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Autore: Raella    25/04/2013    5 recensioni
Enara è una ragazza qualunque, destinata ad avere l'anima perpetuamente in tempesta. Certo, se sorvoliamo sul fatto che per sopravvivere ruba e talvolta uccide. Non che ne vada fiera, ma la vita a volte va così. Eppure, per azione del Caso, o del Fato, o di che so io, un giorno si è scontrata con una compagnia che conosciamo molto bene, composta da tredici nani, uno hobbit ed uno stregone. Insomma, Enara si è trovata tutto d'un tratto coinvolta in una storia mille volte più grande di lei: la riconquista della Montagna Solitaria.
Capitolo 1: Pertanto rimase lì, legata ed imbavagliata, puzzolente, con un bernoccolo sanguinante in testa, a guardare i nani, lo hobbit e lo stregone banchettare allegramente circondati dal suo tesoro. Sospirò. Il karma aveva colpito.
Capitolo 5: Fu allora che qualcosa scattò in lei, e nacque la sua nuova verità. Era come una voce, che semplicemente le diceva “corri”, e lei completava quel sussurro dentro di sé con “più veloce che posso e per sempre”. Correva per fuggire una casa che non poteva più essere la sua, correva per non permettersi di osservare il mondo attorno a sé, di registrarlo, di capirlo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Via prosegue senza fine
lungi dall'uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
devo inseguirla ad ogni costo
rincorrendola con piedi alati
sin all'incrocio con una più larga
dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.

 

9 Lairë, anno 2941, terza era

 

