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Autore: 1DalIlaria    26/04/2013    5 recensioni
"Harry! Si può sapere che ti prende? Non hai detto una sola parola da quando siamo tornati!" chiese tutto contento Louis.
Harry si girò verso di lui ma prima dello sguardo di Louis incontrò quello di Liam.
"Le hai viste anche tu?" chiese incredulo Liam al riccioluto. Eppure era convinto di averle notate solo lui
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4th July 2013, Friday
 
 

 
<< E noi che facciamo?>> domandò Louis seduto al fianco della rossa con un braccio disteso lungo lo schienale del divano dietro la ragazza.

Contemporaneamente si avvicinò Niall, che uscito dalla cucina, si era procurato una lattina di coca-cola. Ilaria distolse lo sguardo dal riccio - che stava osservando da un po' - e si voltò verso il maggiore, ma l'attenzione di tutti i presenti fu attirata dall'irlandese che improvvisamente si bloccò al centro del salotto, proprio di fronte a Louis e la rossa.
 
Successe tutto in un secondo: poggiò la lattina sul tavolino di vetro e tirò fuori dalla tasca dei jeans il suo iPhone che in quel momento stava vibrando. Ilaria ed il maggiore lo guardarono interrogativi mentre il riccio sull'altro divano non era per niente partecipe.
 
Niall diede un veloce sguardo al display, forse immaginava già chi potesse essere e nel suo sguardo si poteva notare una strana luce di speranza che si tramutò in contentezza.
Senza dire niente camminò velocemente verso la porta d'ingresso con il cellulare vibrante tra le mani ed un sorriso stampato sulle labbra. Uscì in giardino, sotto lo sguardo attento di Ilaria e Louis, il quale assunse un'espressione furba mentre scattò dal divano ed andò in cucina, con tutte le intenzioni di spiare il biondino.

La ragazza sorrise a quella scena, prima che il maggiore seguisse furtivamente Niall. Probabilmente in un'altra situazione si sarebbe unita al cantante, ma in quel momento aveva ben altro per la testa.
 
 

<< Pronto?>> rispose lui a bassa voce chiudendosi la porta d'ingresso alle spalle.

Si notò subito il suo sorriso smagliante non appena dall'altro capo del telefono risposero con una voce chiara e dolce, mentre il biondo si sedette sul gradino della porta d'ingresso, pronto a godersi quella chiacchierata.
Intanto il maggiore uscì silenziosamente dal balcone della cucina e si appostò dietro l'angolo, sbucando leggermente con la testa giusto per vedere dove si fosse posizionato Niall. Ritirò il capo e porse solamente l'orecchio, che in quel momento era l'unica cosa che gli serviva.

<< Sono a casa con gli altri. Tu che stai facendo?>>

L'irlandese continuava a parlare al telefono, mentre il maggiore ascoltava con attenzione tutte le sue risposte, cercando di ricostruire la conversazione.

<< Hai deciso quando partire?>>

"Partire? Chi deve partire?" si chiese il ragazzo dietro al muro. Davvero non sapeva chi fosse, ma poteva immaginare che ruolo avesse quella persona nella vita di Niall. Louis non poteva vederlo, ma era sicuro che l'irlandese avesse dipinto sulla faccia uno di quei sorrisi ebeti che facevano tenerezza.

<< Anche tu. Non vedo l'ora che tu prenda quell'aereo>>

Il maggiore sorrise contento. Non aveva capito molto della conversazione, ma aveva compreso cosa ci fosse dietro quelle parole.
Sentì che la chiacchierata stava giungendo al termine, così decise di rientrare, avviandosi nuovamente verso il balcone della cucina con un pizzico di felicità in più.

 
 
Lo osservava attentamente mentre disteso sul divano era impegnato a scrivere qualcosa velocemente con il suo blackberry, ed intanto si chiedeva cosa avesse; era diverso rispetto a quella mattina, da quando avevano terminato di mangiare non le aveva più rivolto la parola.

