Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: Felix98    22/04/2013    4 recensioni
-Io non sono strano- puntualizzò Astral -sono solo un essere proveniente da un altro mondo.
-E tradotto significa che sei strano!- ridacchiò la ragazza.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asutoraru /Astral, Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Nuovo personaggio, Ryoga/Shark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia non aveva suonato. Ai stava dormendo beatamente, ma Astral era più che sveglio, e si era messo di fianco alla finestra a osservare le persone che lentamente riprendevano le attività interrotte il giorno prima.
Improvvisamente En piombò in camera della ragazza
-AI!- la chiamò -Svegliati immediatamente!!-
La brunetta sbatté lentamente le palpebre -Che succede Enny?-
Stranamente En non si arrabbiò per il nomignolo e si precipitò dalla ragazza -Ieri mi sono dimenticato di dirti una cosa molto importante!-
-Sarebbe a dire?- chiese lei ancora mezza addormentata.
-Oggi è il tuo primo giorno di scuola.-
-Ah  sì sì...- sbadigliò. -Aspetta..COSA?!- saltò giù dal letto. -CAVOLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO-
Corse in bagno, si vestì e si mise in ordine, poi acciuffò uno zainetto e ci infilò dentro deck, Duel geyser e Dueling disk e filò al piano inferiore, dove En la stava già aspettando.
-Ti inserisco nel palmare la mappa per arrivare a scuola. Non è difficile, la troverai subito.- le disse.
-Certo che mi fai fare proprio una bella figura ..- si lamentò lei.
­-Mi hai confuso tu chiamandomi Enny, quindi la colpa è tua. Fila a scuola!-
Ai, osservando il percorso disegnato sul palmare giunse a scuola.
-Ai.-
-Sì Astral?-
-Perché siamo venuti qui così di fretta?-
-Perché..perché..!!- Ai si mise le mani tra i capelli -Non lo so con precisione! So solo che ci devo venire!-
-Che noia..-
-Guarda che non va nemmeno a me!-
Ai entrò nella scuola, sempre di corsa e si mise a cercare con foga la sua aula, la terza classe sezione C. Finalmente la scovò ed aprì velocemente la porta scorrevole.
La ragazza si inchinò leggermente e iniziò a parlare tutto d'un fiato  -B-buongiorno a tutti e scusate il ritardo! Sono Ai Kazama, la vostra nuova compagna di classe! Piacere di conoscervi.-
Risate generali. Ai alzò la testa un po' spaesata e si guardò intorno.
-Benvenuta Ai. Ci stavamo appunto chiedendo come mai tardassi tanto.- sorrise la professoressa.
-Mi scusi tanto, è colpa di quel babbeo di mio fratello..- si giustificò la brunetta.
-Quel ragazzo tanto carino che è venuto a iscriverti?- domandò la professoressa.
Ai era tutta rossa e non seppe come rispondere.
Di nuovo i ragazzi della classe risero di gusto.
-Ragazzi, fate silenzio! Su Ai, presentati alla classe.- la professoressa la accompagnò alla cattedra.
La ragazza prese fiato e cercò di cancellare il rossore dalle sue guance. -Come ho già detto, mi chiamo Ai Kazama. Mi sono appena trasferita da un paesino in campagna e vivo con mia madre e mio fratello. Spero che andremo d'accordo.-
-Molto bene. Possiamo trovarti un posto...- la professoressa tentennò un attimo -Laggiù, accanto a Ryoga.-
Ai osservò velocemente la stanza e guardò in direzione dell'indice della prof, che indicava un banco vuoto accanto a un ragazzo dai lunghi capelli viola. Zampettò al suo posto e naturalmente Astral la seguì.
-Ai, chi sono tutte queste persone?- le domandò, guardandosi intorno curioso.
-Credi che io lo sappia? Non li ho mai visti.- rispose lei mentre si sedeva.
-Che fai, parli da sola?- la prese in giro sottovoce Ryoga.
-Ehm......n-no.- rispose un po' incerta. –Tu devi essere Ryoga, giusto?-
-Sì. Ma tutti mi chiamano Shark.- rispose lui freddo.
-Oh beh..Piacere di conoscerti.- rispose lei educatamente.
-Il piacere è tutto tuo.- controbatté lui, sarcastico.
“Mamma mia che scontroso!” pensò la brunetta, osservandolo con la coda dell’occhio.
Shark, essendosi accorto di essere osservato sbuffò, e Ai distolse immediatamente lo sguardo.
“Quel tipo mi mette in soggezione …” pensò lei, cercando di non perdere la calma.
