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Autore: Kaimy_11    17/04/2013    1 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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45

45. Partenza

 

 

 

Areal sedeva sul pavimento freddo dei sotterranei, svegliarsi senza Draco accanto non era stato molto piacevole, ma ancor peggio era stato vedere il biondo tanto agitato in quegli ultimi giorni.

Quando il passaggio nel muro si aprì, il ragazzo teneva in mano una valigia, aveva il volto abbassato e si stupì di trovare la ragazza seduta poco più avanti.

-Potevi anche entrare- le disse

La Corvonero lo guardò in silenzio. –Parti?-

Draco avanzò lasciando richiudere il passaggio. –Sì. Solo due giorni, non temere-

Areal si alzò in piedi e lo guardò negli occhi. –Torni a casa?-

-Sì, sta tranquilla- la salutò posandole una bacio sulla fronte.

Stava per andarsene, quando la ragazza lo richiamò.

-Draco…-

-Non fare domande!- l’ammonì.

Areal sospirò e distolse lo sguardo da Draco che saliva le scale dei sotterranei. Sarebbe bastato andare in giardino per potersi Smaterializzare, da quando il preside era Piton, le cose erano leggermente cambiate.

 

-Cara ragazza, vado di fretta- tentò di giustificarsi il piccolo professor Vitious.

Areal scosse il capo. –È di vitale importanza, signore-

Detto ciò la giovane chiuse le porte dell’aula d’incantesimi ed estrasse la bacchetta.

L’insegnante la guardò senza parlare, mentre lei si avvicinava alla porta chiusa e mormorava formule puntando la bacchetta.

Pochi secondi dopo una barriera azzurrina e vibrante proteggeva l’uscita. 

Vitious capì le intenzione della ragazza ed iniziò a scagliare incantesimi sulla barriera, che tuttavia li assorbiva tutti alla perfezione.

-E non è finita!- trillò Areal, dopo aver rimosso la prima barriera.

La ragazza corse al centro della sala e ricreò una barriera attorno a lei. L’insegnante riprese a scagliare incantesimi che non ferirono mai l’allieva, perfettamente protetta dalla barriera.

-Dove hai imparato a creare barriere così potenti?- chiese l’uomo, stupito.

Areal fece spallucce. –Ho studiato, devo ancora perfezionarle-

-Sei capace di limitare un passaggio a poche persone, impedendo l’accesso ad altri?-

La ragazza sorrise furba, aveva capito il messaggio. –Basta trovare qualcosa che accomuni queste persone, e il gioco è fatto!-

-A cosa avevi pensato?- l’insegnante abbassò la voce.

-Il marchio…-

Vitious spalancò gli occhi e fece frettolosamente segno alla ragazza di andare, quasi come se fosse rimasto scottato dall’argomento appena toccato. Nessuno nel castello doveva venire a conoscenza della loro discussione.

 

I giorni passarono ed Areal perfezionò le proprie barriere con l’aiuto del professore d’incantesimi, che arrivò a definirla la miglior creatrice di barriere di tutta al scuola.

La ragazza aveva subito capito, sfogliando il libro di Agatha Corvonero, che saper creare barriera protettive poteva tornare molto utile, soprattutto in quell’anno scolastico.

Draco tornò una mattina piovosa, entrò nella sala comune dei Serpeverde accompagnato da Areal come se nulla fosse. I due raggiunsero il dormitorio del ragazzo e si chiusero nella sua stanza.

Mentre il ragazzo disfava la valigia, Areal rimaneva appoggiata contro una parete della stanza, le braccia incrociate e gli occhi sulla schiena del ragazzo.

-Non mi dici nulla?- gli chiese.

Draco sospirò. –Era una riunione di Mangiamorte, va bene?-

Areal trattenne il respiro, odiava pensare al suo Draco in mezzo a tutti quegli uomini in nero. Draco aveva il marchio, ma non era come loro. O quando meno, era ciò che lei pensava.

-Non ti sei chiesta dove sia finito quel maledetto Potter?- sbottò il biondo.

Areal sbarrò gli occhi.

Certo che aveva notato l’assenza di Harry, ma non si era fatta domande, non c’era riuscita dato che non avrebbe mai trovato le giuste risposte.

