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Autore: zorrorosso    26/04/2013    3 recensioni
”Un mostro! Un mostro vi dico! Il volto gli colava dalla testa come se fosse stato spellato! Come se fosse morto, tuttavia in vita, si muoveva e camminava... "- Alcuni segreti non possono essere svelati con facilità! ***mentre sto preparando questa storia per traduzione ed editing, verranno aggiunti dei capitoli "prequel"***
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Athos, Cardinale Richelieu, Duca di Buckingam, Milady
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Uomini e Mostri...'
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Capitolo 12
Cinque Mostri

 
Una guardia smilza, una molto corta, una molto alta e robusta ed una alta quanto il Re, vennero scelte dai quattro moschettieri e fatte cambiare d'uniforme.
Sembrava quasi che, per quelle quattro guardie straniere, il bere ed il cantare in mutande non li preoccupasse affatto.
 
"Pensate di trovarvi ad un ballo in maschera... Vi piacciono i balli in maschera, Maesta'?"- chiese Athos al Re inglese, mentre gli porgeva una delle divise dei suoi sudditi. Dei quattro era quello che parlava meglio la sua lingua e che, d'aspetto, somigliava molto al sovrano.
Forse per questo il Re nutriva per lui una certa simpatia nata quasi in maniera istantanea, diversa da quella che provava per gli altri tre combattenti o i suoi uomni fidati che lo stavano accompagnando.
 
Il sovrano sorrise e piego' la testa in un gesto confuso di ringraziamento tra la meraviglia e l'imbarazzo:
"Queste sono cose che si vocifera fate voi qui in Francia, dove non badate a spese! Si dice che vostri raccolti siano ancora rigogliosi e, come ho potuto notare io stesso, ancora ogni tanto vi affanna la calura. Dalle nostre parti tutte queste cose stanno cominciando a diventare una rarita'... Per di piu' alcuni consiglieri parlano di un altro periodo di pestilenza(1)... Non avremmo certo molto da festeggiare ed e' anche per questo che ho insistito a partire! Se avessi atteso ancora un mese, come mi era stato consigliato, non sarei partito piu' e non avrei piu' avuto l'occasione di sapere chi siede al trono di Francia esattamente come io siedo al mio! Il Duca parla e parla. Dice di problemi, vorrebbe un confronto piu' aperto... Ma in fondo si e' giovani e Re una volta sola ed ogni tanto bisogna festeggiare!"- a quel discorso, i quattro si scambiarono uno sguardo dubbio, neppure il loro Re era poi rinomato troppo per la sua parsimonia: nei suoi sguardi e nei suoi modi, potevano notare, per quanto nascosti o lavati via da una diversa esperienza, gli stessi modi del Re francese.
 
"Fate finta che questo sia un ballo in maschera, dove alla fine dovrete fare molta attenzione a quello che succede attorno a voi..."- gli ricordo' Aramis con un sorriso.
Il sovrano ricambio' lo stesso sorriso, senza parlarle direttamente, si rivolse verso Athos e bisbiglio' in un orecchio:
"Athos?! Avete detto che conciati cosi' dovremmo presentarci al porto e cercare di farci trasportare su una determinata nave nella mia flotta?"- chiese nel dubbio di potersi o meno fare sentire dagli altri, anche dai suoi uomini.
"Si. Come vi ho spiegato, Maesta', dovrete lasciare fare tutto a noi e ai vostri uomini, voi dovrete solo stare a guardare e cercare di non farvi riconoscere... Almeno fino a quando non riceverete un segnale preciso. Provate ad abbassare l'elmo, o affiancarvi piu' vicino alle altre guardie ad esempio!"- gli suggeri' l'uomo, notando il sovrano dubbioso su un particolare misterioso di quel piano.
 
"Athos... E'' normale dalle vostre parti, per una dama, portare una croce del genere al collo?"- chiese con vaga curiosita'.
Athos sbotto' una specie di risata ribadendogli: "Non dovreste chiederlo a me!"- scambio' uno sguardo furtivo ad Aramis, intenta ad aggiustare i capelli nell'elmo e nascondere quella croce sotto l'uniforme straniera.
 
