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Autore: dreamer93    16/04/2013    1 recensioni
Il mondo delle fate è in pericolo. Una strana minaccia sta distruggendo tutto ciò che incontra. Ninfe, per cercare aiuto, giunge sulla terra. Potranno due semplici ragazzi aiutarla? La fata è capitata in una famiglia piena di problemi e con i suoi pasticci i guai sono assicurati. Ma la sua magia e la sua allegria riporteranno il sorriso anche sulla terra.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cam girò frettoloso la chiave nella serratura è aprì la porta. Non poteva credere di essere riuscito a superare quel giorno e a tornare a casa incolume. Questo, però, non significava che ora era possibile abbassare la guardia, anzi era il momento più critico. Ninfee era nuova a scuola e tutti, insegnanti e alunni, l’avrebbero tenuta d’occhio ogni istante. Al solo pensiero Cam rabbrividì.
- Che hai? Perché ti sei fatto serio all’improvviso?
- Niente lascia perdere. Piuttosto ora dobbiamo discutere di un paio di cose.
- Mi dica capo!
- Vedi di fare meno la spiritosa fatina, questa è una cosa seria.
- Va bene; però quanto sei noioso. Secondo me ti preoccupi per niente. In fondo oggi è andata bene.
Cam ripensò alla tensione che l’aveva assalito nell’ufficio del preside e al disagio che aveva provato in classe mentre tutti si interessavano a Ninfee.
- Io e te abbiamo concetti diversi del “bene”. È vero, oggi ce la siamo cavata, ma da domani le cose si fanno più difficili. Prima di tutto dobbiamo risolvere i tuoi problemi riguardo alla scuola. Basta solo che un professore ti faccia una domanda e la nostra copertura salta.
- Tranquillo, prometto che mi impegnerò.
- Si certo, come facevi nel tuo regno.
- Sei un malfidato
- Sono realista, che è un’altra cosa. Come pensi di spiegare il fatto che non sai scrivere?
- Quegli arnesi che usate per scrivere sono infernali!
- Si chiamano biro e da oggi tu devi imparare ad usarle.
- Se proprio devo.
- E non ho finito; devi iniziare a seguire le lezioni e a capire di che cavolo si parla durante le spiegazioni. A questo proposito ti farò un corso accelerato sul programma che abbiamo svolto fin ora. Con i miei appunti dovresti riuscire a metterti in pari.
- Aspetta un attimo; vuoi dire che dovrò studiare? Ma non è possibile, io non sono venuta sulla terra per sprecare il mio tempo sui libri. E poi me lo spieghi che cavolo farneticava oggi il tuo professore. Parlava di un senso assoluto, che la vita ha diverse prospettive, io non ci capivo niente.
- Si chiama filosofia, è una materia molto interessante che ti aiuta ad aprire la mente a tante possibili visioni e a significati sottointesi e…
- Ok secchione questa roba non mi serve.
- Vedi di fartela piacere perché il professor Thompson è molto influente al consiglio docenti e se te lo fai nemico già da subito sei rovinata. E se tu sei rovinata io sono rovinato e questo non può succedere.
- Ma non è giusto.
- Scusa, ma cosa credevi che fosse la scuola? Un parco divertimenti forse?
- Più o meno.
- Sciocca sognatrice, dovrai impegnarti seriamente d’ora in poi perché non ci possiamo permettere che tu vada male a scuola, altrimenti i professori si lamenteranno, vorranno parlare con i genitori e questo non andrebbe per niente bene.
- Per te non va mai bene niente!
- Non è colpa mia se sei arrivata tu a complicarmi la vita!
Cam era un fascio di nervi. Non riusciva a calmarsi. Più pensava alle cose che ancora dovevano sistemare e più si agitava. Ninfee invece aveva la sorprendente capacità di rasserenarsi e questo a lui dava un enorme fastidio; soprattutto in un momento così delicato.
- Senti per ora vedi di levarti dai piedi.
- Perché mi tratti così male. Fino a poco fa sembravi felice.
