Un posto oscuro, Elektra si guardò intorno. Quegli
occhi. Il desiderio, il dolore per non poterlo avere più. I suoi occhi così
profondi come l’oceano. Li aveva mai dimenticati? Aveva mai dimenticato il suo
maestro? Quei sentimenti così irraggiungibili, forse perché erano ricambiati.
Quando aveva accettato di avere un nemico, come insegnante non era preparata ai
sentimenti che avrebbe provato per lui. La rabbia era ormai parte di lei.
L’odio verso un ragazzo che aveva come unico scopo la rabbia e il dolore di chi
l’aveva creato. Lui era il vendicatore e lei la sterminatrice. Due esseri così
diversi. Quando era morto, una parte di lei era morta con lui. Aveva vissuto
una vita a metà, giorni sorvolati, ore non vissute. Lui era stato il primo a
sottolineare il desiderio di onnipotenza dell’uomo, che aveva la necessità di
diventare sempre più simile ad un Dio. Affondava nel pieno della paura umana,
lui era la paura umana. L’uomo o forse, ragazzo senza timore. Anche lui temeva
il buio? Elektra non lo aveva mai capito. Amato si, ma capito mai. Elektra
aveva amato il suo maestro e un giorno quel sentimento gli si sarebbe rivoltato
contro, ancora una volta. Uccidendola.
Elektra pensava vaga, quel sogno
ormai erano trascorsi interi giorni eppure, c’era qualcosa di troppo negletto.
Che fosse un segno? Che qualcosa stesse per accadere? Che lui sarebbe
tornato dalla parte del male? Cerco di
levarselo dalla mente… ora non costituiva un vero e proprio problema,il suo
vero problema era Draco Malfoy. Il fatto che non gli rivolgesse la parola, e
che usasse solo cenni per salutarla per i corridoi la innervosiva non poco.
Vide Harry seduto sulle scale, era strano trovare a quella tarda ora qualcuno
che non fosse un prefetto in giro. Gli si avvicino…
-Ehi, Harry cosa ci fai qui?-
Si sedette di fianco al ragazzo
che non si decideva a parlare. Lo guardo di profilo, doveva essere per
Ginny. Elektra non aveva avuto il
coraggio di chiedere alla più piccola della famiglia Weasley il motivo vero di
quella separazione tra lei e Harry. Ma sicuramente non era possibile che si
fosse stancata di lui, da quello che si diceva in giro ci aveva messo anni per
conquistarlo… Mai come prima si sentì più umana.
-Sai io non sapevo cosa dirle…
lei è la mia Ginevra! Non può stare con un altro… però stando con me rischia
grosso capisci? Ha detto di amarmi e io sono rimasto lì come un emerito
idiota! L’ho persa per sempre Elektra.-
-Andiamo Harry… Tu non ti sei
comportato come un idiota tu sei un idiota! Harry lascia decidere a lei se se
la sente di rimanere al tuo fianco oppure lo ritiene pericoloso! Deve essere
lei a scegliere! Ti ha detto che ti ama no? Allora torna da lei! Domattina…-
Harry si alzò, con un sorriso.
Parlare con lei si rivelava sempre utile, era la classica persona che sapeva
cosa dire e quando dirle. Le scompigliò i capelli come in genere si faceva con
una bambina.
-Diavolo Elektra tu sei troppo
intelligente per stare con Draco Malfoy.- Si lasciò sfuggire lasciandola ridere
di puro gusto. Come poteva aver accettato una ragazza simile di sposare uno
come Draco Malfoy? –Buonanotte Elektra!-
Elektra lo guardò andare via,
camminare tranquillo, certo che era
davvero un bel ragazzo. Con quegli occhi verdi poi… Ginevra era stata una
ragazza fortunata. Harry era coraggioso, gentile, premuroso, bello, attraente,
un ottimo amico e soprattutto dalla parte del bene. Per certi versi invidiava
Ginevra. Alcune volte.
Tornò in pochi secondi al presente. Quanti anni
erano passati da allora? Sicuramente tanti. Sicuramente c’era ancora tanto di
quella ragazza in una parte di lei. Quella ragazza che credeva nell’amore,
quella ragazza con un certo senso di giustizia nonostante la famiglia alla
quale apparteneva. Ora invece era una Malfoy. La signora Malfoy. Elektra Malfoy
secondo alcune era l’invidia della maggior parte delle donne. Richiuse il libro
che stava leggendo. Le capitava di tanto in tanto osservare la sua vita dal di
fuori. Alzò il capo verso Narcissa assai intenta a lavorare qualcosa
all’uncinetto.
