Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ary Granger    23/04/2013    2 recensioni
Chi potrebbe mai amare una bestia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6

La carrozza proseguiva lungo il sentiero innevato e sdrucciolevole, lasciando sobbalzare il suo passeggero impaurito.
“Si fermi, la prego si fermi!” gridò Ralph, picchiettando rassegnato sul tetto della vettura.
Ad un tratto il veicolo si fermò con una brusca frenata lasciando ruzzolare il povero signor Granger sul posto vuoto davanti a sé. Sollevandosi con tutte e due le mani dal piccolo divanetto, soddisfatto di esser finalmente riuscito a fermare quello “strano trabiccolo”. La piccola portiera si aprì da sola e scaraventò Ralph sulla neve con il suo cappello a falde larghe.
L’uomo, del tutto sorpreso, ebbe solo il tempo di osservare la vettura richiudere velocemente lo sportello ed avviarsi velocemente verso la foresta. Infreddolito, osservò il paesaggio buio intorno a sé alla ricerca di qualcosa di familiare. La notte era ormai calata sul sentiero ma riconobbe in lontananza il vecchio ponticciolo alle porte della piccola Crowstone. Spolverandosi la neve dalla giacca, pressoché fradicia, ed afferrato l’amato capello si diresse di corsa verso il villaggio alla ricerca di aiuto. Percorso il ponte ghiacciato ed attraversato il vialetto in direzione del villaggio si diresse verso la prima abitazione ancora illuminata: l’osteria.
Spalancò le porte del locale sotto gli occhi perplessi e indagatori di molti maghi intenti nel gioco e nel bere.
“Vi prego aiutatemi!” gridò facendosi largo tra la gente.
“Aiutarti? Cosa è successo?” accorse verso di lui il vecchio oste mentre molti occhi curiosi si posavano sul vecchio babbano.
“UN MOSTRO!” urlò il signor Granger afferrando con disperazione il colletto della camicia dell’uomo.
“Un mostro? Di cosa stai parlando?” chiese perplesso un avventore tenendo stretto il manico del boccale di burrobirra.
“Un mostro nella foresta dentro ad un castello vi dico!” esclamò il pover’uomo.
“Un mostro nella foresta? Uh che paura...” chiese un uomo barbuto lisciandosi la barba e suscitando una fragorosa risata generale.
“Vi dico che è vero! Si trova in un buio castello nella foresta!” urlò Ralph cercando di convincere le facce incredule e deridenti dei maghi che lo circondavano.
“Dimmi aveva delle grosse zanne sul volto?” fece un uomo ghignando ed  avvicinandosi usando due imbuti delle botti per imitare i due denti spaventosi.
“Oh si! Spaventose zanne!” disse con convinzione e terrore il babbano.
“E delle corna sulla testa?” disse un altro suscitando una fragorosa risata degli altri avventori.
“Corna aguzze come coltelli!” esclamò il vecchio girando per l’intera sala alla ricerca anche del più piccolo aiuto “E’ la verità! Ho bisogno d’aiuto!”.
“Ci credo bene che hai bisogno d’aiuto” fece una voce dal fondo della sala zittendo tutti ed aprendo un varco tra il povero Ralph e l’uomo che aveva appena parlato.
Blaise era seduto su di una maestosa poltrona accanto all’enorme camino dell’osteria, adornato dei suoi trofei di caccia, circondato da ragazze del locale. Guardava il babbano di fronte a sé come un insetto repellente la cui presenza era dannosa per l’intera comunità.
“Blaise! Tu mi credi?” si avvicinò disperato al mago che teneva tra le mani la bacchetta rigirandosela tra le mani.
“Ma certo, Ralph, ma qui tutti ti crediamo sulla parola!” così dicendo si alzò e si avvicinò all’uomo “Tutti sappiamo quanto tu abbia bisogno d’aiuto!”.
Una fragorosa risata si espanse per l’intera sala, lasciando inebetito l’inventore.
“Blaise mi aiuterai?” chiese supplichevole afferrando una manica della camicia del mago.
 “Ma certo vecchio!” rispose il ragazzo strattonandosi dalla sua presa ed avvicinandosi a Theodore, piegato in due dalle risate, sussurrò “Buttatelo fuori”.
Due maghi afferrarono per le braccia il signor Granger scaraventandolo fuori dal locale ridendo sguaiatamente.
