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Autore: ChiaraColfer95    23/04/2013    1 recensioni
Cosa succederebbe se una semplice ragazza romana partisse per realizzare il suo sogno e si trovasse a convivere con una persona che ha sempre ammirato e venerato?!
Questo è esattamente ciò che vorrei capitasse a me, anche se so di non essere la sola ;D
Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Grant Gustin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi siedo titubante nel posto accanto a Grant, tentando di passare inosservata e di non fare brutte figure con il resto degli sconosciuti invitati, quasi sicuramente persone importanti, che sono accomodati al nostro stesso tavolo. Grant si volta per lanciarmi uno dei suoi migliori sorrisi. Sorrido debolmente in risposta.

All’improvviso una figura riccioluta si avvicina sfoggiando un ghigno compiaciuto sul volto.
«Tutto bene?» domanda Darren rivolto a Grant.
«Alla grande, Dare. Tu e Chris come ve la cavate?»
«Abbastanza bene, se solo Chris non conoscesse ogni singola persona all’interno di questo edificio e non fosse rapito e sballottato di qua e di là ogni tre secondi. Oltretutto non ho ancora visto nessuno degli altri qui in giro, sto iniziando ad annoiarmi» protesta sbuffando.
«Oh povero Darren!» esclamo ironicamente io.
«Sei proprio una ragazza simpatica, Chiara!» scherza lui.
«Mai quanto te!» rispondo, assecondandolo.
«Mi pare di averti trovato un posto d’oro, non è così?»
«Oh sì, sì» replico tra il serio e l’ironico.
Grant mi lancia un’occhiata perplessa alla quale rispondo facendo cenno di lasciar stare.
«Credo proprio di aver visto qualcuno, perciò… addio!» esclama Darren allontanandosi di corsa.

«In che rapporti sei con Darren?» mi domanda Grant serio, cogliendomi di sorpresa.
«Siamo amici, se così si può dire dopo sei mesi di conoscenza» rispondo sorridendo.
«Oh credevo…» replica, completando la frase con un cenno d’intesa.
«No, no, no! Non so neanche se ha davvero una ragazza o meno, anche se, che resti fra noi, credo che Darren sia perfetto per Chris» affermo con occhi sognanti.
«Bene, sta diventando imbarazzante…» aggiungo, poi, tornata in me.
«Tranquilla, sono dello stesso parere, ma nessuno dei due vuole ascoltarmi» sostiene facendomi un occhiolino.

Improvvisamente il mio cellulare, poggiato sulla tavola, inizia a vibrare.
Chiamata in arrivo: Quel traditore del tuo ex ragazzo che non merita una risposta.
Probabilmente è stato un errore rinominarlo così vista l’espressione sconvolta e dubbiosa di Grant, ma come si fa a controllarsi in un momento di rabbia?
L’espressione di Grant si trasforma in una fragorosa risata.
«Sul serio?» mi chiede tra le risa.
«È l’unico modo che ho trovato per autoconvincermi a ignorare le sue chiamate» spiego afferrando il cellulare.
«Non vorrai rispondere?!» esclama di nuovo serio.
«Beh…» sussurro.
«No! Non si fa! Hai bisogno di una distrazione! Su, in piedi!» afferma alzandosi dalla sua sedia e porgendomi la mano.
«Che cosa vuoi fare?»
Mi tremano le mani e il cuore ormai è in iperventilazione. Lo stomaco comincia a brontolare.
“Sarò la fame” penso tra me e me. “Oppure…oh no!”
Sento come uno svolazzamento, un battito d’ali. L’ultima volta che ho sentito le farfalle nello stomaco non è andata molto bene.
“È la fame! Deve essere la fame! Dai, Chiara, da quanto lo conosci, un paio d’ore?!” tento di convincermi.
Grant, intanto, avvicina sempre di più la sua mano.
«Devo considerarlo un rifiuto?» dice, guardandomi con un’espressione interrogativa.
Decido di alzarmi lentamente: in questo momento vorrei evitare ulteriori giramenti di testa.
Rivolgo lo sguardo al cellulare lasciato vibrare sul tavolo e allo schermo che continua a illuminarsi.
«Quello resta lì!» afferma Grant autoritario.
Non riesco a pronunciare una singola parola, né a muovere le gambe, perciò mi lascio trascinare da Grant verso la pista al centro della sala.
Iniziamo a ballare una canzone già sentita, ma che, a causa dell’eccitazione e dello stordimento, non riesco a riconoscere.
Dopo cinque minuti, alla fine della canzone, Grant mi guarda fissamente e dice: «Sapevo di non essere un gran ballerino, ma non pensavo di essere tanto pessimo da lasciarti senza parole»
Mi sorride allegro.
«Scusa, è colpa mia, stavo riflettendo» mento per giustificarmi.
«Tranquilla, scherzavo» aggiunge sorridendo ancora.
Le gambe e le mani iniziano a tremarmi per colpa dell’ennesimo sorriso.
“Ok, ragazza, contegno! Sei una ventenne, non una dodicenne! Non importa che stai ballando con Grant-Strafigo-Gustin, devi darti una regolata!”
Inspiro ed espiro lentamente per rilassarmi e noto che funziona. Le mie mani sono tornate di una temperatura accettabile e le gambe svolgono di nuovo il loro compito di sostegno.
«Comunque, non sei per nulla un pessimo ballerino, anzi credo che tu sia il migliore fra i Warblers!» sostengo, tentando di smorzare la tensione.
«Wow, detto da una fan accanita delle New Directions è un gran complimento!» scherza lui.
«Se devo essere sincera, ho sempre preferito i Warblers ma shhh» replico, abbassando la voce e facendogli cenno di fare altrettanto «Chris non deve saperlo»
«Per carità!» ride lui «Anche se dovrebbe aspettarselo: i Warblers sono sempre più amati!»

