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Autore: Soul of the Crow    25/04/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Marco non aveva perso tempo: aveva cominciato subito ad attaccare i due utilizzando sia i suoi poteri sia la sua spada dall’elsa dorata, ma doveva stare attento a non colpire il bulbo, oppure il piano sarebbe fallito.
- Su ragazzi, mi state deludendo. Secondo le leggende, gli Angeli dovevano essere creature potenti, ma in realtà siete solo dei rammolliti. - li schernì il biondo, mentre sguainava nuovamente la spada e cercava di colpire le Guardie Angeliche; i due erano stati costretti a difendersi sin dall’inizio dell’incontro, e per questo avevano tramutato le loro lance in scudi per contrastarlo, ma non serviva a molto contro il loro nemico:
- Le vostre insulse armi non possono difendervi, né tantomeno ferirmi: sapete bene che servono solo contro i Diavoli. - ricordò loro il biondo.
Aveva ragione: anche dopo che il Mercato del Nulla era stato chiuso, erano state le Divinità a fabbricare con la magia le armi da dare ai loro soldati, ma le creavano per ferire chi apparteneva allo schieramento avversario.
Seppur stesse avendo la meglio sui suoi nemici, l’Angelo della Notte si stava annoiando:
- Noiosi e rammolliti. Loro e Ayla dovrebbero andare d’accordo. - pensò Marco, mentre la sua spada si caricava d’energia oscura.
- Non potrete mai vincere se sapete solo difendervi. Ora vi mostro io come si combatte: questa è la mia Spada Oscura! - annunciò il biondo, per poi saltare e scagliare un fendente oscuro contro i due.
- Ha ragione. Se continuiamo così, vincerà lui… - pensò rassegnato Sata, ma ad un tratto ebbe un’idea:
- Yamato, seguimi! - lo chiamò, per poi ripararsi dietro uno spuntone di roccia insieme all’altro.
- Spero che tu abbia avuto un’idea. Quello non intende fermarsi. - lo informò la Guardia dell’Ovest.
- Certo che ce l’ho: dovremmo riuscire a deviare uno dei fendenti oscuri in modo che sia lui ad essere colpito. -
- E così quello vedrà che non siamo degli incapaci. Mostriamogli che cosa sappiamo fare noi Guardie Angeliche! - dichiarò Yamato, per poi uscire dal nascondiglio seguito dalla Guardia del Sud, ma appena mossero un passo, un altro fendente oscuro stava sfrecciando verso di loro:
- Gigantic Bomb! - disse Tosamaru, mentre il suo scudo diventava più grande e cominciava ad emanare un’aura blu.
- Yamato, usa i tuoi poteri sul mio scudo. Se ho ragione, dovrebbe respingere il suo fendente. -
L’altro si limitò ad annuire, per poi circondare le sue mani con le fiamme:
- King Fire! - disse la Guardia dell’Ovest, per poi lanciare il fuoco sullo scudo di Sata che si avvolse anche d’energia color rosso-arancione.
Appena il fendente di Marco si scontrò con lo scudo, quest’ultimo cominciò ad emanare una luce rossa e blu, e pochi secondi dopo, un raggio di luce partì dall’arma:
- Questo lo colpirà di sicuro. - affermò Yamato, mentre la luce del raggio circondava il loro avversario; pochi secondi dopo, il bagliore si affievolì, ma i due videro solo uno scudo color verde smeraldo davanti a loro:
- Non è possibile… - Tosamaru faticava a crederci: tutti quei problemi per riuscire ad attaccarlo, e quello era il risultato?
- Come ho detto prima… - cominciò Marco, mentre faceva scomparire lo scudo:
- Siete davvero deludenti, ma almeno vi siete decisi ad attaccarmi, anche se nessun colpo può fermare il mio Scudo del Guerriero. -
Il falco Kaze, che fino a quel momento era rimasto appollaiato su uno spuntone di roccia, si posò sulla spalla del padrone:
- Credo sia ora di usare la nostra arma segreta. Non credi anche tu? - gli chiese il biondo.
Il falco si limitò ad annuire con un cenno della testa, per poi dissolversi in energia verde ed entrare nel corpo del ragazzo:
- Finora ho scherzato, ma adesso vi farò vedere di cosa sono capace. - annunciò l’Angelo della Notte, per poi aggiungere:
- Ecco a voi lo spadaccino che protegge il sigillo degli Angeli della Notte, colpendo e trafiggendo tutti i nemici con la sua spada! Appari mio keshin, Gladiatore Leggendario Protettore del Sigillo! - dietro di lui, si creò una nebbia verde, dalla quale comparve l’avatar: aveva le sembianze di un gladiatore dall’armatura argentata, il quale aveva una cintura marrone cui erano legate due grosse lame, mentre sulla testa si trovava un elmo con dei richiami ad ala sui lati. Aveva gli occhi verdi e la carnagione abbronzata, e sul braccio sinistro, l’unica parte del corpo oltre al viso a non essere protetta dall’armatura, era presente il simbolo di una stella dorata trafitta da una spada.
- E quello cos’è!? - esclamò Yamato.
- L’ho letto in uno dei libri della Biblioteca del Nulla: ogni volta che un Angelo o un Diavolo riesce a padroneggiare la propria energia spirituale, questa assume sembianze ben definite, creando così un keshin. - gli spiegò brevemente la Guardia del Sud.
- Bravo, vedo che hai fatto i compiti. - gli disse sarcastico Marco, per poi continuare:
- Peccato che questo non vi salverà. - utilizzando la sua spada, Marco creò a terra lo stesso simbolo del suo keshin. L’emblema della stella trafitta dalla spada si sollevò da terra, collocandosi di fronte alle Guardie Angeliche:
- Questo è il potere di un Angelo della Notte. Energia del Sigillo! - esclamò il biondo, mentre la sua spada e quella del suo avatar s’illuminavano di verde e colpivano contemporaneamente il sigillo, il quale creò un raggio d’energia color verde smeraldo che fu mandato in direzione dei nemici; Tosamaru provò a difendere sé stesso e il compagno con il Gigantic Bomb, ma lo scudo fu subito sbriciolato dalla potenza del colpo.
I due si ritrovarono a terra senza potersi opporre, e l’Angelo della Notte osservò la scena con un ghigno soddisfatto sul volto:
- Se è bastato così poco per battere voi due, anche gli altri miei compagni finiranno in fretta il lavoro. - Marco alzò la spada per finirli, ma sentì un dolore al braccio sinistro: immediatamente volse lo sguardo verso il suo keshin, e vide che il sigillo sul braccio era stato colpito da una freccia avvolta d’energia violacea.
- Chi è stato a colpirlo? - si domandò, e mentre cercava di trovare la risposta, sentì una fitta di dolore al petto: abbassò lo sguardo, e notò una freccia, simile a quella che aveva colpito il suo avatar, conficcata nel suo petto.
In quello stesso momento, le due Guardie si ripresero e, anche se ancora doloranti, videro la freccia che aveva colpito Marco:
- Che gli sarà successo? - domandò Yamato al compagno.
- Non lo so, ma quelle frecce le avevo viste l’unica volta in cui sono andato al Mercato del Nulla: se si usa l’incantesimo giusto, possono trafiggere qualsiasi cosa. - lo informò Tosamaru.
Nel frattempo, videro delle piccole sfere di luce che stavano circondando l’Angelo della Notte:
- Non posso credere che sia già tutto finito… - sussurrò Marco, ma i due lo sentirono ugualmente essendo molto vicini a lui:
- In che senso “è già tutto finito”? - gli chiese Yamato.
- Se un keshin viene colpito, anche il suo padrone sente dolore nello stesso punto. Tuttavia, se il sigillo che il mio possedeva viene trafitto, dopo un po’ io sparisco con lui. Sapevo sin dall’inizio che sarebbe potuto accadere, ma ho deciso di partecipare a questa lotta perché ad altri non capiti la mia stessa sorte. - gli rispose il biondo, mentre il suo corpo cominciava a diventare trasparente:
- Ti abbiamo sconfitto! Dicci come eliminare il bulbo! - gli ordinò la Guardia del Sud.
Marco non fece in tempo a rispondere che scomparve insieme al suo keshin, dissolvendosi in minuscole particelle di luce color verde smeraldo e piume bianche con sfumature blu.
Allo stesso tempo, il simbolo della stella trafitta dalla spada comparve davanti ai due, per poi dividersi a metà; dopo pochi secondi, i due sentirono una scossa di terremoto e videro le radici tornare in direzione del bulbo, fino a quando come ultimo segno della loro presenza rimasero solo gli enormi fori nella roccia.
I due si avvicinarono al bulbo, o meglio alle sue ceneri:
- Doveva essere il potere di Marco a tenere in vita questo bulbo. - constatò Tosamaru, ma l’altro lo interruppe subito:
- Qui abbiamo finito. Andiamocene. - dopo quella frase, i due si avviarono verso l’uscita della caverna, senza accorgersi che un Demone dagli occhi color grigio perla aveva osservato la scena, soddisfatto di com’erano andate le cose.
 
