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Autore: coldcoffee89    24/04/2013    5 recensioni
- Abbi fiducia, questa è la nostra città -.
Mai parole furono più giuste per Beatrice e Sofia, due ragazze italiane che si sono appena trasferite a Londra per dare una svolta alla loro vita, per inseguire quei sogni che fin da piccole le avevano tormentate.
Di certo, non avrebbero mai pensato di incontrare quelli che per milioni di ragazze erano i più famosi e importanti cantanti del mondo.
Così l'esperienza londinese delle due ragazze si trasformerà in qualcosa di più grande che tra amori, amicizie, delusioni e rivincite darà loro la possibilità di realizzarsi. Riusciranno a cogliere la loro occasione?
**storia scritta a quattro mani**
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo - It's time to begin isn't it?



Twenty years from now you
will be more disappointed by the things you didn't do
than by the the ones you did do.
So throw off the bowlines.
Sail away from the safe harbor.
Catch the trade winds in your sails.
Explore.
Dream.
Discover.


Mark Twain


Un anno dopo

Sofia era sdraiata sul corpo seminudo di Louis e la sua mente per troppe volte aveva pensato di voler restare in quel modo per sempre. Si era addormentata per pochi minuti, dopo che avevano fatto l’amore, e riaprì gli occhi solamente quando sentì le mani di Louis spostarle i capelli biondi dalla schiena per cominciare a sfiorare leggermente la nuca e scendere lungo la linea della spina dorsale, per poi risalire ancora e accarezzarle il braccio che aveva poggiato su di lui, e ricominciare poi dall’inizio. Sofia rabbrividì in un istante e sorrise contro il petto di Louis ancora leggermente imperlato di sudore.
- Dobbiamo per forza alzarci? - mugugnò posando un piccolo bacio sulla pelle del ragazzo - Possiamo restare qui ancora per un’altra oretta? -.
Lo sentì ridacchiare sotto di sé mentre le sue mani continuavano il suo abile e rilassante lavoro sulla schiena di Sofia - Amore, siamo rimasti a letto per due giorni interi. Un’altra ora non farà la differenza. Possiamo concederci un altro po’ di tempo prima di tornare alla vita reale -.
Erano già passati due giorni da quando Louis era rientrato a casa e aveva condotto Sofia in camera da letto per fare l’amore ininterrottamente, per tutto il giorno…e la cosa era andata avanti anche per il giorno seguente. Sofia aveva dovuto saltare le lezioni e aveva chiamato Jimmy dicendo che non sarebbe andata a lavoro per un’improvvisa influenza, catalogata dal suo amico come “un improvviso attacco di ninfomania acuta”. Non si erano mossi da quel letto se non per fare la doccia e per mangiare, ma per lo più si erano ritrovati sempre tra le lenzuola anche per quello.
- Se arriviamo tardi, Bea ci ammazza - sussurrò ancora lei con voce pigra dovuta a quell’ozio continuo.
- Non ti preoccupare, abbiamo ancora tempo -.
L’insistente squillo di un telefono interruppe la quiete della camera da letto illuminata dai morbidi raggi di un sole che stava ormai tramontando. Louis smise di accarezzarle la schiena beccandosi un verso di fastidio dalla ragazza, e si allungò per prendere il cellulare dal comodino.
- Chi è? - gli chiese alzando lo sguardo su di lui.
- Niall. Ci avranno dato per dispersi - affermò prima di rispondere alla chiamata.
Sofia cominciò a lasciargli piccoli baci sul petto, leggeri e soffici. Salì sempre di più mentre Louis parlava con Niall. Continuò a baciarlo, tracciando una lunga scia di baci dal mento fino alla linea della mascella, ricoperta da quella barbetta incolta che le graffiava le labbra e che l’aveva fatta impazzire in quei due giorni.
- Chiudi la chiamata - soffiò contro il suo orecchio e lo sentì trattenere il fiato.
- Sì, Niall, non facciamo tardi - gli sentì dire immediatamente dopo.
Intanto le mani di Sofia avevano preso ad accarezzare la pelle del suo torace, le due dita tracciarono disegni immaginari lungo il corpo di Louis raggiungendo poi l’attaccatura dei boxer.
- Non ti preoccupare, ho capito - protestò ancora Louis che stava cominciando a perdere la pazienza sia per il suo amico che aveva deciso di tenerlo per minuti interminabili al telefono sia per Sofia che non stava ferma neanche un attimo impedendogli di concentrarsi su quello che Niall diceva.
La bionda decise così di prendere in mano le redini della situazione e strappò il telefono a Louis - Niall, siamo un attimo impegnati a riparare un lavandino. A dopo, ciao - chiuse la chiamata senza dare modo al ragazzo irlandese di rispondere e ripose il cellulare di Louis sul comodino.
- Sei tremenda - soffiò Louis mordicchiandole con fare giocoso la spalla.
In un attimo invertì le posizioni e Sofia si trovò schiacciata contro il materasso, sotto il corpo di Louis che mostrava già una particolare urgenza nel volerla sentire di nuovo sua.
Le labbra del ragazzo premettero con prepotenza su quelle di Sofia mentre con le mani le intrappolava i polsi ai lati della testa, saziando quel desiderio impellente che non li lasciava liberi neanche un secondo. La bocca di Louis abbandonò ben presto quella di Sofia, che si ribellò con l’ennesimo lamento, e cominciò a vagare indisturbata sul corpo caldo e ansimante della ragazza. Louis le mordicchiò la clavicola lentamente per poi scendere sempre più giù, lasciando che Sofia si abbandonasse contro il cuscino estasiata da quei baci bollenti. Lo sentì afferrare il bordo delle mutandine e lentamente gliele sfilò, mentre sfregava la guancia contro l’interno coscia, pizzicando la pelle bianca della ragazza. Sofia si ritrovò a sospirare nervosamente stringendo con forza le lenzuola tra le dita. Lo voleva subito.
