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Autore: Gan_HOPE326    14/11/2007    1 recensioni
“Mi chiamo Naruto Uzumaki, ho vent’anni, e sono un ninja. Sono fuggito dal mio villaggio. Ho tradito il mio sogno. La febbre mi sta divorando, e forse mi ucciderà. Ma nulla di tutto questo ha importanza per me…
…finché ‘lei’ mi resta accanto.”
Una fuga disperata, una donna misteriosa, un’insana passione. L’ultimo viaggio di Naruto, che lo condurrà alla ricerca del vero senso della sua vita, delle sue origini e della reale natura dell’Eredità del quarto Hokage. Perché anche i sogni più dolci, al mattino, possono avere un sapore sorprendentemente amaro.
Genere: Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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2nd – Ultimate secrets

2nd – Ultimate secrets

 

Sono in braccio a mia madre, mentre intorno la foresta corre via veloce. La pioggia è sempre più densa e fitta, tanta è la rapidità con cui ci muoviamo che l’acqua mi arriva in faccia con la violenza di un getto di ghiaia e sabbia; le gocce mi colpiscono, mi feriscono, addirittura. Perché andiamo così di fretta? Cosa ci minaccia? Gli uomini del villaggio non hanno rinunciato ad inseguirci? Yume ha detto così, poco fa.

-         Mamma…

-         Ssht, Naruto, non sforzarti. La febbre è alta. Rischi di peggiorare.

Non rischio: peggioro. Peggioro di continuo. La febbre mi sta divorando, e dannazione, non so nemmeno il perché.

In fondo, non mi importa, finché sono con lei, finché ho lei: o finché lei ha me, non c’è differenza. Posso abbandonarmi al corso degli eventi e lasciare che tutto scorra intorno a me. Del resto, da quando questa storia ha avuto inizio, tutto è stato veloce e incomprensibile, proprio come questa nostra interminabile fuga.

 

Naruto e Yume rimasero seduti, in silenzio, molto a lungo. Shikamaru, discreto e intelligente, aveva capito subito che era meglio lasciarli soli ed era svanito silenzioso come le sue ombre. Yume continuava a percorrere e ripercorrere con gli occhi i lineamenti del figlio, a seguire stupita le linee del suo volto con le dita affusolate. Il naso, disse, e il taglio degli occhi, e soprattutto, oh!, soprattutto i capelli, erano così identici. Quei capelli dorati come il mattino e un po’ arruffati.

-         Sei la sua copia esatta. – disse entusiasta. – Non potevo proprio sbagliarmi. Ti avrei riconosciuto tra mille.

-         Parli di mio padre, vero?

Yume fece cenno di sì, con un largo sorriso, una mezzaluna che splendeva ancor di più in mezzo alla rossa criniera dei suoi capelli.

-         Certo. Sei bello quanto lui.

-         Mio padre… – chiese esitante Naruto - …chi era?

-         Ma non sei altrettanto intelligente! – fece lei con una risata. – Davvero, credevo l’avessi capito. Non te lo dicono tutti, da quando eri bambino? Che sei identico a lui.

Lo prese per mano. Si alzarono e lo condusse fuori, in strada, sotto la pioggia. Indicò il monte che sovrastava il villaggio, dal quale i severi volti degli hokage scrutavano la vita e la Storia.

-         Quanti ragazzi di questo villaggio, svegliandosi al mattino, possono vedere il proprio ritratto scolpito nella roccia?

Naruto fissò le sculture che avevano sempre dominato la sua esistenza, onnipresenti ed immutabili; le sculture che una volta, da piccolo, aveva imbrattato di disegnacci e insulti; le sculture che raccontavano il passato della Foglia. Quattro volti; e tra quelli c’era anche il suo.

-         Mio padre è il Quarto Hokage. – affermò con certezza, come qualcosa che avesse saputo da sempre.

Yume lo strinse al suo fianco. Restarono insieme a guardare il monte, abbracciati, mentre la pioggia continuava a scorrere tutt’intorno.

-         Andiamo in un posto più asciutto. – disse infine la donna – Ci sono molte altre cose di cui dobbiamo parlare.

 

Per prima cosa, Yume raccontò a Naruto di come aveva incontrato suo padre, e di come lui era nato. Era successo quasi per caso, disse, ma era stato indimenticabile. Il loro primo incontro era stato a dir poco burrascoso.

-         Quella volta, ricordo che abbiamo addirittura combattuto. – raccontò ridendo. – Ma poi è nato qualcosa tra noi. Un legame; uno di quelli che durano per sempre.

-         Avete combattuto? Allora anche tu sei una ninja?

-         Me la cavo. Ma non faccio parte di alcun villaggio, quel che so fare l’ho imparato da me. Comunque, non molto tempo dopo sei nato tu. E’ stato un giorno che non dimenticherò mai. Lo stesso giorno in cui a tuo padre successe… insomma, quello che sai.

-         Perché te ne sei andata? Ho creduto per tutta la vita di essere orfano.

