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Autore: LawPenguinCasquette    21/04/2013    4 recensioni
Rufy prese con se una bambina di 7 anni che combina un sacco di guai, mettendo a dura prova la loro pazienza.....
spero che vi piaccia, che la leggete e la recensite in molti!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA PICCOLA PESTE
QUARTODICESIMO CAPITOLO!

La mattina dopo Law si alzò, andò in bagno a lavarsi e vestirsi; uscì ed andò a svegliare Tea. La piccola, però, non aveva nessuna intenzione di svegliarsi e continuava a dormire. Così Law la prese per il braccio e la buttò giù dal letto, Tea urlò: “ma sei scemo? Mi hai fatto male!”
Law con sguardo severo rispose: “quando la mattina ti vengo a svegliare esigo che tu lo faccia senza fare un minimo di capricci! Se oserai si prospetterà una brutta mattinata per te!”
Tea sbuffò e Law aggiunse: “ora corri subito in bagno a lavarti e vestirti!” Tea ubbidì: quella mattina non aveva nessuna voglia di piangere. Dopo un po’ uscì dal bagno, vide che suo padre non c’era e pensò: “ora che faccio? Uffy, come mi annoio. Sulla nave di Rufy non ci si annoiava mai; che nostalgia!” e sbuffò. Si guardò intorno è vide tante cianfrusaglie del padre sparsi di qua e di là; Tea era molto tentata di curiosare in giro ma non lo fece per paura che il padre si potesse arrabbiare e picchiarla. Così uscì dalla stanza e si mise a passeggiare sperando di trovare la cucina, aveva un po’ di fame! Per sua fortuna incrociò Law che le disse, con un tono di rimprovero: “cosa fai ancora qui in corridoio? La colazione è pronta da un bel pezzo. Seguimi, mocciosa!” Tea un po’ seccata rispose: “io ho un nome ed è Tea!”
Law ghignò e disse: “mocciosa è più adatto a te! Ora taci, non sopporto la tua insolenza!”
La bambina, molto irritata, non rispose ed in silenzio arrivarono in cucina. Entrarono e Penguin li accolse con molto entusiasmo: “capitano, piccola Tea, eccovi la colazione!”
Poggiò due piatti pieni sul tavolo mentre Law e Tea prendevano posto. Mangiarono tutti, e quando ebbero finito, Law si alzò, chiamò Penguin e Casquette e disse loro, con tono che non ammetteva repliche: “Penguin, Casquette, vi affido la mocciosa. Mi raccomando: non voglio vedere neanche un graffio su di lei; se succederà aspettatevi delle pessime conseguenze!” Detto questo se ne andò rimanendo i due ragazzi terrorizzati. Tea rimase seduta per un po’, ma siccome si annoiava, si alzò, Penguin vide che si stava dirigendo verso l’uscita della cucina e le disse: “dove vai piccola?”
Tea rispose molto seccata: “ non sono affari tuoi!”
Penguin disse, dirigendosi verso di lei: “invece si, sono affari miei perché tuo padre ti ha affidata a me e a quel ragazzo di là…” indicò Casquette e continuò a parlare: “quindi devi obbedirci; altrimenti ci metti nei guai col tuo papà, che sarebbe anche il nostro capitano!”
Tea fissò gli occhi su di lui e gli rispose: “questi non son problemi miei. Io faccio ciò che mi pare punto e basta!” e scappò fuori dalla cucina. Penguin disse urlando: “vieni qui piccola!” poi rivolgendosi frettolosamente all’amico disse: “Casquette, pensaci tu alla cucina. Io vado a recuperare la piccola peste!” detto questo corse fuori anche lui. Ci mise un po’ prima di acciuffarla, ma ci riuscì; la sgridò per bene dicendole: “Tea! Non farlo mai più. Anf…” ansimava per la corsa fatta dietro la piccola. Lei per risposta gli fece una linguaccia; Penguin la prese per il braccio e la riportò in cucina mentre lei si ribellava. Appena entrati in cucina, Casquette disse: “Penguin, io ho finito di fare i miei doveri. Posso badare io a lei, mentre tu continui a svolgere i tuoi compiti!”
Lui rispose: “ok! Grazie sei un grande amico”. Casquette andò vicino alla piccola e le propose: “senti Tea, che ne dici se facciamo un gioco?” Lei, incuriosita, rispose: “che gioco vorresti fare?”
Casquette affermò: “lascio decidere a te: che gioco vorresti fare?”
