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Autore: Soe Mame    19/04/2013    4 recensioni
- Un attimo! - intervenne Yugi, con un inquietante sospetto: - Vi hanno dato sei mesi per la realizzazione... quando? -.
Tutti gli sguardi furono puntati sul Regista.
La risposta che arrivò fece gelare il sangue ai presenti: - Sei mesi fa. Oggi è l'ultimo giorno disponibile, dobbiamo consegnare le opening domani mattina. -.
- State dicendo che abbiamo circa quindici ore per girare cinque opening a basso costo? - riepilogò Seto, quasi a denti stretti.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti i personaggi appartengono ai rispettivi proprietari; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Qualunque riferimento a fatti e persone è puramente casuale.

OUVERTURE 05
- SECONDO TEMPO -



A quelle parole, Atem sentì un brivido lungo la schiena: - Esattamente... quanto di gruppo? - si azzardò a chiedere.
- Oh, no, Atem! - sorrise il Regista, sventolando una mano: - Tu non sei in scena! Ci saranno solo Yugi, Jonouchi, Anzu e Honda! -.
Ciò che davvero premeva al Faraone era udire la prima frase. Per il resto...
- Buona fortuna, Aibou! - augurò a Yugi, forse un po' troppo allegro.
- Evviva, finalmente tocca a me! - esclamò Jonouchi, entusiasta, trascinandosi dietro uno Yugi di colpo intimorito.
- Oh, di nuovo? - si sorprese Anzu, tornando vicino al Regista.
- Wow, ci sono anch'io! - gli occhi di Honda brillarono e il ragazzo non riuscì a trattenere una linguaccia in direzione di Otogi, trionfante. Quest'ultimo, semplicemente, spostò lo sguardo dal gruppetto alle sue fangirls adoranti, facendole sospirare all'unisono con un'occhiata.
- Ci dica cosa dobbiamo fare, signor Regista! - quasi urlò Katsuya, Yugi in pericolo di vita con il collo imprigionato nella sua piega del gomito.
- E' molto semplice. - spiegò l'uomo, con il suo solito ed eterno sorriso tatuato sul viso: - Overlap dovrà essere la opening più scenografica, più ricca di scene fighe, più apparentemente elaborate, più d'effetto, magari che riprendono pure la vicenda stessa delle Memorie! -
Jonouchi, Anzu e Honda fissarono il Regista in attesa che proseguisse, sui volti lo stesso sguardo da carpa; Yugi aveva più lo sguardo di un pesce palla e il colorito di una murena.
- Per questo motivo, dovrete salire tutti sopra la Regia! - concluse l'uomo, indicando il rettangolo in cui si trovavano il grafico e Sugoroku.
- Soltanto? - domandò Anzu, mentre Jonouchi incontrava un paio di faraonici occhi rossastri e lasciava Yugi libero di respirare.
- Ovviamente no, questo è solo il primo passo. - ovviamente: - Vi dirò il resto una volta che sarete lassù. -.
"Brutto segno. Pessimo segno. Orribile segno."
In quella pesante serata+nottata, i presenti poterono affermare con assoluta certezza di aver sviluppato una certa simbiosi nei pensieri.
La prima cosa che notarono i quattro, una volta in cima alla Regia, fu il cameraman che svolazzava grazie alla magia di Mahad. Per non ben chiare ragioni, nessuno interpretò quel fatto come una cosa positiva.
- Perfetto, ragazzi! Mi sentite? - urlò il Regista, sventolando le mani sopra la testa per farsi notare.
- Credo sia impossibile non sentirlo... - borbottò Jonouchi, passandosi una mano tra i capelli biondi, mentre Anzu faceva cenno di aver udito.
- Farà tutto il cameraman! - spiegò l'uomo: - Voi, ora, dovete solo buttarvi! -.
Silenzio.
- ... COSA? - gridarono Jonouchi e Honda, gli occhi spalancati in uno sguardo di puro orrore.
- Il grafico aggiungerà un bel cielo azzurro con tante nuvolette e una visuale dall'alto di Eliopoli! - aggiunse il Regista, tranquillissimo: - Voi dovete soltanto buttarvi! -.
I quattro ragazzi si scambiarono un'occhiata esitante.
- ... cosa facciamo? - chiese Anzu, titubante.
- Spero che almeno ci paghino. - fece Honda, lanciando sguardi inquieti al bordo della Regia.
- Se moriamo è tutto un ca**o! - osservò finemente Jonouchi, ora non più così eccitato all'idea di essere in scena.
- Dai, dai! - parlò Yugi, conciliante: - Finora sono tutti sopravvissuti, no? E poi, sono sicuro che il Regista abbia preso i giusti provvedimenti! -.
Silenzio.
- ... ma possiamo fare discorsi così apocalittici per girare una semplicissima opening? - sospirò Anzu, arresasi.
- Con un Regista simile... - disse Katsuya, guardando il diretto interessato con la coda dell'occhio: - ... sì. -.
- Dai, andiamo! - esortò il piccolo punk, portandosi sul bordo della Regia: - Abbiamo superato tante difficoltà, insieme, no? -.
Jonouchi e Honda lo seguirono e annuirono, seppur poco convinti.
- Hai ragione! - esclamò Anzu, di colpo al suo fianco: - Se siamo insieme, niente potrà farci del male! La nostra grande amicizia ci farà da scudo e ne uscirà ancora più rafforzata! -
- Noi siamo pronti, eh! - intervenne Katsuya, in direzione del Regista, bloccando rapidamente qualsiasi altra parola da parte della ragazza.
- Perfetto! - rispose l'uomo, facendo dei cenni al cameraman: - Al mio via, buttatevi! E uno... due... Azione! -.
Dopo un attimo di timore e vertigine, il primo a buttarsi fu Yugi; Jonouchi lo seguì a breve distanza. Anzu e Honda si scambiarono un'occhiata d'incoraggiamento e si lanciarono alle spalle degli altri due.
"Insomma... non è la prima volta che ci lanciamo nel vuoto..." pensò Yugi, sentendo l'aria calda sferzargli la pelle delle mani e del viso, la corolla di capelli che si muoveva senza controllo: "... però... ho come l'impressione che manchi qualcosa.".
- Stop! Perfetta! - la voce del Regista riuscì a raggiungerli nonostante fossero ancora in caduta libera, le orecchie invase dal suono dei loro corpi che fendevano l'aria, dal crepitare sempre più forte delle fiamme sotto, sopra e intorno a loro.
Fu in quel momento che Yugi si rese conto di quel particolare: - Ehi! Ma dov'è la rete? Non la vedo! -.
Il Regista inarcò un sopracciglio, confuso: - Rete? Quale rete? -.
Silenzio.
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH! -
All'improvviso, la caduta sembrò accelerare, il pavimento era sempre più vicino, sempre più vicino, sempre più vicino, riuscivano persino a sentirne la consistenza sul viso, sul corpo, la sua dura consistenza, sempre più vicino, sempre più vicino, sempre più vicino, riuscivano a sentirne la consistenza in maniera molto dolorosa, capace di mozzare il fiato quasi sicuramente per sempre, sempre più vicino, sempre più vicino, sempre più vicino, finché non sentirono una pallonata in pieno petto che davvero mozzò loro il fiato, i polsi e le caviglie che mandavano scariche di dolore, per quanto sopportabile, gli occhi spalancati fissi sul pavimento a pochi centimetri dal loro viso.
Con delicatezza, si sentirono calare fino al suolo, atterrandovi dolcemente, rimanendo lì, immobili, incapaci di muoversi.
- AIBOU! -
- JONOUCHI! -
Yugi si ritrovò, non si sa come, tra le braccia di Atem, lo sguardo viola terrorizzato. Alle sue spalle apparve Mana, gli occhi sbarrati, il bastone prossimo a spezzarsi tra le sue mani, tanta era la forza con cui lo stringeva.
- Stai bene, Aibou? - chiese il Faraone, la voce tremante, stringendolo a sé in modo forse irreversibile.
Yugi annuì, ancora traumatizzato, Mana che gemeva: - Per fortuna che il Maestro è intervenuto in tempo! -.
Il piccolo punk riuscì ad alzare lo sguardo verso la figura nera sopra di loro: bastone di smeraldo puntato verso il puccigruppetto, sguardo serio, il Mago Nero doveva aver bloccato la loro caduta con la sua magia.
Mai, prima di allora, Yugi si era sentito così riconoscente nei confronti di Mahad.
- Jonouchi! Jonouchi! Sei ancora vivo? - quasi urlò Mai, stritolando un Katsuya più morto che vivo grazie alle sue "amorevoli cure": - Rispondimi, idiota, non farmi preoccupare! -.
- S-sì... - riuscì a dire Jonouchi, trovando la forza di allentare la stretta mortale della donna per puro istinto di autoconservazione - probabilmente, rischiare la vita due volte nel giro di un secondo era stato davvero troppo.
Otogi aveva soccorso Honda; Kisara aveva raggiunto Anzu, assicurandosi che stesse bene e aiutandola a rialzarsi.
Ryou si era avvicinato a tutti e quattro, insistendo che si sedessero vicini e lontano dal Regista; pochi istanti dopo, Yugi, Jonouchi, Honda e Anzu si erano ritrovati seduti per terra - Aibou ancora imprigionato dalle braccia del Faraone, Jonouchi con Mai che gli stringeva le spalle -, sotto lo sguardo ansioso di Ryou, che continuava a chieder loro se stessero veramente bene, se si fossero rotti qualcosa e se fossero ancora davvero vivi (?), subito raggiunto da un altrettanto allarmato Sugoroku. Mana e Otogi non potevano far altro che osservare, così come anche gli altri presenti.
- Per fortuna che la piccola Shizuka sta ancora dormendo... - sospirò Isis, accarezzando dolcemente i capelli della ragazza, ancora persa nel mondo dei sogni e ignara di ciò che aveva appena rischiato suo fratello.
- Riusciremo ad arrivare alla fine della opening tutti vivi? - chiese Malik, aggrottando la fronte.
- Quello forse sì. - rispose Bakura, le braccia conserte: - La domanda è se ci arriveremo interi. -.
Nessuno osò aggiungere altro.
- Bene, se siamo tutti pronti... - riprese parola il Regista, facendosi forza per ignorare lo sguardo con cui Mahad lo stava corrodendo da qualche minuto: - Direi di passare alla prossima scena! -.
- Ne mancano ancora molte? - domandò Kisara, preoccupata.
- Meno di una decina! - la risposta del Regista portò Yugi, Jonouchi, Honda e Anzu a colpire il pavimento con la fronte, forse un metodo per autoimporsi uno svenimento.
- Oh, tranquilli! - sorrise l'uomo, raggiungendo i quattro e dando delle pacche sulle schiene di Jonouchi e Anzu: - Voi, a parte Yugi, non dovrete più apparire! -.
Yugi spalancò gli occhi in maniera spaventosa e innaturale; Jonouchi, Anzu e Honda si alzarono in piedi, improvvisamente pervasi di una grande energia.
- Non appariremo più! - boccheggiò Hiroto, brillando di luce propria.
- E questa è l'ultima opening! - trillò Anzu, splendente come forse neppure la bellissima Mary poteva.
- Questo significa... - fece Katsuya, libero dalla presa di Mai e luminoso come un fuoco.
- ... che abbiamo finito di girare le opening! - esultarono, per poi prendersi per mano e improvvisare un girotondo sempre più veloce, farcito di strilli e grida inconsulte.
Tutti gli altri presenti rivolsero loro un'occhiata di puro compatimento. Tutti tranne Yugi, palesemente desideroso di unirsi al trio festante.
- Dai, Aibou. - lo confortò Atem, quasi cullandolo: - Neanch'io ho finito di girare le mie scene. -.
Fu al Faraone che Yugi rivolse un'occhiata di puro compatimento.
- Infatti ora tocca proprio a te, Atem! - intervenne il Regista, la voce particolarmente alta.
