, pensa solo alla tua mamma” affermo poggiandole una mano sulla spalla.
“Spero che Paul o la Sony non si arr..” sussurra ma la interrompo prima che possa finire di dire la scemata che ha pensato.
“Non hanno nulla da arrabbiarsi, tua mamma è molto più importante” ammetto rassicurandole e annuisce fissando il vuoto davanti a lei.
Chissà come ci si sente ad essere figlia, ad occuparsi dei genitori in momenti di difficoltà e fare affidamento su di loro, sapere che non ci volteranno mai le spalle.. no questo non è vero, ne sono un esempio. Avevo bisogno di loro più che mai, avevo bisogno dell’amore di una madre e di un padre per crescere, di essere amata come solo i genitori sanno fare ma non ho avuto questa fortuna. Mi è stato ripetuto più volte che se hanno fatto questa scelta un motivo c’era, qualcosa di grosso che gli ha impedito di essere genitori fino alla fine, ma cosa? Chi o cosa gli ha impedito di formare una famiglia? Ci penso sempre, vorrei saperlo, avere delle risposte a tutti i miei dubbi ma nessuno è in grado di darmele.

Durante il pomeriggio Grace annuncia il suo ritorno in Inghilterra a tutto il gruppo lasciandoci tristi ma allo stesso tempo consapevoli che sua madre ha bisogno di lei. Resterò l’unica ragazza fino alla fine del tour in quanto la Sony non manderà un’altra truccatrice; Grace era fondamentale e non solo per il trucco e parrucco. Con lei potevo parlare, confidarmi come solo due donne riescono a fare e invece ora rimarrò sola a tenermi tutto dentro. Simon è una delle persone più importanti per me ma ci sono cose che a un uomo è meglio non dire o omettere, ci sono consigli che solo una donna sa dare e ora che anche lei andrà via..
Il concerto va alla grande, i ragazzi hanno stupito il pubblico aggiungendo alla loro abituale performance dei balletti alquanto osceni ma divertenti, un’improvvisata battaglia con le pistole ad acqua inzuppando le povere fan delle prime file, risposto a domande imbarazzanti e tormentato Harry durante il suo assolo in What makes you beautiful: penso che questo sia il momento più atteso da tutti, meno che da Harry ovviamente, per vedere cosa si sono inventati i ragazzi. Questa sera ci sono andati leggeri, gli hanno solo strizzato il sedere per bene e riempito la chioma di coriandoli, niente di grave o imbarazzante e lui ha cominciato a farci l’abitudine: non sa cosa lo aspetta ogni sera e per questo si è messo l’anima in pace, sa che comunque qualcosa gli verrà fatto quindi non si preoccupa nemmeno.
Partiamo subito dopo il concerto in direzione di Orlando in quanto i ragazzi domani mattina saranno ospiti in un programma televisivo quindi Paul ha preferito passare la notte in viaggio. I ragazzi hanno protestato in quattordici lingue per far spostare le riprese al pomeriggio visto che la puntata non sarà nemmeno in diretta ma i produttori del programma sono stati irremovibili, così a mezzanotte passata siamo stanchi morti sul tour bus. Uno vorrebbe dormire ma invece no, sono stanchi ma non si decidono a chiudere quella sottospecie di megafono che hanno al posto della bocca, troppo impegnati a raccontare cose idiote, ridere come iene con gli spasmi, mangiare come ippopotami all’ingrasso e rompere le palle come solo loro sanno fare. Ovviamente anche Austin si è unito ai ragazzi e sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di lasciare perdere anche lui.. no lui no!
“Non ci posso credere! L’hai fatto veramente?” esulta Zayn tra una risata e l’altra riferendosi all’episodio comico appena raccontato dal ragazzo che mi piace. Comico per loro, io l’ho trovato alquanto stupido: la professoressa di matematica del liceo decise di interrogarlo e controllare i compiti svolti a casa ma lui rispose che avevano finito la carta igienica, il padre aveva la diarrea e ha ben pensato di usare i suoi quaderni.