- Sinceramente mi aspettavo che dopo tutte le mie raccomandazioni saresti stata pronta ad impegnarti, ma vedo che il mio pensiero su di te non era sbagliato. Sei una fatina sciocca e basta.
- Ma chi ti credi di essere? Tu non hai idea di quello che ho passato io. Tu credi che lo studio di quelle stupide materie sia importante, ma non è così. Per me la cosa più importante è salvare il mio regno dalla guerra.
- Ognuno ha la sua croce. Non cercare consolazione da me.
- Sei un egoista e un insensibile!
Ninfee corse fuori il più in fretta possibile. Con Cam le era impossibile essere davvero felice. Un attimo prima le sorrideva e il secondo dopo la sgridava. Iniziò a guardarsi intorno spaesata. Aveva una voglia matta di tornare a casa, ma dopo tutto quello che era successo non poteva. Senza pensarci due volte spalancò le sue ali per volare libera nel cielo. Cam guardando fuori dalla finestra vide una luce azzurra penetrare dalle tende che però scomparse in pochi istanti.
 
Sam si stava allenando da sola in un angolo della palestra. Tutti i suoi compagni di karatè le stavano a debita distanza per non rischiare di prenderle di santa ragione. Per lei era tremendamente noioso allenarsi con loro, nessuno era alla sua altezza. Si chiedeva sempre più spesso cosa fosse ad allontanare gli altri da lei e il più delle volte la risposta era che lei allontanava gli altri senza nemmeno accorgersene. Era amica solo con qualche compagna di allenamento e anche con loro parlava poco. Sam preferiva di gran lunga passare i pomeriggi e le sere a leggere i suoi libri fantasy piuttosto che uscire con delle altre ragazze. Odiava tutto ciò che poteva essere femminile, a partire dallo shopping. Lei non era il tipo da indossare mogliettine rosa e gonnelline corte e svolazzanti. A vedersi era il tipico maschiaccio, pronto sempre a fare a botte, quasi peggio di un bullo. Era ridicolo il fatto che proprio lei prendesse in giro suo fratello perché faceva l’associale con i suoi compagni di classe.
- Sam forse è il caso che ti rilassi un po’. Stai distruggendo il sacco per fare gli allenamenti.
- Scusa, mi ero concentrata troppo.
- L’avevo notato.
- Meglio che no pensi troppo a mio fratello mentre faccio allenamento.
- Hai detto qualcosa?
- No, non farci caso.
-Senti noi andiamo a farci la doccia e poi torniamo a casa, tu che fai?
- Io resto ancora un po’
- Avrei dovuto immaginarlo. Ti lascio la chiave al solito posto, quando te ne vai chiudi la palestra. E dimenticavo; non esagerare con gli esercizi. Rischi di farti male.
- Tranquilla, è tutto sotto controllo.
Niente era più sotto il controllo di Sam da troppo tempo. La sua vita le era sfuggita di mano senza che lei potesse fare niente. Non se l’era di certo immaginata così la sua adolescenza. Il suo desiderio più grande era di poter tornare a casa la sera e ritrovare la madre ai fornelli che le preparava la cena. Al suo ritorno invece era già tanto se trovava Cam ancora seduto a tavola. No; proprio non le andava di ritornarci. Più tardi avesse fatto e minori erano le probabilità di doverlo incontrare. Certo ora che c’era Ninfee le cose erano un po’ diverse, ma in fin dei conti non erano cambiate di molto. Sam ripensò allo suo sfogo della sera precedente e ricominciò a tirare calci e pugni alla massima potenza. Per quanto volesse bene a Ninfee avrebbe voluto indietro la sua camera. Per quanto fosse stato bello per una volta piangere tra le braccia di qualcuno invece che sul guanciale del cuscino, la vergogna provata era di gran lunga peggiore. Preferiva restare sola. Preferiva far finta di non aver mai pianto tutte le notti dal giorno della morte di sua madre. Il suo ultimo pugno al sacco fu preciso e potente. Per un attimo davanti a lei vide il volto di suo fratello e ciò le diede ancora più grinta. Si odiava per questo. Lei detestava con tutte le sue forze questo crescente disprezzo che aveva per Cam. Ma più lo alimentava e più riusciva a non pensare a sua madre.
