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Autore: kjra    06/11/2007    1 recensioni
Lui, il suo distacco... lo sentivo sempre piu' lontano da me. La paura, la paura di abbandonarmi. Quella situazione non era facile per nessuno. Attenzione: la Fan Fiction riportata è parte dello spoiler sul settimo libro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ripeto che è parte dello spoiler sul settimo libro.
Siamo in casa Weasley. All'interno sono presenti alcuni personaggi della saga, tra cui la famiglia Weasley, Harry, Hermione e Cathryn (un mio personaggio inventato).






Capitolo 1

"Sentirsi esclusi"


Erano passati due mesi dalla tragica morte di Fred, eppure sembravano essere passati così pochi giorni. L’aria in casa Weasley era fredda e taciturna, la madre, Molly se ne stava davanti al camino guardando e riguardando le foto del suo figlio scomparso. Ogni giorno, Harry e Hermione andavano a trovare Ginny e Ron per stargli il piu’ vicino possibile, per dare una mano in casa, e io… ero rimasta ospite in casa loro. Ma vederli in quello stato… vedere in quello stato George, non lo avevo mai visto triste prima d’ora. Era sempre stato allegro fin da quando lo avevo conosciuto, e nei miei momenti malinconici lui era sempre pronto a farmi tornare il sorriso fra le labbra. Riusciva a vedere nel lato brutto delle cose l'ironia, sapeva gestire le situazioni difficili… ma non le sue.
Negl’ultimi giorni, c’era stato del distacco, non capivo se era riferito al fatto di volere un suo spazio o di volersi allontanare da me. Tempo fa Ginny mi aveva riferito che la mia presenza gli ricordava molto Fred, tutti i momenti passati con George, spesso ne era presente anche lui. Che fosse questo il motivo del suo distacco? Volevo aiutarlo, stargli accanto come Harry stava a Ginny ,Hermione a Ron e Fleur a Bill. Lui che essendone il suo gemello ne soffriva ancor di più. Rimaneva chiuso in stanza con i suoi pensieri, allontanando parte della famiglia. Come potevo sapere se aveva bisogno di me?

“Cathryn…”

“Si?”

“La cena è quasi pronta”

“Ho voglia di fare quattro passi, puoi riferire tu a Molly che salto la cena?”

Percepii la mano di Hermione poggiare sulla mia spalla.

“D’accordo ma pensa a quel che ti ho detto, credimi, George ha bisogno di te…”

Rimasi in silenzio continuando a guardare fuori la finestra, la sentii allontanarsi, accostare la porta della stanza e scendere giù per le scale. Il tempo fuori non era dei migliori, sarebbe venuto a piovere a momenti. Indossai un maglioncino e una sciarpetta, una delle sciarpe della divisa Grifondoro. Feci un respiro di coraggio, uscendo dalla porta sarei dovuta passare davanti alla stanza di George. Qualcuno venne a bussare fiebolemente alla porta, saltai di soprassalto. Era George.

“Ti va di fare quattro passi?”

Il suo sguardo, la sua voce fiocca, guardarlo mi rendeva ancora piu’ triste.

“Ti raggiungo fra un attimo”

Annuì richiudendo la porta. Mi lasciai cadere per un attimo sul letto, avevo paura, cosa aveva da dirmi? Feci di nuovo un lungo respiro, e alzandomi uscii dalla stanza.



Era li nel giardino che guardava alcuni uccelli sorvolare sopra di lui. A cosa stava pensando? Mi avvicinai cauta, alle sue spalle, ma lui sembrò percepire il mio arrivo. Abbassò lo sguardo posandolo su uno spaziale coperto da vari tipi di fiori.

“Ricordi quando piantasti quelle orchidee bianche? Dicevi che erano i tuoi fiori preferiti, ma non mi hai mai detto il motivo.”

“Adoro la loro semplicità, la purezza del bianco, e quel profumo che ti rimane ogni qual volta che le sfiori con un dito.”

“Fred le odiava, sai?”

Lo vidi sorridere per la prima volta, dopo quel lungo tempo. Mi rilassai ad una stretta e normale respirazione.

“… lo so”

Si voltò, guardandomi fissa, con i suoi occhi pieni di rancore, facendo sparire quel sorriso.

“Mi dispiace averti trascurata…”

“… non devi scusarti”

Stava par aggiungere qualcos’altro, ma sembrò cambiare idea. Poggiò le mani nei taschini, stringendosi le spalle, come per ripararsi dal freddo. Per un attimo sembrò luccicargli gli occhi, forse era dovuto al freddo.

“Credo sia meglio rientrare…”

“Vorrei restare un altro po’, se non ti dispiace…”

“Affatto, ti aspetto dentro.”

Si allontanò rientrando in casa, senza voltarsi.
Chinai il capo, sedendomi sul tronco di un albero a terra, incrociando le braccia per via dell’aria ghiacciata che mi trapassava sulla pelle. Chissà cosa voleva dire, forse voleva sfogarsi e io non gli avevo dato l’opportunità di farlo. Ma se non mi degnava di sguardi come potevo capire se aveva bisogno di me. Mi sentivo così esclusa, non so solo da lui dal resto della famiglia. Cosa mai potevo centrare io in loro? ma tenevo a lui più di ogni altra cosa.. Anche se stavamo sullo stesso tetto, lo sentivo sempre più lontano, e la mancanza che avevo verso di lui era inesauribile.
Qualche goccia cominciò a venire giù, poggiandosi in parte del mio viso. Ero così assolta tra i miei pensieri che non mi resi conto di bagnarmi. In lontananza si sentì qualche tuono riecheggiare. Quell’atmosfera sembrò essere fatta apposta in un momento così. Voltai lo sguardo verso la casa, quanti momenti felici ci erano stati lì dentro, ma nulla sarebbe stato come prima… forse con il tempo. Mi alzai dal tronco, e rendendomi conto che la pioggia cominciava a farsi più fitta, mi avviai verso la casa.

  
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