Quando Austin smise di raccontare questo dolce aneddoto tutto il tour bus scoppia a ridere mentre io rimango disgustata solo all’idea di immaginarmi la scena, davvero raccapricciante. Come al solito il mio ipod ha deciso di lasciarmi in eterna solitudine, costringendomi ad ascoltare i meravigliosi discorsi di gente cerebrolesa ma arriverà un giorno in cui anche lui me la pagherà, o si che me la pagherà.
“Sei in trance?” mi chiede Harry sventolandomi la sua mano che odora di bacon davanti agli occhi.
“No sono in tour bus” rispondo spostandola, che odore rivoltante soprattutto a quest’ora. Nessuno sembra aver capito la ma battuta ma non posso farci niente, quando convivo con gente intellettualmente limitata questi sono i risultati.
Anche se sono sdraiata su un divanetto con gli occhi chiusi non posso fare a meno di sentire i fenomeni che parlano di me e grazie al mio orecchio parabolico riesco a captare qualche parole che mi fa andare il sangue al cervello: “insensibile, fredda come la pietra, isterica”. Non mi chiedo neanche chi sia stato a dire queste cose perché tanto lo so già: hanno parlato sottovoce ma sono riuscita a sentirli ugualmente. Nessuno che abbia detto qualcosa in contrario, nessuno che abbia fiatato, nessuno che abbia aperto bocca, tutti zitti e si dice che chi tace acconsente; nemmeno Austin ha detto qualcosa per difendermi e ci rimango ancora più male. Non sono nessuno per lui ma pensavo che dopo quello che è successo potesse dire qualcosa invece no. Allora è così che appaio? È così che mi mostro alla gente, come una vecchia acida e bisbetica?
Presa da uno scatto d’ira prendo la prima cosa che mi capita tra le mani, ovvero un pennarello, e lo lancio verso i ragazzi non beccando nessuno. Si girano tutti verso di me, stupiti e increduli di cosa io abbia appena fatto e fuggo da questa situazione rinchiudendomi in bagno; l‘ho fatto veramente, ho davvero lanciato qualcosa addosso ai ragazzi. Simon mi ha fulminato con lo sguardo e li sento parlare dall’altra parte della porta in merito al mio comportamento ma non voglio uscire, voglio restare qua dentro senza affrontare la realtà. Ma quale realtà? Quella in cui a causa del mio passato appaio come una persona priva di sentimenti, stronza fuori e debole dentro? Una persona forte non si sarebbe incazzata al primo “insulto”, non sarebbe corsa in bagno, non si sarebbe seduta a terra con la testa sulle ginocchia e un groppo in gola causato dal senso di colpa. Io non sono così, mi sono costruita una sorta di corazza con il mio carattere per lasciare tutti all’esterno, impedire a qualcuno di avvicinarsi e volermi bene, volergli bene per paura di essere abbandonata nuovamente. Ma questo i ragazzi non lo sanno, si basano solo sulle apparenze e non si sono mai chiesti perché sono così, perché non parlo mai della mia famiglia, perché cerco di evitare qualsiasi domanda o discorso riguardante il passato e l’episodio di oggi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Pensavo che Austin ci tenesse a me, non dico che dovesse scatenare una terza guerra mondiale per me ma almeno..
“Vanessa apri la porta!” esclama qualcuno oltre la porta risvegliandomi dai miei pensieri. Rimango in silenzio incapace di dire qualcosa, incapace di aprire la porta e affrontare gli sguardi di tutti, troppo codarda.
“Vanessa apri!” tuona Simon severo e comincia a bussare facendomi sussultare a ogni colpo. Sembra arrabbiato e non posso dargli torto.
“Andate via!” esclamo a un tratto e al di la della porta si crea silenzio.