In brevi istanti ripresero a fare l’amore, ancora, per l’ennesima volta in quei due giorni pieni di follia. E si mischiarono di nuovo la pelle, le anime e le ossa, affondarono il respiro in quello dell’altro, si mossero insieme in quella danza sensuale ed intima, e Sofia sapeva che avrebbe potuto farlo per l’eternità, che non voleva nient’altro se non Louis e il suo profumo sulla sua pelle.
Quando crollò al suo fianco, ancora stravolta, tra le lenzuola ormai piene di loro, si voltò a sorridergli compiaciuta - Stasera lo rifacciamo? - domandò maliziosa sfiorando il petto di Lou con la punta delle dita.
- Mi distruggerai - replicò Louis allungandosi per baciarla di nuovo, questa volta più lentamente, saggiando il sapore della sue labbra - Ma va bene -.
Si separò da lei pochi istanti dopo alzando i suoi occhi celesti sulla sveglia posta sul comodino di Sofia - Piccola, non entrare in panico, ma sono le 19:30 -.
Sofia sbattè le palpebre più volte realizzando pian piano quello che le aveva appena detto Louis e in un attimo si catapultò fuori dal letto dirigendosi, ancora nuda, verso il bagno - Merda!! Bea ci ucciderà!!! E anche Emma se non porto il vestito in tempo per l’ultima canzone -.
Sofia per quell’importante occasione aveva deciso di fare una sorpresa all’amica e aveva creato un vestito appositamente per lei, dopo essere riuscita a convincere Emma, la stilista di Beatrice.
- Rilassati! Poi tanto faremo del buon sesso - le urlò Louis alle spalle ridacchiando.
Trenta minuti dopo, coi capelli ancora leggermente umidi, Sofia stava finendo di indossare il vestitino che aveva scelto per l’occasione. Era un semplice abitino bianco con delle strisce a zig zag, che si estendevano orizzontalmente lungo la stoffa fresca, e si stringeva in vita per aprirsi di nuovo in una semplice e corta gonna. Chiuse la corta cerniera sulla scollatura e indossò un paio di classiche ballerine nere.
Dallo specchio vide Louis rientrare in camera da letto avvolto nel suo accappatoio blu portando con se l’intenso profumo di un bagnoschiuma maschile.
- Sei già pronta - constatò chinandosi sul suo borsone che non aveva ancora disfatto da quando era tornato due giorni prima - Ma ti manca una cosa -.
Sofia si voltò a guardarlo e non fu difficile notare tra le sue mani l’inconfondibile scatola azzurra di Tiffany. Il ragazzo le si avvicinò mentre slegava il nastro bianco e le diceva di voltarsi. Le si mise alle spalle e Sofia lo osservò aprire la scatola dal riflesso nello specchio. Incrociò i suoi occhi celesti alzando i capelli per permettergli di metterle una collana.
- Spero di aver azzeccato - mormorò chiudendo il piccolo gancetto per poi lasciarle un piccolo bacio sulla nuca - Dovrebbe essere quella che hai visto quando eravamo insieme -.
Sofia abbassò lo sguardo sulla semplice catenina d’oro bianco che si concludeva in un piccolo pendente a forma di piuma. Si voltò con l’espressione di una bambina felice e gli buttò le braccia al collo - Sì, è lei! Grazie!! -.
Fin dal momento in cui aveva messo gli occhi su quella collana l’aveva fortemente desiderata e Louis, come sempre, aveva cercato di esaudire ogni suo piccolo desiderio, di sorprenderla come sempre faceva.
- Di niente -.
Sofia si protese per lasciargli un piccolissimo bacio sulle labbra come ringraziamento per quel regalo e poi gli ordinò: - E adesso sbrigati. Siamo già in forte ritardo -
Nel giro di quindici minuti, nei quali Sofia cercò di fare fretta a Louis che non sapeva cosa indossare - a volte era peggio di una ragazza, doveva ammetterlo -, si ritrovarono pronti per uscire e, dopo aver preso il vestito di Bea, perfettamente conservato in una custodia per abiti, uscirono dal loro appartamento diretti alla O2 Arena.

Dei sonori sbuffi invasero il camerino della star della O2 Arena di quella sera. Beatrice era seduta a terra nella sua vestaglia verde in raso, le gambe allungate e la schiena appoggiata contro l'unico divanetto che si trovava nella stanza. La sua testa era abbandonata all'indietro e i capelli rossi, ora molto più lunghi, erano sparsi sulla seduta in eco pelle.
Quando la porta del suo camerino si aprì ancora decise di far finta di nulla e di continuare a tenere gli occhi chiusi in quella sorta di posa “zen” inventata da lei sapendo che la sua truccatrice e la sua stilista sarebbero entrate almeno altre tre volte per incitarla ad alzarsi dal freddo pavimento.
Tuttavia udì dei passi fermarsi davanti a lei e poi più nulla: nessuno parlò, nessuno sbraitò contro di lei costringendola ad interrompere il suo strano tentativo di allentare quella tensione che aveva preso possesso del suo corpo.
