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Autore: Lady_Wolf_91    17/04/2013    1 recensioni
"...non voglio che tu muoia per me Annabeth..." lei scosse leggermente la testa "non capisci? sono morta ogni giorno aspettandoti..."
Masterplane è la parte conclusiva di Reborn e Bitten...buona lettura =)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Reborn, Bitte, Master Plan'
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Sentii qualcosa di caldo e lisci bagnarmi il volto, aprii gli occhi ritrovandomi davanti il muso sporco di sangue di Jacke, mi aggrappai alla sua pelliccia e mi tirai su, Daphne e Kevin, ritornato umano, fissavano una delle due buche, la prima che aveva funzionato “cosa ne facciamo di loro?” li raggiunsi osservando la ragazza con la treccia, raggomitolata su un lato che continuava a tremare per il dolore “lei è veloce, li lasceremo andare, racconteranno ciò che è successo, e parleranno agli altri del patto, magari, loro accetteranno” “e perché dovrebbero? È molto più probabile che ne mandino altri” “abbiamo ucciso due purosangue e sconfitto una chimera, non credo siano così stupidi” “è stata solo fortuna!” “ma loro non lo sanno” “non credo sia una buona idea” “secondo te invece, ucciderli è una buona idea? Quando non li vedranno tornare non si faranno domande? Fidati, è meglio così, dobbiamo solo sperare che accettino il patto!” “sei fissata con questo patto” “si lo sono! È già stato versato abbastanza sangue” sbuffò e fissò Kevin “ce la fai a tirarli fuori da li?” lui annui, e con l’aiuto di Jacke tirò fuori i due purosangue, la ragazza, tremando ancora, si guardò intorno, osservando i corpi privi di vita dei suoi compagni, Daphne le si parò davanti “fa di loro ciò che vuoi, ma sparite e recapita un messaggio agli altri tuoi amici” gli spiegò i dettagli del patto, sospirai e mi voltai a guardare Jacke, corsi ad abbracciarlo, lui mi baciò la fronte “scusa se sono scappata” “tu non sei scappata, ci hai dato una speranza” “lo so” “allora perché ti scusi?” alzai le spalle, maledicendomi subito, un’intensa scossa di dolore mi attraversò tutta la schiena, raggiungendo la gamba sinistra “…siamo messi tutti un po’ male, vero?” “si, ma siamo vivi” “si, lo siamo” rimanemmo abbracciati per alcuni minuti, fin quando Daphne non si avvicinò “che ne dite di tornare a casa?” annuimmo e aiutati dalla chimera, tornammo indietro.
Annabeth schizzò fuori, come una scheggia impazzita, e si buttò sulla chimera, affondando nel pelo sporco di sangue, lui, si sforzò di non allontanarla o ringhiare, “l’ho riportato, come promesso” mi guardò con gli occhi pieni di lacrime e annui, entrammo in casa e Bob ci aiutò a sistemarci sul divano, portandoci poi qualcosa da bere “Cristal?” “…non è messa proprio bene, possiamo solo aspettare e pregare” pregare, non avevo fatto altro per tutto il giorno “Tim?” “è con lei, ma ora dovreste riposarvi, non avete una bella cera” guardai Annabeth e mi morsi un labbro “no, no, c’è ancora una cosa da fare” mi alzai, mentre tutte le mie ossa protestavano, le ignorai prendendo l’amuleto dalla tasta dei jeans strappati, lo allungai verso Annabeth “…con Mike ha funzionato…anche se, non è stato un bello spettacolo” lei annui prendendo il prezioso oggetto tra le mani, uscii di corsa fuori, raggiungendo la chimera “sai cos’è questo vero? Io…io non lo so se tu mi capisci ma…ti prego…indossalo” allungò la mano voltando la faccia, lui annusò a lungo il ciondolo, poi lo prese delicatamente con l’enorme zampa e lo indossò, proprio com’era successo poco prima, iniziò a tremare, finché, la chimera non scomparve, risucchiata completamente, dall’amuleto, lasciando il posto a Lucas, il Lucas che tutti conoscevano, Annabeth si lasciò cadere a terra, coprendosi il volto con le mani, non riuscendo più a trattenere le lacrime, lui le prese dolcemente il volto tra le mani e l’attirò a se, abbracciandola.
Bob fu il primo a raggiungerli, portando con se dei vestiti, in silenzio poi, anche noi ci avvicinammo, vederli riuniti, abbracciati e felici, mi ripagò di tutto, di tutto il dolore, la paura, mi fece sentire bene, come se non avessimo appena combattuto, come se non avessimo appena rischiato la vita, vederli con Kalea, vedere una famiglia, che il destino aveva separato, finalmente riunita era la ricompensa maggiore.
Con ancora in braccio la piccola Kalea, Lucas abbracciò Kevin e Daphne e, dopo un attimo di esitazione, abbracciò anche noi, Daphne sembrava sul punto di scoppiare in lacrime “non posso crede che abbia funzionato davvero” lui si rabbuiò “sappiamo che funziona, ma non sappiamo per quanto…Bob, il tuo amico?” “sono riuscito a contattarlo, vi aspetta, ma non può promettervi nulla” Annabeth gli prese la mano, lui lasciò scendere la piccola “no, andrò da solo” “cosa? Lucas!” “no, io…potrei tornare a essere quella cosa in qualsiasi momento e, non voglio rischiare di…non voglio che tu muoia per me!” lei gli prese il volto tra le mani, sorridendo dolcemente “non capisci? Sono morta ogni giorno aspettandoti, non puoi chiedermi di rimanere qui e aspettare…non di nuovo” la guardò a lungo “e…Kalea?” feci un passo avanti “penseremo noi a lei” lui mi guardò e io distolsi lo sguardo “cosa c’è?” “niente, solo…è strano, non vedere più i tuoi occhi rossi!” sorrise e quell’atmosfera di tensione, magicamente, si sciolse, lasciando posto a una leggera risata liberatoria.
 L’addio a Kalea non fu particolarmente doloroso, lei sembrò capire tutto ciò che la madre le diceva, li abbracciò forte e, senza piangere, corse da me e la presi in braccio “se i purosangue dovessero farsi vivi…” “ve lo faremo sapere, non preoccupatevi, pensate solo a trovare una soluzione” annuirono sorridendo e, mano nella mano, di allontanarono, andando incontro al loro destino.
Due giorni dopo, la ragazza con la treccia tornò a farci visita, insieme ad un uomo, dai lunghi capelli grigi e un solo occhio verde, mi prese la mano graffiandola e mi fece fare lo stesso con la sua, poi le stringemmo, sigillando in quel modo il nostro patto, dopotutto, le cose alla fine, erano andate nel migliore dei modi.







NB
a domani con l'epilogo ^^
 
   
 
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