- ... ecco, appunto. - sospirò il sovrano, lasciando malvolentieri Yugi e avvicinandosi all'uomo, facendo appello a tutta la sua pazienza e preparandosi psicologicamente all'ennesima idiozia semimortale in cui di sicuro il Regista l'avrebbe coinvolto.
- Non temere, Atem! - lo rassicurò l'uomo, con il suo enorme sorriso: - Non dovrai fare niente di particolare: semplicemente, dovrai stare fermo. Ci penserà il cameraman a zoomare sul tuo volto! -.
Questo non se l'aspettava, da parte sua. Non dopo aver quasi fatto secco Aibou e compagnia.
Il cameraman, nel frattempo tornato con i piedi per terra, si avvicinò al Regista, sotto lo sguardo stupito ma sospettoso del Faraone.
- Cosa dovrei fare, esattamente? - chiese quest'ultimo, per nulla convinto.
- La scena è, molto semplicemente, il Faraone a cavallo che cavalca in un ambiente notturno. - spiegò il Regista, tranquillo: - Ci penserà il grafico ad aggiungere l'ambiente notturno. L'inquadratura è a scatti, man mano si avvicina al tuo volto deciso durante la cavalcata! -.
"... non sembra esserci niente di strano." osservò Atem, pur continuando a sentire che qualcosa non andava. Annuì lentamente e si guardò intorno: - D'accordo... ma... dov'è il cavallo? - domandò, non notandolo da nessuna parte.
Del resto, se erano apparse creature del Duel Monsters dal nulla, cosa vietava che apparisse dal nulla anche un cavallo?
- Ecco, quello non l'abbiamo. - ammise il Regista, come se fosse una cosa di poco conto: - Non siamo proprio riusciti a reperirne uno. Ma! -
"Per l'appunto."
- Ma siamo riusciti a trovare qualcosa in grado di sostituirlo! - esclamò l'uomo, mettendo in mano al Faraone un qualcosa tirato fuori da non si sa dove.
Quando Atem riuscì a capire, rimase pietrificato: un manico di scopa con una sella di polistirolo, dei cavi a mimare delle redini e un foglio di cartigenica con su scritto, con una matita per gli occhi: "Cavallo".
- Il grafico lo renderà un cavallo bellissimo! - spiegò il Regista, allontanandosi per lasciare la scena ad un Faraone scioccato.
- Ma, a questo punto, non era meglio far fare tutta la opening al grafico? - chiese Mai, seccata, le mani ai fianchi.
- Mahad, per favore, faresti fluttuare il Faraone sulla scopa? - fece il Regista, ignorandola del tutto.
Il Mago Nero lo incenerì con lo sguardo un'ultima volta, prima di dedicarsi al suo sovrano, facendolo volare a qualche centimetro dal pavimento, la scopa tra le gambe, seduto sulla pseudosella, i cavi stretti in mano.
"... per la prima volta in tutta la mia esistenza, mi sento davvero un imbecille." constatò Atem, chiudendo gli occhi e riportando alla mente le belle e vere cavalcate fatte tempo addietro, su dei cavalli e non su dei manici di scopa con fogli di cartigenica attaccati.
- Pronto, Atem? Uno sguardo deciso dei tuoi! -
A quelle parole, la stragrande maggioranza dei presenti distolse lo sguardo, piuttosto restìa a fungere di nuovo da cavia per il Regista.
- Allora... Azione! -.
Stare fermo, molto semplicemente. Un imbecille fermo, ma pur sempre fermo. Non era niente di complicato e, infatti, la ripresa si svolse senza intoppi.
Se non che, quando il Regista annunciò: - Stop! Perfetta! -, Atem si liberò della scopa lanciandola alle sue spalle, andando a colpire con estrema precisione la testa di un appena ripresosi Diabound, facendolo di nuovo crollare svenuto.
Il Regista si guardò intorno, il mento tra il pollice e l'indice, come se stesse valutando la situazione: - Uhm... ottimo, Atem. - si complimentò, notando alcune fangirls riverse a terra: - Direi che possiamo passare alla scena successiva. -.
- Oh, Atemuccio uccio puccio cucciolo! - trillò Mary, luminosa e scuoricinante, ricordando a tutti la sua presenza: - Sei stato davvero meraviglioso! Lascia che ti dia il tuo meritato premio! - esclamò, trotterellando da lui a braccia aperte.
In quel momento, Mahad piombò tra la bellissima bella bellezza e il Faraone, ottenendo di far schiantare Mary sulla sua ampia schiena e proteggendo la virtù dell'amato sovrano, troppo preso dal riunirsi all'Aibou per badare ad una gnocca dagli occhi arcobaleno e i capelli di grano.
- Ehi! - protestò l'eccelsa creatura: - Potresti anche fare più attenzione a dove atterri, non hai visto che- -
- La prossima inquadratura sarà dedicata a Kisara! - l'annuncio del Regista fece trasalire la diretta interessata, non aspettandosi di sentirsi chiamare in prima persona.
- Io o la mia anima? - domandò l'albina, lasciando la mano di Seto e avvicinandosi all'uomo.
- Entrambe. - fu la risposta del Regista: - Prima appari tu, magari a mani giunte, che chiudi gli occhi. C'è una gran luce bianca e... Ta-daan! Ecco apparire il Drago Bianco con un potente ruggito! - esclamò, alzando le braccia come per ammirare un'invisibile creatura maestosa.
- ... oh. - fece Kisara, portando una mano alle labbra: - Quindi apparirò proprio io? - chiese, le guance che si facevano appena rosee.
- Ebbene sì, è il tuo momento! - annuì il Regista, portandola davanti ad un grosso riflettore acceso, cercando di mantenersi saldo sulle gambe nonostante lo sguardo azzurro di Seto Kaiba, non esattamente pacifico, non lo lasciasse neppure per un nanosecondo: - Devi solo fare ciò che ti ho detto. - ricapitolò, allontanandosi dalla ragazza e posizionandosi dietro il cameraman, l'obiettivo su di lei: - Alla scenografia di per sè, penserà il grafico! -.
- Il vero eroe di tutta questa storia è il grafico. - commentò Jonouchi, con tono solenne. Honda, Anzu, Otogi, Mai, Atem e Yugi annuirono, lo sguardo grave. - Benissimo! Pronta, Kisara? - fece il Regista, la voce stranamente soffocata - l'essersi ritrovato Seto Kaiba a meno di due centimetri poteva essere vista come la causa.
La ragazza annuì, giungendo le mani davanti al petto, lo sguardo blu verso la telecamera - e la Kaibaentità subito dietro.
- E... Azione! -.
Dei ventilatori apparsi da chissà dove e chissà quando furono accesi, i lunghi capelli bianchi della dragonessa furono mossi, lo zoom in allontanamento della telecamera entrò in funzione. Kisara chiuse gli occhi, alle sue spalle si materializzò la potente creatura bianca che tutti conoscevano fin troppo bene; il Drago Bianco dispiegò le ali e si sollevò, le fauci si spalancarono in ruggito che fece tremare i vetri della Regia sparsi per terra - unica cosa ancora abbastanza "salda" da poter tremare per un suono tanto forte.
- Stop! Perfetta! -.
Nell'esatto momento in cui Kisara riaprì gli occhi, il Drago Bianco scomparve.
La ragazza sorrise e si portò accanto a Seto, raggiante: - Alla fine, ho avuto anch'io un'inquadratura vera e propria! - gioì.
Il presidente annuì, stranamente più rigido e freddo del solito - eppure non sembrava in rigor mortis.
- Dopo Kisara, è il turno del signor Kaiba! -.
"... ecco perché era così rigido.".
- Ditemi. - fu l'unica cosa che disse Seto Kaiba, impassibile, lo sguardo già sul Regista dall'istante in cui aveva pronunciato il nome di Kisara.
- Per la vostra scena, signor Kaiba, ho pensato ad una cosa estremamente scenografica! - cominciò l'uomo, già perso nel proprio mondo ancor prima di iniziare a parlare: - Possiamo sfruttare le fiamme divine per dare quel tocco in più! - spiegò, indicando al presidente le alte fiamme che ormai li circondavano.
Seto non si mosse, attendendo che l'altro finisse di parlare.
- Ecco, vedete lì? - fece il Regista, indicando un qualcosa oltre le fiamme: era un pannello di piccole dimensioni, se comparato a tutti gli altri che erano serviti da sfondo, alto poco più di due metri, l'aspetto di una stele raffigurante una versione stilizzata del Drago Bianco.
Nel riconoscerla, gli occhi del presidente si assottigliarono impercettibilmente, contrariato.
- ... ed è per questo che, di fronte a quella stele... - non aveva neppure sentito ciò che il Regista stava spiegando: - ... la vostra giacca sarà mossa dal vento e- - l'uomo si bloccò, la bocca aperta, un dito a mezz'aria, lo sguardo vacuo.
Prima che qualcuno potesse provare a scuoterlo o a chiedergli cosa fosse successo, l'uomo afferrò il proprio cellulare, lo portò all'orecchio e ordinò, secco: - Sai cosa inserire. Nell'altra opening era stato possibile grazie al Drago Bianco, ma qui non potremmo usarlo e non possiamo fare miracoli. -. Chiuse la chiamata e tornò a guardare il volto impassibile di Seto, tornando sorridente come sempre: - Dimenticate ciò che ho detto finora, signor Kaiba. Far muovere la vostra giacca è un miracolo che nessuno di noi è in grado di compiere. -.
- Quella cosa nasconde tanti misteri... - sussurrò Jonouchi, lasciando trapelare una certa curiosità.
- E dunque? - domandò Seto Kaiba: - Avete bisogno di me per una scena o posso dire di non dover più sottostare alla vostra "autorità"? -.
Il Regista diede un colpo di tosse, cercando di schiarirsi la voce: - Secondo i miei calcoli, questa sarà effettivamente la vostra ultima scena, signor Kaiba. -.
- Stiamo finendo davvero! - mormorò Atem, incredulo e felice, gli occhi spalancati e l'Aibou stretto a sé.
Persino il presidente ebbe una reazione che poteva essere identificata come di sorpresa e gioia: aprì maggiormente gli occhi e schiuse impercettibilmente le labbra; di questo, tuttavia, se ne accorse solo Kisara, abbastanza vicina da poterlo vedere bene.
- Mettetevi davanti alle fiamme, signor Kaiba. - invitò il Regista, indicando le suddette.
Seto, però, rimase fermo ancora una volta: - Gradirei essere messo al corrente di tutto ciò che dovrà succedere nella mia scena, fin nel dettaglio. - disse, tagliente.
L'ampio sorriso del Regista si incrinò.
- Ehm... - fece, la voce esitante: - ... ecco, signor Kaiba, dovrete semplicemente stare davanti alle fiamme. Semplicemente. Nient'altro! - rise, una risata decisamente troppo nervosa.
- Non mi ripeterò. - sibilò Seto, spostandosi appena davanti al fuoco. A quel gesto, nessuno riuscì a rimanere impassibile: centottantasei centimetri di Kaiba, occhi azzurri come fredde e affilate lame di ghiaccio, abiti scuri, giacca chiara, rosse fiamme divine che bruciavano alle sue spalle.
Il Regista deglutì, facendo istintivamente un passo indietro: - E-ecco, così siete perfetto, signor Kaiba! - balbettò, facendo segno al cameraman di riprenderlo: - Magari, potreste fare un passo indietro! -.
Il presidente decise di accordarglielo e fece un passo indietro, avvicinandosi ancora di più alle fiamme.
- Magari un altro! -
E, dall'alto della sua grande magnanimità, Seto gli concesse anche un suo altro passo indietro, sebbene iniziasse a sentire un po' troppo caldo.