Perciò non fu sorpresa di vedere un bellissimo ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi verdi quando aprì lentamente i suoi color cioccolato. Due fossette solcarono immediatamente le guance del nuovo arrivato e con le ginocchia si chinò verso di lei fino a farle aderire al pavimento.
- Ciao superstar -
- Sei in ritardo - brontolò la ragazza incrociando le braccia al petto.
- Scusa, ho dovuto sbrigare una faccenda -
Corrugare la fronte per poi guardarlo con aria indagatrice fu quello che fece Beatrice quando capì che il suo ragazzo le stava nascondendo qualcosa ma prima che potesse aprire bocca lui parlò sviando la conversazione.
- Mi hanno detto che avrei trovato una pazza psicopatica nel camerino - scherzò cercando le sue dita per poi farle intrecciare alle sue - Sei nervosa? -
- Mi stai davvero chiedendo se sono nervosa, Harry? -
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa ma un istante dopo tornò alla carica posando un braccio sotto le ginocchia della rossa e uno dietro la sua schiena per sollevarla e portarla con sé sul divano. Lei non cercò di divincolarsi, anzi quando furono comodamente sul divano Beatrice, seduta sulle gambe di Harry, si accoccolò contro il suo petto nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.
- E' troppo grande questo posto e c'è troppa gente -
- Sarà più bello -
- Quanto vorrei che tu potessi salire sul palco con me - mormorò la ragazza contro il suo collo per poi posarne sopra delicatamente le labbra in un leggerissimo bacio.
- Saremo tutti in prima fila – cercò di tranquillizzarla ma in risposta ricevette solo un mugugno. Era sempre molto nervosa e impaurita prima di uno show ma quel giorno lo era particolarmente, forse perché era la prima data del suo primissimo tour o forse era solo l'idea di salire su quel palcoscenico così importante a terrorizzarla.
Harry però aveva tutta l'intenzione di darle una mano così le sollevò il mento per incrociare i suoi occhi e quando li trovò sorrise in modo malizioso - Ora ci penso io - disse con una voce così roca e profonda che la pelle di Beatrice si increspò e un brivido le attraversò tutta la schiena.
Non ebbe neanche il tempo di rispondere o di riflettere sulle parole di Harry che immediatamente trovò le labbra del ragazzo premute contro le sue, le sue mani in cerca della pelle calda di lei. Non passò molto, infatti, prima che Harry slacciasse la vestaglia della ragazza e sfiorasse con decisione i suoi fianchi, la pelle liscia della sua pancia e delle sue cosce. Solo quando la mano destra di Harry arrivò quasi al punto di non ritorno Beatrice lo bloccò scansandolo un poco.
- Harry! Ti sembra il caso? - lo rimproverò con il respiro un po' affannato.
- Volevo solo farti rilassare per il concerto.. -
- Tu mi stavi facendo eccitare, non rilassare -
- Touché - disse e ancora una volta il ragazzo sollevò le mani in segno di resa anche se l'ultima affermazione di Beatrice aveva fatto spuntare una fossetta sulla sua guancia sinistra. Fossetta che sparì quando notò quello che la rossa indossava sotto la vestaglia verde quasi quanto i suoi occhi.
- E quello? - domandò appena impegnato a deglutire e a fissare insistentemente la ragazza che di tutta risposta si chiuse subito la vestaglia avvolgendola stretta attorno al suo collo.
- E' uno dei tuoi regali di compleanno ma ormai l'hai visto.. -
- Farò finta di non aver visto il sexy completino intimo che porti sotto quell'odiosa vestaglia, giuro -
Harry incrociò il mignolo a quello della ragazza come facevano i bambini per dimostrare che avrebbero mantenuto la promessa fatta e lei non poté che scoppiare a ridere per l'ingenuità che a volte il riccio sapeva tirare fuori.
Beatrice avrebbe voluto continuare a scherzare con Harry in quel modo ancora per un po' perché a quel punto stava davvero iniziando a lasciar andare la tensione ma purtroppo la magia del momento non durò molto perché stilista e truccatrice entrarono nel camerino come due furie.
- Non sei ancora vestita? -
- Harry le hai sbavato tutto il rossetto! Ti avevo detto di andare a calmarla e non di saltarle addosso! Vai fuori ora -.
Il ragazzo uscì di malavoglia e Beatrice si vestì in fretta e senza obiettare solo per poterlo raggiungere di nuovo. Una volta indossato il primo abito della serata infatti, un vestitino blu elettrico con tanto di scarpe ed accessori, corse subito fuori in cerca di Harry che trovò un istante dopo seduto sul gradino di una piccola scala.
- Sei bellissima -
- Grazie -.
Stettero per un po' in silenzio giocherellando l'uno con le dita dell'altro, finché Beatrice che fino a quel momento aveva fissato un punto indefinito davanti a sé non si voltò in direzione di Harry: - Come fai a non avere paura di quello che c’è là fuori? -
Harry rifletté un momento su quella domanda a brucia pelo e poi si alzò fermandosi in piedi di fronte a lei. - Vieni con me - mormorò tendendole una mano e una volta afferrata la trascinò in uno stretto corridoio che Beatrice neanche sapeva dove portasse.
- Dove stiamo andando? - chiese la ragazza quando Harry s'infilò sotto un'impalcatura - Non è che ci perdiamo? -
- Ho fatto un sacco di concerti qui, conosco questo posto come le mie tasche -
Fece ancora qualche passò con la ragazza al seguito e poi si fermò. Davanti a loro c'era una sorta di tenda e tutt'intorno vi erano pilastri di ferro.
- Siamo sotto il palco? -
Harry annuì e poi lasciò andare la mano della ragazza per afferrare un lembo di quel pesante tessuto che oscurava loro la visuale.
