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Autore: Ginger01    23/04/2013    3 recensioni
[Dal Prologo]
Mi chiamo Victorie Weasley.
Sono per un quarto veela e, nonostante il mio aspetto, non ho mai avuto un ragazzo.
Durante la mia vita ho ricevuto milioni di lettere d'amore, dichiarazioni e fiori, ma io pensavo sempre e comunque ad una sola persona dagli strambi capelli blu e occhi color nocciola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Oddio non so proprio come scusarmi...Lo so, non aggiorno da un sacco di tempo e mi dispiace D: Oltretutto mi pare che questo capitolo sia un pò cortino...Bah. 
Allora, vi porgo umilmente le mie scuse c.c Ora che c'è il ponte proverò a scrivere di più <3 
Dunque, a fine capitolo troverete delle immagini che chiariranno un pò delle descrizioni di abiti, soprattutto... eh eh :3
Ok, spero finerete di leggere questo capitolo, sappiate che vi adoro <3 
Lasciate una recensioncina! 
Un bacio, ci vediamo alla fine..
Luna
P.S: Si, la fan art che ho messo non è molto inerente hai personaggi della mia storia...Però mi piaceva :3 



 


 


»Capitolo 13«
 

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In quei giorni non parlavo spesso con Teddy. Lui era molto impegnato con il professore di Difesa contro le Arti Oscure e con il corso per auror.
Ma si fece perdonare.
La squadra di Quidditch di Grifondoro era prima in classifica. Anche quest'anno probabilmente avremmo vinto ad occhi chiusi. Le piccole Lucy e Sophie erano il mio orgoglio. Cacciatrici d'eccezione, facevano un baffo a quelli del settimo anno.
Ero molto contenta della squadra che avevo formato, tutti i componenti erano gente in gamba.
Arrivammo all'ultima partita della stagione invernale, contro Corvonero, squadra tosta.
Eravamo tutti elettrizzati, feci il discorso d'incoraggiamento che veniva tramando da capitano a capitano ed uscimmo in campo.
La folla era euforica, e questo non fece altro che aumentare la mia adrenalina.
Sorrisi ai miei compagni, facemmo un giretto per il campo e aspettammo che la coach tirasse in aria le palle.
La partita cominciò. Le divise blu-argento mi sfrecciavano davanti ad una velocità assurda: Corvonero era tosta proprio per la velocità. Ma noi sapevamo il fatto nostro.
Lucy sfrecciava veloce e invisibile quasi quanto il boccino. La coprii da un paio di bolidi impazziti, che vennero diretti poi verso la piccola Sophie che aspettava di ricevere la pluffa dalla sua amica.
La ricevette in poco tempo – Vai, Sophie! – la incitò Lucy, prima che la secondina tirasse la pluffa e centrasse l'anello di mezzo. Il portiere sembrò imprecare prima che un bolide, non inviato da me, siamo chiari, lo colpisse ad un braccio, quasi disarcionandolo.
Fissai l'altra battitrice che alzò le mani in segno di scusa. Sorrisi divertita: questa nuova squadra mi piaceva sempre di più. Tranne per il cercatore, Fredrique. Lo fissai scrutare attento il campo, alla ricerca del boccino. Non appena lo video spuntò un sorrisetto strafottente sul suo volto che mi fece davvero innervosire.
– Ehi, Rinns! – gridai al cercatore – Ricordati che siamo una squadra! –
Lui alzò un sopracciglio e agitò la mano in mia direzione, mentre sfrecciava tra i giocatori.
Allungò il braccio, riuscii a vedere il fremito e il luccichio di ali invisibili e... – Grifondoro prende il boccino! Grifondoro vince! Ehi, ehi tu, che fai ma... –
L'attimo di felicità fu sostituita velocemente dalla curiosità riguardo a ciò che stava accadendo in tribuna. Mi girai verso il cronista, un ragazzino occhialuto del quarto anno, che lottava per il microfono con un ragazzo alto, dai luminosi capelli blu. Mi battei una mano sulla fronte: e ora che intendeva fare Teddy?
Prese il microfono con aria trionfante, mentre il ragazzino si lamentava borbottando in un angolo.
– Congratulazioni ai grandi Grifoni! Sono fiero di voi! – boato da parte dei miei compagni e dalle tribune, soprattutto urletti dalle ragazze – Volevo fare una richiesta al vostro capitano, Victorie Weasley... – disse, portando i penetranti occhi nocciola su di me che, imbarazzavo, avevo lo sguardo di tutti puntato contro. Lucy si avvicinò ridacchiando – Uhuh, chissà che vuole... – non la buttai giù dalla scopa perché era piccola.
– Victorie, vuoi farmi l'onore di venire al Ballo del Ceppo con me? – domandò, provocando esclamazioni e applausi da tutti. Io rimasi attonita: che razza di richiesta era?! Così, appena dopo una partita importantissima, stremata, vincente e felice ma comunque stanchissima, mi chiedeva di andare al ballo con lui?! Lucy mi diede una gomitata – Dovresti rispondergli... – mi sussurrò.
Scrutai le tribune: tutti mi fissavano, in attesa di una mia qualche reazione. Alcune ragazze che riconobbi frequentare la mia classe di Difesa contro le arti oscure si mordicchiavano le unghie, nervose. Probabilmente alcune volevano chiedere a Teddy di accompagnarle, oppure speravano che lui lo chiedesse a loro...Sospirai “Questa me la paga...” pensai, mentre, a cavalcioni della mia fidata scopa, mi avvicinavo al mio ragazzo. Mazza sulla spalla, lo guardai torvo – Sei matto o cosa? – gli dissi a denti stretti, scostandomi una ciocca sudata dalla fronte. Lui sembrò minacciato dalla mazza e deglutì – E' un si o un no? –
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi divertita. Mi avvicinai e mi sporsi dalla scopa, in una posizione che avrebbe invidiato un artista circense. Gli diedi un lieve bacio a stampo – E' un si... – rimontai sulla scopa e volai via, verso il basso, in linea retta, mentre con la mano libera lo salutavo, fissando divertita e trionfante l'espressione da ebete del mio ragazzo.
Quando scesi sul prato, Lucy, Sophie e tutte le ragazze della squadra mi circondarono – Uao, strauao! Gli hai detto di si, vero?! – risi della loro reazione – Ovvio! – esclamai, mentre, esultanti, mi trascinarono negli spogliatoi.