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La giornata scolastica passò liscia e senza intoppi, e sulla strada di casa Ai ripensava alla mattinata trascorsa osservando anche la sua divisa nuova e sgargiante.
-Mi spieghi che ci siamo andati a fare in quel posto?- chiese improvvisamente Astral, interrompendo i pensieri della ragazza.
-Quel posto si chiama scuola. E’ una prigione dove ci tengono rinchiusi per 5 ore tutte le mattine. Devi salvarmi Astral. Solo tu ce la puoi fare!!!- finse lei.
-D-davvero? Beh, sappi che se succederà qualcosa io ti aiuterò!!- rispose lui, immediatamente.
-Ma dai, stavo scherzando! Ci sei cascato in pieno!- rise.
-Smettila, ci avevo creduto sul serio.- rispose Astral, serio.
-Scusa, scusa!!- ridacchiò.
Improvvisamente un rombo squarciò il silenzio, e un ragazzo in moto passò di fianco ai due ad alta velocità. Ai intravide il volto di Shark sotto al casco, e rimase a guardarlo per un paio di secondi, prima di tornare alla realtà.
-E’ quel ragazzo di stamattina..- fece presente Astral.
-Grazie, senza di te non l’avrei mai notato.- scherzò la bruna, per poi riprendere il cammino verso casa.
Pochi minuti dopo, Ai era rientrata, e chiacchierava con sua madre riguardo al suo primo giorno di scuola. Si era divertita un mondo, e aveva già imparato i nomi di quasi tutti i suoi compagni. Poi, all’improvviso, le venne in mente Ryoga, o meglio Shark. Se se lo ricordava le doveva essere rimasto bene impresso in testa, siccome si dimenticava anche di cosa aveva fatto un attimo prima. Ma questo non lo raccontò alla madre.
Dopo aver finito di conversare, Ai salì in camera sua, per svolgere i primi compiti, mentre Astral la guardava curioso.
-Aah, finito!- esclamò lei, dopo aver chiuso un tomo altissimo che doveva studiare.
-Dev’essere stato molto interessante..- disse ad un certo punto Astral.
-Sì, lo era. Era un mito greco.-
-Un cosa?-
-I miti greci. Delle leggende che le persone del tempo usavano per spiegare i fatti intorno a loro che rimandavano a fenomeni ultraterreni. Sono un’appassionata di queste cose!- disse Ai entusiasta. –Quello che ho appena letto era il mito di Orfeo ed Euridice.-
-Chi erano?-
-Erano due giovani innamorati che si dovevano sposare, ma purtroppo il giorno del loro matrimonio Euridice morì e Orfeo si diresse negli Inferi per riprenderla. Mentre avanzava suonava una musica triste e malinconica, che rispecchiava il suo stato d’animo e Ade, il dio dei morti, si impietosì, e lasciò libera Euridice.-
-Quindi poi i due si sposarono e vissero felici.-
-Oh no. Ade concedette a Orfeo di riportare Euridice tra i vivi, ma a condizione che non la guardasse in faccia per tutto il tragitto. Sfortunatamente Orfeo non resistette, ed Euridice sparì per sempre.-
-E’ una storia molto triste.-
-Eh sì…- sospirò la brunetta, sognante.
Astral le passò una mano davanti al viso, ma sembrava essersi addormentata a occhi aperti.
-Ai? Ehi, ci sei?- chiese lui.
-Le 10 e mezza...- rispose la ragazza, che rimase incantata come prima.
“E' un caso perso..” pensò esasperato Astral.
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Nel tardo pomeriggio Ai uscì e andò a fare un giro in centro. Una miriade di negozi le si aprirono davanti agli occhi non appena giunse nei pressi della strada principale. C'era inoltre moltissima gente e faticava a passare, quindi dovette farsi strada a son di spintoni. Arrivata ormai stremata al parco si sedette su una panchina per riprendere fiato. Osservando il cielo si mise a fantasticare sulle nuvole e in breve tempo si addormentò. Astral se ne stava lì, di fianco a lei, come per proteggerla.
-Quest’umana ha un che di diverso dagli altri. Il suo cuore emana una luce bianca e pura. Forse è proprio lei la chiave della mia memoria...- rifletté. -Spero di non essermi sbagliato.-
Un frastuono infernale che sembrava provenire dalla piazza principale svegliò improvvisamente Ai, che stava ancora dormendo comicamente sulla panchina.
-Ma che cavolo sta succedendo laggiù?! Stavo facendo un sogno bellissimo!!!!!!- si arrabbiò la ragazza. -E adesso non scoprirò mai chi era l'assassino! GRAZIE TANTE!-
-Assassino?- chiese Astral.