I Nani si erano addormentati poco dopo aver mangiato, ben decisi a rimandare la questione della prigioniera a più tardi, quando i morsi, le botte e l’orgoglio ferito non avrebbero fatto più tanto male. Avevano sconfitto tre Vagabondi, e dopotutto si meritavano un po’ di riposo, e quella dannata umana era sono un piccolo incidente di percorso. Il sole ormai era alto nel cielo, eppure in quella zona della foresta i raggi non raggiungevano il terreno.
Il nano grasso era stato messo a fare il primo turno di guardia, e, come Enara immaginava, aveva iniziato a russare quasi da subito. Era il suo momento: i Nani sonnecchiavano rumorosamente, lo hobbit si era raggomitolato nel suo mantello e non si era più mosso, lo stregone…ah, al diavolo lo stregone!
Allungò una gamba fino all’inverosimile, tanto che credette di stirarsi un muscolo per lo sforzo. Con la punta dello stivale riuscì a raggiungere una delle sue daghe, che i nani avevano creduto abbastanza lontane da lei per potersi ritenere al sicuro. Bastò qualche colpetto ben assestato e in men che non si dica aveva la daga abbastanza vicina alle mani da poterla prendere con qualche contorsione non da poco.
Trattenne il respiro quando si rese conto che lo stregone era esattamente dalla parte opposta del campo e che la fissava con gli occhi spalancati. Enara aveva il cuore in gola, non riusciva a sentire i suoni della foresta tanto il cuore le batteva forte. Passarono molti respiri. Mi vuoi dire che il vecchio dorme con gli occhi aperti?, si chiese e ci mancò poco che scoppiò a ridere per il sollievo quando si rese conto che era effettivamente così.
Prese, dunque, a strofinare con foga la daga contro la corda che la legava al tronco e questa cedette, e subito seguirono quella delle mani, dei piedi e tutte le altre. Con un gesto stizzito si strappò dalla bocca il bavaglio.
Silenziosa come un gatto recuperò subito le sue armi, e sfilò da sotto la testa del nano che l’aveva legata all’albero e a cui lei aveva rifilato un morso ben assestato – era sicura che fosse lui, ricordava la barba grigia che gli ricopriva il sottogola – una sacca di monete d’oro. Fece una pernacchia in direzione dello stregone. Con passi leggeri e lenti si stava avviando verso il sentiero che l’avrebbe portata il più lontano da quei pazzi, quando vide una mappa.
Enara aveva sempre avuto una passione per le mappe. Qualsiasi tipo di mappa andava bene, ma quelle che preferiva erano quelle che portavano a dei tesori. Più di una volta era rimasta truffata e col tempo aveva sviluppato un certo senso critico nei confronti delle mappe. E quella, quella sembrava proprio bella.
Il nano che la teneva stretta al petto era quello che le aveva puntato una spada alla gola, e, quando lo realizzò, decise che era evidente che il karma voleva che lei gli rubasse la mappa, o altrimenti non gliel’avrebbe fatta tenere così in vista. Sfortunatamente, il nano in questione era sdraiato al centro del campo, di fianco al fuoco, e circondato dai suoi puzzolenti compagni. Sembrava proprio una bella sfida riuscire a prendere la mappa con quelle condizioni e ad Enara le sfide piacevano quasi più delle mappe.
Con passo felino si apprestò allora a passare sopra ai Nani dormienti, facendo il minimo rumore possibile. Passando accanto ad un povero diavolo con tre ridicole treccine che pendevano dal mento, non riuscì a resistere alla tentazione di tagliargliene una, quella centrale, e fortunatamente il nano era profondamente addormentato, perché non usò molta grazia nel farlo.
Finalmente la mappa era davanti a lei. Il nano stava avendo un sonno disturbato e questo non l’avrebbe aiutata, perché questi continuava a muoversi a scatti imprevedibili. Era brava in queste cose, doveva solo mantenere la calma e tutto sarebbe andato come al solito. Attese qualche respiro, finché questi non si calmò un attimo. Allora non perse tempo, espirò e gli sfilò la mappa dalle braccia in un movimento impercettibile.
Con un balzo fu fuori dalla cerchia dei Nani addormentati, aprì la mappa e fece appena in tempo a leggere “Montagna Solitaria” che sentì un fruscio alle sue spalle. La richiuse e si voltò, ma nessuno si era spostato, nemmeno lo streg…per tutti i Troll di questo mondo, dove diavolo è finito il vecchio?
Si rivoltò e se lo trovò davanti. Si guardarono in silenzio per qualche respiro, ed inspiegabilmente Enara riuscì solo a pensare a quanto dannatamente azzurri erano i suoi occhi:
« Non avrai intenzione di scappare, spero. » le sussurrò lui con un sorriso beffardo, appoggiandosi al suo bastone nodoso
Lui la sovrastava di molto, e questo poteva solo andare a suo svantaggio, e in più era uno stregone, contro il quale non aveva molte possibilità. Per di più, se si fossero risvegliati i Nani…decise di usare la carta dell’astuzia.
Sfoderò un sorriso disarmante, ed assunse una posa lasciva. Coprì i pochi metri che li separavano ancheggiando vistosamente, pur consapevole del fatto che era sporca quasi quanto un Vagabondo, e che l’odore che emanava non doveva essere molto meglio. Gli appoggiò una mano sul petto, e fece per allungarsi fino al suo orecchio, come se volesse sussurrargli qualcosa…ed invece gli rifilò una ginocchiata nello stomaco. Le ginocchiate sì che le venivano bene! Approfittando del fatto che lo stregone era di gran lunga più alto di lei, gli rotolò in mezzo alle gambe, sperando di non impigliarsi nella veste che l’uomo indossava, e scattò verso il sentiero il più velocemente possibile.

 

 

Thorin non era uno sprovveduto ed aveva immaginato che la donna avrebbe provato a scappare mentre loro dormivano. Aveva anche capito che l’umana li credeva stupidi come dei Vagabondi, e perché non sfruttare questa sua debolezza?
Aveva messo Bombur a fare la guardia, badando bene che la ladra lo vedesse chiaramente, e poi aveva mandato Dwalin a fare lo stesso, oltre la prima curva del sentiero che la donna avrebbe sicuramente percorso per scappare. E così fu. Quanto erano dannatamente prevedibili gli umani.
 
