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Autore: ragazzadiinverno    19/04/2013    16 recensioni
Feci per andarmene quando lui mi afferrò il braccio. Mi si gelò il sangue nelle vene, Cristo dio.
«Aspetta!»
Mi voltai e lui mollò la presa. Si mise la mano dietro la nuca e guardò il pavimento. Schiuse le sue labbra in un sibilio melodioso soffocato poi da un tenero sorriso.
«Ecco...ti va se..ti va..ehm..di bere un drink insieme?»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Chapter 9
 
Mi svegliai con un tremendo mal di testa.
Avvertivo la luce del sole filtrare tra le fessure delle tapparelle. Mi sedetti sul letto con la testa che girava a mille. Solo allora mi ricordai di ciò che era successo la sera prima: party, incontro, alcol, litigio, incendio, litigio, bacio.
No aspetta..bacio?! Quel ricordo mi fece drizzare la pelle ma fortunatamente mi rivenne in mente la scena: un innocente bacio sulla guancia, ecco cosa era stato.
L'effetto degli eccessivi drink cominciava a farsi sentire trasmettendomi un formicolio a tutte le gambe e con numerosi giramenti di testa. Decisi di alzarmi dal mio comodo letto solo per vedere in che situazione stava la mia faccia.
Panico.
Quella che mi si presentava davanti allo specchio non ero io.
Capelli arruffati, trucco colato su tutto il viso, due occhiaie più grandi di quelle dei panda, occhi spenti e opachi. E puzzavo di alcol per giunta.
Ero talmente rimbambita ieri sera che mie ero dimenticata di struccarmi. Ero ancora intenta a specchiarmi quando la porta si spalancò improvvisamente. Mia madre apparve con una faccia sgomenta sulla soglia.
«Grazie al cielo. Sei tornata sana e salva.» la guardai con la faccia a punto interrogativo.
«Dio Flaminia, non ti trovavamo più. Temevamo il peggio. Ho chiamato tutti gli invitati della festa per sapere se ti avevano vista prima che scoppiasse l'incendio. Come diavolo sei tornata qui?» sembrava fra il preoccupato e l'arrabbiato.
«Beh, ecco io..» tentai di riattaccare qualche parola per formare una frase di senso compiuto. «..sono..si..mi ha accompagnato a casa un amico in macchina..ma non lo conosci, è per questo che non l'hai trovato tra la lista degli invitati che hai chiamato.»
«Si, ma santo cielo Flaminia. Avresti almeno potuto farci una telefonata e avvertirci quando sei tornata a casa!»
«ehm..il cellulare era..era scarico..anche quello del mio amico.» dio quante balle che stavo dicendo, mi sentivo in colpa con me stessa.
«..e poi non vi ho avvertito quando sono tornata perché dormivate e non volevo disturbarvi..» 
Mia madre mi guardò a lungo fino a quando non accennò un tenero sorriso quando cominciai a stropicciarmi gli occhi con fare stanco.
«Ma guarda tu come ti sei conciata.» disse quasi ridendo. «Chissà che hai combinato ieri eh! Su,fila a darti una sistemata che fra un po' devo uscire e ti devo lasciare a casa sola, così almeno ti riposi un po'. Avverto io i tuoi amici che stai bene.» mi diede un bacio sulla fronte e scomparì dietro la porta con un sorriso sulle labbra. Amavo mia madre quando faceva così. 
Decisi di farmi una doccia per rimettermi in sesto. 
Mentre l'acqua calda scivolava sulla mia pelle, ripensai a tutte le scene della scena precedente. 
Una strana sensazione si impossessò del mio stomaco, come se fosse serrato in una morsa fra il piacevole e il sofferente. 

Harry.
Tutto ciò che ricordavo di ieri sera era lui.
Harry.
Con quel fare così arrogante e insopportabile, odioso e sfacciato.
Harry.
Che mi aveva preso fra le sue braccia quando avevo perso i sensi.
Harry.
Che mi aveva chiesto scusa e io non lo avevo perdonato.
Harry.
Che mi aveva trascinato via dal locale quando stava per andare in fiamme.
Harry.
Che mi aveva riportato a casa rischiando di farmi morire.
Harry.
Che si era preso uno schiaffo da me per il suo comportamento idiota.
Harry.
Lo stesso ragazzo insopportabile, odioso, arrogante, superficiale e stupido che, prima di salutarci, mi aveva dato un bacio sulla guancia, facendomi dimenticare tutti gli eventi negativi della serata.
Sembrava che le mie emozioni stessero giocando ad altalena.
 
