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Autore: _Gwen    19/04/2013    1 recensioni
La prima volta che il destino li ha fatti incontrare e la concatenazione degli eventi li ha fatti ritrovare faccia a faccia, è stato muto ed inevitabile.
Entrambi furono sicuri e tacitamente d'accordo che quella era avversione a prima vista. Era logico, dopotutto.
Lily/Scorpius
Traduzione della storia "Aversión a primera vista"
Di x.LalaCleao.x
Buona lettura ;)
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Libero


Avanzò per lo stretto corridoio del treno, schivando persone e gruppetti che intrattenevano conversazioni, ignorando le occhiate curiose che riceveva. Quando finalmente arrivò davanti alla porta dello scompartimento di Malfoy, si bloccò. Rimase lì, immobile, senza fiatare, incapace di fare un passo. Rifletté sulle proprie possibilità: entrare o voltarsi per tornare da dove era venuta.
 
La decisione la prese lui quando alzò lo sguardo e, sorpreso, la vide attraverso il vetro della porta. Lily si maledisse a bassa voce, ormai non poteva più fuggire. Non quando lui ormai l'aveva vista. Sospirando, afferrò la maniglia della porta e tirò, aprendola. In ogni modo, rimase in quella posizione, sulla soglia, senza muoversi. Malfoy la guardò per qualche secondo in silenzio, con la sua usuale espressione indecifrabile. Lily si riprese –Accidenti, il tuo sì che è uno scompartimento pieno di vita. Ti dispiace se entro?- cercò di mostrarsi sicura di se stessa, anche se in realtà si sentiva piccola e incerta come non mai.
 
Le sue fini labbra si curvarono in un accenno di sorriso arrogante -Dovresti chiedere agli altri che lo occupano, Potter- il sarcasmo era come sempre presente nelle sue parole.
 
Anche Lily sorrise, decidendo di stare al gioco -Mi dispiace, non riesco a vedere i Thestrals. E i tuoi amici Dissennatori?-
 
Malfoy non cambiò espressione. Le rispose con il suo solito tono acido -Avevano fame di felicità e di ricordi positivi. Sono andati senza di me perché io ho già mangiato ad Hogwarts prima di partire. Però, per favore, entra pure Potter. E' bello vedere che la tua anima è intatta-
 
Le sue guance divennero inspiegabilmente rosse e Malfoy la guardò, divertito -Che c'è? Hai deciso di rimanere vicino alla porta? Perché sono sicuro che questo farà venire qui molte persone curiose di sapere cosa tu ci faccia sulla soglia dello scompartimento in cui sto io. So che ti piacciono gli show e che adori stare al centro dell'attenzione, Potter, ma credo che questo sia abbastanza. Entra oppure vattene, ma chiudi la porta-
 
Lily si morse il labbro e fece un passo all'interno dello scompartimento, chiudendosi la porta alle spalle -Devo...devo parlare con te-
 
Malfoy prese la bacchetta e la puntò contro Lily, ma la luce che uscì dalla punta andò contro il vetro della porta, facendo sì che da fuori nessuno potesse più vederli. Lily non sapeva se sentirsi meglio o peggio adesso che erano completamente isolati. Scorpius puntò i suoi occhi grigi su di lei, mettendo via la bacchetta -Sono tutto orecchie-
 
-Così?- esclamò indignata. Forse lui si aspettava una qualche specie di monologo da parte sua.
 
Il biondo inarcò le sopracciglia -Cosa ti aspettavi, Potter? Un piedistallo?-
 
Stava iniziando a pentirsene -Forse è stato un errore-
 
-Forse- le disse, senza muoversi dal suo posto accanto al finestrino. Fuori la pioggia continuava a scendere.
 
-Piove, come ha detto Rose- sussurrò, cercando di guardare dappertutto tranne che nella sua direzione. Aveva bisogno di concentrarsi e di formulare un discorso sensato e con lui che la osservava in quel modo le era pressoché impossibile.
 
