Anime & Manga > Ranma
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Autore: Viola Plummer    25/04/2013    3 recensioni
Prima di allora non avevo mai tenuto un diario, solo libri di contabilità. Il resto non mi interessava, o per lo meno non mi sembrava importarte prendere nota dei dettagli per ricordarli a lungo termine. Ma al terzo giorno che, mentre ero seduta alla mia scrivania concentrata nel prepararmi per l'esame d'ammissione della Todai, la porta della mia stanza sbatteva e la finestra si apriva da sola sul mio naso, senza che soffiasse un alito di vento... beh, decisi che prendere nota di fatti ed orari era una buona misura cautelativa per salvaguardare la mia igiene mentale. Faceva caldo, era estate e l'anno scolastico volgeva al termine.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fanfic-cap3
Quando mi svegliai c'era silenzio, completo silenzio e assoluta calma. L'unico rumore udibile era il ticchettio prodotto dalla grossa sveglia vintage che tenevo sul comodino. Le sue lancette segnavano le tre di notte appena passate. La temperatura si era abbassata un po' ed ero leggermente infreddolita. Mi dolevano le orecchie per essermi addormentata con le cuffie in testa. Il walkman si era spento e la musica non suonava più da un pezzo. La casa, la notte, i suoi abitanti addormentati e sereni. Mi sentii un po' scema, mi stavo preoccupando per nulla. Dopotutto  avevamo visto ben di peggio che non queste piccole dimostrazioni di furore elettrodomestico. Insomma, avevamo ospitato gente assai strana che ci aveva causato un sacco di guai, dalla professoressa Hinako Ninomiya a Rouge-Asura, passando per la nostra amica fantasma Kagome.  Eravamo stati invasi dalla muffa, con conseguenze a dir poco disastrose, per colpa di un vecchio maniaco ladro di biancheria e fattucchiere fallito di cui non ci saremmo mai liberati che aveva scambiato casa nostra per il suo parco giochi personale. Ogni tanto delle vecchie signore con la mania della cerimonia del tè tornavano a farci visita danneggiando pannelli, mobili e suppellettili. Collant Taro ci aveva demolito mezza casa, sfondando il tetto e distruggendo la stanza da bagno. Ciò nonostante, potevamo ancora considerarci fortunati, almeno se comparavamo la nostra situazione a quella dei Saotome il cui tentativo di costruirsi una vita familiare normale era stato drammaticamente stroncato dalle tre demolitrici per eccellenza, Shampoo, Ukyo e Kodachi. Sì, quello che stava capitando ora non era nulla di che, ma certo non poter identificare una causa visibile, naturale o sovrannaturale che fosse, metteva addosso una certa inquietudine...
Mi misi il pigiama e uscii per andare in bagno a lavarmi i denti ché non l'avevo ancora fatto. La luce della cucina era accesa, c'era qualcuno in giro. Akane - lì per lì non la notai - stava appollaiata sulla ringhiera delle scale più o meno a metà altezza. Guardava giù e non si muoveva. Chissà da quanto era lì. Decisi di non dirle niente per il momento e sgattaiolai in bagno. Mentre mi stavo lavando i denti udii un rumore forte e secco, e poi un tonfo. Infine dei passi. Quando finalmente uscii di lì, Akane non c'era più. Dalla cucina non arrivava nessun rumore, ma la luce era ancora accesa. Scesi giù e trovai Ranma steso lungo per terra davanti la frigorifero. Che diamine era successo? Presi una borsa con del ghiaccio e gliela misi sulla faccia aspettando che si risvegliasse.
- Che è successo? - domandai appena ebbe riaperto gli occhi.
- Non lo so... - rispose rialzandosi un po' a fatica, ancora intronato per la gran botta.
- Sarà mica stata Akane per caso? -  sì, diciamo che era la mia sospettata preferita per qualsiasi malefatta.
- Akane? No, perché? - rispose lui sorpreso - Starà dormendo, qui non s'è proprio vista.- A me quei due non la raccontavano giusta. Il loro comportamento... non riuscivo a trovarci un senso, non dopo tutto quel tempo, non più. Mia sorella che restava sulle scale in silenzio, ovviamente spiandolo, lui che non si accorgeva di niente...
- Allora chi è stato a stenderti, scusa? - lo incalzai. Ranma esitò, si portò una mano alla faccia, si tastò la fronte indolenzita e, un po' titubante, guardandomi come se si volesse scusare per la stupidaggine che stava per dire: - Ecco... io penso che sia stato … il freezer. Il freezer, sì. Stavo rimettendo in frigo la bottiglia dell'acqua, quando lo sportello del congelatore si è aperto di colpo mentre rialzavo la testa e mi è venuto in faccia - finì in una risata nervosa.
Molto bene, allora definitivamente la matta non ero io. O almeno non ero la sola.
- Ah, beh! Se è così... - dissi ridendo, più che altro perché non sapevo che altro fare.
- Buonanotte, Ranma. Tieniti la borsa col ghiaccio sulla faccia ancora per un po' - aggiunsi allontanandomi.
Che strano... mi domandavo come mai Akane non fosse scesa a vedere cos'era successo quando aveva sentito il botto. Era lì e non poteva non essersi accorta di nulla.

