E siamo al
capolinea ;_;!
Con
rammarico annunciamo che questo è l'ultimo capitolo di Photograph!;_; Come al solito finire una fic
in una certa maniera, con certi elementi e in certe situazioni è risultato un parto, quei due esseri ci sfuggono
sempre di mano, e alla fine moltiplicano il numero delle pagine per 200!;O;
Come sempre
grazie ai lettori fedeli, siete adorabili ;_; Speriamo
che l'ultimo capitolo di Photograph - a cui seguirà
qualcos'altro che dobbiam ancora partorire, ma arriverà
è_é [Credeteci!è_é] - vi
piaccia almeno quanto i due precedenti!
Ringraziamenti ;O;
Aduah:
Che Edward possa finire in manicomio, in verità è una possibilità da non
scartare xD In effetti
gliene stan succedendo di tutti i colori, chissà se
prima o poi riuscirà a farci l'abitudine, povero... Grazie per il
commento!<3
Nii_san:
Sì, Andrea è il nostro amabile travestito che ha intrapreso la via della
femminilità!çOç Ecco il nuovo capitolo, perdono per
il ritardo ;O;
Maggiore_Bagnato: XD Tranquillo, non è una fic yaoi!^O^ Qua trovi solo amore
fraterno e voglia di prendere a cazzotti un certo cavallo! Siamo contente che
ti sia piaciuta così tanto!<3 E l'esagerazione con
quei due non è mai abbastanza!*lollano assieme a
Maggiore* Molti personaggi sono nostri, tanto per arricchire il file delle
situazioni imbarazzanti del caro Acciaio!XD
Faccina
Buffa: Ma no, povera Andrea ;_; E' così brava e buona çOç *si aggrappano a faccina e le fan il lavaggio del
cervello per farle cambiare idea* Grazie del commento!*^*
Fedar: xDD Che bello, riusciamo a
mettervi di buon umore!*gioiscono* Scriviamo in
coppia, e durante l'estate siamo state insieme, e nonostante i tentativi di
scrivere erano buoni, il richiamo del cazzeggio era
troppo forte per non essere ascoltato ;O; E dopo l'estate, la scuola ci ha
distratte, ecco çwç
Dimea: ^O^ Grazie! Scriviamo in due, Mikael_Ace
e Nacchan!^__^ Vieni a leggere anche le nostre fic scritte in solo, se vuoi!èwé
Kira7: Aw, la nostra tatina!*^* Le tue
recensioni ci sciolgono - grazie anche per quella a Neko,
sei stata adorabile ;_; <
Simona: Eccolo
qua^O^ Grazie del commento >*<
E ora,
si alzino i sipari, va in atto l'ultimo... Atto çOç!
“Perché, Al? Perché non dovrei parlare,
scusa?”
“Appunto,
Alphonse. Che hai?”
Ed lo
guardò col sopracciglio alzato, non riuscendo a trovare risposta al
comportamento del fratello.
"Non
ho niente. - Era quasi acido.
Insolito. - Semplicemente non è il caso che parli!"
Incrociò le
braccia al petto, lanciando uno sguardo poco amichevole al ragazzo che stava in
piedi di fronte a loro.
Semplicemente
quello non doveva aprire bocca.
“Alphonse,
hai fatto parlare tutti. Anche lei. – e chiaramente si
riferiva ad Andrea – Perché non dovrebbe parlare
quello che sembra il più normale di tutti?”
Ed
effettivamente, tra ragazze non ragazze e finte bambole di porcellana e sensei manesche, quello pareva essere il ragazzo messo
meglio.
“Ecco,
vedi? Fammi parlare, Al.”
Quello si
chinò sul capo castano chiaro del ragazzo, scompigliandogli i capelli come un
fratello maggiore. Gesto che irritò ancora di più il minore degli Elric, che alzò
le braccia, rischiando di mollare un pugno al fratello vicino, con le orecchie
che quasi parevano prendere fuoco, e gli occhi liquidi
di nervoso e solo lui sapeva cos'altro.
No, decisamente non gli andava.
"Perché deve parlare? Non sono sufficienti loro?! - e intanto le sue guance si facevano sempre più simili a
due mele - Bastano, no?!"
“No, Alphonse!
Lo avrei detto, sennò.”
Non riusciva a capire cos’avesse contro quel ragazzo. D’accordo
che assomigliava un po’ tanto a Mustang, ma a questo punto le parti sarebbero dovuto essere invertite.
“Al, voglio solo… aiutare tuo fratello. Non fare il bambino, dai…”
E lo disse
in modo talmente viscido ed odioso che i nervi di Alphonse
stavano per denunciare un sonoro e doloroso crollo.
"Tu...
- infatti. - TU non lo vuoi aiutare!!"
Portò le bracci in avanti, cercando di raggiungere almeno la vita
di quella bestia nemica davanti ai suoi occhi, ma con scarso
risultato.