-         La gente del villaggio non mi amava molto, per via di quel che era accaduto tra me e tuo padre. Sono piccoli, di cuore e di testa. Era una specie di gelosia. Io ero straniera, eppure avevo con il loro prezioso hokage un legame più profondo di quanto loro non avessero mai avuto. Quando lui se ne andò, non ci fu più nessuno a difendermi dalla loro malignità. La mia vita divenne un inferno e fui costretta ad andare via. Avrei voluto portarti con me, ma la gente del villaggio ti reclamava in quanto figlio del Quarto Hokage. Eri la sua eredità: il tuo sangue apparteneva alla Foglia.

Naruto tacque un attimo, ricordando i primi anni della sua vita. Anni di odio e di emarginazione, in cui nessuno lo aveva mai apprezzato o incoraggiato. La solitudine di cui si era nutrito finché non aveva avuto, finalmente, l’occasione di emergere. Era vero, la gente del villaggio poteva essere molto gretta. Almeno, la maggior parte di loro.

-         Naruto…

Yume poggiò una mano sulla spalla del ragazzo, intuendo i suoi pensieri.

-         Naruto, posso immaginare ciò che hai passato. Io sono fuggita, e tu invece non ne hai avuto la possibilità. So che non ci sono scuse per me, avrei dovuto trovare un modo per restare al tuo fianco, o portarti via con la forza, se necessario. Ti ho pensato così tanto. So che non è molto, ma ti assicuro che, almeno con lo spirito, ti sono sempre stata accanto.

Era colpa sua, in fondo. Era lei che mi aveva lasciato solo. Lei, che mi avrebbe dovuto difendere quando io ancora non potevo, e invece se n’era andata, era scappata, per vigliaccheria. Avrei dovuto odiarla, per questo, perché se fosse rimasta, forse, sarebbe stata sola anche lei; ma saremmo stati soli in due, e avremmo potuto sopportare, e darci forza l’un l’altro. Avrei dovuto odiarla, ma non ci riuscii allora, e non ci riesco neanche adesso. Non posso odiarla. Ho troppo bisogno di stare con lei, per odiarla.

-         Non fa nulla, mamma. – sussurrò Naruto – Non fa nulla.

-         Allora ascolta.

L’espressione di Yume cambiò improvvisamente. Si fece preoccupata; nella sua voce c’era un tono di urgenza.

-         Non ti ho protetto per vent’anni; troppi. Non che questo possa pareggiare i conti, ma oggi sono qui per avvisarti di un pericolo che incombe su di te. Se non seguirai i miei consigli, domani potresti essere morto.

Naruto cercò di obiettare qualcosa, sorpreso da quell’improvvisa trasformazione nell’atteggiamento della madre, ma lei gli fece cenno di stare in silenzio ed ascoltare.

-         Come ti ho detto, io sono al di fuori di tutti i villaggi, ma questo non vuol dire che non tenga i contatti. Ho qualche persona fidata che mi riferisce le ultime notizie, soprattutto su Konoha, e su di te. Sono qui perché ho saputo che sarai eletto Sesto Hokage. L’ho saputo addirittura prima di te; o meglio, l’ho immaginato, e oggi ne ho avuto la conferma.

-         Ma che significa? Come l’hai saputo?

-         Io conosco bene il mondo dei ninja. La guerra contro la Nuvola si protrae da troppo tempo. Questa pioggia sta devastando il paese del Fuoco, e altri villaggi pianificano di unirsi all’attacco alla Foglia, impegnandola su più fronti. La Foglia ha tutto l’interesse a firmare la pace il prima possibile. Perciò ieri hanno accettato una condizione che ha consentito loro di firmare un trattato segreto.

-         La pace è già stata firmata? – esclamò Naruto – Ma a me nessuno ha…

-         Detto niente, lo so. C’è un motivo per tutto. La condizione posta dal trattato è simile a quella che, anni fa, costò la vita a Hizashi Hyuga; e anche in questo caso, la Foglia ha intenzione di imbrogliare. Questa volta la Nuvola ha preteso il corpo dell’hokage in carica. Vogliono studiare la tecnica di rigenerazione di madamigella Tsunade, immagino. Ma loro non sanno che Tsunade è morta stanotte. Quindi, quando arriverà l’incaricato, l’hokage in carica non sarà più lei

-         Sarò io.

Naruto si portò le mani ai capelli. Pareva assurdo, una follia; eppure aveva senso. A ben pensarci, egli stesso, pur sapendo di essere molto forte, dubitava di essere davvero il ninja più forte del villaggio. E poi, mai era stato scelto un hokage di soli vent’anni.

-         Dovevano sacrificare qualcuno per salvaguardare il segreto di quella tecnica. – mormorò Yume – Mi… mi dispiace, Naruto. So che era il tuo sogno, e lo sapevano anche loro. Hanno scelto te proprio perché immaginavano che non avresti sospettato niente e avresti accettato senza pensare.

