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Autore: FaDiesis    21/04/2013    1 recensioni
Dal capitolo 3:
Correvamo per i corridoi laccati di bianco dell'aeroporto di Eneta, affannati e gridando un "di qua!" di quando in quando.
Eravamo in ritardo. Terribile ritardo.
E il tutto solo perché litigando, in macchina, ci eravamo distratti e avevamo sbagliato strada. Un sacco di tempo perso per niente.
Alla fine eravamo arrivati, ma mancavano cinque minuti alla partenza del nostro volo.
Con la mia solita sfortuna, arrivammo al gate proprio in tempo per vedere l’aereo decollare nel cielo plumbeo.
Ci buttammo demoralizzati sulle sedie della sala d’attesa.
Passammo un quarto d'ora abbondante a borbottare e discutere di chi fosse la colpa, quando, all'improvviso una figura indistinta ci piombò davanti.
Era atterrata con una gamba piegata e una distesa, e le mani fasciate poggiate leggermente a terra.
Si alzò lentamente.
Piegò la testa.
E sorrise.

- STORIA IN PAUSA A TEMPO INDETERMINATO -
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Mondo delle Sette Chiavi ~
Capitolo 9: In fuga.
Ad Aven, il mio fratellone.
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Silenzio. Non sento niente. Né uno scricchiolio, né un sibilo o il debole fruscio del vento.

Socchiudo gli occhi, l’immobilità del nulla mi fa formicolare le orecchie. Strano.
Mi giro, e tutto sembra svolgersi al rallentatore: i mei capelli che si alzano voluttuosi secondo il movimento dell’aria, i mei stessi muscoli del collo che si contraggono piano, il suono delle vibrazioni che spezza la quiete.
Mi irrigidisco.
…vibrazioni?
Qualcosa mi passa dietro, mi scuote leggermente i capelli al suo passaggio.
Il qualcosa parla, sussurra, ma non riesco ad intendere le sue parole precise. Cerco di acuire l’udito, inutilmente, intendo solo alcun e consonanti… la s, la f 
Sefyr.
Mi manca il fiato. È il mio nome.
Improvvisamente tutto sembra accadere al doppio della velocità. Io che cerco di spostarmi, che mi sento braccata, una figura nascosta da nebbia nera che mi svolazza intorno, il mio respiro mozzato, come bloccato da mani invisibili strette sul mio collo, il mio nome sibilato, mormorato, la figura che mi si avventa addosso, io che cerco di urlare ma dalla mia gola serrata  non esce alcun suono…
 