Quando rientrai nella Sala Comune fui sommersa da applausi e congratulazioni.
– Bravissimi! – urlavano i Grifoni, sparando coriandoli oro e rosso. Molti mi stringevano la mano, mi davano pacche sulla spalla – Mai vista un capitano femmina cosi in gamba! – sentii, e questo non fece altro che aumentare il mio orgoglio.
Alcuni però parlavano anche dell'invito di Teddy – Che invidia! – sentii dire da una ragazza dai capelli mori – Anche io vorrei tanto un ragazzo che mi trattasse cosi, che facesse questi gesti teatrali e romantici! – diceva sussurrando ad una sua amica. Abbassai lo sguardo, imbarazzata. Teddy si fece largo tra la folla e mi abbracciò – Ciao! – mi salutò, radioso. Juliette e Claire comparvero ai miei fianchi – Ehi, Teds, ricordati che noi veniamo prima di te! Faccela spupazzare un po'... – dissero, rapendomi. Lanciai uno sguardo di scuse al mio ragazzo che era rimasto con in mano due bicchieri di succo di zucca e un sorriso divertito stampato in faccia.
Le mie due migliori amiche mi portarono lungo la torretta, un sorrisino beffardo che incorniciava i loro bellissimi volti – Bé? – mi chiesero in coro, facendomi anche ridere.
– Bè che? – domandai, con sguardo vago.
Juliette mi diede un'affettuosa spinta – Parla! –
Risi – Che volete sapere? –
– Gli hai risposto di si? – i loro occhi luccicarono.
Le guardai storto, sorridendo – Ovviamente. – dissi, mentre mi soffocavano – Sii! Brava! Se gli avessi detto di no ti avremmo uccisa! –
Ridemmo di gusto, mentre riuscii a tornare nella Sala Comune.
Con in mano un bicchiere di burro-birra, cercai con lo sguardo il cercatore, Fredrique Rinns.
Volevo dirgliene quattro.
– Fred, scusa, posso? – chiesi, avvicinandolo e vedendo che stava parlando con degli amici.
Loro mi sorrisero e si allontanarono.
– Qualche problema, capitano? –
– Un problemino c'è, effettivamente. Non mi piace la tua arroganza. – dissi, dritta al punto.
Lui alzò un sopracciglio –Arroganza? –
– Ho notato come ti muovevi nel campo. Non mi piace il tuo atteggiamento. –
Lui sorrise, un sorrisetto un po' malefico – Ho capito, non vuoi che io sia più popolare di te. Non ti basta essere la nipote del Salvatore del mondo Magico, la figlia di due importanti personaggi dell'Ordine della Fenice, il capitano della Squadra di Grifondoro, mezza veela, con il ragazzo più fico e adorato della scuola. –
Lo guardai sbalordita – Che?! Prima di tutto sono purtroppo per un quarto veela, e non c'entra nulla la mia famiglia! Semplicemente penso che il tuo comportamento non faccia bene alla squadra! Attento, Rinns, o ti sbatto fuori! –
Lui si avvicino e, con un sorrisetto se possibile ancora più malvagio, sibilò – Provaci. –
E se ne andò. Il sangue mi ribolliva nelle vene. Che astio! Come si permetteva quel quel...verme!
Girai i tacchi infuriata, bevendo la burrobirra tutta d'un fiato. Mi aveva rovinato la serata.

