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Autore: EuphemiaMorrigan    18/04/2013    17 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Vecchi amici, nuovi dolori-

 

Note: Come? Come hai indovinato? Ci penso da quando ho letto la recensione! Comunque: BuonSalve care, ma secondo voi: potevo far filare tutto liscio come l'olio? Ma ovviamente no. Quindi mi sono complicata la vita e l'ho complicata ai nostri ragazzuoli... Ovviamente, risponderò in futuro a tutti i vostri dubbi... Un bacione, buona lettura!

Ps: Sì, il vestiario è un pugno in un occhio. Ma è dannatamente fatto apposta! Daisuke vuol dire: Grande aiuto.

 

Non ho mai avuto un posto fisso in cui vivere.

Non perché non potessi.

Non volevo.

Amavo viaggiare, vedere posti nuovi, nuove città...

...Dovetti smettere per lui.

Ma ne sono felice.

Vorrei tanto... Esserci sempre, stargli vicino...

Lo vorrei così tanto, ma non posso!

 

Passato, circa tre anni prima:

 

Frocio...

Quella parola lo tormentava da giorni.

Tu? Il ragazzo più bravo dell'istituto un frocetto? Oh, ma allora la giustizia esiste. È per questo che quando cammini sembri avere costantemente un bastone nel culo, vero?...

Le risate di scherno, la prima ed unica volta che qualcuno gli aveva parlato era stato per additarlo e insultarlo. Non che lui non si fosse difeso, gli aveva spaccato la mandibola e sputato in faccia, ma... Faceva male.

Non ricordava nemmeno lui come l'avessero scoperto, colpa di un bicchiere di troppo ed un ragazzo decente da fottere probabilmente.

E così si era giocato la sua reputazione.

Tutti quelli che al liceo avevano timore di lui, da quando erano venuti a conoscenza del suo orientamento sessuale, non facevano altro che sfotterlo, bistrattarlo e... Tentare di mettergli le mani addosso. Sasuke sapeva che il motivo non era il suo essere “frocio”, non era stupido. Lo odiavano, da sempre, e quella era solo una scusa per sfogare la loro frustrazione.

Ed un po' li capiva; si era sempre, costantemente, comportato da stronzo e da infame. Si reputava superiore di quella mandria di pecore e le trattava come tali; aveva ragione Itachi quando quella volta l'aveva definito un iceberg senza alcun sentimento.

Anche per questo era seduto da ore su quel treno, diretto verso Oto, rimanendo a Konoha non sarebbe mai cambiato di una virgola e lui, in fondo anche se non lo ammetteva, un po' voleva cambiare.

Non stava scappando, quello mai, aveva passato l'ultimo anno di liceo ad insultare e venir insultato, a picchiare e venir picchiato ed aveva percorso i corridoi di quella squallida scuola sempre a testa alta; sempre vincitore. Se andava per lui. Solo per se stesso.

Nuova città. Nuove persone. Nuovo inizio.

Sospirò, si toccò con le punta delle dita il labbro spaccato e fece una smorfia di dolore; guardò fuori dal finestrino, con le cuffie alle orecchie e tirò su le gambe, incrociandole sul sedile e poggiandosi sopra la valigia piena, sicuro di essersi dimenticato qualcosa.

Chiuse gli occhi e tentò di estraniarsi dalla realtà, fin quando qualcuno non bussò ritmicamente sulla sua spalla; si voltò e vide una donna, molto probabilmente della sua età, dai lunghi capelli biondo cenere e gli occhi scuri; sorrideva gentile in sua direzione e muoveva le labbra, cercando di comunicare con lui.

Spense il suo Mp3, si tolse le cuffie e cercando di essere educato, mesi prima l'avrebbe ignorata e mandata a quel paese, disse «Scusa, non ti sentivo».

«Non preoccuparti! Chiedevo se potevo sedermi lì» Indicò il posto vuoto davanti al ragazzo.

«Sì, non c'è problema» Rispose lui con un alzata di spalle. Non gli importava di un estranea.

No, Sasuke, cosa ti eri ripromesso? “Smetterla di essere apatico”... Almeno provaci... Inveì la sua coscienza.