Scorpius guardò fuori e annuì -Sei venuta a parlare del tempo, Potter? Bene, parliamo del tempo. E' orribile. E' tutto?-
 
-No- sbuffò, sedendosi di fronte a lui -Perché mi...- arrossì -Mi hai baciato? Era uno scherzo?-
 
Malfoy si irrigidì. C'era qualcosa nel suo sguardo che Lily non riuscì ad identificare -Uno scherzo?- sibilò, tendendo le labbra in una linea, cercando di contenere la voce -Ti sembro il tipo di persona che se ne va in giro a baciare schif...- si bloccò -Sangue impuro per divertimento? Ti sembra che questo scherzo mi abbia dato qualche beneficio, Potter? Guardati attorno, qualcuno sta ridendo? No, non era uno scherzo-
 
Lily notò quanto fosse teso dal suo collo, dalla linea della mandibola e dal digrignare dei denti. Si sentì solo frustrata però -Se sono una schifosa sangue impuro- Malfoy fece una smorfia di disgusto di fronte al termine che lui stesso aveva utilizzato per tutta la vita. Non comprese perché, ma detto dalle sue labbra sembrò invece la commissione di un crimine atroce -Se mi odi così tanto, perché mi hai baciato?-
 
Scorpius si alzò bruscamente e iniziò a camminare avanti e indietro, passandosi una mano tra i capelli biondo platino. Perché? Perché aveva deciso in un momento di ridicola irrazionalità di infrangere tutti i valori con i quali era stato cresciuto? Perché? -Che diavolo ne so io, Potter-
 
Lily si mise in piedi, lo guardò negli occhi e disse -Bugiardo- si voltò e quando fece per afferrare la maniglia, la mano di lui l'afferrò per il polso.
 
Sì, lo era. Un bugiardo e un codardo, perché, per l'ennesima volta, stava scappando da se stesso. Lui era un Malfoy e lei era una Potter, tutto ciò che lui avrebbe dovuto odiare, eppure riusciva solo ad amarla di più quando si rendeva conto che quella ragazza dai capelli rossi e dagli occhi scuri e intensi, era sempre stata in grado di sopravvivere senza curarsi di ciò che le persone dicevano. Riusciva a non farsi scalfire dal passato, dal suo cognome, dal suo essere “la figlia del famoso Harry Potter”.
 
Lily Luna Potter, con la lingua un po' troppo biforcuta per i suoi gusti, con il suo disinteresse per lo stato di sangue, con il suo coraggio, con il suo essere sempre disponibile e con il suo essere così leale e corretta, era stata l'unica disposta a porgergli aiuto, quando nessun altro voleva farlo. E adesso rimaneva ancora in quella posizione, probabilmente a pensare a quanto si stesse comportando come un idiota incoerente.
 
Non poteva evitare di amare tutte le cose che odiava di lei. Iniziando dal suo cognome, dal suo essere sangue impuro a tutte quelle piccole lentiggini che formavano delle costellazioni sulla sua pelle perfetta. E stava diventando pazzo, decisamente -Lascia la maniglia-
 
Lily lo guardò, diffidente -Perché? Non ho niente di cui parlare, lo hai detto tu stesso, Malfoy. Ora, con permesso, torno al mio scompartimento, dove sono la benvenuta e tu puoi tornare a qualunque cosa stessi facendo prima che io venissi ad importunarti-
 
Scorpius digrignò i denti, stringendo le dita attorno al suo polso e dopo qualche istante la lasciò, rassegnato, sedendosi -Sì, fai questo favore a entrambi, Potter- e si passò le mani sul viso. Non sentì la porta né aprirsi, né chiudersi, però.
 