Tea pensò e rispose con un sorriso malefico: “giochiamo a chi trova prima un oggetto! Mi piace molto giocarci hi, hi, hi! Ovviamente ti spiego come si svolge il gioco: io ti dico 'trovami una penna' tu la cerchi, la trovi, la prendi e me la porti e poi viceversa! E tutto chiaro? Hi, hi, hi!”
Casquette per tenerla buona accettò. Cominciò lei che disse: “allora Casquette, dovrai trovare e portarmi un quaderno a righe!”
Lui rispose: “ok, ci vado! Però tu aspettami qui”
Tea annuì e Casquette uscì dalla cucina per andare poi in camera sua. Cercò dappertutto ma non trovò nulla, poi però trovò un quadernino a righe e pensò di portarle quello. Andò in cucina, Tea era lì che lo aspettava è quando vide che Casquette gli aveva portato il quadernino al posto del quaderno, gli urlò: “ma Casquette sei sordo per caso?! Ti avevo detto un quaderno a righe e non un quadernino a righe. Ma non lo sai che sono due cose diverse? Ignorante che non sei altro! Ora corri a cercare e portami il q-u-a-d-e-r-n-o!”
Penguin che stava in cucina, assiste alla scenata di Tea e disse: “senti piccola, non dovresti rivolgerti così alle persone molto più grandi di te…”
Tea non fece finirlo di parlare che gli rispose molto seccata: “non sono affari che ti riguardano, sto giocando con Casquette! Ora tornatene dove stavi che dobbiamo continuare”
Penguin e Casquette si guardarono per un’istante negli occhi; poi quest’ultimo andò a cercare il quaderno mentre Penguin tentava ancora di far capire a Tea la buona educazione. Ma la piccola gli rispondeva a tono, così esasperato rinunciò; però la avvertì che se avesse così lo costringeva a riferire tutto al padre, e lui non ne sarebbe stato contento; Tea non gli prestò attenzione e Penguin tornò, ormai esasperato, ai suoi doveri, senza però perderla d’occhio. Casquette andò nella camera di Law, lui era lì che stava studiando vide il suo sottoposto e disse: “cosa ci fai qui? Ti sta dando problemi la mocciosa?” Casquette tutto tremante gli rispose: “ma no capitano, per ora si sta comportando bene! Son venuto per cercare un quaderno a righe, per caso c’è?”
Law ghignando, aprì un cassetto, prese il quaderno e glielo diede. Casquette lo ringraziò e stava per andarsene ma Law lo fermò e gli disse: “Casquette, se la mocciosa vi causa problemi non esitate a venirmelo a dire, va bene?”
Casquette annuì e se ne andò in cucina. Diede il quaderno alla piccola che contenta disse: “ok, bravo Casquette! ora tocca a me. Dimmi, cosa devo portarti?”
Casquette ci pensò un po’ su, poi rispose: “trova un album da disegno è portamelo. Io ti aspetto qui, fai presto! Se perdi tempo ti verrò a cercare e non continueremo più questo gioco, chiaro!” Tea sbuffò, Casquette gli fece un’occhiataccia e lei annuì con la testa per accontentarlo. Uscì dalla cucina; non sapendo dove andare cercò per tutte le stanze che c’erano sul sottomarino. Arrivò alla stanza dove c’era il padre, lui la vide e disse: “mocciosa, che ci fai qui?” lei rispose: “sto cercando un album da disegno! Tu ce l'hai?”
Law con un sorriso beffardo disse: “se me lo chiedi per favore, forse te lo darò. Altrimenti vattene in cucina!”
Tea imprecò sotto voce e se ne andò in cucina. Casquette sorpreso disse: “e l’album da disegno dove sta?”
Tea molto irritata rispose: “giochiamo ad altro. Mi sono scocciata con questo gioco, basta!” Penguin disse: “è pronto il pranzo! Continuerete a giocare dopo aver mangiato... Bepo! vieni a darmi una mano in cucina!”
L’orso corse, entrò in cucina e Penguin gli disse: “dammi una mano ad apparecchiare la tavola, Bepo!”
Lui annuì e così fece. Quando finì l’orso disse: “vado ad avvisare gli altri che il pranzo è pronto!” ed uscì fuori dalla cucina. Dopo un po’ arrivarono tutti gli uomini in cucina compreso il capitano, presero posto e pranzarono tutti. Una volta terminato, ognuno riprese a fare ciò che stava facendo prima di essere chiamato per pranzare. Casquette propose a Tea, sorridendole: “perché non giochiamo a nomi, cose e città?” Tea annuì e Casquette aggiunse: “ok! I fogli ce li abbiamo, dobbiamo solo andare nella stanza del capitano a prendere due penne. Che ne dici piccola, vuoi andarci tu?”