– Pensavo, e se aggiungessi dei ritocchini alla gonna? – Juliette aveva ripreso i suoi fogli e ora stava riempiendo un'elegante cartellina sformata.
– Julie...Hai fatto il tuo vestito? – le domandai, distratta, sdraiata sul divanetto bordeux della Sala Comune mentre lei, a gambe incrociate sul tappeto davanti al caminetto, riordinava gli accurati disegni ,una matita che teneva in su i capelli rossi e un'altra che veniva freneticamente mordicchiata.
– Si. – mi rispose, frugando tra i milioni di schizzi. – Ecco. Che ne pensi? –
L'abito che aveva disegnato era semplice, verde muschio, in perfetto accostamento ai suoi occhi.
Era lungo, con un taglio imperiale, la gonna era di tulle e partiva da sotto il seno. La stoffa nella parte superiore era di raso, aveva appuntato, e staccava con la gonna con una fila di perline.
– E' bellissimo! – esclamai.
Lei arrossì – L'ho fatto piuttosto liscio, cosi non metterà in mostra le curve... – sussurrò.
Alzai gli occhi al cielo – E' perfetto per te. – le dissi, riconsegnandole il foglio e sorridendole dolcemente. Lei arrossì, riabbassando lo sguardo.
– Uffa, ho fame. Chi mi accompagna dagli elfi per rimediare un po' di budino avanzato? – Claire era sbucata dal dormitorio con i capelli acconciati in una treccia, la cravatta rosso e oro un po' allentata. Doveva essersi appisolata. – Se vuoi vengo io, in effetti sento un po' di languorino... – dissi, stiracchiandomi e alzandomi dal divano.
– Julie? – domanda Claire, inclinando la testa per vedere cosa stesse facendo la nostra amica.
Juliette stava mordicchiando la matita, ormai ridotta ad un mozzicone – No, andate voi, io devo dare gli ultimi tocchi e decidere i vestiti, mia madre deve farli entro un mese massimo...E non le sto rendendo il lavoro facile! Sicure che scelgo io per voi? –
Alzammo gli occhi al cielo – Per tutti i Nargilli! – esclamai, esasperata – Quante volte te lo dobbiamo dire? Si, Morgana, si! – e alzai le braccia, quando un polso non andò a sbattere contro il naso di un malcapitato.
– Oh cavolo! – esclamò questo. Mi girai, imbarazzatissima – Scusa... – sussurrai.
– Oh, Teddino! – dissi, vedendo i capelli blu acceso.
– Victorilla...Si può sapere perché finisci sempre per farmi male? – aggiunse, massaggiandosi il naso.
– Scusa, Teddino, ma la qui presente Juliette Springs mi sta esasperando... –
– Non è vero! – si lamentò Julie.
– Oh si che è vero! – commentai, tornando a Teddy – E quindi ti dicevo che per l'esasperazione avevo alzato le braccia al cielo, ma come al solito tu e il tuo naso capitate sempre in mezzo... –
– E così è colpa mia e del mio naso? – disse Teddy, divertito.
– Esatto! Vedo che non hai perso la tua perspicacia, Teddino... –
– Ok, Victorilla, ora smettila con questo nomignolo... – aggiunse, stringendomi a sé.
Mi morsi un labbro – Mh, devo ringraziare nonna Molly, ha una fantasia davvero fervida, la devo davvero ringraziare... – lui si avvicinò pericolosamente al mio volto – Ah si, Victorilla, la dovrei ringraziare anche io... – mi sussurrò, sorridendo maliziosamente.
Ridacchiai mentre mi baciava, poi lo scansai ricordandomi delle mie amiche che, imbarazzate, si scambiavano sorrisetti complici.
Mi girai verso di loro e alzai le spalle – Ok, Teddino, ora devo andare. – dissi, tirandolo per la cravatta e dandogli un ultimo bacio a stampo – Ci si vede in giro! – gli gridai, prima di scomparire dietro il ritratto della Signora Grassa.
– Certo lo tratti davvero male... – sussurrò Juliette, ridacchiando sotto i baffi.
Arrossii e le diedi una gomitata nelle costole – Ah.Ah. Carina. Piuttosto...Hai sentito Mike? –
Abbassò lo sguardo, rabbuiandosi – Si, si l'ho sentito...Mi sembra strano. –
– Bé, è difficile dirlo attraverso le lettere... – sussurrai a denti stretti. Lei rialzò la testa, sorridendo – Si, hai ragione. Probabilmente ha solo difficoltà nello studio... –
Claire tossicchiò – Già che siamo in argomento...Vorrei rendervi partecipi della mia felicità! Mi sono fidanzata! –
Ci fermammo in mezzo alle scale – Cheeee?! – esclamammo io e Juliette in coro.
Lei ridacchiò – Si, esatto. Si chiama Brandon Launs, Corvonero. –
Non so cosa si aspettasse, ma rimase delusa dalla nostra reazione.
– Bè? Che sono quei musi lunghi?! –
Mi morsi un labbro e fissai Juliette, che mi rivolse la stessa occhiata. Prese un grosso respiro – Pensavamo che...Tu e Richard...Ci volevate riprovare... –
Claire si irrigidì al nome di Richard – Non si è più fatto sentire. Per ora mi vedo con Bran, basta. Ora andiamo a prendere il budino, per piacere. –
Annuimmo in silenzio – Ok...Vi dispiace se passiamo un attimo alla Guferia? – domandò Juliette – Devo mandare i disegni degli abiti a mia madre...finalmente li ho scelti. – gli occhi verde smeraldo le si illuminarono.
Le diedi una pacca sulla spalla – Oh, finalmente! Che bello! Allora, quale hai scelto per noi? – domandai curiosa, riuscendo a strappare anche un sorrisetto di curiosità a Claire, che ci teneva il broncio.
Raggiungemmo le cucine – Voglio farvi una sorpresa. Sappiate che sono perfetti per voi! – esultò.
Alzai un sopracciglio – Il mio non è rosa, vero? – domandai, preoccupata.
Lei rise – Tranquilla! So benissimo che odi il rosa e tutte le sue tonalità! –
Sorrisi compiaciuta – Oh, questa è una bella notizia. Molto bene. –
Entrammo nelle cucine, e subito ci raggiunse un'elfetta dall'aria giovanile – Salve! Serve qualcosa? – Juliette si chinò fino alla sua altezza – Ciao, Kup. Volevamo chiederti se c'era un po' di budino al cioccolato avanzato. Nel caso potreste darcene un pochino, per favore? – le domandò dolcemente.
Kup si illuminò alla parola “per favore” e sorrise – Oh mi pare di si! Ora vado a vedere! – trotterellò allegramente verso dei compagni elfi che le indicarono un grosso barile d'ottone.
Non riuscimmo a vedere bene cosa stesse facendo, ma poco dopo tornò con tre piattini pieni di budino dall'aspetto delizioso – Ecco qua. Buon appetito! – esclamò, felice di poterci aiutare.
Le sorridemmo sinceramente – Grazie. – le disse Juliette, rialzandosi – Grazie davvero! Buon lavoro! – disse. Io e Claire la ringraziammo e seguimmo Juliette, salutando tutti gli elfi che sorrisero al nostro saluto.
– Oh, finalmente. Molto bene. Ora torniamo alla Sala Comune e mangiamoci questo budino! – esclamai, affondando il cucchiaino nel budino e portandomelo alla bocca.

