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Autore: xredpants    22/04/2013    2 recensioni
Non vedo l’ora di tornare a casa, non vedo l’ora di sapere che si è tutto sistemato, che nessuno ce l’ha più con me, che io non ce l’ho più con me.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,                                                                                                                        28 gennaio 2011                                            
 
non trovo parola migliore di “libertà” per esprimere in che modo io mi senta adesso, non c’è parola migliore per descrivere cosa si prova quando per mesi bisogna rimanere chiusi in una clinica per guarirsi e poi uscirne, non c’è parola migliore che affermi lo stato di quiete di una persona. Non sapevo come iniziare a scriverti oggi, credo si sia notato, non so, mi sento diversa, saranno forse i muri bianchi e rossi della mia stanza che mi fanno sentire più libera, più allegra, forse perché adesso sono a casa mia e vicino a me c’è mia madre che mette nei giusti armadi i miei vestiti ed io la osservo attentamente perdendomi nei suoi movimenti, nel suo modo di attribuire a ogni cassetto un colore: nel primo cassetto mette le magliette gialle, rosse e arancioni; nel secondo le felpe di colore chiaro; nel terzo le magliette nere, grigie e di tonalità relativamente scure; nel quarto le felpe e le maglie lunghe che sono sistemate facendo in modo che ci sia una scala di colori che vada dal colore più scuro a quello più chiaro e infine negli armadi mette i jeans e le giacche. Ecco, forse mi sento libera perché mi mancava tutto questo, mi mancava vedere mia madre che si prende cura delle mie cose, mi mancava vedere la mia stanza e osservare dalla mia finestra la camera della mia migliore amica che fino a tempo fa mi parlava a gesti e la casa del ragazzo che è innamorato di me dalla quarta elementare. Avevo, addirittura, scordato quanto fosse comodo il mio letto a una piazza e mezzo con delle lenzuola a fiori e una coperta di lana di colore rosso chiaro, mi ero dimenticata del quadro che appesi all’eta di sei anni nella parete di fronte alla porta della mia stanza. Sai, questa è l’ultima pagina di diario che scrivo perchè il dottore dice che devo smettere di parlare dei miei problemi con uno stupido foglio, peccato che il dottore non sa che un foglio al giorno mi aiutava a stare bene. Mia madre, però, ha deciso che tu sarai l’ultimo diario, quindi non dovrò più comprarti; dice, come il dottore, che se d’ora in poi dovessi avere delle difficoltà dovrei parlarne a voce con qualcuno, tipo la mia migliore amica; questo, perciò, è anche il nostro addio. Sto cercando in tutti i modi di scrivere in piccolo così da poterti raccontare tutto quello che avevo intenzione di dirti: sono appena tornata da casa di Valerie, lei non c’era, c’era sua madre che piangeva accovacciata a un cuscino, appena la vidi corsi da lei e mi disse che Valerie era stata ricoverata in ospedale, appena arrivata gli fecero una lavanda gastrica perché aveva ingerito della candeggina. Mi misi a piangere, non me lo sarei aspettato da una ragazza come lei. La madre era così preoccupata che mi abbracciò e disse “Ti prego, fallo per me e lei, stargli vicino d’ora in poi, non può morire e tu hai bisogno di lei e anche io”, sembravo un fiume in piena, è stata una scena terribile. Ora sono qui in camera a piangermi addosso con la speranza che Valerie guarisca presto, anzi, ora vado in ospedale, vado a trovarla, alla fine non l’ho ancora ringraziata per essere venuta a trovarmi ogni giorno in clinica. Appena torno ti aggiorno.
 

 
Sono tornata ora dall’ospedale: mi hanno impedito di vedere la mia migliore amica, il medico ha detto che sta bene e deve solo fare dei controlli ogni tanto, domani la dimettono e ho chiesto alla madre se Valerie sarebbe potuta rimanere a dormire a casa mia domani sera e passare il giorno dopo con me e lei ha accettato. Sono felicissima, passerò del tempo sola con la mia amica dopo così tanti mesi, non vedo l’ora. Come immaginavo non c’è più spazio, manca una riga alla chiusura della pagina e questa è la mia ultima frase e la uso solo per dirti grazie, grazie per avermi salvata.
 
- ancora e per l’ultima volta la tua Demetria



Spazio autore

Io vi amooo, anche se mi avete recensito solo in quattro il prologo io vi amo lo stesso ahah. 
Eccomi ritornato, scusate il ritardo ma ho avuto problemi scolastici relativi a pagelline e cazzate varie. In questo capitolo Demi esce dalla clinica e si ritrova a ripercorrere tutto ciò che aveva lasciato, scopre che l'amica soffre e nei prossimi capitoli sarà la nostra Demetria a dover aiutare qualcuno e non essere aiutata. Ho voluto cambiare un pò rispetto a tutte le altre storie, tutti vedono Demi come una ragazza che soffre e che deve essere accudita, ma nessuno può pensare che sì, soffre, ma nel frattempo si dedica anche alle persone che la circondano, cosa che credo che lei faccia sempre. Mi farebbe felice sapere che la storia vi piace, fatemi sapere nella recensione e sì, recensite in tanti ahah


Un salutoneee, -Phil. 
  
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