Lei sorrise grata e si accomodò, posò il pugno chiuso sotto al mento ed osservò per un attimo fuori dal finestrino; poi tornò a rivolgersi al suo compagno di viaggio e, con un altro sorriso, si presentò «Io mi chiamo Yugito Nii, tu?».

«Uchiha Sasuke» Rispose perentorio. No, la conversazione amichevole non faceva per lui; sospirò e sforzandosi tentò di accennare un sorriso di rimando, rischiando di vomitare a quel gesto.

Lei arcuò un sopracciglio, poi fece un gesto con la mano e affermò «Tranquillo, non sforzarti, anche se sembri un po' stronzo mi sei simpatico».

«Come?» Chiese lui confuso.

«Sì, credo tu sia un bravo ragazzo» Asserì la donna.

Uchiha la scrutò stranito per qualche secondo, ora che notava meglio era... Strana... Vestiva troppo colorato: maglione rosso e verde. VERDE. Pantaloni celesti chiaro, scarpe viola e un frontino nero. Dio, quella non era una donna, ma un alieno incapace di vestirsi. Pareva aver fatto a pugni con l'armadio e sorrideva costantemente. In ogni dannato secondo.

Cosa? Aveva una paresi facciale?.

«Magari sono un criminale!» Esclamò serio.

Perfetto! Bravo scemo... Come al solito i buoni propositi vanno a farsi fottere...

La donna sgranò gli occhi, si chinò verso di lui e domandò a bassa voce «Che tipo di criminale?» Pareva pronta ad una cospirazione internazionale, sembrava... Divertita.

«Se lo fossi stato davvero molto probabilmente un serial killer... -Ed avrei ucciso te! Cazzo, per guardarti mi sta abbassando la vista.- Peccato che invece sia un semplice studente universitario!» Concluse incrociando le braccia al petto.

«Io una ladra professionista! -Trillò ilare- Anch'io sono una fuori sede. Accademia di belle arti di Oto, tu?» Domandò infine.

Oddio, no... Pensò afflitto dal fatto che se la sarebbe ritrovata ai suoi stessi corsi «Idem» Sbuffò infantile.

«Fantastico! -Batté le mani felice- Potremmo diventare amici».

«Non sto più nella pelle» Rispose sarcastico, meglio la solitudine che amico di quella pazza.

Lei scoppiò a ridere contenta, per non si sa quale motivo, e per un attimo Sasuke si disse che, in fondo, aveva un bel sorriso.

 

Presente:

 

«SEI TORNATO!»

Tre uomini urlarono quelle parole alla vista dei due dispersi e si fiondarono contro chi gli era mancato da morire: Sasuke. Lo abbracciarono felici, ignorando completamente la figura di Naruto che sorrideva e scuoteva la testa.

«Paperino, come sei stato?».

«Otouto, me l'hai portato un regalo?».

«Uchiha, dalla prossima settimana lavorerai anche di domenica. Ne sei felice?».

Parlarono contemporaneamente, stringendolo in una morsa e cominciando a saltellare sul posto; si trasformavano in ragazzini dementi quando c'era il minore degli Uchiha nei paraggi.

«Lasciatemi! Imbecilli» Sibilò velenoso, dando un forte strattone con la schiena e liberandosi da loro; lo stavano soffocando. Sicuramente era uno dei loro tanti metodi per ucciderlo.

I tre sbuffarono e salutarono anche Naruto, con molta più calma, poi Hidan chiese «Volpino, ma che anche oggi ha il ciclo?».

Uzumaki non fece in tempo a rispondere che Itachi affermò sicuro «Mio fratello ha perennemente il ciclo, non c'è nemmeno bisogno di chiedere».

«Che ne dite se ci sediamo ad un tavolo? Tanto il bar oggi è vuoto» Costatò Naruto, tenendo fermo il marito per un polso, visto che ringhiava e borbottava maledizioni.

Itachi e gli altri annuirono «Di domenica il bar è sempre quasi vuoto» Parlò il maggiore, sedendosi e poggiando i gomiti sul tavolino.

«Per questo passiamo io e Nagato, almeno Itachi non è solo e non si annoia» Riferì Hidan, tirando fuori il cellulare dalla tasca e rispondendo ad un messaggio di Tayuya.

Sasuke li scrutò schifato, parevano quasi fidanzati, un orribile fidanzamento a tre «Ma quanto siete amorevoli» Sputò fuori con stizza.