Mi svegliai di colpo, il cuore che martellava furioso nel petto, i polmoni in cerca d’aria.
Mi guardai nervosamente intorno,  mi sentivo ancora braccata, come un topo in trappola
Solo quando realizzai che ero sola, nella camera degli ospiti della dimora di Paco, solo allora mi tranquillizzai.
Respirai piano, chiudendo gli occhi e portandomi le mani alla testa, ancora spaventata dall’incubo.
La porta si aprì e girai la testa di scatto, allarmata, ma il viso e la voce familiare di Sean sbucarono dalla soglia e l’ennesimo sospiro uscì dalla mia bocca.
-Sefyr! - esclamò con tono preoccupato. - Sefyr, stai  bene?!-  Lo guardai entrare e sedersi  accanto a me, stringendomi  in un abbraccio consolatorio. -Ho sentito delle urla…
Chiusi nuovamente le palpebre, poggiando la testa sulla sua spalla e respirando il suo profumo fresco.
-Ho fatto un incubo terribile.- sussurrai.  E raccontai, tutto per filo e per segno, senza trascurare i dettagli e le sensazioni terribili che mi avevano avvolto l’anima.
Ma evidentemente, c’era qualcosa di comico in quel maledetto incubo,  perché quando finii la mia descrizione, lui si mise a ridere.
Mi venne istintivamente la voglia primordiale di tirargli un pugno sul muso, ma fui magnanima e lo colpii solo sul braccio.
-Ehi! - esclamò lui – Dai, scherzavo…  non ti ho mai visto così preoccupata, è normale che rido un po’. -
Lo guardai male ma non ribattei, non mi andava affatto di iniziare una delle nostre “liti”.
Ci fu una pausa silenziosa tra noi con solo il ticchettio dell’orologio appeso al muro come sottofondo musicale.
-Pensi che … che abbia un senso, questa missione?- domandai alla fine, con un sussurro.
Sean sospirò, evidentemente stava pensando la stessa cosa a cui io stavo rimuginando già da parecchio.
-La vera domanda da porgersi non è se tutta questa storia abbia un senso, ma è come… come riusciremo ad affrontare tutto? Come ne usciremo? Come ci abitueremo a questo trambusto?- disse, con la voce incrinata dalla preoccupazione.
Riflettei sulle sue parole, fissando il motivo disegnato sulle coperte e seguendo il filo dei miei pensieri.
Io non avevo scelto tutto questo…
Questo mondo strano con sette regni governati da un unico misterioso re, pergamene magiche  e ragazzi con tatuaggi speciali.
Sospirai guardando le mie mani tremare; succedeva sempre quando ero arrabbiata.
Feci un grosso respiro, e chiusi forte gli occhi. Dopo qualche istante mi ripresi e d’istinto mi portai il palmo della mano davanti al viso, assottigliando le palpebre. Sentii un calore piacevole allo stomaco seguito subito da una morsa e come un soffio intorno a me. Trattenni  il fiato e il palmo si illuminò, sprigionò un debole bagliore chiaro. Ero totalmente incantata da quella, seppur  fioca,  evidente luce. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, era una strana cosa, nuova per me…  poi, con un ultimo brillio tutto si spense. Scossi la testa velocemente per “disincantarmi” , Sean aveva chiuso la sua mano nella mia e la luce si era spenta. Lo guardai interrogativa e lui mi sorrise –Ti si sarebbero scaricate le batterie-  disse, con tono leggero.
Alzai gli occhi al cielo. - Smettila! Come ci sono riuscita? Cos’era?- domandai.
-Un altro come… - mormorò Sean. – Era magia, scimmia che non sei altro. E si manifesta con le emozioni, quando la rabbia, l’angoscia, l’amore, la felicità e… quando i sentimenti si fanno particolarmente vivi in te… è lì, che la magia si fa sentire, esce allo scoperto. Come alle terme, ricordi? È stata la magia che ti ha spinto a portarci là.
-Ah. - fu l’unica cosa che riuscii a dire. Stentavo ancora a credere alla magia, ma sì, il suo ragionamento… non faceva una piega. Dopo qualche altro attimo di silenzio, Sean si alzò e, come se nulla fosse, disse:
-Beh, mi è venuta fame, andiamo a fare colazione?
 