Dopo alcuni minuti che lo guardava silenziosamente, Harry distolse lo sguardo dal piccolo schermo e lo puntò su di lei. Ilaria per i primi secondi rimase paralizzata, mentre poteva notare nel suo sguardo un'indifferenza ed una passività congelante che metteva i brividi. Gli sorrise timidamente, incerta su cosa dire o fare, ma il minore per tutta risposta ritornò ad osservare il display con totale inespressività. Inutile dire che la ragazza ci rimase male; il suo sorriso, anche se poco accennato, morì in un secondo, ucciso da quello sguardo di Harry che mai avrebbe pensato di vedere in vita sua.

Non sapeva davvero cosa fare. Non conosceva il motivo del pessimo umore del riccio, ed aveva intenzione di chiederglielo, avendo capito che la causa di tutto ciò fosse lei.
Prese coraggio e parlò.

<< Che hai?>> domandò in un sussurro.
 
Non ricevette nessuna risposta, gli occhi di Harry ancora fissi sul suo cellulare. Nonostante il comportamento freddo e distaccato del riccio che le aveva procurato un paio di brividi lungo la schiena in pochi minuti, decise di non lasciar perdere e di continuare finché non le avesse detto qualcosa.

Si alzò dal divano ed accorciò la distanza tra loro, avvicinandosi al ragazzo. Harry non la degnò di uno sguardo e con la coda dell'occhio la vide arrivare. Nonostante ciò e nonostante avesse capito le intenzioni della rossa, il riccio non si mosse di un millimetro, comportandosi come se in quella stanza fosse solo.

Ilaria non demorse e si sedette sul bordo del divano al suo fianco, usufruendo di un piccolo spazio morbido che non era occupato dal corpo di Harry. Il ragazzo si irrigidì impercettibilmente, probabilmente perché in quel momento non sopportava l'idea di averla ad una distanza limitata, o forse perché era arrabbiato e non riusciva nonostante tutto a starle lontano. Per evitare ciò il minore si alzò e si mise a sedere, notevolmente più distante dalla ragazza.
Ilaria lo guardò allibita e a quel punto decise che era davvero troppo.

<< Si può sapere che ti prende? - disse visibilmente infastidita - è tutto il pomeriggio che mi eviti e che non parli>>

Harry la guardò nuovamente, questa volta leggermente più espressivo.
<< Forse dovresti imparare anche tu a parlare di meno>> sputò il riccio nè con cattiveria nè con l'intenzione di offendere. Era...arrabbiato, e la ragazza proprio non riusciva a capire perché.

A quella risposta rimase totalmente pietrificata, sul suo viso si dipinse un'espressione scioccata.
In quel momento sbucò Louis dalla cucina che subito percepì la tagliente tensione che c'era in salotto. Il maggiore guardò i due ragazzi seduti ai due capi del divano, l'uno impegnato con il cellulare e l'altra immobilizzata con lo sguardo fisso nel vuoto.

Niall rientrò in casa con uno sguardo sorridente puntato ancora verso il cellulare con il quale probabilmente aveva appena terminato la sua chiamata, ma non appena venne attirato dallo strano silenzio che incombeva nel salotto, alzò lo sguardo ed assunse la stessa espressione del maggiore di fronte a lui.
Ilaria si voltò verso i due ragazzi e subito si ricompose, levandosi dal viso quello sguardo paralizzato nel nulla.

<< Allora, che si fa?>> chiese la rossa cercando inutilmente di non far notare a Louis e Niall la tesa situazione che si era creata tra lei ed il riccio. Si alzò dal divano e si avvicinò al maggiore; quest'ultimo la guardò con sguardo interrogativo, mentre lei scosse la testa, chiudendo la "conversazione" lì.

<< Che ne dite se andiamo un po' in mansarda?>> domandò Louis guadagnandosi un consenso dall'irlandese.

Harry improvvisamente sembrò essere uscito da quel mondo virtuale che si era creato con il suo cellulare escludendo tutto ciò che lo circondava e si alzò dal divano.

<< Perché no>> rispose, avviandosi direttamente verso le scale dopo aver sorriso forzatamente all'amico.