- Io ho paura di quello che c'è là fuori, tutti l'abbiamo. Siamo nervosi e temiamo sempre di sbagliare ma non appena saliamo sul palco e vediamo questo - disse aprendo quella sorta di tenda - Tutto passa. Perché queste persone sono tutte qui per ascoltare te, per vederti e a nessuno di loro importa se sbagli una nota, vogliono solo sentire le tue emozioni -
Beatrice fece vagare gli occhi sulla platea e sugli spalti, sembrava quasi un concerto della band del suo ragazzo con gente che urlava e si agitava con i mano grandi cartelloni e lucine colorate. Stavano lì ad urlare il suo nome nel tentativo di farla salire prima sul palcoscenico e alcuni avevano già iniziato a cantare le sue canzoni.
Era terrificante ma allo stesso tempo eccitante.
Sapeva che la paura in quel momento non le sarebbe passata ma forse Harry aveva ragione. Una volta salita sul palco, una volta investita dal calore del suo pubblico, di quelle persone che avevano fatto chilometri per vederla, che si svegliavano la mattina canticchiando una sua canzone, tutto si sarebbe trasformato, la paura si sarebbe trasformata in adrenalina, in emozione e poi tutto sarebbe venuto da sé. I suoi fans l'avrebbero trascinata e poi lei avrebbe trascinato loro.
- Hai ragione - disse semplicemente voltandosi verso di lui che fece ricadere la tenda riportandoli all'oscurità.
Beatrice riuscì comunque a scorgere i lineamenti del ragazzo e a tracciarne piano con le dita i contorni finché il cellulare di lui non prese a squillare nella tasca destra dei pantaloni neri che indossava.
Il volto di Harry si illuminò del tutto quando la luce del telefono sfiorò la sua pelle mentre con gli occhi era intento a leggere il messaggio che gli era arrivato. Quello che c'era scritto gli fece incurvare leggermente le labbra in un sorriso.
- Ho una sorpresa per te - disse prima che lei potesse chiedergli cosa avesse da sorridere e subito le afferrò di nuovo la mano trascinandola ancora sotto il palco e per lo stretto corridoio illuminato.
All'improvviso però si fermò e lei sbatté contro la sua schiena non riuscendo a frenare in tempo. Harry rise prima di infilare la mano nella tasca interna del suo blazer grigio per estrarre una scatolina di forma ovale.
- Mi stavo quasi dimenticando - mormorò porgendoglielo - Questo è per te -
Lei fece vagare i suoi occhi da lui alla scatola di velluto più volte finché non si decise ad afferrarla incitata dal ragazzo che sembrava impaziente.
- E' il tuo compleanno, sono io che dovrei farti dei regali -
- Zitta e aprilo, dai -
Beatrice non si fece pregare ancora e lentamente premette le dita sulla scatolina per aprila. All'interno c'era una lunga catenina in oro bianco con appeso un ciondolo a forma di nota musicale che aveva alla base un brillantino che aveva l'aria di essere davvero costoso. Era bellissimo.
- E' meravigliosa.. - farfugliò la ragazza continuando a fissare l'oggetto che brillava incessantemente.
- Girala -
Così fece e avvicinò a sé il ciondolo per leggere le parole che erano incise sul metallo:

Never let you go. HS

Il cuore fece un balzo nel suo petto e poi una capriola. Tutto era cominciato così, tutto era partito da quel giorno, da quella frase, da quell'impegno che Harry aveva preso nei suoi confronti e che poi li aveva fatti innamorare l'uno dell'altra. Sollevò lo sguardo per incrociare i suoi occhi e li trovò a fissarla, intensamente, in quel suo particolare modo con cui riusciva a leggerle dentro come se fosse un libro aperto. Sorrisero entrambi ripercorrendo con veloci pensieri quello che avevano passato da quando si erano conosciuti, i momenti belli, quelli divertenti e anche quelli difficili che in qualche modo li avevano legati indissolubilmente.
La ragazza tirò fuori la collana dalla scatolina ovale e allungò la mano verso Harry - Mettimela - disse, e dopo essersi scostata i capelli da un lato sentì il freddo del metallo contro la sua pelle. Ma arrivarono subito le labbra di Harry a riscaldarla posandosi delicatamente nel punto in cui la catenina d'oro bianco sfiorava la pelle candida della ragazza proprio sull'incavo del suo collo.
- Ora mi avrai sul palco insieme a te -
Beatrice si voltò immediatamente per baciarlo non stupendosi più del fatto che, nonostante fosse passato più di un anno da quando si erano baciati per la prima volta, lei continuasse a sentire quelle scintille e quei brividi lungo la schiena.
Il cellulare di Harry però interruppe nuovamente quel loro piccolo momento e lui che di solito si allontanava sempre di malavoglia da lei sembrò ricordarsi improvvisamente di qualcosa.
- Cavolo, la tua sorpresa ti reclama -
- Ma non era questa la mia sorpresa? -
- Ce n'è un'altra che ti aspetta. Continuiamo dopo - disse sfiorandole il fianco per poi afferrarle la mano, prima di voltarsi le lanciò un'occhiata ammiccante e poi riprese a camminare all'interno del backstage dell'O2 Arena di Londra - Non vedo l'ora di rivedere quel completino, sono riuscito solo a dargli una piccola occhiata -
- Ancora stai pensando a quel completino? -
- E' il mio pensiero fisso, amore -
Beatrice scosse la testa seguendolo oltre una porta e un'altra ancora - Ringrazia Jimmy allora.. - iniziò a dire bloccandosi quando davanti a sé, proprio davanti al suo camerino, vide sua madre.