Flaminia, stai con i piedi per terra.
È arrogante, stupido, sfacciato.
La cosa più brutta è che questo lo sai.
Eppure non riesci a smettere di sorridere pensando a lui.
Ma tanto è finita, non lo vedrai mai più, povera illusa.
 
Un getto di acqua gelida mi riportò alla realtà. Quella che parlava prima non era la Flaminia che conoscevo. Lei non si fa prendere in gioco dagli altri. Nè tantomeno dal ragazzo più bello e affascinante che aveva visto fino ad allora. Quello che con un tenero bacio era stato capace di farle dimenticare tutto ciò che era successo prima. Lei non era una ragazza così facile. Lei non era una ragazza che si dimenticava dei fatti così velocemente.
 
Uscii dalla doccia e mi asciugai velocemente, mi vestii con una semplice canotta e dei pantaloncini per stare comoda. Decisi di sistemare la stanza che era seriamente malmessa. Nel frattempo mia madre era uscita.
Controllai la pochette con cui ero andata ieri alla festa: c'era tutto dentro.
O almeno così credevo. Mi accorsi che mancava il cellulare. Cominciai a cercarlo a destra e a manca scombussolando la stanza appena sistemata.
«Merda.» dissi ad alta voce.
Niente, non riuscivo a trovarlo. Cominciai a pensare di averlo perso. Sobbalzai quando il telefono di casa prese a squillare vivacemente. Lo presi e schiacciai il tasto verde per confermare la chiamata.
«Pronto.»
«Flaminia.» spalancai gli occhi. Un tuffo al cuore fece cedere le mie ginocchia a un tremolio assai poco naturale all'udire quella voce. Non poteva essere.
«Pronto?» ripetè la voce. Continuai a non rispondere impietrita.
«Flaminia sono Harry.» disse in tutta tranquillità la voce dall'altro capo del telefono.
«come diamine hai trovato il mio numero di casa?» mi limitai a chiedere senza neanche degnarlo di un saluto. La situazione era assurda.
«il tuo cellulare. L'hai dimenticato nella mia macchina.» oh cazzo.
«...ho trovato il tuo numero di casa nella rubrica del telefono. Spero non ti dispiaccia.» non risposi. Ero intenta a elaborare l'assurdità della situazione. 
 
Flaminia sei una stupida.
Stupida, stupida, stupida.
Non ti bastava quello che era successo ieri eh?
Anche oggi. Stupida che non sei altro.
 