 
Nel frattempo… al Fiume degli Spettri…
 
Tsurugi aveva dovuto eliminare alcuni Mietitori lungo la strada, ma era riuscito ad arrivare a destinazione senza farsi troppo male:
- è strano: credevo che questo posto fosse una landa desolata. - pensò il blu, mentre guardava il prato fiorito che aveva davanti.
Si mise subito alla ricerca del bulbo, ma quando lo trovò, vide che era ancora normale:
- Non so perché non abbia creato quelle liane giganti, ma mi ha fatto solo un favore: eliminerò quest’erbaccia senza problemi. - disse mentre alzava la spada per colpire la pianta.
Poco prima di affondare la lama nel bulbo, una nebbia viola e rossastra, accompagnata da una raffica di vento, lo investì in pieno; dopo qualche minuto, Kyousuke riaprì gli occhi, ma non gli era successo niente e del bulbo rimanevano solo le ceneri:
- Chissà cos’è successo… - pensò, mentre guardava il paesaggio intorno a lui: gli venne in mente di aver visto un luogo simile nel Regno della Vita, anche se non ricordava quando e dove fosse successo. Volse lo sguardo verso il basso, e vide un giglio bianco accanto ad uno spazio di terra in cui non era presente nemmeno un germoglio; sfiorò con le dita i petali bianchi, mentre un’immagine gli attraversò la mente: si trovava in una specie di enorme giardino, e un Angelo dai capelli castani e gli occhi violetti gli stava mostrando un giglio:
- Se solo riuscissi a dare un senso a quelle immagini… - quello fu l’ultimo pensiero di Tsurugi, prima di andarsene da quel luogo.
 
 
Angolo di Emy
Mary-chan, se stai leggendo, perdonami per quello che ho fatto a Marco!
Comunque, è meglio che sia chiara una cosa: nessuno avrà vita facile, ma siccome d’ora in poi ci saranno solo degli scontri, cercherò di non essere ripetitiva nel descriverli.
Cambiando discorso, avete capito chi ha colpito Marco e il suo keshin e anche cosa è successo a Tsurugi?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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