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Autore: Alex_Andria    25/04/2013    3 recensioni
Slices of life di Gareth Eldrige e Alexandria Mayfield. Io le chiamo Garalex, racconti di come uno dei più farfalloni di Black Friars si sia fatto incastrare dalla giovane Alexandria e di come la loro storia d'amore si sviluppi, intrecciandosi alle vicende degli altri personaggi di BF.
Le storie traggono spunto dalle vicende che Alex e Gar vivono nel GdR di Black Friars.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexandria Mayfield, Altri, Gareth Eldrige
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Gareth.


“Perché dove sono stato con te
si va solo con te, attraverso te.”


Pedro Solinas
 

                                                                                                                                                                                                                                                                           






-Ahi, stai attenta! Quello era il mio piede.-
-Non è un piede è una pagnotta del forno di mastro Lisander.-
-Caroline, la tua lingua potrebbe starci dentro a quella pagnotta, tanto è lunga.-
-Smetti di darmi gomitate, Fay! Sei tu che hai la grazia di un elefante.-
-Ha parlato la farfalla! Ogni volta che andiamo da mastro Levolier a prendere le pozioni e gli oli, secondo te, perché è un fulmine a mettere via le boccette?
Perchè le protegge da te, mia cara.-
-Volete stare zitte, voi due? Potevate restare in camera se avevate intenzione di litigare tutto il tempo.-
Alexandria sbuffò, visibilmente irritata. Guardò le cugine che continuavano a beccarsi come due galline in un pollaio e si pentì amaramente
di averle portate con sé. Si erano nascoste in mezzo ai cespugli che fitti circondavano la residenza cittadina della Reggenza di Aldenor. 
Era un ottimo posto da dove poter osservare, senza essere viste, complice anche l’oscurità della notte.
Non dovevano trovarsi lì e, in realtà, Alexandria voleva fare l’appostamento da sola ma aveva fatto l’imperdonabile errore di accennare le sue intenzioni
alle cugine, le quali avevano pensato che non potevano assolutamente lasciarla da sola ad affrontare quell’impresa perigliosa.
Certo, volevano aiutare lei e non avevano minimamente considerato che, accompagnandola,  avrebbero potuto godere della vista
di  Axel Vandemberg e di suo fratello Bryce.
Sull’eventuale presenza di  Gareth Eldrige, che era poi la ragione che le aveva spinte a mimetizzarsi tra le foglie, non avevano fatto alcun commento.
Quando lei lo aveva nominato si erano limitate a spalancare la bocca e a guardarla maliziose, scambiandosi occhiate d’intesa l’una con l’altra.

Alexandria non aveva raccontato molto sul suo incontro con il bel Duca della Chiave, rimanendo  sul vago.
Non aveva detto che si erano guardati come se non fossero due estranei ma come se lo spazio che li divideva fosse una tortura, come se
sentisse di dover trattenere il suo corpo che altrimenti si sarebbe ritrovato avvinghiato a quello di lui in un batter d’occhio, incurante di tutto e tutti.
Non aveva raccontato loro del bacio alla festa del Borgo di Altieres, di come si fosse ritrovata stretta tra le sue braccia, le labbra calde e morbide di lui sulle sue, di come il suo nome sussurrato appena l’avesse fatta fremere di desiderio e di come avesse sofferto al pensiero che quelle labbra avevano poco prima baciato un’altra donna e lo avrebbero rifatto ancora e ancora.

