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Autore: ShinigamiGirl    22/04/2013    3 recensioni
Amelia è una ragazza con la colpa di essere nata con capelli rossi e occhi bianchi come la neve. La sua vita è solitaria, da emarginata, ma ben presto alcuni avvenimenti strani la sconvolgeranno.
Cap. 1: "Lui la mollò, lasciandola cadere a terra stremata, e continuando a ridere si chinò, sussurrandole: -Ci rivediamo presto, Mhirael."
Cap. 4: "Amelia sentì una vibrazione salirle dal braccio destro, col quale teneva il pugnale, e sentendo l’animale, ormai a un passo dietro di loro, si voltò per affrontarlo.
-AMELIA!- sentì urlare Tivresh, ma ormai era troppo tardi.
Il puma che li inseguiva le era già addosso."
Cap. 11: "Amelia, stordita, desiderò con tutta se stessa di poter essere libera. In quel caso, avrebbe staccato tutti gli arti di quel tizio e l’avrebbe torturato finché non fosse morto dissanguato. Stranamente, l’idea non le faceva per niente schifo."
Cap. 22: "Quando abbassò lo sguardo, vide che il libro e le sue mani si erano illuminate.
Fece cadere il volume, cacciando un urlo di spavento, ma la luce non scomparve. Incuriosita, si guardò meglio le mani: non erano proprio illuminate, erano dei segni comparsi sulla pelle a illuminarsi. Sembravano quasi dei tatuaggi"
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amelia si svegliò, spossata.
Era in una caverna, abbastanza illuminata e afosa.
Cercò di tirarsi su a sedere, con un po’ di fatica. Le faceva male la testa, pulsava ad ogni battito del suo cuore. Chiuse gli occhi, maledicendo il lupo che l’aveva colpita e pregando affinché il dolore passasse presto.
Quando li riaprì, vide davanti a sé Tivresh e Jek, sporchi e feriti, sdraiati sulla pietra, come lo era lei prima.
Si avvicinò ai compagni, preoccupata. Tivresh non sembrava soffrire molto, nonostante avesse uno squarcio che gli apriva il fianco. La ferita si era rimarginata un minimo, ma era ancora grave. Jek presentava invece solo qualche ammaccatura, evidentemente era riuscito a evitare i lupi.
La ragazza non riuscì a trattenere la propria rabbia. Era inconcepibile che per colpa di stupidi elfi presuntuosi, fossero finiti in quelle condizioni.
Cominciò a tremare di furia, le nocche sbiancarono, e sul delizioso volto si dipinse una smorfia orrenda.
In quel momento voleva che tutti stessero meglio, solo per inseguire quei bastardi e ammazzarli. La ragazza posò una mano sul fianco straziato di Tivresh, piena di rabbia. Voleva convincersi che con quel gesto, piccolo e insignificante, potesse risparmiargli il dolore.
Ad un tratto sentì una strana energia percorrerla, un’energia infinitamente potente, che traeva potenza da quella sua cattiveria improvvisa, da quella sua furia omicida.
In un attimo la stanza si illuminò, e la ragazza inorridì, al pensiero della sete di sangue che percepì, in quei pochi istanti.
Amelia si accasciò a terra, pronta a lottare contro se stessa, per non far del male a nessuno.
Non successe nulla.
La fanciulla alzò lo sguardo, stupita. La rabbia era scomparsa.
In compenso, anche il mal di testa era solo uno spiacevole ricordo. Stupefatta, Amelia guardò il fianco di Tivresh. Era completamente guarito, così come Jek, che era di nuovo pulito, senza graffi e lividi.
Amelia sorrise fra sé.
Iniziò a ridacchiare, piano, della situazione in cui si trovava. La risata si fece sempre più alta e frenetica, fino a divenire una risata nervosa e malvagia.
Ad un tratto si bloccò.
Che diavolo le stava succedendo? Non era da lei mettersi a ridere, neppure a quel modo. Il suo sguardo si fece cupo, mentre sentiva qualcuno muoversi.
Tivresh si alzò, stiracchiandosi le gambe.
-Che cos’è successo?- chiese, con voce roca.
-Io… Ecco, credo che le Ombre se ne siano andate- gli rispose Amelia, con tono neutro, ancora sovrappensiero per le cose che aveva appena compiuto.
Lui rimase sconcertato: -Mi avevano ferito…
-A quanto pare un drago ci ha difesi, ma non ho idea di cosa fosse, l’ho solo intravisto. Probabilmente ci ha anche guariti.
Anche Jek si destò dal suo sonno, confuso.
-Ah… Ragazzi… Sono sfinito… Cosa… Cos’è successo?- disse, passandosi una mano fra i capelli neri come la pece.
-Un drago ci ha difesi… Questo è quello che sappiamo…- ripeté Amelia.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, stupito, mentre Tivresh guardava un punto fisso, fuori dalla grotta. Amelia seguì il suo sguardo con curiosità. E rimase di stucco.