– Poosta! – la domenica era il mio giorno preferito. Sui tavoli delle case milioni di gufi portavano pacchi, pacchetti e pacchettini, era un tripudio di piume candide e odore di carta.
Quel giorno, ben tre gufi maestosi portavano tre grandi pacchi a tre ragazze Grifondoro.
– Eeeehi! E che è tutta questa roba? – esclamai, trovandomi davanti l'enorme pacco.
Juliette era sovreccitata – Fantastico! – prese un bigliettino dal suo pacco – “Ho fatto del mio meglio, spero vi vadano bene! Sarete bellissime, un bacio, Anne Springs” Di sicuro saranno bellissimi! Grazie mamma! – disse Juliette, afferrando il pacco – Su, apriamoli su! Non voglio che gli altri li vedano prima del ballo! – esclamò, gli occhi che le luccicavano.
Io e Claire ci scambiammo un'occhiata divertita, ma eravamo super curiose di scoprire che abiti ci aveva disegnato Juliette.
– Ok, muoviamoci, sono troppo curiosa! – esultai, prendendo il mio pacco e seguendo la chioma rosso rubino della mia amica. In poco tempo ci ritrovammo nella nostra stanza.
– Pronte? – chiese Juliette, prendendo le forbici per tagliare i nastri.
– Al tre... – sussurrò Claire, scambiandoci un'occhiata.
– Uno... – disse Juliette.
– Due... – Claire preparò le mani sulla carta.
– Tre! – conclusi io, e il rumore delle carte che si strappavano risuonò per tutta la camera.
Non appena vidi il tessuto rosso amaranto rimasi sbalordita. Era tutto di tulle,senza spalline, una parte di tessuto fasciava il seno, un'altra seguiva la silouette fino alla gonna, che era liscia e morbida. Lo tirai fuori, ammirandolo – E'...E' bellissimo! – esclamai, stupita dalla bravura della mia amica e della madre che l'aveva fabbricato.
Juliette sorrise – Grazie! – osservai l'abito che teneva tra le mani: era di un verde pallido, perfetto per la sua carnagione, senza spalline, scollatura a cuore, la gonna partiva da sotto il seno ed era tutta drappeggiata. Lo immagini indosso alla mia amica: perfetto.
Poi puntai gli occhi su Claire che, impietrita dallo stupore, fissava il vestito con gli occhi lucidi – E'...E' perfetto. – disse, sussurrando. L'abito era turchese, il colore preferito di Claire, anche questo senza spalline, aveva una cintura di strass sotto il seno a forma di foglie. Le sarebbe stato benissimo.
Posammo gli abiti sui letto e saltammo al collo di Juliette – Sono meravigliosi! – le urlammo nelle orecchie, mentre lei ridacchiava – Grazie, grazie! Sapevo che vi sarebbero piaciuti! –

