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Autore: Elric_Kyoudai    07/11/2007    2 recensioni
[l'attesissimo (?) seguito di An Embarassing Situation!]
“Alphonse, chi diavolo è tutta sta gente?!”
“Gente che ti aiuterà a ricordare, nii-san.”
“Tutti quanti?”
“Sì, tutti quanti.”
“Devo ascoltarli tutti?”
“Tutti.”
“Anche Mustang?!”
“Anche Mustang.”
“Questa è cattiveria.”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Perché, Al

E siamo al capolinea ;_;!

Con rammarico annunciamo che questo è l'ultimo capitolo di Photograph!;_; Come al solito finire una fic in una certa maniera, con certi elementi e in certe situazioni è risultato un parto, quei due esseri ci sfuggono sempre di mano, e alla fine moltiplicano il numero delle pagine per 200!;O;

Come sempre grazie ai lettori fedeli, siete adorabili ;_; Speriamo che l'ultimo capitolo di Photograph - a cui seguirà qualcos'altro che dobbiam ancora partorire, ma arriverà è_é [Credeteci!è_é] - vi piaccia almeno quanto i due precedenti!

 

Ringraziamenti ;O;

 

Aduah: Che Edward possa finire in manicomio, in verità è una possibilità da non scartare xD In effetti gliene stan succedendo di tutti i colori, chissà se prima o poi riuscirà a farci l'abitudine, povero... Grazie per il commento!<3

Nii_san: Sì, Andrea è il nostro amabile travestito che ha intrapreso la via della femminilità!çOç Ecco il nuovo capitolo, perdono per il ritardo ;O;

Maggiore_Bagnato: XD Tranquillo, non è una fic yaoi!^O^ Qua trovi solo amore fraterno e voglia di prendere a cazzotti un certo cavallo! Siamo contente che ti sia piaciuta così tanto!<3 E l'esagerazione con quei due non è mai abbastanza!*lollano assieme a Maggiore* Molti personaggi sono nostri, tanto per arricchire il file delle situazioni imbarazzanti del caro Acciaio!XD

Faccina Buffa: Ma no, povera Andrea ;_; E' così brava e buona çOç *si aggrappano a faccina e le fan il lavaggio del cervello per farle cambiare idea* Grazie del commento!*^*

Fedar: xDD Che bello, riusciamo a mettervi di buon umore!*gioiscono* Scriviamo in coppia, e durante l'estate siamo state insieme, e nonostante i tentativi di scrivere erano buoni, il richiamo del cazzeggio era troppo forte per non essere ascoltato ;O; E dopo l'estate, la scuola ci ha distratte, ecco çwç

Dimea: ^O^ Grazie! Scriviamo in due, Mikael_Ace e Nacchan!^__^ Vieni a leggere anche le nostre fic scritte in solo, se vuoi!èwé

Kira7: Aw, la nostra tatina!*^* Le tue recensioni ci sciolgono - grazie anche per quella a Neko, sei stata adorabile ;_; <3. L'omino che ora darà sfoggio di tutta la sua strafottenza verrà odiato con amore da Al, ma tanto l'aMMMore trionferà è_é [Non c'entra niente, perdono ;O;] Grazie per esser la nostra fan numero uno!*^* <3

Simona: Eccolo qua^O^ Grazie del commento >*<

 

E ora, si alzino i sipari, va in atto l'ultimo... Atto çOç!

 

 

Perché, Al? Perché non dovrei parlare, scusa?”

“Appunto, Alphonse. Che hai?”

Ed lo guardò col sopracciglio alzato, non riuscendo a trovare risposta al comportamento del fratello.

"Non ho niente. - Era quasi acido. Insolito. - Semplicemente non è il caso che parli!"

Incrociò le braccia al petto, lanciando uno sguardo poco amichevole al ragazzo che stava in piedi di fronte a loro.

Semplicemente quello non doveva aprire bocca.

“Alphonse, hai fatto parlare tutti. Anche lei. – e chiaramente si riferiva ad Andrea – Perché non dovrebbe parlare quello che sembra il più normale di tutti?”

Ed effettivamente, tra ragazze non ragazze e finte bambole di porcellana e sensei manesche, quello pareva essere il ragazzo messo meglio.

“Ecco, vedi? Fammi parlare, Al.”

Quello si chinò sul capo castano chiaro del ragazzo, scompigliandogli i capelli come un fratello maggiore. Gesto che irritò ancora di più il minore degli Elric, che alzò le braccia, rischiando di mollare un pugno al fratello vicino, con le orecchie che quasi parevano prendere fuoco, e gli occhi liquidi di nervoso e solo lui sapeva cos'altro.

No, decisamente non gli andava.

"Perché deve parlare? Non sono sufficienti loro?! - e intanto le sue guance si facevano sempre più simili a due mele - Bastano, no?!"