Mi misi le mano fra i capelli mentre mi sedevo lentamente sul divano, in preda alla disperazione.
«passo fra mezz'ora sotto casa tua così ti riporto il cellulare.» sbottò lui.
«aspetta Harry, io non so se..»
«Fra trenta minuti sotto casa tua. A dopo.»
Non mi diede il tempo di controbattere che aveva già attaccato.
Merda. L'unica parola adatta per descrivere quella situazione.
Ma dai, non poteva essere vero. Ero in preda al panico.
Poi pensai che era una cosa stupida agitarsi. Insomma doveva solo restituirmi un telefono, niente di più no? Andai in bagno a darmi una truccata, dopo dieci minuti avevo reso la mia faccia un poco decente.
Suonarono alla porta. Senza neanche pensarci, la aprii di istinto pensando che fosse mia madre, visto che erano passati solo dieci minuti dalla chiamata. E invece mi ritrovai davanti un ragazzo alto, riccio, vestito con dei pantaloni blu aderenti ed un maglione beige, due smeraldi incastonati nel viso in maniera perfettamente simmetrica. Harry.
Feci passare due secondi quando mi ricordai della maniera in cui ero vestita. Il ragazzo aveva già cominciato a farsi la panoramica della situazione con un sorriso divertito. Strabuzzai gli occhi e chiusi la porta con violenza; afferrai la felpa che stava sull appendiabiti e me la infilai. Riaprii la porta. Ero presumibilmente viola in viso, le sopracciglia inarcate in segno di imbarazzo.
Harry rise divertito quando mi vide.
«beh..non è che mi dispiacesse come eri vestita..» prima che potesse continuare, gli pestai con forza il piede, provocando in lui una reazione di dolore. Harry si piegò su se stesso in una smorfia sofferente.
«ecco, così ti impari.» dissi io.
«scusa.» disse poco seriamente, sempre con quel sorriso da schiaffi dipinto sulle labbra.
«posso entrare?» chiese lui già mettendo un piede sulla soglia. Lo bloccai.
«no.» mi guardò con fare stupito.
«e perché?»
«perché non voglio estranei a casa mia.»
«ma io non sono un 'estraneo'.» ribattè lui. Feci finta di non sentirlo.
«il telefono. Me lo dai?» chiesi porgendogli la mano.
«ohw..si.» disse quasi con fare deluso. Ma che si aspettava? Una ragazzina idiota che gli saltava addosso? 
«tieni.» me lo porse. Si appoggiò con il braccio sullo stipite della porta e poggiò di conseguenza la fronte sul braccio, in una posa alquanto..vabbè, lasciamo stare.
Io intanto ero intenta a controllare che il cellulare fosse tutto apposto. Percepivo il ragazzo osservarmi.
«sai, sei più carina quasi struccata.» 
Alzai immediatamente il capo dal display per vedere un tenero sorriso sul suo volto. Non potei fare a meno di sorridere mentre le mie guance si tingevano di rosa.
«..grazie..» sussurrai abbassando la testa nuovamente sul display e con il sorriso ancora sulle labbra.
«stavo pensando..si..stavo pensando che mi devi un favore.»
Scattai per la seconda volta con il capo all'insù per ascoltarlo.
«ti devo un favore? Stai scherzando spero.» dissi sarcasticamente.
«no no, dico sul serio. Ti ho riportato il telefono e ti ho riaccompagnato a casa. Tralasciando il fatto che ti ho sorvegliato quando sei sventurata e salvato da un incendio.»
«peccato che hai anche avuto un comportamento disgustoso con me e anche arrogante, per non parlare del fatto che hai rischiato di farci fare un incidente stradale e ti sei beccato pure uno schiaffo. » ribattei con malizia staccando definitivamente gli occhi dal display del cellulare.
«posso entrare?» insistette lui.
«ancora? Ti ho detto di no!» sbuffò, sciogliendo la posa che aveva assunto prima.
«mi devi comunque un favore.» 
«dipende da che si tratta.» risposi incrociando le braccia e cominciando a prestare la massima attenzione.
«esci con me.» lo guardai allibita.
«come scusa?»
«esci con me. Un giretto assieme. Adesso.» disse in tutta naturalezza.
Stavo per aprire bocca quando mi resi conto che non avevo una risposta adatta. Mi limitai a guardarlo smarrita.
 
Dai Flaminia, buttati.
Non può succedere nulla per una volta.
Lasciati andare e lascia fare al destino.
Smettila di essere così razionale.
 
«Allora ci stai? Non puoi rifiutare.»
«ehm..ecco io..»
«perfetto, vai a prendere il cappotto.»
«Harry.»
«si?»
«esco con te solo se non fai battutine squallide o ti comporti come ieri sera.»
«..va bene. Ma tu non darmi schiaffi o non mi rompere il piede, sai, non voglio finire in ospedale.» replicò il ragazzo in maniera divertita.
Insopportabile. Insopportabile. Insopportabile.
Ma allora perché avevo accettato di uscirci?
«ci sto, vado a prendere la giacca.»
 



SOFIA'S POV
Con pigrizia, mi alzai dal letto.
Della sera precedente ricordavo praticamente tutto. L'incontro con Zayn e il suo discorso era quello che mi era sicuramente rimasto più impresso. Ma anche ciò che era successo dopo: vedere Flaminia così incazzata con una persona e osservarla sparire in mezzo alla confusione più totale, mentre Harry restava calmo e solitario al tavolo e lei se ne andava. Non capii nulla di quella storia perché persi di vista sia il riccio che la mia migliore amica, così come Zayn al momento dell'incendio.
Era stato veramente molto carino con me, un ragazzo simpatico e dall'animo puro. Lo si vedeva nel suo modo di parlare, con spensieratezza, mentre sognava di avere una vita 'normale' al posto di quella frenetica e pomposa che il destino gli aveva riservato.
Non che non fosse grato o felice di tutto il successo che aveva avuto, ma mi aveva rivelato che era veramente stressante. Si sentiva trattato al di sopra di come secondo lui doveva esserlo. Fatto sta che parlammo tantissimo, come fossimo amici da sempre. 
Sentivo che potevo fidarmi di lui. Quando parlava, il suo sorriso mi rassicurava, sciogliendo tutta la tensione che avevo in corpo. Mi ero trovata veramente a mio agio nel passare la serata con lui.
Le farfalle allo stomaco iniziali, avevano lasciato posto alla serenità del mio cuore, che perdeva un battito ogni volta che Jawaad mi guardava mentre le mie guance si tingevano di rosa, dando posto a un sorriso sincero, colmo delle mie emozioni.
Poco prima che l'allarme cominciasse a suonare, mi aveva chiesto il numero di cellulare.
Dopo un po' di indugio decisi di daglielo.
«sai..non do il mio numero a perfetti 'sconosciuti', ma in questo caso..è un'eccezione. Non darlo a nessuno, tienitelo stretto.» gli avevo detto e al sentire le mie parole, rimase sorpreso in maniera positiva. 
Era stata una serata a dir poco..wow.
 