Era bastato solo nominare Gareth per far scattare nella testolina delle cugine le macchinazioni più assurde.
Alexandria da sempre era la più posata delle tre Mayfield. Raramente si intrometteva nei discorsi di Caroline e Fayette sui ragazzi:
Fay si innamorava una volta al giorno e Carol era solita usare la sua bellezza per fare conquiste e così entrambe erano spesso accompagnate
da giovanotti aitanti e vogliosi di  ottenere i loro favori.
Tranne Sandria. Lei le guardava spesso con aria di superiorità, come se l’amore  fosse un sentimento che rende stupidi e lei ne fosse immune.
Le cugine le dicevano che era acida e che per questo nessun ragazzo l’avrebbe mai corteggiata, dicevano che lei li intimoriva e che,
sebbene fosse la più bella delle tre, il suo caratteraccio non le avrebbe mai fatto trovare il principe azzurro.
Per lei il principe delle favole non era poi così desiderabile, in fondo a lui era toccato baciare la Bella Addormentata, davvero un’impresa ardua la sua!
Lei, invece, si sentiva come la principessa a cui sarebbe toccato baciare il rospo. Così aveva deciso che le favole non facevano per lei.
Tutto questo prima di Gareth. Lui era riuscito a fare breccia nel suo cuore  anche se, in verità, non riusciva a capire come avesse fatto:
era tutto quello che non avrebbe voluto, bello da far tremare i polsi, desiderabile fino allo sfinimento, conteso da tutte.
Le ragazze sospiravano alla sua vista, sciogliendosi in gridolini estasiati se lui ricambiava il loro sguardo.
Sorrideva a tutte e tutte cadevano nella sua rete di seduzione. E anche lei non aveva fatto eccezione.

Gareth era stato il primo ragazzo che aveva nominato alle cugine e il fatto che fosse anche il Duca della Chiave,
erede della Reggenza di Salimarr e molto vicino ai Vandemberg, aveva talmente infervorato Caroline e Fayette che non era riuscita
in alcun modo a impedire loro di seguirla quella notte. Lei, in realtà, voleva solo rivedere Gareth senza che lui la vedesse.
Non dopo che lo aveva spintonato via mentre la baciava nella piazza, non dopo che gli aveva tirato un manrovescio in pieno volto così che
mollasse la presa su di lei, lasciandolo attonito a carezzarsi la guancia dolorante, mentre lei fuggiva via come se fosse inseguita da un demone del Presidio.

- Dovresti esserci grata per averti accompagnato, invece di sbuffare e fare la risentita. Stare nascoste in mezzo a dei cespugli nel cuore della notte
non è cosa da ragazze della buona società di Altieres.-
Fay decise di fare una tregua con Caroline, rivolgendo le sue attenzioni ad Alexandria, la quale la guardò stringendo gli occhi,
per nulla contenta del tono della cugina.
-Sei tu che hai voluto accompagnarmi, non te l’ho chiesto io. Sono sicura che per Bryce Vandemberg faresti questo ed altro, Fay.-
- Bryce non la guarderebbe nemmeno se costretto da un incantamento.-
Caroline scoppiò a ridere e Fay le diede una leggera spinta che la fece cadere sul sedere.
-Voi due ci farete scoprire! Smettetela subito!
-Su, Alex… Non c’è nessuno… Magari ti sei sbagliata e non verranno  qui, stanotte.- Caroline si sistemò, accovacciandosi sulle ginocchia accanto a lei, ignorando la sorella che le faceva ancora la linguaccia.
-Non mi sbaglio. Ho sentito Julian e Jordan che si vantavano con Sophia di essere stati invitati anche loro a Palazzo Vandemberg per una cena stasera.
Ci saranno tutti.-
-Tutti?- Anche al buio Caroline e Alexandria videro luccicare gli occhi di Fay in preda all’eccitazione. Non ebbero bisogno di mettersi d’accordo e con un movimento rapido la colpirono ognuna su una spalla, facendola rotolare a terra.
-Sei senza speranza, Fayette!- Caroline la aiutò a sedersi e in quel momento sentirono delle voci provenire dall’entrata del Palazzo.

