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Autore: _Pannacotta_    17/04/2013    0 recensioni
[Letteratura Coreana]
...avete mai visto il drama coreano "SungKyunKwan Scandal"? Ebbene, è tratto da un libro. Non esiste una versione ufficiale già tradotta, ma una fan ha coraggiosamente tentato di passare dal coreano all'inglese alcune tra le parti "essenziali e più interessanti" del libro.
Nelle mie possibilità, tenterò quindi di tradurre qui la storia dall'inglese all'italiano, nella speranza che possa fare a piacere a qualcun altro, oltre che a me :3
TUTTO CIÒ CHE MI APPRESTO A SCRIVERE E PUBBLICARE SOTTO QUESTA FANFICTION NON È OPERA MIA, IO L'HO SOLTANTO RIPRESO PER POTER EFFETTUARE UNA TRADUZIONE.
Chiarito ciò, spero vi piacerà quanto è piaciuto a me! :)
Genere: Commedia, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte 5

 

Sungkyunkwan: giorno 1

 

...anche questo capitolo inizia gia’ in medias res; YoonHee e SunJoon sono appena arrivati al dormitorio, dove poi decidono di diventare compagni di stanza.

(PS. Ho cercato, quando possibile, di rendere la parlata di SoonDol un po' più "volgare" rispetto a quella di SunJoon, e anche rispetto a quella di YoonHee... non mi verrà sempre, ma spero ogni tanto di rendere l'idea :3)
Buona lettura!

 ~Pannacotta•

 

YoonHee guarda il portone d’ingresso della scuola. È il primo giorno. È già stata dove si trova  in questo momento, ma adesso non può evitare di non avere paura, perché dovrà vivere notte e giorno come un uomo. Alza lo sguardo verso il cielo, come in preghiera.

 

“Ti prego, padre, aiutami a superare indenne tutto questo, senza che mi scoprano.”

 

Non ha il coraggio di entrare, continua a lanciare occhiate da fuori. Improvvisamente, sente una voce familiare.

 

“Oh, grazioso sunbinim, come state?”

 

Lei si gira e vede che è SoonDol. Nonostante SunJoon non è con lui, non dev’essere lontano. YoonHee lo saluta allegramente.

 

“SoonDol, ne è passato di tempo, dall’ultima volta che ti ho visto.”

 

“E voi siete grazioso che sempre. Oh, ancora una volta ho detto troppo...”

 

“Non importa. Lo prendo come un complimento.”

 

SoonDol le prende i libri e gli effetti personali e ricomincia a camminare, ma seguendo il profilo del muro e non verso il portone principale. YoonHee si limita a seguirlo, e d’un tratto si accorge che sta trasportando le sue cose come se non pesassero nulla.

 

“Lee Jinsa * ...”

( * Lee Jinsa : tutti quelli che hanno superato l’esame detto appunto “Jinsa” possono essere chiamati in questo modo, quindi anche Lee SunJoon.)

 

 

”Lee Jinsa? Ah, intendete il mio doryunnim! È qui. L’ho seguito per aiutarlo con i bagagli, ma continuava a riprendermi perché continuavo a seguirlo tutto il tempo. Ma è un bene che io gli sia stato vicino fino ad adesso, altrimenti non vi avrei trovato.”

 

SoonDol smette improvvisamente di camminare. Lei gli domanda se c’è qualcosa che non va, ma senza preavviso lui si accascia e inizia a piangere.

 

“Voglio restare accanto al mio doryunnim, ma lui non mi vuole. Dice che la scuola ha i propri servi, e lui non può avere un servitore personale. Cosa posso fare adesso?”

 

“Cosa intendi? Non puoi tornare a casa?”

 

“Ma il mio doryunnim non ci sarà, a casa. Cosa posso fare lì?”

 

SoonDol guarda YoonHee con un’espressione a dir poco disperata.
“Non potete convincerlo, così che io posso restargli accanto? Io ho provato di tutto, ma non mi ha dato retta. È una persona terribile; persino suo padre ha paura di lui!”

 

YoonHee sorride, quindi si abbassa vicino a lui.

 

“Non so se dovrei dirlo, visto che l’ho incontrato solo poche volte, ma fa paura anche a me.”