Si ritrovò
una mano di Edward piantata alla spalla, che lo teneva
senza molta fatica.
"Tu,
tu... - e abbassò il volume della voce, diventando muto per il resto delle
persone - Tu vuoi solo provare a portarmelo via di nuovo..."
Lo fulminò
nuovamente, accavallando anche le gambe e poggiandosi di peso sul poggiaschiena.
“Dai, Alphonse…”
Edward non
riuscì a sentire nulla delle parole tristi del suo niichan,
ma dal suo viso riuscì a percepire il dispiacere,
dipinto negli occhi chiari.
Mentre
l’altro non sentì e non percepì, e preferì ignorare Al.
“Allora! Io
sono Raven – si presentò lui, sfoggiando un affascinante sorriso con tanto di Armstronglitter – e sono qui
per raccontarvi una storiella molto divertente…”
“Qualcos’altro
di ignobile al mio riguardo?!”
“No, Ed,
figurati…”
"No,
Ed, figurati!!" gli fece il verso Al, sollevando
le braccia e guardando al cielo.
Per poi sgonfiarsi in un sonoro sbuffo, e tornare alla sua posizione
originale.
Totalmente fuori dal suo essere Alphonse.
“Lascialo
parlare, Al!”
Quanto
suonava strano Edward che rimproverava Alphonse. Ma,
in fondo, era ancor più strano vedere Al così arrabbiato con una persona che,
teoricamente, doveva essere amica di entrambi.
Raven
ignorò il ragazzo, continuando a parlare.
“Dovete
sapere che, quando eravamo piccoli, avevo stretto
amicizia con gli Elric. Ma in particolare con Ed. E questo sembrava non andare perfettamente a genio a
suo fratello…”
Sembrò
usare un tono sottilmente ironico e canzonatorio.
Tono che Al
non parve proprio... apprezzare.
"Mio
fratello era solo stato gentile perché eri sempre da solo!" sbottò,
fendendo l'aria con un calcio.
Ma perché
era venuto anche lui?! Chi diavolo l'aveva fatto
entrare?
Pensandoci,
probabilmente era stata Andrea, affascinata dal suo bel viso.
“Credi quel
che vuoi, Alphonse… - fece il ragazzo, ignorandolo,
dandogli la schiena – Stavo dicendo… stringemmo amicizia io e il maggiore degli
Elric. E il piccolo sembrava molto contrario, appunto…
c’è un episodio, al riguardo…”
"Un
episodio che nessuno desidera conoscere!" sbraitò quello, mordendosi poi
il labbro.
Non era
proprio il caso che qualcuno andasse a decantare la
sua storia.
"Semplicemente,
TU non sapevi stare al tuo posto!"
“O semplicemente, TU non sapevi lasciar stare tuo fratello
due secondi. Piattola!”
“Ehi! – saltò su Ed – Al non è una piattola!”
“Da piccolo
sì. E taci, che non te lo ricordi.”
A queste
parole si acquietò, colpito ed affondato.
“Dicevo…
l’episodio. Io e Ed avevamo otto anni e giocavamo normalmente, quando…”
"Quando tutti decisero che era ora di tornare a casa!"
Alphonse
scattò in piedi, mettendosi davanti a Raven. E fu un
alternarsi di sguardi adirati e divertiti, e imbarazzanti e provocatori.
"E
dai, Al, eravate piccoli..." sibilò
Winry, sperando di non suscitare ancor di più l'ira del piccolo Elric.
"NON mi interessa."
“Alphonse! Siamo qui per riportarmi la memoria, mi sembra! – esclamò
Edward, sempre col sopracciglio alzato. – non mi sembra il caso di fare così.”
“Appunto,
Al” si unì Raven, sorridendo beffardo.
E al
quel punto sbuffò, sonoro.
"... fate
come volete. Io non vi ascolto."
E si
risedette di peso, tappandosi le orecchie con le mani.
“Amen! –
fece Raven, sorridendo ancor più malignamente - Allora… un giorno io e Ed –
calcò per bene il monosillabo, tentando di far irritare ancora di più Alphonse
per tutta la confidenza che si stava prendendo – stavamo
giocando normalmente. Senza Al, non so per quale
motivo – e in verità lo sapeva benissimo – non c’era. Ma
poi…”
E troncò
la frase, come per volere tutti col fiato sospeso.
"Ma
poi ti ho fregato e sono venuto comunque, alla faccia
tua!" sbottò Al, battendo nervosamente il piede sul pavimento.
Si sentiva estremamente in imbarazzo a sputare acido in modo gratuito.
Ma quel ragazzetto lo aveva sempre fatto andar fuori di testa,
per un motivo o per l'altro.
... ok, sempre per lo stesso motivo,
in realtà.
E questo non gli piaceva affatto.