-Sai quelle persone cattive, che fanno del male alla gente...Volevo scoprire chi è, ma mi sono svegliata!- sbuffò Ai, rivolgendo lo sguardo verso la fonte del rumore.
-Un sogno..-
-E buonanotteeeee!!! Sei senza speranze..- concluse esasperata.
-Un sogno è la proiezione dei desideri e del subconscio delle persone.-
-Grazie, signor. Enciclopedia.-
Di nuovo un boato.
-Non scoprirò chi è l'assassino, ma posso almeno scoprire chi è l'autore di questo macello!- borbottò, con una espressione furbetta stampata in volto.
Subito si alzò energica e prese a correre in direzione della piazza.
“Sento puzza di guai..” pensò Astral, seguendola.
Appena arrivata vide qualcosa che non si sarebbe mai aspettata: un uomo grinzoso e privo di conoscenza accasciato a terra e intorno a lui una folla di persone incredule.
-Ma che cos'è successo?- domandò una voce.
-Non lo so, ho un lapsus.- rispose un'altra.
-E' come se il tempo si fosse fermato per un attimo. -mormorò un'altra ancora.
“Il tempo? Non è possibile, io mi muovevo normalmente..” pensò preoccupata Ai. D'un tratto ripensò alla sua famiglia e prese a correre più veloce che poteva verso casa sua, ansiosa. Spalancò la porta e corse dentro.
-MAMMA!!!!- gridò terrorizzata, con gli occhi sbarrati.
La signora Kazama si affacciò dalla cucina -Che c'è tesoro, che hai da urlare?-
-Menomale...En dov'è?-
-Di sopra, è molto stanco. Ha trovato un lavoro part-time in un bar come cameriere.-
-Capisco. In generale state bene?-
-Sì sì!! Non preoccuparti!- la tranquillizzò la madre -Torna pure fuori a giocare.-
La ragazza uscì di casa lentamente e si sedette sul muretto che vi stava davanti.
-..Che diamine è successo?- si chiese.
-Non ne ho idea. Comunque l'aria era strana, non c'era vento ed era tutto immobile.- rifletté Astral.
-Quindi anche tu quoti la possibilità che il tempo si sia fermato eh? Me lo aspettavo da un cervellone come te! -scherzò.
-Non è una questione di cervello. Anche uno stupido se ne sarebbe accorto. Ma tu dormivi...- le rispose l'amico con tono vagamente ironico.
Ai fece una risatina che non faceva presagire niente di buono. -Voglio scoprire cos'è successo. Il tempo non si ferma perché gli va, dev'essere accaduto qualcosa per forza.-
-Ci sei arrivata eh?-
-Non mi piace quando fai il sarcastico!-
-Io sono convinto che tu sia pazza.- una voce fredda li interruppe.
Ai si voltò di scatto -S-Shark?! M-ma che...!-
-Non farti strane idee, ero solo di passaggio. Abiti in questo rudere?- chiese il ragazzo, prendendola in giro.
Ai, di tutta risposta, lo imitò e gli fece linguaccia.
-Che ragazzina...-
-Non mi interessa quello che pensi!-
-No, non interessa a me.- rispose con tono di superiorità, per poi andarsene.
-Bla bla bla. SEI INSOPPORTABILE!- gli sbraitò contro.
-Mai quanto te, Ai.-
-NESSUNO TI HA DATO IL PERMESSO DI CHIAMARMI PER NOME!-
Shark si voltò e la fissò negli occhi -Ah no? Io faccio quello che mi pare.-
-Puoi fare quello che ti pare finché non sono cose che mi riguardano, e tu per nome non mi ci chiami. Punto.-
Il ragazzo decise che non c'erano speranze di farla ragionare, e se ne andò definitivamente.
-Che caratterino...- scherzò Astral.
-Vuoi favorire?!-
Un altro boato.
-Eeeeeeeeeeeeee stavolta arriverò per tempo!- esclamò entusiasta per poi prendere a correre.
-Stai molto attenta.-
-Certo, certo, non preoccuparti!!!-
-Mi preoccupo perché sei una scapestrata.-
Ai non rispose e continuò la sua pazza corsa verso il rumore, che si stava facendo sempre più vicino.
-Sei sicura di voler scoprire di cosa si tratta?-
-Sicurissima!!!!!-
-Allora conta su di me.-
La brunetta e Astral si scambiarono un sorriso, e si diressero insieme con il cuore in gola verso quella che avrebbe rappresentato la più grande minaccia della loro vita.