"Perdonatemi, mademoiselle, come dite voi, non vorrei peccare di presunzione o rovinare la bella sorpresa che state preparando in nostro onore, ma vorrei ricordarvi che siete una donna e portate al collo una croce da sacerdote..."- balbetto' il Re imbarazzato, pronunciando quelle parole.
Aramis lo guardo' sorpresa e scambio' prima uno sguardo perplesso ad Athos e poi ai suoi compagni. Porthos fisso' il pavimento scuotendo la testa e mettendo le mani ai fianchi, quasi senza voler rispondere. D'Artagnan sorrise mostrando quasi tutti i denti e stringendo gli occhi, forse nel tentativo di ammiccare qualche cosa.
Subito, come se avesse inteso un messaggio dagli sguardi dei suoi compagni, il giovane riapri' gli occhi come trafitto da un'importante informazione e comincio' a frugare nelle tasche delle sue vesti abituali gettate a terra.
"Maesta', il vostro discorso e' molto interessante, spiegate ancora ad Aramis quello che volete intendere..."- lo incalzo' Athos con vaga soddisfazione, mentre Aramis cercava di ascoltare attenta.
 
"Non sono un lupo di mare e non conosco personalmente queste cose, ma tutte le volte che sono salpato, mi e' sempre stato detto che in mare non sono permessi ne' preti e ne' donne, nessun marinaio ci portera' mai a bordo di una nave. Nessuna nave ci accoglierebbe mai a bordo sapendo che questa guardia e' in realta' una fanciulla e con questa cosa in dosso..."- spiego' il sovrano pensieroso.
Ci fu un breve silenzio, anche le guardie restanti si soffermarono ad assistere quella conversazione ed osservare i quattro moschettieri guardarsi negli occhi, come se gia' fossero stati muniti di un piccolo stratagemma.
"D'Artagnan?"- chiamarono all'unisono tre di loro, mentre il giovane lanciava ad Aramis un piccolo sacchetto di cuoio.
 
"Ottima domanda, Maesta'!"- esclamo' la ragazza con sicurezza -"vorra' dire che questa mascherata sara' ancora piu' divertente..."- continuo' aprendo il sacchetto, ma guardandolo fisso negli occhi.
"La croce che avete visto e' benedetta e quindi, essendo donna, devo portarla appunto per scacciare il malaugurio in mare e, se volete proprio stare al sicuro, guardate bene tutti quanti!"- disse rovesciandosi tutto il contenuto del sacchetto di cuoio in testa, sull'elmo metallico per poi ricadere sulle spalle e gettarselo di nuovo addosso.
"Che fate! Lasciatene un po'! E' una polvere speciale! Una pozione donata dai miei avi, quando sono partito dalla Guascogna!"- esclamo' D'Artagnan lamentandosi.
"Non lagnatevi troppo: e' soltanto sale, D'Artagnan."- gli ricordo' Porthos, memore di quel sacchetto prezioso che il ragazzo trattava davvero come se fosse oro.
"Non dovreste sprecarlo tutto in questo modo"- commento' il ragazzo sommessamente.
"Riavrete il vostro sale quanto prima..."- rispose Aramis al ragazzo- "Dove eravamo rimasti? Adesso che sono benedetta e salata(2), ho risolto tutti i vostri dubbi?"- continuo' al sovrano.
Il resto delle guardie annui' con vaga rassegnazione, quasi accontentati da quello che avevano visto, non del tutto convinti, ma abbastanza da azzittire voci e proteste nell'avere con loro una donna.
Athos, fisso' di nuovo il sovrano, mentre Porthos provvedeva a legargli le mani dietro le spalle e con determinazione gli ribadi':
"Ricordatevi bene chi comanda le vostre flotte, chi e' alla testa della vostra patria, chi siede sul trono d'Inghilterra! Quella persona siete voi! Nessuno puo' togliere a voi il potere che Dio stesso vi ha dato!"- l'uomo, guardo' il sovrano negli occhi. Non si inchino' al suo cospetto e non lo tratto' come avrebbe trattato il suo, di sovrano. Quelle parole dirette fecero subito capire al Re quanto quell'uomo, apparentemente sconosciuto, lo rispettasse senza con questo essere un suo suddito.
 
