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Autore: Giu_911    25/04/2013    2 recensioni
"Forse la piccola punizione alla quale mi aveva sottoposto quella vecchiaccia non era poi così male: sarebbe stato divertente stuzzicare quel povero ragazzo e magari abusare di lui dopo averlo fatto ubriacare con qualche liquore scadente durante una stupida festa.
Si prospettava un anno interessante: mi sarei sicuramente divertito."
-Zayn.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Accarezzavo la testa di Liam, che era poggiata sulle mie gambe, mentre lui se ne stava girato su un fianco, sul punto di piangere, anche se sapevo bene che si sarebbe trattenuto fin quando sarei rimasto li.
-Liam devi cercare di capire quello che vuoi. O lasci perdere, o rischi il tutto per tutto e ti apri con lui, dicendogli quello che provi..non puoi andare avanti in questo modo, ti stai autodistruggendo-
-Cosa dovrei fare?- rispose lui con un filo di voce, prima di alzare lo sguardo per guardarmi –Non posso rischiare, non posso perché so già come andrebbe a finire, e io non voglio soffrire più-
Odiavo vederlo così, ma non sapevo con chi prendermela.
Non sapevo se prendermela con i suoi genitori, che non gli avevano dato l’amore che un ragazzo necessitava, che non gli avevano mai dato un minimo d’attenzione, abbandonandolo a se stesso.
Non sapevo se prendermela con tutte le persone che l’avevano deriso e che l’avevano indebolito.
Non sapevo se prendermela con Malik, che con il suo comportamento lo stava facendo soffrire più di quanto non soffrisse di già.
Non sapevo se prendermela con me stesso, perché se non riuscivo a farlo stare bene voleva dire che qualcosa in quello che facevo era tremendamente sbagliato.
O non sapevo se dovevo prendermela con lui: con lui che si faceva troppo prendere da tutto, con lui che soffriva troppo a causa dei giudizi della gente, con lui perché la sua debolezza lo spingeva a starsene in silenzio senza dire mai quello che pensava, con lui perché sapeva che in fondo Zayn  provava qualcosa e che aveva solo bisogno di essere spronato, ma a causa delle sue paure si bloccava.
Lui aveva paura, paura di rischiare e di mandare il suo cuore in frantumi e io questo riuscivo a comprenderlo benissimo, ma doveva mettersi in gioco se lo amava veramente, non lasciarselo scappare alla prima difficoltà. Era stupido, e questo lui non riusciva a capirlo.
Storsi le labbra quando sentii il mio telefono squillare e lo recuperai dalla tasca sorridendo quando vidi lampeggiare il suo nome, quello che le mie orecchie percepirono però non mi piacque affatto.
-Leah, Leah che succede?- chiesi sentendola soltanto singhiozzare, senza che proferisse parola.
Liam si alzò, visibilmente preoccupato e i nostri sguardi si incrociarono immediatamente.
-Okay, adesso calmati però. Lui come sta?-
Liam cercò inutilmente di prendere il mio telefono, ma lo bloccai, cercando di dar poco conto alla fitta allo stomaco che stavo sentendo a causa di quella lacrima che all’improvviso gli stava solcando il viso; sapevo che se avesse preso il telefono avrebbe iniziato  a tempestarla di domande e lei era già abbastanza sconvolta in quel momento.
-Ti raggiungiamo subito in ospedale, stai tranquilla..- dissi mentre mi alzavo dal letto.
Buttai il telefonino sul materasso iniziando ad infilare le scarpe con difficoltà.
-Che è successo?- disse Liam con la voce che gli tremava.
-Liam, dobbiamo andare in ospedale, subito..alzati e vestiti- dissi mentre allacciavo le scarpe.
-Io non mi muovo di qui fin quando non mi dici che diavolo è successo- replicò lui e io mi voltai, fulminandolo con lo sguardo; in quel momento avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi, ma cercai di trattenermi. Non era proprio il caso di mettersi a discutere, ma non avevo neanche il tempo per spiegargli.
-Non vuoi venire? Benissimo- mi alzai per prendere la giacca che era poggiata alla spalliera della sedia vicino alla scrivania e tornai poi a guardarlo -..quindi devo andare da solo?-
Sapevo che quello era l’unico modo per fargli muovere il culo, infatti come volevasi dimostrare fece una smorfia, scattando in piedi; infilò velocemente le scarpe e prese la giacca dalla cabina armadio.