-         Mi hanno tradito.

Nient’altro. In fondo, non aveva poi nemmeno tanta paura di morire. Dopo anni di guerra e battaglie si era pian piano abituato all’idea che ogni giorno della sua vita poteva essere l’ultimo, come tutti i soldati. Ma il tradimento: quello era intollerabile. Lo stesso villaggio che lo aveva cresciuto, per cui lui aveva combattuto innumerevoli volte, difendendolo, soffrendo, uccidendo in suo nome, ora lo distruggeva, si serviva di lui come di un burattino per le proprie oscure manovre. Il suo sogno era stato, fin dall’infanzia, quello di diventare la suprema guida e il protettore del villaggio. Quel sogno gliel’avevano sporcato. Ora come ora, non valeva più nulla.

-         Mi hanno tradito.

-         Sono venuta per questo, Naruto. Possiamo fuggire. Stanotte stessa. Fatti trovare pronto, raduna le tue armi e quello che vuoi portare con te, a mezzanotte. Esci da casa tua: ci incontreremo sotto le mura, nei pressi delle porte del villaggio. Tutto chiaro?

Naruto annuì, senza parlare. Yume sussurrò un saluto e sparì.

Avevamo parlato per soli dieci minuti, e tutto, tutta la mia vita, era stata sconvolta. Tutto era cambiato. Solo la pioggia, testarda, era sempre la stessa, e continuava a picchiare.

 

Venne la notte; una notte nera e scrosciante. Naruto uscì da casa guardingo. Portava una sacca con pochi kunai e qualche rotolo, e si teneva sotto un telo mimetico, più per ripararsi dalla pioggia che per nascondersi agli occhi di qualcuno. In quell’oscurità, nessuno avrebbe potuto scorgerlo. Si mosse scivolando lungo i muri degli edifici. Oltrepassò uno dopo l’altro tutti i luoghi che gli erano più familiari e che stava per abbandonare. Camminava come in trance, senza soffermarsi a pensare a ciò che stava accadendo.

Agli amici che abbandonava.

Al passato che rinnegava.

Al villaggio che tradiva.

Al sogno che perdeva per sempre.

Sapevo solo che ‘lei’ mi aspettava, ed questo solo pensiero bastava a guidare i miei passi. Inesorabili, inevitabili, mi conducevano a lei; la mia volontà era la stessa di un pezzo di ferro che rotoli e strisci verso il magnete. E’ tutt’ora così. La mia vita si sfalda e va in pezzi, il mio corpo trema di brividi sempre più atroci che, è inutile che cerchi di negarlo, ormai, culmineranno con un ultimo, incontrollabile spasimo quando il mio cuore si fermerà. Fra un’ora, forse, o fra due; eppure io sono felice, ignoro ogni cosa, perché lei mi stringe tra le braccia, perché lei mi sussurra inutili e tenere consolazioni, perché lei mi porta in una inarrestabile corsa attraverso questa foresta sempre più buia. No, forse non è la foresta a farsi più buia: forse sono i miei occhi che si indeboliscono ogni minuto di più. Allora avevo solo iniziato ad intuire l’irresistibilità di questa attrazione, l’avevo appena assaggiata, eppure era stato sufficiente a convincermi a intraprendere quella disperata fuga da tutto ciò che conoscevo e amavo. E poi vidi qualcosa scintillare nel buio, qualcosa di chiaro, di luminoso. Poco prima avevo creduto con assoluta certezza che nessun occhio umano potesse scorgermi in una oscurità tanto fitta, e resa ancor più cupa dal diluvio. Vidi qualcosa che scintillava; capii cos’era, e capii di essermi sbagliato.

-         Cosa sei venuta a fare?

La donna emerse dalle ombre nelle quali si era celata fino a quel momento. Indossava una calzamaglia nera e aderente che lasciava scoperto solo il viso, grazie alla quale era riuscita a rimanere quasi invisibile. I corti capelli neri le colavano sulla fronte, impastati di pioggia; e sotto, lo scintillio che l’aveva tradita. Due larghi e tristi occhi bianchi.

-         Sono venuta a fermarti, Naruto. Rinuncia a questa follia.

Naruto e Hinata restarono fermi, l’uno davanti all’altra, in mezzo alla strada, pronti a combattere.

 

 

 

Secondo capitolo della fic, che, come annuncia il titolo, è carico di rivelazioni.

Grazie a chi ha letto e commentato il primo, riguardo agli aggiornamenti non preoccupatevi, metterò un nuovo capitolo ogni quattro-cinque giorni. La storia è finita tranne che per l’ultimo capitolo, che penso di completare nei prossimi giorni, quindi potrò aggiornare con un buon ritmo.

Un’ultima cosa: ho modificato la presentazione della storia, sostituendola con una che mi pareva più evocativa e adatta all’atmosfera della fic. D’ora in poi non cambia più, garantito! Al prossimo capitolo!

 

 

 

 

 

 

 

  
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