“Sì, ma è qua la parte divertente del mio racconto…”
Raven si
avvicinò ad Ed con un sorrisetto
strafottente stampato sulle labbra.
“Ricordi,
Ed? Ricordi come arrivò? Sembrava una furia! – iniziò a ridere, aumentando il
nervosismo del più piccolo – Ti prese per un braccio e
ti portò via, senza darti nemmeno il tempo di dire una sillaba! Solo perché passavamo dell’innocente tempo insieme…”
“… davvero,
Alphonse?”
Ed si
voltò verso il fratello, fissandolo con un sopracciglio alzato.
"..."
Al respirò profondamente, chiedendosi quale santo in Cielo
dovesse odiarlo a tal punto. portò le braccia ancora
più in alto, abbassando il viso e nascondendolo sotto la frangia.
"Ed,
tu per Al - intervenne Winry - eri una specie di dio,
era normale che fosse geloso!"
"NON
ERO GELOSO!" sbraitò, diventando dello stesso colore di un pomodoro
maturo.
“Oooooh, sì che lo eri, Al! Ricordo che arrivasti di tutta
fretta, infuriato come non ti avevo mai visto, solo perché per una volta tuo
fratello preferiva giocare con qualcun altro! Non oso immaginare le scenate che
gli avrai fatto a casa…”
Il ragazzo
iniziò a ridere, mentre Ed si metteva una mano sotto
il mento, tentando di ricordare.
“Ah, sì! Io
e te stavamo giocando con la sabbia e arrivò Al,
arrabbiatissimo, non so per quale motivo…”
"E c'è
da chiedere?!"
Perché gli
pareva che quell'essere
stesse parlando venti volte più degli altri?! Non poteva sedersi e stare zitto?
"... e
comunque non gli ho fatto nessuna scenata!" urlò
il più piccolo degli Elric, marcando bene le ultime due parole.
“Sicuro? Io
sentivo le urla da casa mia, Al…” sghignazzò Raven,
con evidente tono canzonatorio.
Era molto
divertente prendere in giro Alphonse, perché se la prendeva tantissimo.
“Perché avresti dovuto arrabbiarti, Al?! Stavo solo giocando!!”
"Non
erano le mie! E... e... non ci dovevi stare e
basta!" rispose, senza degnare il fratello di uno sguardo.
“… sì. Ma non ho capito perché. Spiegami!”
“Perché NO!”
“Spiegamiiiiiii!”
“Dai, Al, spiega a tutti i presenti perché sei venuto come un
isterico a riprenderti tuo fratello maggiore… è per aiutarlo! Su!”
In verità
sembrava solo esserci il sadico gusto di vederlo umiliato.
"Non
fa differenza, non lo aiuterebbe comunque!!"
E
respirò a bocca aperta, riprendendo fiato.
Era decisamente snervante.
“Sì che lo
aiuterebbe, perché scoprire di nuovo qualcosa su suo fratello potrebbe scattare
qualche molla nel suo cervello…”, rispose Raven con tono saputello, con le
braccia incrociate e il solito sorriso.
“Piccolo,
per di più.”
“LEI
TACCIA, MUSTANG!!”
"... io
non dico proprio niente, dillo tu se ci tieni tanto."
E
sbuffò, decretando il suo silenzio.
“Non ha
senso se lo dico io. Devi parlare tu. Su, su, fa il bravo fratellino…”
"NO. No no e NO.
Io non lo dico... non..."
... Al
pensò che quello fosse il suo Roy Mustang personale.
Effettivamente,
a qualcuno stava venendo il dubbio che il generale abbia
avuto figli nascosti durante la sua travagliata giovinezza.
“Alphonse,
per l’amor di Dio, parla! O mi esploderà la testa!”
“Quella è
facile ad andarti in cortocircuito, Fullmetal.”
“VUOLE UN
CALZINO USATO IN BOCCA, LEI?!”
"Aaaah, smettetela! - sbottò infine, lasciando scivolare le
braccia sui fianchi. - Ero geloso, ok? Geloso-marcio! Basta, fine, stop!"
E poi
sollevò lo sguardo verso Raven, fulminandolo.
"SODDISFATTO?"
“Io sì!”
Quello
prese ad applaudire, stupidamente.
Ed lo
fissò un attimo, battendosi poi un pugno sul palmo di carne.
“Aaaah! Sì! Ricordo!”
Era una
parola grossa, ma ci furono spezzoni di film che gli si piantarono nel
cervello. Gote rosse, sussurri sibilati a labbra contratte, e un’ombra che si
nascondeva in camera sua e non gli parlava per sei ore consecutive.
Gli carezzò
il capo castano, con un mezzo sorriso.
Al lo
guardò, senza voltare appieno il viso verso di lui, sussurrando una sola
parola, come un soffio, per paura di sentire una risposta negativa.
E
ignorando gli applausi sarcastici del moro.