-Sei una testa di cazzo..- borbottò, asciugandosi la guancia con il palmo della mano, mentre si dileguava fuori dalla stanza.
Gli correvo dietro, mentre lui scendeva in fretta e furia le scale, rischiando di cadere e rompersi una gamba e una volta fuori si bloccò nel vialetto, voltandosi verso di me.
-Con cosa andiamo, la mia macchina è rotta..-
Senza proferire parola lo presi per il polso e mi avvicinai al motorino; alzai la sella e presi il casco velocemente, porgendoglielo ma lui non lo prese e si limitò a scuotere la testa.
Io sbuffai, sull’orlo di una crisi di nervi: Leah aveva bisogno di me, e io ero ancora li.
O si sbrigava o l’avrei lasciato a piagnucolare a casa suo, questo era poco ma sicuro.
-Liam, me ne vado da solo se non ti sbrighi..- lo minacciai, e solo in quel momento mi sfilò il casco dalle mani, indossandolo subito dopo. Aspettai che salisse e gli ordinai di tenersi forte, prima di iniziare a sfrecciare per le vie della città in direzione dell’ospedale che, per mia fortuna non era troppo distante.
Sentivo Liam tremare e non sapevo se era per il fatto che acceleravo e zigzagavo come un pazzo tra le auto o se per l’ansia di sapere quello che era successo.
-Tranquillo, non riguarda Zayn..lui sta bene..- dissi per tranquillizzarlo e in qualche modo ci riuscii e sentii i muscoli delle sue braccia rilassarsi.

Ero in lacrime ormai da troppi minuti.
Le spalle poggiate al muro e la sala d’aspetto di quel maledetto pronto soccorso completamente vuota.
Volevo solo che il dottore uscisse e mi dicesse che stava bene, era l’unica cosa che desideravo in quel momento, mentre mi maledicevo per aver fatto quella telefonata e avergli chiesto un incontro.

[Flashback]
Arrivò al parco, impeccabile come sempre.
I suoi capelli castani perfettamente sistemati e i suoi occhi azzurri che avevano puntato i miei da quando aveva varcato il cancello: lo salutai con un cenno di mano, mentre lo raggiungevo.
-Grazie per..-
-Harry, non tiriamola troppo per le lunghe, che vuoi ancora da me?- chiese Lou con un tono di voce freddo e distaccato. Come poteva non comprendere quanto quel suo atteggiamento mi distruggeva? Abbassai lo sguardo, passando una mano tra i ricci, sentendomi in imbarazzo percependo il suo sguardo addosso a me. Avevo preparato il discorso a casa, e sapevo bene quello che dovevo dirgli eppure in quel momento ero pietrificato, intimorito di usare le parole sbagliate e farmi odiare da lui più di quanto non lo facesse già. Presi un gran respiro, prima di alzare lo sguardo e inchiodarlo nei suoi occhi azzurri belli da morire.
-Mi manchi Louis, mi manchi ogni giorno sempre di più..- dissi con un filo di voce, mentre i miei occhi si gonfiavano di lacrime. Lui abbassò lo sguardo, restandosene in silenzio, così continuai -..so di aver sbagliato, so come sei, so quanto odi le bugie, ma mettiti nei miei panni te ne prego-
-C’ho provato Harry, c’ho provato davvero- disse lui interrompendomi -..ma non riesco a capire comunque. Tu dici di sapere tutto. Conosci ogni dettaglio della mia vita, conosci ogni mio più piccolo difetto, conosci le cose che detesto e le menzogne sono una di queste.  E tu che fai?..-
-Non era mia intenzione Louis-
-Risparmiati queste frasi fatte per chi ti crede Harry, io non ti credo più-
Quelle furono le ultime parole che mi rivolse: il mio sguardo annegava nell’oceano che erano i suoi occhi, quegli occhi dai quali traspariva tutta l’odio e il rancore che provava nei miei riguardi e che mi faceva soffrire maledettamente. Lui restò immobile, senza dire più nulla, così lo incalzai io.
-Quindi qui, oggi, finisce tutto?-
Lui mi rispose stringendosi nelle spalle e si voltò, senza aggiungere altro, andando verso l’uscita del parco.
Dai miei occhi iniziarono ad uscire fiumi di lacrime; le mie gambe erano molli e riuscivo a stento a restare in piedi. Mi lasciai cadere sulla panchina, portando il viso tra le mani, desiderando in quel momento che due braccia possenti mi stringessero e una voce mi sussurrasse “Scusami, ho esagerato, va tutto bene ora”.