- Un altro, signor Kaiba! -
- Non so se avete fatto caso a queste fiamme. - fece quindi notare il presidente, cominciando ad intuire cosa il Regista non aveva avuto il coraggio di rivelargli: - Arrivano fino al soffitto e hanno invaso questo cubo da diverse ore. Se una qualsiasi cosa composta di atomi ci finisse dentro, ne uscirebbe trasformata non necessariamente in qualcosa di migliore. -.
- Tutto questo per dire che rischia di farlo arrostire? - intervenne Katsuya, sollevando un sopracciglio.
- La tua capacità di traduzione dal Kaibese è straordinaria, Jonouchi. - riconobbe Mai, una nota irritata nella voce.
Il ragazzo fece per ribattere, ma fu bloccato dalla risata del Regista, più spensierata forse grazie ai diversi metri che ormai lo separavano da Seto Kaiba: - Non siate così timoroso, signor Kaiba! Non vi succederà niente, ne sono sicuro! -.
- Non ci siete voi, in mezzo alle fiamme. - obiettò Seto, iniziando ad alterarsi: - Spero che la produzione vi dia molto denaro, perché ve ne servirà parecchio, quando vi farò causa per tutti i danni che avete causato a me, a Kisara e a Mokuba con questa grandissima idiozia travestita da ripresa di opening! -.
- Oh, quello sguardo furioso è perfetto, signor Kaiba! - quasi strillò il Regista, sottolineando per bene la parola "perfetto", come me stessa autrice si è premurata di rendere in maniera grafica.
A quelle parole, diverse fangirls iniziarono ad emettere grida di giubilo, intervallate da esultanti: - Kaiba-saaamaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -.
- Il Regista e le fangirls sono gli unici capaci di reagire in questo modo ad una minaccia di Seto Kaiba! - osservò Honda, guardandosi intorno con fare terrorizzato.
- Questo significa che il Regista è una fangirl? - quasi soffocò Jonouchi, gli occhi castani spalancati in uno sguardo scioccato.
- Io l'avevo detto! - fece notare Otogi, piccato: - E' un fanboy, si vede lontano un miglio! -.
- No, no! - lo contraddì Ryou, indietreggiando appena: - Sembra proprio una fangirl! Fidati, credo di conoscerle anche meglio di te! -.
- E se lo dice Ryou... - annuì gravemente Anzu, lanciando occhiate esitanti.
- Anche se... - riprese parola il Regista, squadrando per bene un Seto ancor più irritato di prima: - ... credo si possa dare un tocco in più. -.
Sotto gli sguardi perplessi dei presenti - e quello furioso di Seto Kaiba -, si avvicinò al presidente, facendo un cenno al cameraman, che si mise in posizione, pronto a registrare.
- Signor Kaiba! - sorrise quindi il Regista, come se vedesse Seto per la prima volta: - Ma sapete che state proprio bene, qui? - fece, mettendogli le mani sulle spalle e scatenando diversi cori stupiti, oltre ad un'occhiata gelida da parte del presidente.
- Lì in mezzo alle fiamme? - cercò di capire Jonouchi, perplesso.
- Questa scenografia è davvero perfetta! Magari lo sarebbe di più se... -
Avvenne in un attimo, un attimo talmente veloce che, no, neppure Seto Kaiba se n'era reso conto: il Regista, con una forza tirata fuori da non si sa dove, aveva premuto sulle spalle dell'altro, portandolo ad abbassarsi, per poi alzare un ginocchio e farlo schiantare sul Kaibavolto, colpendo uno zigomo e un'arcata sopraccigliare.
Con uno scatto, l'uomo si gettò a terra, allontanandosi rotolando e lasciando campo libero al cameraman, che riprese la scena: Seto si era portato una mano alla parte lesa, coprendo metà del volto, lo sguardo talmente colmo d'ira che la telecamera non andò in cortocircuito per puro miracolo.
Di contro, un nutrito gruppo di fangirls collassò a terra, spargendo dalle narici il sangue che il presidente bramava dal Regista.
- Stop! Perfetta! - trillò quest'ultimo, apparentemente ignaro della Kaibaira che stava per piombare su di lui: - Uno sguardo degno di quelli di Atem! I test lo confermano! - esclamò, indicando le fanciulle che tappezzavano il pavimento.
- Ehm, signore... - tossirono un paio di assistenti, nervosi, delle gocce di sudore freddo - o sudore e basta, visto il caldo che aveva ormai invaso il cubo - ad imperlare i loro volti: - ... credo dobbiate mettervi al riparo al più presto. -.
Il Regista li guardò, confuso, un sopracciglio alzato: - E perché mai? Abbiamo ancora tempo prima che questo posto crolli definitivamente e mancano pochissime scene! -.
Le ultime parole fecero rizzare le orecchie a Yugi e Atem, improvvisamente interessati al suo destino.
Gli assistenti, di contro, indicarono qualcosa alle spalle del loro capo; quando questi si voltò, si ritrovò d'innanzi...
... i lunghi capelli bianchi di Kisara, che si era gettata su Seto, allontanandolo dal Regista prima che potesse macchiarsi di chissà quale crimine. Non che Seto volesse sporcarsi le mani del sangue del Regista in prima persona, ben inteso: soltanto, c'era il rischio che, incrociando lo sguardo seriamente inca**ato di Seto Kaiba, il Regista potesse dipartire come se avesse guardato dritto negli occhi un Basilisco.
- E' stata la nostra ultima scena, Seto! - esclamò Kisara, chiamandolo come per riportarlo alla realtà: - Non avremo più scene da girare! Abbiamo finito, Seto! Siamo liberi! Liberi! - continuò, portando una mano candida alla parte colpita del suo viso: - E' stato difficile, abbiamo dovuto portare tanta pazienza ma, alla fine, siamo stati ricompensati! Abbiamo girato tutte le opening, ora saremo davvero liberi! -.
Seto coprì la mano di Kisara con la propria, lo sguardo tornato sostenibile anche dai comuni mortali: - Hai ragione. Ma non posso permettere che ciò... - e fece cenno al suo volto: - ... rimanga impunito. -.
- Ovviamente, Seto. - sorrise la dragonessa, dolce: - Ma ora siamo tutti stanchi, il tempo è poco e noi tutti ci teniamo a fare un lavoro come si deve. -. Diversi colpi di tosse seguirono le sue parole.
- Quando saremo tornati a casa, dopo un bel riposo ristoratore... - proseguì, lo sguardo luminoso e gentile: - ... potremo denunciare il Regista e chiedere una somma ridicolmente alta come indennizzo. Ci sono così tante cose a cui attaccarsi! Potremo chiedere danni per il tuo viso, potresti inventare ustioni inesistenti, visto che nessuno sarebbe così coraggioso da provare a controllare in prima persona sul tuo corpo, potresti fingere di aver riportato dei fastidi dopo aver volato su di me, potresti fingere un calo di zuccheri causato dallo stress generale che ti ha portato a cadere quando ho aperto le ali dietro di te- -
- Io non ho cali di zuccheri. - la interruppe Seto: - Semmai, sono gli zuccheri che hanno cali di me. -.
Kisara rise appena: - Ma nessuno può saperlo, Seto. C'è anche la questione della Nav- - si fermò appena in tempo, mordendosi il labbro.
- Sì, Kisara? -
- Ehm... possiamo vedere come stanno le tue gardenie! Se sono state dovutamente annaffiate! Possiamo chiedere danni anche qualora fosse successo loro qualcosa. - annuì la ragazza, con fare saggio: - Insomma, possiamo chiedere un risarcimento per qualsiasi scemenza ci venga in mente, tanto vinceremo a prescindere soltanto perché la parte lesa sei tu! - sorrise, innocente.
A quelle parole così assennate e confortanti, Seto chiuse gli occhi.
- E sia. - fu l'unica cosa che uscì dalle sue labbra.
Seto Kaiba era stato placato.
Il Regista era salvo.
Per ora.
Sopra gli altri, semplicemente, lampeggiava la scritta "WTF?".
Nessuno, però, osò commentare, in alcuna maniera.
- Benissimo! - ormai si erano abituati al modo in cui la voce del Regista colpiva più o meno dolorosamente i loro timpani: - Se non ci sono problemi, io direi di continuare le riprese! -.
- Sì! - quasi urlarono Yugi e Atem, scattando sull'attenti, più che mai desiderosi di porre fine a quella che si era trasformata in una specie di prova all'ultimo sangue. (?)
- Uhm... - fece il Regista, guardandosi intorno, evitando di voltarsi anche solo per controllare cosa stessero facendo Seto Kaiba e Kisara: - ... vediamo un po'... forse potrei inserire di nuovo Atem? Magari con Yugi... - rimuginò, facendo rabbrividire i due piccoli punk, nonostante i loro sguardi determinati.
- Un momento. - una voce bassa, roca, interruppe i pensieri dell'uomo, portando tutti i presenti a guardare nella direzione da cui l'avevano udita: lungo mantello nero, una strana armatura viola cupo bordata d'oro, mani scure dai lunghi artigli, un'ampia massa informe di capelli rossi che sfioravano il pavimento, una maschera bianca a coprire il volto, ad eccezione di un occhio d'oro, l'Occhio del Millennio, che brillava dei riflessi delle fiamme divine, illuminando quella figura sinistra che riportava alla mente un oscuro demone emerso dalle profondità dell'Inferno e una versione metallara di una maschera del Carnevale di Rio de Janeiro.
- E lei chi è? - domandò il Regista, lo sguardo sconvolto, dallo stereo divino partì automaticamente il rimbombo di un gong.
- ... mi avete fatto chiamare voi. - sibilò la figura, avvicinandosi fino a sovrastarlo con la sua stazza.
- Aknadin! - lo riconobbe Kisara, stupita.
- Aknadin? - ripeté il Regista, confuso. Sbattè più volte le palpebre, poi la sua bocca si spalancò in un moto di sorpresa: - Aaaah, il signor Aknadin! Sì, sì, vi abbiamo fatto chiamare per girare una scena! - si ricordò, esibendosi in uno dei suoi soliti sorrisi a N denti.
- Appunto. - gorgogliò Aknadin, con uno strano fare cupo: - Quindi gradirei girare questa fantomatica scena, così da potermene finalmente andare. -.
- Oh, quanta fretta! - ridacchiò Bakura, portando le mani ai fianchi con un movimento ampio, scenografico: - Non ha voglia di rimanere a divertirsi con noi! -.
- Abbiamo ancora un gioco da finire! - fece notare Kisara, con un sorriso troppo candido.
- Già! - annuì il bandito: - Non è carino lasciare il tavolo prima che il gioco sia finito! -.
- Oh, Ra... - sospirò Atem, rassegnato, alzando gli occhi al cielo.
Ra emise il suo grido divino, Kisara si affrettò a tradurre: - "Sì?" -.
Il Faraone diede un leggero colpo di tosse, nascosto nel pugno: - Ehm, no, niente, Ra. -.
- Sbrighiamoci a girare questa scena. - praticamente ordinò il Sacerdote delle Tenebre, ben deciso a non rimanere un solo secondo di più in presenza di quei due rettili più o meno bianchi che continuavano a fissarlo con sinistro interesse.
- Ma certo! - esclamò il Regista, senza rendersi conto di niente: - Vedo che le costumiste e le truccatrici si sono già date da fare! Ottimo, ottimo! Visto che indossate questi abiti, mi è venuta in mente una buona composizione. In Regia abbiamo un piccolo modellino di Eliopoli, vero? - chiese al grafico, alzando lo sguardo verso l'ormai famoso rettangolo.
Quando il grafico annuì, il Regista indicò la Regia ad Aknadin: - Ecco, salite e posizionatevi dietro al modellino. La vostra immagine sarà riportata sul maxischermo e faremo la ripresa da qui. Voi dovrete semplicemente allungare le vostre mani sopra la città, come una terribile minaccia che vi incombe! - spiegò, serio.
- Va bene, va bene. - rispose l'anziano ex-Sacerdote, sbrigativo: - Basta che la finiamo. -.