“Quel babbano ci fa fare sempre delle grasse risate!” disse un uomo bevendo un sorso di firewisky.
“Già! E’ proprio matto da legare!” fece un altro lanciando una carta sul tavolo verde da poker “Da manicomio!”.
Blaise grattandosi il mento, ascoltò il discorso tra i due.
“Matto da legare...” sussurrò tra sé lasciandosi trasportare dal pensiero.
La figlia di quel vecchio matto l’aveva rifiutato davanti l’intera cittadina, lasciando preda di pettegolezzi e risate. Avrebbe avuto la sua sposa, nolente o volente ed avrebbe usato ogni mezzo per averla.
L’idea nella sua testa prese forma, lasciando un ghigno crudele e soddisfatto sul suo viso, tanto da incuriosire l’amico seduto accanto a lui.
“Blaise quando pensi sei pericoloso...” fece Theodore sorseggiando con un sorriso la sua burrobirra.
“Lo so mio caro amico, lo so” disse strattonando l’uomo e facendogli così cadere il boccale “E mi è venuta un’idea della quale sono molto orgoglioso! Preparati a farmi nuovamente da testimone!”
Osservando con disappunto il resto della sua bevanda sul pavimento e su i suoi pantaloni scuri di velluto rispose “Ah si? E chi sarebbe stavolta la fortunata?”
Con un ghigno malefico e soddisfatto fece a gran voce “Hermione Jane Granger”.
“Ma..ma come?” fece l’altro titubante.
“Ti svelo il mio piano vedi noi...” cominciando a sussurrare nell’orecchio dell’uomo al cui termine del discorso scoppio in una grassa risata.
“Devo proprio dirtelo, sei un genio Blaise! Criminale ma genio!” esclamò Theodore posando la mano su una spalla muscolosa del moro.
“Grazie, ne sono consapevole!” disse l’altro lanciando una sonora pacca sulla schiena dell’uomo che si piego in due dalla botta.
Inconsapevole del dolore del signor Nott, Blaise si alzò dalla poltrona e a gran voce esclamò “Siete invitati tutti alle mie prossime nozze con la signorina Granger”.
Un uomo panciuto con lunghi baffi sghignazzò tra sé alla proposta “Sempre se non si rifiuta!”
Il ragazzo moro afferrò immediatamente il vecchio tremante premendogli la bacchetta sulla base del collo “Vecchio, tranquillo! Le nozze ci saranno...”.
Lasciando cadere a terra si voltò verso gli altri maghi ammutoliti ed impauriti.
“La mia sposa non potrà rifiutare la mia nuova proposta!” e rivolgendosi sorridendo all’oste disse “Dai a tutti da bere! Si festeggia stanotte!”.

Il povero signor Granger, infreddolito e tremante percorse le strade del villaggio invocando aiuto ma senza alcun risultato, se non quello di qualche fattura scagliatagli contro e fortunatamente scansata. Stanco ed avvilito si diresse verso la sua piccola casa tossendo. Si sentiva la fronte calda ed il freddo e l’acqua gli erano entrati nelle ossa. Spalancò la porta e chiudendola dietro di sé svenne sul pavimento di legno dell’abitazione.
Si risvegliò il giorno successivo mentre una leggera luce rossastra filtrava dalle piccole finestre lasciando intuire che il sole stesse ormai tramontando.
Si alzò da terra distrutto dalla febbre di cui ancora era preda massaggiandosi la mascella ed il braccio sinistro che avevano colpito per primi il pavimento quando la notte prima era svenuto.
Nonostante la tosse ed il dolore alle membra che lo piegavano su sé stesso si riscosse pensando alla sua bambina.
“Devo salvarla!” disse con convinzione dirigendosi con gambe piuttosto malferme verso la propria camera da letto.
“Se nessuno vuole aiutarmi farò da solo ma non la lascerò nelle grinfie di quella bestia! Fosse l’ultima cosa che faccio!” così dicendo afferrò un giaccone dall’armadio, una sciarpa di lana che si avvolse intorno al collo ed una cartina dell’intera regione.
Non era di certo un mago ma era comunque un uomo che amava sua figlia più della sua stessa vita e questo bastava ad infondergli coraggio ed a donargli la forza necessaria per liberare Hermione.
Uscì dalla piccola casa e si diresse a gran passi verso la foresta, stringendosi la sciarpa intorno al collo per il vento gelido che gli sollevava cappello e giaccone.

