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Autore: bells swan    24/04/2013    4 recensioni
[La storia non ha niente a che vedere con il film]
Bella è fidanzata con James, James è il migliore amico di Edward, Edward prova attrazione per Bella. E se un giorno Bella cedesse? E se Edward la ricattasse per un’ultima notte d’amore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Chiedo ENORMEMENTE scusa per aggiornare solo ora. Il fatto è che siamo tutti impegnati con la scuola (io) o con il lavoro… se a questo mezz’ora perché il mio pc ve un capitolo ci sto mezz’ora perché il mio pc va lento e il browser più veloce è opera, che opera non mi fa (non so perché) pubblicare l’HTML e che per pubblicare devo accedere a safari che mi blocca ancora di più il pc… passa pure la voglia. Infine, moltiplicate tutto questo per… essermene dimenticata O_O non vi scherzo, mi sono dimenticata vero di aggiornare >.<
Ma da domani fino a domenica non c’è scuola, vedrò di finire Ricatto d’amore (mancano solo 2 capitoli) e arrivare a quasi alla fine con Temptation (ne mancano sei) per farmi perdonare :)
Un bacione!
p.s.: perdonatemi se non rispondo alle vostre recensioni c.c Ma il computer va più lento del solito… (ragazze, il mio pc ha tipo… quasi 10? Sì, penso proprio di sì. Capirete bene… ._.) e vorrei pubblicarvi i capitoli delle altre storie:)
 
 
 
 
 