Athos fu l'unico a non indossare l'uniforme.
D'Artagnan gli lego' braccia e gambe, in modo da dare l'impressione che fosse stato catturato contro la sua volonta'.
"Bene, provate a muovervi, ora"- disse il ragazzo, nel capire se quella stretta gli impedisse movimenti.
L'uomo si dimeno', atteggiandosi proprio come se fosse stato catturato e non potesse veramente muoversi. Tra i suoi pugni, pero', nascondeva una spanna di corda che lo avrebbe reso libero in pochi istanti.
"Siete sicuro di quello che state facendo?"- gli chiese il ragazzo vagamente sospettoso.
Tuttavia, negli occhi di Athos gia' fiammeggiava ardente quella sensazione di incombenza, tensione e pericolo di cui, gia' si era reso conto, non poter quasi fare a meno.
 
Prese fiato e, come se stesse quasi dichiarando le sue ultime parole prima di una lunga partenza, disse:
"In gioventu' si e' sprezzanti del pericolo e del timore, perche' lo si ignora o non lo si conosce. In eta' adulta, si imparano a conoscere i timori, ma una volta che vi farete uomo, vi renderete conto voi stessi di quello che prima consideravamo un pericolo o una paura di cui dimenticarci, non e' in realta' poi cosi' difficile da affrontare!"- rispose lui volgendosi poi verso i suoi compagni confusi con il resto della guardia.
Mentre l'uomo diceva cosi', Porthos prese D'Artagnan per un braccio e lo avvicino' al gruppo, con il Re Carlo ed i suoi compagni, adesso indistinguibili dagli altri commilitoni. In totale, il gruppo era composto da circa una decina di persone: i moschettieri riuscivano a mascherarsi completamente tra gli altri, almeno prima che questi cominciassero a parlare.
 
Il gruppo di guardie si allotano' dalla locanda con un breve saluto e tutti accesero delle fiaccole molto luminose, nel tentativo di farsi riconoscere bene dalle navi del porto.
 
Aramis strinse Athos per un braccio e disse tra i denti:
"Ho accettato questa cosa solo perche' sapevo che sarei stata al vostro fianco e saremmo stati tutti insieme. Ho accettato perche' sapevo di avere coperte le vostre spalle. Come avete visto sulla mia stessa pelle non possiamo agire da soli: non azzardatevi ad allontanarvi da solo, non vi azzardate a fare una singola mossa senza che io, Porthos o D'Artagnan non saremo pronti a difendervi!"- lo minaccio' veloce, quasi senza che nessuno potesse ascoltarla.
Athos annui' con sicurezza e volse uno sguardo di conferma anche agli altri due.
 
Porthos, tra i piu' alti, ondeggio' la sua fiaccola in direzione di alcune navi e prese la spalla di Athos, mentre quest'ultimo, rivolto verso una delle guardie straniere che li accompagnava disse:
"Ditegli che l'abbiamo preso! Ditegli che l'abbiamo trovato! Urlatelo forte, che ci possano sentire bene!".
I soldati lo guardarono incredulo, non avevano mai visto una cosa simile: prima una donna soldato come solo le leggende narravano, poi un uomo che si fa prigioniero da solo e chiede di essere misteriosamente catturato.
"Ma... Signore, a malapena so il vostro nome!"- rispose una delle guardie.
"Bene! Allora Urlatelo! Urlatelo verso la vostra flotta!"- lo incalzo' lui.
 
La guardia ondeggio' la sua fiaccola ed urlo' quel nome all'orizzonte buio, dove le navi e le barche attendevano l'alba in silenzio, galleggiando vagamente illuminate, quasi solo dalla singola veglia notturna.
 
