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Autore: walkingonwater    18/04/2013    1 recensioni
...E se ti dicessi che dovunque andrai io ti seguirò, che sono tuo e lo sarò per altri mille anni, che voglio che sia tu a svegliarmi ogni mattina, se ti promettessi che affronteremo tutto insieme, come fossimo un piccolo esercito di due, e potremmo andare avanti insieme, sempre; voglio solo dirti che se sei con me andrà tutto bene, anche se siamo nati per morire, non voglio perdermi niente di te... e la cosa che voglio di più è che tu mi lasci essere il tuo angelo custode...
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Wake me up when September ends – Green Day


Aprile 1977


Continuano a morire famiglie babbane, lo sapevo che sarebbe stato semplice arrivare alla mia con Piton che sa alla perfezione dove vivono i miei genitori. Oggi sulla Gazzetta del Profeta, tra i nomi delle vittime, ci sono anche quelli di mamma e papà. La tazza del caffè mi scivola dalla mano cadendo con un tonfo prima sul tavolo di legno poi a terra. Remus, seduto di fronte a me, mi guarda preoccupato, ma non voglio staccare gli occhi da quella scritta.
“Porgiamo sentite condoglianze alle famiglie di Lance e Anita Newtton, Mark e Anne Sullivan, George e Marie Evans, Luke e Allison White”.
Sento gli occhi bruciare, le lacrime premere per uscire. Senza pensare lancio il giornale lontano, non voglio leggere nient’altro, tutti gli studenti nella Sala Grande mi guardano, alcuni provano pena, altri vera tristezza, poi ci sono gli occhi di Piton, un misto tra tristezza, soddisfazione, pena e gelosia nel momento in cui guardo James. Lui mi stringe forte, sa che ho bisogno di uno scoglio su cui reggermi. «Andiamocene, Lily. Forza, andiamo via da qui» lo sento sussurrarmi. Mi prende per mano e mi porta fuori dalla scuola, lontano dagli sguardi indiscreti dei nostri compagni. 
Mi abbraccia e non dice una parola, lascia che gli stropicci la camicia della divisa mentre piango. Poi all’improvviso comincia a piovere. Il cielo, le stelle piangono con me. Mi alzo, ora non ho nemmeno più lacrime. Gli tendo la mano, «ti prego, torniamo in Sala Comune», gli dico. E lui, sempre zitto, forse per paura di dire qualcosa di sbagliato e ferirmi, intreccia le dita con le mie, poi mi stringe a se’, senza mai slacciare le nostre mani, in uno strano abbraccio. Ho perso tutto quello che mi teneva stretta al mio mondo in una notte, ora voglio riposare ma non dimenticherò mai ciò che ho perso.

  

Here comes the rain again,
Falling from the stars,
Drenched in my pain again,
Becoming who we are,
As my memory rests,

But never forgets what I lost  

 
Ehilà!! Ecco il terzo capitolo! Yeah!! Ok, non mi sono fatta demoralizzare (più o meno) dalla sola recensione, che oltretutto è di un'amica e quindi non vale, e vedendo le numerose visualizzazioni sia per il primo che per il secondo capitolo ho deciso di andare avanti! Spero piaccia:) 
Alla prossima,
Bea
  
  
  
  
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