Fu questo tutto ciò che sentì -Cielo, sei davvero un codardo come tuo padre?-
 
Rapidamente alzò lo sguardo su di lei, accigliato -Non chiamare codardo mio padre-
 
Lily sbuffò e incrociò le braccia -Bene, non lo farò. Tu sei un codardo però-
 
Scorpius sorrise amaramente -Serpeverde in tutto e per tutto, Potter. Ricordi?-
 
-Cosa significa? Ti nasconderai tutta la vita dietro a questo? Piton è stato preside di Hogwarts, è stato un Serpeverde ed era l'uomo più coraggioso che mio padre avesse mai conosciuto. Però forse tu sei davvero solo un codardo-
 
Lui si mise in piedi, davanti a lei -Forse vuoi vedere cose che non esistono, Potter-
 
-No- disse lei, decisa -So perfettamente quello che vedo. E in questo momento tutto ciò che vedo è un ragazzino terrorizzato-
 
-Io non sono terrorizzato, Potter- sussurrò, infastidito.
 
-Provalo- lo sfidò, rimanendo immobile.
 
Scorpius si irrigidì -Non devo dimostrarti niente-
 
-Bene- disse Lily -Lo farò io- fece un passo verso di lui, allungando la mano fino al suo viso. Quando la punta delle sue dita entrarono in contatto con la sua pelle, lo sentì tendersi sotto al suo tocco e riconobbe il panico nei suoi usualmente freddi occhi grigi.
 
-Cosa stai facendo?- chiese, con un filo di voce, sentendola accarezzare ogni angolo del suo volto. Scorpius credette di non riuscire più a respirare. Con lentezza, alzò la mano e prese il polso di lei, sorprendendola, dato che era rimasta distratta ad osservare ogni suo singolo pezzetto di pelle, però non le scostò la mano. Non poteva, non quando lei fece per alzare gli occhi color cioccolato per incrociare quelli di lui, sorpresa dalle proprie azioni -Non dovresti...- iniziò a dire, perdendo la voce.
 
Lily si morse il labbro inferiore e fece un altro passo verso Scorpius. I loro petti si toccavano. Così vicina, riuscì a vedere la tensione in ognuno dei suoi muscoli. Lily era sicura che Scorpius potesse sentire il battito del proprio cuore dalla stretta ferrea attorno al polso.
 
Se ci riuscì, non lo disse. Lasciò che le proprie dita scorressero dai polsi di lei, per salire lungo le braccia, scoprendole dalla manica della divisa. Accarezzò le piccole lentiggini che ricoprivano la sua pelle chiara. Lily inspirò profondamente, bruscamente, notando una delicatezza nel suo gesto che mai avrebbe creduto possibile in qualcuno come lui. Anche se c'era qualcosa di...doloroso (sì, era la parola giusta da usare) in ciò che aveva appena fatto. Sì, ne era sicura.
 
Scorpius continuava ad osservare le sue lentiggini assorto, in silenzio, contandole tutte, nella sua testa, per non dimenticarle quando sarebbe tornato alla realtà. E sapeva che ci sarebbe dovuto tornare presto. Lily inspirò ancora bruscamente, quando iniziò a tracciare delicatamente un percorso sul suo collo, fino ad arrivare al viso, ormai rosso. Scorpius sembrò non farci caso, ma continuò ad accarezzarla. Lily si chiese ancora se riuscisse a sentire il battito accelerato del suo cuore. Quando gli occhi di lei incrociarono quelli di lui, tornò alla realtà.
 
Come se l'avesse bruciato, ritrasse la mano, arrabbiato con se stesso. Era un Potter, non poteva semplicemente toccarla come se fosse una specie di tesoro di fondamentale importanza. Come se avesse voluto farlo dalla prima volta in cui l'aveva vista e ora stesse tracciando le sue linee con avidità, con adorazione cieca. Come se fosse accecato, innam...no, si rifiutava di usare quella parola. Lui era un Malfoy e i Malfoy non  cadevano ai piedi di sangue impuro, mai. In quel momento si sentiva diviso in due.
 
Patetico.
 