Ma quello che sentii fu diverso.
Una frenata brusca, un tonfo e diverse urla allarmate mi fecero raggelare il sangue.
Alzai lo sguardo, puntandolo sul vuoto di fronte a me, prima di voltarmi intimorito verso il grosso cancello in ferro battuto dell’ingresso del parco.
C’era troppa gente e da lontano non riuscii a vedere nulla, così mi alzai ed iniziai a correre, d’impulso, bloccandomi quando raggiunsi il gruppo di persone accalcate fuori dal parco.
“La macchina è sbucata all’improvviso e l’ha preso in pieno”
“Chiamate l’ambulanza presto”
“Povero ragazzo, ho provato ad avvertirlo, ma aveva la testa altrove, sembrava sconvolto”
Queste erano le voci che mi entravano nella testa, mentre ero sempre più convinto dello spettacolo che mi sarei trovato davanti di li a poco, sperando con tutto me stesso di sbagliarmi.
Un urlo uscì dalla mia bocca quando lo vidi a terra.
Mi lasciai cadere sulle ginocchia, restando immobile per un attimo, prima di gattonare, quasi trascinandomi verso il corpo di Louis privo di conoscenza: la sua perfetta giacca in pelle marrone scuro, regalatogli dal padre per natale era strappata all’altezza della spalla e sull’asfalto all’altezza della sua testa una macchia di sangue andava ad ampliarsi pian piano.]

Quel ricordo, forse il più brutto della mia vita, si interruppe nel momento in cui Zayn mi si scaraventò addosso come una furia; per mia fortuna la sorella venne da dietro, cercando di tenerlo tra le braccia.
Ero sicuro di non aver mai visto Malik in quello stato: aveva gli occhi terribilmente rossi e delle lacrime continue scendevano come fiumi sulle sue guance, mentre digrignava i denti e mi guardava con disgusto.
-I-io non c’entro Zayn..- cercai di dire in mia discolpa, ma lo feci arrabbiare di più.
Strattonò la sorella che cadde a terra e lui si avvicinò a me, prendendomi per il colletto della maglia.
-Se succede qualcosa a Louis, giuro su tutto ciò che ho di più caro al mondo…ti faccio fuori-
Chiusi gli occhi, preparandomi ad uno dei suoi colpi, ma quando finì di parlare mollò la presa, lasciandomi cadere a terra e uscì dal pronto soccorso con passo svelto e deciso.
Restai immobile, circondando con le braccia le mie gambe e posando una guancia sulle ginocchia, rivolgendo lo sguardo alla porta, sperando che si aprisse e che un medico uscisse dicendomi che il mio principe stava bene ed era fuori pericolo, mentre intanto le mie lacrime erano tornate a tenermi compagnia.


Le porte del pronto soccorso si aprirono e vidi la piccola Leah voltarsi verso di noi e scoppiare in lacrime non appena vide il mio amico Niall, correndogli incontro e buttandosi tra le sue braccia.
L’incidente di Louis aveva sconvolto anche me, nonostante l’unica volta che avevamo avuto una conversazione lui mi aveva rimproverato, e per un momento anche deriso: non avevo molta simpatia nei suoi confronti, ma era pur sempre un nostro compagno e sapere che stava lottando tra la vita e la morte in quel momento, mi faceva accapponare la pelle.
-Non si è saputo ancora nulla?- chiese il biondo, mentre il mio sguardo perlustrava ogni angolo della stanza alla ricerca di Zayn: doveva essere li per forza.
-E’ ancora in sala operatoria e non..-
-Dov’è Zayn..- dissi con un filo di voce, interrompendo la loro conversazione.
La piccola Malik si voltò verso di me, e indicò verso la grossa finestra alle mie spalle: mi voltai lentamente e riuscii a vedere la sagoma di Zayn nel cortile, raggomitolato su una panchina.
-E’ arrivato, ha quasi picchiato Harry, e poi è fuggito..- disse la sorella tra un singhiozzo e l’altro, e io mi limitai ad annuire, prima di rivolgere lo sguardo su di lei e sul mio amico, esitando per un attimo prima di uscire dall’edificio. Mi bloccai fuori dalla porta, portando le mani nelle tasche dei jeans: presi un gran respiro, prima di iniziare a muovere qualche passo in sua direzione.