 
È passata circa una settimana da quando ho lasciato la casa che condividevo con James: non ho più sue notizie di nessun genere che lo riguardano, però sono felice. Almeno ho Edward con me.
In questa settimana è stata di una dolcezza infinita. ‘Considera questa casa tua’ l’avrà ripetuto tante di quelle volte che ormai ci ho fatto l’abitudine.
“Amore, sono a casa!” esclama la sua voce, facendomi capire che ha finito il turno in ospedale ed è qui.
“Ehi” mormoro con un sorriso.
Edward mi trova in salotto, un piccolo barattolo di latta di colore in una mano e un pennello nell’altra, vestita semplicemente con una salopette e una maglietta sotto. Mi rivolge immediatamente un sorriso quando mi vede, facendomi arrossire un poco.
È strano vederlo guardarmi con amore: per qualche anno mi lanciava occhiatacce a non finire.
Mi abbraccia da dietro, annusando il profumo dei miei capelli. “Come va?” domanda, posando una mano sul mio ventre.
Sorrido. “Se ti riferisci ai crampi allo stomaco, sicuramente meglio. Il ciclo terminerà da un giorno all’altro...” Il ciclo mi è venuto due giorni dopo aver lasciato l’altra casa e purtroppo io sono una fra quelle ragazze che lo soffrono terribilmente e cui dura cinque/sei giorni abbondanti. “Se invece ti riferisci alla pittura, magnificamente. Questa casa sta diventando esattamente come la volevo io!” esclamo felicemente.
Edward ride, una risata che mi scalda il cuore, facendomi fremere di desiderio e di amore per quest’uomo tanto dolce, bello e innamorato. Di me. “Ne sono felice, amore mio. Ma perché adesso non ti siedi?” domanda, senza lasciarmi il tempo di rispondere che mi porta a sedermi sul divano.
“Come è andata oggi, al lavoro?” chiedo.
“Lui non c’era. La voce che gira ultimamente sembra essere confermata sempre di più ogni giorno che passa” risponde, irrigidendosi un poco. Fa fatica a parlare di James, lo so. Il pensiero di lui che è stato il mio primo amore lo ferisce, e per quanto vorrei cancellarlo dai miei pensieri non ci riesco: mi sento troppo in colpa.
“Quindi secondo te si è trasferito?” chiedo.
“Sembra che la cosa ti dispiaccia” afferma Edward, scostandomi da sè e fissandomi contrariato.
“No... no, come può dispiacermi?” chiedo sbalordita, ma non attendo risposta. “Edward, sai quello che provo per James, mi sento in colpa, tremendamente in colpa. Ma solo questo, oramai sai che amo solo te, no?” Spero tanto che mi risponda di sì perché se rispondesse negativamente... be’, i dubbi in un rapporto non mi sono mai piaciuti.
Esita nel rispondere ma abbassa lo sguardo sospirando e poggiandosi contro il tessuto del divano. “Sì. Sì lo so, scusami” mormora.
Salgo su di lui a cavalcioni, prendendogli il viso fra le mani e baciandolo con lentezza. E amore. Non possiamo fare l’amore ma nessuno ci vieta di stare insieme in quel modo.
Accarezza la mia lingua con la sua, stringendomi a sè. Prova a infilare le mani sulla mia pelle ma la salopette glielo impedisce e impreca sottovoce. “Non indossare mai più un qualcosa di così infernale” borbotta, staccandosi.
Sorrido divertita. “Ci penso io.” Quando abbasso la salopette fino ai fianchi, non perdo tempo e mi tolgo la maglietta, catturando così lo sguardo di Edward sui miei seni. Mi alzo per potermi togliere il resto, rimanendo in intimo di fronte a lui.
Mi attira nuovamente a sè ricominciando a baciarmi avidamente, stavolta.
La mia mano si porta subito tra le sue gambe, trovandolo già duro ed eccitato, pronto per me. “Edward...” mormoro, prima di scostarlo per potergli togliere la maglietta. Non è giusto che sia solo io senza vestiti. Lancio la maglietta chissà dove, prima di posare le mie mani sulla fibbia dei suoi pantaloni, lanciandogli una veloce occhiata.
Mi guarda come se volesse mangiarmi in un sol boccone, è sexy da morire e io mi sento bagnare anche solo con un suo sguardo.
Riesco ad aprirgli i pantaloni, facendo un po’ di pressione con le mani affinché inarchi il bacino e io possa sfilarglieli fino ai piedi insieme ai boxer. In ginocchio davanti a lui, gli divarico le gambe iniziando a toccare il suo membro duro, guardandolo negli occhi. “Ti piace?” chiedo, ben consapevole comunque della risposta.