"... davvero?"
“Un
pochino… Raven c’è…”
Abbassò il
capo, un po’ amareggiato.
“Ma tu non ci sei… perfettamente… un po’ sì, però!”
"Aw..." si abbattè,
fissando le ginocchia.
"Beh,
però - prese parola Pinako, avvicinandosi ai due. -
E' un passo avanti, no, Ed? Al?"
"Mh..." mugugnò in risposta
l'ultimo, abbozzando un sorriso.
“Un po’…”
fece Edward, mesto.
“Se volete io ho altre storielle divertenti!”, fece Raven,
sorridendo ancor di più.
“No, Raven,
Al è già irritato così.”
Al si
risollevò un poco. Almeno a sentirsi chiamare da suo fratello
senza pronunciare tutte e otto le lettere del suo nome.
"Non
c'è bisogno che tu racconti altro..." sibilò Al, come a volere l'ultima parola. E
poi si appoggiò sulla spalla di quel fratello che appena si ricordava di lui,
sospirando.
E il semplice
fatto che lo chiamasse senza il suo intero nome di battesimo
era da considerare un ulteriore passo avanti.
“Nessuno ha
più niente da dire?” mormorò Ed, sprofondando nel divano, mentre Raven si
rimetteva al proprio posto, sbuffando per non aver potuto rendere il mondo
partecipe della abnorme gelosia che alimentava il
giovane Elric.
Tutti si
guardarono in faccia, senza notare nessuna nuova mano alzata pronta a mettere
in ridicolo almeno uno dei fratelli.
E poi, poff. Un pugno che sbatteva sul palmo della mano, mentre la
voce di Winry esclamava un Ah!
compiaciuto.
"Mi è
venuto in mente che da bambini andavamo spesso al mare. Vi ricordate?"
"Mh, sì..." risposero i due,
rivolgendo il viso alla ragazza.
"Potremmo
tentare. Cioé, dico, facciamo i bagagli e andiamo al
mare, magari così la memoria torna? No?"
"Si,
cara - sospirò Roy, sollevando gli occhi al cielo - Il mare evocherà i ricordi
del passato... e forse il neurone di Fullmetal deciderà di risvegliarsi, è
un'ottima idea... anche perché avrò il piacere di..."
E
ridacchiò, senza concludere la frase.
“Morire per
mano mia, spero!! Lei che diavolo c’entra?! Qua si parlava di NOI TRE!! Io
Al e Winry!! Lei non c’entra un cazzo!!”
"No,
veramente era riferito alle belle donne in bikini. Anche
perché Tu, uccidere Me. Roba da barzellette. E... nessuno
ha detto che la gitarella fosse esclusiva vostra. Quindi... nhi si vuole
unire?"
Trascinò
l'ultima vocale, risultando altamente convincente.
Talmente tanto che tutti alzarono la mano, trascinati dal suo... furore?
“Che
diavolo vuole che ricordi se siete tutti qui a rompere le palle?!”
“Io trovo
l’idea del generale estremamente interessante! –
esclamò Raven, ignorando il piccoletto, riguardo l’idea
delle donne in bikini, con gli occhi che brillavano – Non tarparci le ali, Ed!”
“VOI
SARESTE QUI PER ME, IMBECILLI!!”
“Ooooh, su, Ed! – trillò Andrea, con le mani sui fianchi –
Non fare il guastafeste!”
“NON AVETE
CAPITO NIENTE, CRISTO!!”
"... andiamo
solo noi tre!" si impuntò Al, decisamente
convinto di non voler passare un minuto di più con quell'essere
riluttante dai capelli corvini.
"MA dai, Alphonse, a te non daremo fastidio!" esclamò
Roy, facendogli l'occhiolino.
A te no, a
Edward più che volentieri.
“SONO I
MIEI COGLIONI CHE ROMPERA’, LEI!!”
Non avrebbe
sopportato una vacanza forzata insieme a quell’essere!!
Non sarebbe mai sopravvissuto. MAI. E alla sua salute
mentale ci teneva. Quindi Mustang non doveva venire
assolutamente.
“NESSUNO DI
VOI VERRA’!!”
"Neanche
io...?" mormorò Ivien, gli occhi liquidi e un
dito - con tanto di unghia laccata - sul labbro arricciato.
"Neanche
tu."
"Aw..." E incrociò le gambe,
imbronciandosi.
"Che essere crudele. Se non ci porta con
lui..." iniziò Izumi.
"...
LO SEGUIREMO!! - Mustang alzò
il pugno destro al cielo, gli occhi infuocati - E lui non ci fermerà!"
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!
NON FATELOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! VI TRASMUTERO’ TUTTI IN
PIETRE!! E NEPPURE FILOSOFALI!!
SASSI!!”
E per un
attimo l’idea di Raven Sasso accarezzò la mente di Al.