L’enorme portone si era spalancato e tre figure si stagliavano contro la luce che proveniva dall’androne principesco.
Sulle scalinate di marmo bianco  si delinearono le ombre dei tre che parlavano e ridevano.
Alexandria riconobbe subito una delle voci e quella risata iniziò a rimbombarle in testa mentre il cuore le martellava nel petto.
-Oddio, il principe Bryce! Come vorrei che le sue mani toccassero me come toccano le sue rose.-
-Fay, stai zitta! Riesci a capire chi è l’altro, Alex?- Caroline spinse fuori la testa dal cespuglio per osservare meglio ma Gareth le copriva la visuale.
Anche Alexandria si affacciò tra i cespugli, aguzzando la vista.
Stava per parlare quando un grido disumano la atterrì, facendola saltare fuori dai cespugli insieme a Caroline.
Le ci volle un po’ per capire che a urlare era stata Fay .
La ragazza, in preda al panico, saltellava terrorizzata indicando col dito qualcosa di imprecisato, continuando a gridare che l’aveva toccata.
Alexandria chiuse gli occhi e imprecò a denti stretti nel tipico dialetto di Altieres. Quando li riaprì, lui era lì e la osservava con un ghigno divertito sul volto,
gli occhi verdi accesi dalla curiosità. Assieme a lui, Axel e Bryce Vandemberg non sembravano tanto divertiti, quanto piuttosto irritati.

- Bryce, Axel, ho l’onore di presentarvi la deliziosa Alexandria Mayfield, piacevolmente accompagnata da...?-
Alla domanda di Gareth rispose prontamente Caroline che, ripresasi in fretta dall’imbarazzo , si era lisciata le gonne facendo una leggera reverenza.
-Caroline Mayfield, milord! E lei è mia sorella Fayette.- Disse indicando con la mano Fay che aveva smesso di saltare e il cui viso tondo aveva assunto
il colore delle fragole mature.
-Eravate, per caso, nascoste in mezzo ai cespugli?-
La voce morbida di Bryce fece completamente sciogliere la piccola Fayette che dovette aggrapparsi alla sorella per non cadere a terra,
tramortita da tanta bellezza.
Axel sorrise, pur cercando di mantenere una certa serietà.
-Non è un po’ tardi per andare in giro da sole, signorine? Dovreste essere al sicuro nelle vostre stanze, a dormire e non a passeggio.-

Incapace di muoversi, Alexandria aveva lo sguardo incatenato a quello di Gareth, il quale si mosse rapido verso di lei fino a sfiorarla col suo corpo.
-Ci rivediamo, Alexandria.-
Si toccò la guancia dove lei lo aveva colpito la sera prima, sorridendole sghembo.
Alex capì che quel sorriso era la causa di molti mancamenti tra le ragazze della Vecchia Capitale ma lei non sarebbe caduta in quella trappola, non di nuovo
e non quella sera. Essere stata scoperta a spiarlo era già sufficientemente imbarazzante da non dover aggiungere anche lo svenimento causato dal fascino irresistibile del Duca della Chiave. Prese aria, mostrandosi sicura di sé e gli sorrise a sua volta, senza sottrarsi alla sua vicinanza.
-Pare di sì, Gareth. Ti trovo bene dall’ultima volta, l’aria del Borgo di Altieres è un toccasana formidabile.-
-Più di uno schiaffo ben assestato, senza dubbio, milady!
Alex subì il colpo ma si riprese in fretta. Gli mise le mani sul petto coi palmi aperti e gli sorrise serafica.
-Vi è andata fin troppo bene, milord! Non gradisco essere baciata a tradimento.- Così dicendo lo spinse via, mandandolo a sbattere contro Bryce
che lo fermò col suo corpo.
-Hai trovato pane per i tuoi denti, stavolta, Gareth! La fanciulla ha il sangue caldo del Sud che le scorre nelle vene.- Sussurrò Bryce all’orecchio di Gareth, ridacchiando,  prima di rimetterlo in equilibrio sulle sue gambe.
-Ti assicuro che di caldo non c’è solo il suo sangue in questo momento.- Gli rispose Gareth, fulminando Alexandria con lo sguardo.