“Tu che dici?” ansima, fissandomi. Affonda una mano sui miei capelli avvicinando il mio viso alla sua erezione.
La prendo in bocca, gustandomi il suo sapore di uomo. Lo sento gemere, mentre immagino il suo viso stravolto dal piacere gettato all’indietro. Con una mano gli accarezzo i testicoli, mentre con l’altra tiro la pelle sentendolo sempre più duro nella mia bocca.
“Amore, continua così... sei meravigliosa” ansima Edward, sfiorando con un dito le mie labbra sul suo membro. “Ah... Ecco, così sì... Togliti... Bella, togliti il reggiseno.”
Sta arrivando, lo so perché lo sento al limite. Lo accontento e apro il gancio del mio reggiseno, facendogli fare la stessa fine della maglietta di Edward e dei miei vestiti.
Subito, le sue mani sono sul mio seno che tintillano con due dita i mie capezzoli inturgiditi dal desiderio. “Bella, più veloce” mi supplica, imponendomi il ritmo che vuole, la sua mano nuovamente suoi miei capelli.
So che per Edward sono bellissima, ma quando perde il controllo come in questo momento rischio di impazzire dalla voglia di lui. Mi fa sentire sexy come non mai.
“Bella, sto arrivando... manca poco, amore, poco...” riesce a sussurrare con fatica. “Eccolo... Bella…”
Lo sento liberarsi nella mi bocca nello stesso momento in cui geme il mio nome. Sento l’amore che prova per me vibrare nel tono della sua voce facendomi battere più forte il cuore.
“Non uscirlo, amore” sussurra Edward. Prende subito dopo il suo membro con due dita, stando attento a non sporcare nulla mentre io mi allontano. Si siede sul pavimento, onde evitare di macchiare il tessuto del divano. “Vieni qui.”
Mi lascio prendere per mano e Edward mi fa coricare sul pavimento. La sua bocca è immediatamente sul mio seno, che lecca e succhia lentamente. La sua mano si porta sul mio viso, mentre con due dita sfiora la mia bocca. Prendo l’indice tra le mie labbra, succhiandolo, mentre Edward si sistema fra le mie gambe iniziando a muoversi contro la mia intimità. Ovviamente, io sono ancora con le mutandine, avendo il ciclo.
Sento quel formicolio al basso ventre, chiaro segno dell’eccitazione. Vado incontro alle spinte di Edward col mio bacino, facendogli intendere che voglio che aumenti la velocità. Ho ancora il suo dito in bocca e succhio più velocemente, mentre Edward mi imita prendendo di mira il mio capezzolo destro. Ma, a differenza di tutte le altre donne, non è questo ciò che più di tutti i posti da baciare mi fa impazzire, benché sia senza dubbio piacevole. No, è un altro il mio punto debole.
“Edward... il collo... baciami lì” ansimo, allontanandomi dal suo dito.
Alza il viso per poi baciarmi avidamente sulle labbra, scendendo sulla mia gola e fermandosi sull’incavo del collo, lambendo il tragitto con la sua lingua assassina.
So per certo che avrò un segno, e forse è proprio questo che mi eccita ancora di più.
Il suo corpo sopra il mio, la sua erezione contro la mia intimità, la sua bocca e la sua lingua sul mio collo e il suo dito nella mia bocca mi fanno perdere la testa. “Mmh... ah, Edward... Ancora... ancora...”
Porta il suo dito bagnato, lo stesso che avevo in bocca, sul mio capezzolo, mentre le mie mani si portano sulle sue natiche. Afferrano e stringono, beandosi di quel ben di Dio. Lo sento sorridere sulla mia pelle mentre piega un po’ di più le ginocchia per farmi toccare meglio il suo fondoschiena.
Bastardo!
I miei pensieri vengono sopraffatti dall’orgasmo quando questo arriva, facendomi gettare indietro la testa. Edward non smette di muoversi fin quando non mi calmo io, mentre i respiri di entrambi cercando di regolarizzarsi. Si porta con la schiena sul pavimento, attirandomi a sè.
“Per colpa delle tue unghia avrò il sedere a strisce!” esclama ridendo, riferendosi alla mia stretta un tantino rude al momento dell’orgasmo.
Ridacchio. “Mi avrai sicuramente lasciato un succhiotto sul collo e da me sarà ben visibile.”
“Sì, ma me l’hai chiesto tu di baciarti lì. Io mi stavo dedicando alle tue tette, se ben ricordo” mormora ghignando.
“Scemo!” lo rimprovero ridendo. Sospirando, poggio la mia testa sulla sua spalla. “Ti amo.”
Mi stringe maggiormente, affondando il naso nei miei capelli e aspirandone il profumo. “Ti amo anche io, amore.”
 