"Aramis..."- sussurro' Athos in mezzo a quel baccano e alle fiamme delle fiaccole accese, nell'attesa che le barche ormeggiassero e li portassero al largo, verso gli altri vascelli.
"Si, Athos?"- chiese lei, ostinata allo stesso modo ad usare sempre il suo nome di battaglia.
"E' stato sempre un onore combattere con voi!"- disse inchinandosi al suo cospetto.
D'istinto, la ragazza appoggio' una mano sulla sua guancia e la fece scorrere sul mento e gli prese un braccio, nel tentativo di farlo rialzare.
"Questo non e' un addio Athos! Non ditemi addio! Ve lo ordino!"- esclamo' costringendolo ad alzarsi e volgendolo di nuovo verso il molo che, lentamente, si illuminava di piu' al loro baccano.
 
Una barca abbastanza grossa attracco' veloce, fu fatto segno a tutti di salire a bordo e in fretta, una fretta del tutto inaspettata a quell'ora della notte.
La barca remo' verso una delle navi ammiraglie, piu' lontana dalla costa, ma anche molto piu' grande. Per essere piu' veloce, venne chiesto anche ad alcuni degli altri uomini a bordo, di remare.
***
 
Con vaga incertezza, alcuni soldati fecero finta di scagliare Athos sul ponte di quella nave immensa, di cui si stentava, tra buio e foschia, di vedere entrambe le estremita'.
Il Duca di Buckingham era in piedi, il volto neppure addormentato da quell'ora notturna, rideva fiero alla vista del suo nemico legato.
 
"E' proprio lui?"- chiese ad una figura che riluceva nell'ombra.
"Non veste l'uniforme, ma e' lui per certo..."- la figura si fece avanti, vestita di verde(3), bianco ed oro
"Olivier"- sussurro' la figura al prigioniero.
"Anne"- rispose lui, guardando verso i soldati che apparentemente lo avevano catturato.
"Non ditemi che adesso provate compassione per lui!"- esclamo' il Duca, giocherellando nervosamente con la tracolla ed il pugno dell'arma che portava alla cintura.
"Affatto, George..."- disse lei senza guardarlo.
 
"Ah Milady... Siete incorreggibile!"- ridacchio' l'uomo voltando le spalle al prigioniero e alla contessa.
"Ricordate? Abbiamo detto tante cose al Cardinale. Ad esempio, se ci avesse consegnato Athos di persona, avremmo evitato l'attacco alle coste francesi o al Louvre, con le nostre navi volanti..."- rievoco' il Duca a Milady. L'uomo alzo' gli occhi verso l'orizzonte, scrutando il resto delle navi in lontananza.
 
"...Ma Athos si e' consegnato di persona!"- continuo' con lentezza, voltando brevemente solo la testa indietro, verso il prigioniero per poi rivolgere di nuovo la vista e le attenzioni verso le due flotte inglesi, i cui capitani si potevano scorgere sulle prue delle navi brandire fiaccole e lanterne in attesa di ordini.
 
Il Duca di Buckingham alzo' la sciabola, che brillo' argentea al cielo rosato dell'alba che stava per sorgere.
Numerose fiaccole si avvicinarono subito alle micce dei cannoni, tra le onde e tra le nuvole.
Quello era il segnale che stavano aspettando da giorni.
 
La sua lama brillo' un solo secondo e la sciabola cadde improvvisa, in un movimento veloce della sua spalla, cosi' come i bombardamenti cominciarono fragorosi, senza che alcun esercito avesse preparato alcuna difesa.
"Ora, Maesta'!"- urlarono i moschettieri, verso il sovrano, che a quella vista continuava a fremere nervoso e a fatica erano riusciti a trattenerlo fino a quel momento.
 
"Basta Basta! Cessate il fuoco! Ve lo ordino! Guardie! Arrestatelo!"- urlo' il sovrano togliendosi l'elmo e puntando un rapiere leggero verso il Duca.
L'uomo si volto' all'improvviso: lo sguardo folgorato da quella visione inaspettata, le guardie lo accerchiarono, come ordinato dal sovrano.
"M-Maesta?"- disse con voce arida, piu' del deserto.
"Come vi permettete abusare cosi' del vostro potere?"- si ostino' il Re, affatto calmo, anche per via di quegli spari e di quei bombardamenti.
"V-Voi non dovreste essere qui..."- commento' il Duca.
"E perche' mai? E' qui mia la marina che rappresenta il mio regno!"- gli ricordo' lui, mostrando i suoi uomini.
 