<< Ci siamo persi qualcosa?>> fece il biondino alla ragazza, la quale scosse la testa arresa.

<< Qualunque cosa fosse, me la sono persa anche io>> rispose lei avvicinandosi alle scale seguita dai due cantanti.

 

Il riccio entrò in mansarda ed assunse esattamente la stessa posizione che aveva al piano di sotto: prese possesso di un divano e si distese su di esso, sistemandosi un cuscino dietro la testa.
Dopo poco varcò la porta anche l'irlandese seguito dalla rossa.

<< Louis?>> domandò il biondino non vedendo nessun’altro al seguito della ragazza. Ilaria si voltò verso la porta appena varcata e constatò che effettivamente il maggiore era sparito.

<< Non lo so>> rispose semplicemente lei andandosi a sedere sul divano, seguita a ruota da Niall.
 
 

Stava attraversando il corridoio per raggiungere la mansarda, mentre la sua mente era occupata da ciò che poco prima aveva furtivamente sentito in giardino. Vide davanti a sé il biondo e la rossa allontanarsi, quando le sue gambe si bloccarono improvvisamente davanti alla porta della camera silenziosa dell’amico. L’aprì piano, senza farsi accorgere né dagli amici davanti a lui né dal ragazzo che dormiva tranquillo sul suo letto.
Si avvicinò nella penombra e si sedette sul materasso affianco al corpo disteso.

<< Liam…>> sussurrò. Nessuna risposta.
 
<< Liam, svegliati>> disse appena più forte, poggiandogli una mano sulla spalla. Un mugugno risuonò nella stanza scura.

<< Louis.. – sbiascicò il castano voltandosi verso l’amico – che succede?>> si mise a sedere improvvisamente, leggermente agitato.

<< Niente, sta calmo>> si affrettò a dire il maggiore. Liam si rilassò e si poggiò con la schiena contro la testata del letto, accendendo la lampada sul comodino.

<< Perché mi hai svegliato allora?>> domandò il cantante passandosi le mani sul viso.

<< Niall>> disse semplicemente Louis.

<< Niall...cosa?>> fece confuso Liam.

<< Credo si stia vedendo con qualcuno – fece, accennando un sorriso – o per lo meno sentendo>>

<< E cosa c’è di male?>> chiese il minore dei due non capendo.

<< Niente, anzi è una cosa stupenda. È solo che... – Louis abbassò lo sguardo – Niall è molto sensibile e...>>

<< E sei preoccupato per lui>> concluse Liam al posto suo, sorridendo. Louis lo guardò e sorrise a sua volta, arrendendosi al mostrare la sua parte più dolce.

<< Non dirlo a nessuno>> disse giocosamente il maggiore.
 
<< Cosa? Che hai un lato dolce e sensibile?>> fece Liam.

<< Ho una reputazione da mantenere>> rispose scherzosamente Louis, scoppiando a ridere insieme all’amico.

<< Come l’hai scoperto?>> domandò Liam mettendosi più comodo sul letto.

<< Ho sentito una telefonata – disse Louis tornando con la mente a qualche momento prima – ha parlato di una partenza, credo non abiti qui a Londra>>

<< Lou, hai origliato una sua telefonata?>> lo riprese Liam.

<< Si, ma non è questo il punto – evitò l’argomento – dobbiamo scoprire di chi si tratta>>

<< Dobbiamo?>>

<< Vuoi farmi fare tutto da solo?>> chiese Louis retoricamente.

Liam sapeva che se l’avesse lasciato fare probabilmente la cosa non sarebbe andata a buon fine, aveva bisogno di un complice. Due teste erano meglio di una.
 
<< Che hai in mente?>> domandò Liam curioso.


 
Louis entrò in mansarda, attirando l’attenzione di tutti.

<< Ragazzi, non siamo venuti per occupare i divani>> disse il maggiore ai tre ragazzi rilassati sulla superficie morbida ed accendendo la tv. Niall ed Ilaria si alzarono mentre il minore sorrise amaramente, scrutando distrattamente i movimenti dell'amico.

