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Autore: Skys Hero    21/04/2013    3 recensioni
Ogni trentanni nel mondo dei demoni si celebra un evento che permette ai diavoli di interferire direttamente con il mondo degli umani da cui prelevano giovani ragazzi e ragazze tra i 19 e i 25 anni. Un demone abbastanza potente può scegliere uno tra questi ragazzi stipulando un patto con lui ,diventando il suo padrone per addestralo a superare diverse prove e raggiungere la vittoria della gara della “Raccolta” che porterà al demone addestratore fama,gloria e potere.
Questo trentesimo anno toccherà alla giovane Abigail Summer a patire le terribili conseguenze di questi avvenimenti.
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Fu come se venissi investita da un auto, durò pochi secondi e la botta mi fece rotolare contro le pareti del cancello. Tossii terra, tremai ed alzai gli occhi. Vedevo sfocato e le tempie mi pulsavano, ma riuscivo ad identificare i contorni del cancello. Cominciai a trascinarmi graffiando il terreno e quando arrivai ad un passo dalla mia libertà mi sentii trascinare indietro dalla caviglia.Cercai di urlare, ma la bocca secca e le labbra screpolate non me lo permisero. Con un ruggito mi rigirò facendomi sbattere la schiena a terra.Subito dopo fu su di me e i suoi artigli mi perforarono la carne di entrambe le braccia fino a toccare l'osso. Urlai graffiandomi la gola, inarcai la schiena e scalciai cercando di colpirlo con le gambe, ma i miei tentativi andavano a vuoto. Rise profondamente mostrandomi una fila di denti acuminati mentre da dietro le sue spalle si alzò una coda rossa e sottile con la punta affilata.Presa dal panico sollevai le gambe premendole contro il suo ventre e afferrai le sue braccia per spingerle lontano e fargli uscire gli artigli. Sentivo un dolore immenso e il sangue caldo colarmi giù per le braccia, la testa mi pulsava e pesava. Strinsi i denti e percepii gli artigli uscire dalla mia carne che bruciava come non mai. Il mio sguardo si posò di nuovo sulla coda che sembrava puntare qualcosa su di me e in un attimo quella mi perforò il petto. Il sapore metallico del sangue mi pervase la bocca e lo sputai nauseata, mentre la coda di Berith andava più infondo, passava attraverso il mio corpo e mi marchiava la schiena tra le scapole.Poi fui avvolta dall'oscurità e non vidi nè provai più niente.....

Avrei potuto giurare che finalmente era finita...Ero morta.Ma riaprì gli occhi e venni accecata da un bagliore rosso incandescente. Berith era ancora su di me che sibilava qualcosa in una strana lingua.Strinsi i denti e cercai di muovermi, ma i miei arti si rifiutavano di obbedirmi.Il demone uscì la sua lingua viscida e biforcuta, prese il mio volto tra le mani e mi costrinse ad aprire la bocca. Con un morso netto si taglio la lingua. Sobbalzai e lui si riverso su di me facendo colare il sangue della sua ferita dentro la mia bocca.Avrei voluto non guardare tutto quel sangue rosso e denso entrarmi in bocca, ma non riuscì a non farlo né potevo sputarlo, ma ero costretta ad ingoiarlo.Traboccava dalle mie labbra e mi sentivo soffocare. Il liquido continuò a scendermi in gola e più ne ingoiavo più ne sentivo risalire.Avevo la nausea ed ero completamente impotente. Dalla lingua tranciata di Berith ne crebbe un altra nuova e sana poi, finalmente, il sangue smise di scorrere. Il diavolo mi chiuse la bocca a forza e ingoiai il sangue rimasto riprendendo fiato. Berith sorrise e si abbassò a sussurrarmi qualcosa: « Dì il mio nome» mi chiese.Cercai di scuotere il capo mentre le ferite sulla mia schiena cominciarono a bruciare collegandosi da vie che si andavano concentrando su un punto al centro del mio petto. Una vampa di fuoco si accese sulla ferita causata dalla coda di Berith. «Dillo» mi sussurrò ancora una volta.Non volevo e lui me lo leggeva in faccia. « Dillo!» continuò ad insistere e allo stesso modo io mi rifiutai. « Grrr!!» mi ringhiò addosso e mosse la coda come una frusta colpendo per terra accanto al mio capo. Saltai in aria e dalle mie labbra uscì a mio malincuore il suo nome : «Berith!»Sorrise sogghignando. «Brit*!» mi rispose trionfante e di nuovo il buio calò su di me.


*“Brit” : in ebraico dovrebbe significare “Patto”... da quello che dice Wikipedia xD

Questa volta doveva essere finita! Pensai a tutti i miei cari, alla mia vita che fino a poco tempo fa potevo dire che trascorreva tranquilla,a quello che poteva essere il mio futuro....