Sei paia di occhi lo fulminarono con odio.

«Chi ti ha chiesto d'intervenire?».

«Va a cambiarti l'assorbente e non rompere il cazzo!».

«Otouto, invece di sparare acidità vacci a fare un caffè».

«Sì, 'Suke per favore, lo fai anche per me».

La vena sulla tempia di Sasuke rischiò seriamente di scoppiare, si alzò rapido fumando di rabbia «Vaffanculo» Imprecò contro di loro dirigendosi verso il bancone e decidendo di sputare nei loro stramaledetti caffè; tranne che in quello di Naruto.

Era di spalle, incazzato e pronto ad uccidere chiunque quando qualcuno batté gentilmente sulla sua spalla; credendo fosse il marito, disse mentre si voltava «Dobe, sto arr... -Si bloccò alla vista di un sorriso gentile, lunghi capelli biondo cenere e due occhi scuri- ...Yugito?» Domandò preso di sorpresa.

«Già. Ciao, Sasuke» Rispose lei inclinando la testa.

Lui uscì da dietro il bancone, la raggiunse e, sorridendo, l'abbracciò «Come stai? Sono anni che dobbiamo vederci».

La donna rimase completamente spiazzata da quel gesto così poco da lui, scrutò il suo volto rilassato e sereno e ridendo chiese «Chi sei tu? Che ne hai fatto di Sasuke Uchiha?».

Il ragazzo scoppiò a ridere, attirando l'attenzione del marito, «La gente cambia».

«Oh, beh... Diavolo! Tu sei cambiato radicalmente» Costatò ancora leggermente stupita dal quel nuovo Sasuke che aveva davanti. Meglio così, magari in questo modo sarà più facile...

Naruto assottigliò le labbra osservando SUO marito parlare con una DONNA SCONOSCIUTA e ridere. RIDERE. Sasuke che si concedeva una risata SOLO con lui ogni mille anni. Storse il naso, sbuffò dalle narici e, sotto gli occhi divertiti e preoccupati dei suoi amici, sbatté le mani sul tavolo e li raggiunse a passo di carica. Non mi faccio cornificare a nemmeno due settimane da quando mi ha COSTRETTO a sposarlo! Lo castro...

«Ciao -S'intromise con un sorriso di puro disprezzo- Io sono il marito -Calcò quella parola con forza- del Teme. Tu?» Chiese sbattendo le ciglia bionde, mentre il compagno lo scrutava basito da quel comportamento.

«Chi è il Teme?» Domandò ingenua la donna, chiedendosi il perché di tutto quell'astio da parte di quel biondo mai visto prima.

«Sasuke. Sono sposato con lui da una settimana, due giorni, ventidue minuti e quarantacinque secondi. Tu chi sei?» Domandò ancora mettendo le mani in tasca e puntando gli occhi sulla sua figura. Cazzo... È carina, molto. Troppo!

La donna sgranò le palpebre, notò la fede al dito del vecchio amico e spostò lo sguardo di nuovo su Naruto; fece un enorme sorriso e lo abbracciò di slancio «Ah, che bello! Io sono una vecchia amica di Sasuke; facevamo l'università insieme, ad Oto».

Uzumaki s'irrigidì in imbarazzo, si staccò da lei, lanciò un'occhiata confusa al marito, che stava ghignando contento della sua possessività, e biascicò «S-scusa... Io non.. Cioè pensavo che... Mi dispiace».

«Dobe!» Lo insultò Uchiha, incrociando le braccia al petto e godendosi la scena.

La donna scosse la testa, allungò una mano e si presentò «Non fa nulla. Io sono Yugito Nii».

«Naruto Uzumaki... Emmm Uchiha. Scusami» Balbettò, abbassando lo sguardo al pavimento e stringendo la sua mano. Era stato troppo precipitoso, forse. Ancora non riusciva a capire come comportarsi con lei.

Sasuke sghignazzò «Scusalo Yu, è un po' scemo. -Lo insultò bonario, scompigliandogli la testa bionda ed udendolo sbuffare- Ti va di pranzare con noi? Da... Quella volta non...».

Lei lo bloccò «Scusami, Sasuke. Ma mi sono appena trasferita e ho bagagli che mi stanno invadendo casa; magari la prossima volta!» Concluse con un altro sorriso.