Sbatté più volte le palpebre come se volesse convincersi che ciò che stava vedendo era reale e non solo frutto della sua immaginazione. Ma quando sua madre corse verso di lei per poi stringerla in un caloroso abbraccio che le tolse quasi il respiro, Beatrice capì che era tutto vero, che sua madre era davvero lì.
- Tesoro! Fatti vedere! - disse scostandosi un poco, dopo averle riempito il viso di baci – Sei bellissima! -
Troppo presa dalla donna dai capelli di un rosso più scuro dei suoi ma dagli occhi dello stesso identico colore non si era neanche accorta che in un angolino, accanto a Sofia, c'erano due delle sue più care amiche che la osservavano con un enorme sorriso stampato sul viso.
- Cecilia! Chiara! -
Si staccò da sua madre e andò ad abbracciare le due ragazze che si strinsero a lei per essere seguite subito da Sofia in un abbraccio di gruppo, di quelli che non facevano da tempo. Non le vedeva da più di un anno poiché da quando si era trasferita a Londra aveva avuto solo il tempo di andare a trovare sua madre un fine settimana sei mesi prima.
- Sono così felice di avervi qui - mormorò la ragazza dando un'occhiata a sua madre che era intenta a parlare con Harry il quale pareva leggermente imbarazzato. Era la prima volta che s'incontravano di persona e sua madre probabilmente gli stava dando qualche avvertimento viste le risate sommesse di Jimmy.
- Ha organizzato tutto Harry e ci ha anche pagato il volo! Il tuo ragazzo è davvero favoloso -
- E figo - aggiunse Chiara con la sua classica espressione maliziosa.
- Molto figo - continuò l’altra sotto lo sguardo divertito di Sofia che attirò su di sé l’attenzione della rossa.
- Ho una sorpresa per te - le disse stringendole le mani tra le sue. Piantò i suoi occhi nocciola su quelli cioccolato di Bea e le sorrise con emozione.
- Ma allora è Natale! - scherzò la rossa ridendo.
Sofia le diede le spalle e prese la custodia per abiti che aveva poggiato sul divanetto - Siamo venute qui a Londra, un anno fa, con la speranza di realizzare i nostri sogni, per dare un significato alla nostra vita, ricordi? - cominciò la bionda - E quando abbiamo messo piede in questa città non avrei mai pensato di cominciare questa folle carriera, di incontrare quei cinque scalmanati e di trovarmi qui oggi, al tuo primo concerto del tuo tour europeo. Abbiamo cominciato insieme - Sofia sospirò trattenendo a stento delle lacrime - Cavolo, Bea, abbiamo cominciato insieme e proprio per questo ho pensato di farti avere qualcosa di mio lì su quel palco, per ricordare a noi stesse di continuare a sognare insieme, come abbiamo sempre fatto - piegò le labbra in un sorriso che Bea ricambiò commossa - E così, dopo aver tempestato Emma di chiamate e dopo essere riuscita a convincerla - Sofia fece una breve pausa per indirizzare un attimo lo sguardo sulla stilista di Bea appoggiata alla parete, ma subito tornò a concentrare la sua attenzione sulla sua migliore amica - Ho passato le mie serate a disegnare come una folle e quello che ne è venuto fuori è questo. Voglio che lo indossi per il tuo ultimo numero, per il gran finale, ok? -.
La ragazza porse la custodia a Beatrice che con mani tremanti abbassò la cerniera scoprendo sempre di più la candida stoffa di un fucsia scuro e intenso. Quando finalmente fu libero dalla sua custodia tutti poterono ammirare il vaporoso abito che Sofia aveva disegnato mandando quasi al manicomio Louis, col quale spesso si era lamentata durante il processo di creazione. C’era sempre qualcosa che non andava, qualcosa che non la convinceva, e quell’abito doveva essere perfetto. Il risultato finale però riuscì a soddisfare le sue aspettative: il corpetto morbido, sostenuto da due fasce che si stendevano intorno al collo, aveva un'apertura che avrebbe scoperto la pelle morbida tra i due seni. L’abito si stringeva poi in vita per ricadere leggero in un tessuto velato e lungo, su tutto il corpo coperto solo da un body non troppo sgambato. Dalla base superiore del corpetto partiva dell'altro tessuto in velo che si sovrapponeva a quello della gonna del medesimo materiale. Sì, era perfetto.
- Sof, ma..ma è bellissimo - balbettò incredula Beatrice che si fiondò tra le braccia di Sofia stringendola in un forte abbraccio - Grazie -
- Sei la prima persona che indossa un mio vestito. Fanne buon uso, mi raccomando - le sussurrò con un sorriso - Sarai bellissima -
- Non pensi sia un tantino trasparente, Sof? - Harry interruppe la magia del momento con una delle sue solite battute osservando l’abito disegnato dalla bionda.
La ragazza, in risposta, gli fece una smorfia e gli diede una piccola pacca sulla spalla - Puoi solo ringraziarmi, Styles. La tua ragazza sarà una sventola su quel palco -
- Ben detto, Sof - intervenne Jimmy con un occhiolino.
- Appunto! La vedranno tutti nuda, più o meno - borbottò infastidito.
- Piantala Harry! - si lamentò Beatrice scuotendo la testa.