Gli si
accostò ancor di più, guardando l'essere immondo con gli occhi ridotti a
fessure.
... davvero una bella prospettiva.
"Niisan,
perché non lo fai ora..?"
"AL!"
urlò Winry.
"Non a
te! - dito puntato in una non vaga
direzione - A lui!"
“Sono
troppo bello per diventare un sasso.”
“Mi piace
questo ragazzo!”
“Anche lei, signor Mustang.”
“Dio
Santo.”
"Perché... Perchééé..."
"Dai
ragazzi, non sarà traumatico, basterà... evitarli!"
"Evitare
loro? Tu non li conosci!" dissero in coro,
schiaffandosi una mano sulla fronte.
"Io voglio venire - esclamò Pinako, avvicinandosi
ai due mori e battendo le mani rugose sulle spalle - Avete la mia
benedizione!"
"Ma
zia!!"
“Visto,
Fullmetal? Sono tutti d’accordo! Quindi non puoi evitare!!”
La mano di
carne passò dalla fronte, agli occhi, alla bocca, al mento. All’aria per un bel
dito medio alzato in direzione Mustang.
“Non ha
nessun senso!!”
“Ma solo voi tre sarebbe noioso, non credi?” aggiunse Raven,
poggiandosi una mano sulla spalla di Roy.
"Meglio
la noia dell'esaurimento nervoso!" decretò Al, agitando
la mano.
“Appunto!!”, lo supportò Ed.
“Ma non vi
daremo così tanto fastidioooo…”
“TACI,
RAVEN, CHE NON TI CREDE NESSUNO!!”
"Al si
arrabbierà con te, e Ed si arrabbierà perché hai fatto
arrabbiare Al, e noi ci arrabbieremo per spirito di emulazione. Non è proprio
una bella prospettiva, sai?"
E tutti
mugugnarono alle parole della bionda.
“Infatti fa schifo.”
“Uhm, in effetti non è bella, Ed…”
Raven si
mise la mano sotto il mento, emulando Mustang.
“… ma a noi poco importa! Non ho ragione, ragazzi?”
“… tu…!!”
"A te
non importa! A ME sì!"
Batté un
piede sul pavimento, sentendo il nervoso entrargli in vena.
Ma quell'essere non poteva restare
rinchiuso in qualche cassetto dei ricordi dimenticato dal mondo?!
"Niisan,
non farli venire!!"
“Niisan non
farli venire il cavolo!! Se ne avessi
le capacità li legherei tutti alle loro case…”
“Al
Fullmetal piace il sadomaso?”
“…!!!”
"Niisan?!"
"Edward
non ricordavo... ma beh, d'altronde ci sono così tante
cose che non mi dici..." sibilò Wiry, sollevando le spalle e scuotendo la testa.
“PERCHE’ CREDETE AD UN DEFICIENTE COME MUSTANG, VOI?! A ME NON PIACCIONO CERTE COSE!!”,
iniziò a gridare il diretto interessato, con la faccia che rassomigliava ad un
pomodoro maturo.
Per tutta
risposta Alphonse tirò un sospiro di sollievo, mentre
Winry fece scivolare rapidamente le braccia lungo i fianchi.
"Aw, che delusione."
"Signor
Mustang, queste cose non sono adatte a un ragazzo come
Ed, non per adesso..." canticchiò Andrea,
guardandosi le unghie.
“… COSA
VUOL DIRE CHE DELUSIONE?!”
“Ooh, basta sparar cazzate! – saltò su Raven, mettendo un piede sul divano – Dobbiamo
decidere quando partire!”
"Che
delusione vuol dire che delusione! - sbottò la bionda
- Il tempo di cercare una casa e partiamo!"
"Ma come, Winry! - fece Al, disperato
- Ti sei coalizzata con loro!"
"A me
basta che si vada al mare."
“MA CON
LORO ATTORNO NON AVREMO UN SECONDO NETTO DI PACEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!”, si disperò Ed mettendosi le mani tra i capelli.
Perché, perché, perché?!
Una volta
che vai contro Dio, lui fa di tutto per non farti
andar bene una cosa.
Ecco,
quella situazione era perfettamente rispecchiante quell'affermazione.
"... io
sto a casa." fece Al,
sentenzioso.
“Non puoi!
Io come faccio poi?!”
Sia a
ricordare che a sopportarli, sottintendeva.
"Resta
anche tu!" fece l’altro, come se fosse la cosa più logica del mondo.
"No,
voi due siete le guest star - cantò Andrea, alzandosi
in piedi e battendo le mani - non potete proprio stare qui!"
“Al, andiamo al mare per farmi ricordare, idiota!! Non possiamo
rimanere a casa!!”
Erano tutt’e due al limite del livello
dell’esasperazione.
"IO
CON QUELLO LA' - inutile dire chi. - NON VOGLIO
STARCI, OK?!"
