4.
I remember tears streaming down your face
When I said, I'll never let you go
When all those shadows almost killed your light
I remember you said, Don't leave me here alone
But all that's dead and gone and passed tonight1
Mi
piego in avanti,
quel tanto che basta per poggiare le mie labbra sulle sue, in un bacio
gentile,
le punte del nostro naso che si sfiorano appena.
Potrebbe
essere un
suicidio, ma al momento non mi importa, non mi importa di nulla.
Mi
aspetto una
qualche reazione, anche violenta, ma lui resta immobile ed il piacere
di quel
piccolo gesto si trasforma già in timore di aver fatto
qualcosa di sbagliato.
Mi
allontano,
maledicendo la mia avventatezza. In ginocchio di fronte a lui, mi
accorgo che i
suoi occhi sono ancora chiusi.
“Mi
dispiace”
mormoro, riportandolo alla realtà.
Porta
una mano alle
labbra e solo dopo qualche secondo mi domanda:
“Perché l’hai fatto?”
Inizio
ad andare nel
panico: “Mi dispiace” ripeto “Non ho
pensato, non volevo farti cadere in
qualche flash…”
Scuote
la testa,
prendendo la mia mano e cercando di calmarmi.
“No,
sto bene,
Katniss, non è questo… Solo non capisco
perché. Non ci sono telecamere,
baciarmi non ci porterà nessun aiuto” mi ricorda,
con una lieve punta di ironia
che si insinua sotto la mia pelle, bruciando.
E’
davvero così
inconcepibile per lui che segua l’istinto di baciarlo, solo
perché ho voglia di
farlo e non per ottenere qualcosa da un gruppo di sponsor?
Sì, lo è, e non
posso di certo dare la colpa al veleno degli aghi inseguitori. La colpa
è mia.
E’
iniziata così,
per lo meno. Non lo è più.
Vorrei
tanto potesse
leggermi dentro, come ha fatto Gale. Non riuscirò mai a
trovare le parole per
spiegare.
“Non
l’ho fatto per
le telecamere. L’ho fatto per me”.
Leggo
la confusione
sul suo viso: mi sembra di essere io ad avere pieno accesso ai suoi
pensieri
mentre cerca di capire se la mia risposta corrisponda davvero a
verità, se ne sia
sicura.
Entrambe
le sue mani
sono sul mio volto adesso, seguendo la linea delle ossa, dagli zigomi
alla
mandibola.
Questa
volta sono io
a restare immobile come una statua, timorosa anche di respirare troppo
forte.
Sento il battito del mio cuore risuonarmi nelle orecchie e mi domando
se
risulti così rumoroso anche alle sue.
Rimango
ferma, anche
se è una tortura terribile: quel cuore ribelle sembra deciso
a fuggire dalla
mia gabbia toracica da un momento all’altro.
Si
è fatto più
vicino, quasi impercettibilmente; sento il suo respiro caldo su di me.
“Real”
sussurro,
rispondendo alla sua domanda silenziosa, mescolando il mio respiro al
suo.
Finalmente, Peeta copre la distanza che divide le nostre labbra.
Il
mio stomaco si
chiude in una stretta talmente forte che per un momento non capisco
più nulla:
il mondo tutto intorno scompare, il cuore ferma la sua folle corsa.
Tremo, mi
sento completamente sopraffatta da quello che provo: non avrei mai
pensato di
poter sentirmi così spaventata e felice allo stesso tempo.
Mi
aggrappo alle sue
spalle, cercando sostegno. Una delle sue mani è ancora
appoggiata al mio viso,
l’altra è scivolata sulla mia schiena, spingendomi
dolcemente più vicina a lui.
Ricordo
la mia mano
nella sua, sul carro nella cerimonia di apertura degli Hunger Games, e
ancora
sul treno, al ritorno a casa, al nostro distretto: la sua stretta,
sempre
pronta a darmi conforto nel momento in cui non avrei potuto farcela da
sola, ad
impedirmi di cadere in pezzi.
Mentre
la sua presa
si fa sempre più sicura e il bacio più intenso,
mi chiedo come abbia fatto per
tutto questo tempo a non rendermi conto di essere così
totalmente persa e
dipendente da lui, la mia roccia, la mia ancora ad un mondo che
così tante
volte ha cercato di annientarmi.
Troppe
emozioni per
una persona che ha sempre chiuso tutti i sentimenti in una scatola, per
paura
di essere troppo debole e non riuscire a sostenere tutte le persone che
contavano su di lei. Il danno è fatto, le lacrime scendono
ancora lungo il mio
viso e non posso nemmeno esserne imbarazzata.
Quando
si accorge
che sto ancora piangendo Peeta si ferma e si allontana, quel tanto che
basta da
potermi guardare negli occhi.
