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Autore: TheOnlyWay    22/04/2013    7 recensioni
«Ora possiamo parlare?»
«Lo sai, vero, che non puoi saltarmi addosso ogni volta che non voglio ascoltarti?»
«Mi diverto con poco, che vuoi che ti dica? E poi saltarti addosso non mi dispiace.»
Sei arrabbiata con lui, ricordatelo, si ripeté June mentalmente. Eppure, per quanto avrebbe voluto prendere Harry a schiaffi e urlargli di andare al diavolo, non riuscì a non sorridere debolmente.
«Comincio a pensare che tu abbia qualche problema con la coerenza, Harry. Sbaglio o poco fa hai detto che non c’era niente di cui parlare?» gli ricordò, un po’ mestamente.
Harry alzò gli occhi al cielo e le liberò i polsi. Tuttavia, non accennò ad alzarsi.
«Mi fai così incazzare, June, che non ne hai idea.»
«Io? Oh, questa è bella.»
«Ci sto provando, okay?» Harry sbuffò, poi si lasciò cadere di lato e si mise a pancia in su. Fissava il soffitto, ma con la mente era altrove.
June lo osservò per un attimo, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa. Non che fosse facile, perché Harry aveva una mentalità particolarmente contorta, oltre che una testa bacata.
«Voglio che tu ti fidi di me.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 13.
 





June sapeva alla perfezione che, prima o poi, avrebbe dovuto dire a Louis tutta la verità. Certo, poteva magari risparmiarsi il racconto dei due baci, però di certo non poteva fingere di non aver aggiunto un nuovo peluche alla sua più che fornita collezione.
E poi, Mr. Carota era gigante e non passava inosservato.
Si voltò verso Harry, che la osservava dal posto di guida con un sorriso sereno. In quel momento, June ebbe come l’impressione che tutto l’astio che provava per lui fosse completamente scomparso.
«Non ci credo che lo sto per dire, ma sono stata bene, questa sera.» mormorò, guardando fuori dal finestrino per mascherare le guance rosse.
Si strinse Mr. Carota al petto e affondò il viso nella testa del coniglio. Harry la guardò di sott’occhio, poi sorrise.
«Ho una voglia matta di baciarti, June.»
June si aspettava una piazzata del genere da parte di Harry, ma non credeva di certo che sarebbe stato così diretto.
«Harry…» sospirò, senza sapere bene cosa dire. Pensava di essere già stata abbastanza chiara, poco prima. Non è che ogni volta che lo vedeva doveva dire “Ciao, Harry, e ricordati che non mi piaci.”
«Che c’è?» domandò lui, candidamente. June inarcò un sopracciglio.
«Mi metti in imbarazzo.»
«Mi dispiace, ma è quello che penso. Volevi la sincerità, giusto? E, sinceramente, vorrei baciarti.» ripeté, tranquillo.
«Ora sarà meglio che vada, grazie per il passaggio.»
In quanto a cambiare argomento, avrebbero dovuto darle un riconoscimento ufficiale, pensò June. Come cambiava discorso lei, non lo faceva nessuno.
«Buonanotte, piccola.»
«Ciao, Harry.»
Gli sorrise brevemente e, un attimo prima che scendesse dalla macchina, Harry la afferrò per un braccio, la tirò indietro e le stampò un bacio sulle labbra. June biascicò un insulto ed alzò la mano per schiaffeggiare Harry, ma proprio in quel momento qualcuno picchiettò sul finestrino.
Harry lasciò andare June, confuso, poi sbiancò, quando si rese conto che Louis non sembrava propriamente entusiasta di trovarlo con la bocca incollata a quella della sua futura sorellastra.
«Sarà meglio che vada.» mormorò. June annuì, poi sorrise vittoriosa.
«Questa te la sei cercata, Harry.»
«Probabile, ma non cambia le cose. Volevo baciarti e l’ho fatto.» dopodiché, fece un cenno del capo a Louis, che non ricambiò, e mise in moto.
June sorrise a Louis, in segno di gratitudine.
«Entra in casa, fa freddo.» borbottò lui, poi la precedette e si avviò lungo il vialetto. Le tenne la porta aperta, senza levarle gli occhi di dosso. June strinse Mr. Carota come se fosse la sua unica ancora di salvezza e in punta di piedi salì le scale e andò a chiudersi in camera.
Sapeva che Louis voleva parlare con lei, ma ciò non significava che dovessero farlo subito. Poteva tentennare per qualche minuto, no?
Adagiò con cura Mr. Carota accanto a Pistacchio e li osservò, poi sorrise.
Non credeva che Harry sarebbe stato capace di un gesto carino nei suoi confronti. Era stato così dolce che l’aveva completamente spiazzata e lasciata senza parole.