-Lo sta cercando?...- sussurrò.

Draco serrò i pugni e la guardò con rabbia. –Spero che lo trovi, anzi spero di trovarlo prima io e di consegnarglielo- fece una pausa –Quel dannato Potter ha mandato mio padre ad Azkaban, è stato la causa di tutti i miei problemi ed io voglio che la paghi!-

Areal andò a sedersi sul letto.

Come faceva a dire a Draco che lei era fra quelli che sperava che Harry Potter li salvasse da Voldemort?

Scosse il capo, non ci credeva più a dire il vero. Silente era morto, non c’erano più speranze per nessuno.

 

-Devi liberare la mente, prova immaginando un enorme buco nero che ruota davanti al tuo campo visivo. A me ha aiutato.- Disse Draco.

Areal sedeva al centro del letto, le gambe incrociate e le mani di Draco sulle tempie. Aprì gli occhi blu e studiò lo sguardo ghiacciato del ragazzo con un sopracciglio alzato.

-Basta fare solo questo? Basta solo liberare la mente per proteggere i propri pensieri?-

Draco fece il suo solito ghignò e puntò le ginocchia sul letto per scendere, indietreggiando.

Quando fu in piedi davanti al letto disse: -vedrai che non è affatto così facile.-

Areal rimase in silenzio mentre lui estraeva la bacchetta.

-Sei pronta?- e ad un cenno della ragazza pronunciò: -Leggilimens!-

La ragazza provò all’instante un orrenda sensazione, era come avere una mano nella sua testa che grattava, spingeva e rimescolava i suoi pensieri. Fu costretta a rivivere molte

scene, lei da piccola che piangeva davanti ad una porta sbattuta, lei ancora più piccola che faceva fluttuare un libro di favole verso di lei. Si rivide sul treno per Hogwarts, il suo primo giorno di scuola del primo anno, quando aveva incontrato le cugine Longus.

Si rivide sullo stesso treno in un vagone con Erick mentre Canni gli diceva dove era andata Emma…

No, pensò. Draco era troppo vicino a Voldemort, non doveva sapere.

La forza sconosciuta creò ancora scompiglio fra i suoi ricordi fino ad arrivare al quinto piano della scuola.

Neville, Canni.

-No!-

-Tutto qui quello che sai fare? Mi deludi…-

Areal guardò Draco con affanno, le sembrava di aver corso per chilometri.

-Come pensi di proteggere i tuoi segreti, se perfino io ho libero accesso a tutto ciò che voglio?-

-Ma non ci riesco!- si lamentò.

Draco indietreggiò, infastidito, poi sospirò. –Pensa al buco nero, seppellisci tutte le tue emozioni.- Si voltò verso di lei. –Leggilimens!-

Areal riprovò la stessa fastidiosa emozione e di nuovo fu costretta a rivivere i suoi ricordi, anche ricordi privati come il volto di suo padre il giorno che fuggì di casa, sua zia che le sorrideva, la sua civetta che volava contro il sole…

Tutto quello le provocava emozioni, così provò ad isolarle fino a cancellarle. Immaginò un buco nero e pensò solo al freddo che doveva esserci lì dentro.

Quando Draco abbassò la bacchetta Areal riaprì gli occhi, trovando sul volto del ragazzo un sorrisino stupito.

-Non so come,- disse, –ma sei riuscita a bloccarmi.-

Areal sorrise. –Riproviamo?-

Draco recitò nuovamente la formula ma sta volta ebbe una strana sorpresa.

Nella mente della ragazza rivide tutti i loro momenti passati insieme, il loro primo bacio al termine del quinto anno, le loro notti per i corridoi bui quando erano prefetti, le notti passate insieme nella sua stanza abbracciati silenziosamente sotto le coperte, le loro liti. Tutto ciò visto dal punto di vista di Areal, arrivando quasi a sentire il calore che provava lei.

Abbassò la bacchetta. –Lo hai fatto apposta?-

Areal sorrise.

Anche lui sorrise, o meglio, ghignò. Salì sul letto e la baciò.

