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Autore: kissmepayne    23/04/2013    4 recensioni
E se conoscendo la morte, si incontrasse l'amore?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 2.

 
Alexia si svegliò di soprassalto. Era sudata e ansimava, aveva avuto di nuovo quegli orribili incubi che la perseguitavano ormai da molto, e non sapeva come fare a scacciarli via, ma sapeva che se fossero riapparsi ancora altre volte l'avrebbero trasferita in una clinica più alla sua "portata" e lei non lo voleva, le piaceva stare in ospedale e osservare le persone malate.
 
Le piaceva il via vai dei medici, le piaceva davvero tutto.  Si rannicchiò sotto le coperte, e si abbracciò le ginocchia con le braccia, poi scoppiò in un pianto silenzioso.  
Dopo qualche minuto, sentì qualcuno che si adagiava accanto a lei, e quando si girò trovò Emma che le sorrideva sincera. Alexia si sorprese di quel gesto, e tornò a piangere con il viso contro il petto di Emma, che nel frattempo la stringeva in un caloroso abbraccio pieno di promesse e progetti, pieno di amore e di amicizia, pieno di conforto, ciò che Alexia non trovava ormai da molto tempo.
Lei era in ospedale da quasi due settimane, e nessuno era andato a trovarla, né i suoi zii, ne i suoi nonni, nessuno.
 
Alexia sapeva però, nel profondo, che se i suoi genitori fossero stati ancora vivi, sarebbero andata a trovarla ogni singolo giorno, e le avrebbero tenuto compagnia, l'avrebbero distratta da tutta la malinconia e il dolore che le creavano una voragine nel petto, voragine che era scomparsa non appena Emma l'aveva stretta in quell'abbraccio, e la bionda sapeva, in cuor suo, che Emma era sincera, che voleva aiutarla, che voleva rimanere, ed Alexia l'avrebbe fatta restare, non l'avrebbe lasciata scappare.
 
 
Al mattino, quando Emma si svegliò nel letto della compagna di stanza, si accorse della sua assenza e subito si allarmò; si alzò velocemente dal letto e si infilò velocemente un tuta, poi uscì dalla stanza per cercare la bionda, che trovò poi nella Sala Ricreativa, intenta a fare colazione guardando la televisione.
 
La Sala era enorme.
 
C'erano vari divanetti disposti per tutto il locale, e due grandi finestre illuminavano la stanza. Su una parete c'era una grandissima libreria con libri diversi dal genere, alla grandezza, al colore.  C'erano diversi tavoli, e su un mobile erano sistemati vari fogli bianchi con accanto dei colori.
Le pareti erano ognuna di un colore diverso, una gialla canarino, un'altra verde acqua, un'altra rosa, e un'altra ancora rossa, come le tende che si calavano sulle finestre per limitare almeno un po’ la luce che filtrava.
 
Appena Alexia si accorse di Emma, si sbracciò e le mimò di sedersi accanto a lei, cosa che la mora fece all'istante. Si sistemò accanto all'amica e l'abbracciò disperatamente, ancora preoccupata per non averla trovata nel letto quella mattina.
 
«Mi sono presa un tale spavento quando non ti ho trovata nel letto!» esclamò la mora sospirando.
 
«Stai tranquilla, non scappo da nessuna parte.» Ridacchiò rassicurandola Alexia.
 
«Allora, suppongo che oggi dovremmo parlare un po’, per conoscerci meglio, non so nulla di te.» sentenziò Emma.
 
«Supponi bene mia cara Emma, ora vado, devo vedere la dottoressa Black, ci vediamo dopo in stanza.» Alexia la salutò con un abbraccio caloroso, poi uscì dalla Sala Ricreativa.
 
Emma si portò le ginocchia al petto, e sfogliò il libo che aveva trovato sul divano, iniziando a leggere, quando uno schiarirsi di voce le fece alzare lo sguardo, incontrando quello di Zayn.
 
«Ciao Emma.» la salutò lui.
 
«Zayn.» rispose la mora.
 
«Oggi mi dimettono.» annunciò entusiasta il moro.
 
«Ma quando?»
 
«Te l'ho già detto, oggi.» rispose lui piccato.
 
«No, ma quando te l'ho chiesto.» sorrise acida Emma.
 
«Poi sarei io l'antipatico, no?»
 
«Ti ripago con la stessa moneta, e comunque, buon per te, io vengo dimessa domani, e ora, se vuoi scusarmi.» Emma si congedò, poi si alzò e si diresse verso lo studio della dottoressa Black, con la quale avrebbe avuto il secondo e ultimo colloquio, poi, da come le aveva detto il padre, avrebbe visto uno psicologo privato.
 
 
Zayn si sedette sul bordo del suo letto perfettamente fatto. Tornare a casa dopo una settimana in ospedale era strano.
Gli era sembrato di aver trascorso mesi in quell'edificio, e fosse stato per lui, avrebbe davvero passato dei mesi li dentro, solo per spiare Emma. Zayn la trovava strana, di una stranezza affascinante. Era bella, il moro lo sapeva, lo aveva pensato subito, appena l'aveva sorpresa a fissarla.
 
I suoi occhi azzurri erano ben impressi nella mente del ragazzo, così profondi, ipnotizzanti, quasi inquietanti. Era disgustosamente magra, di una magrezza esagerata.
 
Il fisico minuto, il viso asciutto, facevano credere potesse essere anoressica, e Zayn l'aveva anche pensato, ma poi in mensa, l'aveva vista mangiare così tranquillamente che aveva subito scartato l'ipotesi.
 
 Lui l'aveva osservata da quando era arrivata, curioso di conoscerla, e di conoscere il motivo della sua "visita" nel reparto psichiatrico del S. Christian Hospital. Ma poi si era detto che le amicizie non erano il suo forte, che coltivare un rapporto con qualcuno non entrava e non doveva rientrare nei suoi piani.
 
Si, perché Zayn aveva una tale paura di legarsi agli altri, una specie di fobia. Temeva sempre il loro abbandono, temeva di rimanere solo, per questo non aveva amici, e si teneva lontano da tutto e tutti. Ma Emma lo attraeva, e Zayn non aveva ancora capito in che modo.
 
 Lo spingeva a conoscerla, a parlarle, a baciarla, a toccarla, e lui aveva dovuto fare dei grossi sforzi per contenersi dal baciare quelle sue rosee labbra. Lui se lo ripeteva sempre, era sbagliato.
 
Zayn si decise. Avrebbe incontrato di nuovo Emma. L'avrebbe conosciuta. L'avrebbe aiutata. Le sarebbe stato accanto. Sentiva l'irrefrenabile voglia di correre a cercarla, di prenderla  e di abbracciarla, voleva affondare il viso nei suoi morbidi capelli e sentire il suo odore all'infinito.
 
Voleva fissarla in quegli occhi di un azzurro così diverso e strano, voleva esserle amico.
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE.
Perdonaaaatemi, ve ne prego.
Sono di un ritardo abominevole, e il capitolo fa cagare, scusate se ci sono errori ma non ho il tempo di rileggerla, e vi prego di farmeli notare, per poterli correggere.
VI AMOOOOOOO.
  
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