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Autore: uadjet    16/04/2013    0 recensioni
“Devo trovare assolutamente Will” stava spiegando la ragazza con uno sguardo pieno di determinazione negli occhi nocciola, “dobbiamo sposarci”.
“COME??” urlammo all’unisono io e il Commodoro.
“Che ci fai ancora qui? Questa non è una conversazione che ti riguardi” sibilò Norrington al mio indirizzo, mentre gli occhi si erano ridotti a due fessure.
“Non credo proprio” lo rimbeccai saccente, “dopotutto Will è mio fratello, no?”
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davy Jones, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, James Norrington, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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2.

La “Taverna dell’Impiccato” era un caleidoscopio di boccali trabordanti birra, seni penzolanti e corsetti allentati, che faceva perdere la cognizione dell’equilibrio a chiunque varcasse la soglia. Appena entrata cercai di individuare i miei amici, evitando di calpestare gli avventori distesi a terra e le loro pulzelle, e fu allora che lo notai. Beh, era difficile non farlo, visto la luce che egli emanava: sembrava quasi che emettesse un fascio di luce propria, tanto era diverso dalle persone vicine a lui. E non lo pensai certo per la sua avvenenza, nascosta sotto una barba incolta e vari strati di vestiti ormai scoloriti, o per la sua lucidità in una marea di gente ubriaca marcia, ma per l’aura che fuoriusciva da lui; quell’uomo era diverso, decisamente diverso da tutte le persone che avessi mai incontrato nella mia breve vita. E quello che sentii (grazie al mio udito notoriamente sviluppato, modestie a parte) dire lì vicino mi fece incuriosire ulteriormente.
<< Ti dico che è lui, che mi venga un colpo se non è vero!!>> stava sussurrando un vecchio al suo compare, a due tavoli di distanza da lei.
<< Certo, quindi Jack Sparrow sarebbe in questa taverna e starebbe cercando disperatamente uomini per la sua ciurma …>> rispose indispettito l’interlocutore. “Jack Sparrow?! Quel Jack Sparrow??!” pensai incredula; se era lui l’uomo leggendario di cui mio padre aveva sempre parlato, potevo capire lo strano alone che lo distingueva da tutti gli altri.
<< No, non è solo questo, il Capitano sta arruolando nuovi marinai e mozzi per un viaggio nell’oceano … E pare che voglia anche pagare tutti gli uomini che accetteranno!!>> il primo uomo, dopo aver detto ciò, si volse come per cercare qualcosa di fondamentale per lui, << Eccolo, è lì!>> concluse indicando l’oggetto del mio interesse improvviso.
Fu allora che qualcosa nel mio profondo scattò. Non pensai nemmeno alle conseguenze, al necessario abbandono della mia nave, della nave di mio padre, per un viaggio con un perfetto sconosciuto in luoghi altrettanto sconosciuti, ma forse fu proprio il fatto di trovare uno scopo alla mia vita che mi spinse a dirigermi verso quel tavolo. Avvicinandomi notai che sul banco si trovava una pergamena, una specie di elenco su cui venivano annotati i nomi dei volontari arruolati, accostato ad una boccetta d’inchiostro con una penna per scrivere.
<< Salve, Capitano Sparrow>> esordii sicura di me, rivolegendomi all’uomo e voltandomi solo per un momento verso il suo accompagnatore. “Sarà un componente della ciurma, non può essere altrimenti” pensai voltandomi nuovamente verso Sparrow.
<< Ciao, cara, e tu sei …?>> cominciò lui, con uno sguardo (secondo lui) da seduttore. A malapena mi trattenni dall’alzare gli occhi al cielo: forse l’apparenza mi aveva ingannata. << Non ho intenzione di perdere tempo, anche perché potrei pentirmi della mia decisione, quindi, evitando inutili presentazioni, ora firmerò questo foglio ..>> lo interruppi, << se non le dispiace>>.
Il suo sguardo apparve per un momento (mi chiesi perché mai) disorientato, dicendomi sbalordito:<< Ma quindi tu saresti un pirata? E io che ti credevo una ragazza del locale con molta originalità …>> concluse ridendo volgendosi verso il suo compare. Vidi rosso. Va bene che non ero quella che si chiama proprio una nobildonna, ma una puttana no di certo; stavo appunto per tirare fuori la sciabola per la seconda volta in tutta la mia vita quando un uomo mi scansò improvvisamente. Non era la giornata giusta, quindi mi voltai seriamente infuriata contro il disturbatore: mi sbalordii per la capacità di alcuni uomini di toccare gli abissi più profondi, perché questo li aveva superati da un bel pezzo. Il volto era coperto da uno spesso strato di sporco, i vestiti puzzavano di escrementi e in testa aveva perfino una specie di parrucca che doveva averne passate di cotte e di crude.
<< Gibbs, ma questo adesso chi è?>> chiese Sparrow leggermente spaventato, guardando me: forse credeva che fosse il mio protettore.
<< Io non lo conosco di certo>> risposi rivolta a lui: necessitavo di fargli sapere che me la sapevo cavare benissimo da sola, non avevo certo bisogno di un uomo, specie in quelle condizioni!
<< E qual è la tua storia?>> disse Gibbs, rivolto al barbone che adesso aveva, notai con un pizzico di timore, un’aria stralunata.
<< La mia storia è esattamente la tua storia, ma solo un capitolo indietro; ho inseguito un uomo per i sette mari …>> a quelle parole il Capitano si voltò improvvisamente verso di lui, come se di colpo avesse intuito una profonda verità: nel frattempo anch’io capii che quella storia sarebbe finita male, e cercai di limitare il prima possibile i danni.
<< Senta, signore, forse è meglio evitare scenate in tutta questa calca, non vorremo che qualcuno si faccia male, n …>> << Sta’ zitto, ragazzino>> rispose lui di rimando senza degnarmi di uno sguardo e appoggiando i palmi delle mani ai lati del tavolo, in modo da trovarsi di fronte al suo ipotetico interlocutore.
“ Non sarà mica Sparrow quello di cui sta parlando?! E’ un uomo coraggioso, il capitano” pensai, sempre più dubbiosa però riguardo alla persona che mi trovavo davanti, in carne ed ossa.
<< Dargli la caccia mi è costato il mio equipaggio, il mio incarico, la mia vita …>> continuò lui imperterrito, a voce sempre più bassa, mentre negli occhi dei due uomini di fronte a noi si faceva strada la consapevolezza di chi si trovavano davanti.
<< Commodoro???!>>
 
  
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