"Alphonse
caro su, non fare il bambino..." mugugnarono Roy, Raven e Andrea all'unisono.
Ottimo.
“… ehi,
voi! Alphonse caro un corno!” fece Ed, (senza sapere perché) irritato.
Dal canto
suo, Al rabbrividì a sentirsi chiamare a quel modo.
Semplicemente
disgustoso.
"Sentite,
arrangiatevi - concluse Winry - Io adesso cerco una casa e vado al mare, e voi
fate un po' come vi pare, ok?"
“Cerca
quella in cui andavamo da piccoli!”
Ecco, un
altro frammento di ricordo che si annunciava grazie alla voce e alle frasi non
ponderate del più grande degli Elric.
"Ammesso
che esista ancora." fece, alzando le spalle
mentre raccattava il quotidiano dalla cesta dei giornali.
"...
la trovi lì?"
"Chissà,
magari Fortuna vuole che per una volta siamo fortunati, no?"
“Esisterà! O la costruiremo io e Al! … cioè,
io costruirò, Al mi darà le indicazioni.”
E Al rise, muovendo la testa in cenno di assenso. Per qualche
secondo le chiacchiere si calmarono, risollevate poi da un "Eccola!"
esclamato da Winry con fin troppo entusiasmo, a parere dei due fratelli.
“L’hai
trovata?” domandò Ed, in fondo lasciandosi prendere dall’entusiasmo
di lei.
Ricordava
di amare quella casa. Era vicino al mare, e la loro camera si affacciava sempre
sulla spiaggia, e si riempiva sempre di odore di
salsedine – e lui amava il sapore tipico dell’acqua marina. Poi ricordava che
guardava sempre – forse con Al, ma quello era uno dei
particolari che non riusciva a ricordare – il mare in tempesta da vicino,
sgattaiolando dalla finestra e scendendo lungo un albero, per poi farsi
sgridare dalla mamma – ma troppo soddisfatto da quello spettacolo meraviglioso
per dar eccessivamente peso alle parole apprensive di quella santa donna.
"Certo
che l'ho trovata, pensavi che fallissi?" sorrise lei, agitando il giornale
in aria, il pollice sopra l'annuncio che non aveva faticato a trovare.
Centocinquanta
metri dal mare, un'enorme casa dai muri color panna e il tetto mattone, che presto
sarebbe stata nuovamente partecipe di uno stralcio di vita dei
fratelli Elric e compagnia.
“No, no…
bene! Partiamo domani, Al, Winry?”
Evitò di
nominare gli altri, quasi se ne fosse scordato – o
sperando se ne scordassero gli altri.
"Uhm -
esclamò Al, annuendo. - Ok!"
E non
tardò, davanti a loro, un alzarsi di pugni e un vociare felice che violentò
letteralmente loro le orecchie.
"... voi
non eravate inclusi!"
"Oh, Al su, ci divertiremo! - fece Winry, avvicinandosi e dandogli un affettuoso colpo di giornale in testa - E ora
vado a chiamare la proprietaria!"
“Dev’essere libera per forza!”
O
sarebbe impazzito, con quelli lì dietro e soprattutto in un’altra casa.
“Ah, per
voi non c’è spazio.”, ghignò Ed rivolgendosi agli
intrusi.
"Possiamo
sempre accamparci fuori, o prendere una casa vicina e
stare da voi tuuuutto - e Roy allargò le braccia,
mentre allungava la u - il giorno! Felice, Fullmetal?"
“Oh, sì,
tanto quanto durante il mio addestramento. U-GUA-LE.”
"Oh
beh, l'addestramento non era mica brutto..." ghignò lui, sorridendogli.
“Spero di
vederla morire nel dolore.”
"Nah, troppo presto."
"Entro
i prossimi due giorni allora."
"Ahah - e gli poggiò una mano sulla testa, come fosse... un
parroco che benedice un bambino - Piccolo, ingenuo Fullmetal..."
E la mano di Edward, invece, arrivò sotto il mento di Roy, chiusa a
pugno. Abbastanza intenzionata a spaccargli qualche osso.
“A CHI HA
DETTO STUPIDO BAMBOCCIO DI INVISIBILI DIMENSIONI?!”
"... mh. - fece, afferrando il polso al biondo e allontanandolo
dal suo viso. - A te?"
E si
ritrovò un calcio nello stinco.
“MUOIA!!”
"Ouch!"
"Voi
due, la smettete! - sbottò Winry, rientrando in salotto - La casa è nostra per
una settimana!"
“Una
settimana! – esultò Ed, per poi ammosciarsi – Una settimana con quelli lì…”
"Una
settimana..." gli fece eco Al, ammosciandosi
ancor di più.
"Una
settimana di donne in costume, yay!" fecero Roy
e Raven, scambiandosi un cinque.
“Una
settimana di supplizio… almeno non li avremo con noi a dormire…”
Io non ci conterei, Ed.