 
Cam addentò di malavoglia il suo panino. Lo avrebbe risputato volentieri se non fosse stato che era l’unica cosa prevista per cena. Non si ricordava nemmeno più quand’era l’ultima volta che aveva mangiato qualcosa di diverso da un panino per cena.
- Chissà dove cavolo si è cacciata Ninfee questa volta? Quando mia sorella tornerà a casa si arrabbierà di sicuro con me. Questa volta però col cavolo che vado a cercarla.
Nonostante il nervosismo però, Cam non potè fare a meno di notare il pesante silenzio che era tornato in quella casa.
- Quella stupida fata!
Cam sbattè il mezzo panino rimasto nel piatto e si avviò verso la porta, ma non fece in tempo ad aprirla che la sorella sbucò dietro l’uscio.
- Che fai? Esci a quest’ora?
- Come mai fai sempre più tardi la sera?
- Non cambiare discorso. Dov’è Ninfee?
Cam si voltò cercando di allontanarsi il più possibile dal pericolo ma Sam lo agguantò per la maglia stritolandolo.
- Rispondi, dov’è? Non dirmi che l’hai cacciata di nuovo!
- Io non ho fatto proprio un bel niente, lasciami! Così non respiro!
- Allora mi vuoi dire dov’è andata?
- Non lo so! È volata via.
- Non è il momento di fare dell’ironia! Stupido!
- Non sto scherzando! È davvero volata via.
- L’avrai sicuramente fatta arrabbiare!
- Perché dai per scontato che è colpa mia?
- Perché è sempre colpa tua!
- Io le ho solo detto che doveva mettersi studiare seriamente e quella viziata sclerata se ne è andata!
- Sai qual è la verità? Siete due bambini e io non ho ne voglia ne tempo di starvi dietro!
- Quindi che facciamo?
- Semmai che farai tu! Io non farò proprio un tubo! Arrangiati!
- E Ninfee? Non dirmi che non sei preoccupata.
Sam era talmente tanto nervosa che non era nemmeno sicura di quello che provava in quel momento. Ormai era abituata a far finta di niente davanti a suo fratello, ma ignorare la notte precedente anche con Ninfee era stato difficile. L’aveva evitata alla mattina, al pomeriggio si era rinchiusa in palestra e se le andava bene anche quella sera sarebbe riuscita a non vederla. Più ci pensava e più si sentiva terribilmente meschina.
- Ti aiuterò a cercarla. Ma sia chiaro che lo faccio solo per lei.
- Tranquilla; non mi aspetto che tu compia un miserevole atto di carità per il tuo fratellino.
- Non fai ridere.
- Non era mia intenzione.
- Vuoi perdere altro tempo oppure hai intenzione di darti una mossa?
- Sei sempre gentile come una zitella inacidita sorellina.
Sam lo fulminò con lo sguardo.
- Quello sguardo truce non è per niente femminile Sam.
La sorella non ci pensò due volte e gli assesto un colpo sullo stomaco e mentre Cam era ancora piegato in due lei si diresse fuori per cercare Ninfee.
- Ma dove cavolo può essersi cacciata?
- Ninfeeeee!
- Ma cosa urli scema! Ti pare che ti possa sentire. Ti ho detto che se ne è andata. Se fosse ancora qua lo saprei, non credi!
Il visino di Ninfe spuntò da sopra il tetto.
- Ciao Sam! Ben tornata a casa!
Cam strabuzzo gli occhi e la sorella lo guardò con aria di sufficienza di rimando.
- Meglio che non dico niente.
- Scusa, ma che ne potevo sapere io che quella era sul tetto!
- Taci va! che ti conviene.
- C’è qualche problema?