“Nessie apri, voglio parlarti” continua Simon ma non gli do ascolto, l’unica cosa che voglio veramente è rimanere sola. Sola, una semplice di parola di quattro lettere che descrive al meglio la mia vita. Sola al mondo, senza uno stralcio di amici, senza una famiglia che mi vuole bene.. mi alzo da terra e vado a risciacquarmi la faccia in modo che il rumore dell’acqua corrente riesca a sovrastare i miei pensieri ma non ottengo i risultati sperati.
“Nessie ti prego esci di li” implora la sua voce, così calda e profonda, impaziente di sapere cosa mi sia preso.
“Lasciatemi in pace!” esclamo fissando la porta sperando esaudiscano il mio desiderio ma Simon torna a bussare alla porta intimandomi di uscire.
Prendo un profondo respiro prima di poggiare la mano sulla maniglia e chiudo gli occhi quando essa si gira facendola scattare. Devo uscire di qui, non voglio passare il resto della mia vita chiusa in un misero bagno ma tanto meno voglio incontrare gli sguardi degli altri. Apro la porta abbassando il volto e fuggendo verso le scale che portano al piano di sopra sperando che nessuno mi segua; con la coda dell’occhio ho visto Simon, Austin, Liam e sento dei passi dietro di me, una mano che afferra il mio braccio facendomi voltare.
“Si può sapere cosa ti prende?” sbotta Simon inchiodandomi con lo sguardo che non riesco a sostenere. Cerco di divincolarmi dalla sua presa forte ma non ci riesco e rimango in silenzio fissando il pavimento. Finalmente mi lascia andare e mi accomodo su un divanetto portandomi le gambe al petto; si siede accanto a me e aspetta: secondi, minuti e aspetterà li seduto accanto a me fino a quando non gli darò una spiegazione.
“Non so cosa mi sia preso” inizio a parlare fissando le luci dell’autostrada dai finestrini di fronte a me “Una serie di cose messe insieme che mi hanno fatta esplodere. I ragazzi, me stessa, questa mia vita inutile e priva di origine..”
“La tua vita non è inutile”
mormora lui cercando di confortarmi “Sei una ragazza splendida, solare, gentile.. e con scatti di ira” dice ridacchiando nell’ultima parte del discorso.
“Se fossi come dici tu i ragazzi non avrebbero motivo di pensare quelle cose” constato voltandomi verso di lui e cercando il suo sguardo.
“Non sanno come sei fatta dentro”
“Basta vedere come sono fuori per far allontanare tutti”
ammetto lasciandolo senza parole. Austin entra imbarazzato nel salottino, si scambia uno sguardo ricco di parole con Simon e quest’ultimo si alza lasciandomi un bacio sulla fronte.
“Possiamo parlare?” mi chiede prendendo il posto di Simon.
“Le pensi anche tu quelle cose?” chiedo senza neanche guardarlo e il suo silenzio mi fa capire che i miei pensieri erano giusti. “Allora perché sei ancora qui?” sbotto alzandomi dal divano e guardandolo dall’alto al basso. “Cosa ci fai con una persona acida, senza cuore e..”
“Se avessi aspettato qualche secondo mi avresti sentito dire che a me questa persona acida e senza cuore piace così com’è”
mormora lui interrompendo il mio monologo. Questa volta sono io a rimanere senza parole. Mi sento doppiamente una scema con questo comportamento.
“Perché hai reagito così?” mi chiede in totale calma facendomi segno di sedermi accanto a lui e poggio la testa sulla sua spalla. E ora cosa gli dico?
“Non lo so. Forse perché mi sto rendendo conto che con questo mio carattere non riuscirò mai ad avere amici intorno a me, tutti mi odiano e..” confesso fissando il vuoto davanti a me.