“Beh,
guardiamola dal lato positivo, avrò più tempo per
ricordare…”
"Speriamo
funzioni..." mugugnò Al, sospirando.
Mentre
davanti a loro, i due pervertiti ingaggiavano un amabile trenino.
“DEVE
FUNZIONARE.”
O
sarebbe impazzito.
"... non
voglio passare una settimana con loro però. Cioé.
Impazzisco."
“Siamo in
due, Al. Ma è l’unica cosa che possiamo fare. Anzi,
l’ultima.”
E
sbuffò, rassegnato.
Lo sapeva, sarebbe morto.
Alphonse
gli passò una mano gentile sulla spalla, cercando di sollevarlo.
"... e
se... - si morse il labbro - non funzionasse..?"
“E’
impossibile che non funzioni. Se non funzionerà…
troveremo altre soluzioni. Vedrai.”
Ed esibì
quel sorriso che rassicurava sempre il fratellino. Quello che sembrava dire ‘Io
ho la soluzione per tutto!’.
Anche se
ancora non aveva trovato niente di veramente efficace.
Al annuì, sentendosi un po' sollevato da quello sguardo
familiare, poi ridedicò la vista alla mandria di esseri umani che sarebbe
stato - ormai si era rassegnato, non c'era nulla che potesse fare - al loro
seguito per infiniti giorni.
... cielo.
"Beh,
ragazzi, - esclamò Winry, bloccando il suo flusso di pensieri - domani alle sei
tutti in macchina!"
Un 'Whooo!' e qualche 'Così presto?'
riempì l'aria, segno che il messaggio era stato recepito e assimilato.
“Sì, così
presto. E chi non si presenta all’ora stabilita, sta a
casa!”, sentenziò Edward, sperando segretamente che Mustang avesse il sonno
estremamente pesante e che non si svegliasse. Lui, insieme a tutti gli altri.
"Allora
per sicurezza metterò la sveglia alle quattro e mezza, non mi
perderei quest'occasione - per distruggere il
Fullmetal, ma questo era sottinteso - per niente al mondo!"
"Winry.
- bisbigliò Al - Non si potrebbe partire dieci minuti prima,
tanto per lasciarli tutti qua?"
“No-no,
Alphonse! – s’intromise Andrea, che sembrava avere un udito decisamente
fine, muovendo il dito indice a destra e sinistra – Altrimenti non sarebbe per
nulla divertente…”
“E poi ci sarebbe una sanguinaria vendetta ad aspettarvi.”,
finì la frase Ivien, guardando il suo amato Edward-san
con un sorriso.
I due
fratelli rabbrividirono per un istante.
Alphonse
immaginava Raven infierire sul suo corpo con un rastrello e sulle sue orecchie
canzonandolo per la sua gelosia.
Edward si
vide sommerso da un'orda di cavalli in preda a una ridarola incontrollabile.
... glip.
"Nh..." le rispose, sospirando
pesantemente.
Concetto
afferrato, rassegnazione.
“Bene,
allora ci vediamo tutti domani!”, fece Andrea battendo le mani.
Tutti
uscirono dalla casa esultanti, ovviamente tranne gli
Elric.
Si
guardarono negli occhi. Sospirarono.
“Andiamo a
dormire, Al…”
“QUESTO E’
UN INCUBOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!”
"No,
Fullmetal, è il più bello dei sogni!"
Perché sì,
avere l'indice del Generale Mustang costantemente conficcato tra le costole
alle sei del mattina era il massimo dell'aspirazione
per ognuno.
"State
fermi! - si lamentò Al - mi state schiacciando contro lo sportello!!"
“Dio, ma
non poteva prendere una macchina DA SOLO?! O farsi
portare dalla Hawkeye?! PERCHE’ DEVE ROMPERE I COGLIONI A NOIIII?!”
continuò a sbraitare Ed, ignorando il suo povero fratellino con un principio di
soffocamento.
"Riza non poteva venire, per lei il lavoro è sacro, anche se
avanza ferie di anni. - altra ditata nello stomaco - E
poi l'altra macchina era troppo piena."
Sprizzava
gioia da tutti i pori.
"A-Aiutooo..."
“C’era Armstrong, c’era Havoc, C’ERA
CHIUNQUE!! PERCHE’ DEVE
STARE QUI!!”
E,
seguitando a non calcolare totalmente suo fratello, diede una gomitata nelle
costole a Mustang.
Non
sarebbero sopravvissuti.
Non sarebbe
sopravvissuto nessuno.
"Volevo
stare col mio sottoposto preferito."
E un
cuoricino, proprio li, tra le loro teste, sarebbe
stato perfetto per esprimere la sua gioia.
Torturare
il nano, parte uno.
“LO SO
BENISSIMO CHE LEI MI STA PRENDENDO PER IL CULO!!