 

SoonDol abbassa la testa, disperato. È sbagliato volere restar accanto a SunJoon? Nonostante SoonDol sia enorme, YoonHee ha la sensazione di stare consolando un bambino. Così dice, scherzando: 

“Perché vorresti restare accanto a qualcuno di spaventoso come lui?”

 

“È la persona più spaventosa al mondo, ma è anche la più gentile.”

 

YoonHee riesce a capire facilmente che tipo di persona lui debba essere, per avere un servitore come questo. SoonDol sopprime la tristezza e si rialza.

 

“Comunque, anche voi, sunbinim, siete davvero sorprendente.”

 

“Io?”

 

"Avete passato l'esame! Il che mi sembrava un po’ sospetto.”

 

“Perché sospetto?”

 

“Perché pensavo che eravate una donna.”

 

Il cuore di YoonHee perde un colpo, ma lei fa finta di niente, per mantenere le apparenze.

 

“Me l’hanno detto così tante volte che ormai tale affermazione non mi sorprende più.”

 

“Non... non intendevo certo offendervi. Ora che siete passato, è chiaro che siete un uomo tra gli uomini. Come fa una donna a saper scrivere e leggere così bene? Se non si è uomo è assolutamente impossibile passare l’esame.”

 

“Ah ah ah, hai ragione. È ridicolo pensare che una donna possa farcela!”

 

YoonHee è silenziosamente grata per la sua abilità nell’imbrogliare la gente così facilmente, visto che un donna non potrebbe certo saper leggere e scrivere così bene.

YoonHee segue SoonDol, che passa oltre diverse porte aperte; alla fine, entrano non attraverso il portone principale, ma da una porta laterale che conduce ai dormitori dell’ala est. Raggiungono un edificio con moltissime camere da letto e un grande cortile. Davanti ad ogni stanza c’è un seomdol * .

( * Seomdol : una roccia sulla quale poter appoggiare le proprie calzature. Si vede bene anche nel drama :D)

Questo è il Dongjae.*

( * Dongjae: Il Dormitorio Est)

 

“Doryunnim!”

 

SoonDol inizia a correre verso la porta spalancata del dormitorio, e SunJoon appare dietro la porta, mentre sporge la testa.

 

“Ti ho detto di non tornare. Perché sei qui?”

 

YoonHee lo raggiunge in un attimo e sorride calorosamente. Vede che SunJoon sta indossando un dopo * di colore blu-verde e uno yoogun **.

( * Dopo: una sorta di tunica lunga - tra le varie componenti dell’abbigliamento, e’ la piu’ lunga; si vede bene nel drama.

** Yoogun: il copricapo utilizzato dagli studenti durante le lezioni.)

 

YoonHee si inchina per salutarlo.

 

“È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che vi ho visto. Come state?” SunJoon esce dalla camera del dormitorio e si infila le scarpe.

 

“Sono lieto che siate arrivato. Vi stavo aspettando. Ma come mai giungete da quella direzione?”

 

“Oh, come sono sbadato. Mi ero dimenticato che i sunbinim possono entrare dalla porta principale.” SoonDol scuote la testa, come a rimproverarsi da solo.

 

“Non importa.” dice YoonHee. “Grazie a te, adesso conosco l’entrata più vicina. Credo che utilizzerò questa porta invece di quella principale.”

 

SoonDol appoggia le sue cose sul portico. SunJoon e YoonHee si siedono, e lei inizia a guardarsi attorno.

 

“Non sono sicuro di come sia organizzato il dormitorio, o in quale stanza io debba andare.”

 

“Solitamente gli studenti condividono una stanza con altri studenti che conoscono. Conoscete qualcuno, qui?”

 

“Cosa? Camere condivise? Non abbiamo camere singole?”

 

Il cuore di YoonHee batte più veloce che può. Sin dall’inizio l’idea di poter dover condividere la camera non l’aveva mai nemmeno sfiorata. SunJoon le parla anche a proposito delle camere nell’Ala Est e nell’Ala Ovest, che  hanno 32 camere, delle quali 29 sono per gli studenti.

 

“Ma gli studenti sono circa 150, quindi è necessario che le camere vengano condivise. Forse può creare un poco di disagio, ma...”