“Nessuno ti odia, ricambiano le tue battute anche per divertirsi. Ho cercato di indagare e nessuno sa nulla riguardo al tuo passato, non possono immaginare a cosa sia dovuto il tuo carattere. Zayn invece è un caso particolare.. Poi i cinque minuti capitano a tutti, sei nervosa e stressata per il tour” dice cercando una spiegazione.
“Perché dicevi che Zayn è un caso a parte?”
“Non gli vai molto a genio, tutto qui”
afferma lui cercando le parole giuste per dirmi una cosa non facile da dire. Apprendo la notizia senza arrabbiarmi, infondo la cosa è reciproca. Con gli altri posso dire di essere diversa, le battute che faccio sono scherzose e in cuor mio a volte non le penso seriamente ma con Zayn no, non so perché non riusciamo ad avere un rapporto civile. Mi chiede più volte se voglio tornare di sotto e affrontare gli altri ma declino sempre la proposta ma alla tredicesima volta che me lo chiede sbuffo e cerco di accontentarlo scendendo a passi lenti.
“Ti sei calmata o dobbiamo munirci di armature?” chiede sarcastico Louis beccandosi uno scappellotto da parte di Liam. Faccio finta di non averlo sentito e tiro dritto fino al frigorifero sotto gli sguardi di tutti; prendo un succo di frutta e quando mi volto tutti gli occhi possibili e immaginari sono puntati su di me.
“Non mi sembra di avere un cerchietto con delle orecchie pelose rosa, un naso da clown e un costume da poliziotta sexy” affermo guardandoli uno a uno e man mano tornano a fare le loro cose.

Quando arriviamo a destinazione è notte fonda e siamo veramente troppo stanchi per tenere gli occhi aperti. Oggi avremo il giorno libero, per due giorni consecutivi i One Direction saranno in concerto e avremo altre due giornate libere, troppo poco tempo per rimanere in una città e visitarla come si deve. Orlando è famosissima per il “Walt Disney World Resort “ con quattro stupendi parchi tematici in cui passeremo la maggior parte del nostro tempo; non vedo l’ora di mettere piede in questa meravigliosa attrazione e assorbire tutto il clima, il divertimento che essa suscita. Come sempre saremo controllati come carcerati ma sono sicura che lo spirito infantile di tutti avrà la meglio sulla serietà e il rispetto delle regole, norme di sicurezza e tante altre cose.
Non mi rendo nemmeno conto di essere arrivata nella mia stanza d’hotel fino a quando non mi lancio sul letto morbido e mi infilo sotto le coperte.
Quando mi sveglio è decisamente tardi, ero troppo stanca per alzarmi all’alba mentre ai ragazzi è toccata la sveglia alle 7 del mattino. Stamattina mi sono svegliata con la fissa di andare in palestra così mi vesto adeguatamente per affrontare due ore tra corsa sul tapis roulant, ciclette e altre cose che mi verranno in mente sul momento. Quando entro un odore di chiuso e sudore arriva fino all’ultimo neurone del mio cervello anche se complessivamente non c’è nessuno a parte tre ragazzi sui trent’anni e due signore sulla cinquantina. Mi dirigo verso un tapis roulant libero infilandomi le cuffie nelle orecchie ma due figure attirano la mia attenzione che prima non potevo vedere perché coperti da una parete. Sono Austin e Mark, tutti sudati, uno di fronte all’altro e stanno parlando tranquillamente. Mi appoggio alla parete per osservare tutti i loro movimenti, ma se vogliamo dirla tutta sto letteralmente fissando il fisico scolpito di Austin; a un certo punto decide che la maglietta è di troppo e se la toglie lanciandola per terra facendomi quasi sbavare. Ok forse è eccessivo ma quando dico che ha davvero muscoli in ogni parte del corpo credetemi.
Mark lo incita ad assumere una posizione con un nome strano, incomprensibile da me povera ignorante e lui fa come gli dice; inizia a compiere delle mosse, gesti e rimango estasiata. Inconsciamente mi viene da battere le mani alla fine facendomi scoprire e posso dire di aver visto un angolo della sua bocca alzarsi.