Sofia guardò l’orario sul suo piccolo orologio da polso e prese Harry e Bea per mano - Scusate se vi rubo la vostra star - disse in direzione della madre di Bea e delle amiche - Ma dobbiamo fare una cosa importante -
- Sof, che succede? - domandò la ragazza mentre Sofia li trascinava lungo i corridoi del backstage - Io tra un po’ mi devo esibire -
- Abbiamo un appuntamento - si limitò a rispondere la bionda.
Li condusse fino a sotto il palco, dove Harry aveva prima portato Bea per mostrarle il pubblico che riempiva la O2 Arena, il suo pubblico. Sofia però non le avrebbe mostrato gli spettatori del concerto, in quel momento c’era qualcuno di più importante che li stava aspettando. Oltre le urla ovattate dei fans di Beatrice, poterono sentire delle risate allegre e delle voci conosciute.
- Oh, eccoli! - disse Niall con un gran sorriso quando vide i tre avvicinarsi.
Erano tutti lì. Zayn, Liam, Niall e Louis li stavano aspettando.
- Ma che ci fate qui? Pensavo foste già in platea - affermò Harry sistemandosi i capelli.
- Senza avere la possibilità di salutare Bea? - replicò Zayn stringendo la rossa in un abbraccio - Mai -
- Ragazzi, che bello vedervi! -.
Sofia si avvicinò a Louis mentre Beatrice abbracciava tutti uno per uno e irrimediabilmente si trovarono tutti e sette fermi sotto il palco riuniti in un piccolo cerchio. Si lanciavano tutti sguardi emozionati, euforici e impazienti di vedere quel concerto. Le urla lì fuori facevano da colonna sonora a quella piccola riunione.
- Voi due avete finito di studiare il kamasutra? - chiese improvvisamente Niall in direzione di Louis e Sofia interrompendo quel momento di silenzio - O dovete riparare altri lavandini? -.
Li guardarono tutti incuriositi mentre Louis e Sofia se la ridevano sotto i baffi, lei con imbarazzo, lui con eccessivo divertimento.
- Dobbiamo solo ripassare l’ultimo capitolo - spiegò poi il ragazzo annuendo serio.
- Siete incredibili - Bea scosse la testa per poi appoggiarla sulla spalla di Harry - Siete spariti per quanto? Due giorni? - - Più o meno - rispose vaga Sofia spostando il peso da una gamba all’altra.
Il silenzio tornò a ripresentarsi immediatamente dopo, e ancora una volta tutti si guardarono sorridendo appena, forse nessuno aveva mai immaginato di ritrovarsi lì, di stringere un’amicizia solida come quella, costruita mattone per mattone. - Ricordate quando voi due siete entrati all’Empire inseguiti da un’orda di fans impazzite? - domandò Bea spostando il suo sguardo da Louis a Niall.
- Sì, è passato più di un anno - l’irlandese annuì sorridendo.
- E Niall aveva una cotta per te, Bea. Questo lo ricordi? - Louis fu subito pronto a “sputtanare” il suo amico mentre gli altri ridevano, tutti tranne Harry che fingeva un’espressione gelosa.
- Irlandesi! - esclamò - Sono pronti a soffiarti la ragazza -
- Ma se tu non volevi darti una mossa! - sbottò Zayn prendendo in giro il riccio.
- Ha dovuto baciarla Zayn per aprirti gli occhi - intervenne quindi Liam dando una pacca sulla spalla al moro.
- Eh ma tu sei andato a letto con Sofia! - replicò il riccio sghignazzando e facendo spuntare così le sue adorabili fossette.
Fu Louis ad intervenire puntando i suoi occhi azzurri, leggermente socchiusi, su Liam - Ehi, non tocchiamo questo tasto! Ho ancora qualche problema ad accettare il fatto che lui l’abbia vista nuda e viceversa -.
Le due ragazze scossero la testa incredule per quello strano discorso, incentrato principalmente su di loro, che i cinque avevano iniziato.
- Io non vi ho detto di venire qui per raccontare i momenti più imbarazzanti della nostra vita - li interruppe ad un tratto Sofia - Però devo dire che quando Niall ha trovato i bottoni di Bea in corridoio è stato davvero divertente - continuò per poi scoppiare a ridere - Harold, io ti avevo chiamato Toro! -
- Toro? - Harry sembrò riflettere su quella parola torturandosi le labbra con le dita e subito dopo la sua espressione si aprì in un ampio sorriso - Toro mi piace -
- Ecco, vedi che hai scatenato? - si lamentò Bea ridendo - Adesso si fisserà con questa storia del toro per il resto della sua vita -
- Toro? - esclamò Louis - E io non ho un nomignolo del genere - il ragazzo chiuse gli occhi e si finse offeso, lasciando la mano di Sofia.
- Certo che ce l’hai, amore! Sei il mio piccolo nano da giardino - la bionda gli buttò le braccia al collo ridacchiando per quel riferimento all’altezza di Louis.
- Nano da giardino? - si lamentò lui cercando di divincolarsi dalla stretta della ragazza - Se la mettiamo così tu non hai quella che si potrebbe definire una quinta di reggiseno -.
Sofia lo fissò indignata e subito mollò la presa dal suo collo. Gli lanciò un’occhiataccia e incrociò le braccia al petto recitando la parte di quella che se l’era presa.
- Ecco che ricominciano! - commentò Liam scuotendo la testa - Su, fate pace -.
Sofia guardò con la coda dell’occhio Louis al suo fianco, che le mostrava il suo solito sorriso e in un attimo si ritrovò a sorridere insieme a lui - Sei un idiota - borbottò riprendendogli la mano.
- Su, Bea, è il momento - annunciò subito dopo Harry - Il concerto deve iniziare -.