– Dimmi solo di che colore è! – Teddy non mi dava pace da giorni. Ormai mancavano due giorni al Ballo, e io non gli avevo ancora detto il colore dell'abito.
– Mh...Ma perché lo vuoi sapere? Voglio che sia una sorpresa! – gli dissi dirigendomi verso l'aula di Pozioni. Gelson era stato mandato via, e ora l'aveva sostituito un dolce vecchietto che assomigliava a Babbo Natale, quel vecchio babbano barbuto che vestito di rosso con le guance come ciliegie che Juliette mi aveva fatto vedere in un immagine. Non avevo mai capito perché entrasse nelle case e perché ancora nessuno non lo avesse fermato: insomma, non è effrazione? A quella domanda Juliette si era messa a ridere.
– Perché cosi posso mettere la cravatta coordinata e prenderti un boquet che non faccia schifo! –
Alzai gli occhi al cielo, superandolo. Lui accelerò il passo e mi raggiunse – Allora? –
Mi fermai in mezzo al corridoio – Allora...Mh, non voglio che siamo tutti coordinati, non è meglio essere tutti colorati? Saremmo più vivaci! –
– Si, vivaci come un pugno in un occhio... –
– Merlino, mi sembri Claire, siete due perfetti uccelli del malaugurio... – sussurrai, stringendo i denti.
– Un indizio... – insistette lui, avvicinandosi.
– Ok...Il colore. Inizia per R... – sorrisi furbetta.
– R? – domandò lui, inarcando il sopracciglio.
– Si, R! Ora vado che sono in ritardo! – mi alzai sulla punta dei piedi e gli diedi un lieve bacio a fior di labbra.
Dopo le vacanze di Natale non lo avrei più rivisto. Il suo tirocinio sarebbe finito, e avrebbe frequentato un normale corso da Auror. Chissà, magari con il nuovo lavoro non lo avrei più rivisto... Mi diedi degli schiaffetti sulle guance, per distogliere quel pensiero dalla mente. Mi allontanai da Teddy, praticamente correndo verso i sotterranei.
– Allora, come va con Brandon? – domandai sottovoce a Claire, mentre il professor Whitelight, nel suo panciotto rosso, girava per i banchi controllando i calderoni. Aggiunsi un po' di aghi di porcospino nel mio e girai tre volte in senso antiorario, come scritto nel libro. Claire fece lo stesso, controllò il professore e si rivolse a me – Boh. –
– Che vuol dire boh? – esclamai, sempre sottovoce, frenando il mio tono.
– Boh, nel senso di non lo so. Penso che dopo il ballo lo lascerò...Io...Penso ancora a Richard. Mi manca, Vicky... – disse, stringendosi nelle spalle.
Annuii: si, lo sapevo. Lo immaginavo, delle volte io e Juliette ci svegliavamo per i suoi singhiozzi, e ci accorgevamo che stava leggendo le vecchie lettere di Richard.
Le sorrisi, cercando di tenerle su il morale – Che ne sai che non vi rivediate e... –
– Non ci voglio pensare. Chissà, magari ora è di nuovo da Allison. – mi liquidò, girando la testa verso il libro e concentrandosi sulla pozione.
Mi morsi un labbro “Forse era meglio stare zitta...” pensai, controllando il calderone fumante.
Rimanemmo cosi, in silenzio, mentre il professor BabboNatale passava – Signorina Madisons! Ottimo lavoro! Signorina Weasley...Mh, girerei ancora un po' con quel mestolo... – disse, sorridendomi. Annuii distrattamente, portando i miei occhi su Claire, che fissava nervosa il suo calderone.
L'ora finì e noi studenti uscimmo come velocemente dall'aula, Claire sembrava star facendo una maratona.
– Claire! Claire, aspettami! – cercai di fermarla, ma la mia amica era troppo veloce e gli altri studenti mi bloccavano.
Finalmente riuscii ad uscire dalla folla e corsi, raggiungendola. Stava varcando il portone principale e si stava dirigendo velocemente verso il nostro Olmo.
– Claire! – la chiamai, e si fermò. Con un'ultima piccola corsetta arrivai al suo fianco e fu allora che la vidi piangere.
– Maledizione! – gridò, la voce rotta. Si buttò letteralmente sul prato, abbracciandosi le ginocchia e cercando di soffocare le lacrime che ormai scendevano copiose dalle guance di porcellana.
– Maledizione, Vicky! Odio quando hai ragione! – mi accovacciai accanto a lei, posandole una mano sulla schiena, scossa dai singhiozzi, ma la scacciò – No, non voglio la tua compassione. –
– Claire... –
– Vicky, io lo amo ancora. – concluse, tirando su con il naso.
Ci fu un lungo silenzio, rotto solo dal fruscio dei rami.
– Lo amo ancora. E non posso farci niente. E odio questa situazione, la odio con tutta me stessa. –
– Ma...Brandon? –
– Brandon è un rimpiazzo. Per cercare di dimenticarlo. –
Mi morsi un labbro mentre lei alzava la testa, fissando il Lago Nero.
– Va bene, basta. – si alzò, asciugandosi le guance con il dorso della mano.
La imitai e, una volta in piedi, le afferrai la mano che lei ristrinse.
– Grazie, Vicky, e scusa se sono cosi rude. –
Scossi la testa sorridendo – Non preoccuparti. Ti conosco ormai da sei anni. Ci ho fatto l'abitudine, Cervellona! – lei si girò divertita al pronunciare di quel nomignolo che io e Juliette usavamo i primi anni ad Hogwarts.
Mi fece una linguaccia, rise, mi prese sottobraccio e insieme ci dirigemmo verso il castello, il cielo che cominciava ad imbrunire.