“No, Alphonse! Lo avrei detto, sennò.”

Non riusciva a capire cos’avesse contro quel ragazzo. D’accordo che assomigliava un po’ tanto a Mustang, ma a questo punto le parti sarebbero dovuto essere invertite.

“Al, voglio solo… aiutare tuo fratello. Non fare il bambino, dai…”

E lo disse in modo talmente viscido ed odioso che i nervi di Alphonse stavano per denunciare un sonoro e doloroso crollo.

"Tu... - infatti. - TU non lo vuoi aiutare!!"

Portò le bracci in avanti, cercando di raggiungere almeno la vita di quella bestia nemica davanti ai suoi occhi, ma con scarso risultato.

Si ritrovò una mano di Edward piantata alla spalla, che lo teneva senza molta fatica.

"Tu, tu... - e abbassò il volume della voce, diventando muto per il resto delle persone - Tu vuoi solo provare a portarmelo via di nuovo..."

Lo fulminò nuovamente, accavallando anche le gambe e poggiandosi di peso sul poggiaschiena.

 “Dai, Alphonse…”

Edward non riuscì a sentire nulla delle parole tristi del suo niichan, ma dal suo viso riuscì a percepire il dispiacere, dipinto negli occhi chiari.

Mentre l’altro non sentì e non percepì, e preferì ignorare Al.

“Allora! Io sono Raven – si presentò lui, sfoggiando un affascinante sorriso con tanto di Armstronglitter – e sono qui per raccontarvi una storiella molto divertente…”

“Qualcos’altro di ignobile al mio riguardo?!”

“No, Ed, figurati…”

"No, Ed, figurati!!" gli fece il verso Al, sollevando le braccia e guardando al cielo.

Per poi sgonfiarsi in un sonoro sbuffo, e tornare alla sua posizione originale.

Totalmente fuori dal suo essere Alphonse.

“Lascialo parlare, Al!”

Quanto suonava strano Edward che rimproverava Alphonse. Ma, in fondo, era ancor più strano vedere Al così arrabbiato con una persona che, teoricamente, doveva essere amica di entrambi.

Raven ignorò il ragazzo, continuando a parlare.

“Dovete sapere che, quando eravamo piccoli, avevo stretto amicizia con gli Elric. Ma in particolare con Ed. E questo sembrava non andare perfettamente a genio a suo fratello…”

Sembrò usare un tono sottilmente ironico e canzonatorio.

Tono che Al non parve proprio... apprezzare.

"Mio fratello era solo stato gentile perché eri sempre da solo!" sbottò, fendendo l'aria con un calcio.

Ma perché era venuto anche lui?! Chi diavolo l'aveva fatto entrare?

Pensandoci, probabilmente era stata Andrea, affascinata dal suo bel viso.

“Credi quel che vuoi, Alphonse… - fece il ragazzo, ignorandolo, dandogli la schiena – Stavo dicendo… stringemmo amicizia io e il maggiore degli Elric. E il piccolo sembrava molto contrario, appunto… c’è un episodio, al riguardo…”

"Un episodio che nessuno desidera conoscere!" sbraitò quello, mordendosi poi il labbro.

Non era proprio il caso che qualcuno andasse a decantare la sua storia.

"Semplicemente, TU non sapevi stare al tuo posto!"

O semplicemente, TU non sapevi lasciar stare tuo fratello due secondi. Piattola!”

“Ehi! – saltò su Ed – Al non è una piattola!”

“Da piccolo sì. E taci, che non te lo ricordi.”

A queste parole si acquietò, colpito ed affondato.

“Dicevo… l’episodio. Io e Ed avevamo otto anni e giocavamo normalmente, quando…”

"Quando tutti decisero che era ora di tornare a casa!"

Alphonse scattò in piedi, mettendosi davanti a Raven. E fu un alternarsi di sguardi adirati e divertiti, e imbarazzanti e provocatori.

"E dai, Al, eravate piccoli..." sibilò Winry, sperando di non suscitare ancor di più l'ira del piccolo Elric.

"NON mi interessa."

“Alphonse! Siamo qui per riportarmi la memoria, mi sembra! – esclamò Edward, sempre col sopracciglio alzato. – non mi sembra il caso di fare così.”

“Appunto, Al” si unì Raven, sorridendo beffardo.

E al quel punto sbuffò, sonoro.

"... fate come volete. Io non vi ascolto."

E si risedette di peso, tappandosi le orecchie con le mani.

“Amen! – fece Raven, sorridendo ancor più malignamente - Allora… un giorno io e Ed – calcò per bene il monosillabo, tentando di far irritare ancora di più Alphonse per tutta la confidenza che si stava prendendo – stavamo giocando normalmente. Senza Al, non so per quale motivo – e in verità lo sapeva benissimo – non c’era. Ma poi…”

E troncò la frase, come per volere tutti col fiato sospeso.