L'ansia che Harry e tutti i suoi amici avevano fatto dissolvere con un semplice sorriso tornò all'assalto più forte che mai. Nella mente però Beatrice continuò a ripetersi le parole che il riccio poco prima, proprio nel punto in cui si trovava in quel momento con i ragazzi e Sofia, le aveva sussurrato incoraggiandola.
- In bocca al lupo, Bea - le disse Niall stringendola in un abbraccio seguito dal resto della troupe. Harry subito dopo le afferrò la mano e la trascinò in fretta verso l'ingresso del palco mentre gli altri andarono a sistemarsi ai loro posti per godersi il concerto. Sofia invece si occupò prima di recuperare sua madre e le sue amiche poiché il telefono della rossa aveva iniziato a squillare incessantemente, segno che era già in ritardo sulla tabella di marcia.
Quando, dopo pochi istanti, arrivarono a destinazione il suo manager per poco non cadde al suolo per una crisi di nervi - Sei qui grazie al cielo! Tra due minuti inizi -. Si allontanò esasperato, scuotendo la testa, senza neanche darle il tempo di rispondere.
- Sempre più simpatico - borbottò Harry stringendole la mano che ancora non le aveva lasciato.
- Ha ragione questa volta -
- Darà sicuramente la colpa a me, come al solito -.
La ragazza rise e si avvicinò ad Harry per appoggiare la fronte contro la sua. Lui sembrava euforico all'idea di vederla su quel palco a cui lui era particolarmente affezionato e Beatrice sperò di lasciarsi coinvolgere dalla sua positività, voleva avere almeno una piccola parte dell'energia che quel ragazzo aveva sul palcoscenico.
- Andrai alla grande - le sussurrò ad un certo punto e poi semplicemente sfiorò il ciondolo che le aveva appena regalato incrociando i suoi occhi verdi a quelli color cioccolato di lei.
Tra loro non c'era bisogno di altre parole in quel momento, quel gesto aveva detto tutto, i loro sguardi incatenati parlavano senza l'ausilio della voce.
Lui c'era e ci sarebbe stato, sempre. E questo era tutto quello di cui Beatrice aveva bisogno, per cantare, per amare, per vivere.
- Dai Bea, devi salire sul palco - le ricordò il suo manager ma lei non si mosse di un centimetro, almeno non prima di aver sfiorato lentamente le labbra di Harry.
- Sono a destra se mi cerchi - le ricordò Harry lasciandola andare.
- Ti avrei trovato comunque -.
Beatrice indietreggio e salì sopra una pedana collaudata quel pomeriggio e che l'avrebbe portata direttamente sul palco come se venisse improvvisamente fuori dal pavimento. Le sistemarono il microfono e fece un'ultima prova tecnica ma quando la pedana iniziò a salire lei si voltò a guardare Harry che la stava ancora osservando, fermo nel punto in cui l'aveva lasciato.
- Vai! - mimò con le labbra accompagnando il tutto con un gesto della mano ma Harry rimase finché la pedana non salì del tutto fino a farlo sparire dalla sua visuale.
Il concerto fu emozionante, travolgente, devastante nella sua intensità. Beatrice si era sciolta quasi subito e da allora aveva dato tutta se stessa, aveva cantato con l'anima senza badare troppo a risultare perfetta, semplicemente aveva deciso di dare la priorità all'emozione e dagli applausi del pubblico capì di aver fatto la cosa giusta.
L'ultima canzone fu Kiss me e la cantò con indosso l'abito di Sofia che la faceva sembrare incantevole e sexy allo stesso tempo. Non aveva mai indossato un vestito così bello e sentirlo sulla sua pelle la fece sentire più importante e più a suo agio con quella grande arena stracolma di persone che urlavano il suo nome.
- Prima di ributtarmi giù nella voragine del pavimento - scherzò - Vorrei fare dei ringraziamenti -.
Staccò il microfono dall'asta e poi la trascinò al lato del palco, liberandolo - Oltre a tutta la troupe, alla band, ai tecnici, a truccatrici, stilisti, a tutti quelli che fanno un duro lavoro per organizzare una cosa come questa - disse indicando il palco - E ovviamente a voi fan che siete la ragione per cui canto, vorrei fare un ringraziamento particolare alla mia migliore amica, nonché ideatrice di questo meraviglioso abito, Sofia De Roberto -
A quel punto Beatrice scese dal palco attraverso una piccola scalinata al lato sinistro e camminò verso l'amica fra le urla dei fan che si sbracciavano per poterla anche solo toccare.
- Vieni sul palco - disse afferrando la mano della bionda che non aveva molta intenzione di smuoversi dal suo angolino accanto a Perrie e Rebekkah.
- Sei pazza? Non ci vengo là sopra -
- Non fare la fifona -Beatrice la trascinò con sé tornando di nuovo sul palco.
- Eccola - disse portando il microfono alla bocca affinché tutti potessero sentirla - Senza di lei, senza le sue strigliate, i suoi incoraggiamenti, senza la sua testardaggine e la sua amicizia io oggi non sarei qui davanti a voi -. Pronunciò quelle parole cercando di non far capire quanto in realtà fosse emozionata a stare su quel palco con Sofia, due ragazze che solo poco più di un anno prima avevano deciso di partire all'avventura, con pochi soldi in tasca ma con una vagonata di sogni e speranze che, incredibilmente, si erano avverati tutti.
- Un applauso per Sofiaaaa! - urlò per poi voltarsi verso l'amica e mimarle con le labbra un “Grazie”.