Lei fece cenno di no con la testa e lui continuò a parlare: “ok, ci andrò io! Non ti muovere da qui, vado e torno” così fece, fu un lampo. Ritornò in cucina con due penne, una la diede a Tea, prese dei fogli, ci scrisse la formalità di gioco, poi prese un altro foglio, ci scrisse tutte le lettere dell’alfabeto; Tea fu la prima a forare il foglio ed uscì la lettera A; cominciarono a giocare e proseguirono per almeno tre o quattro ore. Poi Tea si scocciò e disse: “basta! Mi sono scocciata a giocare anche a questo gioco, anzi non voglio giocare a nessun altro gioco. Starò qui seduta a pensare un po’” Casquette non rispose e si limitò a buttare i fogli e a conservare le penne. Penguin volle fare di nuovo scambio di ruoli con Casquette, così ora sarebbe toccato a lui badare Tea mentre l’altro continuava a fare i servizi in cucina per proseguire poi per il resto del sottomarino aiutato dagli altri compagni di ciurma, mentre Law stava ancora in camera sua a studiare. Così passò il pomeriggio. Si fece l’ora di cena e come sempre Bepo andò a chiamare tutti per cenare. Cenarono tutti; dopo un po’ finirono e Law disse, con tono che non ammetteva repliche: “mocciosa, vai in camera a lavarti, mettiti il pigiama e subito nel letto a dormire! Tra un’oretta verrò a vedere se mi hai obbedito e se non fosse così ti punirò! Ora fila, muoviti!” Tea sbuffò, imprecò, si alzo dalla tavola, riceve un paio di ceffoni sul sedere da Law per aver imprecato e venne spinta fuori dalla cucina. Tea piangendo e agitandosi tutta, entrò nella camera del padre, prese tutte le sue cose ed andò in bagno. Dopo un po’ uscì dal bagno preparata per la notte, però siccome non aveva sonno, non si mise nel letto ma prese un mp3 e si mise seduta vicino alla scrivania del padre ad ascoltare la musica. Il limite di tempo che gli aveva dato il moro però scadette presto, così si trovò Law in camera che disse con tono alto ma senza urlare: “mocciosa, che ci fai ancora alzata? Mi sembra di averti detto che, dopo che esserti messa il pigiama, dovevi andare a dormire!”
Tea non lo ascoltava perché aveva la musica nelle orecchie. Così Law infuriato, si avvicinò alla piccola, gli strappò le cuffie dalle orecchie e l’mp3 dalle mani, se lo mise in tasca sua e gli disse, sempre con tono alto della voce per rimproverarla: “ora mocciosa, ti conviene filare immediatamente nel letto a dormire!”
Tea stizzita rispose urlando: “non voglio andare a dormire! Uff…” appena il moro sentì queste parole uscire dalla bocca della figlia non la fece neanche finire che la prese per il braccio, la fece alzare dalla sedia, la portò sul letto, la coprì con le coperte ma lei si ribellò scompigliando il letto; allora Law decise di lasciarla perdere per il momento: appena il tempo di andare a farsi una doccia e mettersi il pigiama, poi sarebbe tornato da lei per vedere se dormisse. Dopo un po’ uscì dal bagno; vide che Tea stava seduta sul letto ed aveva lo sguardo tipico di chi non aveva per niente voglia di ubbidire, così lui disse, rimproverandola per l’ennesima volta: “senti mocciosa, se stasera non vuoi coricarti col sedere che ti brucia per le botte, ti conviene andare a dormire entro cinque secondi!”
Tea a questa minaccia ci pensò un po’ su. Passarono i cinque secondi; Law ghignando disse: “mocciosa hai deciso? I cinque secondi son passati, quindi sbrigati ad andare nel letto e dormire!” Tea gli lanciò uno sguardo assassino, però decise che era meglio ubbidirgli, non aveva nessuna intenzione di andare a dormire col bruciore al sedere; così entrò nel letto e si distese. Law entrò anche lui nel letto di fianco a Tea, e appena vide che la piccola aveva preso sonno si addormentò . Tutta la ciurma dormivano già da un pezzo.       
                            CONTINUA…

 


Eccovi un nuovo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto. Al prossimo capitolo; un gran kiss a tutti by:
LawPenguinCasquette.

  
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