Non degnò di un'occhiata neppure Seto, mentre avanzava verso la Regia, seguito dagli sguardi dei presenti.
- Vuole una mano, signor Aknadin? - chiese il Regista, mentre truccatrici, parrucchiere e costumiste facevano la loro apparizione dal nulla.
- No. Grazie. - fu la lapidaria risposta dell'anziano, ormai giunto a destinazione senza troppi problemi.
- Suvvia... - mormorò Malik, posando una mano sul braccio di Bakura: - ... sarà per un'altra volta. Non è proprio il momento per certi dispetti. -.
Per tutta risposta, il bandito fece un sospiro seccato, una strana ombra serpentiforme sembrò allontanarsi dalla Regia.
- La ripresa è molto semplice, signor Aknadin! - spiegò il Regista, mentre l'immagine del modellino di Eliopoli e del Sacerdote delle Tenebre faceva la sua apparizione sul maxischermo: - Certo, dovremo un po' pulire la scena dalle fiamme, ma nulla che il grafico non possa fare! -.
- Eh, se non ci fosse il grafico... - sospirarono alcuni assistenti, trovando l'approvazione di diverse persone.
- Ho capito. - fece Aknadin, allungando le braccia e le dita artigliate sopra il modellino: - Sbrighiamoci a finire questa scena. -.
- Certo! - annuì il Regista, per poi rivolgersi al cameraman: - Tutto pronto? Pronto, signor Aknadin? Grafico? Okay, allora... tre, due, uno... Azione! -.
La ripresa iniziò, lo zoom della telecamera si avvicinò maggiormente al Sacerdote; all'improvviso, il Regista ne indicò il volto: - Zoomma sull'Occhio! Guarda che bel riflesso che fanno le fiamme! -.
Sotto gli sguardi di tutti, la ripresa fu effettuata rapidamente e senza alcun problema. Come sempre, il Regista si era affrettato ad avvicinare il cellulare all'orecchio e comunicare con l'ormai venerato grafico: - Fai apparire il signor Aknadin sfumando da un cielo notturno con un po' di nuvole, poi aggiungi dei fasci di luce a caso, come ti pare, che si concentrano sul signor Aknadin. L'inquadratura dell'Occhio lasciala così com'è, che è venuta bella! Ecco, magari, proprio sul finale, metti una forte luce gialla sull'Occhio, che fa un po' da stacco scena! -.
- Ho finito? - domandò Aknadin, secco, parlando con il Regista attraverso il maxischermo. Quest'ultimo alzò lo sguardo nella sua direzione, ci pensò un attimo e annuì: - Uhm, sì. Sì, direi di sì. Capisco la vostra stanchezza, signor Aknadin, è bene che non vi affatichiate. Vi farò scortare fuori, va bene? -.
- ... va bene. -.
Era un dubbio che aveva colto un po' tutti i presenti, ma nessuno seppe mai se fosse fondato o meno: tuttavia, i più avevano l'impressione che Aknadin avesse accettato di farsi "scortare fuori" da alcuni assistenti non tanto per qualche difficoltà dovuta alla sua età avanzata, quanto più per due sguardi chiari che lo fissavano con un po' troppa insistenza fin dal momento in cui l'avevano visto per la prima volta all'interno del cubo.
Alla fine, Aknadin sparì, illeso, oltre la porta spalancata del cubo, nel buio della notte.
- ... perché lui è potuto andarsene e noi no? - protestò Jonouchi, appena si rese conto di ciò che era appena successo.
- Katsuya Jonouchi! - tuonò Anzu, sconvolta: - Quel signore è un signore anziano! E poi, vuoi forse abbandonare i tuoi amici nel momento del bisogno? - sbottò, indicando Atem e Yugi, ancora abbracciati: - Dov'è finito il tuo spirito di amicizia? Spero davvero sia colpa delle fiamme e che tu non pensi davvero una cosa così crudele! -.
- S-sì, Anzu! - si affrettò a dire Jonouchi, praticamente nascondendosi dietro una disorientata Mai: - E' stato un colpo di caldo! Grazie per avermi riportato sulla retta via in tempo! - la valanga di parole che uscì dalla sua bocca sfociò in una risata nervosa, ma parve convincere Anzu, che si limitò ad osservarlo con gli occhi ridotti a fessure.
- Perfetto! - forse, per il Regista, era un intercalare: - La scena del signor Aknadin è semplicemente perfetta, come "stacco"! Così, dal signor Kaiba, si può passare al grande protagonista di tutta questa vicenda! -
"E' il grafico, vero?" sperò Atem, dentro di sé: "Overlap avrà la straordinaria partecipazione del grafico, vero?".
- Quindi, Faraone Atem, è il tuo momento! -
"... sperare non mi è costato niente. E' stato bello, però.".
- Come dicevo prima... - riprese parola il Regista, mentre il sovrano gli si avvicinava: - ... pensavo ad una scena con Atem e Yugi insieme. -.
Fu così che, accanto al Faraone, apparve il piccolo Aibou, lo sguardo deciso, la mano stretta in quella di Atem per darsi forza reciprocamente.
- Per fortuna i mezzi non sono stati ancora raggiunti dal fuoco. - osservò il Regista, lanciando uno sguardo interessato a due strani marchingegni: un assurdo incrociarsi di pezzi di ferro, gli elastici che la schiena di Atem conosceva fin troppo bene legati a due estremità, a sostenere una spessa barra di metallo.
- ... avete costruito due catapulte con pezzi di edificio e corde elastiche...? - si rese conto il Faraone, Yugi ammutolito.
Il Regista lo guardò, il puro stupore riflesso negli occhi: - Ma certo! Che domande sciocchine fate? -.
Atem non sapeva se provare ammirazione per quelle loro straordinarie capacità creative e di adattamento o se fosse il caso di chiedere ad Osiris di far piovere un fulmine casualmente proprio su quelle due costruzioni, prima che potessero porre definitivamente fine alle sofferenze sue e di Aibou.
In quel momento, però, notò alcuni assistenti spostare una delle due catapulte, fino a portarla al lato opposto del cubo - fin dove fosse possibile arrivare senza tuffarsi nelle fiamme, ovviamente.
- In questa scena, non sarete solo voi due! - trillò il Regista, facendo tremare i due punkamanti.
- ... ossia? - si azzardò a chiedere Yugi.
Atem, intanto, non perdeva di vista gli assistenti: "Strano..." notò: "... perché continuano a guardare quelle vasche?". Sollevò un sopracciglio: "... in effetti, a cosa servono quelle vasche? Non le abbiamo mai usate, finora.". Un atroce dubbio s'insinuò nella sua mente: "... finora.".
- Ossia, in scena con voi ci sarà anche Bakura! -.
La risposta del Regista scatenò diverse esclamazioni stupite, su tutte quella del bandito stesso: - Cosa? -.
- Ci sarai anche tu! - ripetè l'uomo, facendogli cenno di avvicinarsi: - E' il momento in cui il Faraone e il suo grande nemico si fronteggiano, l'uno di fronte all'altro, pronti a scontrarsi in un duello all'ultimo sangue! -.
- Regista... - sussurrò subito Atem, tirandogli leggermente una manica per attirare la sua attenzione: - ... evitate di dargli idee. Davvero. E' l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno. -.
- Suvvia, Atem... - rise il Regista, incurante: - ... non essere così catastrofico! E' una tua opinione, non è carino parlare per gli altr- -
- Sono un sovrano e parlo con il plurale maiestatis. - quel sibilo e quella sfumatura rossastra nelle iridi giunsero un po' inaspettate: - Per dirlo chiaramente: è l'ultima cosa di cui io ho bisogno. -.
- Allora, questa scena? - prese parola Yugi, con un sorriso tirato, cercando di spostare tutta l'attenzione su di sé.
- Giusto, la scena! - parve ricordarsi il Regista, come se non ne avesse parlato fino a tre secondi prima: - Ecco, la scena è molto semplice. -
- Perché ne dubito? - sospirò Atem, cercando di mettere quanta più distanza possibile tra sé e Bakura, che osservava il Regista con fare quasi annoiato.
Forse, anche lui aveva cominciato a capire che le possibilità di avere una scena tutta per sé erano rasenti lo zero. Ancora una volta, Atem si stupì di quanto fosse disinteressatamente e misericordiosamente disposto a cedergli più della metà delle sue inquadrature.
- Ora, il Faraone e Yugi andranno a posizionarsi su quella catapulta... - spiegò il Regista, indicando la costruzione più vicina: - ... mentre Bakura andrà sull'altra. - e indicò quella più distante: - Voi non dovrete far altro che assumere uno sguardo di sfida. Solo e soltanto questo! - sorrise, pacato.
Atem, Yugi e Bakura gli rivolsero un'identica occhiata di sufficienza.
- ... e ci dica, signor Regista... - parlò il Faraone, la voce calma: - ... quelle catapulte saranno anche messe in funzione? -.
L'uomo alzò lo sguardo, osservando il soffitto in fiamme come se fosse perso in una profonda contemplazione. Dopo un tempo imprecisato, disse, con tono serio: - ... perché soffermarsi su simili particolari? -.
- Saranno messe in funzione. - chiuse Yugi, affondando il viso in una mano.
- Che ca**ata. - sentenziò Bakura, dando loro le spalle e dirigendosi verso la catapulta più distante senza aggiungere altro.
- Facciamo anche questo. - sospirò Atem, stringendo la mano di Yugi e quasi trascinandolo verso quell'aggeggio che lasciava presagire tante cose poco carine.
- Come sono docili... - notò Mana, seguendo i due con lo sguardo, stupita.
- Si chiama "rassegnazione". - spiegò Mahad, scuotendo la testa con fare stanco.
- Yugi ha il coraggio di salire su una pseudocatapulta nonostante, poco fa, si sia quasi sfracellato al suolo? - si rese conto Mai, gli occhi sgranati: - So che è molto coraggioso, ma... -
Una mano di Jonouchi su una spalla la fermò, lo sguardo scuro del ragazzo era grave: - ... si chiama "rassegnazione". -.
- Ora che ha imparato una parola nuova, qualsiasi cosa succederà sarà "rassegnazione". - sibilò Seto, piatto, udito solo da Kisara.
Nel frattempo, Atem e Yugi erano riusciti ad arrampicarsi sulla catapulta, sostenendosi l'un l'altro e aiutandosi a vicenda per riuscire a raggiungere la cima della barra metallica centrale, dove potersi posizionare; Bakura era sdraiato sulla propria da qualche minuto, avendola raggiunta con un semplice paio di salti.
- Bene, siete in posizione? - domandò il Regista, ad alta voce.
I tre annuirono, sistemandosi come meglio potevano. Nel mentre, l'uomo si era di nuovo rivolto a Mahad, chiedendo forse per l'ultima volta il suo aiuto per permettere al cameraman di volare.
- E' pur sempre una ripresa aerea. - spiegò, pratico.
- Dovremmo farne di più. - osservò il cameraman che, ormai, ci aveva preso un certo gusto.
Il Regista tornò a rivolgersi alle tre vittime sacrific- ai tre: - Se siete pronti, io darei inizio alla ripresa! -.
- Diamoci una mossa! - l'esclamazione irritata del Re dei Ladri valse per tutti e tre.
- Bene, al mio tre, le catapulte entreranno in funzione e sarete scagliati verso l'alto! - spiegò l'uomo, praticamente urlando e gesticolando a caso per farsi capire: - Sguardi di sfida, mi raccomando! Non temete per l'atterraggio, arriverete nelle vasche! - li rassicurò.
- Meno male! - Yugi trasse un profondo respiro di sollievo, Atem sentì uno strana sensazione puntellargli la mente, come se fosse tutto troppo perfetto e ben studiato per essere credibile.
- ... ho come l'impressione... - mormorò, mentre sentiva alcuni assistenti tirare verso il basso la superficie su cui si trovavano: - ... che si siano dimenticati di una cosa. Ma non so cosa... -.