– Alla fine con chi ci vai, tu? – Il grande giorno era arrivato. Il Ballo del Ceppo si sarebbe tenuto quella sera e tutte le ragazze erano in preda al'euforia. Molti ragazzi, i più timidi , i ritardatari, si decidevano infine a chiedere alle ragazze di accompagnarli.
Io, Juliette e Claire sedevamo sotto un portico quando un coraggioso Tassorosso si fece avanti con una Corvonero che, sorridendo, lo liquidò.
– E' stata un po' crudele, non trovate? – domandai, osservando il ragazzo che, con sguardo rassegnato e malinconico, fissava la donzella andare verso il suo gruppetto di amiche.
Un altro gruppo di ragazzi, di case diverse, stava inseguendo un'altra Corvonero dai lunghi capelli rosso fiamma e un portamento altero.
– Minnie! – la salutai, riconoscendo la ragazza come mai sorella.
– Oh, delle facce amiche! – esclamò lei, dirigendosi velocemente verso di noi.
– Non puoi capire quanto io sia contenta di vederti, sorellona. – sbuffò, sedendosi accanto a me e posando la borsa dei libri.
Le sorrisi divertita – Hai cosi tanti spasimanti? –
Lei mi guardò torva – Come se tu non li avessi... – purtroppo la mia saggia sorellina aveva ragione: folle di ragazzi mi avevano assalita, pregandomi di andare con loro invece che con Teddy. Ovviamente avevo risposto di no.
– Delle volte è davvero frustrante essere una veela... – sbuffò, scostandosi un boccolo ramato dalla spalla.
– Per un quarto! Siamo per un quarto veela! – precisai, facendole alzare gli occhi al cielo.
– Già, scusami, grazie per avermelo ridetto... – sussurrò sarcastica.
– Prego. – le risposi, arruffandole i capelli.
– Dominique! – la chiamò una voce maschile.
– Oddio...e mo chi è? – domandò, chiaramente esasperata. Un Serpeverde dai capelli biondi e il volto ricoperto da lentiggini ci raggiunse – Dominique! Non so se ti ricordi di me. Mi chiamo Thomas e facciamo insieme Incantesimi... –
Lei annuì annoiata – Sisi...Va al punto. –
– Io...Mi chiedevo se ti andasse di venire al ballo con me, stasera. So che è azzardato, all'ultimo minuto, ma a me farebbe davvero piacere se... –
– Perdonami ma vado già con un mio compagno. Grazie comunque. Mi dispiace. – rispose fredda lei, girando i tacchi e tornando da me.
– Uao, sei davvero un ghiacciolo, Minnie. – la informai, fissando il povero ragazzo che tornava sconsolato all'interno del castello.
– Victorie! –
– Morgana! – esclamai io questa volta. Mi girai, trovandomi di fronte un Teddy tutto trafelato – Teddino! Che caspita fai?! – gli domandai, un po' divertita, un po' preoccupata.
– Vicky...Tu mi farai diventar matto. Ho comprato tutti i bouquet di ogni colore che inizi per R..Rosa, Ramarro, Rapa, Ravanello, Rubino, Rosso corallo, Rosso Amaranto... – fece sbucare da dietro la schiena una scatola che aprì, rivelando un tripudio di fiori colorati.
– Oh, che bello! – esclamai, vedendo tutti quei colori insieme.
– Si, vero, però ora rispondimi: che colore? –
Gli sorrisi maliziosa, alzando la mano sulla scatola e facendola volare sui bouquet.
Poi la mano si fermò sopra un piccolo bouquet rosso amaranto che afferrai e portai al viso – Questo mi piace. – dissi, ammiccando. Lui sorrise, sollevato – Ottimo. – si avvicinò a me finché i nostri nasi non si sfiorarono. Puntava alle mie labbra, ma il piccolo bouquet bloccava il passaggio – Questo lo usiamo dopo, che dici? – mi sussurrò, portando una mano sul mio polso e spostandolo.
Risi – Mh, è una buona idea... – sussurrai, prima che lui mi zittisse con un dolce bacio.
– Ehmehm! – ci staccammo e rivolsi un'occhiataccia alla mia non tanto cara sorellina.
– Andate a scambiarvi la saliva da un'altra parte, per favore! – disse, con una vocetta angelica.
Alzai gli occhi al cielo e le rifilai una linguaccia, poi tornai al mio ragazzo, baciandolo con più dolcezza.
Sentii le mie amiche ridacchiare e Minnie sospirare, cosi mi staccai da Teddy – Ci vediamo, Teddino. – lo salutai, facendogli la linguaccia. Lui mi accarezzò la guancia e sorrise – Contaci, Victorilla. – e se ne andò.
– Teddino, Victorilla...Mi fate venire il voltastomaco! – disse Dominique, sospirando.
La guardai furbescamente – Ah si, Domminnina di nonnina? – le dissi, ridendo sotto i baffi e rinfacciandole l'orribile nomignolo di nonna Molly.
E infatti Dominique divenne rossa di rabbia, le orecchie le divennero scarlatte come succedeva a zio Ron – Non.Osare.Pronunciare.Quel.Nome. – sibilò, guardandomi sinistramente.
Scoppiai a ridere, incapace di resistere davanti al suo faccino arrossato.
– Merlino, Minnie, sei insostituibile! – riuscii a dire, tra una risata e l'altra. Lei sorrise – Ah ecco, volevo ben dire. – commentò, alzando il mento con fare altezzoso, e questo provocò un'altra ondata di risatine, questa volta anche da parte delle mie amiche.
– Uh, ecco Mary! – esclamò la Corvonero della famiglia, notando una sua compagna di Casa, una delle sue più care amiche – Io vado, ci si vede! – mi salutò –stranamente- con un bacio sulla guancia, e fuggì via, verso la sua amica, la sciarpa blu e bronzo che volava.
– Ah, la famiglia! – sospirai – Meno male che le amiche le si scelgono! – dissi, prendendole sotto braccio.
– Bah, sei incorreggibile! -- esclamò Juliette, prima che le nostre risate si disperdessero nel castello.