Mentre continuiamo a chiacchierare, un’altra canzone finisce e la successiva non fatico a riconoscerla, mi è fin troppo familiare: “Mine” di Taylor Swift. Non una semplice canzone, ma la Canzone per eccellenza, con la “C” maiuscola. Mi ricordo perfettamente quella sera: Andrea ed io stavamo guardando Glee. Avevo deciso di fare un’eccezione e permettergli di guardare la puntata con me solamente perché era la 4x04, la puntata in cui Kurt e Blaine si sarebbero lasciati. Sapevo di non essere fisicamente e psicologicamente pronta per affrontarla da sola e avevo cercato conforto nel mio ragazzo. Mai scelta fu più sbagliata!
Durante la parte in cui Darren-Blaine cantava “Teenage Dream” io ero già in lacrime, ma Andrea era impassibile, non dava segni di reazione alcuna. L’ultima cosa che ricordo di quella terribile puntata è lo sguardo di Andrea che mi confessava di avermi tradito, mentre proprio “Mine” faceva da sottofondo. Ricordo di non avergli creduto subito, di aver pensato fosse uno de suoi soliti scherzi, di avergli detto di farla finita, ma ciò che ricordo meglio sono i suoi occhi. Seri. Fissi. Vuoti.
La sensazione di ribrezzo e di disgusto verso di lui e il suo gesto mi pervasero il corpo tanto da dover correre in bagno e dar di stomaco.
“Pessima scelta i peperoni a cena!” ricordo di aver pensato in quel momento.
Un rumore forte mi annunciò che Andrea aveva avuto la decenza di andarsene e lasciarmi da sola. Uscii dal bagno e mi sedetti di nuovo sul divano, posando il computer sulle gambe. Vidi e rividi la puntata fino allo sfinimento, scoppiando in lacrime tutte le volte che Santana cantava “Mine” a Brittany e rivivendo ogni volta la stessa scena e le stesse sensazioni di rabbia, odio e repulsione.

Senza neanche accorgermene, comincio a respirare affannosamente e gli occhi iniziano a inumidirsi.
“Non qui! Non davanti ad un ragazzo che si sta dimostrando così gentile ed interessato!”.
Le mie preghiere, però, sono inutili perché sento le prime lacrime rigarmi il viso.
Grant si accorge del mio cambiamento di umore e, senza pormi nessuna domanda, mi afferra la mano e mi trascina via.
Un’improvvisa folata di vento freddo mi riporta alla realtà e mi provoca una sensazione di benessere.
Grant mi guida verso una panchina, dove ci sediamo entrambi.
«Non sapevo ci fosse un parco» afferma per iniziare la conversazione.
Annuisco. «Nemmeno io, ma è bellissimo» replico, reprimendo le lacrime.
«Non è il solo» sussurra Grant.
«Ne vuoi parlare?» aggiunge, poi, ad alta voce.
Inizio, titubante, a raccontargli l’accaduto e noto la sua espressione facciale cambiare più volte: dallo stupore, passa allo shock, fino alla rabbia e al ribrezzo, quasi come se provasse le stesse emozioni provate da me quella sera.
Resta in silenzio qualche secondo e poi esclama: «Che stronzo!»
«Già…» concordo io.
«C’è qualcosa che posso fare?» mi chiede, poi, premuroso.
«Canta» rispondo seria.
«Cantare? Cosa?» domanda incredulo e divertito.
«Qualsiasi cosa, non fa differenza. Solo, canta!» gli rispondo sorridendo tra le lacrime.
Grant sfoggia un sorriso a trentadue denti ed inizia a intonare:

The sun goes down the stars come out,
And all that counts is here and now,
My universe will never be the same I'm GLAD YOU CAME.

You cast a spell on me, spell on me,
You hit me like the sky fell on me, fell on me
And I decided you look well on me, well on me,
So let’s go somewhere no one else can see you and me.

 
 
Bonsoir :D
Ho deciso di aggiornare in anticipo perché oggi non avevo nulla da studiare e mi sono sentita ispirata. Nonostante non abbia ricevuto alcuna recensione, né negativa, né positiva, ho deciso di continuare a pubblicare perché mi piace troppo scrivere e comunque ho notato che un po’ di persone hanno letto i precedenti capitoli. Ringrazio, pertanto, i lettori silenziosi e vi chiedo umilmente di lasciare un commentino, anche solo per dirmi che faccio schifo o che dovrei ritirarmi ;D
Vi ho rotto abbastanza, spero vi piaccia…
*ChiaraColfer95*
  
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