<< Dov’eri finito?>> chiese Niall posizionandosi di fianco al maggiore.

<< Dovevo fare una cosa – rispose il maggiore semplicemente - Vi va una partita a Just Dance?>> domandò per evitare altre domande dal biondino.

<< Si! - rispose entusiasta Ilaria raggiungendo i due ragazzi davanti alla televisione - ci gioco spesso con i miei amici in Italia>>

Il riccio alzò lo sguardo e mise un braccio dietro la testa << Devi esserti divertita molto>> sputò. Aveva un'espressione apparentemente tranquilla e rilassata che mostrava il suo sorriso più falso.
 
La rossa rimase nuovamente di sasso come già troppe volte era capitato quel giorno. Louis si voltò verso l'amico che aveva appena parlato e lo guardò semplicemente, cercando di capire cosa gli prendesse e che avesse in mente, senza risultato. Poggiò una mano dietro la spalla della ragazza al suo fianco e le fece segno con lo sguardo di non curarsene. Lei sorrise appena con un angolo della bocca mentre dentro di sé si chiedeva ossessivamente il perché di tutte quelle frecciatine. Decise di tornare alla realtà e di concentrarsi su ciò che stavano facendo Louis e Niall.

<< Che canzone balliamo?>> fece Louis posizionando la schermata sui titoli delle canzoni ed iniziando a scorrere l'elenco. La rossa osservò la lista attentamente, bocciando qualche volta mentalmente e qualche volta ad alta voce le canzoni.

<< Quella!>> gridò improvvisamente Ilaria puntando un dito verso lo schermo.

<< Quale?>> domandò il biondino.

<< La terza>> rispose sicura lei.

<< Vuoi farci ballare la nostra canzone?!>> chiese il maggiore fintamente contrariato leggendo "What Makes You Beautiful". La rossa annuì energicamente mentre Niall sorrise divertito ed afferrò un joystick. 

Inserito il gioco nella console e scelta la canzone da ballare, presero posizione mentre la rossa si avvicinò esitante al divano.

<< Giochi?>> domandò porgendo un joystick al riccio. Il cantante la guadò freddo e scosse la testa svogliato, facendo una smorfia. Ilaria non insistette, ne aveva abbastanza per quella giornata e la situazione sembrava irrecuperabile. Abbandonò il joystick in più sul tavolino e tornò dai due ragazzi pronta a mostrare le sue migliori doti ballerine.
Una volta affiancato Louis, questo la scrutò con la coda dell'occhio, percependo in un attimo il suo possibile stato d'animo.

<< Pronti?>> chiese il maggiore mettendo da parte quella strana atmosfera che si era venuta a creare. Niall annuì energicamente e fece qualche saltello sul posto, riscaldandosi. La rossa si allontanò dalla televisione e si mise in posizione.

"What makes you beautiful" partì ed i tre ragazzi cominciarono a scatenarsi.
Anche se Ilaria non poteva vederlo, Harry la osservava attentamente da dietro; il suo stato psicologico e sentimentale quel giorno non erano dei migliori, ma non avrebbe mai perso occasione di guardarla, soprattutto se assumeva certe movenze.
Quando la canzone arrivò al ritornello sentì una frase che si ritrovò a pensare per la seconda volta nell'arco di poche ore.

"The way that you flip your hair gets me overwhelmed..."
Quelle parole lo riportarono di nuovo a quella mattina, quando aveva aperto le palpebre e si era ritrovato davanti quel viso a parer suo stupendo, con quegli occhi color del ghiaccio reso ancora più intenso dalla luce del sole che filtrava dal balcone semiaperto.
Tutto era cambiato da quella telefonata che forse non sarebbe dovuta arrivare, ma ciò che rese Harry stupito fu l'atteggiamento di lei una volta terminata la chiacchierata.
Era possibile che solo per quel colpo di telefono le aveva visto in faccia un sorriso come mai l'aveva avuto? Un sorriso che nemmeno l'aver incontrato e conosciuto i suoi cinque idoli le aveva regalato.