"Ma poi ti ho fregato e sono venuto comunque, alla faccia tua!" sbottò Al, battendo nervosamente il piede sul pavimento.

Si sentiva estremamente in imbarazzo a sputare acido in modo gratuito. Ma quel ragazzetto lo aveva sempre fatto andar fuori di testa, per un motivo o per l'altro.

... ok, sempre per lo stesso motivo, in realtà.

E questo non gli piaceva affatto.

“Sì, ma è qua la parte divertente del mio racconto…”

Raven si avvicinò ad Ed con un sorrisetto strafottente stampato sulle labbra.

“Ricordi, Ed? Ricordi come arrivò? Sembrava una furia! – iniziò a ridere, aumentando il nervosismo del più piccolo – Ti prese per un braccio e ti portò via, senza darti nemmeno il tempo di dire una sillaba! Solo perché passavamo dell’innocente tempo insieme…”

“… davvero, Alphonse?”

Ed si voltò verso il fratello, fissandolo con un sopracciglio alzato.

"..."

Al respirò profondamente, chiedendosi quale santo in Cielo dovesse odiarlo a tal punto. portò le braccia ancora più in alto, abbassando il viso e nascondendolo sotto la frangia.

"Ed, tu per Al - intervenne Winry - eri una specie di dio, era normale che fosse geloso!"

"NON ERO GELOSO!" sbraitò, diventando dello stesso colore di un pomodoro maturo.

Oooooh, sì che lo eri, Al! Ricordo che arrivasti di tutta fretta, infuriato come non ti avevo mai visto, solo perché per una volta tuo fratello preferiva giocare con qualcun altro! Non oso immaginare le scenate che gli avrai fatto a casa…”

Il ragazzo iniziò a ridere, mentre Ed si metteva una mano sotto il mento, tentando di ricordare.

“Ah, sì! Io e te stavamo giocando con la sabbia e arrivò Al, arrabbiatissimo, non so per quale motivo…”

"E c'è da chiedere?!"

Perché gli pareva che quell'essere stesse parlando venti volte più degli altri?! Non poteva sedersi e stare zitto?

"... e comunque non gli ho fatto nessuna scenata!" urlò il più piccolo degli Elric, marcando bene le ultime due parole.

“Sicuro? Io sentivo le urla da casa mia, Al…” sghignazzò Raven, con evidente tono canzonatorio.

Era molto divertente prendere in giro Alphonse, perché se la prendeva tantissimo.

“Perché avresti dovuto arrabbiarti, Al?! Stavo solo giocando!!

"Non erano le mie! E... e... non ci dovevi stare e basta!" rispose, senza degnare il fratello di uno sguardo.

“… sì. Ma non ho capito perché. Spiegami!”

Perché NO!”

Spiegamiiiiiii!”

“Dai, Al, spiega a tutti i presenti perché sei venuto come un isterico a riprenderti tuo fratello maggiore… è per aiutarlo! Su!”

In verità sembrava solo esserci il sadico gusto di vederlo umiliato.

"Non fa differenza, non lo aiuterebbe comunque!!"

E respirò a bocca aperta, riprendendo fiato.

Era decisamente snervante.

“Sì che lo aiuterebbe, perché scoprire di nuovo qualcosa su suo fratello potrebbe scattare qualche molla nel suo cervello…”, rispose Raven con tono saputello, con le braccia incrociate e il solito sorriso.

“Piccolo, per di più.”

“LEI TACCIA, MUSTANG!!

"... io non dico proprio niente, dillo tu se ci tieni tanto."

E sbuffò, decretando il suo silenzio.

“Non ha senso se lo dico io. Devi parlare tu. Su, su, fa il bravo fratellino…”

"NO. No no e NO. Io non lo dico... non..."

... Al pensò che quello fosse il suo Roy Mustang personale.

Effettivamente, a qualcuno stava venendo il dubbio che il generale abbia avuto figli nascosti durante la sua travagliata giovinezza.

“Alphonse, per l’amor di Dio, parla! O mi esploderà la testa!”

“Quella è facile ad andarti in cortocircuito, Fullmetal.

“VUOLE UN CALZINO USATO IN BOCCA, LEI?!

"Aaaah, smettetela! - sbottò infine, lasciando scivolare le braccia sui fianchi. - Ero geloso, ok? Geloso-marcio! Basta, fine, stop!"

E poi sollevò lo sguardo verso Raven, fulminandolo.

"SODDISFATTO?"

“Io sì!”

Quello prese ad applaudire, stupidamente.

Ed lo fissò un attimo, battendosi poi un pugno sul palmo di carne.

Aaaah! Sì! Ricordo!”

