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Autore: incommensurabilmente    17/04/2013    1 recensioni
C'è chi sogna un futuro migliore, chi una famiglia... chi un amico sincero o l'anima gemella ma Vladimir, il nostro protagonista, desidera qualcosa che lo faccia sentire libero e padrone di se stesso, qualcosa che lo possa stupire sempre ogni volta di più e che lo possa far innamorare...l'Avventura.
L'ha cercata in molti luoghi e in molti volti, qualche volta sulle labbra di donne ma non l'ha mai trovata pienamente. Ora vuole darsi un'altra possibilità e la città dove getterà le sue reti è la mistica Samarcanda che già promette bene.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ci volle molto per raggiungere il gruppo di fuggitivi, erano un numero scarso, come massimo cinque ragazzi. Si accorse molto presto che c'era un componente del gruppo che rimaneva sempre indietro e arrancava, il mercenario aveva scelto la sua preda. Vladimir non fece in tempo a raggiungerlo che il ragazzo inciampò nella radice sporgente di un albero e cadde per terra, questo cercò di mettersi di nuovo in piedi ma la gamba cedette, si appoggiò ad un tronco per riuscire a rialzarsi . L'inseguitore nel mentre si era fermato poiché non era intenzionato a fare male a nessuno, aiutò il ragazzo a reggersi in piedi ma questo non volle farsi aiutare e ripiombò a terra con un gridolino di dolore per poi guardare negli occhi l'uomo con disprezzo. Il mercenario non ci fece caso, aveva perso il conto delle persone che lo avevano guardato in quel modo. -Qual è il tuo nome?- gli chiese come se non avesse notato lo sguardo assassino e omicida del ragazzo. -Non è affar tuo-ringhiò il giovane. Il mercenario non si sapeva orientare in città e per arrivare a palazzo l'unica via sembrava quella dei mercati dove ogni distrazione più banale poteva far perdere la giusta direzione... aveva bisogno di quel ragazzino per arrivare alla residenza del re di Samarcanda. Lo osservò attentamente mentre cercava di pensare a come risolvere la situazione. Si sedette sul tronco vicino a lui sospirando, guardandolo da vicino si accorse che il ragazzo doveva essere all'incirca due anni più giovane di lui; Aveva i capelli corti e mal tagliati che pur essendo neri avevano degli splendidi riflessi blu, gli occhi erano grandi ed espressivi e le iridi color nocciola smorzavano le tante occhiatacce che abitualmente il giovane doveva mandare (supponeva Vladimir). -Vedi quel palazzo?-disse piano indicando la ricca reggia di Samarcanda, il ragazzo annuì restando in silenzio -io devo arrivare lì ma... questa città è immensa ed io mi perderei sicuramente in tutte quelle stradine; visto che tu vivi da sempre qui potresti aiutarmi-il mercenario si girò verso il ragazzo che ora sembrava più stupito che arrabbiato. -Quindi non vuoi picchiarmi?-chiese il giovine con un viso che tradiva tutto il suo stupore. -Non ci guadagnerei niente e poi non me la prendo con i più deboli-rispose il mercenario. Il giovane scoppiò a ridere di gusto. -Cosa ti fa pensare che io sia il più debole?-gli chiese con il sorriso sulle labbra mentre sfoderava un piccolo pugnale dal manico intarsiato. Il mercenario fissò l'arma- e tu come fai ad avere un gioiellino del genere?- chiese. -Tu fai troppe domande per i miei gusti- sussurrò il ragazzo con rabbia per poi alzarsi e puntare l'arma contro Vladimir. Il mercenario fissò divertito il giovane mentre gli puntava il pugnale contro. -Non ti hanno insegnato a non giocare con il fuoco?-sussurrò continuando a sorridere. Il ragazzo non sembrava sentire più il dolore alla gamba e stava ritto di fronte al mercenario guardandolo con aria di sfida. Tutto intorno era silenzio...
  
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