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Autore: Miss_X    25/04/2013    1 recensioni
game of life è la storia di Ella, un'otaku aspirante ilustratrice con la passioen per l'asia che in Giappone incontra il kpop e se ne innamora, un gruppo in particolare la appassionerà.
la sua indole cinica e sarcastica però le sarà d'ostacolo nella sua vita in Asia, un paese dove le emozioni valgono più delle parole e dov il talento è il mezzo per crearsi un avvenire.
Enjoy! E' la mia prima FF in questo fandom ^^ non ammazzatemi per le imprecisioni
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Nuovo Personaggio, Onew, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Ella-La Papessa~
 

Non ero mai stata troppo perversa… il giusto necessario per un Otaku femmina sui venti… ma devo ammettere che dopo aver scoperto il kpop ero seriamente peggiorata. La compagnia di Ai poi non giovava troppo all’innocenza dei miei neuroni. Stava sempre a chiamarmi per dirmi di aver trovato un idol figo che era la fine del mondo… si metteva a descrivere nei particolari ogni singola parte del corpo degna di nota di quel pover’uomo la cui foto era caduta tra le grinfie dei Ai… e con ogni singola parte intendo PROPRIO OGNI SINGOLA PARTE DEL CORPO… si… anche là in basso dove il sole batte poco… non importava l’età, lei guardava tutti… era l’esempio dell’antirazzismo sotto questo punto di vista nessuna differenza: se sei gnocco ti condivido, se sei figo lo dico anzi lo sbandiero ai quattro venti come fossi un trofeo di guerra, se sei brutto avrei sicuramente una bella personalità e piano piano mi farò piacere anche te. Questa era la politica di Ai.
Certo c’erano volte in cui mi chiedevo se avesse un minimo di freni inibitori.
C’erano volte in cui guardava certi live (di chiunque… fossero i 2Pm, i B.A.P, gli Exo, gli SHINee, i BIGBANG) e si esaltava a tal punto che non riusciva a dormire e di conseguenza mi teneva sveglia per espormi tutte le sue idee strane e perverse riguardo a quello che avrebbe fatto se avesse incontrato uno di quei ragazzi in un vicolo buio.
Si può dire che con una compagnia del genere dovessi stare attenta a non essere violentata da un attimo all’altro o alla gente che quella si sarebbe potuta portare a casa, ma sotto questo punto di vista era normale, quasi casta. No aveva mai fatto nulla di strano, aveva avuto una relazione una volta a diciotto anni con il suo ragazzo che poi aveva lasciato per circostanze che non mi voleva raccontare.
Era quasi ingenua molto spesso e i doppi sensi (se non fosse stato per quelli riguardanti idol e compagnia) non li coglieva quasi mai. Dall’altra parte quando doveva parlare di uno dei suoi bias si sprecava in discorsi strani e perversi di ogni tipo.
Una volta l’avevo anche beccata a urlare e ridere da sola piangendo e agitandosi neanche fosse posseduta mentre guardava Internet War, l’esibizione che aveva fatto più sclerare le fan girl del mondo intero: Jonghyun mezzo nudo e tutto sudato che cantava insieme a Taemin.
E se già il teaser di Sherlock l’aveva fatta morire dissanguata Internet War la uccideva ogni volta.
No che io non fossi rimasta… colpita… non propriamente impazzita ma ero rimasta tutto il tempo a guardare quei due splendori e chiedermi se quello mezzo nudo fosse realmente il ragazzo scemo con i Batman sulla camicia che avevo incontrato quattro giorni prima.
Quel pomeriggio, ero tornata da lezione, la mia borsa si era volatilizzata tempo prima e mi stavo piano piano ricomprando tutto quello che avevo perso, sapendo bene che non si trovava in quello sputo di casa che avevo rovesciato per trovare i miei preziosissimi pennini.
Mi ero buttata sul letto, quando mi squillò il cellulare.
Numero sconosciuto.
Che fare? Rispondo? Massì, casomai riattacco.
