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Autore: Koteichan    25/04/2013    3 recensioni
Elisabeth aveva due occhi come il ghiaccio, due labbra come una pesca, la carnagione candida come la neve. Elisabeth non era più una persona normale, Elisabeth non era più una persona. La Terra non era più il suo posto, eppure i suoi occhi curiosi, come quelli di un bambino, non potevano fare a meno di guardare cosa accadeva sulla Terra. Quanto invidiava tutta la gente che la popolava, erano fortunati e non lo sapevano!
Prestavoto: Giuseppe Giofrè, Jonathan Gerlo, Crystal Reed, Tyler Hoechlin.
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Osservavo attentamente la macchina di Marco cercando qualcosa fuori posto, ma era tutto in ordine, tutto pulito e profumato.
“Non ci credo.” protestai dopo un po’ arresa dalla perfezione dell’auto.
“Cosa c’è?” mi domandò Marco perplesso.
“È tutto troppo perfetto, quest’auto è tutta in ordine. Cioè perfino il deodorante a forma di alberello di Natale!” replicai. Fissandolo, in attesa di risposta, notai un sorriso apparire sul suo viso. I suoi occhi fissi sull’asfalto non riuscivano a reprimere la sua aria divertita.
“Non so a quali orrori ti abbia abituato Michele, ma sai io ci tengo alla mia auto.”
“Quindi voi uomini riuscite a tenere qualcosa in ordine? Interessante.” replicai.
Piombammo all’improvvisamente in un silenzio tombale, di quelli pesanti, di quelli che sembrano non finire mai.
Il tragitto fino al bowling non fu molto lungo e in circa dieci minuti eravamo arrivati.
“Allora ti sei ammutolita?” mi domandò Marco mentre, usciti dalla macchina, ci avviavamo verso l’entrata del bowling.
Alzai lo sguardo e iniziai a fissare il cielo, cupo e nuvoloso.
“Credi pioverà?” chiesi mentre continuavo a fissarlo.
“Wow, parliamo del tempo, non è una cosa positiva.” replicò il ragazzo ironico.
“Sono seria!” insistetti.
“Mmmh, probabile. Comunque noi saremo al coperto.”
Continuai a fissare per un po’ il cielo preoccupata, prima di entrare nel bowling. I rumore delle palle da bowling che si scaraventavano sui birilli interruppero ogni mio pensiero.
La sala era grandissima, immensa, mi sentivo minuscola. Di fronte all’ingresso, dove eravamo io e Marco, c’erano un’infinità di corsie da bowling, mentre alla mia destra diversi chioschetti che vendevano di tutto.
“Questo è sicuramente il PARADISO!”  esclamai saltellando e indicando ovunque, mentre Marco cercava di starmi dietro.

Passai almeno un’ora tra gelati di ogni genere, ma alla fine optai per quello artigianale, il migliore a mio parere.
“Allora, devo assolutamente insegnarti a giocare a Bowling adesso.” disse Marco mentre accartocciava la carta del gelato che aveva appena finito di mangiare.

“Beh, credo che alla fine non sia tanto difficile, è tutta questione di fisica, si devono considerare le forze d’attrito…”
“Non è facile come sembra.” ribatté il ragazzo alzandosi dalla sedia. “Vado a prendere le scarpe, che numero porti?” domandò mentre gettava la carta con cui stava giocherellando nel cestino.
“Non sono solita portare numeri con me…” risposi perplessa.
Il moro scoppiò a ridere, non riuscivo a non notare quanto anche la sua risata forse perfetta come tutto il resto.

“Intendo il numero di scarpe, Elisabeth!” disse in fine.
“Oooh! Mmh il trentasette.”

Marco fece un cenno con la testa e poi si allontanò in direzione di un bancone con una fila piuttosto lunga, certo non paragonabile a quella per ordinare qualcosa al barista sexy, ma lunga.

Quando il ragazzo tornò indietro indossammo le scarpe e poi ci sistemammo sulla nostra corsia.
Provai il mio primo lancio, convita di potercela fare, ma la palla rotolò fuori dalla corsia.