Una volta raggiunta la panchina mi sedetti con estrema delicatezza, cercando in qualche modo di non disturbarlo: era immobile, sembrava una statua, teneva la testa posata sulle ginocchia piegate, con i piedi ben saldati sulla panchina e le mani tra i capelli corvini. Come riusciva a stare così tranquillo?
Posai una mano sulla sua spalla, facendolo sobbalzare leggermente e sentii un tonfo al cuore quando il suo sguardo s’incrociò con il mio; i suoi bellissimi occhi annegavano nelle sue lacrime e il suo labbro inferiore era gonfio  e arrossato, segno che i suoi denti fino a qualche secondo prima lo stavano torturando.
-Zayn..- non mi diede neanche il tempo di fiatare che si avvicinò a me con estrema lentezza; posò la testa sulla mia spalla e strinse tra le mani la maglia. Circondai con un braccio le sue spalle, stringendolo a me con forza, sentendo il suo corpo tremare.
-Che farò io se succede qualcosa a Louis..-
Cosa avrei dovuto dirgli?
Non potevo assicurargli che le cose sarebbero andate per il verso giusto, sarebbe stato come dargli false speranze. Ma poteva pregare, pregare perché il suo amico si risvegliasse e tornasse a fare lo stronzetto per i corridoi della scuola; lo speravo, lo speravo veramente.
-Devi cercare di essere positivo…devi essere forte anche per lui Zayn-
-Essere positivo?- disse lui, alzandosi, continuando a tenere la mia maglia stretta tra le mani -..come faccio ad essere positivo? Come posso provare a stare tranquillo, sapendo che è in sala operatoria da quasi un’ora? Io non dovevo lasciarlo andare via da casa mia, dovevo tenerlo con me..perché non deve ascoltarmi mai, perché?- il suo tono di voce si era alzato, e altre lacrime avevano ripreso ad accarezzare il suo volto perfetto. Allungai le mani verso di lui, posandole sulle sue guance, accarezzandolo cercando in qualche modo di calmarlo: mi faceva così male vederlo in quello stato, avrei pagato una cifra qualsiasi per riavere immediatamente lo Zayn sfacciato, quello che si divertiva a stuzzicarmi.
Lo Zayn che avevo davanti ora era debole, terribilmente fragile e io non sapevo come farlo stare meglio.
-Andrà tutto bene…ci sono io con te-
-Perché?- mi chiese di punto in bianco, ammutolendomi.
Perché? Che diavolo di domande erano?
Scossi la testa, mentre lui si sedeva al mio fianco, guardandomi con gli occhi ancora stracolmi di lacrime.
-Perché cosa..-
-Perché ti comporti così con me, perché sei così carino, perché…dopo tutto quello che ti ho fatto sei ancora qui. Non capisco, non credo di meritarlo-
-No, hai ragione..- lo interruppi, facendo una lieve smorfia, prima di abbassare lo sguardo -..tu non meriti niente, o almeno non meriti niente da me. Ma..- “Liam non dire cose delle quali potresti pentirti” mi ammonì la vocina nella mia testa, ma chiusi gli occhi, cercando di non dargli retta -..ti amo Zayn e questo è il mio unico vero problema e credo tu lo sappia già da tempo, anche se fai finta di nulla! Ecco, ecco perché mi comporto in questo modo, perché nonostante tutto potrai contare su di me, per qualsiasi cosa- non sapevo se prendermi a calci in bocca da solo per quello che avevo appena detto, anche perché improvvisamente non riuscivo più a muovere un muscolo.
Avevo paura di alzare lo sguardo ed incontrare il suo sguardo.
Paura di sentire la sua meravigliosa voce pronunciare frasi che le mie orecchie non volevano sentire.
Paura di troppe cose.
Chiusi gli occhi istintivamente, quando sentii le sue dita premere sotto il mento e mi paralizzai completamente sentendo le sue labbra avvolgere le mie in un dolce bacio.
Se era un sogno pregavo Dio di non essere svegliato, perché non mi ero mai sentito così bene in vita mia.
Forse Niall aveva ragione, le mie paure erano stupide e in realtà i miei sentimenti non erano ricambiati, forse aveva provato pena e mi aveva baciato perché non sapeva cosa dire, ma quello restava comunque uno dei baci migliori che avessi mai ricevuto.


 
SPAZIO AUTRICE:
Chiedo scusa per tutto il tempo che vi ho fatto attendere, ma sono senza internet.
Spero di aggiornarla quanto prima, ma senza internet mi riesce molto molto difficile.
Fatemi sapere se è di vostro gradimento!
Baci, Giu. 
  
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