Dwalin era di gran lunga il nano più grande e forte della compagnia, pertanto, quando vide arrivare la donna di corsa, le corse a sua volta incontro, lanciando un urlo. Rise interiormente quando la vide sbiancare di colpo alla sua vista. Non fece però in tempo a raggiungerla, che questa cadde in terra tirata verso l’indietro, e stavolta Dwalin scoppiò davvero a ridere perché Gandalf l’aveva presa per la lunga treccia in cui teneva raccolti i capelli.
È inutile dire che la ritrascinarono dagli altri Nani.

 

 

Oltre all’orgoglio ferito, questa volta sentiva anche un enorme dolore alla nuca, dalla quale lo stregone le aveva quasi strappato tutti capelli con un colpo solo. Non era legata questa volta, ma il vecchio l’aveva costretta a sedersi in terra ed ora le stava dietro come un avvoltoio. Enara odiava gli stregoni.
In men che non si dica, si erano svegliati tutti i Nani – a parte quello grasso – ed in particolare quello a cui aveva sottratto la mappa si era a dir poco alterato quando aveva visto che Enara gliel’aveva rubata. Inutile dire che se l’era ripresa.
 
Thorin fissava la donna con astio, mentre ascoltava distrattamente i suoi compagni borbottare che dovevano lasciarla lì, legata da qualche parte, a morire di fame. Era riuscita a rubarle la mappa, ma lui era stato più furbo, e non l’aveva sottovalutata del tutto, ed infatti era di nuovo loro prigioniera.
Anche lei lo fissava di rimando con astio, con gli occhi castani che esprimevano chiaramente cosa gli avrebbe fatto se ne fosse solo stata in grado. E invece non poteva.
Infine decise di ascoltare i propri compagni:
« Legatela ad un albero, e questa volta fatelo bene, e poi preparate i vostri bagagli. » ordinò
Enara spalancò gli occhi e realizzò che, se l’avessero davvero lasciata lì senza nessuna possibilità di liberarsi, sarebbe morta d’inedia:
« È inutile legarmi, mi libererò! » esclamò, pur consapevole che non si sarebbe mai liberata da nodi nanici fatti con maestria, soprattutto senza niente con cui tagliarli « Io so dove state andando! Mi libererò e farò sapere ad ogni anima viva sulla Terra di Mezzo che una compagnia di Nani sta andando alla Montagna Solitaria! » disse, provocando un silenzio assoluto.
Thorin era ad un passo dal perdere completamente le staffe. Estrasse la spada e la puntò al collo della donna, premendo con forza. Scese un rivolo di sangue:
« Potremmo ucciderti, se preferisci! » ringhiò, deciso a fare tutto pur di raggiungere Erebor senza che nessuno lo sapesse
« Oppure potreste portarmi con voi… » fece lei, rabbrividendo al contatto con la lama gelida « Una ladra potrebbe esservi utile! »
« Abbiamo già il nostro scassinatore. » disse il nano che era in procinto di placcarla poco prima, spingendo avanti lo hobbit.
Per la prima volta, Enara posò attentamente lo sguardo sul piccolo elemento della compagnia: aveva i capelli riccioli e biondi, e un bel viso dall’espressione gentile seppur leggermente impaurito. Poteva essere un buon scassinatore, piccolo com’era, e sicuramente era anche silenzioso, perché tutti gli hobbit lo erano. Tuttavia la donna rise con scherno, esprimendo senza saperlo tutti i dubbi di quei Nani che non ritenevano Bilbo in grado di essere uno scassinatore.
Lo stregone si spostò da dietro di lei e si mise accanto a Thorin, la guardò negli occhi con serietà e poi disse al nano:
« Il vero coraggio si basa sul sapere non quando prendere una vita, ma quando risparmiarla. » e colpì Thorin nel profondo, tanto che questi allontanò la lama dal collo di Enara. La fissò a lungo, con i più seri occhi azzurri che lei avesse mai visto, ed infine fece un cenno d’assenso che sembrò costargli molto.