Penso che se si entri nella camera di un adolescente, sia naturale trovare il disordine. Se poi le adolescenti sono due, la cosa è peggiore. Consideriamone tre, allora la cosa è davvero preoccupante.
Ma se almeno una di loro ama l'ordine – nel nostro caso la cara Claire – allora si può contenere.
Ma la camera di tre adolescenti che tentano di prepararsi per un ballo, state certi che sarà il regno della confusione e sperate di non entrarci mai.
Ed in quel momento, la nostra stanza, già normalmente resa un disastro da me e Juliette, era un tripudio di oggetti sparsi ovunque, spazzole, asciugamani, cuscini, libri, pergamene, calamai...Una grossa macchia di inchiostro scuro era apparsa sul tappeto rosso, ma ero certa che ci fosse sempre stata.
Le uniche cose in ordine erano gli abiti per il ballo, riposti con cura nell'armadio. Spaparanzata sul davanzale, con in testa un asciugamano, aspettavo che Claire liberasse il bagno per potermi acconciare i capelli, o meglio, per fare in modo che Juliette me li acconciasse.
Dopo pochi minuti, ecco la mia amica uscire dal bagno, tutta trafelata e con un impiastro verde spalmato in faccia – Cheeee..Ma che è, il mostro della palude? – esclamai, vedendomela apparire davanti. Indossava un accappatoio di spugna rosa e anche lei aveva un asciugamano in testa – Poche chiacchiere – disse, nervosa – Piuttosto hai visto per caso i miei tacchi? Santa miseria, non li troverò mai... – sbuffò, grattandosi una mano.
Alzai gli occhi al cielo – Claire, devo forse ricordarti che sei una strega? – lei rimase sbigottita – Oddio, perché non ci ho pensato prima? – sbuffò, andando alla ricerca della sua bacchetta.
Sorrisi divertita, e tornai a fissare il cielo che imbruniva, quando, come un tornando, non uscì dal bagno la nostra parrucchiera, Juliette, che si era già acconciata i capelli ramati: li aveva portati tutti sul lato destro e, per fermarli, aveva usato dei fermagli sormontati da dei delicati fiorellini verde chiaro, come l'abito, poi aveva fatto dei capelli dei bellissimi boccoli ramati. Era bellissima.
– Vicky! Forza, abbiamo poco tempo. Vieni, muoviti! – mi incitò, mentre Claire si infilava le scarpe e provava a camminare lungo il corridoio.
Nel bagno, il disordine era, se possibile, peggio della camera. Nel lavandino erano state buttate mollette, fermagli, spazzole, pettini, asciugamani bagnati e altre cose. Posate sulla tavoletta del water, il ferro per i boccoli si stava riscaldando, e la piastra per i lisci era chiusa nella custodia, posata sopra un mobiletto che Juliette aveva montato l'anno precedente, portandosi da casa una confezione di una certa casa babbana di mobili, IKEA.
– Allora, che facciamo? – mi domandò, togliendomi l'asciugamano. Fissai i miei capelli nello specchio. – Sinceramente? Non ne ho la più pallida idea. Che caspita facciamo? – mi morsi un labbro.
Juliette sembrò pensarci su parecchio – Ok, niente panico. Allora... Considerando il tuo abito... – mi tirò su i capelli e fece qualche prova – Si, ci sono. – concluse, con una certa luce negli occhi smeraldini.
– Ovvero? – domandai, un po' preoccupata per i miei capelli.
Lei sorrise – Aspetta e vedrai . – sinceramente non sapevo che aspettarmi. Conoscevo le abilità di Juliette, ma quella luce negli occhi mi preoccupava un po'.
Con un colpo di bacchetta mi asciugò i capelli, li pettinò a lungo e cominciò ad acconciarli mentre io, in silenzio, leggevo l'ultimo numero de “Il Cavillo” con un interessantissimo articolo sui Nargilli: dove trovarli.
– Finito! – esclamò Juliette. Alzai lo sguardo e rimasi a bocca aperta: mi aveva legato i capelli in una morbida crocchia bassa* lasciando alcune ciocche a coprire le orecchie. Mi portai una mano alla bocca – Come caspita hai fatto? – domandai, girando la testa per vedere tutte le angolazioni dell'acconciatura.
– Aspetta, il tocco finale... – prese un baulettino candido, di raso, e lo aprì, rivelandone un portagioie. Prese dei fermagli sormontati da alcune roselline di cristallo rosse, che infilò nella parte superiore dello chignon – Perfetta. – disse, ammirando il suo operato. Sorrisi e la abbracciai, facendo attenzione a non rovinare i suoi e i miei capelli – Sei fantastica! Grazie! – esclamai, scoccandole un bel bacio sulla guancia.
Lei ridacchiò – Ahaha, meno male non abbiamo ancora il trucco... – Claire bussò – Ehi, tocca a me ora! – gridò da dietro al porta. Aprii – La parrucchiera è libera. – dissi, con un inchino.
Claire mi scrutò – Ehi, bell'acconciatura! –
Sorrisi – Già! – si richiuse la porta alle spalle, mentre io mi diressi di nuovo alla mia finestra. Con un colpo di bacchetta tramutai un pezzo di vetro in un perfetto specchio, in modo da potermi truccare.
Appellai i miei trucchi – impossibili da ritrovare in quel casino – e cercai di truccarmi alla meglio: non ero molto esperta al riguardo. Alla fine il risultato mi piacque: avevo messo giusto un filo di eyeliner nero che mi allungava l'occhio e ne metteva in risalto il colore, e giusto un po' di mascara. Claire mi convinse a mettere un filo di fard sulle guance e un rossetto rosso che riprendeva la tonalità dell'abito e delle roselline tra i capelli. Dopo un po' la porta del bagno si aprì, e Claire, insieme a Juliette, uscì, acconciata e truccata a dovere. A differenza di me e Julie, lei si era lasciata i capelli sciolti che, solitamente già mossi di loro, erano stati aggiustati in morbidi boccoli biondi.
Un piccolo fermaglio dalle gemme turchesi le teneva una ciocca dietro la nuca, ed emetteva una luce a dir poco splendida. Si era messa un filo di ombretto azzurrino, eyeliner nero che finiva con una “codina” e una punta di rossetto nude. Anche Juliette si era truccata, e aveva optato per un po' di ombretto verde chiaro, come l'abito, del mascara e un rossetto rosa carne, lucido.
Sorrisi – Siete bellissime.. – dissi, vedendole.
Juliette abbassò lo sguardo e Claire le cinse le spalle con un braccio – Tutto merito suo! – esclamò.
Annuii – Si, Julie, hai fatto davvero un ottimo lavoro! – Lei sembrò ancora più imbarazzata – SI, ma ora non parliamo di me...Indossiamo gli abiti! – disse, cercando di distogliere gil sguardi da lei.
Sorridemmo e ci avvicinammo all'armadio, aprimmo le ante e tirammo fuori i fantastici abiti disegnati dalla nostra amica – Bene – dissi, cominciando ad infilarlo – Siamo pronte. –