Le guardie inglesi che lo accerchiarono, lo bloccarono definitivamente catturandolo, mentre il sovrano cercava di prendere comando del vascello e moschettieri si affrettavano ad aiutare Athos nel liberarsi dalle corde che lo legavano.
"Doveva essere una parata amichevole! L'avevate promesso a corte!"- disse il Re.
"Mesta' voi... Perche' siete conciato in questo modo?- si insospetti' il Duca, ormai immobile.
"Volevo solo fare una passeggiata notturna, ieri sera, quando fortunatamente mi sono imbattuto in questi gentili signori..."- il sovrano mostro' i tre moschettieri in divisa ed Athos fece un cenno di saluto proprio al Duca, in uno strano senso di sfida.
 
"...Come posso notare io stesso, e' stato solo un bene e una fortuna! Questa loro casuale trovata mi ha fatto capire che razza di uomo siete in realta'! Per questo verrete punito!"- dicendo cosi', il sovrano strappo' la sciabola dalla tracolla del Duca e cerco' di cessare il fuoco nel piu' breve tempo possibile.
"Ah... Diremo che e' stata una un'allegra trovata per presentarmi a corte... Voi come la vedete?"- disse poi voltandosi verso i quattro moschettieri, che sbuffarono distratti.
"Perche' no? e' quasi l'unica opportunita' che vi e' rimasta, capitano..."- cerco' di spiegare D'Artagnan ad Athos, escludendo cosi' la sua figura mascherata dalla presa di una mano suadente e ancora nell'ombra.
 
Milady, infatti, nell'ascoltare quelle parole non si fece attendere e, nella confusione, mentre il Duca veniva imprigionato definitivamente ed il fuoco dei cannoni cessavava con molta piu' indecisione di com'era cominciato, colse di sorpresa Aramis, le strappo' l'elmo dalla testa e la trascino' con lei all'estremita' del ponte.
 
Athos strappo' veloce una pistola ed un pugnale dalla cintura di una delle guardie a lui vicine e la punto' subito contro la dama dorata, che chiuse le lunghe ciglia e sospiro' lentamente. Esaspetata, per nulla nervosa.
 
"Che aspettate? Sparate! Uccidetemi prima che riesca ad uccidere la vostra amata baronessa..."- la lama di un pugnale spunto' dalla manica di pizzo ricamata e punto' il collo della giovane, che scalciava nel tentativo di difendersi.
"Athos: dal primo momento che ci siamo incontrati, mi avete sempre usata.
Quando avete visto che i miei servigi non vi aggradavano piu', mi avete presto scartato ed avete puntato per qualcuno di piu' strategico, di piu' importante"- disse Milady, guardando Aramis dibattersi dalla sua presa. Quella posizione sembrava impedirle di difendersi.
 
"Non statela a sentire! E' stata lei ad usarvi, per tutti questi anni! E' lei che ha avvelenato il nostro vino! Non solo il vostro, ma anche il mio! Ricordatevi che e' lei che ci ha sempre tratto in inganno... Ha tratto in inganno voi, e con voi anche me..."- cerco' di gridare Aramis ad Athos.
Milady alzo' le spalle, non era forte quanto Aramis, ma conosceva molti stratagemmi per mettere a terra uomini e guardie allenate come e quanto lei.
 