Pensò che dovesse aspettarselo che le cose sarebbero finite in quel modo, dopotutto aveva impiegato tre anni a sforzarsi per resistere e a mentire a se stesso. Ci era riuscito per un po', però il tempo non era stato generoso e ora lo aveva sovrastato. Teso, si passò per l'ennesima volta una mano tra i capelli biondi. Cercava qualcosa, un pizzico di senso in tutto ciò che stava accadendo, però non c'era niente. Niente, tranne la praticamente incontenibile necessità e l'impulso di riallungare le dita per toccarla ancora una volta, come se temesse che sparisse se avesse smesso di farlo, come se temesse che sfumasse tra le proprie dita. Anche se in un certo modo, lo sapeva, sarebbe accaduto.
 
Sospirando, rassegnato, tolse la mano dai propri capelli per posarla sulla gola di lei, puntando i suoi occhi grigi nei suoi, finalmente deciso. Sorridendo arrogantemente, portò le labbra a pochi millimetri dalle sue -Solo per essere chiari, Potter, io ti odio-
 
Lily sorrise, perché le sue parole significavano questo e tutto il contrario allo stesso tempo. E perché questo era Malfoy, dopotutto: secco, sobrio e riservato Malfoy, l'antitesi del romanticismo e quella era l'unica confessione che avrebbe potuto ottenere da lui e a lei andava benissimo così. Sì, per Lily era sufficiente.
 
Con le guance leggermente colorate, fece scivolare le braccia attorno al collo di lui, mettendosi lentamente in punta di piedi, intrecciando le dita ai capelli biondi. Sospirò contro le sue labbra, annuendo, mentre lo sentiva prenderla fermamente per la schiena, tamburellando le dita contro la sua maglietta.
 
Lily sorrise, radiosa -Oh, non preoccuparti, Malfoy, è reciproco- prima di piegare leggermente la testa e di posare le labbra sulle sue, con la maggior lentezza, soavità e desiderio che avesse mai usato per baciare nessun altro. Le dita di lui afferrarono più saldamente la schiena di lei e Lily dovette aggrapparsi con forza alle sue spalle per non cadere. Scorpius, in quel bacio, le trasmise anni di frustrazione contenuta ed era come se cercasse di stringerla a sé il più possibile, come se volesse cancellare le linee che indicavano la fine delle proprie labbra e l'inizio di quelle di lei.
 
Sapendo perfettamente che il tempo a loro disposizione era pochissimo.
 
Sospirando, la baciò ancora e, con calma, si lasciò cadere sul sedile del treno, prendendola per mano e tirandola con delicatezza. Lily, sedendosi accanto a lui e senza lasciargli la mano, lo guardò per qualche istante e comprese che stava pensando che il viaggio in treno non era eterno, non per loro. Il ragazzo continuava ad osservare accigliato le loro dita intrecciate.
 
Lily sospirò -Scorpius...-
 
E lui alzò gli occhi su di lei, leggermente sorpreso per l'uso del nome di battesimo. In ogni modo, un'espressione compiaciuta sostituì rapidamente lo sconcerto dei suoi tratti -Credo che potrei abituarmici- se avesse avuto tempo per farlo. Però non ne aveva.
 
Lei sorrise, ignorando la gradevole sensazione che le produceva il delicato tocco di lui sulle dita. Aveva pensato che le sue mani fossero ruvide e brusche, come la sua personalità, ma non lo erano affatto. No, avevano una morbidezza che Lily non si sarebbe aspettata e così, per quel motivo, lo baciò -Anche io a questo-
 
Malfoy inarcò le sopracciglia, divertito -E questo a cosa era dovuto, Potter?-
 
-Perché posso- replicò, con un sorriso -Una domanda: le ragazze che baci le chiami sempre per cognome, Malfoy, o sono l'eccezione?-
 
Malfoy sorrise arrogantemente, si inclinò e la baciò. Lily arrossì -E questo?-
 
-Non mi piace dovere niente a nessuno- rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo -E no, Potter. Tu sei l'eccezione- decisamente, in ogni cosa.
 