Strano strano strano... ma meglio non immischiarsi, per ora.

La casa, quella casa era diventata ostile. Non era una mia impressione. Ormai ne ero praticamente certa. Non solo. Sicuramente non si trattava di una novità degli ultimi due giorni. Eravamo talmente abituati tutti quanti a sottovalutare le anomalie che ci passavano sotto il naso, a derubricarle come piccole deviazioni da uno stato di partenza sempre piuttosto alterato e lontano dalla vera normalità. Sicuramente c'erano stati altri segnali in precedenza, meno eclatanti, meno violenti, ma quella faccenda aveva tutta l'aria di andare avanti da tempo. E avevo un gran brutto presentimento.

La mattina dopo, Akane aveva la faccia di una che aveva dormito poco e Ranma quella di uno che aveva preso una porta sul muso. Li trovavo buffi, quasi ridicoli, a tratti patetici. Io quei due proprio non li capivo.
Happosai invece aveva un bernoccolo sulla testa. Kasumi stava servendo la colazione quando cacciò un piccolo grido di spavento: stava per cadere buttando tutto per terra. Il cavo del bollitore elettrico, che doveva essere dall'altro lato del tavolo, le si era attorcigliato attorno alla caviglia. Kasumi posò i vassoi, si avvicinò al piccolo elettrodomestico e lo accarezzo dolcemente: - Stai tranquillo, - disse conciliante al bollitore - torno subito a prenderti, tranquillo... fai il bravo... - Decisamente non ero solo io che stavo sull'orlo di un esaurimento.
- Bisogna trattarli con più gentilezza gli oggetti in questa casa... pare che stiano come soffrendo una sindrome di abbandono, o una carenza di affetto - ci spiegò didattica la sorellona.
- Certo, - biascicai trai denti - la prossima volta che la finestra mi fa volare gli occhiali le dirò senz'altro di non preoccuparsi, che è molto importante per me che stia serena e che le voglio bene, e accarezzerò la maniglia come fosse un gattino. -
- Ma di che state parlando ragazze? - per la prima volta avevamo l'attenzione di papà che fino a quel momento pareva aver vissuto in un altro mondo.
- Tutto è normale in questa casa, basta saperci fare e si può convivere con qualsiasi cosa, no? Mai che qualcuno si stupisca di niente... - insistetti.
- Non capisco a cosa tu ti riferisca, Nabiki, sul serio... - replicò papà un po' costernato. Possibile che agli altri non fosse successo nessun episodio sospetto? Intanto il signor Genma si era trasformato di nuovo in panda e stava litigando con Ranma. Akane per parte sua si era dileguata.
- Maestro Happosai, - a quel punto volevo fare la prova e lo chiamai per nome con un volume di voce leggermente più alto del necessario - perché non ci dice lei che sta succedendo in questa casa? Sono sicura che lei ne sa qualcosa, altrimenti ieri sera non avrebbe detto quello che ha detto. Sarà mica infestata? -
- Come infestata?! -  esclamò il caro capo famiglia con vivo terrore, neanche fosse appena atterrato da Marte.
- Ma no... Nabiki, che dici...? - diamine, Kasumi... - Così papà si spaventa...-
Il vecchiaccio aspirò una boccata di fumo dalla sua pipa, saltò giù dai cuscini e trotterellò verso l'uscita pronto a ritirarsi nella sua stanza - Non essere impaziente, Nabikuccia. Quando avrò delle conferme sarai la prima a saperlo. Per ora sono solo ipotesi e non voglio turbare la quiete di questa famiglia per nulla. -
- Sì, come no! - fece Ranma sarcastico rientrando dal giardino - Da quando in qua si preoccupa per la tranquillità altrui? - Ridemmo tutti.
- Ba bu! - esclamò il Signor Panda. Kasumi fu la prima a ricomporsi, ed iniziò a farci la morale, ché non sta bene essere sgarbati e bla bla bla... ma era tardi. Il vecchio l'aveva presa male e tornando sui suoi passi si rivolse a Ranma con un tono incredibilmente freddo: - Tu marmocchio non sai quello che fai, non sai quello che dici e nemmeno quello che vuoi. E questo alla lunga può portare solo grossi guai per tutti. -
Si creò un attimo di gelo. Era la seconda volta in meno di dodici ore che il maestro aveva usato un tono serio per dire qualcosa che non sembrava essere proprio un'idiozia delle sue. Niente uscite del tipo "Ranma provati questo nuovo reggiseno" o "non disturbatemi per nessun motivo, vado a spiare le donne nei bagni pubblici".
- Oh-oh! - tentai di rompere il ghiaccio - Ma che paura! - e una risata collettiva che voleva essere liberatoria ma invece tradiva un certo nervosismo si levò dalla sala dov'eravamo riuniti. Forse era il caso di aggiungere un altro elemento alla mia lista di fatti inquietanti. Valeva senz'altro la pena di prendere nota anche delle sparate di Happosai.
- Suvvia, -  sospirò Kasumi - basterà trattare gli oggetti con gentilezza e non succederà nulla di male... -
- Sì, sì... - borbottai. Io non ci credevo mica.