Era una parola grossa, ma ci furono spezzoni di film che gli si piantarono nel cervello. Gote rosse, sussurri sibilati a labbra contratte, e un’ombra che si nascondeva in camera sua e non gli parlava per sei ore consecutive.

Gli carezzò il capo castano, con un mezzo sorriso.

Al lo guardò, senza voltare appieno il viso verso di lui, sussurrando una sola parola, come un soffio, per paura di sentire una risposta negativa.

E ignorando gli applausi sarcastici del moro.

"... davvero?"

“Un pochino… Raven c’è…”

Abbassò il capo, un po’ amareggiato.

Ma tu non ci sei… perfettamente… un po’ sì, però!”

"Aw..." si abbattè, fissando le ginocchia.

"Beh, però - prese parola Pinako, avvicinandosi ai due. - E' un passo avanti, no, Ed? Al?"

"Mh..." mugugnò in risposta l'ultimo, abbozzando un sorriso.

“Un po’…” fece Edward, mesto.

Se volete io ho altre storielle divertenti!”, fece Raven, sorridendo ancor di più.

“No, Raven, Al è già irritato così.”

Al si risollevò un poco. Almeno a sentirsi chiamare da suo fratello senza pronunciare tutte e otto le lettere del suo nome.

"Non c'è bisogno che tu racconti altro..." sibilò Al, come a volere l'ultima parola. E poi si appoggiò sulla spalla di quel fratello che appena si ricordava di lui, sospirando.

E il semplice fatto che lo chiamasse senza il suo intero nome di battesimo era da considerare un ulteriore passo avanti.

“Nessuno ha più niente da dire?” mormorò Ed, sprofondando nel divano, mentre Raven si rimetteva al proprio posto, sbuffando per non aver potuto rendere il mondo partecipe della abnorme gelosia che alimentava il giovane Elric.

Tutti si guardarono in faccia, senza notare nessuna nuova mano alzata pronta a mettere in ridicolo almeno uno dei fratelli.

E poi, poff. Un pugno che sbatteva sul palmo della mano, mentre la voce di Winry esclamava un Ah! compiaciuto.

"Mi è venuto in mente che da bambini andavamo spesso al mare. Vi ricordate?"

"Mh, sì..." risposero i due, rivolgendo il viso alla ragazza.

"Potremmo tentare. Cioé, dico, facciamo i bagagli e andiamo al mare, magari così la memoria torna? No?"

"Si, cara - sospirò Roy, sollevando gli occhi al cielo - Il mare evocherà i ricordi del passato... e forse il neurone di Fullmetal deciderà di risvegliarsi, è un'ottima idea... anche perché avrò il piacere di..."

E ridacchiò, senza concludere la frase.

“Morire per mano mia, spero!! Lei che diavolo c’entra?! Qua si parlava di NOI TRE!! Io Al e Winry!! Lei non c’entra un cazzo!!

"No, veramente era riferito alle belle donne in bikini. Anche perché Tu, uccidere Me. Roba da barzellette. E... nessuno ha detto che la gitarella fosse esclusiva vostra. Quindi... nhi si vuole unire?"

Trascinò l'ultima vocale, risultando altamente convincente. Talmente tanto che tutti alzarono la mano, trascinati dal suo... furore?

“Che diavolo vuole che ricordi se siete tutti qui a rompere le palle?!

“Io trovo l’idea del generale estremamente interessante! – esclamò Raven, ignorando il piccoletto, riguardo l’idea delle donne in bikini, con gli occhi che brillavano – Non tarparci le ali, Ed!”

“VOI SARESTE QUI PER ME, IMBECILLI!!

Ooooh, su, Ed! – trillò Andrea, con le mani sui fianchi – Non fare il guastafeste!”

“NON AVETE CAPITO NIENTE, CRISTO!!

"... andiamo solo noi tre!" si impuntò Al, decisamente convinto di non voler passare un minuto di più con quell'essere riluttante dai capelli corvini.

"MA dai, Alphonse, a te non daremo fastidio!" esclamò Roy, facendogli l'occhiolino.

A te no, a Edward più che volentieri.

“SONO I MIEI COGLIONI CHE ROMPERA’, LEI!!

Non avrebbe sopportato una vacanza forzata insieme a quell’essere!! Non sarebbe mai sopravvissuto. MAI. E alla sua salute mentale ci teneva. Quindi Mustang non doveva venire assolutamente.

“NESSUNO DI VOI VERRA’!!

"Neanche io...?" mormorò Ivien, gli occhi liquidi e un dito - con tanto di unghia laccata - sul labbro arricciato.

"Neanche tu."

"Aw..." E incrociò le gambe, imbronciandosi.

"Che essere crudele. Se non ci porta con lui..." iniziò Izumi.

"... LO SEGUIREMO!! - Mustang alzò il pugno destro al cielo, gli occhi infuocati - E lui non ci fermerà!"