Quando raggiungemmo le porte della Sala Grande non c'era molta gente. Durante il tragitto per raggiungere le scale, Claire incrociò Brandon che, estasiato alla sua vista, le diede un bouquet azzurrino e blu, con degli swarosky incastonati qua e là. Sinceramente? Orribile. Di un kitch. Stavo per scoppiare a ridere in faccia al ragazzo, alla vista della faccia della mia amica, ma mi trattenni. Juliette era sottobraccio a Paul, un suo caro amico Grifondoro, che penso sia tra l'altro il suo vicino di casa. E poi c'ero io, sola, che scrutavo la folla. Non lo trovavo. Cominciai a fare i gradini e finalmente eccolo: nervoso, si continuava ad aggiustare la cravatta grigio perla, i capelli blu scompigliati. D'un tratto si girò e mi vide: i suoi occhi si sgranarono, e un sorriso ebete gli spuntò sulla faccia. Notai che anche altri ragazzi ebbero la stessa reazione, e la cosa mi mise un po' a disagio. Gli sorrisi e, quando mi porse il braccio, lo presi un po' esitante.
– Sei bellissima. – mi sussurrò, prima di portarmi in Sala.

 



~Angolo Autrice
Papapapaaan
Ecco la fine del capitolo :3 Dunque dunque...L'ho smorzato cosi perché volevo dedicare almeno l'inizio di un capitolo per il Ballo, visto che ci saranno dei colpi di scena...Comunque, ecco gli abiti delle ragazze:
Victorie: 
http://i38.tinypic.com/xfuw7c.jpg
Juliette: http://i33.tinypic.com/o9fjgo.jpg
Claire: http://i37.tinypic.com/ac35hu.jpg
Ok, per l'acconciatura di Victorie mi sono ispirata a quella che ha Jennifer Lawrence ( <3 ) per gli Oscar, e sinceramente mi paice tanto <3 Che ne dite, in generale del capitolo? <3 Il gesto plateale di Teddy mi piace tanto :')
Lasciatemi una recensione <3
Un bacione; alla prossima (che spero sarà presto :P)
 
Luna
  
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