Il sole era già alto, la temperatura iniziava a salire di nuovo, ed era anche ora di correre a scuola. Ma finalmente soffiava un po' di brezza. Il mattino è il momento migliore della giornata in quel periodo dell'anno. Akane pareva pronta, saremmo  potute andare insieme per una volta. Andai a cercarla ma non la trovai. Che si fosse già avviata da sola senza dire nulla? Ma che le prendeva a quella lì?
- Ranma, visto che Akane ti ha piantato in asso, se sei pronto potremmo avviarci insieme. Senza correre.
- Va bene, senpai, ma ad una condizione.
- Quale?
- Non porterai con te la macchina fotografica e non cercherai di farmi cadere nel canale.
- Aggiudicato.  
Fu così che alla fine mi incamminai con Ranma, non prima di essere ripassata per la mia camera e per il bagno.

Niente macchina fotografica? Come vuoi, tanto ho la telecamera nuova. Non ti butterò nel canale, sarebbe troppa fatica. Basta una bottiglietta d'acqua fredda e un thermos di acqua calda per rimediare al danno. Facile, no?

Presi il mio quaderno, riportai rapidamente qualche aggiornamento essenziale e lo infilai nella cartella.

- Hai idea di che le prenda? - chiesi a Ranma appena usciti dal cancello.
- A chi? - io l'avevo sempre detto che il ragazzo era un po' tardo.
- Ad Akane, a chi se no? -
- Ah, e che vuoi che ne sappia? Ti giuro che io non le ho detto niente per farla arrabbiare. -
- Sarà... - cercai di scrutarlo di sottecchi, ma camminava sulla recinzione del canale, troppo in alto perché potessi vedere l'espressione che aveva senza beccarmi il sole in piena faccia.
Stetti zitta per qualche secondo, poi decisi di incalzarlo un po': - E della casa invece che mi dici? Non è strano anche il comportamento della casa? - Non pensavo assolutamente che ne potesse sapere di più di quando desse a vedere, Ranma non è tipo da avere dei segreti, non consapevolmente almeno. Però avevo la sensazione che poteva aver senso sfrugugliarlo, se non altro perché la casa, nella fattispecie il freezer, era stata particolarmente aggressiva con lui e Happosai gli aveva rivolto parole inusuali in tono inusualissimo. Valeva la pena di insistere un po' di più.
- La casa? - domandò Ranma di rimando - Io non credo che la casa possa avere un... comportamento. E non credo neppure che sia infestata da spiriti o fantasmi. -
- Allora cos'è che sta succedendo secondo te? O ti sembra tutto normale? Il freezer che ti sbatte per terra, Kasumi che parla col bollitore, Akane che va a scuola da sola senza dire niente...? - Il mio elenco personale di stramberie, tanto della casa come di mia sorella, non finiva certo là, ma a me quelle tre cose sarebbero già sembrate un buon segnale di allarme.
- Beh, è che io non ci vedo nessun collegamento tra queste tre cose. -
- E Obaba che viene a curiosare in casa nostra? E Happosai che la caccia in quel modo e poi ti dice quelle cose? E Akane che si apposta sulle scale e poi sparisce nel nulla? -
- Akane che? Quando? - Ops! Forse avevo parlato troppo. Non volevo dirgli di quel fatto senza averne prima parlato con lei. - Sai che la mia finestra e la mia porta si aprono e si chiudono da sole? E che anche l'armadio di Happosai fa la stessa cosa? E che ieri il bollitore ha ferito la mano di Kasumi? - aggiunsi a raffica sperando di sviare la sua attenzione. Apparentemente ci riuscii abbastanza bene.
- Povera Kasumi, forse potremmo regalarle un bollitore nuovo prima che si faccia male sul serio... -  disse Ranma compunto. E io non riuscii a capire se era davvero più interessato alla salute di Kasumi che allo strano comportamento della sua fidanzata, o se semplicemente cercava a sua volta di sviare il discorso non volendo parlare del tema con me. O non volendo parlare del tema in generale.