Il suo comportamento, comunque, era un po’ destabilizzante. June non sapeva mai come comportarsi. Insomma, un momento Harry sembrava quasi tranquillo, tanto che le proponeva di mangiare Nutella e vedere un film e le regalava il suo peluche preferito, l’attimo dopo, se ne usciva con quei discorsi da latin lover che la facevano sentire come una ragazzina alla prima cotta.
Scosse la testa, poi aprì il cassetto alla ricerca di un pigiama pulito.
Lo indossò con calma, con il pensiero fisso su Harry e sul suo futuro e probabile litigio con Louis, dopodiché sospirò e tornò al piano di sotto, cercando di fare il minor rumore possibile per non disturbare il sonno di Sam e Johannah.
Louis era in cucina, appoggiato coi fianchi al tavolo. Aveva le braccia incrociate ed un’espressione mortalmente seria. Tuttavia, allungò a June una tazza di tè alla vaniglia e le fece cenno di sedersi.
June ringraziò debolmente, poi si accomodò. Louis rimase in silenzio ancora qualche secondo, poi sorrise. Ma non era divertito, notò June, sembrava più amareggiato.
«Buffo. Ero convinto che saresti uscita con Alice.» commentò, gelido. June arrossì e abbassò il capo, colpevole. Non aveva mai discusso con Louis e si stupì che il solo pensiero di averlo deluso la facesse sentire così in colpa.
«Mi dispiace.»
«Sì, è evidente.»
June fece per ribattere, ma Louis la interruppe con un gesto brusco della mano.
«Sai qual è la cosa più divertente, June? Che ho litigato con Harry, convinto che la colpa fosse solo sua, ma evidentemente mi sbagliavo. Vi siete divertiti tutti e due a prendermi per il culo, non è così?»
June sussultò, colta di sorpresa. Non era pronta a ricevere tanto rancore da parte di Louis. Era insopportabile vedere il tradimento dipinto sul suo viso e, ancora peggio, non tollerava che non le stesse sorridendo.
Non voleva rovinare il rapporto con lui.
Non da quando si era resa conto che era diventato una parte fondamentale della sua vita.
«Non volevo prenderti in giro, Louis!» protestò, con veemenza. Louis fece una smorfia incomprensibile.
«Dico sul serio, credimi.» continuò June. Lasciò la tazza – ancora piena – sul tavolo e si alzò in piedi si avvicinò a Louis, che restò stoicamente fermo e inespressivo.
«Te l’avrei detto stasera stessa.»
«Davvero?»
June sorrise e annuì, lievemente più serena. Punzecchiò la pancia di Louis con le dita, cercando di smuoverlo un po’. Dopo nemmeno un paio di secondi, Louis le bloccò entrambi i polsi e glieli intrappolò dietro la schiena.
«Mi stai facendo il solletico, piantala.»
«E dai, fammi un sorriso!» cinguettò June, senza accennare a sottrarsi dalla presa leggera del ragazzo.
Louis rimase serio ancora qualche secondo, ma quando June gli fece gli occhi dolci, non poté più resistere e sorrise.
«Sei una bugiarda incallita.» ridacchiò, meno nervoso.
«Ma mi vuoi bene lo stesso, non è vero?» domandò June, angelica.
«Secondo te?»
«Secondo me sì, me ne vuoi tantissimo.» annuì, convinta. Louis sbuffò.
«Mi sa che è per questo che non riesco a prendermela con te.» detto questo, le lasciò andare i polsi e June ne approfittò per gettargli le braccia al collo e tempestargli le guance di baci.
«Non finisce qui, comunque.» la avvertì Louis.
June annuì, poi sorrise. Non era così ingenua da pensare che si sarebbe dimenticato della questione nel giro di pochi minuti, ma per lo meno il peggio era passato.
Almeno per lei, perché June sospettava che Louis con Harry ci sarebbe andato giù bello pesante.
Quando si accorse di aver pensato che la colpa non era tutta di Harry e che a parte in quegli ultimi minuti si era comportato bene per tutta la sera, June cominciò a preoccuparsi.
Ci mancava solo che cominciasse a giustificare Harry e i suoi comportamenti idioti. Si meritava che Louis gli desse una bella lezione e che lo picchiasse e che…
«Non fargli tanto male, ti prego.» mormorò.
Louis scoppiò a ridere.
«Ad Harry, dici? Certo che gli farò male! Minimo gli rompo le dita, una alla volta, così imparerà a tenere le sue zampacce pervertite lontane dalla mia sorellina. E poi gli taglierò la lingua, sempre per lo stesso motivo. E gli caverò gli occhi. Oh, e potrei anche tagliarli il»
«Louis! Ti prego. Ti assicuro che Harry ha tenuto ogni cosa al suo posto, non c’è bisogno di vivisezionarlo. Forse potresti provare ad asportargli una parte del cervello, così magari la sua deficienza congenita sparirebbe. Oppure potresti fare come quelli di CSI! Gli impianti un microchip dietro l’orecchio e lo telecomandiamo.»
