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Autore: AliceFoster    23/04/2013    1 recensioni
Siamo a Berlino nel 1975, anno in cui la città è divisa in due parti dal Muro di Berlino. Takuto è un nobile figlio di un'importante famiglia che vive ad ovest del muro, Kirino è un orfano che sopravvive di stenti ad est. Takuto e Kirino diventeranno amici, ma le due frazioni non sono in buoni rapporti...
Questa fic mi è venuta in mente mentre "studiavo" storia... la mia mente fa davvero collegamenti strani.
E' la mia prima fic, siate clementi... Ci vediamo dentro! ^^
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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POV KIRINO
 
Fisso ancora un po’ spaesato il punto dove è scomparso il ragazzo, poi mi giro e torno strascicando i piedi verso la casetta diroccata dove abitavo prima e che ora mi offre a malapena un tetto sotto cui ripararmi, accendo un piccolo fuocherello e mi siedo su una vecchia sedia, la preferita del mio babbo, a riflettere. Ripenso ai vecchi tempi in cui vivevo con i miei due papà. Io ero stato adottato e non avevo mai conosciuto i miei genitori, ma non ho mai sofferto per questo. Provavo molto più dolore nel vedere scansati dalla gente i miei tutori, solo perchè erano gay. E io ero il figlio del demonio, il bambino cresciuto con due creature che, secondo tutti, avevano sicuramente venduto l’anima al diavolo. Ma alla fine non mi interessava molto quello che si pensava di noi, perché stavamo bene insieme. Ricordo ancora la modesta casetta quando le bombe non l’avevano ancora distrutta: aveva delle delicate pareti color con tanti bei quadri dipinti dai miei genitori appesi alle pareti. C’era una piccola cucina in legno e un bel camino che accendevamo sempre, anche d’estate, perchè amavamo riunirci attorno ad esso a raccontarci storie tristi di dame rapite e cavalieri coraggiosi. Rivedo ancora il viso rilassato di Myoka mentre ascoltava a voce profonda si Shinjuku e il bacio che si scambiavano ogni sera, augurandosi la buona notte. Un bacio a fior di labbra, casto, non come quelli che vedevo e vedo ancora scambiarsi tra le coppie “normali”, così possessivi e disgustosi. Secondo me sono quelli che hanno venduto l’anima al diavolo… Asciugo una lacrima che si è fatta strada tra la sporcizia del mio volto e mi perdo nuovamente nei ricordi. E’ cominciato tutto, o meglio, la fine è cominciata quando quell’uomo è salito al potere. All’inizio non sembrava fare niente di male, ma poi sono cominciate le persecuzioni. Ebrei, zingari, storpi, gay. Tutti portati via da un treno, lungo e nero, che sembrava non dovesse finire mai. Noi siamo fuggiti, prima in Austria, poi in Francia. Ma ovunque andassimo il treno era sempre lì per portarci via. Alla fine siamo tornati a Berlino, nella nostra casa. E li è successo. Era notte, dormivamo. Sono arrivati i dei soldati, hanno bussato. Noi non abbiamo risposto e loro hanno buttato giù la porta. E’ stato tutto talmente veloce  che mi ricordo solo le urla di Mica e Shinuky morenti, la loro voce che mi gridava di scappare, il pavimento scivoloso di sangue. Sono fuggito lontano, dall’altra parte della città, e sono tornato solo una settimana dopo. Più che dei soldati, avevo paura  di vedere i miei genitori morti, i loro cadaveri sul pavimento incrostato di sangue. Quegli inietti li avevano lasciati così, accasciati per terra, stretti l’uno nelle braccia dell’altro, gli occhi aperti in un muto grido di terrore. Ma vedevo anche amore nei loro occhi spenti, che sentivo essere rivolto a me e al compagno che abbracciavano, e la felicità di essere rimasti insieme fino all’ultimo. Li seppellii nel pratino dietro casa, in profondità. La bombe non li hanno toccati. Vado spesso da loro quando sono giù, cioè sempre. Finita la guerra vera e proprio la parte dove vivo è  stata occupata dai Sovietici, l’altra dai Francesi, dagli Inglesi e dagli Americani. I soldati dell’ URSS sono tremendi, nessuno può oltrepassare il confine, pena la morte.. Di qua si patisce la fame, le strade sono distrutte, le case rase al suolo. Si dice che di là, oltre il muro, ci siano giardini pieni di alberi sempre in frutto, case colossali messe a disposizione di tutti e che regalino il cibo. Cose assurde, lo so, ma se la gente racconta ci deve pur essere no? Così sono andato a vedere e ho incontrato lui. Quel ragazzino solo, tutto ben vestito, lavato e profumato, con quei capelli grigi dolcemente mossi, sembravano così setosi, così morbidi… e quegli occhi profondi di un nocciola quasi rosso, così intensi, da cuo trapelava gioia ma anche dolore. Dolore per cosa? E perché se ne stava tutto solo? Appena lo avevo visto il cuore aveva preso a battermi all’impazzata ed ero diventato tutto rosso, scivolando giù dalla scala. Sapevo di essere gay, ma da quando i miei sono morti non ho mai voluto ammettere di provare amore verso qualcuno, forse perché tutte le persone che mi stanno vicino finiscono prima o poi col morire o con l’abbandonarmi, spezzandomi il cuore. Eppure… cullato da questi pensieri, scivolai nel sonno senza accorgermene, desiderando di rivedere quel ragazzo il più presto possibile.

Angolino dell'autrice e di tutta una serie di personaggi che non farà comparire perchè non ha il tempo di scrivere
Ok, questo è stato un vero parto. In tutti i sensi perchè un pezzo ne ho scritto mentre ero in ospedale. Ma tralasciamo....
Premetto che doveva essere tutt'altra cosa, ma poi e scappata fuori questa "creatura" e... va buo, l'ho scritta di getto. Peccato che la prima stesura non avesse senso e che l'ho dovuta modificare tutta. (della serie: io ho andando dall'altro della città capo....)
Kirino è diventato una specie di psicologo che tira fuori i sentimenti di un morto dallo sguardo che aveva prima di morire. contento lui...
Almeno è uscito fuori qualcosa. Una volta finito non sapevo se ridere dalla contentezza di non dover scivere più di morti per altri tre giorni o mettermi a piangere perchè avevo ucciso un sacco di gente innocente (cioè due persone... -.-) e perchè vi faccio leggere queste cose indecenti.
P.S vorrei un consiglio: lascio questo rating o lo metto giallo? Ci sarà almeno un'altra scena in cui descrivo la morte di qualcuno in maniera piuttoso dettagliata... non tanto, ma non so se rientri comunque nel verde.
Bisez *3*
Ali
  
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