- Tre... due... uno... lancio! Azione! -.
La superficie che lo sosteneva fu lasciata di colpo dagli assistenti e Atem sentì il fiato mozzarsi per qualche istante: sentì mancare un qualsiasi appoggio, ritrovandosi scagliato nell'aria, quella stessa aria calda che gli sferzava il viso, facendo scontrare le ciocche bionde dei suoi capelli sulla sua fronte, sentendo quasi gli orecchini d'oro tirargli i lobi, sbatacchiati senza controllo.
"Oh, giusto!" si ricordò, non appena la coscienza superò lo shock: "Uno sguardo di sfida!".
Assunse uno sguardo di sfida a caso, sentendo qualcosa - probabilmente l'Aibou - sfrecciare al suo fianco, poco più indietro a causa della sua statura più piccola.
In quel momento, durante il volo, notò Bakura volare a gran velocità nella loro direzione.
Nella loro direzione.
Precisamente nella loro direzione.
"... beh, la ripresa è fatta, no...?" si chiese il Faraone, quella strana sensazione che aveva sentito a terra si stava facendo fin troppo pressante, fino a diventare un orribile dubbio man mano che il bandito si avvicinava.
- ... avete calcolato bene le traiettorie, vero? - urlò, desiderando ardentemente una risposta positiva ma capendo che-
- Traiettorie? -
La voce del Regista si perse in un suono ampio e indefinito, un colpo violento, un gemito di dolore, un'imprecazione che non poteva essere riportata, un insieme di suoni che fecero tremare i più, lasciando il Regista impietrito di fronte a quella scena.
Atem, semplicemente, sentì la forza di gravità attirarlo a sé, preciso al centro di una delle vasche, rimasto ormai da solo nella caduta libera, l'Aibou perso metri addietro.
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIBOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOU! -
Fu così che il Faraone volante attraversò lo spazio sopra le teste dei presenti e precipitò in una vasca con un sonoro Splash!.
Metri e metri prima, invece, due corpi diversamente celesti piombavano verso il pavimento in una precisa linea verticale.
- Oh, no! - gemette Anzu, lo sguardo fisso su uno Yugi svenuto: - Si sfracelleranno! -
- Deve essere destino! - esclamò Mai, bloccata, non sapendo cosa fare.
- Potrebbe esserlo per uno di loro due. - sussurrò Isis che, non si sa come, era riuscita a sentire le parole della donna pur trovandosi ad una consistente distanza: - ... ma è ingiusto che lo sia anche per l'altro! -.
- Non temere, Yugi! - urlò Jonouchi, scattando in avanti: - Vengo a salvarti! -.
- Maestro! - pigolò Mana, lo sguardo subito a Mahad, che aveva puntato il bastone verso i due.
- ... Non è il momento di lisciarsi le squame, Diabound! - lo riprese Malik, notando la creatura del tutto disinteressata a ciò che stava succedendo: - Se muore ora, hai idea di quanto sarà di cattivo umore, dopo? -.
Honda e Otogi seguirono Jonouchi, Ryou continuava a spostare lo sguardo da Yugi a Bakura, terrorizzato, il braccio stretto nella morsa di un Sugoroku tremante: - Qualcuno faccia qualcosa! -.
Kisara era pronta ad intervenire, ma Seto l'aveva bloccata per un polso, indicando Mahad con lo sguardo: - Ci penserà lui. - si limitò a dire, sicuro.
Tutto questo avvenne in un secondo, un solo secondo, un unico secondo, magari facciamo un paio.
Erano trascorsi appena due secondi, quando avvenne un fatto che nessuno, neppure Seto Kaiba, era stato in grado di prevedere: sotto i due in picchiata si era radunato un folto gruppo di creature femminili sibilanti, le stesse che li avevano attorniati minacciosamente fino a quel momento, strillando ad intermittenza cose come "Yugi-chaaaaaaaaan!!!!!!!!!!!!" o "Bakura-saaaamaaaaa!!!!!!!!!!!!!".
Fu così che i due caddero tra le braccia delle fangirls, che li afferrarono al volo come se pesassero pochi grammi - forse possibile nel caso di Yugi, un pochino meno nel caso di Bakura - e non fossero in caduta libera da decine e decine di metri.
Silenzio.
Mahad era rimasto bloccato con il bastone a mezz'aria: le fangirls erano state più rapide di lui, lasciandolo senza parole.
Anzu, Mai, Ryou e Sugoroku fissavano la scena con occhi sbarrati, non riuscendo a capacitarsi di ciò che era appena successo - tranne Ryou, che stava iniziando a smaltire i postumi dello shock; Isis si portò un pugno al petto, incapace di commentare; Rishid, semplicemente, osservava il tutto in silenzio, continuando a vegliare su un Mokuba e una Shizuka ancora addormentati.
Sui volti di Malik e Kisara vi era un'identica espressione sorpresa, occhi sgranati, labbra socchiuse, i corpi come paralizzati.
Jonouchi si bloccò di colpo, Honda e Otogi non riuscirono a fermarsi in tempo e gli sbatterono contro, ottenendo solo di cadere a terra tutti e tre: nessuno gemette di dolore, troppo presi a guardare le fangirls che posavano a terra i due poveracci, Mana che era volata sopra di loro, per controllare le condizioni di Yugi.
Seto Kaiba era stupito e ciò si manifestava anche sulla sua espressione - o meglio, sui suoi occhi azzurri, ora quasi del tutto sgranati, la sua compostezza venuta meno per un istante.
- ... siete vivi? - il Regista spezzò quel silenzio improvviso, avvicinandosi alle fangirls e ignorando totalmente Mary, apparsa dal nulla al suo fianco senza fare o dire una qualsiasi cosa.
- ... vi hanno mai detto che siete un emerito co***one, signor Regista? -
Bakura era vivo.
- Oh, quanta permalosità! - sbuffò l'uomo, alzando le spalle.
- E' bello come ormai sia considerato normale il fatto che cerchiate di attentare alle vite altrui. - Malik era riuscito a riprendersi e si era avvicinato a Bakura, aiutandolo a rialzarsi insieme a svariate fanciulle dalle mani fatte di colla - doveva essere così, altrimenti non si sarebbe spiegato il motivo per cui continuassero a tenere le suddette appiccicate ai corpi abbronzati dei due.
- Quante storie! - ribadì il Regista, come se non fosse successo niente.
- Come sta, Yugi? - chiese Mana, planandogli vicino e trovandolo con gli occhi a spirale, che balbettava qualcosa di incomprensibile.
- E' vivo!!! - disse una fangirl vicina.
- Forse è Yugi-chan il vero immortale!!!! - osservò un'altra, alcune che annuivano.
- Prego? - fece Bakura, stizzito, voltandosi nella loro direzione e facendone svenire cinque.
- Beh... - esordì una terza fangirl: - ... ha rischiato di morire tantissime volte, tra ieri sera e stamattina, no???? Eppure, è ancora vivo!!!!! -
- Si è anche preso il Puzzle in faccia!!!!!!!! - ricordò una fangirl accanto.
Silenzio.
- ... in effetti... - fece Mana, piegando la testa di lato: - ... e Yugi è anche un semplice essere umano... -
- A guardar bene... - la voce di Malik colse di sorpresa Bakura, che lo fulminò con un'occhiataccia.
- AIBOU! -
Come una sola persona, tutti rivolsero le loro teste in direzione di una delle vasche e rimasero, ancora una volta, senza parole.
Tralasciando il fatto che, per il momento, si erano tutti dimenticati della sorte di Atem, di certo non si aspettavano di ritrovarlo in quella situazione assurda: una volta nell'acqua, dopo aver passato diversi minuti a cercare di non affogare, agitando le braccia a caso sulla superficie dell'acqua, il Faraone, resosi conto del fatto che, una volta tanto, nessuno se lo stesse filando, aveva avuto la brillante idea di prendere la sua fuga dalla vasca come un gioco. Così, dato che l'acqua riempiva quel rettangolo tridimensionale fino a poco più di un metro dalla cima del suddetto, Atem, colui che era attualmente in possesso del Puzzle, aveva afferrato il suo Oggetto del Millennio e l'aveva scagliato con forza contro la superficie non bagnata della vasca: il Puzzle aveva distrutto il vetro, franando al suolo e lasciando un buco non indifferente sul rettangolo; allorché Atem si era tolto il mantello, lo aveva arrotolato, aveva lanciato un'estremità oltre il bordo della vasca e l'aveva riafferrata facendo passare una mano attraverso il buco aperto dal Puzzle, per poi legarla all'estremità rimasta all'interno del rettangolo, fino ad ottenere un cappio; una volta assicurato, Atem l'aveva usato come corda per issarsi sulla cima, dove ora si trovava, in piedi.
E sì che avrebbe semplicemente potuto invocare l'aiuto di Mahad.
- ... ma che... - farfugliò qualcuno, mentre Atem saltava giù dalla vasca e atterrava senza farsi niente.
- AIBOU! - ripeté, urlando, precipitandosi dall'amato Aibou in fin di vita (?), crollando in ginocchio accanto a lui: - Non morire, Aibou! -
- Non sto morendo ora, così come non stavo morendo neppure qualche ora fa. - sospirò Yugi, già sulla via del riprendersi totalmente: - Quindi non rifacciamo la scena di prim- -
Fu in quel momento che Yugi si rese conto.
Si rese conto di quella cosa di cui si erano resi conto più o meno tutti i presenti, specialmente le fanciulle che avevano appena circondato il Faraone, gli occhi più infuocati del fuoco divino attorno a loro.
- ... Altro me... -
- Sì, Aibou? - Atem gli afferrò una mano, del tutto ignaro di ciò che stava avvenendo alle sue spalle - e ai suoi lati e di fronte a sé.
- ... sei... -
- Sì? -
- ... bagnato fradicio. -
Il Faraone sbattè più volte le palpebre, non capendo: - Beh, sì, Aibou, io sono riuscito ad arrivare fin nella vasca... A proposito, cos'è successo, esattamente? Capisco che la testa di Bakura sia parecchio dura, ma perché pure lui è rimasto così stordito? -
Yugi alzò piano una mano, indicando la propria testa: - ... i capelli, Altro me. - disse, pacato: - Quelli fanno male. -.
Prima che Atem potesse dire qualsiasi cosa, l'Aibou parlò di nuovo: - Ma non intendevo questo, prima. Il fatto è che sei bagnato fradicio. -
- Sì, Aibou, l'hai già det- -
- E indossi vestiti bianchi. -
- ... -
- E non hai neppure il mantello. -
- ... -
Fu allora che Atem osò alzare lo sguardo.
E comprese che ciò che sentiva non erano le fiamme divine.
E capì di avere addosso soltanto vestiti praticamente trasparenti e di trovarsi circondato da fangirls.
Fangirls che lo stavano fissando.
E che erano molto vicine.
Si guardò intorno, improvvisamente spaventato: - Mana! - la chiamò, notandola lì vicino.
Mana non rispose: lo stava fissando. Esattamente come lo stavano fissando loro. E come lo stava iniziando a fissare anche Aibou - "No, anche Aibou, no!".
Sentiva altri sguardi sinistri piantati sulla schiena, ma non ebbe la forza di voltarsi: aveva come il vago presentimento che avrebbe incontrato Bakura. Che, una volta tanto, non avrebbe cercato di ucciderlo.
"... sono fo**uto. Letteralmente.".
Erano così vicine... tutte... così... vicine... poteva sentire i loro respiri, le loro dita di colla, riusciva a sentirle ma non sapeva come contrastarle, le sentiva, erano...
Un lampo verde attraversò la sua visuale, una maestosa figura viola sembrò far scattare indietro quelle creature così buone e, al tempo stesso, così malvagie.
- State indietro! - tuonò la voce di Mahad: - Circolare, circolare, non c'è nulla da vedere! - esclamò, agitando il suo bastone per diradare la folla.