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! NON FATELOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! VI TRASMUTERO’ TUTTI IN PIETRE!! E NEPPURE FILOSOFALI!! SASSI!!”

E per un attimo l’idea di Raven Sasso accarezzò la mente di Al.

Gli si accostò ancor di più, guardando l'essere immondo con gli occhi ridotti a fessure.

... davvero una bella prospettiva.

"Niisan, perché non lo fai ora..?"

"AL!" urlò Winry.

"Non a te! - dito puntato in una non vaga direzione - A lui!"

“Sono troppo bello per diventare un sasso.”

“Mi piace questo ragazzo!”

Anche lei, signor Mustang.”

“Dio Santo.”

"Perché... Perchééé..."

"Dai ragazzi, non sarà traumatico, basterà... evitarli!"

"Evitare loro? Tu non li conosci!" dissero in coro, schiaffandosi una mano sulla fronte.

"Io voglio venire - esclamò Pinako, avvicinandosi ai due mori e battendo le mani rugose sulle spalle - Avete la mia benedizione!"

"Ma zia!!"

“Visto, Fullmetal? Sono tutti d’accordo! Quindi non puoi evitare!!

La mano di carne passò dalla fronte, agli occhi, alla bocca, al mento. All’aria per un bel dito medio alzato in direzione Mustang.

“Non ha nessun senso!!

Ma solo voi tre sarebbe noioso, non credi?” aggiunse Raven, poggiandosi una mano sulla spalla di Roy.

"Meglio la noia dell'esaurimento nervoso!" decretò Al, agitando la mano.

“Appunto!!”, lo supportò Ed.

“Ma non vi daremo così tanto fastidioooo…”

“TACI, RAVEN, CHE NON TI CREDE NESSUNO!!

"Al si arrabbierà con te, e Ed si arrabbierà perché hai fatto arrabbiare Al, e noi ci arrabbieremo per spirito di emulazione. Non è proprio una bella prospettiva, sai?"

E tutti mugugnarono alle parole della bionda.

Infatti fa schifo.”

“Uhm, in effetti non è bella, Ed…”

Raven si mise la mano sotto il mento, emulando Mustang.

“… ma a noi poco importa! Non ho ragione, ragazzi?”

“… tu…!!”

"A te non importa! A ME sì!"

Batté un piede sul pavimento, sentendo il nervoso entrargli in vena.

Ma quell'essere non poteva restare rinchiuso in qualche cassetto dei ricordi dimenticato dal mondo?!

"Niisan, non farli venire!!"

“Niisan non farli venire il cavolo!! Se ne avessi le capacità li legherei tutti alle loro case…”

“Al Fullmetal piace il sadomaso?”

“…!!!”

"Niisan?!"

"Edward non ricordavo... ma beh, d'altronde ci sono così tante cose che non mi dici..." sibilò Wiry, sollevando le spalle e scuotendo la testa.

PERCHE’ CREDETE AD UN DEFICIENTE COME MUSTANG, VOI?! A ME NON PIACCIONO CERTE COSE!!”, iniziò a gridare il diretto interessato, con la faccia che rassomigliava ad un pomodoro maturo.

Per tutta risposta Alphonse tirò un sospiro di sollievo, mentre Winry fece scivolare rapidamente le braccia lungo i fianchi.

"Aw, che delusione."

"Signor Mustang, queste cose non sono adatte a un ragazzo come Ed, non per adesso..." canticchiò Andrea, guardandosi le unghie.

“… COSA VUOL DIRE CHE DELUSIONE?!”

Ooh, basta sparar cazzate! – saltò su Raven, mettendo un piede sul divano – Dobbiamo decidere quando partire!”

"Che delusione vuol dire che delusione! - sbottò la bionda - Il tempo di cercare una casa e partiamo!"

"Ma come, Winry! - fece Al, disperato - Ti sei coalizzata con loro!"

"A me basta che si vada al mare."

“MA CON LORO ATTORNO NON AVREMO UN SECONDO NETTO DI PACEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!”, si disperò Ed mettendosi le mani tra i capelli.

Perché, perché, perché?!

Una volta che vai contro Dio, lui fa di tutto per non farti andar bene una cosa.

Ecco, quella situazione era perfettamente rispecchiante quell'affermazione.

"... io sto a casa." fece Al, sentenzioso.

“Non puoi! Io come faccio poi?!

Sia a ricordare che a sopportarli, sottintendeva.

"Resta anche tu!" fece l’altro, come se fosse la cosa più logica del mondo.

"No, voi due siete le guest star - cantò Andrea, alzandosi in piedi e battendo le mani - non potete proprio stare qui!"

“Al, andiamo al mare per farmi ricordare, idiota!! Non possiamo rimanere a casa!!

Erano tutt’e due al limite del livello dell’esasperazione.