La guardo' con disprezzo e strinse quella morsa, quasi impedendole di muoversi del tutto e le disse:
"E voi? Voi tra tutti, voi che conoscete Athos meglio di chiunque altro, che avete vissuto fianco a fianco con un uomo del genere, voi dovreste essere la prima ad esservene accorta! Vi ha sempre usato!
Vi ha usato come uomo, come amico, quando vi ha tratto piu' volte in missioni pericolose che, nonostante il vostro comportamento impeccabile, vi hanno fatto apparire come un uomo senza onore. Come una donna, senza onore! Vi ha usato come donna, quando cercava di affascinarvi, perche' era a conoscenza dei vostri contatti con la Regina.
Per quale ragione, se no, credete che un uomo del suo rango si sia messo a ronzare attorno ad una dama da poco, come voi? E invece di accorgervene, ingenua, continuate a difenderlo a costo della vostra stessa vita!
Vi rendete conto che, se non vi foste messa in mezzo per salvare il vostro Athos, nessuno avrebbe mai scoperto la vostra mascherata? Sareste stata libera di agire come meglio volevate e vivere la vostra vita nel modo che piu' avreste preferito.
Donna, uomo, non avrebbe mai avuto importanza poiche' la vostra abilita' nel mascherarvi e' riuscita ad ingannare perfino me. Se foste vissuta per i fatti vostri, nessuno vi avrebbe mai scoperto.
Invece adesso, per colpa sua, la vostra identita' e' stata rivelata! Per difenderlo dal Duca di Buckingham avete fatto tutto questo! Vi posso garantire che donne come noi non la passano facilmente liscia, senza alleanze importanti...
Spiegate pure alla vostra curia come una donna ha potuto praticare sacerdozio per cosi' tanto tempo senza essere scoperta!"-.
 
Aramis incrocio' rassegnata gli occhi traditi di Milady e senti' il pugnale puntare piu' a fondo sulla gola, fino a quasi trapassare la pelle. Adesso che la sua presa si allentava, avrebbe potuto spingerla via con relativa facilita', o per lo meno approfittare di quella debolezza per farsi largo in quella morsa e destabilizzarla, ma lascio' andare le braccia e rese quella parte di pelle della gola ancora piu' visibile ed esposta alla lama.
"Athos, la Contessa ha ragione. Tutto quello che ho fatto in queste settimane, l'ho fatto pensando a voi, tutto quello che faccio, l'ho fatto per voi(*), pensando di mantenervi in vita... Non so se sono stata usata o meno, non sono a conoscenza di queste sottigliezze e non me ne sono mai curata.
Non ho piu' ragione di vivere cosi', non ho piu' motivo nel tentare di sopravvivere o combattere..."- disse la giovane rivolta verso il moschettiere.
 
"...Avete ragione, Milady, tantovale uccidermi, allora! L'amore rende ciechi, tuttavia voi continuate sempre a notare anche i piu' fini dettagli.
Se non sarete voi, sara' sicuramente qualcun altro a togliermi la vita..."- continuo' con sguardo assente e lasciandosi andare.
 
Milady premette il pugnale, guardando Athos negli occhi e cogliendo la sua espressione disperata.
 
Il tempo si dilato', mentre con un balzo, lui correva in direzione delle due donne.
Aramis getto' la testa all'indietro e allargo' ancora di piu' le braccia, mentre Milady la trascinava con se e si spingeva nuovamente in acqua, nel disperato tentativo di non essere catturata viva.
 
Come un lampo che squarciava il cielo nero della tempesta, Athos rivide Milady quel giorno d'autunno al castello D'Amboise, ricordo' un altro triste momento, un'altra caduta in un tempo ormai passato quando sulla nave volante l'aveva lasciata andare, allora non erano onde nere, ma le nuvole grige.
Cosi' la lascio' andare da quel ponte e tuffarsi nell'acqua, quel lungo salto del ricordo di una donna apparentemente onesta, ma che in realta' gli aveva sempre mentito.
Cinse il suo pugno sulla caviglia di Aramis, un'altra donna nella sua vita, una donna che non credeva di avere mai avuto, ma che era sempre stata sua: quella farsa durata per anni di due occhi chiari che, nonostante tutte quelle maschere, non gli avevano mai saputo mentire.
Milady si scioglieva tra le onde nere e blu, le sue gonne si confondevano, si inzuppavano di acqua gelida. I suoi occhi calmi e chiusi, la sua figura preziosa si immergeva e scioglieva, diventando quella di una donna comune: come una la bambola d'oro in verita' dorata di fine porporina, anche lei lasciava che questo colore cosi' simile all'oro si disperdesse nel liquido e mostrasse la verita' al di sotto della fine superficie colorata.
I boccoli finemente arricciati, diventarono presto come ciuffi scompigliati di alghe secche.
Non passo' molto tempo: quando fu salvata da una nave vicina era ancora viva.
 