In quel momento, Atem si sentì afferrare per la vita, ritrovandosi rapidamente sospeso a mezz'aria, per poi sentire di nuovo il terreno sotto i piedi, il mantello bagnato tra le mani.
- Rivestitevi, mio Faraone. - disse Mahad, premuroso, al suo fianco: - Rimarrò qui vicino a voi finché questo calore non avrà asciugato le vostre vesti. Sarò io stesso a premurarmi di constatare se siano davvero asciutte o meno, per evitarvi di correre qualsiasi rischio. -.
Ancora disorientato, Atem si limitò ad aprire il mantello ancora bagnato, mettendolo davanti alle fiamme più vicine: - Ti ringrazio, Mahad. - sorrise, riconoscente: Mahad era davvero l'unico a cui sentiva di potersi affidare completamente.
"E' veramente colui che merita, senza dubbio, ogni singola briciola di gratitudine!".
Qualche metro più in là, Yugi e Mana osservavano Atem e Mahad d'innanzi alle fiamme.
- ... Maestro... - sussurrò la Maga Nera, mordendosi un labbro: - ... perché non ci ho pensato io...? -
- Mi chiedo come faccia l'Altro me a non accorgersi che Mahad, con la scusa di controllare se i vestiti siano asciutti o meno, ne approfitta per guardarlo e toccarlo impunemente. - sospirò l'Aibou, scuotendo la testa.
- ... a volte, il sommo re dimostra un'ingenuità disarmante. - sussurrò Bakura, senza neanche far caso agli altri, troppo concentrato a fissare il Faraone ancora mezzo bagnato.
Di contro, Malik fissava lui. E non necessariamente in modo positivo.
- Sì, va bene! - l'esclamazione del Regista ricordò ai presenti di star, teoricamente, girando l'ultima opening: - Ecco, metti un'immagine di repertorio vicino a Bakura. Sì, nella sua versione bianca. Perfetto! -.
- Servo ancora? -
Il Regista fece un salto di svariati centimetri, quando si ritrovò Atem a distanza ravvicinata, fresco come una rosa e asciutto come il deserto.
Aveva fatto in fretta. Del resto, la vera domanda era come fosse possibile che, con quel caldo, le vasche fossero ancora piene d'acqua.
- Eh-ehm... - tossicchiò l'uomo, facendo rapidamente mente locale: - Uhm... in realtà, a ben pensarci... diciamo che... -
- Ehi... - balbettò Atem, la sua attenzione improvvisamente rivolta ai suoi amici, notandoli un po' strani: - ... tutto bene? -.
Una mano premuta sul naso, Jonouchi, Mai, Honda, Otogi, Ryou, Sugoroku, Mana, Yugi redivivo, Kisara e persino Seto alzarono un pollice, annuendo piano.
Anzu e Mary erano direttamente svenute e, in quel momento, ancora giacevano a terra, prive di sensi.
Dalla loro postazione, Isis e Rishid annuirono piano, in perfetto sincrono.
Bakura era di colpo tornato a guardare Atem con il suo solito sguardo arrogante.
Malik gli aveva appena detto qualcosa all'orecchio.
- Ultime scene, ultime scene! - annunciò il Regista, approfittando di quell'attimo di distrazione di Atem per portare l'attenzione su qualcos'altro.
Quelle parole risvegliarono nei presenti una strana, curiosa, attesa e dolorosa sensazione: era come aver fatto un intero mese di totale digiuno e vedersi offrire un enorme banchetto traboccante delle più disparate prelibatezze.
Dietro un vetro.
E si sentivano come spalmati su quel vetro, magari grattandone la superficie con le unghie, sperando di scalfirla e abbatterla, per poter finalmente raggiungere le tanto agognate cibarie.
- Non perdiamo altro tempo! - intervenne Jonouchi, la mano ancora sul viso: - Cosa succederà nella prossima scena? - domandò, rivolto al Regista.
Quest'ultimo aprì la bocca in un largo sorriso, prima di esclamare: - Direi che è giunta l'ora di far entrare in scena il Mago Nero e la Maga Nera! -.
I due diretti interessati, nell'udire i loro nomi come creature del Duel Monsters, trasalirono, volando rapidamente in direzione del Regista.
- Noi? - fece Mana, stupita.
- Ebbene sì! - confermò l'uomo: - Come gran finale di questa splendida parata... - tutti i presenti preferirono sorvolare sulla definizione: - ... voi due siete semplicemente perfetti! -.
- E quando mai qualcosa non è perfetto, secondo lui? - sospirò Jonouchi, ricevendo una gomitata nervosa da parte di Mai.
- Che bello! - trillò la Maga, facendo roteare il suo bastone: - E' da Wild drive che non sono in scena! Finalmente! -
- Wild drive dove ha distrutto una telecamera. - Seto si premurò di ricordare quel particolare, portando istintivamente il cameraman a fare un passo indietro.
Mana gonfiò le guance, visibilmente rosse sotto i chili di trucco.
- Stavolta faremo tutti più attenzione. - s'intromise Mahad, posando una mano sulla spalla dell'allieva, che si voltò a guardarlo.
- Allora vi dirò cosa dovete fare. - esordì il Regista, portando i due maghi d'innanzi all'ennesimo pannello tutto geroglifici; davanti a questo, in compenso, erano state posizionate due colonne a loro volta ricoperte di graffiti.
Ed erano pezzi di edificio.
Decisamente, gli assistenti del Regista avevano spiccate doti artistiche.
- Qui... - spiegò: - ... dovrete fare un po' i fighi davanti alla telecamera, per poi concludere con una bella posa delle vostre. -.
A quelle parole, Mahad e Mana si scambiarono un'occhiata perplessa.
- Vi lascio carta bianca. - annunciò il Regista, andando a mettersi dietro il cameraman: - Rimanete pure distanti da noi, ci penserà lo zoom ad inquadrarvi per bene! - sorrise, incrociando le dita dietro la schiena.
- ... d'accordo. - rispose Mana, spiazzata, piegando la testa di lato.
- Andrò prima io. - si offrì Mahad: - Tu seguimi, Mana. -.
- Sì, Maestro! - trillò lei, scattando sull'attenti.
- Perfetto! Allora, siamo pronti? E' facile facile, su! Bene, tre... due... uno... Azione! -.
Come annunciato, il primo ad andare fu il Mago Nero: si portò d'innanzi alla telecamera, di profilo, lo sguardo serio, per poi fendere l'aria davanti al cameraman con il suo bastone color smeraldo; non appena lo abbassò, la Maga Nera s'infilò nell'inquadratura, con un occhiolino allegro in direzione dell'obiettivo.
Con un saltello nell'aria, Mana raggiunse Mahad, schiena contro schiena, una gamba piegata e un braccio piegato, l'altro in avanti, una posa speculare, nonostante la diversa posizione dei bastoni: verticale quello del Mago, orizzontale quello della Maga.
- E... Stop! Buona! - annunciò il Regista, mentre Mana si lasciava sfuggire una risata: - Ce l'abbiamo fatta! -.
- Sei stata bravissima, Mana. - si complimentò Mahad, con un leggero sorriso che le fece tornare il viso amaranto, seppur per un motivo ben diverso da quello di pochi minuti prima.
- Hanno un modo tutto loro di essere fighi. - riconobbe Yugi, annuendo da solo.
- Beh, devi ammettere che ci riescono benissimo! - sorrise Jonouchi, Anzu e Mary che, nel frattempo, riacquistavano i sensi e si mettevano sedute.
- Cosa sta succedendo? - chiese la bellissima fanciulla dagli occhi arcobaleno: - Abbiamo finito di girare? E Atemuccio uccio puccio cucciolo? - domandò, la voce come il canto di un usignolo.
Suddetto Atemuccio uccio puccio cucciolo cercò di mimetizzarsi con le fiamme dietro Sugoroku.

Mentre tutti si riunivano nei pressi di Isis, Rishid, Mokuba e Shizuka - complici anche le fiamme ormai fin troppo vicine -, il Regista vagava per il cubo, seguito fedelmente dal cameraman, dando ordini qui e lì e parlando al telefono con il grafico: - Uhm, magari, davanti all'inquadratura dei due maghi, mettici Mahad e Mana nelle loro sembianze umane, in trasparenza. Ma certo che puoi attingere dalle foto, che domande! Tanto ce ne sono anche alcune di Mana, no? Benissimo, perfetto! -.
Chiuse la chiamata, appena in tempo prima di inciampare su qualcosa.
Riuscì a rimenere in equilibrio, per poi abbassare lo sguardo: - Ma che...? - balbettò, confuso: - ... e questa da dove sbuca? -.
Proprio sotto a dove i maghi avevano girato la loro scena, tra le colonne ricoperte di geroglifici, era spuntato quello che sembrava un grosso sarcofago di pietra, piatto invece che tondeggiante, con sette incavi dall'aria familiare.
- Oh, guarda! - esclamò, facendo cenno al cameraman: - Guarda! Sembrano buchi perfetti per infilarci gli Oggetti del Millennio! Proviamo! -
- Signore... - fece l'altro, un po' perplesso: - L'edificio è seriamente pericolante, forse è il caso di sbrigarsi a finire le scene, prima che- -
- Oh, ma tanto l'edificio è in fase di crollo già da prima, non avremmo proprio il tempo! - lo interruppe il Regista, tirando fuori dal nulla la Bilancia e la Chiave, inginocchiandosi sul sarcofago di pietra per infilarle l'una ai piedi della figura e l'altra in una mano: - Le altre scene le gireremo fuori, mi sembra ovvio! Perché credi che abbia ordinato a tutti di portare fuori le cose? -
- Ma allora non sarebbe il caso di avvisare pure- -
- Oh, guarda, guarda! Ci stanno perfettamente! Adesso provo a mettere pure gli altri! -
Il cameraman sbattè le palpebre, notando gli altri cinque Oggetti del Millennio apparire da chissà dove nelle mani del Regista: - ... signore, quand'è che avete...? -
- Eh, se non fanno attenzione alle loro cose... - fu la sorridente e serafica risposta dell'altro. Il cameraman decise di tacere.
L'Occhio, la Collana, la Barra, l'Anello, il Puzzle... uno dopo l'altro, gli Oggetti furono infilati negli incavi del sarcofago, aderendovi perfettamente.
- Guarda, sono entrati tutti! - esultò il Regista, saltando in piedi sulla pietra.
- Ammirevole, signore. - disse il cameraman, con un sorriso tirato, sperando che l'altro fosse abbastanza soddisfatto e si decisse a far uscire tutti.
- Parlando d'altro... - esordì quest'ultimo, mettendo le braccia ai fianchi: - ... credo che richiamerò Atem in scena. -.
I sette Oggetti emisero una leggera luce.
- Atem! - chiamò il Regista, cercandolo con lo sguardo: - Faraone Atem! A-T-E-M! Atem! - urlò, finché non riuscì ad individuarlo: - Oh, eccolo lì! -.
Scese dal sarcofago e fece per raggiungerlo, quando si accorse di una luce fin troppo intensa provenire da dietro di lui. Si voltò: i sette Oggetti avevano iniziato a brillare ad intermittenza, facendo risplendere anche degli strani simboli disposti attorno al sarcofago come un cerchio, simboli che prima non aveva notato.
- Oh, guarda che figo! - trillò, indicando quel fenomeno al cameraman: - Presto, presto! Riprendili! -.
Nonostante la confusione, l'altro decise di obbedire: l'obiettivo fu puntato sugli Oggetti, riuscendo a cogliere l'esatto momento in cui si illuminavano ancora una volta, splendendo di una luce intensa, accecante, proiettata verso l'alto in tanti fasci luminosi, quasi, sotto, crepitasse un altro fuoco.