Certo che quello che aveva fatto Akane era strano sul serio. Era là sulle scale, apparentemente da un tempo abbastanza lungo. Poi sente il botto e si dilegua. Non si preoccupa affatto di quello che poteva essere successo a Ranma, eppure doveva sapere che c'era lui in cucina. Che ci faceva lì? Cosa l'aveva spinta ad uscire dalla sua stanza? A cosa poteva aver attribuito quel botto seguito dal tonfo? Cercavo di trovare una spiegazione logica per tutti quei dati di fatto incongruenti. L'unica conclusione a cui giunsi fu che Akane doveva saperne di più di quanto non avessi pensato fino a quel momento. Altrimenti sarebbe scesa a vedere che era successo. Se non l'aveva fatto era perché il botto non l'aveva sorpresa. Era lì, se lo aspettava,  forse addirittura lo prevedeva. Sapeva che sarebbe successo? O magari... magari lo aveva addirittura... provocato? Akane aveva ordinato al freezer di punire Ranma per qualcosa? Eh! eh! Stavo proprio esagerando con la fantasia. Questo non era possibile, ma certo c'era qualcosa di molto strano sotto.
Comunque con Ranma non avrei cavato un ragno dal buco. Tanto valeva entrare in azione e... testare il mio nuovo gioiellino. Mi era costata parecchio e l'investimento andava ammortizzato subito. Fu sufficiente restare qualche passo indietro, estrarre dalla borsa la piccola telecamera - davvero piccola, almeno per quei tempi -  impugnarla saldamente, infilare la cinghia al collo e premere ON. Quindi aprii la bottiglietta senza tirarla fuori dalla cartella e, approfittando del fatto che il nostro eroe era del tutto immerso nei suoi pensieri, un movimento rapido e preciso e... splash!
- Oh. Eccoti qui, Ranko! - REC.
- Che accidenti, fai?! - ovvio che si arrabbiasse, ma a me invece serviva un minimo di collaborazione.
- Non ti arrabbiare, non ho infranto nessuna delle promesse che ti avevo fatto.
- Metti via quella cosa! - saltò giù dalla recisione.
- È nuova e costa un occhio. Non oserai toccarla... la mia vendetta sarebbe atroce.
- Mettila via.
- No. Sono disposta a darti il 30% del ricavato se stai buono fino a quando saremo arrivati. Ti prometto che ti faccio tornare come nuovo prima che avremmo girato l'ultimo angolo, ma devi stare buono buono, d'accordo?
- Hai dell'acqua calda con te?
- Certo.
- Dammela subito.
- No, non farmi arrabbiare.
- Nabiki... - aveva quasi grugnito, forse si stava alterando davvero - sono io che dovrei dirlo questo. -
Così mi avrebbe rovinato il video. Doveva almeno sorridere perché potessi piazzarlo ad un prezzo interessante.
- Facciamo così. Tu mi fai un bel sorriso, magari anche un bacino col soffio... e io la metto via. Ti dò subito l'acqua calda e quando vendo il videotape smezziamo. Cinquanta cinquanta. Sono davvero generosa.
- Non se ne parla.
- Dai, ti dico pure cosa faceva Akane sulle scale stanotte. - Non volevo farlo, davvero, ma poi si sa, gli affari sono affari. Tanto mi avrebbe detto che non gliene importava nulla, figuriamoci.
Mega sospirone. - E va bene. - Va bene? Va bene cosa? - Riprendi i prossimi cinque secondi perché non mi ripeterò. - Non me lo faccio certo dire due volte. Sorriso, bacetto, soffio, segno della vittoria. STOP. Perfetto! Stupendo direi. Ranko sa essere una vera smorfiosetta quando vuole. Ma come c'ero riuscita?
- Allora, che stava combinando Akane stanotte? - Dunque era questo che gli interessava, contro ogni aspettativa. Mi toccò dirgli quello che avevo visto. Non avrei voluto, davvero, ma a quel punto tanto valeva approfittarne per capire qualcosa in più. Al mio piccolo resoconto non fecero seguito commenti di nessun genere, non un'espressione di disappunto, una battuta sull'essere davvero poco carina della mia sorellina. Niente di niente. Si limitò a chiedermi l'acqua calda e a dirmi che i miei soldi non li voleva. Gli allungai il thermos.
- Come mai hai voluto saperlo? - cercai di porre la domanda con la minor enfasi possibile, nella speranza di non far scattare le nessun campanello d'allarme. Ovviamente non mi avrebbe mai detto nulla di troppo privato o personale, ma quello scemo a volte era talmente distratto che poteva anche lasciarsi sfuggire qualcosa se non avessi mostrato troppo interesse per farmi i fatti suoi.
- Non sono fatti tuoi. - Beh, c'avevo provato.