- No tranquilla. Puoi scendere per favore.
Ninfee si lanciò letteralmente dal tetto per planare dritta tra le braccia di Sam e stringerla in un abbraccio.
- Ma che fai?
- Sam è tutto il giorno che ti aspetto.
- Lo sai che ho gli allenamenti.
- Si ma questa sera sei tornata tardissimo.
Sam la strinse forte e si sentì malissimo per averla evitata tutto il giorno e aver pensato di mandarla via dalla sua camera. Ninfee era forse la prima vera amica che avesse mai avuto.
- Tranquilla, ora sono tornata. Che ne dici di rientrare.
- Hei voi due! Guardate che ci sono anche io!
Cam venne completamente ignorato.
- Senti Sam ti dispiace se da oggi io dormo sul tetto?
- Come sul tetto?
- Sai, stando sotto il cielo mi sento molto meglio. Come posso dirti, mi sento più a casa. Nella mia terra passavo moltissimo tempo all’aperto.
- Se questo ti rende felice puoi starci finche ti pare. Anche perché si da il caso che il tetto non sia occupato da nessuno per il momento.
- Ti sbagli, lassù c’è un gatto rosso tutto tondo e in un angolo c’è anche un nido di rondini.
Sam scoppiò a ridere.
- A quanto pare avrai compagnia.
- Per te Cam va bene?
Il ragazzo la guardò con aria scocciata e voltandosi le disse: - almeno starai fuori dalle scatole!
- Brutto maleducato che non sei altro!
- Lascia stare Sam, va bene così.
- Non va bene per niente invece! Un giorno di questi gli do una lezione che gli farà entrare in testa le buone maniere!
Alla parola lezione Ninfee si rattristò. Poi la fata prese coraggio e urlò: - Imparerò a fare tutto! Ascolterò tutte le lezioni e studierò a casa. Non darò più fastidio, lo prometto.
Cam si girò sorpreso e vedendo la sua espressione così seria sorrise. Quell’uragano avrebbe dato sempre più problemi, di questo era assolutamente certo. Ma almeno avrebbe spazzato via quel pesantissimo silenzio che opprimeva la casa.
- Non ho mai voluto mandarti via. Sei proprio una sciocchina.
Ninfee non si contenne più dalla gioia e gli saltò al collo.
- Grazie mille Cam! Vedrai farò la brava.
- Si, va bene. Però adesso staccati.
- A vedervi sembrate due piccioncini.
- Che cosa? Non dire sciocchezze! E tu staccati.
- Non fare il timido fratellino.
- Si tonto Cam, non fare il timido.
- Ma la volete piantare!
Se solo Ninfee avesse smesso di trasmettere la sua allegria anche per pochi attimi, Sam e Cam sarebbero sprofondati in un pozzo. Un pozzo senza fondo dal quale sarebbe stato difficile risalire.
- Io vado a dormire, voi continuate pure.
- Continuare cosa? Adesso rientro anche io cosa credi! Tu piuttosto non hai mangiato.
- Male Sam! non si saltano i pasti.
- Nemmeno tu hai mangiato Ninfee.
- Sbagliato! Mentre preparavi il tuo panino ho rubato il vasetto di marmellata e me lo sono portata sul tetto.
- Meno male che era sparita fratellino. Non oso immaginare cosa succederebbe se entrassero i ladri.
- Non puoi vivere di marmellata.
- Sempre meglio di quei disgustosi panini che prepari tu.
- Tu non sei certo una cuoca migliore sorellina!
- Ninfee se vuoi stare qui dovrai imparare ad arrangiarti.
- Tranquilla!
- Questo non vuol dire rubare dalla dispensa degli altri!
- Come sei cattivo Cam.
- Buona notte Ninfee. Ignora mio fratello.
- Senti un po’ tu.
- Buona notte!
- Ninfee sicura di voler dormire lassù.
- Si.
- Va bene.
Con un agile salto Ninfee spiccò il volo e raggiunse il tetto.
