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Autore: Shirubia___    24/04/2013    1 recensioni
Ciel: “Ma che diamine mi sta succedendo!?” pensò mettendosi una mano sul volto. La risposta già la sapeva in realtà, solo non voleva accettarla.
Dopo qualche minuto decise di camminare fino al retro della villa, non accorgendosi che qualcuno lo stesse seguendo. Quando si fu fermato sentì uno sparo, un forte dolore alla caviglia, e, prima che potesse voltarsi, sentì una botta alla testa e tutto divenne nero.
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Questa storia non è “rubata”! Per vari motivi non posso più entrare nel vecchio account, e mi era venuta voglia di continuarla, perciò l’ho ripubblicata qui, sperando che non ci siano problemi.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non è “rubata”! Per vari motivi non posso più entrare nel vecchio account, e mi era venuta voglia di continuarla, perciò l’ho ripubblicata qui, sperando che non ci siano problemi. Visto che ci sono, la riscriverò tutta, modificando così qualcosa, sperando di migliorarla. Mi spiace per tutto il tempo che è passato senza che la continuassi… x°D
Questa è la mia prima storia, una specie di “esperimento”, perciò… siate gentili. :’D

 
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- È ora di alzarsi, Bocchan – disse Sebastian, ponendo il vassoio con la colazione sul comodino, andando poi a tirare le tende lasciando entrare la luce del sole.
- Le ricordo che questa sera deve andare ad una festa a cui è stato invitato giorni fa da un certo Nigel Stevens – disse il maggiordomo sapendo già quale sarebbe stata la reazione di Ciel. Infatti, come previsto, il Signorino sbuffò, mettendosi a sedere sul materasso.
- Devo proprio andare alla festa di uno che nemmeno conosco? – chiese il Conte, cercando di associare quel nome ad un volto, ma nulla.
- Sì, deve. Potremmo incontrare qualcuno di sua conoscenza, e poi non è curioso di scoprire chi è? –
- Molto – rispose sarcasticamente Ciel.
Sebastian notò che il Signorino non aveva minimamente toccato la colazione.
- Non mangia, Bocchan? -
Ciel rispose semplicemente di non aver fame, spostando malamente le coperte per poi scendere dal letto, ma inciampò su un lenzuolo e, se non fosse stato per Sebastian che prontamente lo prese stringendolo a sé, sarebbe caduto a terra.
- S-Sebastian!... – Ciel divenne rosso per quella posizione e si staccò immediatamente cercando, inutilmente, di non far notare il suo imbarazzo.
- Stava cadendo – gli disse il maggiordomo, divertito dalla sua espressione. Ciel rimase in silenzio, ancora un po’ rosso in volto.
Sebastian iniziò a vestirlo e il suo imbarazzo non diminuì.
Una volta finito il Conte si allontanò immediatamente dicendo che aveva alcune carte da ricontrollare.
Appena uscito dalla camera, il maggiordomo sospirò, pensando che era già da qualche giorno che il Signorino si comportava in modo strano.
 
A Ciel sembrò che il tempo non passasse mai nel suo studio. Non riusciva a concentrarsi su quelle maledette carte poiché pensava ad altro. Divenne sera e non aveva neanche pranzato. Non voleva essere disturbato, ma nonostante ciò non aveva concluso niente.
Qualcuno bussò alla porta.
- Bocchan? È ora di andare – sentì la voce del maggiordomo che lo chiamava da fuori. Senza farlo entrare rispose che si sarebbe preparato da solo.
Sebastian non aveva idea di cosa gli prendesse.
Dopo che il Conte si fu vestito (non senza qualche difficoltà) scese le scale, dove lo attendeva Sebastian che, non appena lo vide, sorrise divertito sistemandogli gli abiti. Ciel arrossì e gli disse di fare silenzio.
Usciti fuori il più grande lo aiutò a salire in carrozza, e, come suo solito, Ciel disse che poteva benissimo farcela da solo.
Il viaggio trascorse in silenzio. Il Signorino guardava fuori, cercando di vedere la strada, ma era completamente buio. Arrivati si fermarono dinanzi un enorme cancello. Entrati si diressero su una via che portava ad una villa: a due piani, non molto grande, con un grosso balcone al centro. Una volta dentro notarono che la hall era piena di persone che, per la maggior parte, non conosceva. Qualcuno riconobbe il Conte, ma tranne un saluto non ci fu niente di più. Non c’era molta confidenza.
La serata passò lenta e noiosa, e di questo Nigel Stevens nemmeno l’ombra. Mentre il resto delle persone non faceva altro che ridere sguaiatamente e ballare, Sebastian e Ciel rimasero in disparte. Ciel non aveva davvero voglia di stare lì in mezzo.
- Sebastian, esco un po’ fuori. Non ce la faccio a rimanere qui dentro con tutto questo chiasso! - disse Ciel allontanandosi, non attendendo risposta dal maggiordomo.
 
Una volta fuori sospirò. Ultimamente non riusciva nemmeno a stare vicino a Sebastian che si sentiva… strano. Se il maggiordomo lo toccava o lo sfiorava, il suo cuore batteva dannatamente forte. In più, se non era insieme a lui non faceva altro che pensarlo.
“Ma che diamine mi sta succedendo!?” pensò mettendosi una mano sul volto. La risposta già la sapeva in realtà, solo non voleva accettarla.
Dopo qualche minuto decise di camminare fino al retro della villa, non accorgendosi che qualcuno lo stesse seguendo. Quando si fu fermato sentì uno sparo, un forte dolore alla caviglia, e, prima che potesse voltarsi, sentì una botta alla testa e tutto divenne nero.

 
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Se vi state domandando se c’è un motivo preciso per cui ho scelto quel nome (Nigel Stevens), sappiate che non c’è: è casuale. x°D
Spero che questo capitolo non sia stato noioso e che vogliate leggere il seguito. Sono ben accetti consigli, recensioni, etc… u_u
Alla prossima, anche se non so ancora quando sarà. >w<

  
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