Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ordinaryswan    21/04/2013    6 recensioni
Lana ha 17 anni ed è difficile e scontrosa. L'unica cosa che la fa stare bene è il conservatorio, la sua seconda casa.
Kristian ha 20 anni. Un arrogante studente universitario. Bello e stronzo. La loro routine si spezzerà quando si incontreranno nella stessa aula scolastica. L'insegnante e la studentessa, una storia già vista no?...Un patto. Prime volte. Nuove sensanzioni. Una tesi.
Dal prologo:
Era assurdo, quel ragazzo, perché avrà avuto più o meno la mia età si andò a sedere alla cattedra.
Scossi la testa amareggiata. Un moccioso che beveva ancora il latte era stato mandato a insegnarmi la materia più importante della mia sezione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pov Lana

 

Tornai a casa con un groppo in gola.

Jack lo sapeva. Jack aveva costretto Lorenzo a dire dov'ero perché io non lo avevo avvisato.
Che stupida! Pensai.

Jack sapeva a quel punto che mi vedevo con il professore, capì che l'amico di cui gli avevo parlato era il mio professore e mi aveva vietato assolutamente di vederlo.

Prima, anzi, mi aveva detto che lo avevo deluso, poi che non dovevo più uscire con lui in quanto avrei potuto compromettere tutto ciò per cui avevo faticato in quegli anni.

Era vero, non potevo buttare via tutto per un po' di piacere sessuale.

Mi dispiaceva solo non aver dato a Kristian una spiegazione, ma ormai me ne ero andata.

Quando entrai mio zio si trovava nel salone mi chiamò lì.

“Ti ho già chiesto scusa” dissi monotona.

“Lo ami?”

“No” dissi, di quello ero certa, purtroppo.

“Allora puoi rinunciarci fino a quando sarà il tuo professore” disse ed a quel punto mi diressi in camera, dritta sul letto per sfogare la mia rabbia.

 

Il giorno dopo a scuola mi trascinai a forza.

Avevo pianoforte alle prime ore.

Caterina mi venne incontro guardandomi strana.

“Cos'è successo?”

“Sono un libro così aperto?”

“No, ma ho imparato a leggerti” disse felice della sua stessa affermazione.

“Jack ha scoperto che io ero a casa di Kristian, ha pensato male e non vuole che lo veda mai più fuori dalla classe” ormai Caterina mi conosceva abbastanza, e potevo tranquillamente confidarmi con lei anche perché lei lo faceva con me.

“Oh, è un bel problema... Vedervi di nascosto?”

“No, non è necessario.. il nostro era un accordo per aiutarci, ma visto che non posso portarlo avanti, va bene così” dissi facendo spallucce.

“Mmh, vedremo tra un po' se era solo un accordo” disse disinvolta, ridacchiando. Le lanciai un'occhiataccia e la smise.

Le ore poi passarono, anche le ultime e, infine mi trovai in camera mia con la cassetta che mia nonna aveva lasciato.

Ancora dovevo leggere quella lettera. Avevo paura che ci fosse scritto qualcosa che non mi avrebbe fatto piacere.

La aprii. Era di mia madre

 

Ciao piccola mia,

se stai leggendo questa lettera vuol dire che mi è successo qualcosa e certe cose non te le posso più dire a voce.

Mi dispiace. Mi dispiace che io non sia lì con te. Non so cosa devi affrontare adesso, non ti posso vedere crescere, non posso vedere quale meravigliosa musica suonerai, semmai seguirai questa mia strada.

Mi dispiace lasciarti senza una madre.

Mi dispiace di non aver passato abbastanza tempo con te, occupata a preparare concerti.

Sei così piccola adesso che mi sembra assurdo scrivere questa lettera, spero tanto che finisca nel cestino e che non ce ne sia bisogno. Segui..

 

A quel punto della lettera mi fermai, arrabbiata con tutto e tutti e buttai la lettera in malo modo dentro il cassetto.

Cercai di fare altro.

Preparai anche la cena per farmi perdonare da mio zio, non volevo essere in conflitto con lui.

Non volevo, però, dirgli della lettera, la sentivo come una cosa troppo intima e troppo dolorosa per condividerla.

 

Riuscii a riprenderla solo qualche giorno dopo, consapevole di ciò che avrei provato e soprattutto senza altri pensieri per la testa, in realtà di pensiero ce ne era stato solo uno.

Seguile tue passioni, le tue ragioni.

Sentirai spesso il tuo nome nella bocca delle altre persone, per cose belle e per cose brutte. Non esistono i giudizi, i giudizi sono solo l'attribuzione di predicato ad un soggetto. Esisti tu e quello che senti. Non ti fare abbattere da niente.

Sei forte, lo so, piccola. Sei figlia di tuo padre, sei una roccia.

Voglio vederti amare te stessa e gli altri.

Voglio vederti essere te stessa.

Voglio vederti felice.

Un bacio,

La tua mamma

Era tutto ciò che mi serviva.

 

Passò più o meno un mese scolastico, eravamo a maggio. I miei risultati erano eccellenti anche perché non avevo nient'altro da fare.

Kristian non si preoccupava nemmeno più di contestare la mia arroganza, che, poi, mettevo apposta nei miei testi per vedere se ottenevo una reazione, ma alla fine ottenevo solo un buon voto e a quel punto capii il valore dei voti bassi che mi dava Kristian; lo faceva per spronarmi, ora non si interessava nemmeno.

Non potevo biasimarlo, glielo avevo chiesto io.

Arrivai alla sua ora esausta. Quella settimana mi aveva stancato abbastanza. Era l'ultimo giorno prima del week-end ed avevo progettato il mio sabato sera a casa di Lorenzo.