La cosa si ripeté ancora e ancora. Sembrava che quelle palle si divertissero a farmi dispetti, continuavano ad andare fuori tiro dopo tiro, non tiravo giù neanche un birillo, né lo sfioravo. Anche la bambina di tre anni alla corsia affianco era più brava di me. Marco, invece, faceva uno strike dopo l’altro.
La cosa funzionava così : tiravo la palla fuori corsia, mi arrabbiavo, Marco rideva, poi tirava e faceva strike.
“Ok basta mi arrendo!” sbottai in fine arresa dopo ore che provavo a tirare.
“Oh, quindi ti arrendi? C’è qualcosa che non sai fare anche tu Eli?”
“Eli? Perché mi chiami così? Mi chiamano tutti Liz.”
“Ma io non sono ‘tutti’.” Protestò il ragazzo.

“Quando parli in questo modo mi ricordi tuo fratello” controbattei io.
“Dici che mi sto trasformando in Joseph? Dovrei iniziare a preoccuparmi allora.” mentre pronunciava questa frase Marco mi fece cenno di uscire fuori, io annuii e lo segui continuando a parlare.
“In realtà credo che tuo fratello, così come Michele, sia molto intelligente. Insieme però si trascinano nella stupidità.”
“Credono che essere deficienti sia figo.” disse Marco facendo spalluce. Il ragazzo si sedette su una panchina e io feci lo stesso.
Stavo per controbattere quando il mio telefono prese a suonare senza sosta, sembrava posseduto. Beh come poteva essere il telefono di un fantasma se non posseduto ovviamente?
Osservai il cellulare e capii, era posseduto da Michele:
24 messaggi e 7 chiamate perse.  E i messaggi continuavano ad aumentare. Sembravo Ginew mentre osservava dal suo rilevatore di energia l’aura di Goku salire a dismisura (lo ammetto, ero diventata un’esperta di Dragon Ball grazie a Michele)

“Oh andiamo!” sbuffai sperando che quei continui trilli cessassero.
“Credo che nel bowling non ci fosse linea, perciò tutti i messaggi ti arrivano adesso.”

“Io credo che la cosa inquietante sia che Michele mi abbia inviato tanti messaggi e chiamate.”
Provai ad aprirne qualcuno:


20:00 Hai portato qualcosa per difenderti nel caso…? Dello spray al peperoncino ad esempio?
20:03 Perché non rispondi? Cosa succede?
20:07 Lo sapevo, dovevo esserci.


“Credo che spegnerò il cellulare.” esclamai alla fine esausta. Marco mi sorrise leggermente.
“Allora dicevamo?” domandò il moro.

“Parlavamo di tuo fratello.”
“Oh giusto. Allora parliamo di qualcos’altro?”
“Ok allora dim…” le mie parole furono interrotte da un tuono da un lampo, un bagliore accecante accompagnato da un tuono dal rumore quasi assordante.
Portai d’istinto le mani alle orecchie spaventata.
‘Maledizione proprio adesso?’ pensai tra me e me. Dovevo fare i conti con il mio incontrollabile terrore per i tuoni.

“Eli, hai paura dei tuoni?” mi domandò Marco preoccupato mentre toglievo le mani dalle orecchie.
“Già… come i bambini piccoli no? È piuttosto ridicolo non trovi?”
“Non lo trovo ridicolo, ognuno ha le sue paure. Perfino io. Andiamo via da qui? Sta per arrivare un temporale.” mi fece notare il ragazzo.
“Forse è tempo di tornare a casa.” replicai.
“Già.” disse alzandosi dalla panchina.
Appena mettemmo piede nella sua macchina si scatenò un forte temporale: vento, pioggia, tuoni.
Non facevo altro che starmene spaventata, con le orecchie tappate dalle mie mani. Improvvisamente Marco fermò la macchina mise una mano nella tasca dei suoi jeans e ne estrasse un mp3 con delle cuffie, me lo porse.
“Sentilo ad alto volume, magari così non senti i tuoni, no?” disse il ragazzo sorridendomi. Afferrai le cuffie e l’mp3 e cominciai ad ascoltare la prima traccia della playlist. Partì Let it be dei Beatles.
“Però, bei gusti!” dissi d’istinto. Era raro trovare un ragazzo che avesse nella playlist qualche canzone dei Beatles.
Forse Marco mi aveva risposto ma la musica era talmente alta che non sentivo nessun rumore esterno, forse avevo anche iniziato a canticchiare la canzone.
Ad certo punto vidi la macchina fermarsi, Marco mi strappò le cuffie.
“Cenerentola, sei a casa!” disse poi.
“D’improvviso non ho più voglia di tornare a casa. Ha anche smesso di piovere.” Protestai.