Ciò che rese il ragazzo ancora più sconcertato fu la frase che sentì uscendo dal bagno. Quelle parole avevano fatto crollare quelle poche certezze che si era creato in quegli ultimi giorni; non era più sicuro di niente, non sapeva se stesse facendo la cosa giusta o meno.
Se il suo cuore era là, come avrebbe potuto lui conquistarlo?

<< Okay, tregua!>> esclamò la rossa con il poco fiato rimastole, buttandosi a peso morto sul divano. Harry si risvegliò da quel coma che sembrava averlo portato in una dimensione parallela e si voltò distrattamente verso Ilaria.

<< Solo perché stai perdendo!>> osservò Louis raggiungendola e sedendosi al suo fianco.

<< Non ho più fiato!>> ribatté la ragazza.

<< Ti lamentavi così anche con i tuoi amici? - domandò Niall avvicinandosi ai due ragazzi - devono essere dei santi per sopportarti>>

<< Perché? - si intromise il riccio guardando la ragazza in modo freddo, uno sguardo che quasi metteva paura - secondo me invece vanno d'amore e d'accordo>>

Ilaria guardò il ragazzo con occhi tristi e allo stesso tempo arrabbiati. Perché diamine si comportava così?

<< Si, effettivamente andiamo molto d'accordo>> gli rispose utilizzando il suo stesso tono.

Louis e Niall intanto seguivano quella conversazione attentamente, passando lo sguardo da l'uno all'altro, mentre respiravano l'aria della stanza ormai tesa e pesante.

<< Bene, allora perché non...>>

<< Perché non facciamo un'altra partita?>> lo interruppe il maggiore alzandosi, intuendo prontamente che Harry stava per pronunciare parole delle quali si sarebbe sicuramente pentito non appena avrebbero lasciato la sua bocca.
Troppo tardi.

La ragazza rimase impassibile di fronte a quella frase non pronunciata della quale aveva capito perfettamente il continuo.
"No, non lo pensa davvero, è stato tutto dettato dalla rabbia. Vero?" fu il pensiero di lei.
Ilaria si alzò di scatto dal divano << Harry, puoi venire fuori un attimo?>> chiese chiara e concisa.

<< Scusa, ma ora non...>>

<< Harry>> lo richiamò di nuovo.

Ne seguirono degli attimi di silenzio, nei quali il minore alzò lo sguardo verso di lei e ne osservò gli occhi freddi e privi di ogni luce che lo fissavano. Il riccio si alzò controvoglia e seguì fuori dalla porta la ragazza, la quale lo condusse nella sua camera da letto.
Lui prese posto sul letto, mentre Ilaria rimase in piedi, socchiudendo la porta dietro di sé.
Nella sua mente mille domande facevano a pugni per essere pronunciate ed avere una risposta, ma nessuna ebbe il coraggio di uscire dalla sua bocca. I suoi occhi azzurri cercavano quelli verdi di lui, non trovandoli perché rivolti verso il pavimento e troppo impauriti e dispiaciuti per sostenere uno sguardo.

<< Dimmi che non volevi dirlo davvero>> disse lei molto più calma di prima.

Il riccio ancora non alzò lo sguardo; doveva calmarsi anche lui per risponderle.
Ritornò con la mente a qualche attimo prima. Davvero stava per dire quella frase? Se Louis non l'avesse fermato l'avrebbe terminata? Sarebbe bastato quello per farla...andare via.
Al solo pensiero rabbrividì.

Valeva la pena tutto quello che le aveva detto e tutta quella freddezza che le aveva regalato? Infondo non sapeva ciò che si erano detti, né conosceva questo "Angelo". Quella telefonata però gli era bastata per capire che tipo di rapporto avessero. E se avesse un fidanzato e lui non lo sapeva? Effettivamente di questo non ne avevano parlato.
E poi, quella frase... Davvero avrebbe voluto essere lì in quel momento? Se aveva lasciato una persona molto importante probabilmente si. Scosse la testa come per scacciare via quelle troppe domande che invadevano la sua mente; se fossero rimaste lì non avrebbero mai avuto risposta.
Alzò lo sguardo ed aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole non risuonarono in quella stanza dove si riscoprì ormai da solo.