- Speriamo solo che non combini guai.
- Tranquilla mammina, se la saprà cavare.
- Non chiamarmi mammina.
- Quanto sei permaloso Cam!
- Non dovevi andare a letto.
- Tranquillizzati; tolgo subito il disturbo!
La risposta secca di Sam spiazzò Cam che si rattristò di colpo e rimase zitto un attimo.
- Non volevo dire questo.
Sam lo ignorò e si chiuse velocemente nella sua stanza.
- Fa un po’ come ti pare allora.
Cam sbatte forte la porta della sua stanza facendo vibrare i muri. Dal lato della sua finestra spunto il viso di Ninfee. Per poco Cam non prese un colpo.
- Che diavolo ci fai lì a testa in giù!
Ninfee picchietto contro il vetro facendogli segno di aprire.
- Mi dici cosa vuoi?
- Volevo solo dirti di fare meno rumore. Hai fatto spaventare il gatto!
- Sai cosa me ne frega del gatto.
- A me importa. Lo stavo accarezzando quando tu hai sbattuto la porta e guarda che è successo!
Ninfee gli mostrò un grosso graffio nella mano destra.
- Così impari a fare amicizia con dei randagi!
- Sei un insensibile!
- E tu una sprovveduta! Vieni qua, forza, che ti medico quella mano prima che faccia infezione.
Cam rovistò per qualche minuto in uno scatolone in cerca di un cerotto.
- Trovato!
- Cos’è?
- Dammi la mano forza, serve solo a coprire il graffio. Mi dispiace ma non ho altro. Non sono un’infermeria.
- Attento! Mi fai male!
- Se stessi ferma farebbe meno male. Ecco fatto.
Ninfee si massaggiò piano la parte della mano coperta dal cerotto.
- Grazie.
- Non fare tutta la carina con me ora, non ho fatto nulla di che.
- Per me fai anche troppo.
Cam si voltò verso di lei e si ritrovò gli occhi di Ninfee puntati dritti nei suoi. Ninfee lo scrutava sperando di trovare nel mare azzurro dei suoi occhi chissà quale tesoro. Cam per un attimo non provò ne disagio ne imbarazzo. Più passava il tempo e più si abituava a quegli occhi da cerbiatto che seguivano ogni suo movimento. All’inizio si era sentito spiato; quasi come se Ninfee stesse invadendo la sua intimità. Poi il suo sguardo era diventato una sorta di ammirazione. Ed era proprio questo a risultargli maggiormente incomprensibile. Cosa poteva mai ammirare una come lei in lui. Proprio lui che non aveva amici. Proprio lui che non sapeva badare alla casa. Proprio lui che feriva costantemente l’unica persona cara che gli fosse rimasta accanto: sua sorella.
- Cam perché mi fissi così?
- Io cosa? Guarda che ti sbagli!
Ninfee sorrise e si avvicinò alla finestra.
- Io torno fuori.
- Ma non hai freddo?
- L’aria fresca mi piace.
- Non è che poi ti ammali? Di la verità; vuoi una scusa per saltare la scuola.
- Sei il solito malfidato.
- Ormai ti conosco.
- Non sai quanto ti sbagli.
Detto ciò la fata tornò tranquilla sul tetto lasciando Cam impalato in mezzo alla sua stanza. Intanto nella camera di fianco le luci erano già spente e al di là del muro si potevano sentire forti singhiozzi di pianto e di rabbia. Solo il buio era complice di queste lacrime.


Salve a tutti. Chiedo innanzi tutto scusa per i toni un po' drammatici che ho dato a questo capitolo. Purtroppo Cam e Sam hanno un rapporto difficile, causato dalla mancanza di una figura adulta di riferimento. Entrambi stanno iniziando ad aprirsi, complice l'energia e il buon umore di Ninfe. Presto verranno travolti dalle loro avventure e impareranno ad essere davvero una famiglia. Spero continuerete a seguirmi  =)
Un bacio a tutti, 
Dreamer93
  
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