"IO CON QUELLO LA' - inutile dire chi. - NON VOGLIO STARCI, OK?!"

"Alphonse caro su, non fare il bambino..." mugugnarono Roy, Raven e Andrea all'unisono.

Ottimo.

“… ehi, voi! Alphonse caro un corno!” fece Ed, (senza sapere perché) irritato.

Dal canto suo, Al rabbrividì a sentirsi chiamare a quel modo.

Semplicemente disgustoso.

"Sentite, arrangiatevi - concluse Winry - Io adesso cerco una casa e vado al mare, e voi fate un po' come vi pare, ok?"

“Cerca quella in cui andavamo da piccoli!”

Ecco, un altro frammento di ricordo che si annunciava grazie alla voce e alle frasi non ponderate del più grande degli Elric.

"Ammesso che esista ancora." fece, alzando le spalle mentre raccattava il quotidiano dalla cesta dei giornali.

"... la trovi lì?"

"Chissà, magari Fortuna vuole che per una volta siamo fortunati, no?"

“Esisterà! O la costruiremo io e Al! … cioè, io costruirò, Al mi darà le indicazioni.”

E Al rise, muovendo la testa in cenno di assenso. Per qualche secondo le chiacchiere si calmarono, risollevate poi da un "Eccola!" esclamato da Winry con fin troppo entusiasmo, a parere dei due fratelli.

“L’hai trovata?” domandò Ed, in fondo lasciandosi prendere dall’entusiasmo di lei.

Ricordava di amare quella casa. Era vicino al mare, e la loro camera si affacciava sempre sulla spiaggia, e si riempiva sempre di odore di salsedine – e lui amava il sapore tipico dell’acqua marina. Poi ricordava che guardava sempre – forse con Al, ma quello era uno dei particolari che non riusciva a ricordare – il mare in tempesta da vicino, sgattaiolando dalla finestra e scendendo lungo un albero, per poi farsi sgridare dalla mamma – ma troppo soddisfatto da quello spettacolo meraviglioso per dar eccessivamente peso alle parole apprensive di quella santa donna.

"Certo che l'ho trovata, pensavi che fallissi?" sorrise lei, agitando il giornale in aria, il pollice sopra l'annuncio che non aveva faticato a trovare.

Centocinquanta metri dal mare, un'enorme casa dai muri color panna e il tetto mattone, che presto sarebbe stata nuovamente partecipe di uno stralcio di vita dei fratelli Elric e compagnia.

“No, no… bene! Partiamo domani, Al, Winry?”

Evitò di nominare gli altri, quasi se ne fosse scordato – o sperando se ne scordassero gli altri.

"Uhm - esclamò Al, annuendo. - Ok!"

E non tardò, davanti a loro, un alzarsi di pugni e un vociare felice che violentò letteralmente loro le orecchie.

"... voi non eravate inclusi!"

"Oh, Al su, ci divertiremo! - fece Winry, avvicinandosi e dandogli un affettuoso colpo di giornale in testa - E ora vado a chiamare la proprietaria!"

Dev’essere libera per forza!”

O sarebbe impazzito, con quelli lì dietro e soprattutto in un’altra casa.

“Ah, per voi non c’è spazio.”, ghignò Ed rivolgendosi agli intrusi.

"Possiamo sempre accamparci fuori, o prendere una casa vicina e stare da voi tuuuutto - e Roy allargò le braccia, mentre allungava la u - il giorno! Felice, Fullmetal?"

“Oh, sì, tanto quanto durante il mio addestramento. U-GUA-LE.”

"Oh beh, l'addestramento non era mica brutto..." ghignò lui, sorridendogli.

“Spero di vederla morire nel dolore.”

"Nah, troppo presto."

"Entro i prossimi due giorni allora."

"Ahah - e gli poggiò una mano sulla testa, come fosse... un parroco che benedice un bambino - Piccolo, ingenuo Fullmetal..."

E la mano di Edward, invece, arrivò sotto il mento di Roy, chiusa a pugno. Abbastanza intenzionata a spaccargli qualche osso.

“A CHI HA DETTO STUPIDO BAMBOCCIO DI INVISIBILI DIMENSIONI?!

"... mh. - fece, afferrando il polso al biondo e allontanandolo dal suo viso. - A te?"

E si ritrovò un calcio nello stinco.

“MUOIA!!”

"Ouch!"

"Voi due, la smettete! - sbottò Winry, rientrando in salotto - La casa è nostra per una settimana!"

“Una settimana! – esultò Ed, per poi ammosciarsi – Una settimana con quelli lì…”

"Una settimana..." gli fece eco Al, ammosciandosi ancor di più.

"Una settimana di donne in costume, yay!" fecero Roy e Raven, scambiandosi un cinque.

“Una settimana di supplizio… almeno non li avremo con noi a dormire…”

Io non ci conterei, Ed.