 
 
Ilaria rientrò in mansarda sotto lo sguardo attento dei due ragazzi che, rimasti da soli, ne avevano approfittato per iniziare una partita a FIFA. 

<< Tutto bene?>> chiese Louis premuroso. La rossa annuì poco convinta e si sedette sul divano.

<< Harry?>> domandò Niall non vedendolo con la ragazza.

<< Sono qui>> rispose il riccio entrando nella stanza, evitando di guardare in faccia i presenti.

Ci furono dei momenti di silenzio, dovuti alla tensione tra il minore e la rossa, Louis che cercava di capirci qualcosa e la confusione di Niall.

<< Vi va un po' di musica?>> propose il maggiore interrompendo quel silenzio imbarazzante. L'irlandese annuì e si alzò, dirigendosi verso la consolle. Louis lo seguì e non appena ci mise le mani, partì una canzone a tutto volume.

Il maggiore ed il biondino iniziarono a scatenarsi, ballando come matti al centro della stanza. Dopo qualche minuto anche Ilaria si abbandonò alla musica, tirata in pista da Louis; era stufa di stare lì seduta in silenzio con il riccio di fianco che, come ormai faceva da tutto il giorno, non spiccicava una parola.
All’improvviso qualcuno entrò in mansarda.

<< Si può sapere che state facendo?!>> urlò Zayn affiancato da Dalila.
Niall, capendo di aver svegliato l’amico, corse a spegnere la musica.

<< Passavamo il tempo?>> chiese Louis sorridendo innocente.

<< E da quando il tempo si passa urlando come delle scimmie?!>> gli chiese Zayn.

Niall e Ilaria abbassarono la testa, Harry sorrise della scena- in fondo lui non aveva fatto nulla- e Louis guardava Zayn con sguardo da cane bastonato.
Dalila affiancò meglio Zayn e gli mise una mano sulla spalla.

<< Dai, Zayn, non sgridarli così..>> provò a calmarlo la biondina.

<< Esatto. Non sgridarci così…>> disse Louis.
Zayn lo fulminò e poi posò il suo sguardo su Dalila.

<< Li hai sentiti?>> le chiese calmo.
“ La ragazza lo calma..” pensò Louis guardandoli.

<< Si, li ho sentiti, hanno svegliato anche me… ma comunque ci saremmo svegliati tra meno di dieci minuti. È inutile arrabbiarsi>> gli rispose Dalila sorridendogli.

Zayn si voltò verso gli altri.
<< Se questa volta la passate è grazie a lei>> disse indicando Dalila << La prossima volta non mi fermerà nemmeno lei dal prendervi a cal…>>

<< Okay! Abbiamo capito! Non succederà una seconda volta!>> lo fermò Dalila.

Zayn riservò un’ultima occhiataccia al maggiore dei cantanti poi varcò la soglia della porta sotto lo sguardo di tutti. Dalila si voltò verso Louis che fece per avvicinarsi a lei, in fondo gli aveva salvato la vita dalla furia di “Mr siete degli animali”. All’improvviso la ragazza venne trascinata fuori dalla stanza in meno di due secondi, il tempo di lasciare sia lei che i ragazzi in mansarda senza parole.

<< Ma che..?>> cercò di dire la bionda presa in contro piede.

Zayn le diede le spalle e, senza lasciarle la mano, cominciò a scendere le scale. Aveva intenzione di svegliarsi in un modo decente e non da delle urla disumane. I due arrivarono nella camera del pakistano che, sempre sotto lo sguardo confuso dell’italiana, richiuse la porta alle loro spalle e si diresse verso il grande letto. Si sdraiò supino con le braccia dietro la testa e fece appoggiare la testa della bionda sul suo petto. Dalila capì che stava cercando di riprendere la posizione in cui erano prima che le urla dei loro amici disturbarono il loro sonno tranquillo. Così decise di accontentarlo e, dopo aver poggiato la testa sul petto muscolo del ragazzo ed avere intrecciato le sue gambe corte con quelle lunghe di lui, aprì bocca.