«Come vuoi» Asserì facendo un gesto affermativo col capo.

Yugito si sistemò la borsa a tracolla su una spalla e disse «Ora devo andare, mi ha fatto piacere rivederti. -Spostò gli occhi verso Naruto- Sono contenta che stia con te, spero che diventeremo amici. Mi piaci» Finì con un occhiolino, uscendo dal locale e facendo un gesto di saluto con la mano.

«Quale volta?» Domandò Naruto non appena la vide scomparire oltre la porta.

Uchiha si voltò verso di lui e aggrottò le sopracciglia «Come?».

«Stavi dicendo “Da quella volta...” Quale volta?» S'informò ancora puntando le sue iridi chiare su quelle del marito; non capiva perché, ma Yugito non gli piaceva. Aveva una brutta sensazione, non voleva... Che entrasse nella loro vita. Eppure non era mai stato geloso, lasciava Sasuke libero di uscire e frequentare chi voleva. Di vedere Karin, Tayuya. Chiunque, ma Yugito... Lei... Lei no. Non gli piaceva, portava guai.

Sasuke inclinò il collo, si posò una mano su questo e rispose, leggermente imbarazzato «Ecco... Vuoi davvero saperlo?».

«Sì» Affermò perentorio, duro e senza possibilità di replica.

L'altro si mordicchiò un labbro, poi decise che sarebbe stato meglio dire la verità. In fondo era il passato. «Tre anni fa ci sono andato a letto. -Sospirò pesantemente- Ma... Eravamo ubriachi, non conta! Né per me, né per lei... Naruto io a Yugito voglio bene. Solo questo» Confessò calmo.

Io a Yugito voglio bene... Si ripeté con occhi sgranati, sorpreso.

Chi era quello? Suo marito non avrebbe mai detto una cosa del genere; perfino con il fratello tanto amato si tratteneva da fare stupidi discorsi sentimentali.

Perché con quella donna era così diverso?.

«Cos'ha di speciale? Sembra... Sembra che tu...» Diede voce ai suoi pensieri; lasciando la frase in sospeso. Odiava quella sensazione.

L'altro si avvicinò a lui e lo abbracciò, gli sollevò il viso e sfiorò le sue labbra con le proprie «Naruto... È -Cominciò a fatica, odiava parlare di se stesso- ...È solo una buona amica, la migliore che abbia mai avuto. Non mi lega nessun sentimento romantico, né altro. Lo giuro. Smettila di fare la donna gelosa» Concluse con un ghigno divertito.

Mai giurare se non si ha la certezza.

Uzumaki gli diede un leggero pugno dietro la schiena e si strinse a lui senza dire nulla.

Scusami Teme, ma non fido di Yugito Nii...

 

 

Inserì le chiavi nella serratura e si morse il labbro inferiore.

Non posso! Come faccio a dirglielo? Non voglio rovinargli la vita... Si disse tristemente sbottonandosi la giacca ed avviandosi verso il salone.

«Signora Nii, ben tornata» La salutò una voce femminile.

«Grazie, Midori. I soldi sono sulla scrivania dell'ingresso» La informò cordiale, sedendosi su divano e accavallando le gambe, mentre l'altra donna la salutava e si allontanava con passi leggeri.

«Mamma, dove sei stata?» Chiese un bambino di quasi tre anni, dai folti capelli neri e gli occhi grandi e scuri, continuando ad impiastricciare su un foglio di carta con le matite colorate.

Lei si chinò leggermente verso di lui, gli carezzò la testa e rispose «Da un vecchio amico».

Da papà... Si corresse nella sua testa con un nodo in gola.

Tossì violentemente e si portò una mano alla bocca lasciandosi andare contro il divano in pelle. Chiuse gli occhi stanca. Distrutta. E piena di dubbi.

Non sapeva cosa fare.

Il bambino si arrampicò sul suo corpo e, posando la testa sul petto della donna, domandò con un pigolio preoccupato «Stai male?».

Sì... «No tesoro, solo influenza» Lo abbracciò stretto, affondando il viso nei suoi capelli e decise.

Mi dispiace Sasuke, non posso lasciare Daisuke da solo. Non voglio rimanga solo, perdonami ti prego...

   
 
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