 

 

Era ormai tardo pomeriggio quando infine partirono. I Nani erano andati a riprendersi i pony, ed avevano seppellito – operazione durante la quale Enara aveva fatto capire bene il proprio disappunto a riguardo, tanto che aveva guadagnato un nuovo bavaglio – le pentole con l’oro. Salirono dunque tutti in sella e presero a caracollare verso Oriente.
Inutile dire che Enara aveva le mani legate, ma, come se questo non bastasse, l’avevano fatta salire su un pony e l’avevano fissata alla sella. Peccato che per divertirsi di più l’avessero fatta salire al contrario, con la testa rivolta verso il sedere del cavallino. Pertanto era scomodamente seduta al contrario, con le mani legate al pomolo della sella, e le gambe a penzoloni. In fila dietro di lei c’era il nano che aveva capito chiamarsi Dwalin, che la fissava continuamente con uno sguardo molto divertito. Ogni tanto due Nani cretini le passavano accanto a cavallo e la stuzzicavano, per poi scassarsi dalle risate quando lei si contorceva come un vermicello sulla sella per punirli, o quando mugugnava a lungo nel bavaglio per insultarli. In uno di questi scontri era anche riuscita ad agitarsi tanto da far scivolare di botto la sella sul lato sinistro del pony, con il risultato che lei era finita con la testa nella terra per la gioia di tutti i Nani. Dopo questo spiacevole evento aveva smesso di muoversi troppo sulla sella.
Accanto a lei procedeva Bilbo, chiaramente a disagio sul piccolo cavallo dal passo sicuro. La osservava di sottecchi, senza farsi notare, perché, pur essendo molto incuriosito dalla donna, tuttavia non voleva attirare troppo la sua attenzione, magari suscitando risultati tipo la treccina tagliata a Nori, che doveva ancora riprendersi dallo shock e dalle prese in giro dei compagni. In realtà Enara aveva notato gli sguardi dello hobbit – di cui non sapeva ancora il nome perché tutti i nani lo chiamavano sempre “scassinatore” e mai per nome – e lei stessa lo guardava con curiosità, perché gli hobbit le erano sempre stati molto simpatici. Effettivamente, iniziava a sentirsi in colpa – sentimento che provava molto raramente – per come aveva riso poco prima, anche se l’aveva fatto solo per salvarsi la pelle, e, se non fosse stata imbavagliata, si sarebbe scusata. Senza esagerare con le scuse, ovviamente.
Lo stregone e il nano di nome Thorin – nei confronti del quale Enara provava un rancore profondo che ad ogni contraccolpo che si prendeva su quel pony si trasformava sempre più in odio – cavalcavano davanti alla fila e per fortuna erano fuori dal suo raggio visivo. Sfortunatamente aggiunse con il senno di poi, perché, se fosse stato altrimenti, avrebbe potuto godere della scena che seguì.
Invece, tutto ciò che vide fu l’espressione sbigottita di Dwalin, e poi lo stupido pony alla cui sella era legata scartò, ma siccome lei non poteva riportarlo alla calma, finì nei rovi ai lati del sentiero, mentre Enara imprecava a tutto andare. In effetti, era una fortuna che fosse stata imbavagliata. Quando finalmente Dwalin riuscì a recuperarla, si era persa tutto il bello.
Era, infatti, arrivato di gran carriera uno stregone – no, uno solo non bastava – e che a prima vista sembrava decisamente fuori di senno. Per cominciare era arrivato su un slitta trainata da conigli – davanti ai quali Enara aveva per prima cosa spalancato gli occhi, e poi era scoppiata a ridere per quanto le era possibile -, ed inoltre non aveva un aspetto molto normale. Si mise a confabulare con il vecchio che le aveva tirato la treccia, ma non riuscì a sentire niente di quello che dicevano perché era troppo distante, ma dal labiale – che era piuttosto brava a capire – colse che parlavano di un “bosco” e di una “crescente oscurità” e soprattutto di un luogo che chiamavano “Dol Guldur”.
Ad un certo punto il nuovo arrivato, che sembrava chiamarsi Radagast, tirò fuori un pugnale avvolto in un pezzo di stoffa. Gandalf lo tenne in mano a lungo prima di togliere la stoffa per guardarlo. Enara fece appena in tempo a cogliere un’espressione stupita e quasi impaurita sul volto del vecchio, quando udirono un lungo ululato.
Lo hobbit accanto a lei tirò su la testa e chiese:
« È stato un lupo? Ci sono dei lupi qui intorno? » ed Enara iniziò ad agitarsi in modo frenetico sulla sella scuotendo la testa. Lo hobbit le strappò il bavaglio dalla bocca:
« Mannari selvaggi! » esclamò, provocando agitazione fra i nani
« Taci donna, che ne vuoi sapere tu di mannari selvaggi? » la zittì Thorin, avvicinando il suo pony a quello della ladra. Enara aprì la bocca per ribattere seccamente che sì, ne sapeva eccome di warg, ma proprio in quell’istante due mannari piombarono nel mezzo della carovana. I pony s’impennarono e la maggior parte sbalzò i propri proprietari di sella, per poi fuggire il più lontano possibile.
I nani si precipitarono su di esso e lo uccisero quasi subito, ma presto sentirono altri ululati che si avvicinavano sempre di più, attirati anche dalle urla strazianti che aveva lanciato il mannaro morente. Un altro spuntò dal bosco, puntando a fauci spalancate sul pony di Enara. Dwalin però si mise in mezzo all’ultimo ed ingaggiò una veloce lotta con il lupo gigante.
« Se ci sono dei Mannari… » fece Enara rabbrividendo
« …devono esserci per forza anche degli Orchi sulle nostre tracce. » concluse Thorin estraendo al propria spada da un cadavere
« Orchi? Nessuno mi aveva parlato di Orchi! » esclamò Bilbo in preda al panico
« Dannato nano! » esclamò Gandalf puntando il bastone verso Thorin «A chi altri hai parlato della tua missione? »
« A nessuno! » ringhiò quello affrontando lo stregone senza alcun timore negli occhi
« Vi stanno dando la caccia! » s’intromise Enara agitandosi come un’ossessa sul pony « Questi erano solo ricognitori, a breve vi assalir- »
« Ci assaliranno, bambolina, ci sei anche tu su questa barca adesso. » fece Dwalin scendendo da cavallo e mettendola una buona volta a tacere. In effetti il nano non aveva tutti i torti.
Thorin guardò rassegnato la compagnia e si stava chiedendo come sarebbero potuti scappare agli Orchi con solo due pony rimasti, quando Radagast disse:
« Li depisto io. » 