“Ma se non sei veloce la carrozza diventerà zucca.” replicò scompigliandomi i capelli.
“Ah sì, e tu cosa diventerai, un topolino? Magari Gas-Gas, quello mi è piuttosto simpatico.”
“Nah, io sono il principe azzurro, no? Ti ruberò una scarpetta e grazie a quella ti ritroverò.”
“E poi come giustificherei il fatto che sono tornata con una sola scarpa a casa?”
“Dì che ce l’ha il tuo principe, mi pare ovvio.”
“Michele non la prenderebbe bene.”
“Mmmh, sì probabilmente. Ma questo in un certo senso questo rende tutto più divertente.”
“Tutto ciò comincia ad essere inquietante.”

“Sì.”

“E quindi…?”
“Dimmi tu, Cenerentola.”
“Credo che questa Cenerentola tornerà a fare la sguattera.”
“Devi proprio?”
“Credo di dovere, mi accompagni?”
“D’accordo” sbuffò Marco aprendo lo sportello della macchina, c’era ancora un tratto di strada a piedi prima di arrivare al vialetto di casa.
“Che mi dici della tua famiglia?” chiesi mentre camminavamo.
“Oh nulla di speciale, siamo cinque in tutto.”
“Cinque? C’è qualcun altro oltre te e Jos?”
“Oh sì ho una sorella minore, molto piccola, ha tre anni.”
“Carino!” dissi mentre ormai eravamo arrivati a destinazione.
“E la tua?”
“Oh…beh…” ogni cosa che mi passava per la mente in quel momento era sbagliata: sono morti, avrebbero duecento anni, li odiavo tutti…

Qualcuno interruppe i miei pensieri.
“Liz! Eccoti, devi rientrare immediatamente! Ti ho cercata al telefono, l’hai spento? Perché?” era Michele.
“Ciao anche a te Michele.” rispose sarcastico Marco.

“Ah sì ciao.” Controbatté Michele mentre mi afferrava la mano cercando di trascinarmi via.
“Mi dispiace Marco, credo di dover andare.” sospirai.
“Sì vedo, ma… solo una cosa.” disse il ragazzo prendendomi per una mano, quella libera dalla presa di Michele, poi mi avvicinò a sé.
Quello che NON doveva succedere stava accadendo un umano che baciava un fantasma. Era tutto sbagliato, e ci sarebbero state grosse conseguenze, lo sapevo, ma sembrava non importarmi.
Michele lasciò la presa alla mia mano e quando mi voltai non c’era più. 

 

 

Quattro parole[e un immagine (?)]
Ebbene sì. Sono ancora viva, non ve lo aspettavate vero? Mi dispiace ma è davvero complicato liberarsi di me LOL.
Non so davvero come scusarmi per questa lughissima assenza, quattro mesi vero? Beh sono stati quattro mesi intensi per lo più passati a scuola (Debiti + liceo scientifico= morte.). Tra l'altro il mio piano di anticiparmi il lavoro durante le vacanze di Natale è miseramente fallito visto che le ho passate malata (senza voce e quant'altro D:). Ma, comunque, adesso sono tornata! 
Spero che l'attesa sia valsa la pena!


PRESTAVOLTI

Elisabeth is a Tumblr girl.


Joseph and Marco are Giuseppe Giofrè.


Michele is Jonathan Gerlo.



Arianna is Crystal Reed.



Lorenzo is Tyler Hoechlin.


 
 

 

 

 

 

 

 

 

  
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