-Qualcosa non va cara?- Domandò guardandola
accigliata. –Da qualche giorno sei piuttosto strana. Sicura che non nascondi
niente di niente? Sei preoccupata per Draco? Vedrai tornerà tutt’intero come
sempre. – Disse infine dandole poca importanza. In quella casa si era sempre
sentita un po’ sola. Alcune volte ripensava con nostalgia agli ultimi due anni
passati ad Hogwarts. In quegli anni aveva davvero cominciato a vivere, nella
sua dipendenza e ad affezionarsi a Draco. Fu un suono sordo proveniente dal
piano di sopra. Elektra alzò il capo colta alla sprovvista.
-Devono essere tornati…- Disse senza alzare gli
occhi dal suo lavoro. Come faceva a non essere mai impaziente quando il marito
tornava a casa? A non preoccuparsi se era ferito o mal ridotto? Narcissa era
una donna pacata, a cui importava solo di se stessa e ben poco degli altri.
Almeno era quello che le dava a vedere. Le sue preoccupazioni più grandi erano
quel vestito andasse più di moda in quel periodo nel mondo della magia e che
decorazioni utilizzare per le feste che dava in casa. –Giusto in tempo per la
festa di questa sera.- Giusto appunto per non smentirsi. I Malfoy davano molte
feste al vecchio maniero. Feste elegantissime dove era d’obbligo indossare
abiti stupendi e gioielli costosi, questo ad Elektra non era mai particolarmente
mancato. Anche da bambina era abituata a queste grandi feste, non ricordava di
amarle in modo particolare… preferiva l’avventura e i guai come quelli che
combinava insieme ad Harry e i suoi amici.
-Cara, sarebbe meglio che tu iniziassi a prepararti,
i tuoi lunghissimi capelli necessitano di una cura molto attenta, se vuoi
mantenerli così belli e luminosi.- Concluse il discorso già avviata verso le
sue stanze. Dove avrebbe impiegato sicuramente ore a prepararsi. Elektra salì
di malavoglia le scale, con la testa bassa e un pochino infreddolita, camminò
lenta verso la sua stanza nella speranza di vederlo. Ma Draco ogni volta che
rientrava dalle missioni si rifugiava nel suo studio e non vi usciva se non per
motivi importanti. Si mise un abito nero privo di maniche fatto appositamente
fare per lei appositamente da Narcissa. Si lasciò legare i capelli dalla
governante, a Draco non piaceva mai quando li legava, invece adorava quando
erano lasciati alla loro lunghezza. Non le aveva mai permesso di tagliarli in
modo eccessivo. Il tempo volava sempre alla svelta quando era in procinto una
festa. Scese di sotto appena sentì il campanello suonare, Narcissa none era mai
pronta ad accogliere gli ospiti puntuale. Narcissa amava farsi aspettare, e la
rimproverava spesso per la sua ripetuta puntualità. Era incredibile come da
famiglia a famiglia variassero gli insegnamenti erano entrambe donne dell’alta
società a cui però erano state insegnate cose diverse. Puntuale come sempre
dalla porta entrò Blaise Zabini e signora. La bellissima signora Zabini aveva
origini norvegesi, secondo Elektra era una donna bellissima nemmeno con
l’affaticarsi della gravidanza era riuscita a mantenere la sua perfetta linea.
Blaise la guardò con un sorriso.
-Bellissima come sempre mia carissima Elektra. Non
c’è giorno in cui non mi chiedo se Draco sappia di essere così fortunato. –
-Credo che Draco ne sia più che consapevole, della
bellezza della sua sposa, intendo. Altrimenti non l’avrebbe mai sposata cosa
credi Blaise che Draco sia uno stupido?- Elektra si ricompose subito all’udire
di quella voce, Pansy Parkinson. Quella che era stata la più grande amante di
Draco Malfoy, ora era una ospite abituale di tutti i loro banchetti in genere
meno solita alla puntualità come ogni prima donna che si rispettasse amava
farsi attendete, non era stata educata nemmeno lei alla puntualità.
-Buona sera Elektra, state bene?-
-Io bene. E voi signora Zabini?-
-Bene grazie. Scusateci andiamo a mettere via i
nostri cappotti.-
Detto questo li lasciarono sola. Draco in genere non
amava partecipare a queste feste che la madre amava tanto fare settimanalmente.