<< Posso sapere il perché di tutto ciò?>> chiese mentre Zayn cominciò ad accarezzarle i lunghi capelli chiari.

<< Non mi piacciono i risveglia traumatici>> le rispose a bassa voce e senza fermarsi dall’accarezzarla.
 
Dalila sorrise e, con un piccolo slancio, si mise a pancia in giù guardando il ragazzo davanti a sé. Zayn aveva la mano destra sotto la testa e la sinistra immersa nei lunghi capelli dell’italiana, le mostrò un piccolo sorriso e poi chiuse gli occhi.

Dalila continuò a fissare quel volto rilassato e dannatamente perfetto. Non c’era nulla da fare, era qualcosa di incredibile e di inspiegabile. L’ottava meraviglia del mondo.
La mascella quadrata e ricoperta da quella barbetta lunga al punto giusto e scura, che gli dava l’aria da uomo fatto e finito. La pelle ambrata che lasciava intendere perfettamente le sue origini pakistane. Le labbra chiare e piene al punto giusto, ne troppo sottili ne troppo eccessive con il solito segno sul labbro inferiore causato dal vizio del cantante di morderselo quando agitato, nervoso o pensieroso. Le ciglia lunghe e folte da far invidia a tutte le ragazze, le sopracciglia nere e la piccola cicatrice su quella destra, il tutto circondato dai capelli neri, perfetti e ben curati.

Dalila, senza nemmeno rendersi conto di quello che stava facendo, sfiorò con l’indice il piccolo taglietto. Fu quel piccolo gesto che fece aprire gli occhi al ragazzo sotto osservazione. La ragazza guardò quegli occhi che aveva sempre amato. Le piaceva ogni loro cosa dalla forma, al colore, alla brillantezza. Erano qualcosa di unico e raro. Difficile da spiegare.

<< Che c’è?>> le chiese Zayn accennando un piccolissimo sorriso.

Era lì davanti a lui con la bocca leggermente aperta e lo fissava. Cosa l’aveva zittita per così tanto tempo? La conosceva da poco ma aveva capito che non era una tipa che amava il silenzio e ne aveva avuto, più di una volta, la prova. Gli faceva mille domande, cercava sempre di farlo parlare e non ne conosceva il motivo. Perché cercava sempre di creare una conversazione con lui? Okay, lui non parlava spesso ma non lo faceva apposta solo, a lui bastava vederla, senza parlare. Ma quei minuti di silenzio lo avevano “preoccupato”.

<< Niente>> rispose la ragazza interrompendo i pensieri del pakistano.

<< Okay,>> disse il ragazzo accarezzandole un’ultima volta la testa e mettendosi seduto << Mi devo cambiare>> concluse.

Dalila fece alzare il cantate, che si diresse verso l’armadio stiracchiandosi, e si sdraiò a pancia in giù voltandosi verso di lui.

<< Che ti metti?>> chiese curiosa.

Zayn sorrise riconfermando la sua teoria  ed alzò le spalle continuando ad osservare il vasto armadio.
Dalila lo guardò e il suo sguardo si posò sulla schiena del ragazzo. Nonostante fosse ricoperta dal sottile strato di stoffa della maglia poteva vedere la muscolatura del cantante. All’improvviso il suo sguardo si spostò sul maglioncino che Zayn aveva in mano. pensava di conoscere ogni indumento di quell’armadio e invece si sbagliava. Da dove aveva tirato fuori quel coso?!

<< Aspetta!>> disse mettendosi in ginocchio e attirando l’attenzione del ragazzo davanti a sé.

<< Cosa?>> le chiese.

Quella volta fu Dalila a non rispondergli, si alzò e gli andò incontro incitandolo ad andarsi a sedere sul letto, lasciandolo con un “ci penso io”.

<< Ma io..>> provò a dire il ragazzo.

<< Malik, zitto e fammi fare>> l’ammonì lei.

Zayn si arrese e, sbruffando, si sedette sul letto pronto a vedere cosa quella piccola peste gli proponesse.
  
   
 
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