 

YoonHee esegue due conti nella sua mente. “Se ci sono 150 studenti e solo 29 camere, significa che per ogni stanza ci sono 5 o 6 studenti!”

 

Lancia un’occhiata alla camera. È piccola. Persino per 3 studenti risulterebbe scomoda. Avrebbe dovuto dormire nella camera con degli uomini? L’unico pensiero che le rimane in testa riguarda la fuga, ma quando si china a raccogliere le proprie cose per andarsene, SunJoon parla di nuovo.

 

“Ci saranno 2 o 3 studenti in ogni camera.” 

 

YoonHee si calma un pochino. Due o tre è decisamente meglio di cinque o sei.

 

“E gli altri?”

 

“Alcuni stanno in Banchon, altri vivono nelle vicinanze, quindi vanno e vengono. Siamo fortunati che il Re ci abbia accordato il permesso di stare nel dormitorio.”

 

Fortunati? YoonHee non riesce nemmeno ad immaginare cosa potrebbe dire sua madre se venisse a conoscenza del fatto che dovrà dormire con degli uomini, e chiede, preoccupata: “Non conosco nessuno, qui. Cosa posso fare?”

 

“Conoscete me.”

 

YoonHee guarda SunJoon, nervosa e insicura. Condividere una camera con lui sarebbe una fortuna, ma anche un disastro. Nonostante lei si fidi di lui, al contrario non si fida di sé stessa.

 

“A... allora condividerò la stanza con voi. Ci sarà qualcun altro insieme a noi?”

 

“Non l’ho ancora incontrato, ma sembra di sì. C’erano già delle cose nella stanza quando sono arrivato, e tutte le altre camere erano già occupate da due o tre persone; questa era l’unica dove ce n’era solo una.”

 

“Avete idea di che tipo di persona possa essere?”

 

“No, nessuna. Siete preoccupato?”

 

“Visto che è un completo estraneo... sì, sono un po’ preoccupato. Le camere dell’Ala Ovest, invece?”

 

“In quel lato le camere sono quasi completamente occupate da Noron. Quaggiù, invece, ci sono gli altri, Soron e Nam-in... e tu sembri un Nam-in.”

 

“C...come lo sapevate?”

 

“Solo un’intuizione.”

 

Un silenzio sgradevole e pieno di disagio cade tra loro. YoonHee decide di romperlo facendo un’altra domanda.

 

“Ma se i dormitori dell’Ala Ovest sono per i Noron, che cosa fate qui?” 

 

SunJoon sorride. “Originariamente, i dormitori a ovest erano per coloro che passavano il Jinsa, e quelli a est per quelli che passavano il Saengwon. Ma poi loro si divisero tra Noron e Soron, che non è giusto. Io rientro sia nei Jinsa che nei Saengwon, quindi non importa il lato in cui mi trovo.”

 

YoonHee non riesce a capire. Anche così, lui resta un Noron, e sarebbe certamente più a suo agio nello stesso dormitorio dei suoi compagni Noron. Perchè dovrebbe volere stare nei dormitori dell’Ala Est? Suona strano. In ogni caso, lei è felice di poter condividere una stanza con lui e non con un estraneo.

 

YoonHee si appresta a disfare i bagagli. Apre la borsa con i suoi libri, e SunJoon vede il titolo sulla copertina del primo libro. “Aspettate, cos’è questo?”

 

SunJoon si accerta che non ci sia nessuno lì intorno; c’è solo SoonDol alla porta.
Quindi si avvicina a YoonHee, accosta le labbra alle orecchie di lei, e sussurra qualcosa.
È solo un sussurro, ma il tepore che l’accompagna fa accelerare i battiti del suo cuore.

 

“È contro la legge possedere libri di Lao Zi, ed è anche contro le regole della scuola.”

 

“Cosa? Non lo sapevo! Lo stavo leggendo solo per scacciare la noia.”

 

SunJoon è sorpreso. Questo libro è estremamente difficile da reperire; e YoonShik lo stava leggendo perché era annoiato?

 

“Cosa dovrei fare? Dove posso nasconderlo?”