«Bip-Bip»
Questo suono....Questo suono così irritante.....
«Bip-Bip»
Questo suono...così familiare....
«Bip-Bip-Bip-Bip!!»
« Taci!!Maledetta sveglia!!» mi scoprì dalle coperte di scatto, afferrai la sveglia con furia e tirai contro la parete della mia camera tappezzata di poster.
«Diamine!!». Appena sveglia e già ero nervosa ed irritabile. Eh?Sveglia?!. Le gambe mi cedettero e caddi a sedere sul letto. Mi toccai il viso, le braccia, le gambe. Ero integra e stavo bene.
Sospirai sollevata.
« Era solo un sogno....»
« Ah, no. Non credo.» Era una voce maschile, divertita e maledettamente conosciuta.
Saltai in aria urlando come una matta, mi girai e vidi Berith versione umana stare comodamente disteso nel mio letto, a due piazze, a fissarmi tranquillo.
« Tu!Tu!Tu!Tu!» cominciai a strillare barcollando verso la porta.
« Io,io,io,io» borbottò lui sorridendomi.
Cominciai a tirargli addosso ogni cosa che mi ritrovavo in mano dai vestiti alle penne mentre mi allontanavo da lui.
«Ohi!» evitò il vocabolario cominciando ad alzarsi dal letto per seguirmi. «Ehi!» prese al volo un cuscino.
«A cuccia!» esclamò.
Cominciai a tremare. « Oh, signore! Ti prego!Basta!Stai lontano a me!» ero in preda al panico quando... “Sbang”Si sentì la porta blindata dell'appartamento aprirsi e chiudersi.
« Ehi! Abigail! Sei in casa?». Mi illuminai : era Sarah, la mia coinquilina.
Io e Berith ci fissammo per qualche secondo. Io ero sollevata mentre lui sembrava preoccuparsi di qualcosa. Forse ero salva!. Anche se in due contro un demone non era comunque un combattimento alla pari, non ero più sola!
«Si!» esclamai in risposta e presi a correre per andare in corridoio e raggiungere la mia amica che credevo partita per ritornare dalla sua famiglia per un mese intero.
Notai con la coda dell'occhio che Berith mi stava seguendo.
« Sarah!» urlai. « Non ti...!!» provai ad avvertirla di non avvicinarsi, ma percepii la mia bocca serrarsi e seccarsi. Sgranai gli occhi senza però fermare la corsa se non prima di raggiungere Sarah. Riprovai ad avvertirla del demone, del pericolo ma dalla mia bocca non uscì alcun suono.
«Sarah!» il suo nome riuscivo a dirlo, ma qualsiasi parola che avesse a che fare con il mio incubo mi moriva in gola.
«Uh?Abigail?» Lei posò la borsa vicino al mobile dell'ingresso e si voltò verso di me. Mi sorrise, ma poi sgranò gli occhi sorprendendosi di qualcosa. « Sarah!Devi..!!» mi sentì afferrare il polso e tirare indietro. Sbattei proprio contro la spalla e il corpo di Berith.
« Ops...» inclinò il capo e sorrise innocentemente. « E' lei la tua coinquilina?» domandò e si avvicinò a lei tenendomi stretta per mano senza che potessi ribellarmi.
« Piacere di conoscerla!» le sorrise incantandola con i suoi occhi blu.
«Oh, ehm.....pi-piacere!» rispose imbarazzandosi.
«Abie, è un tuo amico?» mi chiese con un sussurro avvicinandosi a me entusiasta.
Stavo per risponderle “No!” quando Berith mi precedette.
«No, veramente sono il suo ragazzo!»
Sia io che Sarah spalancammo le bocche.
«Co-cosa?!» balbettai io.
«Oh...ehm....Abie! Ma non mi hai mai detto di avere un ragazzo!»
« Beh, è una cosa recente....e per ora volevamo tenerlo nascosto...Col fatto che sono ebreo e i miei hanno leggi severe » disse lui. « Ecco perchè mi ha invitato a stare qui con lei mentre tu eri in viaggio» continuò a sorriderle.
Il viso di Sarah diventò rosso. « Ahahah» rise nervosamente. « Ora capisco!». Mi colpi con una spallata e mi sussurrò.« E dai però! A me potevi dirlo!» Sembrava sorpresa, ma non preoccupata anzi....Era come se fosse felice per me...Se solo avesse saputo.
«Sarah!Veramente io!» provai a parlare.