“Ooooh, Edward, per favore! – squittì Andrea, muovendo le
mani sul volante a caso, causa quelle urla nelle orecchie, zigzagando sulla
strada, quasi provocando un incidente di massa – Taci!”
“DILLO A
MUSTANG!!”
“Signor Mustang, taccia per favore… E state uccidendo il povero
Alphonse!”
"G-grazie Andrea..." sibilò
quel poveretto, sentendo improvvisamente più spazio verso la sua destra.
"Oh,
scusa Al." fece Roy, mettendo le mani sul grembo
e inchinando la testa.
Per poi far
scivolare con nonchalance il dito nel solito posto.
"Ah
ah."
E il piede
d’acciaio di Ed finì su quello di carne di Roy.
“Ah ah ah.”
Un urlo
poco delicato andrò a stuprare con violenza le
orecchie dei passeggeri, e Winry spalancò le braccia, coprendo la visuale di
Andrea.
"AAAAH,
ANDREA RIPRENDI IL VOLANTE IN MANO!!" fece Al,
vedendola gesticolare.
“NON TE
"E'
FULLMETAL CHE NON SI FA MOLESTARE IN PACE!"
“E’ OVVIO
CHE NON VOGLIO ESSERE MOLESTATO, PEZZO DI DEFICIENTE!!”
"PIANTATELA!"
gridarono i tre passeggeri all'unisono, mentre Andrea riprendeva in mano il
volante, evitando una sicura strage.
“
"Io
non la pianto!"
"Intanto
piantatela di urlare, santo iddio!"
Ed gli
infilò una gomitata nel fianco.
“E IO LE
PIANTO UN DITO NELL’OCCHIO!!”
"E io
ti faccio sparire quei pochi attributi che hai, nano."
gemette, tentando di riprendersi dalla gomitata.
"Andrea,
accelera!" pregarono Al e Winry, già stanchi delle grida dei due poppanti
nel sedile posteriore.
“A CHI HA
DETTO BRUTTA PULCE MINUSCOLA E MICRODOTATA?! – strillò
quello, dandogli una gomitata tra le gambe – E NON RISPONDA A TE, UOMO PRIVO DI
FANTASIA!!”
"A un piccolo essere biondo che si trova a due centimetri
dalla mia spalla sinistra. O forse dovrei dire dalla
mia ascella."
“Che puzza. Come lei.”
"Io
non puzzo. E' il tuo naso che non sente altro che il tuo odoraccio e le tue flatulenze notturne ad essere totalmente impazzito, la
mia ascella è pulita e profumata!"
E gliela
schiaffò in faccia, allargando il ghigno sul viso.
... magari avrebbe finalmente sentito l'odore di pulito, il
tappo!
“QUALCUNO
FICCHI LORO UN CALZINO IN BOCCA, NON NE POSSO PIU’!!”
La povera Andrea sembrava sull’orlo di una crisi di nervi pesante. Strinse il volante
convulsamente, sperando che uno dei due fosse preso da un ictus fulminante. O
che uno dei mille gatti di Alphonse (poteva sentire il
debole miagolio di un cucciolo nascosto sotto la sua camicia azzurra) mangiasse
la lingua di uno dei due. Uno a caso.
Ma visto
che nessuno sembrava intervenire, decise ch’era meglio
fare da sola, come sempre.
“SE NON
VOLETE ESSERE MOLLATI QUI, IN MEZZO ALLA LANDA DESOLATA, VEDETE DI TACERE!!”
Sperò con
tutta se stessa di essere ascoltata per una buona volta. Più che altro per
loro.
"Non
sono io, è lui che continua - e poggiò una mano sulla testa bionda di Acciaio, cominciando a spingerlo verso il basso - a
molestarmi verbalmente, non vedi?"
Sembrava un
attore nato, la voce appena rotta.
Ed da
canto suo lo fulminò con lo sguardo.
"Generale,
per favore..." Pigolò Al, terrorizzato all'idea
che tutta quella sceneggiata potesse andare avanti per tutta la vacanza.
“Allora.”
Andrea
inspirò profondamente, tentando di mantenere la calma.
“Il
prossimo che parla LO CASTRO. D’accordo? Anzi. Il prossimo
che parla tra Edo e Roy lo castro. E non credo
vi piacerebbe.”
Mutismo
mode On.
Alphonse
tirò un sospiro di sollievo, mentre poggiava la mano
sul ventre, ad accarezzare il micio da compagnia.
Roy levò la
mano dal capo di Ed, incrociando poi le braccia e guardandolo di sbieco.
"Ne
parliamo più tardi." mormorò, premurandosi di
sollevare soltanto un angolo della bocca per far uscire le parole.
“Spero di
ucciderla più tardi, in verità.”
“EDWARD…”
“Okay okay okay taccio!”
Forse, così
il viaggio sarebbe stato un po’ più sereno.
Forse.