 

C’era una camera buia, calda, silenziosa. Su un letto matrimoniale creato dall’unione di due singoli, dormivano beatamente due giovani, belli e glaciali. Uno era un ragazzo dai capelli platino e i lineamenti del viso spigolosi e marcati, mentre l’altra era una ragazza dai lunghi capelli d’ebano, il naso all’insù e le guance tonde.

Riposavano tranquillamente, lui rivolto verso la porta e lei verso la schiena del biondo. Ma quella calma era solo apparente, poiché il buio nella mente di lei era più fitto di quello della stanza.

L’orrore che stava vivendo sarebbe stato capace di annientarla.

Di ucciderla.

Perché lui voleva questo. Era solo questione di tempo. Poi l’avrebbe uccisa.

-Dimmi dove si trova…- sibilò.

Areal provò ad aprire gli occhi ma era tutto confuso, sfocato.

Doloroso.

Era come aprire gli occhi sott’acqua, vedeva i contorni e i colori di un viso inumano, cadaverico e scavato da solchi orribili. Due occhi gialli la fissavano con rabbia, le toglievano il respiro e la torturavano psicologicamente.

-Non lo so… non lo vedo- piagnucolò.

L’uomo davanti a lei respirò a fondo e, quando riaprì gli occhi, il suo sguardo era da incubo, sembrava un cadavere accecato dall’ira. Ma ciò che fu ancora più glaciale, ancora più terribile, fu il suo sorriso.

-Ma tu devi trovare il signor Potter, mia cara.  Lo devi fare, se non vuoi vederlo morire…-

Voldemort si voltò e puntò la bacchetta contro un ragazzo sul pavimento, legato da spesse corde.

-Curcio!- urlò, quasi con divertimento.

Il ragazzo biondo iniziò a urlale e a contorcesi come se non avesse più ossa. Areal strinse i pugni sui manici della sedia a cui era legata, scosse il capo, lottò, urlò, ma non c’era verso.

Voldemort continuò a torturare Draco, e le urla di quest’ultimo uccidevano lentamente lei.

-Adesso…- fece Voldemort, ponendo fine alla maledizione. –Trovalo!-

Areal pianse e chinò il capo. –Non lo vedo…-

-Poco importa,- canticchiò l’Oscuro, voltandosi verso il ragazzo biondo.

-NOOOO-

Voldemort rise puntando la bacchetta. –Avada Kedavra!-

 

-AAAAAAAA-

Areal si svegliò, scattò seduta sul letto proprio mentre un fulmine illuminava la stanza.

Si portò le ginocchia al petto e pianse forte, cercando di coprirsi il volto con le mani. Iniziò a tremare senza riuscire a smettere, mentre continuava a piangere.

-Calmati.- le sussurrò una voce.

Pochi secondi dopo due braccia sicure la strinsero ma lei continuò a piangere, anche più forte di prima.

Tremava così tanto che Draco faticava persino a farle appoggiare la testa contro il suo petto. Dovette immobilizzarla, ma non riuscì a tranquillizzarla.

-Lui… Lui…-

-Era un incubo, Areal. Solo un incubo.-

-No!- scattò guardandolo negli occhi.

Draco respirò a fondo, guardando quasi spaventato quegli occhi cobalto pieni di lacrime.

Era terrorizzata, la sua piccola Areal tremava, piangeva, sembrava che stesse per muorigli fra le braccia.

Quale dolore e quale paura la scuotevano?

Draco serrò la mascella: lo sapeva.

Sapeva cosa cercava il signore Oscuro, sapeva che se fosse venuto a sapere del poter di Areal avrebbe tentato di impadronirsene. Sapeva anche che avrebbe usato lui per minacciarla.

Non gli importava di morire, ormai era pronto a tutto, ma mai avrebbe accettato che Areal si macchiasse di nero, di sangue, aiutando Voldemort a scovare Potter.

Areal nelle mani di Voldemort.

No.

La strinse forte anche se lei continuò a piangere in preda a forti tremori.

-Non accadrà nulla di quello che hai visto.- Le sussurrò contro i capelli, deciso. –Non accadrà mai.-

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

****************************************** 

 

Scusate il ritardo, grazie a chi legge e a chi ha recensito : ) baci!

 

 

   
 
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