Decisi di fare una colazione veloce e di mettermi un po' a studiare. Solo allora mi ricordai che non sapevo nulla di come fosse tornata Flaminia a casa. Mi aveva persino chiamato sua madre per sapere se sapevo dove fosse o con chi fosse. Proprio in quel momento, squillò il telefono.
«Pronto?» risposi.
«Ciao Sofi, sono la mamma di Flaminia. Lei è a casa, grazie al cielo.»
«ohw, meno male. Ero in pensiero.»
«Si, ci ha fatto prendere uno spavento a tutti. Ha detto che é tornata con un ragazzo..hai idea di chi possa essere?»
Tornare a casa con un ragazzo.
Mh. Questa non era una cosa assolutamente da Flaminia. Chi poteva essere?
«sinceramente non ne ho la più pallida idea.»
«oh..vabbè, l'importante è che ora stia bene. Falle uno squillo se vuoi. Ora devo attaccare che devo andare ad un appuntamento di lavoro..Ciao bella, salutami i tuoi.»
Attaccai.
Ciò che mi aveva detto sua mamma non mi convinceva per nulla. Non erano cose assolutamente da Flaminia Insomma, era una ragazza estroversa e simpatica ma che con i ragazzi diventava di una timidezza imbarazzante a volte..però, ripensando alla scena che avevo visto la sera prima, non sembrava del tutto vero.
Decisi di farle uno squillo ma non appena presi il telefono arrivo un messaggio. Sussultai quando vidi il mittente.
 

Da: Zayn
Ehi babe,
grazie per la serata di ieri. È stato proprio liberatorio 
parlare con te, non mi sono mai sentito così libero di 
esprimere ciò che penso come ieri sera, mi hai fatto
riflettere. Spero ci rivedremo :) xx
                                       zjm
 

Guardai il display del cellulare mentre con la mano tremolante, Cacciai un mezzo urlo che soffocai coprendomi la bocca con la mano. 
Non so che mi prese.
Cominciai a sclerare, a saltellare su me stessa senza motivo. Il cuore prese a battermi all'ennesima potenza mentre mi immaginavo lui, chino sul display, intento a digitare un messaggio indirizzato a me. 
Si, a me. Per ringraziarmi per altro.
Avevo fatto qualcosa di speciale per lui, e di questo ne ero orgogliosa.
Cazzo, non ci potevo credere.
Non volevo crederci.
Mi aveva scritto, lui.
Il ragazzo che sognava di essere normale ma che era pur sempre uno dei miei idoli.
Non avevo la minima idea di come mi sarei dovuta comportare.
Avevo la netta sensazione che mi sarei trovata in uno dei più grandi casini che avevo ai combinato. Che cosa gli avrei dovuto rispondere?
 
 


spazio dell'autrice:
allora eccomi qua! vi chiedo umilmente scusa per il mio IMPERDONABILE ritardo di una settimana nell'aggiornare con il nuovo capitolo, spero che mi possiate perdonare, sul serio.
Mhh, questo capitolo non mi convince un granché, spero che voi lo possiate apprezzare comunque. Ringrazio come al solito tutti per le recensioni o per aver inserito la storia fra le preferite/ricordate/seguite.
Per quanto riguarda l'aggiornamento, non ho la più pallida idea di quando lo farò, ultimamente sono proprio impegnatissima e non riesco mai a trovare tempo per i miei lavori. Chiedo ancora scusa per il ritardo e spero proprio che la storia stia cominciando ad appassionarvi. Fatemi sapere che ne pensate con una recensione (accetto anche critiche!), oppure contattatemi sul mio account twitter @harrysjuliet_ .
Recensite in taaante! Alla prossima c:
 
flämi :) xx
   
 
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