“Beh, guardiamola dal lato positivo, avrò più tempo per ricordare…”

"Speriamo funzioni..." mugugnò Al, sospirando.

Mentre davanti a loro, i due pervertiti ingaggiavano un amabile trenino.

“DEVE FUNZIONARE.”

O sarebbe impazzito.

"... non voglio passare una settimana con loro però. Cioé. Impazzisco."

“Siamo in due, Al. Ma è l’unica cosa che possiamo fare. Anzi, l’ultima.”

E sbuffò, rassegnato.

Lo sapeva, sarebbe morto.

Alphonse gli passò una mano gentile sulla spalla, cercando di sollevarlo.

"... e se... - si morse il labbro - non funzionasse..?"

“E’ impossibile che non funzioni. Se non funzionerà… troveremo altre soluzioni. Vedrai.”

Ed esibì quel sorriso che rassicurava sempre il fratellino. Quello che sembrava dire ‘Io ho la soluzione per tutto!’.

Anche se ancora non aveva trovato niente di veramente efficace.

Al annuì, sentendosi un po' sollevato da quello sguardo familiare, poi ridedicò la vista alla mandria di esseri umani che sarebbe stato - ormai si era rassegnato, non c'era nulla che potesse fare - al loro seguito per infiniti giorni.

... cielo.

"Beh, ragazzi, - esclamò Winry, bloccando il suo flusso di pensieri - domani alle sei tutti in macchina!"

Un 'Whooo!' e qualche 'Così presto?' riempì l'aria, segno che il messaggio era stato recepito e assimilato.

“Sì, così presto. E chi non si presenta all’ora stabilita, sta a casa!”, sentenziò Edward, sperando segretamente che Mustang avesse il sonno estremamente pesante e che non si svegliasse. Lui, insieme a tutti gli altri.

"Allora per sicurezza metterò la sveglia alle quattro e mezza, non mi perderei quest'occasione - per distruggere il Fullmetal, ma questo era sottinteso - per niente al mondo!"

"Winry. - bisbigliò Al - Non si potrebbe partire dieci minuti prima, tanto per lasciarli tutti qua?"

“No-no, Alphonse! – s’intromise Andrea, che sembrava avere un udito decisamente fine, muovendo il dito indice a destra e sinistra – Altrimenti non sarebbe per nulla divertente…”

E poi ci sarebbe una sanguinaria vendetta ad aspettarvi.”, finì la frase Ivien, guardando il suo amato Edward-san con un sorriso.

I due fratelli rabbrividirono per un istante.

Alphonse immaginava Raven infierire sul suo corpo con un rastrello e sulle sue orecchie canzonandolo per la sua gelosia.

Edward si vide sommerso da un'orda di cavalli in preda a una ridarola incontrollabile.

... glip.

"Nh..." le rispose, sospirando pesantemente.

Concetto afferrato, rassegnazione.

“Bene, allora ci vediamo tutti domani!”, fece Andrea battendo le mani.

Tutti uscirono dalla casa esultanti, ovviamente tranne gli Elric.

Si guardarono negli occhi. Sospirarono.

“Andiamo a dormire, Al…”

 

“QUESTO E’ UN INCUBOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!

"No, Fullmetal, è il più bello dei sogni!"

Perché sì, avere l'indice del Generale Mustang costantemente conficcato tra le costole alle sei del mattina era il massimo dell'aspirazione per ognuno.

"State fermi! - si lamentò Al - mi state schiacciando contro lo sportello!!"

“Dio, ma non poteva prendere una macchina DA SOLO?! O farsi portare dalla Hawkeye?! PERCHE’ DEVE ROMPERE I COGLIONI A NOIIII?!” continuò a sbraitare Ed, ignorando il suo povero fratellino con un principio di soffocamento.

"Riza non poteva venire, per lei il lavoro è sacro, anche se avanza ferie di anni. - altra ditata nello stomaco - E poi l'altra macchina era troppo piena."

Sprizzava gioia da tutti i pori.

"A-Aiutooo..."

“C’era Armstrong, c’era Havoc, C’ERA CHIUNQUE!! PERCHE’ DEVE STARE QUI!!

E, seguitando a non calcolare totalmente suo fratello, diede una gomitata nelle costole a Mustang.

Non sarebbero sopravvissuti.

Non sarebbe sopravvissuto nessuno.

"Volevo stare col mio sottoposto preferito."

E un cuoricino, proprio li, tra le loro teste, sarebbe stato perfetto per esprimere la sua gioia.

Torturare il nano, parte uno.

“LO SO BENISSIMO CHE LEI MI STA PRENDENDO PER IL CULO!! LA SMETTA, PEZZO DI IMBECILLE!!

