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Autore: Dark Spectrum    21/04/2013    7 recensioni
Quella notte, un solco profondo era stato tracciato all'altezza del cuore freddo e immobile di Damon Salvatore.
Fu scagliato lontano dall'impeto della sua stessa tempesta, con una velocità tale da fargli perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Ma ad un punto preciso della città, il temporale sembrò calmarsi e il vento trasformarsi nella consueta e fresca brezza estiva che si dice essere favorevole agli amanti. [..]
Il destino l'aveva condotto proprio a casa della streghetta.
BonniexDamon.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Tempestava.
Un vento impetuoso seminava devastazione, la nebbia saliva, fitta, a coprire ogni angolo dell'Old Wood, e lo scroscio violento della pioggia era l'unico rumore che accompagnava l'inquietante ululato del vento.
I pensieri di Damon volarono a chiunque potesse essersi trovato in difficoltà in quell'istante. Nella sua mente figurarono famiglie scosse che correvano al riparo disperate, giovani scaraventati al suolo da quella potenza distruttiva generata da lui stesso. E inspirando quell'aria malsana intrisa di sofferenze altrui, l'ombra macabra di un sorriso sfiorò le labbra del vampiro, che aveva assottigliato lo sguardo e aggrottato le sopracciglia, prima di trasformarsi in corvo e di venir trasportato via dall'impeto della tempesta.
Nessuno avrebbe mai pensato che Damon avrebbe potuto essere stato il responsabile di quel diluvio. Eccetto, ovviamente, il suo fratellino Stefan, e la Principessa, Elena Gilbert. E a quel punto si sarebbero chiesti cosa avesse scosso tanto il vampiro da lasciare che il suo stesso tormentato ego esplodesse in quella tempesta. Il suo nobile fratellino dal cuore d'oro non avrebbe mai potuto immaginare nulla, ma forse Elena avrebbe ricordato.
Avrebbe ricordato che quella sera lui avrebbe dovuto raggiungerla in camera sua e che, come spesso accadeva, avrebbe trascorso la notte insieme a lei, se tutto fosse andato secondo i piani.
Sarebbe entrato di soppiatto nella stanza buia, avrebbe osservato la sua sagoma esile pettinarsi accanto alla finestra.
Avrebbe notato come i raggi della luna rendevano splendente la sua pelle vellutata.
Avrebbe lasciato che il suo sguardo indugiasse palesemente sulla sua camicia da notte nera in pizzo, che non nascondeva il suo corpo e le sue curve perfette.
Si sarebbe avvicinato, le avrebbe preso la mano e avrebbe portato le sue labbra al collo della donna.
L'avrebbe baciata, baciata delicatamente, come piaceva a lei, e avrebbe sfiorato i suoi fianchi.
Avrebbe goduto nel vederla, dapprima fintamente rigida e riluttante, sciogliersi e trasformarsi in una donna qualunque, desiderosa di attenzioni.
E avrebbe goduto del contatto con ogni centimetro del suo corpo, del sapore inebriante del suo sangue, che aveva assaggiato più e più volte, finchè il piacere, travolti entrambi, non sarebbe esploso.
Avrebbe davvero trascorso una di quelle magiche notti al chiaro di luna con lei, se solo non ci fosse stato il suo amato fratellino al suo posto.
L'aveva baciata, l'aveva sfiorata, come avrebbe fatto lui.
Stefan non vide Damon dietro la porta semi aperta, ma gli occhi di Elena erano puntati nei suoi, in uno sguardo d'accusa, uno sguardo duro che sembrava imporgli di dimenticare ogni loro attimo e di lasciarla in pace con Stefan, come se fosse già l'alba di un nuovo giorno.
Come se fosse la classica 'mattina dopo', una di quelle in cui Elena non rivolgeva una sola parola al vampiro dagli occhi neri, una di quelle in cui cercava di evitare persino il suo sguardo.
Come se, così facendo, avesse potuto concedere ai ricordi della notte precedente di scivolar via senza lasciar traccia, con l'ennesima promessa di non intrattenere alcun tipo di rapporto con Damon, nonostante sapesse che non avrebbe mai mantenuto quel tipo di patto con sé stessa.
Ma quella volta non gli fu concessa neppure l'illusione di una notte; quella notte, un solco profondo fu tracciato all'altezza del cuore roccioso e immobile di Damon Salvatore.


Fu scagliato lontano, con una velocità tale da fargli perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Ma quando fu giunto ad un punto preciso della città, il temporale sembrò calmarsi e il vento trasformarsi nella consueta e fresca brezza estiva che si dice essere favorevole agli amanti.
Gli sembrarono familiari quei tetti scuri, gli edifici tutti uguali di quella stradina isolata. Si guardò attorno, mentre le sue gambe procedevano senza meta e la sua mente cercava di ricordare di che posto si trattasse.
Non appena alzò lo sguardo, però, tutto fu più chiaro.
Una sagoma svolazzò davanti ad una finestra dalle luci ancora accese e, pochi istanti dopo, tornò ad osservare il cielo ancora nuvoloso con sguardo intimorito.
Il destino l'aveva condotto proprio a casa della streghetta.

Decise di assecondare qualunque sorte avesse deciso di portarlo lì, si avvicinò alla porta è bussò.

   
 
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