- E poi vorrei ringraziare e invitare sul palco le persone più strane, fantastiche, divertenti e dolci che abbia mai conosciuto e che in pochissimo tempo sono diventati la mia famiglia - disse quando gli applausi si furono placati - Harry, Louis, Niall, Zayn e Liam, che per voi sono i One Direction, per noi sono e resteranno sempre i nostri cinque scalmanati coinquilini-.
Un boato esplose immediatamente all'interno dell'Arena, migliaia di ragazze iniziarono ad urlare e ad agitarsi mentre i One Direction, i loro ragazzi, si apprestavano a salire sul palco.
Una volta di fronte a loro, così belli, sorridenti e in vena di idiozie come al solito, Beatrice afferrò la mano di Sofia e le lanciò uno sguardo d'intesa. Entrambe sorrisero e tornarono a fissare i ragazzi, quei ragazzi che avevano cambiato loro l'esistenza, che avevano stravolto le loro vite rendendole migliori.
- Senza di voi, ragazzi, probabilmente staremmo ancora vivendo in quell'ostello o forse avremmo gettato la spugna e saremmo tornate in Italia -
- Io sarei in uno stupido call center a chiamare gente di tutta Italia per offrire loro una misera offerta e Bea starebbe dando ripetizione a qualche ragazzino troppo poco interessato alla cultura - disse Sofia rubando il microfono a Beatrice in un'improvvisa ondata di coraggio - Ed è vero, senza di voi non ce l'avremmo fatta, senza di voi noi non saremmo qui. Perché siete stati voi a credere in noi. Siete stati voi a sostenerci e a farci capire che i sogno si realizzano. Insomma, abbiamo osato, proprio come avete fate voi. Abbiamo sognato ad occhi aperti e ora siamo qui su un palco sul quale Beatrice si è appena esibita di fronte a tutte queste meravigliose persone mentre indossa un vestito che io ho disegnato. Quindi grazie per quello che avete fatto, grazie per il bene che ci dimostrate ogni giorno e grazie per amarci senza freni -
- E grazie anche per essere così dannatamente idioti - aggiunse Beatrice facendo ridere il pubblico e i ragazzi che, stando ai loro occhi un po' troppo lucidi, sembravano emozionati da tutte quelle parole.
Un istante dopo infatti si gettarono su di loro stringendole in un grande abbraccio, un abbraccio di gruppo che durò solo un minuto ma che riuscì a trasmettere a Beatrice e Sofia tutta la gratitudine che anche i ragazzi provavano verso di loro. Sciolto l'abbraccio Louis si appropriò del microfono mentre Liam ne andò a raccattare alcuni dietro le quinte. Insieme iniziarono a cantare “Happy Birthday” per Harry coinvolgendo persino Sofia che si era già abituata al palcoscenico. Tutti insieme, su quel palco, erano una forza della natura.
Insieme avrebbero fatti grandi cose, di questo ne erano certi. In fondo quello era solo l'inizio di una lunga vita, di un'avventura ancora da vivere. Loro, quelle due ragazze e quei cinque pazzi, la loro avventura la stavano vivendo, la stavano assaporando e sfiorando con le dita. Avevano accolto tutto quello che era capitato nelle loro vite, avevano afferrato ogni occasione che si era presentata alla loro porta e avevano vissuto intensamente ogni attimo, ogni istante perché si sa, nella vita si vive una volta sola.



The end

(...or maybe not)







E siamo alla fine cari lettori.
Siamo tristissime per questo, non ci sembra neanche vero che sia terminata ma purtroppo prima o poi doveva finire :(
Non siamo pronte ad abbandonare le nostre ragazze, hanno ancora molto da raccontare è per questo vi annunciamo che sicuramente ci sarà un sequel, non sappiamo né quando né come ma ci sarà, Bea e Sof non vogliono lasciarci così presto.
Ed ora, come hanno fatto anche quelle due favolose ragazze, anche noi vorremmo fare qualche ringraziamento.
Innanzitutto coloro che hanno seguito costantemente la storia, fino all'ultimo capitolo, quelle persone che hanno sempre commentato sostenendoci e aiutandoci ad andare avanti, in particolare Astrea_ e Sweetie_Moon: grazie mille a tutte ragazze! E ovviamente Lucia, la nostra _ s a m, che quando ha scoperto la storia si è attaccata allo schermo senza staccarsi più se non per minacciarci di pubblicare oppure per sclerare per qualche avvenimento triste nei capitoli xD grazie Lù <3 (vedrai che tutte e 3 riusciremo ad entrare in quell'Arena il 19 \m/)
Poi ringraziamo tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, le ricordate.. insomma tutti! Ci dispiace del fatto che molte persone siano rimaste in silenzio e soprattutto che negli ultimi capitoli, quelli più importanti, i vostri commenti siano diminuiti drasticamente D:
Speriamo che per il sequel ci seguirete ancora come speriamo che leggiate l'altra storia che stiamo scrivendo, Lights will guide you home, perché noi ci teniamo molto e fidatevi, ne vale la pena (il banner come sempre è in fondo alla pagina).
Grazie ancora gente! Siamo contente che la storia vi sia piaciuta e davvero non vediamo l'ora di tornare a raccontarvi le avventure di Beatrice e Sofia, due ragazze come tante che hanno creduto nei propri sogni e sono riuscite a realizzarli.
A presto :*

PS. Se volete potete dirci come immaginate che sia il squel, così potete aiutarci con qualche idea! ;D
PPS. Questo è il vestito che Sof ha disegnato per Bea.

  
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