“Così è questo il karate?” chiedo avvicinandomi ai due e Mark mi spiega che lui l’ha praticato per molti anni e che sta dando una mano ad Austin in vista della sua gara. “Te l’avevo detto che avresti trovato anche un insegnante!”
“Se non mi avessi spronato a partecipare ora mi starei mangiando le mani”
dice lui sorridendo.
“Quando partirai?”
“Fra due settimane e tornerò a Miami” afferma lui rimettendosi la maglietta.
“Vado, ci vediamo dopo ragazzi” ci saluta Mark lasciandoci soli:
“Cosa ci fai qua?” chiede in Austin indicando il mio abbigliamento da ginnastica e spiego che mi sono svegliata con la voglia di venire in palestra e si offre di farmi da personal trainer per questa mattina. Dopo dieci minuti di corsa, di esercizi per tonificare le gambe decreta che è il momento di fare una pausa.
“Sono morta” annuncio stendendomi a terra.
Dai, non hai fatto praticamente niente!” esclama lui ridendo.
“Forse per TE questo non è nulla, fidati che per una che non sa nemmeno come funzioni un tapis roulant è stato uno sforzo immane!” ammetto respirando profondamente. “Ora però scelgo io cosa fare” annuncio alzandomi e dirigendomi verso un angolo della palestra in cui le pareti sono tappezzate da specchi.
“No step no, ti prego!” esclama lui terrorizzato.
“Dai sarà divertente” dico prendendolo per un braccio e trascinandolo verso gli specchi.
Dopo aver trafficato minuti con il mio cellulare per scegliere una canzone finalmente ho le idee chiare e Club Can't Handle Me di Florida ft. David Guetta risuona per il locale. Mi metto in posizione cercando di ricordare i passi che avevo inventato una volta ed eseguo tutta la coreografia mentre Austin rimane impalato come un tronco. Lo incito a eseguire i miei stessi passi ma non si smuove di un millimetroe decide di farmi un video.
“La smetti di guardarmi?” chiedo imbarazzata vedendo i suoi occhi fissi su di me dallo specchio di fronte.
“Non è colpa mia se sei così bella” decreta lui facendomi arrossire.
“E sudata” specifico io.
“E rossa in viso, e non perché stai ballando da un quarto d’ora” afferma lui facendomi arrossire ancora di più. Lo rincorro per tutta la palestra fino a quando non trovo una bottiglietta d’acqua poggiata su una panca, la afferro e gli lavo tutta la schiena. Si gira fulminandomi con gli occhi e questa volta sono io che devo scappare. Mi afferra per un braccio facendomi fermare a pochi centimetri da lui “Per la cronaca, mi piace quando arrossisci” sussurra dolcemente al mio orecchio prima di poggiare le sue labbra sulle mie.
“Siamo tutti sudati” dico io sulle sue labbra.
“La cosa mi piace” mormora lui malizioso beccandosi un pugno sul braccio.
Sembrava troppo bello stare in solitudine senza i ragazzi ma verso metà pomeriggio rientrano in hotel con i visi stanchi e non riescono nemmeno a reggersi all’in piedi.
“Avete le occhiaie più profonde della fossa delle Marianne!” esclamo ridendo per la mia stessa battuta ma nessuno sembra averla capita visto che non mi degnano nemmeno di uno sguardo.
“Ciao Nessie” mormora Niall assonnato, getta le braccia intorno al mio collo e mi abbraccia dolcemente. Rimango interdetta per qualche minuto ripensando alle parole di Austin e lo abbraccio a mia volta.
“Non sapevo di essermi trasformata in un letto” mormoro facendolo ridere.
“Effettivamente hai troppe ossa che sporgono, sei scomoda!” afferma lui sfiorando l’osso del bacino appena sotto la pelle.