- Che ripresa splendida! - esclamò il Regista, mentre il cameraman finiva di registrare: - La useremo, sì, decisamente! Uhm... ma... - tornò a guardare il pavimento: - ... non sembra anche a te che... la terra stia... come dire...? -
- IL TERREMOTO! -
Quel semplice urlo, uscito dalla bocca di chissà chi, riuscì a mettere in allarme tutti i presenti.
Come una sola persona, tutti si riversarono sulla porta spalancata; i pezzi infuocati del soffitto ripresero a cadere con più frequenza, le pareti iniziarono a sbriciolarsi e riuscire a rimanere in piedi stava diventando troppo difficile.
Tuttavia, erano in Giappone ed erano giapponesi, facevano più prove di evacuazione per terremoti che giorni di vacanza, dunque il panico era limitato.
Quanto ai non giapponesi... quelli lì presenti sarebbero stati capaci di cavarsela anche in situazioni infinitamente peggiori.
Non di meno, tutti i presenti anelavano all'aria fresca del mattino quindi, a prescindere, sarebbero stati tutti capaci di uscire anche solo per questo.
In meno di due minuti, difatti, furono tutti fuori, lontani dal cubo in piena implosione, le fiamme divine che si stagliavano sopra quella che era ormai un'immensa carcassa di cemento, illuminando quel mattino ancora avvolto nelle tenebre della notte.
Gli assistenti, le truccatrici, le parrucchiere e le costumiste avevano portato degli enormi sacchi, alcuni il doppio o il triplo di loro, sostenendoli con totale nonchalance; il grafico faceva bella mostra di sé, tranquillissimo, con un portatile sottobraccio; il cameraman era vicino al Regista che, con un sorriso un po' dispiaciuto, osservava quel che restava dell'edificio; le fangirls, poco più lontane, erano curiosamente in silenzio.
Gli altri erano tutti in salvo, stretti l'un l'altro - ad eccezione di Malik e Bakura, più in disparte, e Seto, stretto solo vicino a Kisara.
Isis e Rishid portavano in braccio rispettivamente Mokuba e Shizuka, ancora profondamente addormentati e minimamente toccati da tutto ciò che era successo.
- ARIA! - boccheggiò Jonouchi, dibattendosi come un pesce fuori dall'acqua: - Datemi aria, aria! -
- Che bello sentire l'aria esterna! - si beò Anzu, traendo un profondo respiro di aria pulita e fresca.
- Alla fine, il cubo si è smontato da solo. - osservò Otogi, con una scrollata di spalle: - Noi abbiamo finito di girare le opening e siamo ancora vivi e interi. Tutto è bene quel che finisce bene! -.
- Già! - concordò Honda, raggiante.
- Uhm... - Ryou inclinò appena la testa di lato: - ... eppure... ho come l'impressione che qualcosa non vada. -.
- Ehi, non portare sfiga! - protestò Hiroto, quasi urlandogli in un orecchio.
- No, ha ragione! - lo contraddì Atem, mortalmente serio: - ... c'è qualcosa che non mi convince in tutto questo. Di nuovo. -.
- Un attimo! - esclamò di colpo Isis, portandosi una mano al collo, gli occhi via via sempre più sgranati man mano che si rendeva conto: - ... dov'è la mia Collana? -.
Con un gesto rapido, Atem e Yugi si portarono le mani al petto, accorgendosi solo in quel momento dell'assenza del loro monile di cinquecento chili.
- E' sparita anche la Barra! - esclamò Malik.
- E l'Anello. - notò Bakura, un sopracciglio inarcato: - ... tuttavia, stavolta io non c'entro niente. -.
- Ho un brutto presentimento... - mugolò Yugi, senza riuscire a capire il perché di quell'improvvisa paura che gli aveva invaso il petto.
- Regista! - lo chiamò Atem ma, prima che questi potesse rispondere, Anzu gridò: - Guardate! -.
Il cubo si stava gonfiando, le fiamme divine andavano pian piano ritirandosi: un manto nero parve ricoprire l'ex-edificio in tutta la sua integrità, quasi soffocando il fuoco, oscurandolo alla vista, lasciandone visibile solo una tenue luminescenza; di colpo, la spessa cappa nera sembrò innalzarsi, sparire nel buio della notte e del cielo, celando tutte le stelle come una grande pennellata d'inchiostro.
- Cosa sta succedendo? - urlarono alcuni assistenti, indietreggiando; il cameraman cadde, sconvolto.
Atem avanzò di qualche passo, quasi correndo: - Non può essere! Non può essere! - tuonò, gli occhi che sfumavano nel colore del sangue.
Una risata fin troppo conosciuta risuonò nelle orecchie dei presenti, una risata al tempo stesso incredula e divertita: - Non ci posso credere! - esclamò Bakura, gli occhi spalancati in modo quasi folle.
- Non so cosa stia succedendo esattamente... - disse il Regista, afferrando il cameraman per un braccio: - ... ma voglio che tu riprenda tutto! -
- Signore, vi sembra il cas- ... d'accordo, vi sembra il caso. - si arrese il pover'uomo, portando la telecamera al volto e accendendola.
Non appena lo fece, due sfere infuocate si aprirono nel manto nero, provocando diverse grida spaventate.
- Primo piano, fai un primo piano! - praticamente urlò il Regista.
- Regista! - lo chiamò Atem, la voce dura: - Voi sapete qualcosa, sui nostri Oggetti? - domandò, senza distogliere lo sguardo dalla forma che quelle tenebre stavano assumendo: una creatura mostruosa, dalle grandi ali, con due teste, quattro occhi infuocati, quattro file di canini fin troppo rilucenti.
- Oh, giusto! - saltò su il Regista: - Gli Oggetti sono rimasti dentro l'edificio! Dovremo recuperarli, quando le fiamme si saranno spente! - disse, a gran voce: - Li ho lasciati su quello strano sarcofago apparso dal nulla, ce li ho messi proprio prima di chiamarti! -.
E Atem, stavolta, si voltò: si sentiva bruciare dalla rabbia, consumare dalla frustrazione, scuotere dal desiderio di liberarsi di quella cosa; avrebbe voluto afferrare il Regista per il bavero e urlargli contro, dirgli che era un pazzo, un incosciente, un imbecille e chissà quante altre parolacce in egizio antico ma...
... si rese conto che era una causa persa in partenza e che tanto valeva sbrigarsela da solo.
- Il Regista ha evocato Zork? - fu Yugi a dar voce ai pensieri increduli dei presenti, incapaci di accettare ciò che era appena successo e stava succedendo.
- Zork Necrofades! - rise Bakura, improvvisamente colto da un attacco di ilarità compulsiva - e poco ci mancava crollasse direttamente a terra.
- Suvvia, è stato un errore! - protestò il Regista, mentre faceva segno al cameraman di continuare a riprendere.
- Voi avete evocato Zork Necrofades, praticamente la più oscura delle creature infernali, per sbaglio? - gemette Mana, le dita tra i capelli, quasi tirandoseli.
- Ammetterai, tuttavia... - parlò Mahad, grave: - ... che, se l'avesse fatto di proposito, sarebbe stato più preoccupante. -.
La Maga Nera deglutì, agitata: - Sì... però... -.
- Non ti permetterò di avanzare un solo passo in questa città! - tuonò Atem, lo sguardo deciso rivolto verso l'imponente figura di Zork Necrofades: - Né ti lascerò dire anche soltanto una frase, perché mi sono seriamente fracassato le pa**e. -.
E i presenti, nell'udire ciò, non poterono che alzare le braccia in una ola.
Seto Kaiba non aveva alzato le braccia, ma aveva comunque fatto udire la propria voce.
Così, Atem mantenne la parola data. Prima che Zork Necrofades, il male incarnato, l'essere oscuro emerso dalle profondità dell'Inferno, potesse pronunciare anche soltanto una lettera, il Faraone alzò un braccio e invocò: - Drago del Cielo di Osiris! Soldato Gigante dell'Obelisco! Drago Alato di Ra! -.
- E' vero, ci sono anche le divinità! - si ricordò di colpo Jonouchi, mentre le tre divine creature s'innalzavano alle loro spalle, pronte a combattere.
- Venite a me! - proseguì Atem, subito seguito da un trillo di Mana: - E' davvero Sailor Moon! -
- Mana, per favore. - la fermò Mahad, gentilmente: - Il nostro sovrano sta cercando di fare il figo. Non rovinare questo momento, si sta impegnando molto. -
- Ops, scusate! - fece la Maga, tappandosi la bocca con una mano.
- Vai, riprendi questa scena! - continuava a dire il Regista: - Ecco, quest'inquadratura dal basso, laterale, è perfetta, con questo mantello svolazzante! Magari ci aggiungiamo un bell'effetto matita+pastello, eh, grafico? Uhm, aggiungigli pure un Puzzle al collo, così, tanto per... - alzò un dito verso il cielo oscurato, lo sguardo che brillava: - E ricordatevi che siamo sponsorizzati da Kellogg's! -.
- Ma vi sembra il momento? - protestò Anzu.
- Unitevi! - l'ordine di Atem risuonò nella notte.
Non appena giunse alle divine orecchie, le tre divinità si illuminarono, fino a far brillare quel cupo mattino come se il sole fosse sorto da tempo, costringendo tutti a coprirsi gli occhi.
- Ma non dovrebbe pronunciare anche il suo nome? - quasi urlò Jonouchi, una mano davanti al viso.
- Ho come l'impressione che le divinità abbiano intuito che non è proprio il caso di prestare troppa attenzione a simili dettagli. - rispose Kisara, ad alta voce.
- Per favore, potreste smettere di rovinare questo momento figo del nostro sovrano? - sospirò Mahad, scuotendo la testa.
- Oh, giusto! - parvero ricordarsi Katsuya e la dragonessa.
Quando la luce si affievolì, seppur di poco, tutti osarono tornare a guardare: Osiris, Obelisco e Ra non c'erano più.
Al loro posto, gigantesca, maestosa, avvolta nell'oro più puro, una donna dal volto di alabastro dispiegò le sue ali dorate, coprendo interamente il cielo, da un orizzonte all'altro.
Di fronte ad un'apparizione simile, l'unico gesto fu quello del cameraman, che spense la telecamera prima che potesse rompersi.
- Zork Necrofades... - le labbra della donna di luce rimasero immobili, ma la sua voce risuonò nelle menti di tutti, forte e dolce al tempo stesso: - ... è passato molto tempo dal nostro ultimo incontro. -.
- Horakhti... - la voce di Zork, anch'essa rimbombante nelle loro menti, era, al contrario, bassa e cupa, in un certo senso distorta: - ... non pensavo di ritrovarti qui. -.
- Purtroppo per te, questa si è rivelata l'occasione sbagliata per ripresentarti. - la donna piegò un braccio perlaceo, le dita affusolate: - Torna da dove sei venuto, fallo di tua spontanea volontà, o sarò costretta ad intervenire. -.
- Non mi fai paura, Horakhti! - fu la dura risposta di Zork, che mise un piede fuori dal cubo in fiamme, sul terreno: - Mi hai sconfitto una volta, ma non succederà una seconda! -.
La grande donna chiuse piano gli occhi, emise un sospiro: - Mi hai costretta, Zork. -.
Il braccio che aveva piegato fu innalzato verso il cielo, una luce d'oro saettò tra le sue dita, fino ad assumere una forma ben definita.
Nel vederla, Zork indietreggiò, pentendosi all'istante del suo gesto: - NO! QUELLO NO! -
- Sì, Zork. - disse Horakhti, avanzando: - Questo sì. -.
Il manico dello strumento divino fu stretto dalle dita della donna, che ne calò la parte superiore, arrotondata e ricoperta di tanti fori, sulla testa della creatura oscura.
Una volta, due volte, tre volte, sempre più veloce, con forza sempre maggiore.
- Il battipanni no, Horakhti, pietà! - implorò Zork, cominciando a cedere sotto i colpi del divino battipanni.
