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Autore: egip    06/11/2007    1 recensioni
La ragazza sbuffò sotto il cuscino: a che scopo alzarsi subito, tanto sapeva già che l’amica sarebbe arrivata in ritardo. La conosceva da una vita e mai, mai era riuscita a rispettare un orario.||Una ragazzina dai ricci castani e la carnagione pallida riuscì all’ultimo secondo ad infilarsi tra le porte semichiuse del pullman. Giulia le rivolse uno sguardo torvo.||-Hai una minima idea di dove siamo?- -Come faccio a saperlo?! Qui è tutto così strano...E TU! Come fai a pensare ai capelli in questo momento??-|| due amiche si ritrovano in un mondo fantastico. tra disastri e guerre, amiche ritrovate e familiari spuntati dal nulla, riusciranno Giulia e Valeria a tornare a casa?
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giulia era riuscita a vestirsi. Ci aveva messo un bel pò di tempo, date le circostanze: ritrovarsi in un altro mondo con una tua amica che si preoccupa solo dei capelli, dove hai 18 anni e sei una principessa non è mica facile da accettare.

Era appena riuscita a chiudersi tutti gli innumerevoli laccetti del vestito che doveva indossare, quando fu scaraventata a terra da un peso piombatole all'improvviso sulle spalle.

-Oh dio, Giulia, sei tu! Ehi, come sei grande! Anche io sono cresciuta, vedi?-

-Valeria- ringhiò la bionda, riconoscendo quella voce.

-Sisi!-

-Mi stai schiacciando! LEVATI-DI-DOSSO!- urlò la ragazza masticando ogni singola sillaba prima di farla uscire dalla bocca.

-Ah, si scusa-

In piedi l'una davanti all'altra, Giulia scrutò con sguardo malevolo la ragazza di fronte a se. Non c'erano dubbi che quella fosse Valeria, l'espressione e i grandi occhioni color cioccolato erano gli stessi, ma i lineamenti erano più affilati, il viso più maturo, il netto contrasto con l'aria da bambina innocente che le si era stampata in volto. Anche se era piuttosto arrabbiata, dovette ammettere che era veramente molto carina, nonostante i capelli da un lato lisci e dall’altro ricci.

-Mi puoi cortesemente spiegare come sei arrivata qui?-

-A dire il vero non ne sono sicura…io stavo pensando che non vedevo l’ora di farti vedere tutto quello che riesco a fare, e mi sono ritrovata qui…oh giù è stupendo, faccio le magie! Sono una fata!! È magnifico!! Pensa che riesco addirittura a…-

La bionda frenò con un gesto brusco la concitata spiegazione dell’amica.

-Cosa vuol dire, che ti puoi…beh, smaterializzare?!-

-A quanto pare!-esclamò la ragazza felice. –E non è tutto! Vedi i miei capelli? Prima erano ricci! Cioè, a dire il vero lo sono ancora, in parte, ma prima erano tutti liiiiisci…dev’essere che anche la magia ha una scadenza! O forse…-

Giulia questa volta non provò nemmeno a fermare l’amica, ritenendolo giustamente un tentativo assolutamente inutile. Si lasciò quindi cadere stancamente su una sedia, pensando quanto potesse risultare fastidioso il ronzio di una voce insistente nell’orecchio.

-Ehi ma mi stai ascoltando?- Valeria si era finalmente accorta che il suo “pubblico” non pendeva esattamente dalle sue labbra.

-Cosa? Oh si, certo…-

-Ah si?- disse la ragazza incrociando le braccia al petto –E sentiamo, allora, qual è l’ultima cosa che ho detto?-

-Ehm…-

Mentre Giulia cercava di inventarsi una risposta soddisfacente, qualcuno bussò alla porta.

-SI! Ehm, cioè…prego, entrate pure!-

Marta, o Mharta come diceva di chiamarsi, entrò nella stanza.

-Principessa, è pronta? Il re e la regina la stanno attendendo alla sala del trono, le vedette hanno già avvistato il corteo, il loro arrivo è imminente.- si accorse in quel momento della presenza di Valeria, e la salutò con una piccola riverenza.

-Buon giorno, Valerie! Vedo che hai di nuovo provato a lisciarti i capelli.- aggiunse con piccolo risolino.

Senza distogliere lo sguardo stralunato dalla figura della giovane, Valeria avvicinò la testa a quella di Giulia, e le parlò in un orecchio, con un bisbiglio perfettamente udibile:- È tua sorella??-

-No, è la mia dama di compagnia-

-La tua dama…ma dici sul serio??-

-Siii! Non è incredibile??-

Le due ragazze continuavano a sussurrare sempre più animatamente, sotto lo sguardo sempre più confuso di Martha, che pensava che le due fossero ammattite tutto in una volta.

-Ehm…scusate se vi interrompo…-esordì, zittendo immediatamente le ragazze –ma è veramente molto tardi…dobbiamo proprio andare.-

-Si, certo. Ma…ehm…cos’è che deve arrivare, esattamente?- domandò timidamente la bionda.

-Perché me lo chiedete, lo dovreste sapere benissimo-

Allarmata dalla faccia sospettosa della ragazza, la bionda pensò furiosamente a una scusa plausibile, ma inaspettatamente, la prima a rispondere fu Valeria.