“Vai a dormire” gli dico indicandogli l’ascensore
Rimasta sola nella hall dell’hotel mi accomodo su un divano e prendo una delle tante riviste poggiate sul tavolino; in tutte le prime pagine ci sono le belle facce dei One Direction e la mia curiosità mi spinge ad andare nelle pagine in cui si parla di loro per vedere cosa scrivono. In questo numero c’è una pagina dedicata completamente a Harry e Zayn, ci sono varie foto di loro due fuori dall’hotel, nei pub in compagnia di ragazze sempre diverse. Da fuori appaiono come ragazzi a cui piace la vita sfrenata, serate in compagnia di donne diverse e non posso dargli torto, anche io penserei una cosa del genere. Anzi la penso anche ora vista la moltitudine di ragazze passate per i nostri corridoi. Niall è descritto come l’angelo del gruppo, rispettoso delle regole tranne quando si parla di cibo e divertimento ma posso assicurare che non è affatto così: esternamente sembra un ragazzo tranquillo ma conoscendolo ti mostra quel suo lato spensierato, giocoso che a molti sfugge. E non è assolutamente vero ciò che scrivono in merito alla sua vita sentimentale quasi assente, da quanto ho capito si sente con un ragazza ma quando gli altri si sono accorti che li stavo ascoltando ha subito cambiato discorso. Scorrendo nelle pagine si parla anche dei due fidanzati del gruppo e ci sono delle foto di Amy e Lauren insieme ai loro ragazzi. La giornalista scrive che sono delle ragazze molto innamorate visto che li hanno fatti partire per un tour, amati da milioni di ragazzine con gli ormoni impazziti. Ha riportato una frase detta da Amy in cui ammette di non essere gelosa di Liam in quanto si fida di lui e che non potrebbe mai impedirgli di vivere la sua vita. Brava, se il mio ragazzo mi dicesse di non partire perché è geloso, perché non vuole non so come reagirei, probabilmente mandandolo a cagare e partendo lo stesso. Amy è un anno più grande di Liam e studia psicologia all’università: dalle foto sembra una ragazza tranquilla, semplice, simpatica, giusta per Liam insomma. Lauren invece ha la stessa età di Louis e continua a essere una cheerleader nonostante abbia finito il liceo, tutti dicono sia veramente brava ma sinceramente non l’ho mai vista all’opera. Ho visto alcune foto e sembra abbia il viso fin troppo furbo per i miei gusti. Non faccio in tempo a prendere un altro giornale perché due mani grosse si posano sui miei occhi. “Austin leva le mani!” esclamo riconoscendo il suo profumo lontano chilometri.
“Vuoi uscire o leggere giornali come una vecchietta dal parrucchiere?” chiede posizionandosi davanti a me.
“Usciamo!” esclamo alzandomi in piedi. Vado in camera a cambiarmi e infilo un paio di pantacollant neri lunghi fino al polpaccio, una maglietta azzurra che arriva fino a metà coscia e le converse bianche.
Come alla nostra prima uscita ci ritroviamo su una panchina a sorseggiare un frappè, scherzando e ridendo. “Domani arrivano le ragazze di Louis e Liam” afferma lui a un certo punto.
“Non vedo l’ora di conoscere le ragazze che hanno la pazienza di stare con loro!” esclamo facendolo ridere. Tutto a un tratto stringe le sue dita attorno alle mie e si avvicina sempre di più poggiando le sue labbra sulle mie: il bacio diventa sempre più appassionato e dolce allo stesso tempo, amo i suoi baci, sentire il suo calore sulla mia pelle, il suo profumo mischiarsi con il mio, il suo tocco caldo mi procura sempre dei brividi in tutto il corpo. Ma la nostra felicità si interrompe nell’esatto momento in cui sentiamo un grido alle nostre spalle, ci voltiamo e vediamo due ragazze con un cellulare in mano che saltano ed esultano. Perfetto..