30 giugno 1990
17:55 – camera mia: la porta sbatte due volte e la finestra si apre da sola senza vento
18:05 – stanza del vecchiaccio: l'armadio si apre e si richiude
18:10 – cucina: il bollitore attacca Kasumi.

1 luglio 1990
20:00 circa – la cucina brucia la nostra cena.
p.s.: Setsuna ha una storia con Daisuke del secondo anno... Da non credere. Ancora esistono ragazze intelligenti che per essere andate a letto con uno si sentono obbligate a credere di aver trovato il grande amore e sono disposte a mandare all'aria tutti i loro progetti di vita.
21:35 - Obaba ispeziona casa.
21:47 - Happosai: "qualsiasi stranezza osserviate o abbiate osservato accadere tra le mura di questa dimora siete caldamente pregati di tenervela per voi." Akane forse ostenta indifferenza.
3:00 circa - Il freezer mette al tappeto Ranma. Akane era sulle scale ma se la squaglia. Ranma non si è accorto di lei.

2 luglio 1990
8:00 circa - il bollitore quasi fa inciampare Kasumi
8:10 circa - Happosai: "Tu marmocchio non sai quello che fai, non sai quello che dici e nemmeno quello che pensi. E questo alla lunga può portare solo grossi guai per tutti." rivolgendosi a Ranma. Akane se l'è squagliata di nuovo. Ranma? Non sa / non risponde.
8:25 - Ranko si lascia riprendere pur di sapere di Akane sulle scale.

Qui c'è troppa gente che non la racconta giusta, ma senza una buona intuizione non andrò da nessuna parte.

   
 
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