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Autore: Nihal07    17/04/2013    2 recensioni
"Detto questo Sakura se ne andò all’istante.
Maledicendo Naruto e la sua stupidità.
Maledicendo quella donna, sempre più carina e sexy.
Maledicendo il suo maestro, ma senza sapere il perché."
1. Se amate la Kakasaku, siete i benvenuti!
2. Se amate la KakaKure, potreste rimanere delusi.
Grazie a chi passerà!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Kurenai Yuhi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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GRAZIE ANCORA A TUTTI!! =D

Capitolo XI
 

Per tutto il viaggio di ritorno Kakashi e Sakura non si parlarono. La rosa riuscì perfino ad evitare scenate di gelosia verso Kurenai, la quale, imperterrita, era concentrata sul non lasciare mai l'uomo.
Arrivati a Konoha, Sakura tirò un sospiro di sollievo.
Prima di andare da Tsunade, passarono a casa di Kakashi. L'uomo doveva raccogliere delle pratiche da consegnare all'Hokaghe.
Naruto ne apporfittò per andare in bagno. Finalmente avrebbe smesso di lamentarsi con Sakura riguardo il fatto di correre con la continua necessità di andare a fare pipì.
La ragazza guardò le due foto che Kakashi teneva sopra lo stipite del letto: una era la stessa che aveva lei, quella del team 7, e l'altra? Assomigliava molto alla loro. Probabilmente il vecchio team del maestro. Ma perchè non aveva visto nessuno di quei ragazzi prima d'ora? E quella ragazzina, chi era?
Quando Naruto finì la sua seduta, si diressero tutti da Tsunade.
"Vedo che avete fatto presto."
"Sì Hokaghe, il lavoro era meno di quanto ci aspettassimo."
"Bè, potete andare. Per adesso potete riposarvi."
Tutti abbassarono la testa in segno di saluto e uscirono, tranne Sakura che fu fermata prima.
"Sakura!"
"Si?"
"Tutto bene?"
"Certo Lady Tsunade."
Non poteva certo dirle che provava qualcosa per il suo maestro.
"Come è andata la missione?"
"Bene. Come le ha detto Ka... Insomma, il Maestro Kakashi..."
"Ti vedo strana oggi."
"Sono solo un pò stanca. Posso farle una domanda?"
Tsunade annuì.
"Il maestro Kakashi faceva parte di un team come il nostro?"
Tsunade annuì di nuovo.
"Chi era quella ragazza?"
L'Hokaghe abbassò lo sguardo. "Una sua compagna di squadra."
"Ma non ce ne ha mai parlato. Nemmeno del ragazzo di fianco a lui nella foto. E poi, non li ho mai visti a Konoha."
"Perchè non possono farlo. Sono morti Sakura..."
"Ah... Io... Mi dispiace..." La ragazza si rattristì in volto.
"Io non so molto riguardo questa storia."
"Non importa." Sakura sorrise. "La ringrazio." Fece per andarsene, ma Tsunade la fermò.
"Sakura..."
"Si?"
"Lei e Kakashi stavano insieme."
Tsunade non sapeva se era giusto dirglielo, ma ora non aveva più importanza. Rin era un ricordo, un bellissimo ricordo che balenava ogni tanto nella testa di Kakashi. Lui ormai aveva superato la cosa. Sperava avesse superato tutto.