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Al loro arrivo, purtroppo, era già troppo tardi. Come nel caso precedente il corpo di un uomo, grinzoso e apparentemente senza vita, giaceva accasciato per terra. Intorno si era formato un vasto gruppo di persone incuriosite dall'accaduto.
-Che cos'è successo?- chiese Ai ad un passante indicando l'uomo disteso.
-Non ne ho idea. Credo di essermi perso qualcosa. Mi dispiace.- le rispose, andandosene.
La testa di Ai stava scoppiando, e divorata dalla curiosità si avvicinò all'uomo allo stremo delle forze.
-Signore..Come sta, chi l'ha ridotta così?-
L'uomo cercò di rispondere, ma dalla sua bocca le parole uscivano fuori come un flebile lamento -Un....ragazzo....Parlava di....numeri... -
Astral sussultò -Ai svelta! Chiedigli che aspetto aveva!-
-Mi scusi, può descrivere questa persona?-
-Era un ragazzo giovane...con i capelli biondi..e dei ciuffi verdi. Ha detto...di essere il Cacciatore...di Numeri.. COUGH!! COUGH!!-
-E come ha fatto a ridurla così?-
-Mi ha....puntato addosso uno strano guanto.....e mi sono ritrovato così..UGH!- l'uomo sentì una fitta al cuore, e gli addetti lo portarono via in un'ambulanza.
Ai rimase un paio di secondi a fissare la vettura che si dirigeva verso l'ospedale. Poi, trattenendo a stento le lacrime, si voltò verso Astral e lo fissò dritto negli occhi -Non avevi detto che non eri l'unico a cercare questi dannati numeri..!-
-Non posso farci nulla..-
-Ci sono persone che rischiano giorno e notte. E ci sono altre persone disposte ad uccidere per ottenere quelle carte. Astral! Che genere di potere hanno quelle stradannatissime carte numero?!- sbottò infine la ragazza.
-Le carte numero ampliano i desideri della gente, prendendone il controllo.- rispose lui come se avesse questa frase registrata nel cervello.
Ai abbassò lo sguardo -Dobbiamo prenderle. TUTTE. Non voglio che altre persone debbano perire per mano di gentaglia!-
-Sono d'accordo con te, ma non farti prendere dalla rabbia.- la tranquillizzò.
-Sì...è che..Davanti a queste cose non riesco a trattenermi.- mormorò visibilmente preoccupata.
-Posso capirti, ma non compiere azioni avventate e rifletti bene prima di agire.-
-Certo, certo...-
“A vederla così triste e afflitta Ai non sembra nemmeno lei..” pensò Astral osservandola.
Improvvisamente la bruna si voltò e iniziò ad andarsene. Mentre camminava si incantava a guardare l'orizzonte dipinto dell'arancione intenso del tramonto e pensava.
In breve tempo era rincasata e sedeva a tavola con la sua famiglia.
-Com’è andata oggi ragazzi??- chiese allegra la signora Kazama.
-Tutto bene. Il mio datore di lavoro è un po' burbero, ma mi basterà non fare troppo casino e andrà tutto bene!- Esclamò En con la sua solita aria spocchiosa. -Tu Ai? Che hai 'scoperto' oggi?- la prese in giro.
-Aaaah-ahhhh.........- sospirò lei in risposta, giocherellando con il cucchiaio nel piatto.
-Ai sto parlando con te.- la rimproverò il fratello.
-Eh?-
-Ma che hai?-
-No niente... Vado a dormire, buonanotte.-
E detto questo se ne andò di sopra, lasciando la madre e il fratello decisamente perplessi.
Arrivata in camera si sedette sul letto e ripensò a quello che aveva visto, e alle parole di quell'uomo che l'avevano tanto sconvolta. Si ripromise di trovare tutti quei maledettissimi numeri sia per aiutare Astral a recuperare la memoria, sia per evitare che altre persone vengano ferite. Anche se sembrava la solita tipina strafottente tutto pepe, Ai era seria quando si trattava di proteggere le persone, anche quelle che non conosceva, forse perché aveva perso il padre in un incidente senza poter far niente.
E fu con questi pensieri ricorrenti che si addormentò, sperando che la notte avrebbe cancellato dalla sua mente quei ricordi tanto dolorosi che le facevano cadere il cuore in una triste agonia senza fine.

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Eccoci al nuovo capitolo!! ^.^ Purtroppo per il terzo dovrete aspettare un pò, maledetto blocco dello scrittore! *spacca la tastiera* >.<
   
 
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