« Beh, allora abbiate cura della casa! Ero passata a prendere le chiavi! Me le ero dimenticate!» mi interruppe.« E poi rischio di perdere il volo, quindi ora devo proprio scappare!» mi abbracciò e mi disse che appena atterrata mi avrebbe chiamato per sapere tutto.
Provai a trattenerla, a parlarle...Tutto inutile.
«Bye!» ci salutò e chiuse la porta alle sue spalle.
Berith mi teneva per mano e fissava la porta trasformando il suo sorriso in un ghigno. « Simpatica!» decretò. Io ero ancora scossa. « La polizia!Chi-chiamerò la polizia!»balbettai ed afferrai il cellulare cominciando a comporre il numero.
«Oh, vuoi fare di nuovo scena muta?» mi chiese afferrando il mio cellulare dalle mie mani tremanti.
Feci qualche passo indietro e velocemente andai per aprire la porta, ma lui la bloccò.
Deglutì. « Lasciami in pace....Lasciami in pace!» urlai sorpassandolo per fuggire dalle scale antincendio, ma mi precedette bloccandomi la strada. Allora mi gettai nel bagno e chiusi a chiave scivolando a terra. Gemetti e singhiozzai nervosamente.
« Su,Abie» cominciò da dietro la porta. « Va tutto bene, non ho intenzione di farti nulla» sospirò seccato. « Dobbiamo solo parlare».
«Puoi-Puoi farlo benissimo da dietro la porta!»sbottai.
« Quanto sei noiosa...» sbuffò e in quell'istante sentì qualcosa che mi afferrava per la gola e mi ustionava la schiena togliendomi il respiro. Mi trascinai vicino la tazza del bagno e appena la presa mi lasciò vomitai uno strano liquido color pece e svenni.
Mi risvegliai nel pavimento del bagno non so quanto tempo dopo. Mi alzai e guardai fuori dalla serratura per assicurarmi che non fosse ancora là dietro ad aspettarmi. Apri la porta e mi diressi piano piano in cucina. Avevo la gola secca e mi faceva male così optai di andare a bere. Presi la bottiglia d'acqua e mi accostai al lavello e mi scolai l'intera bottiglia. Riprendendo fiato andai a sedermi al tavolo da pranzo spaventata dal silenzio della casa vuota fissavo la porta d'ingresso della cucina sentendo benissimo che nel corridoi c'era lui. Ero stanca....Molto stanca....
«...Be-Berith» lo chiamai.
« Si?» mi rispose immediatamente dal corridoio. « Sei in vena di parlare?».
Annuii.« Ma devi stare lontano da me almeno di un metro!» affermai.
Il ragazzo entro in cucina sbuffando e si sedette difronte a me.
«Almeno ti sei ripresa prima delle mie previsioni» commentò.
«Cosa vuoi da me?» domandai. « Ti stai divertendo a torturarmi?!»
«Mm...Non si era detto che dovessi rispondere alle tue domande» affermò.«Ma infondo va bene così» si strinse nelle spalle e sorrise.«Cosa voglio è semplice...Voglio te». Sobbalzai.
«Oh, meglio mi servi come pedina»
«Pedina?»chiesi.
«Si, come quelle che scegli prima di giocare a un gioco da tavolo oppure al personaggio che selezioni nei videogiochi»
«Perchè me?»
Ma a questo non rispose si limitò a fissarmi. « Ah, chi lo sa!» ghignò. Preferii cambiare discorso.
« Allora cos'è questo gioco? Di-di cui parli?»
« Si chiama la “Raccolta”» disse « E' un gioco che facciamo ogni trentanni» iniziò « Consiste nel selezionare un umano, fare un patto con lui ed allevarlo per vincere delle prove». Si grattò la testa e sbadigliò « Chi vince ottiene un incontro con il Boss ed enormi poteri»
« Lo dici come se non ti interessasse ma ci giochi comunque» commentai senza accorgermene.
«Eheh» sorrise divertito « Beh, ho vinto a questo gioco per ben quattro volte di fila» ammise.
«Allora perchè ci giochi?» deglutii.
« Chissà forse è perchè voglio vincere per la quinta volta» sbuffò.
«Comunque...D'ora in poi vivremo insieme» decretò« ti spiegherò ogni cosa che dovrai sapere e..» «Io non voglio fare alcuna Raccolta!» esclamai con sicurezza. «Trovati un altra pedina!»
Berith scoppiò a ridermi in faccia. « Non è qualcosa che puoi decidere tu o volere, poi abbiamo già fatto un patto» sorrise « Il segno che hai sulla schiena e il fatto che hai bevuto il mio sangue e detto il mio nome...Questo è il patto! Ormai è deciso, tu sei l'umano con cui giocherò.»affermò ed una gran parte delle mie speranze si infransero.

  
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