-Suvvia, Gareth! Hai dimenticato come si trattano le signore?
Pensiamo piuttosto a farle tornare sane e salve al Collegio di Altieres. Faccio preparare subito una carrozza.-
Axel si girò, allontanandosi in direzione del palazzo, mentre Bryce si avvicinava a Carol e a Fay con fare divertito.
-Siete davvero delle ragazze strane, voi Mayfield. Che ci facevate in mezzo a dei cespugli in piena notte?-
-Ehm, ci siamo solo perse, milord. Le strade di notte sembrano tutte uguali.-
Caroline sorrise sfoderando tutto il suo fascino con l’intento di sembrare credibile e di salvare almeno il salvabile, cosa di cui dubitava profondamente.
-La carrozza vi accompagnerà al Collegio.- Disse Gareth rivolgendosi alle sorelle Mayfield.- Non te però!-
Prese Alexandria per un braccio abbassandosi su di lei fino a sfiorarle la fronte con le labbra. –Tu verrai con me!-
Senza dire altro la trascinò con sé verso le stalle, scomparendo alla vista di Bryce e delle ragazze, lasciandoli  di stucco, la confusione e la meraviglia
dipinte sui loro volti.

Alexandria tentò di divincolarsi ma la stretta di Gareth le impediva ogni resistenza.
-Si può sapere dove mi stai portando? Lasciami andare subito!-
Gareth non le rispose e lei si ritrovò in sella a un cavallo, le forti braccia di Gareth che la circondavano tenendo le redini mentre galoppavano nel dedalo
di una miriade di viuzze a lei sconosciute.
Quando si fermarono il panorama era cambiato. Le case di mattoni a due piani tipiche della città avevano lasciato il posto agli alberi della campagna.
La periferia della Vecchia Capitale si stagliava dietro di loro come un animale addormentato. Sembrava respirare tranquillo, inconsapevole del pericolo
che il Presidio rappresentava a un passo da lui.
Ma lì, in aperta campagna, tutto sembrava intangibile, il suo Collegio, le sue cugine, il Borgo di Altieres.
C’erano solo loro due e il respiro affannato del cavallo che sbuffava  dopo la lunga corsa.

- Adesso siamo abbastanza lontani.- Gareth scese da cavallo tendendole le mani per prenderla in braccio.
Doveva solo farla scendere, invece la tenne lì, stretta a lui, il corpo premuto contro il suo.
-Abbastanza lontani per cosa? Mi hai rapito, te ne rendi conto?-
Gareth le scostò una ciocca ribelle dalla fronte, prendendole il viso tra le mani.
-Siamo pari, allora. Tu hai rapito me!-
Quando la baciò, l’unica cosa che le impedì di cadere fu la morsa di carne e ossa in cui Gareth la teneva stretta, mentre il sangue le pulsava impazzito
nelle vene, facendole perdere il senso della realtà. Doveva allontanarlo, doveva schiaffeggiarlo di nuovo.
Ma non lo fece e Gareth la baciò a lungo, facendo scorrere le mani sulla sua schiena, tenendole la testa premuta contro la sua, senza farla respirare,
togliendole ogni briciola di volontà.
Erano talmente presi l’uno dall’altra che non si accorsero dei tuoni che come dei tamburi tribali accompagnavano i loro baci, preceduti dalla luce
abbagliante dei lampi. Il cavallo si sollevò sulle zampe,nitrendo imbizzarrito, lasciandoli in balia del temporale che si era scatenato sulle loro teste.
-Corri!-
Gareth la prese per mano e corse nella pioggia.
Alexandria aveva il vestito appesantito dall’acqua e i capelli appiccicati al volto che  le impedivano di vedere dove andava.
Ma a lei non importava. Se avesse potuto scegliere un posto dove stare in quel momento avrebbe scelto quello, una tempesta in mezzo al nulla della campagna. Perché era lì che c’era anche Gareth.


   
 
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