Sotto il sole di mezzogiorno, appena fuori dalla grotta, stavano due foderi di pugnale.
Uno di loro era blu, con delle spirali color oro.
Sì, era decisamente il pugnale di Amelia, mentre l’altro doveva essere per forza il secondo pugnale… Era rosso scuro, con gli stessi ornamenti d’oro.
La ragazza e Tivresh si scambiarono un’occhiata fugace.
Possibile che non fossero un’illusione? Possibile che le Ombre li avessero lasciati davvero lì? Forse quel drago li aveva sottratti agli elfi. Quel drago di cui non conoscevano l’identità…
Amelia si alzò, correndo verso i pugnali.
Li afferrò, constatando che non erano un’illusione, erano veri foderi.
Ammirò per qualche secondo quello blu, con aria sognante. Finalmente l’aveva ritrovato… Avrebbe potuto compiere le sue missioni, ora.
Sfilò la lama del pugnale lentamente, ammirandone la lucentezza e il filo tagliente, mentre un’energia piacevolmente benefica la attraversava.
Sorrise.
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla, così si voltò, vedendo Tivresh col suo stesso sorriso dipinto in volto.
-Sono loro?- le chiese il giovane.
-Sì, quelli autentici!- rispose lei, eccitata -Ora cosa dobbiamo fare?
L’amico smise di sorridere.
Amelia rimase un po’ turbata, e cercò di coinvolgerlo un po’: -Ehi, siamo a un passo dalla vittoria!
-No, non lo siamo. Manca ancora tanta strada…
-Cosa intendi dire?- domandò la ragazza, spaesata.
-Vedi… Dovremo realizzare tutte le profezie, nessuna esclusa. E in questo ci serve Kento, io non le conosco tutte, so solo che dovremo uccidere il re degli elfi, Aster.
-Capisco… Quindi dobbiamo tornare a Yostrid?
-Sì, pregando che le Ombre non ci abbiano preceduti- annuì Tivresh -ora tieni i pugnali con te, sei la più forte del gruppo, dopotutto. Dobbiamo muoverci.
Il ragazzo corse a prendere l sue cose, mentre Jek li guardava, in attesa di spiegazioni.
Amelia decise di prendersi quell’ingrato compito.
-Jek, senti- cominciò -ci dispiace di averti scombussolato un po’ la vita, ultimamente. Ora dobbiamo tornare a Yostrid, dovrai proseguire il viaggio da solo.
-Perché? Voglio… Voglio accompagnarvi. Vi prego, ho le pozioni, la sfera, potreste parlare già ora col vostro amico!- tentò di dire il ragazzo.
La rossa stava già per rifiutare, ma Tivresh la bloccò, uscendo dalla caverna e dicendo: -Jek, è pericoloso stare con noi. Lo sai?
-Sì, ho visto tutto con i miei occhi e… Credo che mio padre sarà più felice se aiuterò voi, prima di andare a cercarlo. Mi sentirei solo in colpa, se me ne andassi- rispose lui, con convinzione.
Tivresh guardò l’amica per qualche secondo.
-D’accordo. Una mano in più non può darci che sollievo- acconsentì la ragazza, a malincuore.
Jek sorrise, con uno sguardo di sfida.
-Non deluderò le vostre aspettative. Mi renderò utile!- così dicendo afferrò lo zaino di pelle, pieno di ampolle e abiti.
Tivresh si immedesimò in un capo. Ordinò: -Andiamo, subito. Ci aspetta un lungo viaggio.
I tre si avviarono per la discesa scoscesa della montagna, diretti alla cittadina di Yostrid.
Uno spiritello dell’aria, formato da soli vortici di vento, li guardò partire da sopra un albero, col visino pieno di disappunto. Di fianco a lui, anche una piccola spiritello dell’albero seguì con lo sguardo il gruppo, assieme all’altro spiritello.
Non finirà bene, questa storia dei pugnali… Disse la spiritello fatta di fogliame.
Tranquilla, certamente Madre Natura ha previsto tutto. Non devi essere incerta. Le rispose l’altro.
Sarà, ma non mi convince…
Neanche a me, ma dobbiamo avere fiducia nella potenza di Madre. La Custode promette bene, a differenza dei due prescelti dei pugnali.
Lo so disse la spiritello ma non posso fare a meno di essere preoccupata.
Già, vedremo molto dolore e molta distruzione. Ammise lo spiritello dell’aria, prima di andarsene, seguito dalla compagna.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio Autrice
 
Ciao gente!
E’ incredibile quanti capitoli si possa sfornare, ascoltando i Nickelback!
E anche grazie all’influenza dell’amore… Ora sì che rimpiango i periodi in cui non andavo dietro a nessuno. Bei tempi.
Grazie a tutti, siete da stimare, per il solo fatto che leggete questa storia! <3
Giovedì è il mio compleanno :D…. Non ve ne frega niente, eh? Lo sapevo xD
Piuttosto… Avete domande? Critiche? Suggerimenti? Pareri personali sulla trama? Fatemi sapere, se vi va ^___^
Al prossimo capitolo gente!
 
ShinigamiGirl

   
 
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