Un mese dopo
 
“Amore, sicura che non vuoi che ti accompagni?” mormora Edward, fissandomi.
“Sicurissima, non preoccuparti. La farmacia è a tre passi da qui, tornerò entro dieci minuti” rispondo, infilando le scarpe. Lui non sa che in farmacia invece di prendere le pillole anticoncezionali – che già avevo comprato il mese scorso in anticipo − devo comprare un test di gravidanza.
Sospira, poggiandosi con le braccia incrociate dietro la testa sul letto disfatto. Il lenzuolo gli copre solo le gambe, sino al suo stomaco piatto. È così bello da far male. “Ti concedo solo cinque minuti.”
Salgo sul letto, baciandolo velocemente. “Va bene, amore mio. Tornerò entro cinque minuti” dico consenziente.
“Bella, se vuoi vengo anche io...”
Rido ancora. “Edward, ma stai scherzando? E dovresti rivestirti solo per comprare una cosa che posso tranquillamente comprare io? No, meglio se rimani qui. Esattamente come sei ora” sussurro alla fine, lasciandogli un bacio sul collo.
“Mmh... mi hai convinto.”
Sorrido. “Vado, prendo le chiavi.” Esco dalla camera da letto per poter indossare poi il giubbotto e prendere la borsetta, uscendo da casa subito dopo.
Non credo di essere incinta, il ritardo potrebbe essere causato dallo stress. Non ho ancora smesso di pensare a James, anche se Edward non lo sa: se lo sapesse, inizierebbe a pensare che lo amo ancora e non è così. Sono solo i sensi di colpa, che non riescono a farmi vivere tranquillamente.
La farmacia è vicinissima casa nostra, e chiude solo verso le sette e mezza di sera. Per questo avevo fretta di comprare ‘le pillole’ adesso, che sono le sei.
È troppo presto per avere un bambino, troppo. E con Edward non ne abbiamo mai neanche parlato. Ma in fondo, perché dovremmo parlarne? Stiamo insieme da un mese e mezzo circa!
Il ritardo è di circa tre/quattro giorni e io voglio sapere assolutamente la verità. Magari non si vedrà con chiarezza, ma col test di gravidanza posso averne comunque una certezza.
Quando è il mio turno, mi avvicino titubante. “Vorrei un test di gravidanza, per favore” mormoro. Non mi sembra vero: dirlo ad alta voce è tutta un’altra cosa.
La ragazza non apre bocca, si allontana semplicemente per prendere il test e ritorna sorridendomi dolcemente. “Prima volta?”
Alzo lo sguardo dalla scatola del test per fissarla stupita. “Come...?”
“È spaventata a morte, si vede chiaramente. Non sa quante giovani donne sono venute con la sua stessa espressione sul volto, segno che erano impreparate ad affrontare una cosa del genere”spiega sorridendomi.
Abbasso lo sguardo, confermando tutto.
“Suo marito...”
“Non sono sposata” la interrompo subito. Vedo che è chiaramente sorpresa. “Convivo” specifico.
Sorride immediatamente. “E lei ha paura di dirglielo.”
“Come potrei non averne?” mormoro più a me stessa che alla ragazza.
“Secondo me, ne sarà felice, se lei è davvero incinta. Gli uomini impazziscono positivamente quando scoprono che la donna che amano è incinta del loro bambino.”
Mi scappa un sorriso. “Speriamo” sussurro.
Mi porge la mano. “Io sono Angela” si presenta con un sorriso.
Ricambio la stretta. “Bella.
“Devi stare tranquilla Bella, sono convinta che il tuo fidanzato sarà entusiasta della grande notizia.” Cerca di tranquillizzarmi ma non ci riesce.
“Grazie, Angela. Sarà meglio che vada, adesso” mormoro, congedandomi.
Infilo il test di gravidanza in borsa, dirigendomi verso casa. Non appena rientro, mi assicuro di nascondere in bagno la scatola, riponendola nel mio armadietto dei cosmetici. Riprendo la borsa e mi comporto come se fossi appena arrivata.
“Amore, ci hai messo parecchio!” si lamenta Edward, prendendomi per mano e facendo pressione per farmi cadere sopra di lui.
“Sono mancata solo un quarto d’ora!” esclamo ridendo. La chiacchierata con Angela è durata più di due minuti.
“Sì ma la farmacia è qui dietro” continua Edward, baciandomi il viso.
“C’era confusione” sussurro, lasciandomi andare alle sue carezze. Non c’era per niente confusione, per questo ho potuto parlare con Angela. “Edward, aspetta un attimo. Vado in bagno e torno.”
“Va bene” acconsente, ricadendo sul letto con la testa. “A proposito, le hai prese le pillole?” domanda.
Edward sa perfettamente che le prendo in anticipo, come ho sempre fatto. A volte, prendo anche due pacchetti per poter così essere già preparata. I primi tempi dimenticavo di comprarle così ho preso l’abitudine di anticiparne sempre l’acquisto, come lo scorso mese.
Ecco perché non si stupisce del fatto che io voglia comprarle pur non avendo ancora il ciclo. Fortunatamente, è un uomo e non tiene il conto di quando dovrei essere indisposta, specialmente essendo sempre regolare.
“No, non aveva quelle che compro io. Fa niente, domani andrò in un’altra farmacia” rispondo velocemente, correndo in bagno. La paura di essere incinta è troppa e io voglio subito sapere se lo sono o meno.
 
 

   
 
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