- Torna da dove sei venuto, Zork! - ordinò Horakhti, impietosa: - E, se non lo farai in fretta, farò in modo che sia tu a pulire tutti i bagni divini! -.
Incapace di resistere al divino battipanni e intimorito da quella così spaventosa minaccia, Zork si ritirò in se stesso, riassorbendo tutte le tenebre che avevano oscurato il cielo con la sua comparsa, per poi scivolare nel terreno, svanendo come se non fosse mai apparso.
Il silenzio avvolse tutto.
Un silenzio di sollievo, di felicità, di incredulità, forse.
Un silenzio spezzato da una risata.
- Mi spieghi cosa c'è tanto da ridere? - chiese Malik, esasperato: - Quella cosa cornuta non era forse dalla tua parte? -
- Oh, sì... - rise Bakura, ormai a terra: - ... è solo che è così idiota, senza di me, che non... non... - rotolò a terra, ormai sopraffatto dalle risate.
Dopo un istante di perplessità generale, Atem tornò a guardare Horakhti, un sorriso sereno: - Grazie per essere intervenuta. -.
- Di nulla, Faraone. - rispose la Creatrice della Luce, la voce tornata dolce e materna: - Fate più attenzione, la prossima volta, mi raccomando. -.
Detto questo, semplicemente, la maestosa donna scomparve, lasciando di nuovo il posto alle tre Divinità Egizie, la notte naturale che tornava vibile, il cielo tempestato di stelle brillanti.
Silenzio.
- ... direi che... - esordì il Regista, fiero: - ... posso annunciare la conclusione delle riprese di Overlap. -.
E bastarono quelle parole, quelle semplici parole, per far perdere forza nelle gambe di tutti, portandoli a crollare sul terreno, increduli ma felici come forse mai erano stati.
Perché, ormai, Overlap era stata girata.
Il bollettino medico era talmente vasto che, per non sprecare carta, fu redatto su un foglio di cartigenica, in una sola parola: "Tutto.".



- Per le ending faremo una cosa molto semplice. - disse il Regista, in ginocchio accanto al grafico, che si era seduto a terra e aveva aperto il portatile, iniziando il suo lavoro: - Prenderemo delle belle foto significative e ci metterai delle belle cornici. Magari poi, in studio, vediamo quali sono le più adatte. Uhm, magari, per l'ultima ending, potremmo mettere quel bel video di quella cavalcata di Atem, quello venduto insieme al calendario... e poi, metteremo tanti bei morphing! Sì, sì, ottima idea! - si disse da solo, soddisfatto.
- Uhm... - Shizuka aprì lentamente gli occhi, muovendo appena la testa, rendendosi conto di trovarsi sdraiata sul terreno: - ... credo di essermi addormentata... -
- Già... - disse Mokuba, poco distante, anch'egli in fase di risveglio, portando una mano davanti alla bocca per coprire uno sbadiglio: - ... dici che ci siamo persi qualcosa? -
- Siamo fuori... - si accorse la ragazza, guardandosi intorno: - Che abbiano finito di girare le opening? -
- Beh, è quasi l'alba! - le fece notare il più piccolo, indicando una luce che faceva capolino dall'orizzonte.
- La mia collezione è al sicuro? - domandò Isis, al primo assistente di passaggio. Quest'ultimo annuì: - In quei sacchi abbiamo messo tutto ciò che c'era nell'edificio! La vostra collezione, gli abiti di ricambio... tutto! -
- Ah, i nostri abiti! - esclamò Anzu, avvicinandosi ad uno dei sacchi lasciati a terra e frugandoci dentro con fare avido.
Yugi, nel frattempo, si era praticamente trascinato accanto ad Atem, un sorriso stanco ad illuminargli il volto: - E' finita, Altro me. - disse, semplicemente.
L'altro annuì, stringendolo a sé in un abbraccio: - Sì. -.
- Direi che possiamo anche andarcene. - annunciò Seto Kaiba, mentre Mokuba scattava in piedi e lo raggiungeva, iniziando a tempestare Kisara di domande.
- Una volta tanto, mi trovi d'accordo. - ammise Jonouchi, avvicinandosi a Shizuka e aiutandola a rialzarsi.
- Voi andate pure, se volete! - esclamò Mai, anche lei intenta a cercare nei vari sacchi: - Io devo assolutamente recuperare i miei vestiti! - chiarì, per poi alzare un sopracciglio nel trovare un sacco pieno di radici di liquirizia.
- Uhm, scusate, signor Regista... - prese parola Mary, portando un sacco di medie dimensioni e dall'aspetto non eccessivamente pesante: - Ma se abbiamo concluso tutte le riprese, allora... - mise una mano nel sacco, estraendovi una strana bottiglietta: - ... queste tinte per capelli e queste lenti a contatto colorate a cosa servivano? -.
Non si sa come, la soave voce della splendida fanciulla riuscì a raggiungere le orecchie di tutti, portando decine di sguardi di colpo allarmati sulla figura del Regista.
Quando lo videro sgranare gli occhi e aprire la bocca, furono ad un passo dall'urlare.
- ... aaaaaah, sì! - l'uomo si voltò verso Atem e Yugi, di nuovo sorridente: - Mi ero completamente dimenticato del fatto che le opening, in realtà, sono sei! C'è anche Kawaita Sakebi! -.
Silenzio.
- ... prego? - fu l'unica cosa che riuscì a dire il Faraone, irrigiditosi.
Il Regista saltò su, afferrando la boccetta tra le mani di Mary e muovendo a caso l'altro braccio: - Non c'è più tempo, invieremo le opening già girate e per Kawaita Sakebi faremo una cosa semplice semplice! Tu! - si rivolse ad un assistente: - Vai a buttare giù dal letto Miho Nosaka! Portala qui anche in pigiama, se necessario! -
- Povera Miho... - sussurrò Honda, passandosi una mano dietro il collo.
- Voi! Andate a recuperare gli Oggetti del Millennio, che tanto le fiamme divine si sono spente! Costumiste! Tirate fuori le vecchie divise del Liceo Domino! -
- No, quelle cose immonde no! - gemette Anzu, mentre Mai sospirava: - Nella vostra scuola c'è un serio problema stilistico. -.
- Eventualmente, per il signor Shadi useremo immagini di repertorio! - il Regista si guardò intorno, incontrando solo occhi spaventati.
- Mi servono Atem, Yugi, Jonouchi, Anzu, Honda, Mahad, il signor Muto, Ryou, Bakura, il signor Kaiba e Kisara! - annunciò: - Gli altri sono liberi! -.
Grida di giubilo esplosero per ogni dove, ad eccezione degli undici chiamati, che strinsero eroicamente i denti e scelsero di non fare ulteriori commenti - a parte Ryou, unico felice di essere stato nominato dal Regista.
Sugoroku ne sarebbe stato felice fino a qualche ora prima: aveva compreso che il girare una qualsiasi cosa con quell'uomo non sarebbe stato affatto facile o tranquillo.
- Truccatrici, risistemate Atem e Bakura! - ordinò il Regista, tra gli squittii eccitati di un nutrito gruppo di fangirls: - Signor Muto... magari per lei facciamo soltanto un cambio cromatico con Photoshop, vi sta bene? -
- Benissimo! - esultò Sugoroku, gli occhi improvvisamente accesi come fari.
- Oh, sta uscendo anche una bella luce... - sospirò il Regista, allegro, prendendo il sacchetto dalle mani di Mary e avvicinandosi ad alcuni dei Poveri Rassegnati: - Allora, Anzu, tieni questa tinta castanochiarotendenteall'arancione e queste lenti a contatto marroni! - disse, dandole quanto detto: - Vai dalle truccatrici, sono già pronte. Yugi, tu vai bene così. - sentitissimo sospiro di sollievo da parte del diretto interessato: - Jonouchi, Honda, passate un attimo dalle parrucchiere, magari vi sistemano un po'. Kisara, ci serve il Drago Bianco, quindi nessun problema! Oh, Mahad! Vai anche tu dalle truccatrici, dovranno colorarti un po'. Sì, più di come sei ora. Diciamo di una tonalità un po' diversa, ecco. E porta anche questa tinta per capelli bionda e queste lenti a contatto rossoaranciogialle, eh! Uhm, Ryou, Bakura, voi dovrete mettervi queste lenti a contatto, verdi per Ryou e viola per Bakura! -
- Qualcos'altro? - fece il bandito, che ancora cercava di riprendersi dalle risate.
- Uh, sì. Questa tinta per capelli azzurra. - e affidò due boccette di tinta azzurra ai due albini, sotto i loro sguardi ora perplessi.
Il Regista mise di nuovo la mano nel piccolo sacco, tirando fuori le ultime due cose rimaste: - Uhm... - osservò, inarcando un sopracciglio: - ... lenti a contatto arancioni e tinta per capelli verde? Ma chi... oh! Giusto! -.
Si voltò, con un sorriso a trentadue denti stampato in viso, come sempre: - Signor Kaiba! Ora voi dovreste... -
Una strana aura bianca e blu fluttuava, minacciosa, intorno al presidente della Kaiba Corporation.
Gli occhi azzurri erano spade affilate, incombenti sul Regista.


Nessuno sa cosa successe all'alba di quel giorno.
Sta di fatto che tutti, da Atem al Regista, ancora oggi ricordano quella bella nottata e quella bella mattinata.
Soltanto, nessuno di loro osò mai più firmare un contratto prima di averlo letto fin nel dettaglio e averlo messo controluce, soprattutto se vi figurava il nome del Regista.
Nessuno sa cosa successe all'alba di quel giorno.
Tranne coloro che furono presenti.
Sta di fatto che Kawaita Sakebi fu girata.
E tutti quanti portarono per sempre nel cuore quell'esperienza, senza mai osare rivelarla a nessuno, pur facendone accenni tra di loro.
Il perché, per coloro che non furono presenti, rimane tutt'ora un mistero.
... o forse no.



Note:
"E ricordatevi che siamo sponsorizzati da Kellogg's!": Alla fine del video di Overlap, quando la voce fuori campo ringrazia gli sponsor, tra questi figura anche, a caratteri cubitali, la Kellogg's. U.U


*Fa un profondo respiro*
Sì.
Siamo giunti alla fine di questa storia nata come oneshot. Sì, l'ho ripetuto ottantacinque volte, ma la cosa mi stupisce e inquieta. *Non solo non è venuta una oneshot, ma ha pure dovuto dividere l'ultimo capitolo.*
Poveri personaggi... questa è, probabilmente, la storia in cui li ho "maltrattati" di più. OAO Tuttavia, vissero tutti felici&contenti (?) e il risultato, nonostante tutto, sono state cinque sei splendide opening! *O*

A parte ciò... è la terza long che concludo, seppur con un ritardo allucinante. °A°
Mi scuso con tutti voi lettori per l'anno trascorso tra il quarto capitolo e i quinti (?). ._. Spero che questo finale sia stato all'altezza della storia. ^^"

... concludo. Oh, gosh. *Mettere "Completa" su una storia fa sempre un certo effetto*

Una cosa che mi ha sinceramente stupita in positivo è il numero di persone che hanno aggiunto questa storia ai loro elenchi. o///A///o
Quindi, GRAZIE a ChibiRoby, cuordiluna, DarkAngel1, Ezzy O, FallingStar, Hikari93, JennyMatt, Riley_S, Roro Siad, scarlettheart e Shenhazai per aver inserito questa storia dal titolo simil Muraglia Cinese nelle Seguite. *^*
E GRAZIE ad Aidalya, Eli pazzoide, Milady Ophelia, Tayr Soranance Eyes, Testa_DAlghe e XShade_Shinra per aver aggiunto questa storia addirittura alle Preferite. *___*

A maggior ragione, spero davvero che il finale sia soddisfacente. ^^" E, come sempre, se avete critiche da muovermi o consigli da darmi, ditemi pure. ^^
  
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