Aramis riapri' gli occhi, il suo volto giaceva sul duro legno del ponte della nave.
In principio vide solo una piccola ciocca di capelli biondi tagliata sulla sua spalla, Athos la stringeva per una gamba e Milady risorgeva dall'acqua un'ennesima volta, per salpare all'orizzonte su una nave che non batteva alcuna bandiera.
"Addio... O a rivederci..."- sussurro' la contessa in lontananza.
 
I due assistettero quella scena attoniti, dall'alto di quella nave gigantesca, ancora increduli a quello che avevano appena visto, ma senza la possibilita' di attacare e catturarla, i due provarono a mandare invano segnali alla nave misteriosa, che si allontano' presto con Milady a bordo.
 
 
***
Il chiarore dell'alba rosea, fece spazio ad un rosso piu' intenso e al viola delle nubi.
I vociare dei gabbiani era intenso e caotico, si aggiravano instancabili attorno alle reti odorose dei pescherecci, pronti a salpare anche quella mattina, non curanti delle flotte nemiche, dei cannoni o del principio di bombardamento della notte precedente: il mercato riapriva, il lavoro andava avanti come sempre e le loro famiglie erano da sfamare nonostante il volere dei duchi, dei re, delle regine o le altre politiche.
 
I quattro moschettieri sbarcarono sul molo ed attesero il Re e la sua corte che giunsero a breve, per scortarli, come promesso, verso Parigi.
 
"Non potete tornare indietro con la pretesa di essere un prete, una donna o un uomo comune, se e' per questo. Avete finto abbastanza ed e' arrivato il momento di agire nella verita'"- le parole di Athos ruppero un silenzio stanco, il silenzio di notti insonni, di combattimenti, di acque torbide e di taverne aperte: dopo tutto quello che era successo, sembrava che, una volta a terra nessuno avesse piu' avuto la forza di parlare.
"Athos... Non ne sarei capace..."- disse lei indecisa, quasi ricordando quegli attimi sul ponte e non capendo quale potrebbe essere stata la sua fine, adesso che lui l'aveva salvata da quella lama, nel timore che l'errore piu' grosso fosse stato quello di essere uscita viva da quell'avventura.
 
"Volete andare a spiegare alla curia come mai vestite da prete e siete una donna?"- gli chiese Porthos minaccioso.
"No..."- rispose lei.
"Allora dovete ritornare a vivere come una dama. Vi aiutera' ancora di piu' avere il favore della Regina, e noi ci occuperemo di Planchet. Monsieur Aramis e' partito per un lungo viaggio verso le indie occidentali... Come missionario o qualcos'altro. Se adesso volete soffermarvi a salutarlo un'ultima volta, prima di partire, per favore affrettatevi!"- spiego' l'uomo, privo di tatto o diplomazia.
 
La giovane baronessa non rispose, ma i suoi occhi erano segnati da sgomento, sembrava che di fronte a lei, un uomo stesse per essere pesantemente fustigato.
Uno sguardo che non passo' indifferente agli occhi di Athos, che si affretto' ad esclamare:
"Non temete! Se ci riesco io a ballare come una donna, un giorno ci riuscirete anche voi!"- disse prendendola per le spalle, nel tentativo di consolarla.
 
"Permettetemi questo ultimo desiderio, almeno!"- disse la baronessa rivolta agli altri tre- "Permettetemi un funerale, un addio alle mie vesti e alla mia maschera, prima di partire"- chiese con tono malinconico, a cui loro non poterono dire di no.
 