-Non so se sentirmi onorata o insultata- disse, con un sorriso sarcastico.
 
Malfoy continuava a giocare con le loro dita intrecciate e, fingendo di pensarci, con un sorriso arrogante rispose -Onorata. Decisamente onorata, Lily-
 
Le sue gote si colorarono -Cielo, voi Serpeverde siete dei terribili corteggiatori-
 
Il biondo inarcò le sopracciglia -Hai avuto qualche esperienza, Potter?-
 
-Hai indovinato- sorrise -E mi riferivo a te, Malfoy. Si suppone che per tutto questo tempo ci hai provato con me, insultandomi-
 
Scorpius fece spallucce -Ha funzionato, o no?- era chiaramente compiaciuto con se stesso.
 
Idiota arrogante. Lily si morse il labbro inferiore, mortificata e infastidita dal dovergli dare ragione -Questo...-
 
-Inoltre- proseguì, dandosi arie -Che cosa ti aspettavi? Fiori e cioccolatini? Non sono né come quell'idiota di Linwood, né come quell'imbecille di Macmillan, Potter. Non sperare che...-
 
No, non lo era. E Lily non aveva bisogno di quelle inutili galanterie. E per quella ragione avrebbe sempre preferito lui, a chiunque altro.
 
Sorrise, comprendendo finalmente perché se l'era presa tanto con Evan Macmillan -Sei geloso- non era una domanda.
 
Sembrò che Scorpius fosse appena stato insultato -Cosa? Certo che no. Di chi? Di un Corvonero sangue impuro e di un Tassorosso? Sì, come no- aggiunse, sarcastico.
 
Lily incrociò le braccia, sciogliendo il contatto delle loro mani e risentendo la perdita di calore che quel gesto aveva provocato -Io sono una sangue impuro- gli ricordò.
 
Il biondo digrignò i denti, tendendo la mandibola -E' diverso- borbottò.
 
-Come?- domandò -Se chiami tutti così, che cosa avrei di diverso io?-
 
-Tu sei...sei...- sbuffò -Bene. Se ritiro le mie parole, mi ridai la mano? La stavo usando- e così fece, con un mezzo sorriso.
 
Lily lo guardò per qualche istante, mentre lui tornava a giocare con la mano -Non dovresti chiamare così le persone, sai? Mio padre dice che il sangue non importa, è l'abilità del mago che fa la differenza-
 
Scorpius si trattenne dal fare commenti inopportuni. Si stava contenendo, per lei, però era difficile cancellare anni e anni di convinzioni ormai inculcate nella testa in pochi secondi. Così, semplicemente, disse -Questa è la filosofia Potter?- lei tentò di togliere la mano, ma lui glielo impedì -Va bene, va bene. La smetto-
 
-Quando fai così sei più carino, sai? Piaceresti tantissimo al mio elfo domestico. Con il tuo sangue e con la tua “fisionomia elegante...”-
 
Il biondo inarcò le sopracciglia, divertito -È bello sapere che il membro più importante della tua famiglia approverebbe, Potter. E...fisionomia elegante?-
 
-Parole di Kreacher, non mie- asserì, con le guance arrossate.
 
Malfoy si inchinò verso di lei, fermandosi con le labbra a pochi centimetri dalle sue -E la tua opinione?-
 
La rossa sorrise e si avvicinò un poco a lui, sfiorando la sua bocca. Poi, sussurrò -Non alimenterò il tuo ego, Malfoy-
 
La baciò -Lo prendo come un complimento- disse, per poi annuire compiaciuto, con un ampio sorriso sulle labbra.
 