 

YoonHee è nervosa, e cerca tra tutti i suoi libri per coprire la copertina di quelli proibiti. Dopo che SunJoon le spiega quali non sono permessi, le consiglia di fare molta attenzione e di restare cauta.

 

“Non riuscireste a riportarli a casa, quindi chiederò a SoonDol di portarli a casa mia pe il tempo necessario.”

 

“Vi ringrazio. Grazie anche a te, SoonDol.” SoonDol sorride mentre riceve i libri.

 

“Ma non vedo il vostro materasso e le vostre lenzuola. Non le avete portate con voi?”

 

YoonHee lancia un’occhiata sorpresa a SunJoon, che intuisce che non sapeva di doverli portare.

“Io ho portato i miei, ma ho sentito che è possibile farsene dare anche qui.”

 

Un impiegato della scuola si avvicina a loro e domanda se siano nuovi studenti. Quando YoonHee e SunJoon confermano, lui tira fuori un pezzo di carta e segna i loro nomi.

 

“Avete scelto questa camera? Non ce n’ erano di vuote?”

 

“Da quanto ho avuto modi di capire, qui ci sarebbe solo un’altra persona. C’è qualcosa che non va?”

 

“No, c’è solo un’altro studente, ma... fatemi vedere se vi riesco a trovare un’altra stanza.”

 

Controlla la lista, ma poi dice: “No, non ci sono altre stanze, pare. Beh... immagino che andrà bene. Non viene a scuola molto spesso.”

 

Quando si accorge dei loro sguardi confusi, cambia argomento. 

 

“I tavolini e le uniformi vi verranno portati presto. Avete bisogno di altro?”

 

SunJoon parla per YoonHee. 

 

“Non ho portato il mio materasso e le lenzuola. Cosa posso fare?”

 

“Oh, dovremmo averne nel magazzino, ma temo non saranno troppo ben messi. Sono vecchi e consumati, per questo il consiglio è di portarsene da casa.”

 

YoonHee si rende conto che nemmeno quelli da casa sarebbero in condizioni migliori, e soprattutto, non può certo portarli via da sua madre e suo fratello.

 

“Ne prenderò uno comunque.” dice YoonHee.

 

“Ci impiegherà qualche giorno ad essere aggiustato.”

 

“Beh, a casa non ne ho altri...”

 

L’uomo guarda YoonHee e annuisce.

 

“Non vi preoccupate” dice SunJoon. “Ne porterò io da casa.”

 

Appena l’uomo se ne va, SunJoon chiede a SoonDol di portare un materasso, un cuscino e delle coperte.

 

“Non so se sarà tutto pronto subito.”

 

“Se lo dirai a mia madre, lei li farà preparare in un istante. Portali domattina.”

 

“Non importa, non dovete preoccuparvi.” dice YoonHee.

 

“No, siete stato recentemente malato, e non sarebbe d’aiuto alla vostra salute utilizzare le vecchie coperte del magazzino.”

 

YoonHee abbassa la testa, senza sapere cosa poter fare o in che modo accettare questa generosità.
Lei era convinta non esistessero al modo uomini generosi, ma proprio allora aveva conosciuto SunJoon.

Dopo aver organizzato le proprie cose, SoonDol va via con i libri, e loro si siedono sul portico.
YoonHee è nervosa, quindi continua a stropicciarsi le mani mentre osserva gli alberi e il resto degli edifici scolastici.

 

“Quello cos’é?

 

“Credo sia la mensa degli studenti.”

 

“Oh, capisco.”

 

“Dovreste toglierlo.”

 

“Cosa? Togliere cosa?”

 

Dopo aver assistito alla reazione preoccupata di YoonHee, SunJoon resta un po’ sorpreso. Con il dito le indica il cappello.

 

“Oh, il cappello... sì, adesso lo tolgo.” Imbarazzata, inizia a sciogliere il laccio sotto il mento.

 

“Non vorrei dirvi come un uomo dovrebbe comportarsi, ma voi sembrate davvero timido.”

 

Il cuore di lei inizia a battere rapidamente appena i suoi occhi colgono il suo sorriso gentile.

Si toglie il cappello e lo appoggia sul pavimento. Rovista tra i suoi abiti fino a quando non trova il suo yoogun *.