Louis rimase in silenzio, un po’ frastornato da quella valanga di chiacchiere, poi sorrise e coprì la bocca di June con la mano. Le fece segno di salire al piano di sopra e di entrare in camera.
June eseguì in completo silenzio e quando furono di nuovo soli, riattaccò a blaterare.
«Sai cosa stavo pensando? Che se quella cosa del microchip funziona, potremmo far vestire Harry come una ragazza. Ho visto un vestito arancione davvero brutto, l’altro giorno. Possiamo farglielo mettere, sono sicura che starebbe malissimo! Che ne dici?»
Louis prese un altro respiro profondo, poi scoppiò a ridere.
«Si può sapere cosa c’era, su quella pizza?» chiese, ancora incredulo. Perché le alternative erano due: o June era impazzita tutto di colpo, oppure Harry l’aveva drogata.
Quando si rese conto del silenzio inquietante appena sceso nella camera, Louis si voltò verso June e la trovò immobile, con i pugni contratti e gli occhi stretti in un’espressione quasi furiosa.
«Louis, fratellone, come fai a sapere che ho mangiato la pizza?» sibilò. Louis deglutì vistosamente, colto in flagrante.
Boccheggiò qualche istante.
«Ho sparato a caso! Ho indovinato?»
«Louis.»
«Ho indovinato! Ti immagini che genio, che sono? Pensa cosa potrei fare se mi dessero un’arma di distruzione di massa.»
«Louis.»
«Mamma mia, sono un fenomeno. Un chiromante! Non solo sono un cantante eccezionale, un calciatore di fama internazionale e un gran figo, sono anche un sensitivo!»
«LOUIS! Si può sapere che accidenti stai dicendo?» lo interruppe June. Poi rimase in silenzio ancora un attimo, giusto per riordinare i pensieri ed essere certa che i suoi sospetti non fossero poi così infondati.
«Louis…»
«Sì, scricciolo?»
«Non è che, casualmente, sapevi già che sarei uscita con Harry?» domandò, con una freddezza che fece rabbrividire Louis.
Ed ora? Cosa gli conveniva fare? Negare fino alla morte o dire la verità? E cioè che Harry l’aveva chiamato quella mattina, per raccontargli ogni cosa e per chiedergli il permesso di uscire con June.
Louis aveva avuto come il sospetto che impedire ad Harry di vedere la sorella sarebbe stato un po’ come gettare altra legna sul fuoco. Harry si sarebbe intestardito ancora di più e non avrebbe lasciato mai in pace June.
Se invece fosse usciti insieme, c’era sempre la possibilità che June non gli piacesse poi tanto e che la sua approvazione riducesse i brividi del fare le cose di nascosto.
Molto elegantemente, Louis aveva fatto presente ad Harry che se solo avesse osato far soffrire la sua sorellina gli avrebbe staccato i gioielli di famiglia con una mannaia e poi aveva dato la sua “benedizione”. Harry aveva riso e aveva risposto che l’affetto che Louis provava per quella ragazza acida era quasi esagerato e che se non la piantava di fare la mammina apprensiva, probabilmente l’unico a cui sarebbero spariti i gioielli sarebbe stato proprio lui.
«Ma come ti salta in mente?»
«Mi hai fatta sentire in colpa per niente! Che stronzo.» mugugnò June, offesa.
E lei che si era fatta milioni di paranoie! E quell’infame sapeva tutto. Probabilmente Harry l’aveva informato della cosa.
Che faccia tosta, aveva anche avuto il coraggio di farle tutto quel bel discorsetto sul “frequentiamoci alla luce del sole”.
La prossima volta che l’avrebbe visto, l’avrebbe ammazzato, così imparava a prenderla in giro.
«Per la cronaca, non sapevo che l’avresti baciato.» farfugliò Louis, in difficoltà.
«Per la cronaca» lo scimmiottò June «lui ha baciato me!»
«Però tu ci sei stata.»
June arrossì furiosamente e allungò un calcio sullo stinco di Louis, che urlò.
«Ma sei pazza? Mi hai fatto male!»
«Cavoli tuoi, almeno la prossima volta non ti apposti come un guardone. Brutto pervertito che non sei altro.» June sorrise soddisfatta.
«Comunque…» aggiunse, poco dopo. «Secondo te il microchip funziona sul serio?»



***



Ehm... oggi sono particolarmente di fretta, perchè non mi sento per niente bene ed è una giornata un po' così. Perciò mi dileguo subito. Spero che il capitolo vi sia piaciuto <3
Baci,
Fede <3
   
 
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