Lily sbuffò e si raddrizzò -Sei troppo sicuro di te stesso-
 
-E tu troppo orgogliosa- replicò, divertito, continuando però a prestare attenzione alle sue dita. Lily stava iniziando a rilassarsi con il suo tocco. E probabilmente si rilassò eccessivamente, visto che per un momento perse conoscenza e, quando si risvegliò, la sua testa era su una spalla forte di qualcuno accanto a lei. Scoprì che si trattava di Scorpius Malfoy, la guardava in silenzio come se lo avesse fatto per ore. Come se avesse voluto imprimersi nella testa ogni linea e tratto e lentiggine del suo viso, per immortalare tutto nella sua memoria.
 
-Ho dormito?- domandò, notando che mancava poco per l'arrivo a King's Cross.
 
-Come un drago dopo un pasto abbondante- sorrise, mostrando quel sorriso arrogante che aveva sempre.
 
-E tu? Non hai dormito?- sussurrò.
 
Scorpius scosse la testa -Non ero stanco- disse, con voce neutrale. Guardò fuori dalla finestra e aggiunse -Siamo quasi a King's Cross-
 
Lily sapeva cosa volesse dire. Lo aveva sempre saputo, dall'inizio, che lui non l'avrebbe mai messa al di sopra della sua famiglia. Lui era un Malfoy e lei era una Potter e le ragioni per cui non potevano stare insieme erano così tante che iniziavano a diventare cliché. Lily, però, non poteva dirgli niente. Non quando sapeva che quello che avevano avuto era tempo prestato che avrebbero dovuto restituire. Era arrivato il momento di darlo indietro. E lei non avrebbe pianto.
 
Si mise in piedi, notando che Scorpius continuava a tenerle la mano -Sarà meglio che io vada allora- ma lui non sembrava disposto a lasciarla.
 
Così si alzò, rimanendo di fronte a lei -Lily...- il suo nome fu come un sussurro spezzato, come se quelle semplici quattro lettere fossero un tabù e lui un eretico per averle pronunciate. Lo era, supponeva, in un certo senso, ma in quel momento non gli importava, non finché sarebbero arrivati alla stazione di King's Cross. Ancora pochi minuti.
 
Lei, però, scosse la testa. Non aveva senso dire qualcosa. Non per la propria sanità mentale, perché Lily era forte e non aveva bisogno di parole buone e di conforto, perché erano inutili; perché Lily sapeva che Scorpius sarebbe sopravvissuto perfettamente e avrebbe continuato la sua vita come se niente fosse successo, fino a quando non avrebbe incontrato qualcuno degno di lui, qualcuno con il suo stesso stato di sangue e, se avesse avuto fortuna, si sarebbe dimenticato di lei e della sua esistenza. Era un buon piano, sì...per entrambi. Non avevano niente. Non erano niente. E mai lo sarebbero stati.
 
Lui comprese ogni cosa, così si inchinò e la baciò, desiderando segretamente di poterlo fare per sempre, ma ormai si era rassegnato, era impossibile. Perché lui era un Malfoy e i Malfoy non cadevano nella trappola più vecchia di tutte, soprattutto non in quella di una Potter. E allora, la lasciò. Lily sorrise, senza lasciarsi sfuggire nemmeno una lacrima. Non lo avrebbe fatto, Scorpius lo sapeva. Era una delle cose che lo avevano attratto di più di lei, dopotutto. Non piangeva mai se poteva, anche perché era troppo orgogliosa.
 
Così come se niente avesse avuto importanza, come se niente fosse servito o come se niente ci fosse stato, si voltò. E lui rimase lì, immobile, guardando la porta da cui era sparita. Tranquillo, eccessivamente tranquillo, si risedette in silenzio. Se n'è andata. Pensò. Definitivamente.
 
Se n'era andata.
 
E, per qualche strana ragione, non si sentì sollevato.
 
Non era felice.
 
Come aveva sperato, come sarebbe dovuto essere, perché finalmente era libero, libero, libero da Lily Potter. Si era tolto un peso.
 
No, non lo era, proprio per niente.

  
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