Ooooh, Edward, per favore! – squittì Andrea, muovendo le mani sul volante a caso, causa quelle urla nelle orecchie, zigzagando sulla strada, quasi provocando un incidente di massa – Taci!”

“DILLO A MUSTANG!!

“Signor Mustang, taccia per favore… E state uccidendo il povero Alphonse!”

"G-grazie Andrea..." sibilò quel poveretto, sentendo improvvisamente più spazio verso la sua destra.

"Oh, scusa Al." fece Roy, mettendo le mani sul grembo e inchinando la testa.

Per poi far scivolare con nonchalance il dito nel solito posto.

"Ah ah."

E il piede d’acciaio di Ed finì su quello di carne di Roy.

“Ah ah ah.”

Un urlo poco delicato andrò a stuprare con violenza le orecchie dei passeggeri, e Winry spalancò le braccia, coprendo la visuale di Andrea.

"AAAAH, ANDREA RIPRENDI IL VOLANTE IN MANO!!" fece Al, vedendola gesticolare.

“NON TE LA PRENDERE CON ME, E’ COLPA DEL SIGNOR MUSTANG CHE URLA!!

"E' FULLMETAL CHE NON SI FA MOLESTARE IN PACE!"

“E’ OVVIO CHE NON VOGLIO ESSERE MOLESTATO, PEZZO DI DEFICIENTE!!

"PIANTATELA!" gridarono i tre passeggeri all'unisono, mentre Andrea riprendeva in mano il volante, evitando una sicura strage.

LA DEVE PIANTARE LUI!! SE LA SMETTE LUI IO LA SMETTO!!”

"Io non la pianto!"

"Intanto piantatela di urlare, santo iddio!"

Ed gli infilò una gomitata nel fianco.

“E IO LE PIANTO UN DITO NELL’OCCHIO!!

"E io ti faccio sparire quei pochi attributi che hai, nano." gemette, tentando di riprendersi dalla gomitata.

"Andrea, accelera!" pregarono Al e Winry, già stanchi delle grida dei due poppanti nel sedile posteriore.

“A CHI HA DETTO BRUTTA PULCE MINUSCOLA E MICRODOTATA?! – strillò quello, dandogli una gomitata tra le gambe – E NON RISPONDA A TE, UOMO PRIVO DI FANTASIA!!

"A un piccolo essere biondo che si trova a due centimetri dalla mia spalla sinistra. O forse dovrei dire dalla mia ascella."

Che puzza. Come lei.”

"Io non puzzo. E' il tuo naso che non sente altro che il tuo odoraccio e le tue flatulenze notturne ad essere totalmente impazzito, la mia ascella è pulita e profumata!"

E gliela schiaffò in faccia, allargando il ghigno sul viso.

... magari avrebbe finalmente sentito l'odore di pulito, il tappo!

“QUALCUNO FICCHI LORO UN CALZINO IN BOCCA, NON NE POSSO PIU’!!

La povera Andrea sembrava sull’orlo di una crisi di nervi pesante. Strinse il volante convulsamente, sperando che uno dei due fosse preso da un ictus fulminante. O che uno dei mille gatti di Alphonse (poteva sentire il debole miagolio di un cucciolo nascosto sotto la sua camicia azzurra) mangiasse la lingua di uno dei due. Uno a caso.

Ma visto che nessuno sembrava intervenire, decise ch’era meglio fare da sola, come sempre.

“SE NON VOLETE ESSERE MOLLATI QUI, IN MEZZO ALLA LANDA DESOLATA, VEDETE DI TACERE!!

Sperò con tutta se stessa di essere ascoltata per una buona volta. Più che altro per loro.

"Non sono io, è lui che continua - e poggiò una mano sulla testa bionda di Acciaio, cominciando a spingerlo verso il basso - a molestarmi verbalmente, non vedi?"

Sembrava un attore nato, la voce appena rotta.

Ed da canto suo lo fulminò con lo sguardo.

"Generale, per favore..." Pigolò Al, terrorizzato all'idea che tutta quella sceneggiata potesse andare avanti per tutta la vacanza.

“Allora.”

Andrea inspirò profondamente, tentando di mantenere la calma.

“Il prossimo che parla LO CASTRO. D’accordo? Anzi. Il prossimo che parla tra Edo e Roy lo castro. E non credo vi piacerebbe.”

Mutismo mode On.

Alphonse tirò un sospiro di sollievo, mentre poggiava la mano sul ventre, ad accarezzare il micio da compagnia.

Roy levò la mano dal capo di Ed, incrociando poi le braccia e guardandolo di sbieco.

"Ne parliamo più tardi." mormorò, premurandosi di sollevare soltanto un angolo della bocca per far uscire le parole.

“Spero di ucciderla più tardi, in verità.

“EDWARD…”

“Okay okay okay taccio!”

Forse, così il viaggio sarebbe stato un po’ più sereno.

Forse.

 

  
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