Sakura si tirò sù di colpo.
Erano solo le 21.00, e sicuramente Kakashi non stava dormendo
.
Dopo l'incontro con Ino e le altre si era fatta coraggio. Tutte le sue amiche avevano fatto una scelta. Perchè non anche lei? Era sempre stato il suo maestro, nulla poteva cambiare. Lui avrebbe scoperto tutto? Al diavolo. L'avrebbe sempre visto ogni giorno. sarebbero comunque andati in missione insieme. L'unica differenza stava nel fatto che lei si sarebbe liberata di un peso che la opprimeva sempre di più. Poi chissà, magari quello che provava per lui sarebbe scomparso. Se ne sarebbe fatta una ragione.
Scese le scale ed imboccò la strada per arrivare a casa di Kakashi.
Bussò un paio di volte, e pregò di non trovarsi Kurenai davanti.
Come previsto, le sue preghiere furono ascoltate.
Kakashi aprì la porta.
Lo trovò come l'aveva lasciato, tranne per il fatto che non indossava nè il coprifronte, nè il giubotto della divisa.
"Ti serve qualcosa Sakura?"
"Ehm, no... O meglio, si... Devo solo parlarle..."
Ora si che c'era un problema. Rischiava di fare un collasso da un momento all'altro.
"Ok, entra pure."
Sakura entrò, e Kakashi chiuse la porta.
"Vuoi sederti?"
La ragazza negò con la testa.
"Per caso è successo qualcosa di grave? Sembri..."
"Agitata?"
"Si, probabilmente come termine va bene."
"Il punto è che non so da dove iniziare, quindi cercherò di essere breve. Potrebbe non uscire come vorrei dirlo realmente, ma ormai sono qui."
Sakura respirò profondamente.
"Può sembrare sbagliato. Insomma, tu stai frequentando Kurenai, ma dato che sono all'oscuro di tutto, non posso saperlo con certezza. Inoltre te lo sto dicendo perchè credo che facendo così, quello che sento passerà. Non mi sto illudendo di qualcosa se è quello che pensi."
O almeno la sua parte razionale non si stava illudendo.
"Ehm, Kurenai che centra?"
"Io... Mi sono innamorata di te..."
Diamine! L'aveva detto!
Si sentiva tremendamente libera! Non riusciva a pensare a cosa sarebbe successo dopo, ma stava meglio. Tremendamente meglio! Ok Sakura, non iniziare a saltare dalla felicità, perchè il peggio arriva adesso.
Kakashi rimase spiazzato dal comportamento della ragazza.
Non era proprio lui quello che aveva iniziato a supporre qualcosa? E allora perchè si ritrovava là, in piedi, senza dire nulla?
Ora toccava a lui. Forza, bastava dire qualcosa. Che cosa? Non sapeva nemmeno lui cosa provava in quel momento. Fermare il tempo sarebbe stata un'ottima soluzione.
Peccato che non poteva sparire come faceva di solito. O tirare fuori una delle sue tipiche frasi. Maledetti sentimenti!
Guardò in basso.
La ragazza si portò le mani dietro la schiena. Era davvero imbarazzata. Scocciata per di più. Quanto ci voleva? Perchè non le diceva niente? Andava bene qualsiasi cosa... Tranne un: mi fai schifo!
Ma lui non era il tipo di uomo che rispondeva così ad una ragazza. E se gli avesse detto che era troppo piccola? Maledetto tempo! Perchè non l'aveva fatta nascere prima? Come...
Come Rin... Forse...
Il punto era che lei lo amava. Era veramente innamorata di lui. Molti avrebbero potuto dire: "Se lo toglierà dalla testa", oppure, "Non è una cosa così seria." Invece lo era. Perchè loro non potevano capire. Lui aveva fatto in modo che lei amasse sè stessa.
Lei poteva dargli tutto quello che lui aveva dato a lei però? Non lo sapeva. Ma sapeva che poteva dargli molto. Se solo...
Alzò gli occhi, sentendo la pressione della mano di lui sulla sua spalla.
L'uomo puntò i suoi occhi in quelli di lei.

Che cosa aspettava? Che cosa doveva fare per fargli capire quanto lo amava?
Forse l’aveva già capito. Soltanto non poteva interessargli più di tanto.
La ragazza spostò bruscamente la mano dell’uomo.
“Sto morendo dentro, e tutto quello che riesci a fare è guardarmi e non dire niente?”
“Sakura…”
“No, non pronunciare il mio nome sperando che qualcosa cambi, che io mi calmi! Ogni volta, ogni singolo momento che ti vedo, il mio cuore sembra fermarsi, nonostante continui a battere, e più veloce di prima; trattengo il respiro, sperando di non fare rumore e di non rovinare tutto, e le mie aspettative vengono sempre ridotte in mille pezzi!
Dimine! Sbattimi la porta in faccia, dimmi che tu non provi, e non proverai mai niente per me, ma non stare zitto! Sai, i tuoi silenzi uccidono molto più di qualsiasi tua parola, perché non so cosa pensare. “
La rosa si fermò un attimo e abbassò lo sguardo. “Non puoi nemmeno immaginare cosa vuol dire, ogni giorno, sentire la tua mancanza, sentire che qualcuno potrebbe farti felice, ma questa persona non sono io. È vero, per te dovrei soltanto volere la felicità più assoluta, ma sono tutte cazzate! Qualsiasi persona con buonsenso capisce quando è ora di lasciar andare, ma non in amore. La verità è che voglio essere io quella persona che può darti tutto. Chiamami egoista se vuoi, ma questo non cambierà il fatto che voglio essere io ad abbracciarti ogni volta che torni a casa. Voglio essere io la donna che può farti sorridere anche nei giorni più difficili, non una donna qualunque, la quale viene portata a letto da qualsiasi uomo. Voglio essere io la donna che ti prenderà per mano, che camminerà con te, non perché è costretta, ma perché sentirà il bisogno, il desiderio di farlo. Ed è difficile fare finta che questa sensazione non esista.
Ho sempre pensato che voi uomini foste tutti uguali. Su cento uomini però ho scelto te, perché voglio credere che su cento uomini, ce ne sia uno di diverso, di speciale. Speciale per me.”
La ragazza diede le spalle al jonin e aprì la porta. “Voglio crederlo perché ti amo Kakashi.”
Prima che le lacrime potessero rigarle il viso, Sakura chiuse la porta dietro di sé, e iniziò a correre verso casa.
Arrivata davanti alla porta si guardò l’ultima volta alle spalle.
In un film lui sarebbe tornato a prenderla, l’avrebbe presa per mano, e forse, baciata sotto la pioggia.
Entrò dentro casa, chiuse la porta e colpì violentemente il muro fino a farsi male.
Quella sera avrebbe sognato quello che non poteva avere.
Lui sotto casa sua.
Lei che scendeva.
E poi chi lo sa…
Magari lui sarebbe rimasto lì per tutta la vita.
E lei sarebbe stata felice.


Non so se come capitolo vi piacerà, ma voglio dire una cosa: ho davvero cercato di metterci tutta me stessa, in quanto in questo periodo, provo molte cose di quelle che ho scritto.
Grazie per essere arrivati fino a qui.
Alla prossima!
Nihal

  
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