“Quella finirà su internet sappilo” mi rincuora lui ridacchiando ma lo guardo solamente. “Non mi sembra ci sia nulla di male se un ragazzo bacia la propria ragazza” continua lui stringendomi la mano. L’ha detto veramente? Mi ha chiamata la “sua ragazza”?
“Sono la tua ragazza?” chiedo come un ebete. Perché non riesco a stare mai zitta?
“Bhè solo se.. ecco insomma, se tu vuoi..” risponde lui imbarazzato non sapendo bene come reagire alla mia domanda.
“Allora che immortalino anche il momento in cui la ragazza salta addosso al suo ragazzo” ammetto sollevandomi per arrivare a baciare le sue labbra perfette; lo sento sorridere e poggiare la mano sulla mia schiena e creare forme indefinite con il pollice.
Chi l’avrebbe detto che questo tour avrebbe portato un sacco di cose buone? Viaggiare, cantare nelle più grandi arene del mondo ma soprattutto trovare un ragazzo: Austin è meraviglioso, dolce, premuroso, sa quello che voglio ancora primo che io lo dica.
Torniamo in hotel mano nella mano e mi sembra di camminare metri sopra il cielo, sono felice, dentro e fuori: quando arriviamo al nostro piano troviamo tutti i ragazzi in corridoio, la loro dormita è durata parecchio a quanto pare. Appena ci vedono cominciano ad applaudire e fare versi sconosciuti anche al mondo animale e istintivamente lascio la mano di Austin.
“Guardatela come si vergogna” ammicca Louis verso di noi facendomi diventare rossa.
“E bravo Austin” esulta Harry avvicinandosi e battendogli una pacca sulla spalla. Il mio ragazzo non fa in tempo a chiedere spiegazioni sul loro comportamento perché Niall apre una foto presa da twitter, quella scattata da quelle due ragazze mentre ci stavamo baciando.
“Ah vi riferite a questo” ammette Austin del tutto tranquillo.
“Quindi ora state insieme?” chiedono quasi in coro.
“Ma possibile che non siete in grado di farvi una carriola di affaracci vostri?” sbotto guardandoli uno per uno “E comunque si, stiamo insieme. E visto che siamo in vena di confidenze volevo chiedervi scusa per il mio comportamento dell’altra sera..” mormoro abbassando il tono di voce verso la fine della frase, troppo codarda per chiedere scusa.
“L’amore ti fa bene, stai diventando un agnellino” ammette Liam battendo poi il cinque a Louis, affermazione che mi fa scuotere la testa e storcere gli occhi. Possiamo dire che tutti hanno preso bene questa nuova cosa, a parte Zayn che è stato tutto il tempo in un angolo a trafficare con il cellulare, totalmente disinteressato e indifferente.


Ciaooo a tutte quelle che hanno avuto il coraggio e la forza di arrivare fino qui, lo so questo capitolo è un tantinoooo lungo xD Avevo troppe idee in testa e non volevo dividerlo in due così eccovi il papiro ahaha
Allora, che ne dite, vi è piaciuto? Austin e Vanessa, sono troppo pucciosiiii :D
Rispetto all’inizio ci sono meno momenti One Direction-Vanessa con tanto di battutine acide ma non temete,
presto torneranno anche quelle anche perché senza quelle la nostra Nessie non sa stare xD
Siccome vi ho già stese con questo capitolo mi dileguo prima di scrivere un rotolone regina,
spero di trovare delle recensioni in cui voi mi dite cosa ne pensate, commenti riguardo al capitolo o anche dei suggerimenti per migliorare qualora secondo voi ci sia qualcosa che non va.
Mi piacerebbe trovare un riscontro da parte vostra
così da capire se ne vale la pena continuare o meno..
Vi lascio una foto di Austin e Vanessa, spero vi piaccia :D
Un bacioooo!
 

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