“Che fai stasera?” si avventò su di me Caterina.

“Stasera volevo riposare”

“Pf, hanno aperto un nuovo locale e lo voglio provare, ergo tu vieni con me” non me l'aveva nemmeno domandato, era più un ordine.

“È un locale tranquillo?”

Lei annuì. Mi fidai.

 

Quella sera quindi, con indosso un jeans e una maglietta, andai a quel locale con Caterina.

Era tranquillo, aveva ragione, forse anche perché aveva aperto da poco e c'era meno gente.

Andammo a prendere da bere prima di sederci ad un tavolino.

Parlammo del più e del meno.

“Giuro che non lo sapevo!” esclamò d'improvviso nel mezzo della conversazione.

“Cosa?” non capivo.

“Girati” mi girai lentamente come se avessi già intuito quello che stavo per vedere.

Al bancone c'era Kristian. Bello come sempre. Aveva una camicia nera e i jeans. Stava benissimo, sia con il bianco che con il nero.

Tornai a guardare Caterina scuotendo la testa.

“Hai gli occhi che ti brillano?”

“Per i drink”

“No, perché sei cotta di quello lì e lui di te, quante altre volte lo devo dire?” disse alzandosi.

“Dove vai?” domandai allarmata.

“A salutarlo, anzi andiamo” e mi tirò per il braccio dicendo ciò.

Pazza. Avevo trovato un'amica pazza.

Andò lì e lo salutò con un bacio sulla guancia, io rimasi indietro in disparte ma lui si alzò a sua volta e mi notò.

Mi morsi il labbro nervosa, quando la mia amica disse che doveva scappare in bagno. Oltre a lasciarmi con quello, mi lasciò pure la sua borsa.

“Ciao” disse lui. Sorrisi a stento. “Vuoi qualcosa?” scossi la testa. Ero proprio di tante, troppe, parole. Ordinò solo per sé e poi mi fece cenno di sedermi.

“Questa serata ha rovinato il tuo accordo mentale per cui non devi avere niente a che fare con me vero?”

“No, io vorrei avere a che fare con te.. ma non posso”

“Perché?” mi chiese avvicinandosi pericolosamente al mio viso.

“Perché sei il mio insegnante e comprometterei la mia e la tua carriera” dissi a voce bassa.

“Questo l'avevo immaginato, ma perché?” insistette alzandomi il mento. Mi scontrai con l'oceano, un oceano molto scuro in quel momento.

“Jack” dissi solo, prima di vedere la mia amica uscire dal bagno e scappare da lei.

Uscimmo dal locale più in fretta possibile.

Se in un mese non l'avevo capito, in quel momento c'ero arrivata: Kristian mi era mancato da morire.

 

Pov Kristian

 

Le sue mani mi accarezzavano dolcemente il petto mentre baciavo e leccavo il suo collo.

Quanto poteva essere dolce la sua pelle?

Scesi a baciarle la base del collo fino ad arrivare al seno. Mise una mano tra i miei capelli e spinse il mio viso sulla sua pelle morbida e calda. Iniziai a sbottonarle il pantalone mentre lei armeggiava con la mia cintura. L'eccitazione cresceva sempre di più. Spinsi il mio bacino sul suo per darmi un po' di sollievo. Quel pulsare sul jeans stava diventando un problema.

Kristian” ansimò quando andai a toccarle la sua femminilità.

 

Mi svegliai. Ero sudato, accaldato, ma soprattutto eccitato.

Iniziai a ridere di me stesso per un po'. Al mattino si ha sempre quella sensazione di rilassatezza e buon risveglio dalle parti basse, ma in quel caso ero sudaticcio e necessitavo di acqua gelida.

Cosa mi prendeva?

Andai in bagno per fare una doccia, ne avevo decisamente bisogno.

L'avevo rivista solo la sera prima e mi aveva scombussolato.

Non avrei dovuto minimamente baciarla fin da subito.

Decisi di uscire ed andare a svagarmi un po'.

Chiamai una mia vecchia amica, o meglio una ragazza dai facili costumi.

Ne avevo bisogno o mi sarei ridotto a masturbarmi in bagno come un ragazzino di 14 anni in preda a delle crisi ormonali e tutto per colpa di una rossa, di una ragazzina.

Avevo programmato la serata e andai a divertirmi senza pensare a niente, aiutato da qualche birra di troppo.

Il giorno dopo mi ero sentito abbastanza una merda. Non solo per essere tornato a casa, accompagnato dagli amici perché non ero in grado di guidare, ma anche per essermi ridotto in quello stato.

Preparai solo la lezione del giorno dopo quella domenica, non avevo la forza di studiare per l'università.

Dopo aver finito di scrivere qualche appunto, andai a correre e fu la cosa migliore. Fu come una ventata d'aria fresca d'estate. Mi rigenerò.

La colpa non era di Lana e nemmeno mia, non c'era nessuno e niente da incolpare.

Non mi dovevo sentire una merda e non dovevo nemmeno che lei si sentisse in quel modo.

Vederla fuori dalla classe mi aveva fatto bene, perché nonostante il tempo passasse io non smettevo di pensare a lei.

C'era solo una situazione, delle regole, che ci impedivano di uscire.

A quel punto mi era chiaro, che forse avrei dovuto fare qualcosa.

Questo è un capitolo molto tranquillo, ma vi assicuro che il prossimo è davvero un'esplosione di cose! :)
Se non fosse chiaro, è passato un mese dal litigio, e sono riusciti ad ignorarsi ... (ci saranno delle spiegazioni, don't worry ;D)
Voi lettori siete bellissimi, sappietelo u.u
Buona domenica!!
A prestissimo, Cri

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ordinaryswan