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Autore: Marty_Winchester    16/04/2013    2 recensioni
Inizierò anch'io a scrivere con un'idea definita sugli sviluppi, è un modo per mettersi alla prova.
ogni bacio può creare storie incredibili, frutto di fantasia ed ispirazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: Un bacio pieno d'odio
Autore: Mimì_Love_Winchester
Fandom: Supernatural
Personaggi: Nuovo personaggio/Nuovo personaggio/Nuovo personaggio/Sam
Rating: Verde



Sono bloccata, spiaccicata contro il muro del mio salotto da ore: sono incinta e dovrei urinare, l’ultima cosa che voglio a farmela addosso davanti a Lui. Il demone nella stanza mi alita in faccia, pochi millimetri e la distanza tra le nostre bocche sarà nulla; ogni fibra nel mio corpo vorrebbe ucciderlo, se solo arrivassi alle mie armi…
Un breve istante e le labbra putride di quel mostro sono sulle mie, anche la mia lingua è costretta a danzare con la sua. Un senso di nausea alla bocca dello stomaco non fa che aumentare la mia agonia: lacrime salate e numerose sfuggono al mio controllo.
Nella pancia riesco a sentire la mia bambina scalciare, pensare a lei mi da forza e mi spinge a non arrendermi mai. Le sensazioni spiacevoli che mi provocano le mani del demone, sul mio corpo, mi sembrano meno acute se chiudo gli occhi e penso a mia figlia.
Attraverso le palpebre chiuse, riesco a vedere una luce intensa; ben presto la lingua tagliente del demone abbandona il contatto con la mia, le sue mani non importunano più il mio corpo e non avverto più il suo fetore. Il sollievo e la pace invadono il mio corpo.
Non ho esitazione e apro gli occhi. Nella luce, ormai flebile, scorgo un volto: una donna bruna e sorridente.
«Mary! Oh Martina, sorellina mia!»
Cerco di correrle incontro, ma sparisce e tutto si fa scuro.



Apro gli occhi e mi metto velocemente seduta, sento ancora le mani di quel demone su di me e un sapore rancido in bocca. Non sopporto più questo sogno, mi perseguita da due anni, cioè dalla sera in cui è scomparsa la mia sorella più giovane. Pensare a lei mi fa sempre scappare delle lacrime, che velocemente lasciano spazio a dei singhiozzi di puro dolore.
«Vanny, amore»

Mio marito, Sam, mi stringe velocemente in un abbraccio. Lo stringo forte, lasciando che le emozioni fuori escano sotto forma di lacrime.

«Ancora quel sogno?»
Non rispondo, non è una vera domanda. Mi do forza, asciugo le lacrime e bacio dolcemente mio marito. Mi sporgo verso il comodino, prendo in mano il cellulare e controllo se ho ricevuto chiamate o messaggi. Il cellulare mi segnala la presenza di un messaggio, il mittente è Niky. Apro con impazienza il messaggio di mia sorella Veronica, ma tiro un sospiro di sollievo quando leggo semplicemente: “Buongiorno. Sarò fuori da casa tua alle undici, ti prego non farmi aspettare come tuo solito”.

«Sicura che non vuoi che venga anch’io?»

«No Sam, è una cosa che dobbiamo affrontare solo noi due»
Mio marito annuisce. Ci scambiamo un lungo bacio, il tempo sembra fermarsi, ma così non è: mi rendo conto che avevo dieci minuti per prepararmi, ben dodici minuti fa. Maledizione, sono sempre la solita.


Quando entro nella macchina di mia sorella, non ricevo un saluto molto caloroso.
«Ti avevo chiesto di essere almeno puntuale»

Mi dice a mo di saluto, mentre accende la macchina e da gas.
«Mi dispiace…»

«Non ti scusare, tanto sei sempre una ritardataria. Se quella volta fossi stata puntuale, forse a quest’ora saremmo a preparare la festa di compleanno di nostra sorella, non in macchina verso il cimitero, a salutare una tomba vuota!»

«Non farmi sentire in colpa adesso! Mi sento malissimo, ogni volta che la penso!»

«Non puoi capire come mi sento io: noi siamo cresciute insieme. Tu eri grande, avevi lo studio e gli amici, io avevo quasi solo lei. Giocavamo insieme, siamo maturate insieme, avevamo comprato casa insieme e volevamo invecchiare insieme»

Niky non riesce a trattenere le lacrime, scuote la testa e si accende una sigaretta. Non riesco a sopportare di vederla così, mi volto e rivolgo la mia attenzione al paesaggio fuori dal finestrino.
Martina era una donna solare, sempre gentile e fin troppo buona. Aveva degli occhi molto belli, di un castano profondo e caldo. Credeva di essere debole, ma secondo me ci vuole una grande forza d’animo per dare affetto quasi incondizionatamente.
Quella sera non la scorderò mai: era il ventiquattro maggio, il compleanno di Mary e lo stesso giorno in cui cade l’anniversario della sua sparizione, cioè oggi. Dovevamo vederci fuori dal suo locale preferito, le avevo detto che non era un bel quartiere, ma lei mi aveva liquidato con un allegro “se sarai puntuale, non succederà niente a nessuno”.
Non fui puntuale.

Sto per tirare un forte pugno sul cruscotto, ma avverto una strana pressione alla spalla e mi volto di scatto. Niky ha avuto la stessa reazione, mi fissa senza capire, riprendiamo coscienza del presente a seguito di un forte rumore di clacson.

«Niky attenta!»
Afferro il volante e sterzo; finiamo fuori strada, la macchina scende velocemente lungo una discesa, Niky frena, ma l’impatto contro un albero è comunque violento.

***
Quando riprendo coscienza, sono molto spaventata per la salute della mia bambina in grembo.
«Tranquilla, lei sta bene, ma non posso dire la stessa cosa per Veronica»

Il terrore si fa largo dentro di me, la situazione in cui mi trovo è uguale al mio sogno, ma Niky non dovrebbe esserci.
La bocca del demone è a pochi millimetri dalla mia, la situazione cambia velocemente e mi ritrovo la sua lingua appiccicata alla mia. Non ho mai provato un odio così profondo legato a un gesto che dovrebbe essere piacevole.
Mi sento la nausea, fisso l’essere dagli occhi neri con uno sguardo omicida mentre si permette di toccare le mie forme.
Una luce intensa e familiare invade la stanza, vorrei tenere gli occhi aperti, ma è impossibile. Non appena si affievolisce, apro le palpebre con impazienza, ma nella stanza trovo solo Veronica.

«Si sto bene grazie»
Dice Veronica, un po’ offesa per lo sguardo deluso che le rivolgo.

«Non è quello, ma mi aspettavo di vedere…»

«Me?»
Ci voltiamo di scatto e vediamo nostra sorella, Mary, luminosa e circondata da un paio di ali.


**angolo dell'autrice**
Dedico questo capitolo a delle persone molto importanti per me: Vanny e Niky <3 le quali hanno accettato di farmi da "cavia" per questo capitolo :) Mi sono messa dentro anche io (Sono Martina xD)
Salutiii a tutti!

   
 
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