Nel medesimo istante due uomini avvolti in oscuri mantelli con il cappuccio sollevato sul capo si dirigevano a grandi passi verso una struttura agghiacciante immersa nel verde ed apparentemente abbandonata attraversando un vecchio cancello in ferro battuto avvolto da uno scheletro di edera ormai secca e spoglia.
La facciata dell’edificio, in perfetto stile barocco, era ormai del tutto rovinata dal tempo ormai passato e dalle intemperie. Una lugubre scritta troneggiava sull’imponente portone: Manicomio di Crowstone.
I corridoi erano disseminati di maghi, sporchi e deliranti, che al passaggio dei due uomini si rifugiavano spaventati dietro le strutture dei poveri letti. Uno di questi si avvicinò ad uno dei visitatori incuriosito tendendo una mano verso le falde del mantello lasciando scivolare così il cappuccio dal capo del mago.
Blaise, girandosi su se stesso, impugnò la bacchetta e schiantò contro la testata di ferro di uno dei tanti miseri letti il pover’uomo.
“Cristo Blaise era proprio necessario tutto questo?” chiese imprecando sottovoce Theodore.
“Nessuno deve toccarmi!” disse altezzosamente zittendo l’amico.
Silenziosamente entrarono in una porta intarsiata dal legno scuro.
“Signor Zabini, signor Nott, qual buon vento vi porta da me?” fece una figura incurvata su se stessa seduta ad una semplice scrivania illuminata da una povera lanterna ad olio.
“Lasciamo da parte qualsiasi convenevole Ferguson, sono venuto a parlarle di affari!” rispose Blaise sedendosi di fronte al vecchio.
Ferguson, sollevò gli occhi dalle carte che stava analizzando alzando un sopracciglio in direzione del ragazzo “Che tipo di affari?”
“Un affare dal quale potrebbe ricavarne un bel mucchio di galeoni!”
Il vecchio si pose le mani sotto il mento in attesa che il giovane parlasse “Ti ascolto” disse inchiodando i suoi occhi neri e spenti in quelli azzurri dell’uomo.
“Io voglio che lei interni un uomo nel suo manicomio” disse quest’ultimo con voce ferma e convinta.
“Perché mai dovrei internarlo? E soprattutto chi sarebbe il soggetto in causa?” chiese il vecchio con interesse.
“Ralph Granger”
Il vecchio rise mostrando degli orribili denti gialli e sbattendo una mano sulla sporca scrivania “Ralph? Ma è innocuo! Sarà anche un po’ strano ma di sicuro non è pazzo!”
Theodore, rimasto fino ad allora in silenzio, si fece avanti ridendo “Beh non dalle ultime che racconta, riguardo un fantomatico mostro nella foresta!”
“Comunque, come ho ribadito già prima è innocuo, non ho motivo per internarlo qui” così dicendo distolse l’attenzione dai due giovani lasciando intendere che il discorso fosse concluso.
Un sacchetto di denaro sonante si rovesciò sulla sua scrivania.
“Credo che questi siano un motivo più che valido per farlo o mi sbaglio?” disse Blaise lanciandogli contro una delle monete che il vecchio afferrò al volo.
“Oh ma lei vuole corrompermi che cosa deplorevole...” disse Ferguson rigirandosi il galeone tra le mani “Mi piace!” e così afferrò con forza il sacchetto pieno d’oro sghignazzando ferocemente.
“Manderò una mia vettura rinforzata a prendere il signor Granger quando lei mi dirà, signor Zabini!” così dicendo strinse le mani dei due uomini.
Quando uscirono si diressero verso la casa dei Granger, trovandola però vuota.
“Mi sa che ti è andata di nuovo male Blaise!” esclamò ridendo Theodore.
Il moro, puntò la bacchetta alla gola dell’amico “Non credo proprio! Tu resterai qui fino a quando non tornerà qualcuno e mi avviserai! Chiaro?”
“Come resterò qui? Ma Blaise!” Cercò di protestare l’altro.
La bacchetta del moro però lo scagliò contro il manto di neve vicino al cortile zittendo così le sue proteste.
“Ho detto che resterai qui!” mise la bacchetta dentro lo stivale e si incamminò verso il centro del paese, lasciando Theodore ripararsi vicino la stalla dei Granger con una smorfia di disappunto in attesa dell’arrivo dei legittimi proprietari.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ary Granger