“Pronto?” dico in inglese
“La signorina Ella Bianchi?”
“Si, sono io”
“le volevo dire che ho trovato al sua borsa per strada l’altro giorno e avendo visto che l’aveva persa poco prima ho cercato di rintracciarla, mi scuso ma ho trovato solo oggi il suo numero”
“Non c’è problema, anzi grazie mille per averla raccolta, avevo paura che me l’avessero rubata”
“Si figuri” si sentì qualche rumore di sottofondo, al telefono c’era u ragazzo dalla voce dolce e un po’ squillante.
“Possso venire a riprenderla se mi dice dov’è” azzardai
“Si, il problema è che me la sono portata dietro senza pensarci troppo e…”
“E…?”
“E sono in Corea proprio in questo momento…”
Non risposi. Corea. Non potevo andarci… potvo permettermelo, ma non potevo mancare al corso, ero andata in Giappone apposta per quello. Diavolo!
“Pronto?” disse il ragazzo dall’altra parte
“Si, si ci sono!” dissi frettolosamente “E’ che io non posso venire in Corea, non ora…”
“Oh… e io in questo momento non posso recarmi in Giappone…”
“Bene… come si fa?”
“Vedo se posso assentarmi un poco, i professori capiranno”
“Corso universitario sui pantoni?”
“Si… come fa a saperlo?”
“Beh, è uno dei motivi che potrebbero portare una studentessa italiana in Giappone”
“Come fa a sapere che sono italiana?”
“Il cognome… e le scritte in italiano su un quaderno”
“Ha frugato nella mia borsa?”
“Ho dovuto, cercavo un numero  qualcosa del genere”
“Giusto…”
“Scrivere “Noia” sul risvolto del quaderno di anatomia i lascia pensare che non le piaccia molto quella materia”
“No troppo, ma sono i professori che la fanno sembrare tremenda”
“Immagino… è un’appassionata di manga?”
“Si, ha trovato quell’albo nella borsa?”
“Si, ce l’ho anche io…”
“E’ un otaku?”
“No… mi sono dovuto avvicinare agli anime perché erano al via più facile per imparare il giapponese…”
“Io ho dovuto fare mille corsi per impararlo… il mio alfabeto è molto più facile”
“dal tuo pnto di vista si.. dal mio entrambi sono stranissimi”
La conversazione stava prendendo la piega di un incontro tra amici di vecchia data.
“beh… vedo se posso venire in Corea, se mi danno l’ok la richiamo”
“va bene, posso salvare il suo numero in rubrica?”
“Si, si, anche io vero?”
“Ovvio…”
“La chiamo?”
“Jonghyun”
“Grazie, tu chiamami Ella”
“Bene, arrivederci”
“Ma io non l’ho mai vista”
“Invece si…”
“E quando?”
“La settimana che ha perso la borsa a Tokio, ho parlato con la sua amica con i capelli verdi”
“Ah si? Com’era vestito?”
“Camicia con i Batman”
“Oh…” feci mente locale, camicia con i Batman, Jonghyun
“Aspetta! Sei Quel Jonghyun? Quello degli SHINee?”
“Si, sono io, però ti prego di non dare il mio numero in giro.”
“Tranquillo, anche perché voglio riavere la mia borsa”
“Allora ci vediamo”
“Ok”
E la conversazione si chiuse.
Mi buttai sul letto. Una serie di improperi in italiano mi usci dalla bocca per la gioia, avevo il numero di Jonghyun. Non dovevo dirlo ad Ai. Pensai che sarebbe stato bello se l’avessi portata in Corea con me. Sorrisi, prima dovevo convincere i professori che dovevo assentarmi.
Chiamai la scuola e dissi di dover andare in Corea per un problema di amici.
Mi dissero che potevo visto che non avevo fatto neanche un’assenza e visto che avevo voti molto alti.
Mi misi a ridacchiare rotolando sul letto. Era fatta.
Chiamai Jonghyun e gli dissi che potevo andare in Corea, preparai le valigie.
Comprai dei biglietti per il primo volo Low Cost diretto in Corea.
Feci anche le valigie di Ai.
Al telefono avevo accennato a Jonghyun che avrei portato con me Ai perché non mi sentivo di lasciarla sola.
In parte era vero.
Quando quella tornò a casa vide che le valigie erano pronte e tutto era pronto come se dovessimo partire.
:-Che succede? Mi chiese
:-Partiamo per la Corea.
:-Perché?