Infatti, ogni qualvolta aveva una scusa o anche un lavoretto minimo, preferiva
svolgerlo in quelle ore. La serata passava in fretta Elektra decise che era
veramente l’ora di ritirarsi nella sua stanza così, stanca si avviò verso la
sua camera da letto. Notando solo allora la luce dello studio di Draco accesa.
Senza bussare entrò nella stanza dove Draco sedeva di spalle. In genere amava
guardare fuori dalla finestra quando aveva da pensare. Elektra si avvicinò
lenta. Rimanendo in silenzio. Fu Draco a girarsi verso di lei. La guardò bieco e torvo… era leggermente
graffiato sul volto.
-Stai bene?- Chiese piano osservandolo attentamente.
Annuì solamente. Tornando a scrivere qualcosa sul foglio. Elektra non accennava
a muoversi.
-Hai intenzione di rimanere impalata per molto?-
Chiese spazientito.
-No. Scusa vado a dormire.- Disse voltandosi di
spalle pronta per andare a dormire.
-Elektra?- Si fermò pronta ad ascoltarlo.
–Spogliati.- Elektra rimase ferma al risuonare di quell’imperativo. Voltandosi
solo una ventina di secondi dopo a guardarlo. La guardava fisso. Elektra come
un automa nelle sue mani lasciò cadere il vestito in terra. Lui non smise
nemmeno un secondo di osservarla. Rimanendo solo con sottoveste congiunto al
reggiseno che la copriva sino a ginocchio. Senza levarsi le scarpe si avvicinò
a lui lenta. Davanti a lui senza alcuna intenzione di muoversi. Fu lui ad
allungare le mani e a togliergli lo slip, lasciando il sottoveste a coprirgli
la vista. –Sei freddo..- Sussurrò lei. Draco si alzò in piedi, debolmente
Elektra lo tocco da sopra i pantaloni. Draco impiegava poco ad eccitarsi. Gli
sbottonò piano quasi volerlo portare allo sfinimento i pantaloni, infilando una
mano in essi. Toccandolo. Ma Draco in quel momento non voleva una sega. Draco
odiava le seghe. Si accomodò sempre pacato sulla poltrona dove sedeva pochi
istanti prima, aspettandola. Lei lo accontentò a breve. Portandosi sopra di
lui. Lo guardò negli occhi. La baciò. Come faceva tutte le volte non le faceva
mai mancare i baci durante il loro rapporto. E si incastrarono l’uno dentro
l’altro.
-Blaise Zabini non può nemmeno lontanamente
immaginare quanto tu sia bella.- Disse in un soffio sulla sua bocca. –Sei
frigida…- Disse vedendola sofferente. Afferrandola per i fianchi e portandola
più avanti sul suo membro. –Rilassati… sono io.- Portandola ancora più avanti.
Iniziò lei a muoversi. Draco amava essere padrone della situazione ma l’aveva
sempre lasciata fare. Le spinte erano deboli. Le afferrò i fianchi fermandola.
–Questi parti ti sfiniscono troppo Elektra.- Disse alzandosi senza separarsi.
La portò su con se. Appoggiandola alla scrivania. Stringendola di più a lui. Le
gambe di Elektra intensificarono la stretta nella circonferenza del bacino di
Draco. Lui cominciò a muoversi
avidamente velocemente e soprattutto violentemente. Accarezzandola con le mani
il seno inturgidito. Togliendole in definiva quel sottoveste. Elektra alzò gli
occhi a guardalo. Le labbra gonfie di baci. –Draco…- Lui in risposta allargò
maggiormente la sua gamba destra entrando maggiormente. Ogni volta cercava di
inserirsi dentro di lei completamente. Di riempirla tutta.
To be continued
immagine Elektrahttp://img146.imageshack.us/img146/473/elektradracorx7.jpg
Essì dopo tanto tempo ho
finalmente aggiornato! Dite la verità che non ve l’aspettavate? Ho voluto
inserire due Elektre a confronto. Una matura e già pronta per Draco che ricorda
il modo in cui ha imparato a d apprezzarlo e l’altra l’Elektra che ancora non
si rassegna ad un futuro che non vuole. Siccome lavoro spesso con i ricordi ho
pensato. Perché non inserirne uno anche qui? Se vi è piaciuto ne inserirò altri
promesso. Però fatemelo sapere logicamente! Grazie! Ringrazio chi mi commenta sempre grazie davvero. Recensite se vi è piaciuta
ma anche se non vi è piaciuta fatemi sapere cosa ne pensate di questo Draco e di questa
Elektra del tutto nuovi.Baci Strawberry.
Ringrazio tutti quelli che
recensiscono alla prossima!