“Katniss”
mormora il
mio nome “Katniss, cosa c’è,
cos’hai?”.
Non
ho il coraggio
di sostenere il suo sguardo. Lo abbraccio stretto, nascondendo il viso
nell’incavo del suo collo: “Pensavo di averti perso
per sempre”.
Affonda
il capo nei
miei capelli, respirando forte: “Non me ne sono mai veramente
andato” la sua
voce è così lieve, quasi impercettibile, mi
sembra quasi che sia il filo dei
suoi pensieri a collegarlo direttamente alla mia mente e alla mia anima
“Non ti
lascerò mai andare”.
Mi
aggrappo a quel
momento con tutte le mie forze, sapendo che, comunque andranno le cose,
non
potrò mai dimenticare.
Lentamente
lo lascio
andare, trovando alla fine il coraggio di alzare lo sguardo
perché possa
leggere dentro i miei occhi tutto quello che non posso esprimere a
parole.
Lo
bacio ancora, prima
di aiutarlo a sfilarsi ciò che resta della maglietta che ha
usato per
tamponarmi la ferita alla testa.
Faccio
scivolare le
mie mani sul suo corpo, soffermandomi sul suo petto, sorridendo appena
contro
le sue labbra quando mi accorgo che il suo cuore batte in maniera
così
irregolare, ma in qualche modo in perfetta armonia con il mio.
La
sua bocca sembra
conoscere ogni minimo segreto del mio corpo, facendomi sospirare ad
ogni bacio,
mentre mi spoglia dei miei vestiti e di ogni inibizione.
Non
abbiamo bisogno
di parlare, i nostri desideri e pensieri sono un tutt’uno.
Non abbiamo bisogno
di ricordare che questa potrebbe essere la nostra ultima, unica
occasione. Il
pericolo di renderci vulnerabili ad un possibile attacco non importa,
perché
niente ci spaventa tanto come la paura di perdere l’occasione
di essere una
persona sola.
Siamo
al sicuro, uno
nelle braccia dell’altro, in un mondo che è
soltanto nostro. Il suo corpo caldo
contro il mio, mentre si muove piano per paura di farmi male, il suo
peso
concentrato sul braccio sano per timore di schiacciarmi.
Sentire
il suo
respiro irregolare mi sta facendo letteralmente impazzire e il dolore
che provo
è soltanto un altro piccolo sacrificio alla luce
dell’amore che cresce ad ogni
istante dentro di me, che Peeta riesce ad esasperare ad ogni carezza
sul mio
viso.
E
quando alla fine
si abbandona per un momento su di me, indifeso come un bambino, lo
stringo
forte e lascio che la mia ultima lacrima solitaria sfugga ai miei
occhi.
Dedichiamo
l’intera
notte a noi stessi, la stanchezza perde significato di fronte alla
voglia di
conoscerci, il dolore ormai solo un’ombra sbiadita in
confronto al piacere e al
desiderio.
La
luce dell’alba,
che inizia a filtrare dalla finestra, ci trova ancora abbracciati, la
mia
fronte appoggiata alla sua, le sue dita intrecciate alle mie.
Vieni
luce del
mattino, non ho più paura. Anche se il nostro corpo non
dovesse superare le
prossime ore, pedine cadute dalla scacchiera, le nostre anime saranno
per
sempre al sicuro, in un mondo solo nostro, che nessuno potrà
mai violare.
Quel
sorriso, il sorriso
che addolcisce ancora di più i tratti del suo viso quando
rompe il silenzio
della stanza, rimarrà per sempre marchiato a fuoco nella mia
mente.
“Mi
ami quanto io
amo te. Real or not real?”.
“Real”.
You see the smile that's on my mouth
It's hiding the words that don't come out
All of the friends who think that I'm
blessed
They don't know that my head is a mess
No
they don't know who I really am
And they don't know what I've been
through
Like you do
And I was made for
you 2
The end
1 = ‘Safe and sound’
Taylor Swift ft Civil War
2= ‘The story’ Brandi
Carlile
Heilà J
That’s
it! La storia era nata nella mia testa con un
altro finale, ma alla fine ha voluto, da sola, prendere
un’altra piega ed ho
deciso di chiuderla così, o meglio di non chiuderla
esattamente. Lascio a voi
decidere cosa succederà all’arrivo della luce del
mattino J Solo una cosa
è certa, almeno in questa storia Amor vincit omnia!
Grazie per aver
letto! Mi farebbe davvero piacere sapere
cosa ne pensate :)
La mia ossessione
per questi personaggi non si è ancora
estinta, of course (e guardare e riguardare il promo di Catching fire
don’t
help at all…). Quindi è molto probabile che
ritorni con un’altra storia.
Until then,
yours sincerely
Franci