:-Devo recuperare la mai borsa, l’ha presa un coreano e l’ha portata con sé in corea e siccome non può tornare in Corea andiamo là.
:-va bene, i miei bagagli?
:-Le valigie rosse.
:-Perfetto. I biglietti?
:-Eccoli.
:-Ma non ti si può lasciare a casa da sola.
:-Già, ora dormiamo che domattina partiamo epr l’aeroporto di Kyoto.
:-Il volo a che ora è?
:-Alle tre del pomeriggio.
:-Hai calcolato ogni cosa! Sei peggio di L[1] … o di Light… o di…
:-Si si piantala… e mettiti a dormire, sei tornata tardissimo.
:-Si, ma…
:-Niente scuse, lavati i denti e fila a dormire!
:-Si mamma.
Ridemmo felici.
Pochi minuti dopo eravamo addormentate come sassi, io ero stanca morta per aver organizzato tutto e lei era stanca morta perché era stata in giro tutta la giornata a bazzicare tra accademie di ogni tipo e con dei suoi conoscenti.
-
La mattina dopo eravamo pronte per affrontare il viaggio per Kyoto, avevamo chiesto ad un nostro amico se poteva accompagnarci là, erano diverse ore di macchia, ma in quel periodo c’era una fiera del fumetto da quelle parti e lui aveva già in programma di andarci.
Caricammo in macchina le valigie e partimmo. Dopo diverse ore di viaggio arrvammo a Kyoto.
Là salutammo il nostro amico e prendemmo un Taxi, arrivammo all’aeroporto alle 14:30, notevolmente in ritardo.
Check In e imbarco occuparono non più di venti minuti e alle 15:00 eravamo sul nostro aereo. Avevo prenotato un albergo nei pressi del centro di Seul che in quel periodo ringraziando il cielo aveva una camera da due libera.
Arrivammo in meno di un’ora.
Prendemmo un taxi e ci recammo in albergo.
Posammo le nostre valigie e io andai telefonare a Jonghyun per avvisarlo che ero arrivata e che aspettavo solo che mi dicesse dove trovarci.
“Pronto?”
“Sono Ella”
“Oh… Ciao”
“Sono arrivata a Seoul poco fa”
“Bene, allora… puoi aspettare un paio di giorni? Ho una scaletta abbastanza impegnata”
“Io rivorrei al mai borsa”
“Io ho tanti impegni”
“Siete tanti alla SM… manda un cristo a portarmela”
“Tutti i membri della SM sono occupatissimi per il nostro comeback”
“Si, lo so. Tutti tutti?”
“Credo di si, domani ho un buco dall’una e mezzo alle tre”
“Si può fare”
“Dove?”
“Alla SM? Dirò alla mia manager di farti passare.”
“E lei sa come sono fatta?”
“Glielo spiegheremo noi”
“Noi?”
“Io e gli altri… la tua borsa ha fatto il giro dei membri”
Pensai subito alla tasca con gli assorbenti che era a portata di mano
“Avete…”
“A Taemin è caduta per terra…”
“Oh…”
“E si è aperta”
“Oh…”
“E… sono usciti quelli che Kibum ha detto essere assorbenti”
“Oh…” trasalii
“Ma Onew li ha rimessi dentro dicendo che non dovevamo impicciarci di queste cose”
“Oh…” tirai un sospiro di sollievo
“Ti si è incantato il disco?”
“No, no… allora domani, una e mezzo, SM… dov’è che si trova precisamente la SM?”
Mi diede l’indirizzo, mi spigò come arrivarci e poi sentii delle voci di sottofondo e ci salutammo.
:-Domani andiamo a riprenderci la mia borsa. Dissi ad Ai, lei fece un cenno con la testa impegnata a fare foto a tutto quello che poteva fotografare.
:-Vestiti bene. Mi giunse un mugolio di risposta
:-Devi per forza fotografare anche il sapone del bidè?  Le feci dopo un po’ che la osservavo
Lei alzò la testa come se si fosse appena svegliata, guardò la macchina fotografica, l’interessantissimo bidè che stava fotografando, riportò gli occhi su di me e poi si mise a ridere, eccitata all’idea di essere a Seoul.
Uscimmo a fare un giro turistico della città, facemmo una marea di foto e tornammo solo a tarda sera, distrutte.
Ci addormentammo dopo cena, stanche morte e con la pancia piena.
Il girono dopo avremmo incontrato Jonghyun… e io avrei rivisto al mia borsa.
 

 
TAHNKS FOR READING!
RECENSITE PLEASE! ^^
 
Non ho nulla da aggiungere :’D
Shaka_BOOM
 

 
  
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