 

✽ ✽ ✽



Ho deciso di aggiungere il secondo capitolo per stuzzicare ancora un po' la vostra curiosità (: qui finalmente conosciamo un po' di più Enara. Come avete letto, ho deciso per questa parte della storia, di affidarmi alla trasposizione cinematografica, perché non mi piace come nel libro il nostro caro Thorin acconsenta senza fare alcuna storia ad andare da Elrond senza fare alcuna storia...ma stiamo scherzando? E così spunta anche Radagast.
La poesia che trovate all'inizio è "La Via prosegue" di Bilbo, poesia che da anche titolo alla fanfiction, come ho avuto modo di dire nelle risposte a qualche recensione (:
Ho pubblicato oggi perché fino all'inizio della prossima settimana sono molto impegnata con la scuola (quest'anno ho la maturità, sigh), e temo di non riuscire a pubblicare il prossimo capitolo prima di almeno un'altra settimana :( detto questo spero che questo capitolo vi sia piaciuto e abbia risolto alcuni dei vostri dubbi riguardo Enara.
Ringrazio ancora tantissimo chi ha recensito il primo capitolo (LiliOok_, Yavannah, Anaire_Celebrindal, dark dream e Lady of the sea) e spero che recensirete anche questo (: colgo l'occasione per ringraziare anche chi ha messo la storia fra le seguite (Anaire_Celebrindal, Eledhel, Lady of the sea e LiliOok_) e anche chi l'ha messa tra le preferite (nini superga): quale onore :D
Alla prossima!

PS. Non so esattamente a chi appartengano i credits per la foto che usato nel tag a inizio capitolo. In ogni caso, ho trovato l'immagine qui: 
http://lotr.wikia.com/wiki/Radagast.

  
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