I tre presto trovarono una vecchia cassa ed un abito da donna, forse troppo umile per una baronessa, ma in un porto all'alba anche quello era un lusso.
Renee' trattenne la croce per se, al collo, dov'era sempre stata, ma le sue vesti e quel poco che rimaneva della sua maschera, vennero messe in quella cassa insieme ad alcune pietre pesanti e gettati in acqua per farli affondare.
 
Passarono alcuni istanti, la cassa filtro' tutta l'acqua e una serie di onde concentriche affondarono quel vecchio contenitore di legno in mare.
Renee' lo osservo' con attenzione e solo dopo alcuni istanti fu in grado di pronunciare:
"Mi avete portato gioia immensa ed immenso dolore.
Avete fatto di me una persona nuova e mi avete aperto gli occhi su un mondo sconosciuto, che era destinato, per mia natura, a rimanere tale.
Mi avete fatto un regalo immenso: una nuova ed avvincente vita. Privilegi mai concessi a nessuna donna di corte.
Monsieur Aramis non avrebbe mai perdonato le debolezze della Baronessa d'Herblay, ma entrambi sono in me e fanno parte del mio essere. Monsieur Aramis vivra' sempre nel mio cuore, come il vero rivelatore di quel mondo che a noi non e' ancora concesso.
Vi dico addio, vi chiedo di riposare in pace, ma il mio non e' un addio, ne' un riposo pacifico: e' il sonno di un leone, pronto a scattare e a mostrare gli artigli non appena gli verra' chiesto. E' il sonno di un soldato in guerra, con la mano sul pugno del rapiere ed un occhio sempre aperto.
Ora che ne avete il tempo riposate, ma siate sempre pronti a puntare il rapiere e balzare all'attacco ogni qualvolta vi verra' chiesto!".
 
A quella dichiarazione, anche gli altri tre non poterono fare a meno di mettere una mano sul cuore e salutare il loro compagno con segno di grande rispetto.
 
"Queste parole vi fanno onore e ci ricordano sempre chi siete in verita'..."- dicendo cosi', Athos tese una mano alla Baronessa d'Herblay che da quel momento sali' in vettura, insieme al Re.
 
"Trovo peculiari i vostri modi di cambiarvi d'abito, Baronessa"- sorrise il sovrano, senza guardarla.
"Mai quanto i vostri, Maesta'!"- rispose lei, fissando il suo cavallo, che veniva attaccato insieme agli altri alla carrozza.
 


--note---


(1) non mi riferisco alla pestilenza del '28 (quella dei Promessi Sposi), che travolse il Nord Italia e che porto' a quella piu' grave del '30 e del '31, ma ad alcuni focolai minori (uno di questi proprio nel '25) sviluppati in Inghilterra prima della grande pestilenza di Londra del '65.
 
(2) Di superstizioni marinaresche ce ne sono tantissime: una costante e' che ne' donne e ne' preti siano stati ammessi a bordo di una nave perche' portatori di sfortuna. Ovviamente ci sono le eccezioni che confermano la regola, se no non si spiegherebbero gli USA o le chiese cattoliche in Sud America. Di solito una benedizione era ben gradita contro la sfortuna e le reti dei pescatori venivano salate in segno di buon auspicio, in questo caso ho usato un po' di fantasia.
Una curiosita' alla quale non sono venuta molto a capo: per quanto le donne fossero sgradite in mare, le donne incinte e i seni femminili si diceva aiutassero a calmare la tempeste.
 
(3) Sempre per la nota sopra, il colore verde in mare portava male e non veniva usato, ma mentre Aramis fa di tutto per togliersi "la jella", Milady e' gia' salita cosi' tante volte su quelle navi senza problemi, che le superstizioni addirittura le sfida.
 
(*)Negli anni '90 ci furono due film novantosissimi con due colonne sonore altrettanto novantose: "Robin Hood" e "I tre moschettieri". Nonostante i testi molto differenti, per noi non c'e' mai stata troppa differenza tra i due pezzi musicali. Quindi ho messo questo cameo proprio per ricordare quell'eterna confusione :P
 
  
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