( * Yoogun: gli abiti indossati dagli studenti.)

 

Inizia a metterselo, ma è stato realizzato a mano da sua madre usando stoffe di ben modesto pregio - tutto ciò che potevano permettersi - e non calza come dovrebbe. YoonHee è imbarazzata di mostrare il sangtoo*, quindi porta subito le mani alla testa e lo annoda frettolosamente.

( * Sangtoo : il fiocco usato per l'acconciatura che prevede i capelli raccolti in una sorta di crocchia in cima alla testa.)
 

All’improvviso, la mano di SunJoon è vicinissima al suo viso.
Prima che possa mostrare la sorpresa, le lunghe dita di lui sciolgono il nodo che ha appena fatto.
Le mani di lui le sfiorano un poco il mento, e il corpo di lei pare reagire al suo tocco.
SunJoon annoda l’ultimo laccio, lasciandolo perfettamente ordinato.

 

“È naturale essere timidi, se non si è abituati ad essere circondati dalla gente. Sono certo sarete in grado di superarlo, una volta passato un po’ di tempo.”

 

YoonHee annuisce, per poco non riesce a respirare.

SunJoon appende i vestiti di lei vicino ai propri, tutto in ordine.

Ci sono anche degli abiti strappati che di certo devono appartenere al loro altro compagno di stanza.

 

YoonHee vede un altro pezzo di stoffa, probabilmente un fazzoletto, che è caduto dagli abiti dell’altro studente. Si china e lo raccoglie proprio mentre SunJoon le parla di nuovo.

“Non avevate detto di avere qualcosa di cui parlarmi dopo il Bangbangryeh? Ve ne siete andato subito e non sono riuscito a chiedervelo.”


Aveva pensato di dirgli che era una ragazza. Ma era stata a tal punto sopraffatta dalla presenza del Re, che se ne era completamente dimenticata. È ancora troppo scossa per poter dire qualcosa, quindi sceglie di girarsi tranquillamente verso di lui. 


“Ah...ah, sì. Ma non era nulla di importante. Volevo solo congratularmi con voi. Ma non avevate anche voi qualcosa di cui parlarmi?”

 

YoonHee ha ancora in mano il fazzoletto, e non si è accorta che è tutto insanguinato; le sue mani adesso sono sporche di rosso, ma i suoi occhi sono rivolti verso SunJoon, quindi non se ne rende conto.

 

“Oh, ormai è già risolto.”

 

“Cos’era?”

 

“Volevo chiedervi se sareste stato interessato a frequentare Sungkyunkwan insieme a me, ma adesso non serve più.”

 

“Oh, capisco. ... ...perché continuiamo a parlare in modo così formale? Pensatemi come un fratello minore, e rivolgetevi pure a me in quel modo.”

 

“Dovrei, vero? Dopotutto, adesso stiamo condividendo una camera. Ci proverò. Ma non posso... chiamarti per nome, quindi prova a trovare un soprannome che io possa usare.”

 

YoonHee prova a pensare ad un soprannome. È difficile tanto quanto lo è scegliere un nome.

Ma adesso è uno studente, deve riuscire a trovare un soprannome con cui gli altri possano chiamarla.


Uno studente passa davanti alla camera e sporge la testa oltre la porta per salutare.

 

“Siete nuovi, qui, vero? Piacere di conoscervi.”

 

SunJoon e YoonHee contraccambiano il saluto.

 

“Sei il nostro compagno di stanza?”

 

“No, io sono laggiù, nell’hajonbang.”

 

Improvvisamente, gli occhi dello studente si spalancano, come se si fosse appena reso conto di qualcosa. “Q...questa camera... è...!”

 

“Cosa c’è? Non ti senti bene?”

 

“N...no. Niente. Non è niente. Niente.”

 

Dopo aver lanciato diverse occhiate tutt’intorno, lo studente si precipita fuori. YoonHee riflette sulla sua strana reazione, e anche al comportamento simile dell’uomo che aveva confermato la loro stanza. SunJoon realizza la stessa cosa. I due si lanciano un’occhiata preoccupata, come se entrambi sentissero di non dover restare in quella stanza.

   
 
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