-La verità è che…beh non volevo dirlo perché mi vergogno ma…- Giulia tentò di zittire l’amica, ma si bloccò al suo sguardo sicuro -…ma ho sbagliato a preparare una pozione e ha avuto effetti disastrosi…amnesia, parziale-

Giulia non riusciva più a chiudere la bocca: la mascella si rifiutava di rispondere al comando.

-Ah!- Martha era visibilmente sollevata –Potevate dirlo subito! Mi sono spaventata. Beh, capirai, ti è successo tante di quelle volte, sei una tale pasticciona!- continuò ridendo.

-Si, hai ragione, non dovevo nasconderlo.- Valeria sembrava ancor più stupita di Giulia che il suo piano avesse funzionato. –Allora...dicevi, questo fantomatico arrivo?-

-Oh si, certo. Beh, meglio cominciare da capo.

Qualche tempo fa ci è giunto un appello d’aiuto da parte della regina Michelle, il cui regno era minacciato da un’orda di orchi, che avevano iniziato una guerra per far accettare dei nuovi statuti nei loro confronti (roba assurda, chiedevano tributi umani e altre barbarie simili). Allora vostro padre ha inviato delle truppe del nostro esercito, comandate dal capitano Aaron, e ha insistito per andare con loro anche vostra sorella…-

-Mia sorella?- Giulia si morse la lingua, accorgendosi troppo tardi che dimenticare una sorella non rientrava propriamente nel concetto di “amnesia parziale”.

Fortunatamente, Mharta non vi badò troppo.

-Si, Elizabeth, la vostra sorella maggiore. Sapete com’è fatta, sempre in cerca dell’avventura. C’è stata una grande paura che non facesse ritorno, gli orchi sono sanguinari per natura; vostro padre ha anche cercato di impedirle di partire, ma non c’è stato verso; finalmente, poco tempo fa ci è giunta la notizia della fine della guerra, con la vittoria dei nostri; la regina Michelle ha dato ad Elizabeth la carica di eroina, date le sue magnifiche gesta in battaglia, che hanno avuto un importanza decisiva per le sue sorti. Vostro padre ha quindi invitato lei e la sua corte ad unirsi a noi per festeggiare insieme la vittoria e la collaborazione fra i nostri due regni.-

Riprese fiato –Ricordate ora?-

-Ehm…si, più o meno- rispose incerta Giulia –D’accordo allora, andiamo-

Sorridendo, la giovane la precedette fuori dalla stanza, dandogli la possibilità di parlare tra loro.

-Complimenti per l’idea di prima- sussurrò la bionda –Per un attimo ho creduto che stessi per dire tutto-

-No, penso sia meglio non parlare a nessuno di quello che ci è successo, ci prenderebbero per pazze e non scopriremo mai come siamo finite qui-

-Si, è quello che credo anch’io. Non ci capisco nulla di questa storia…e ora c’è anche questa fantomatica sorella, che non ho la più pallida idea di chi sia…oddio vale, ma dove siamo finite??-

-Ma di cosa ti stai lamentando!- replicò seccata la riccia –Se non sbaglio sei tu la principessa…dovevo essere io!-

-Ma cosa stai dicendo?!- Giulia si dimenticò di parlare a voce bassa per lo stupore, ma Mharta non si accorse di nulla.

-Ma che cosa stai dicendo?- ripetè più piano. –Parli come se questa fosse una recita per la scuola e io ti avessi soffiato la parte! Non stiamo giocando, questa e la realtà, vuoi scendere un attimo dalle nuvole e rendertene conto?!-

-Uff, Juliette…-

-Non chiamarmi Juliette!-

-Ma perché non ti rilassi un attimo? Godiamoci questo momento no? Anche se volevo essere una principessa, ma…ok ok, scusa!- aggiunse subito in risposta allo sguardo assassino dell’amica.

-Dico solo…di non farsi tanti problemi. Adesso vediamo un po’ chi è tua sorella, magari ci darà una mano lei-

-D’accordo, faremo così- disse imbronciata Giulia –Ma prendila un po’ più seriamente ok?-

-Si si…- rispose Valeria distratta –Mharta, scusami, dove dovremmo aspettare l’arrivo del corteo?-

-Hanno preparato un palchetto nel giardino del castello- rispose.

Infatti avevano appena traversato la sala centrale e si dirigevano verso il portone principale. Proprio in mezzo al giardino, si elevava una costruzione in legno con velluto rosso, molto elegante, e intorno ad essa diversi nobili; alle porte del paese si poteva anche scorgere una piccola folla eccitata dall’importante avvenimento.

-Juliette, Valerie, finalmente- una voce maschile le salutò. Il re in persona.

“Mio padre” pensò Giulia “Aspetta un attimo…non è mio padre! E chi l’ha mai visto questo qua?? Mm…forse come Mharta che qui non è mia sorella, mio padre non è mio padre…mamma che confusione!”

-Ciao!- evidentemente Valeria non si era posta gli stessi problemi, e salutato il re, prendeva già il suo posto sul piccolo palco.

-Juliette?-

L’uomo le tendeva la mano.

-Si…ehm…padre…- titubante, anche Giulia si sedette.

L’agitazione era palpabile nell’aria.

Suono di trombe. Rullo di tamburi. Gridi eccitati da parte della popolazione aldilà del ponte. Arrivavano.

Lentamente, delle figure a cavallo presero a delinearsi aldilà della collina.

  
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