Erano le due del mattino e noi eravamo là, in cucina, ad abbuffarci di pane, marmellata al mirtillo e latte fresco. Sean schiaffò dentro il suo bicchiere anche due uova e io lo  guardai disgustata; mi ricordava quei vecchi film dove i pugili bevono impensabili intrugli per mantenere in forma il loro fisico scultoreo. Lui mi aveva rivolto solamente un’occhiata e aveva detto -Che c’è? Fa bene!- e se l’ era ingurgitato tutto in un fiato.
Il sole piano piano stava sorgendo, il tempo passava e il cielo da blu diventava celeste.
-Allora … suono preferito?  Chiese Sean, lavando l’ultimo piatto. Stavamo giocando a “cosa preferisci?” , nell’attesa che Paco e famiglia si svegliassero.
-Mmh, penso, sì… il verso delle rondini di prima mattina. – risposi, crogiolandomi sotto i primi raggi di sole mattutino che filtravano dalla finestra.
Nemmeno un secondo dopo e quella stessa finestra si ruppe in mille frantumi. Una freccia l’aveva colpita finendo la sua traiettoria infilzata nella pregiata credenza di mogano.
Trattenni il fiato mentre Sean andò veloce ad estrarla dal mobile. Era di legno anch’essa, intarsiata di ghirigori e ben appuntita. Sulla metà della freccia era legato un nastro di seta rossa, due volte girato sull’arma.
Guardai allarmata Sean, quando all’improvviso la porta della cucina si spalancò e Paco entrò agitato. Guardò inquieto la scena, prendendo a chiudere tutte le persiane delle finestre.
-Dobbiamo sbrigarci! – esclamò, correndo in salone.  Lo seguimmo nell’altra stanza e lì trovammo i genitori di Paco che stavano già aspettando.
Ci porsero le nostre cose, che avevano prontamente raccolto, tutte in un’ampia bisaccia. Diedi un’occhiata dentro per controllare se la mappa era lì, ma subito Sean me lo tolse di mano e se lo mise al collo; poi mi diede una pacca sul braccio come per dirmi di svegliarmi e fu allora che me ne accorsi.
Lugubre figure interamente vestite di grigio circondavano la sala, spuntando dalle grandi porte finestre. Una di loro riuscì ad abbattere il vetro della finestra con un enorme bastone bianco e si avventò subito verso il padre di Paco, che però rispose prontamente  - mostrando ottima padronanza delle arti marziali – bloccando l’arma con l’avanbraccio destro e contemporaneamente sferrando un calcio medio con la gamba  sinistra, all’altezza del ventre del nemico. L’uomo gemette frustrato e rispose con  un colpo di bastone sopra ai polpacci, facendolo sbilanciare pericolosamente all’indietro. Ma il padre di Paco non si perse d’animo e con riflessi spaventosamente pronti  riuscì a tenersi in una posizione di estremo equilibrio; emise un sospiro mozzato, e contemporaneamente alzò la gamba in un potente calcio sferrato proprio sotto il mento del nemico.
Si alzò velocemente e ci disse: - Sbrigatevi ad andarvene, non ci metterà molto a riprendersi.
Stavo per essere assalita dal panico, quando all’improvviso spalancai gli occhi dallo stupore, il suolo mi mancò sotto i piedi e, semplicemente, caddi.
 
La testa mi doleva forte, quando aprii debolmente gli occhi.
Mi trovavo in una sorta di tunnel, e non feci neanche in tempo ad ambientarmi, che la voce affettata di Paco mi disse di correre.
Così, mi ritrovai a fuggire, in quel canale pieno di passaggi segreti, bivi e torce fioche come unica fonte di luce.
 E una volta fuori alla luce del sole ancora, le mie gambe,  ancorché esauste, continuarono a  correre, correre, correre.


Esis's notes.

Sì, lo so. Sono circa 8 mesi che non aggiorno e poi me ne ritorno così, all'improvviso.
Sono irrecuperabile, lo so.
A mia discolpa posso dire che il mio pc si è scassato completamente [e ho perso TUTTO quello che c'era dentro: foto di una vista, documenti, storie, musica... compreso questo capitolo, che era già stato scritto per metà! A pensarci mi viene ancora da piangere ç____ç] e appunto ho dovuto riscrivere questo capitolo, che è stato veramente un parto, come si suol dire.
Anyway, in questo cap vediamo finalmente che inizia un po' d'azione, i nostri protagonisti che scappano da figure misteriose, alla ricerca di queste fantomatiche chiavi.
Rileggendo i capitoli precedenti, mi sono resa conto che il mio stile è cambiato parecchio, e sebbene mi piacerebbe mettere tutto in revisione, ho deciso che invece lascerò tutto così, per... affetto? Non so, ma mi sono affezionata alla mia storia e mi dispiacerebbe ricominciare tutto da capo.
Allora, considerando che i capitoli 10 e 11 sono già scritti, aggiornerò tra circa due settimane, verso il 5 maggio, giuro! :33 Piccolo spoiler dal prossimo cap? Ci sarà un nuovo personaggio! c:
Inoltre, un po' per farmi perdonare, un po' perchè mi va, inserisco un mio disegno di come mi immagino Sefyr, realizzato con le mie manine :3 E, uhm, anche se non pubblico niente da parecchio, ecco il mio profilo deviantArt :3
Uh, e ringrazio il mio fratellone Aven che sempre mi consiglia, mi sostiene e mi minaccia se non pubblico XD Come farei senza di te?
Per spoler/chiacchiere/biscottini con te, qui c'è il mio profilo Facebook :3
Much love,

Esis

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